mercoledì 12 gennaio 2011

Ora Santa



PREGHIERA D'INTRODUZIONE

Sia lodato e ringraziato ogni mo­mento il santissimo e divinissimo Sa­cramento.
Benedetto Gesù nel santissimo Sa­cramento dell'altare. Eccomi, o Signore, ai vostri piedi per continuare l'adorazione comincia­ta da altre lampade viventi: come es­se, anch'io sono venuto a Voi per tri­butarvi il mio umile omaggio di fede e di amore. Sono una pecorella del gregge che Voi avete affidato al pastore di que­sta Parrocchia; sono un membro della famiglia spirituale che riconosce nel Parroco il capo venerato; mi sento in quest'ora il rappresentante di tutti i miei fratelli di fede, e come tale la mia preghiera non vuol essere isolata e personale, ma la voce di tutto un concetto di lodi, la nota di un'armo­nia collettiva, che sale verso di Voi, per congiungersi alle angeliche armo­nie celesti. Amabilissimo Signore Gesù, intendo anzitutto prestarvi quell'omaggio di adorazione che dobbiamo a Voi, no­stro Dio, nostro Creatore e sovrano Signore. Riconoscendo i grandi ed innume­revoli benefici di cui ci avete ricolma­ti, voglio rendervi, o Gesù, un dove­roso ringraziamento. Confuso per la mia ingrata corri­spondenza e per le tante mie colpe, vengo ad invocare ai vostri piedi pie­tà e misericordia per me e per tutti i poveri peccatori. Vengo finalmente a pregarvi di con­tinuare verso di me e di tutti l'elargi­zione dei vostri benefici e delle vostre grazie.
O Gesù Sacramentato, che la mia lingua canti la vostra grandezza, la vostra bontà, le vostre misericordie e che vi esprima nel miglior modo gli umili e vivi sentimenti del mio cuore. Non guardate, o Gesù, alle mie col­pe che detesto, ma ai vostri meriti in­finiti, alla vostra bontà, al vostro amore, ed accettate il mio umile omag­gio, la mia devota preghiera. Benedite, o Signore, questi miei sentimenti ed aiutatemi a passare san­tamente quest'ora. Vergine Immacolata, Angelo mio custode, Angeli e Santi tutti del cielo, pregate, intercedete per me. Breve pausa; poi un Pater, Ave, Gloria.

L'agonia di Gesù nel Getsemani

Rappresentati alla immaginazione l'Orto dei Getsemani, verso il quale Gesù si avvia, dopo l'ultima Cena, per pregare e dar principio alla sua dolorosa Passione.
E` notte... La natura stessa sembra riscossa... Gli olivi, illuminati dal pal­lido raggio di luna, riflettono un'ombra sinistra... Gesù, allontanandosi al­quanto dai suoi discepoli e anche dai tre prediletti, si prostra per terra e prega... Domanda a Gesù la grazia di accom­pagnarlo nella sua agonia e di piangere amaramente i tuoi peccati e i peccati di tutto il mondo, che furono la vera ca­gione delle sue atrocissime pene. O Gesù, Voi desiderate che io vi accompagni nelle vostre pene e vi con­soli nella vostra agonia... Voi Dio mio, domandate consolazione alle vostre creature! Ma come potrò io consolare il vostro cuore, io che, per i miei pec­cati, sono la cagione dei vostri spasi­mi? Continuatemi, o Signore, le vostre misericordie... Perchè la mia compa­gnia vi sia di conforto nell'angoscia, date lagrime ai miei occhi e contrizione al cuor mio. Veglierò con Voi, o Gesù; e siccome Voi faceste vostre le mie col­pe e le mie pene, io farò mie le vostre ambascie e le vostre desolazioni... Vi amo, mio buon Gesù, vi amo tanto, e non voglio altro che il vostro santo a­more. (Pausa di riflessione)Pater, Ave, Gloria.

