giovedì 20 gennaio 2011

Natale





Viviamo nel tempo. I nostri giorni passano uno dopo l'altro sempre uguali. Ma c'è un giorno «diverso», un giorno «unico», centro di tutti i giorni, in cui l'Eterno è entrato nel tempo. Un giorno che ha diviso in due i giorni dell'uomo: i giorni dell'attesa di Dio salvatore e i giorni della sua presenza in mezzo a noi. È il giorno di Natale. Da quando Gesù è nato a Betlemme l'uomo non è più solo in questo mondo, abbandonato a se stesso, senza meta, senza speranza nella sua ricerca di vita, di unità, di riconciliazione e di comunione. In mezzo agli uomini c'è lui, Gesù, il Dio con noi, il nostro Salvatore, il nostro Liberatore.
1. Tu sei venuto per noi, Gesù.
Signore Gesù, tu sei nato per noi, ti sei fatto bambino per noi, sei venuto per noi. La tua venuta è per noi necessaria,o Salvatore nostro: è necessaria la tua presenza. Vieni nella tua immensa bontà, abita in noi per la fede e illumina la nostra cecità. Rimani con noi e difendi la nostra fragilità. Se tu sei con noi chi ci potrà ingannare? Se tu sei con noi che cosa non potremo in te che ci dai forza? Se tu sei per noi, chi sarà contro di noi? Tu sei venuto al mondo, Gesù, per abitare in noi, con noi e per noi, per schierarti dalla nostra parte, per essere il nostro Salvatore. Grazie, Signore Gesù.
                                                 San Bernardo (1090-1153)

Natale, la verità del nome
GLI FU MESSO NOME GESÙ
È nato per noi un bambino. Il suo nome è Gesù. Il suo nome è «Dio salva». Il suo nome è Salvatore. Il nome è l'identità. Il nome è la missione. Il nome è un impegno. Gesù ha realizzato pienamente il       suo nome: è stato il nostro Salvatore. Chiamare per nome Gesù è riconoscerlo come «l'unico» che può donarci la salvezza. Non una salvezza momentanea e parziale, ma la salvezza totale, definitiva, eterna. Portare il nome di Cristo, chiamarsi «cristiani», è un dono e un impegno. E impegnarsi a vivere come lui, ad essere come lui e con lui salvatori e liberatori dell'uomo. A essere un suo segno vivente nel mondo
2. Ti voglio adorare, Gesù, mio Salvatore
Gesù, dolce Bambino, tu sei ricco di amore e santità. Tu vedi le mie necessità. Tu sei fiamma di carità: purifica il mio cuore da tutto ciò che non è conforme al tuo cuore santissimo. Tu sei la santità increata: ricolmami di grazie fecondatrici di progresso vero nello spirito. Vieni Gesù, ho tante cose da dirti, tante pene da confidarti, tanti desideri, tante promesse, tante speranze. Ti voglio adorare, ti voglio baciare in fronte, o piccolo Gesù, mio Salvatore. Voglio darmi a te per sempre. Vieni, o Gesù, non tardare oltre. Accetta il mio invito. Vieni!
                                      Papa Giovanni XXIII (1881-1963)

Natale, le scelte di Dio
LA POVERTÀ, LA MITEZZA, L'AMORE
Siamo cercatori appassionati di felicità. Andiamo a Betlemme se vogliamo trovarla.  A Betlemme in una grotta risplendono le scelte di Dio venuto nel mondo: la povertà, la mitezza, l'amore. Se avremo il coraggio di farle nostre camminando nell'amore incontreremo la gioia. Non la troveremo nella ricchezza, nel piacere, nel successo, nel potere. A Betlemme approda il nostro cuore pellegrino, in cerca di Dio, in cerca di gioia, in cerca di pace. E da Betlemme riparte per portare a tutti la lieta notizia di aver incontrato Dio in un Bambino di nome Gesù.
3. Da  ricco che eri, Signore Gesù
Signore Gesù, da grande e ricco che eri, ti sei fatto piccolo e povero. Tu hai scelto di nascere fuori di casa in una stalla, di essere fasciato in poveri panni, di essere deposto in una mangiatoia tra un bue e un asinello. Abbraccia, anima mia, quel divino presepio, premi le labbra sui piedini di Gesù. Baciali tutti e due. Medita le veglie dei pastori, contempla il coro degli Angeli e canta insieme a loro con la bocca e con il cuore: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
                                           San Bonaventura (1217-1274)  