Afflizione di Gesù per i peccati del mondo

Gesù è afflitto... Afflitto quel Gesù, che, in vita sua, sempre calmo e sere­no, aveva consolato tanti dolori, asciu­gato tante lagrime, risanato tante feri­te... Ma adesso?... Adesso geme, so­spira, e chiedendo pietà esclama: « La Anima mia è addolorata sino alla morte!... ». E avanzatosi di alcuni passi piega le ginocchia... cade bocconi in terra... nasconde nella polvere quel suo volto divino, che forma l'incanto e la delizia dei celesti, ed esclama: « Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice». Oh Dio! Addolorata la gioia del Paradiso; inferma la virtù dell'On­nipotente; disteso al suolo il supremo Dominatore di tutte le cose! Quanti mi­steri in quelle parole e in quell'atteg­giamento! Gesù è la vittima innocente, che si è offerta alla Giustizia di Dio per espiare i peccati di tutto il mondo. Ma Egli non può espiarli, se in qualche modo non se li addossa, se non li fa suoi. Capo di tutta l'umana famiglia, Gesù assume la responsabilità di tutti i nostri debiti... L'amor generoso è così: comunica agii altri i propri beni e fa suoi i mali al­trui... I peccati di tutto il genere uma­no si riuniscono insieme e formano un torrente. Questo torrente, composto di sacrilegi, di bestemmie, d'impurità, di ingiustizie e, passando, ingrossa sem­pre più, e poi con fremito impetuoso si scarica sull'anima del Redentore. Ge­sù si abbassa inorridito sotto quel cu­mulo immenso di scelleratezza, ed in esso, quasi in un mare limaccioso, si sente travolto e sommerso... Come deve essere profonda l'umiliazione di Ge­sù! La santità coperta di malizia, l'in­nocenza unita all'impurità, l'infinito Bene associato all'infinito male! Non solo ripugna a Gesù questa u­nione col peccato, ma gli cagiona un dolore ineffabile. Vittima per le nostre colpe, Gesù non potrebbe ottenerne a noi il perdono, se non le detestasse con una contrizione proporzionata... Egli vede distintamente tutti i peccati di tut­ti gli uomini e ne comprende tutta la malizia e tutta la ingratitudine, che giungerebbe a dar la mote al suo buon Padre, se il suo buon Padre potesse morire... Alla vista di tanta perversità e sconoscenza, il Cuore di Gesù, che ama con infinita tenerezza il suo Padre celeste, si sente affranto e straziato dal più vivo dolore. E questo dolore, che è immenso, perchè immenso e l'amore che Gesù porta al Padre, si moltiplica tante volte quanti sono i peccati degli uomini e, aumentando di intensità ed estensione, lacera e schiaccia il Cuore di Gesù, e poi trabocca e si distempra in lagrime, in sospiri, in lamenti di estrema desolazione: «L'Anima mia è triste sino alla morte!». O mio caro Gesù, quanto vi veggo affitto! Ed io pure sono la cagione del­le vostre pene… In quella notte tremenda io stavo presente ai vostri oc­chi misericordiosi, e i miei peccati era­no altrettante spade che vennero a fe­rire e lacerare il vostro Cuore aman­tissimo... O Gesù, quanto siete buo­no! o Gesù, quanto io sono ingrato!... Se io avessi peccato meno, meno avre­ste patito Voi… Perdono, mio buon Signore, perdono!... Piangerò sempre i disgusti che vi ho dato, e le mie la­grime, vivificate e santificate dalle vo­stre lagrime, mi renderanno puro e bel­lo agli occhi vostri. Così sia. (Pausa di riflessione).
Pater, Ave, Gloria affinché Gesù Cristo sia sempre più conosciuto, amato e adorato nel mondo.
Pater, Ave, Gloria per il Sommo Pontefice e secondo le sue intenzioni.
Pater, Ave, Gloria per i bisogni spirituali e temporali della Parrocchia.
   Afflitto Salvator mio, perché mai non posso offrirvi il mio cuore e quello di tutti gli uomini acceso delle fiamme di perfettissima carità, per ricambiare in qualche modo l'infinito vostro amor ?  Gloria al Padre…
Vi offro, o appassionato mio Bene, quella perfetta e tenerissima compas­sione colla quale l'immacolata vostra Madre, trafitta nell'anima dalla spada del dolore, compatì alle vostre pene, e quella perfetta riconoscenza con cui per tutto l'umano genere essa vi ringraziò e vi benedisse per l'infinito benefizio del­la Redenzione. Gloria…
Agonizzante mio Gesù, vi offro quel palpito di gioia col quale unitamente a tutti gli Angeli del Cielo, l'adorabile Trinità plaudì alla grande opera della Redenzione da Voi compiuta con tanto dolore e con tanto amore e insieme vi supplico a far bene intendere a tutti i cristiani questo mistero d'infinita cari­tà. Gloria al Padre… (Pausa).

Afflizione di Gesù per i tormenti della sua passione

L'afflizione mortale, che eccitano nel Cuore di Gesù i peccati degli uomini, aumenta oltre misura alla vista dei tor­menti che gli sono preparati. Il Giu­sto, che, spinto da un eccesso di carità, volle apparire peccatore universale e quasi trasformato nello stesso peccato, deve anche divenire l'uomo dei dolori. Al peccato fu minacciata la morte; e Gesù deve morire. Qui Egli non è più il Figlio diletto, non è più il termine di una compiacenza infinita; è il pec­catore universale, è l'oggetto della di­vina maledizione; e perciò non è ri­sparmiato, ma è punito, è condannato a morte di Croce! E' la terribile veri­tà, espressa dall'apostolo S. Paolo in queste parole: «Dio non risparmiò nemmeno il proprio Figlio, ma lo ha dato a morte per tutti noi ». Gesù, dunque, deve morire; ma pri­ma ancora di provare nelle sue sante membra, ad uno ad uno, tutti i tormen­ti che gli hanno preparato i rigori del­la Giustizia divina e la crudeltà dell'u­mana malizia, Egli deve sentirli nel suo Cuore dolcissimo, e deve sentirli tutti allo stesso tempo, riuniti in un solo tormento d'amarezza ineffabile. Si ve­de preso e legato come un malfattore... schiaffeggiato in casa di Anna... mal­trattato, percosso, sputacchiato nel tribunale di Caifa... schernito nella corte di Erode... flagellato alla colonna... co­ronato di spine... condannato a mor­te... appresso dal peso della Croce... trascinato su per l'erta del Calvario... spogliato delle sue vesti davanti ad un popolo beffardo... inchiodato sulla Croce... agonizzante per tre ore su quel patibolo... Povero Gesù! Alla vi­sta di tanti tormenti e di tante ignomi­nie, la sua Umanità, di una delicatezza e sensibilità squisitissime, si riempie tutta di spavento, di tristezza... Così Gesù agonizza e muore nel suo Cuore, prima ancora di agonizzare e morire nel suo Corpo. O Gesù, quanto soffrite! Ah, Signo­re, e perchè faceste vostre le nostre colpe? Non sapevate ché, addossandovi i nostri peccati, vi sarebbero stati addossati anche i castighi da noi meri­tati?... Voi ci avete amato sino all'ec­cesso, d'un amore senza limiti!... Ecco perchè vi siete offerto ai patimenti più atroci, alla monte più ignominiosa... Voi avete patito per noi; ma le vostre pene ci hanno restituito la grazia, le vostre umiliazioni ci hanno meritato la gloria, la morte vostra ci ha fruttato la beatitudine eterna... Siate sempre ama­to, benedetto e ringraziato, o Gesù, che, a costo di tanti sacrifici, avete re­dento le anime nostre. (Pausa).
Pater, Ave, Gloria per il trionfo della Santa Chiesa.
Pater, Ave, Gloria per la santificazione del Clero.
Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del Parroco.
   Padre santo, che in riparazione delle nostre ribellioni e disobbedienze vole­ste essere onorato dal generoso fiat di Gesù nel Getsemani, io vi offro quel fiat in espiazione di tutte le offese che ha ricevuto l'adorabile vostra Maestà dalla mia ribelle volontà, supplicandovi a concedermi perfetta docilità e obbe­dienza. Gloria al Padre…
Padre santo, per quella gloria che vi procurò il generoso fiat di Gesù nel Getsemani vi supplico a perdonarci ogni fallo di ribellione e disobbedien­za, concedendoci la grazia di vivere sempre pienamente sottomessi alla vo­lontà vostra e a quella dei nostri supe­riori per vostro amore. Gloria al Padre…
Padre Santo, per quei generosi sforzi e per quelle pene che costò a Gesù il fiat del Getsemani, vi supplico a con­cedere a me, alle anime a Voi consa­crate e a tutti i cristiani spirito di san­ta fortezza e costanza, unito a quella generosità, che affronta lieta ogni sa­crificio per la vostra gloria. Gloria al Padre… (Breve pausa).