Natale, il misterioso scambio
IN GESÙ DIVENTIAMO FIGLI DI DIO
In quel Bambino, di nome Gesù, il Dio che cerchiamo a tastoni è il Dio che ci viene incontro. In Gesù la comunione con Dio, che il nostro cuore ricerca, diventa realtà. Gesù è l'unico pane per la fame dell'uomo, perché l'uomo è fame di Dio. Senza Gesù la nostra esistenza è condannata al naufragio e allo scacco. A Betlemme l'eterna giovinezza di Dio è penetrata in questo mondo per non lasciarlo mai più. Dio si è unito «indissolubilmente» all'umanità, per sempre. Il Dio che si rivela nel Bambino di Betlemme è un Dio «umano». E l'uomo che lo accoglie diventa divino. In lui la vita è salva perché in lui trova il senso.
4. Ti rendiamo grazie, o Padre, per Gesù
E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. Nel mistero del Figlio tuo fatto uomo, nato a Betlemme da Maria Vergine, è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all'amore delle realtà invisibili. In lui risplende in piena luce il misterioso scambio che ci ha redenti: la nostra debolezza è assunta dal Verbo, l'uomo mortale è innalzato a una dignità perenne e noi, liberati dal peccato, uniti a te in comunione mirabile, condividiamo la tua vita immortale.
                                                                       Dalla liturgia

Natale, rivelazione di Dio
UN BAMBINO E’ “DIO”
Un bambino come i nostri appena nato, che dorme fra le braccia della Madre, è il Figlio di Dio, è il Salvatore atteso. Dio ci viene incontro non con i segni della potenza che incute timore, ma nella debolezza di un bambino che chiede amore: un bambino “povero” che nasce in una stalla, che ha per culla una mangiatoia. Eppure nel silenzio di quella notte risuona il lieto annuncio: “Vi annuncio una grande gioia, oggi è nato per voi il Salvatore”. La gioia è la certezza di essere salvati. La nostra gioia è Gesù, “Dio con noi”. Il volto di Dio risplende sul volto di un bambini povero appena nato.
5. Gesù eccoti il mio cuore
Affrettati, o Gesù, eccoti il mio cuore. L’anima mia è povera e nuda di virtù, le paglie di mie tante imperfezioni ti pungeranno e ti faranno piangere. Ma, o mio Signore, è tutto quello che ho. Mi commuove la tua povertà, mi intenerisce, mi strappa le lacrime. Gesù abbellisci l’anima mia con la tua presenza, adornala con le tue grazie, brucia queste paglie e cambiale in soffice giaciglio per il tuo santissimo corpo di neonato. Gesù, ti aspetto. Molti ti rifiutano, Fuori spira un vento glaciale… vieni nel mio cuore. Sono povero, ma ti riscalderò più che posso. Almeno voglio che ti compiaccia del mio grande desiderio di farti buona accoglienza, di volerti un gran bene, di sacrificarmi per te.
                                      Papa Giovanni XXIII (1881-1963)     

Natale, festa della fede
IL VERBO DI DIO SI È FATTO CARNE
«Se l'uomo vuol tornare a vivere da uomo bisogna che si renda più cosciente della sua vocazione. L'uomo supera infinitamente l'uomo, diceva Pascal. La vocazione dell'uomo è sempre una vocazione religiosa. Dio ha creato l'uomo perché sia il suo partner. Si vive per riconoscere Dio e attestare il suo amore infinito. Credo che tutti abbiano la possibilità di accedere al divino nella natura. Sono convinto che non esiste un ateo totale. La vita diventerebbe un assurdo, un peso, una condanna. Ma chi crede in Cristo è sempre un pazzo per chi non crede. Io capisco quelli che non accettano la rivelazione che Dio fa di se stesso in Cristo perché ha sempre dell'incredibile»(Divo Barsotti).
     Sembra una pazzia che Dio, l'Infinito, l'Eterno, l'Onnipotente, sia un Bambino debole e fragile. Ma pazzia non è. E’ mistero. E’ solo la fede dischiude al mistero. Solo un cuore puro può «riconoscere» Dio in un Bambino appena nato e dire davanti a Gesù: «Tu sei il Figlio di Dio. Sei qui con noi, in mezzo a noi!». Natale è la festa della fede
6. Tu, l'Increato, ti sei fatto creatura
Mio Dio, rendimi degna di avere una viva conoscenza del mistero della tua santissima Incarnazione, inizio della nostra salvezza. incomprensibile carità! Non c’è carità più grande di questa: il mio Dio si è fatto uomo per farmi Dio. O Amore infinito, per rinnovarmi ti sei fatto piccolo. In Gesù, tu, l'Incomprensibile, ti sei fatto comprensibile! Tu, l'Increato, ti sei fatto creatura. Tu, l'Impalpabile, puoi essere toccato. O Signore, rendimi degna di vedere la profondità di questa altissima carità che comunicasti a noi nella santissima Incarnazione.
                                 Beata Angela da Foligno (1248-1309)