Afflizione di Gesù per l'abbandono del Padre e per l'ingratitudine degli uomini

Gesù è afflitto, e alla sua mortale af­flizione nessuno porge il minima sol­lievo. Il Salvatore questo sollievo lo cerca nella coscienza, ma non lo trova; la sua coscienza porta il peso di tutti i peccati degli uomini. Le dolcezze della visione beatifica sono tutte concentrate nella parte superiore dell'Anima sua benedetta, e nemmeno una stilla di balsamo si riversa ad addolcire le pene che opprimono la parte inferiore di quell'anima e tutta quanta la regione dei sensi...

Pallido, ansante, oppresso sotto il peso di tante ambascie, Gesù si rivol­ge al Padre, al dolce Padre suo, e gli dice: «Padre mio, se è possibile, al­lontana da me questo calice». Che preghiera desolante! Eppure Iddio, che è il rifugio e la consolazione di tutti i cuori desolati, non ha per il suo Figlio innocente se non rigore e severità! Coperto di tutte le iniquità umane, Gesù non merita conforto; merita castigo, merita tormenti, merita la morte. E il Padre celeste rivolge lo sguardo dal Figlio suo, gli nega ogni consolazione, lo abbandona all'odio e alla rabbia dei nemici, e concede a giudici pagani e ingiusti il potere sopra Gesù, affinché lo flagellino, lo coronino di spine, lo condannino a morte!... Egli, l' Eterno Padre, conferma la condanna del pro­prio Figlio!...
Povero Gesù! Può soffrire in silen­zio l'abbandono degli uomini, ma l'ab­bandono del Padre celeste è troppo doloroso al suo cuore di Figlio. E in un lamento tenerissimo gli dice: « Pa­dre, mio buon Padre, perché quando tutti mi abbandonano, anche Voi mi abbandonate? Perché quando gli uo­mini mi apparecchiano tormenti e mor­te, Voi mi negate le vostre consolazioni e la vostra difesa?... E' vero che i peccati, dei quali mi veggo tutto coperto, mi rendono odioso agli occhi vostri purissimi e gridano vendetta; ma io sono sempre il vostro Figlio... Ho pas­sato la mia vita nelle privazioni, nella povertà, nella fatica; ho cercato sem­pre la vostra gloria e giammai la mia... E perchè mi condannate? Padre mio, se è possibile distornate da me questo calice! ». Almeno trovasse qualche consolazio­ne nella gratitudine delle anime, per le quali va, a sacrificare la propria vita! Ma no. Desolato e reietto dal Padre, Gesù domanda un sollievo ai suoi di­scepoli; una questi, invece di accom­pagnare nella tristezza il loro Maestro, si sono abbandonati al sonno... Lo do­manda questo sollievo ai secoli futuri, ma quale spettacolo si dispiega agli occhi suoi!... Si vede odiato, maledet­to, perseguitato dalla crudeltà di milio­ni di peccatori, da Lui redenti ed amati infinitamente... Vede combattuta la sua dottrina, negata la sua Divinità, per­seguitata la sua Chiesa, infranta la sua Croce, calpestata l’Ostia santa, il dolce Sacramento dell'amor suo!... Vede in­numerevoli anime all'inferno, segnate ancora del suo santo carattere, impre­canti al suo Sangue divino, sparso per esse fino all'ultima stilla!... Alla vista d'ingratitudine sì mostruosa, Gesù ca­de annientato. Lo spavento e la paura aumentano, e il suo volto si copre di una pallidezza mortale... O Gesù, o dolce amico dell'anima mia, quanto vi compatisco... Ah! per­chè faceste vostri i miei peccati? Non sapevate che il vostro Padre, vedendo­vi coperto delle nostre colpe, dovea come dimenticarsi di esservi Padre, e Padre che ama teneramente suo Figlio, per ricordarsi di esser Giudice, e Giu­dice che punisce severamente le offese fatte alla Maestà divina?... lo dovea essere condannato all'inferno, perchè son io che ho peccato. Eppure, Voi vi siete offerto alla morte per liberarmi dall'eterno castigo... Che ne sarebbe di me, se Voi non foste così buono?... Che farò io per Voi, che tanto avete fatto per me?... Vi amerò, o Gesù, vi amerò sempre e con tutto il cuore; espierò col pianto e colla penitenza le mie colpe o le colpe degli uomini, vi consolerò nelle vostre pene e nel vo­stro abbandono; passerò il resto della mia vita ai vostri piedi; e così, amando e soffrendo, sarò accolto un giorno nel seno della vostra misericordia in­finita. (Pausa di riflessione).
Pater, Ave, Gloria per la conversione dei peccatori e degli infedeli.
Pater, Ave, Gloria in riparazione delle bestem­mie e della profanazione delle feste.
Pater, Ave, Gloria per gli agonizzanti.
   Padre santo, che avete amato il mon­do fino a sacrificare il vostro Figliuolo incarnato, in nome di tutti i redenti vi ringrazio di questo atto della vostra in­finita carità, offrendovi la perfettissima santità e tutti i meriti del medesimo vostro Unigenito. Gloria al Padre…
Padre santo, che per liberare noi dall'eterna dannazione avete accumulato sull'adorabile Umanità del vostro Unigenito l'esecrabile carico di tutte le nostre iniquità, io vi offro le agonie di Gesù nel Getsemani, supplicandovi di concedermi di godere in eterno il frutto delle sue pene strazianti. Glo­ria al Padre…
Padre santo, che per riconciliare col­la vostra offesa Maestà l'umanità col­pevole avete, sottoposto ai rigori d'ine­sorabile giustizia l'innocente vostro U­nigenito, io vi offro l'amorosa sotto­missione di Gesù nel Getsemani, sup­plicandovi a concedere conversione e salvezza a tutti i peccatori. Gloria al Padre… (Breve pausa).

Sottomissione amorosa di Gesù

Il cielo si apre sopra il Redentore e giù scende, colla rapidità del baleno, uno Spirito angelico. Questi si prostra innanzi a Gesù, lo adora profonda­mente e comincia a glorificarne e be­nedirne la Passione, dalla quale sono per derivare al Cielo e alla terra frutti copiosissimi, dicendogli: « Vostra è, o Signore, la potenza e la virtù: Voi ne siete il principio e il dispensatore. Siate dunque benedetto e lodato, che per la vostra passione e morte distrug­gete 1'impero dell'inferno, glorificate il Cielo e salvate il mondo perduto». Queste parole dell'Angelo infondono un conforto ineffabile all'anima di Ge­sù e destano nella sua sensibilità un eroico ed invincibile coraggio. Così il suo Cuore si sente invaso e penetrato da due passioni opposte: dal timore e dal coraggio, e in esso comincia e si svolge naturalmente una lotta. Per il timore il Cuore di Gesù trema sotto i colpi della Giustizia divina; per il coraggio, li accetta. Per il timore, do­manda la liberazione, delle pene; per il coraggio, le desidera. Per il timore indietreggia davanti alla morte; per il coraggio, le va incontro. Mentre dura l'angosciosa lotta, Gesù prega con maggiore intensità di fervo­re ed esclama: Padre mio, se questo calice non può dimuoversi da me, se il mondo non può salvarsi che a prezzo della mia morte, eccomi pronto a mo­rire. Vi offro la mia fronte perchè sia  trafitta dalle spine, il mio volto perchè sia schiaffeggiato e coperto di sputi, la mia bocca perchè sia amareggiata dal fiele, il corpo mio perchè sia solcato dai flagelli e ridotto a una piaga; le mie mani e i miei piedi perchè siano trapassati dai chiodi; il Cuor mio... ah! io vi offro il mio Cuore perchè sia squarciato dalla lancia e così ma­nifesti, nella effusione delle ultime stil­le di sangue, il suo amore infinito per gli uomini. Vedo che a tanto eccesso di amore la maggior parte di essi cor­risponderà con un eccesso di ingrati­tudine... Peraltro si faccia la vostra vo­lontà, e non la mia ». Ma quanto costai a Gesù questo si faccia, che racchiude la salvezza del mondo! Egli, con la sua volontà deli­berata, interviene in quella lotta. Il suo Cuore benedetto, in uno slancio supremo di coraggio, vince ogni timo­re, e, dilatandosi, spinge per tutte le vene un'onda impetuosa di Sangue, e la spinge con tal forza che quel Sangue prezioso comincia a trasudare da tutto il Corpo del Redentore, e, dopo di a­vergli bagnate le vesti, scorre perfino sulla terra... E Gesù si abbandona... vacilla... e cade... O Gesù, posate sul mio petto la vo­stra testa vacillante fate cadere sull'a­nima mia una goccia del Sangue vo­stro. O Sangue prezioso, esci, esci pu­re dal Cuore del mio Gesù, bagna e purifica questa terra coperta da tanti peccati, sali su al