Natale, festa dell’amore
DISCESE DAL CIELO PER SALVARCI
La gioia di vivere sgorga dalla certezza di essere conosciuti per nome, di essere amati di un amore gratuito, assoluto, incondizionato, eterno. Chi ama discende, chi ama condivide, chi ama si identifica. A Natale sappiamo che Dio ci ama così. Il Figlio di Dio è «disceso» dal cielo, è nato per noi, si è fatto uno di noi, per «condividere» la nostra condizione umana, per identificarsi con noi, per prendere su di sé i nostri dolori e i nostri peccati, per liberarci dal male e innalzarci fino alla dignità di figli di Dio. Un mistero che riempie il cuore di gioia e che ci spinge ad amare come Dio ci ha amato. Gesù rinasce in ogni bambino che viene in questo mondo, è presente in ogni uomo che ha bisogno di aiuto e di amore. E continua ad essere presente in mezzo a noi nel segno del Pane. Qui lo possiamo sempre incontrare e amare.
7. Gesù, tu rinasci in ogni bambino
Signore Gesù, tu hai detto: “Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli l’avete fatto a me”. Tu, Signore Gesù, rinasci in ogni bambino, ti identifichi con quelli che hanno fame, che sono malati, che sono nudi; che non hanno dove rifugiarsi, con tutti quelli che sono affamati non solo di pane, di vestiti, di casa, ma di amore. Gesù rendici degni di servirti nei poveri che vivono e muoiono nella povertà e nella fame. Attraverso le nostre mani dona loro il pane quotidiano. Per mezzo del nostro amore ricolmali di gioia e di pace. Gesù, tu doni a noi il tuo corpo realmente presente nel pane della Eucaristia. Aiutaci a riconoscerti presente e a servirti nel corpo sofferente dei nostri fratelli.
                                                 Madre Teresa di Calcultta

Natale, festa della pace
GLORIA A DIO, PACE IN TERRA
Perché la nascita di Gesù porta nel mondo la pace, quella vera? Gesù porta la pace, perché «è» la pace. Gesù è la nostra pace. In Gesù, Dio e l'uomo sono uniti per sempre, indissolubilmente, con un vincolo che niente potrà spezzare. Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo. Gesù è vero Dio e vero uomo. Gesù riconcilia con Dio l'umanità che si era separata da Dio con il peccato. Non c'è vera pace con Dio senza remissione dei peccati. La pace con Dio è l'unica sorgente della pace fra gli uomini, nelle famiglie, fra i popoli, fra le razze, fra le classi, fra i cristiani... La gloria di Dio è l'uomo vivente, ma la vita dell'uomo è la comunione con Dio. La gloria di Dio è la pace degli uomini con Dio e fra di loro. La comunione con Dio è il dono del Natale.
8. Tu sei la mia pace, Signore Gesù
Signore Gesù, tu sei venuto per pacificare il cielo con la terra, per guidare i nostri passi sulla via della pace. O pace, tu sei l'aspirazione più profonda del mio cuore inquieto. Gesù tu «sei» la mia pace: tu mi metti in pace con Dio, con me stesso, con tutti. Concedimi, Gesù, una fede viva nella remissione dei peccati che «pacifichi» la mia coscienza. Donami una dolce fiducia nella tua grazia che infonda in me una assoluta adesione alla tua santa ed eterna volontà. In essa soltanto è la nostra pace. Riempi il mio cuore, Signore Gesù, di quella pace che è in te, che viene da te, che sei tu. 
                               Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704)

Natale, Dio ha una madre
MARIA, LA MADRE DEL SIGNORE
Maria è la madre di Gesù, la madre di Dio fatto uomo, la donna che ha dato alla luce il figlio di Dio, che lo ha stretto fra le sue braccia, che lo ha nutrito con il suo latte. Maria è la creatura totalmente vuota di sé che ha accolto in sé il Creatore. Il lei Dio è diventato Gesù, uno di noi, nostro Salvatore. La contemplazione del mistero di Maria, fa sbocciare nel cuore, un canto di ringraziamento senza fine per le meraviglie che Dio ha compiuto in lei. La vita di Maria si intreccia con quella di Gesù, e con quella di ogni uomo che vive in questo mondo. La madre di Gesù è madre nostra. Chi la incontra e si affida a lei come un bambino, non è più solo0 nel cammino della vita.
9. Maria, fa' che ami Gesù come l'ami tu
O Maria, Madre di Dio e madre nostra, il mio cuore vuole amarti, le mie labbra cantarti, la mia anima pregarti. O beata fiducia e sicuro rifugio! La Madre di Gesù è madre nostra. La Madre di colui in cui speriamo è madre nostra. La Madre di colui che solo può salvare è madre nostra. Gesù, Figlio di Dio, ti supplico: per l'amore infinito che porti a tua Madre, concedimi di amarla come tu l'ami e vuoi che sia amata. Maria, madre buona, ti supplico: per quell'amore così tenero che porti a Gesù, tuo Figlio, ottienimi di amarlo come tu l'ami e vuoi che sia amato. E in questo amore si consumi la mia vita, perché tutto il mio essere canti per l'eternità: Benedetto il Signore! Amen. Amen.
                                     Sant'Anselmo di Aosta (1033-1109)

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.