Cielo e, più miseri­cordioso del sangue di Abele, domanda per noi, poveri peccatori, perdono e misericordia... O Gesù, o amore del­l'anima mia, io non trovo più espres­sioni per ringraziarvi di tanta bontà... Vi amo, o Gesù amabilissimo, e per amor vostro accetto tutte le tribolazio­ni e contrarietà della vita; accetto di buon grado la stessa morte che merito per i miei peccati e l'unisco fin da questo momento a quella vostra san­tissima... O mio adorato Salvatore, fate che io partecipi adesso delle vostre pene e della vostra agonia, affinché un giorno possa partecipare delle vostra gloria e felicità nel santo Paradiso. Così sia. (Pausa).
Pater, Ave Gloria per l'incremento dell'Azio­ne Cattolica in Italia e nel mondo.
Pater, Ave, Gloria per il rifiorimento dello spirito cristiano nella famiglia e nella società.
Pater, Ave, Eterno riposo per le anime del Pur­gatorio, specialmente per le più abbandonate.
   Padre santo, vi offro per la salvezza di tutti i redenti il Sangue che Gesù ha versato: deh, fiate che i frutti della Redenzione siano copiosi quanto la re­denzione stessa. Gloria al Padre…
Padre santo, vi offro il prezioso Sangue di Gesù per impetrare dalla vostra misericordia l'esaltazione e l'in­cremento della santa Chiesa, per la conversione degl' infedeli, degli eretici e dei peccatori, per la perseveranza dei giusti e per la santificazione dell'a­nima mia. Gloria al Padre…
Padre santo, vi offro i gemiti, le preghiere, le agonie di Gesù nel Getsemani col Sangue ch'Egli ha versato, affinché vi degniate ridestare vivissima nel cuore di tutti i cristiani la devozio­ne agli ammirabili misteri della Reden­zione; e con essa quel vero e generoso spirito di sacrificio, che rende le ani­me somiglianti a Gesù. Gloria

PREGHIERA PER LA COMUNIONE SPIRITUALE

Credo che Voi siete real­mente presente nel santissimo Sacra­mento dell'altare; vi adoro dall'abis­so del mio nulla; vi amo sopra ogni cosa e vi desidero nell'anima mia, e poichè adesso non posso ricevervi sa­cramentalmente, venite almeno spiri­tualmente, nel mio cuore. O Gesù, ve­nite!... (Breve pausa). Come se foste già venuto, io mi unisco tutto a Voi; vi adoro, vi bene­dico, vi ringrazio; rimanete sempre in me colla vostra grazia. O Gesù, mite ed umile di Cuore, rendete il mio cuore simile al vostro.
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e ve­ro Uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto, Gesù nel santissimo Sacramento dell'altare.
Benedetta la gran Madre di Dio, Ma­ria Santissima.
Benedetta la sua santa ed immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissi­mo sposo.
Benedetto Iddio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
ROSARIO EUCARISTICO
MISTERI GLORIOSI

Gloria al Padre…

Sia lodato e ringraziato ogni momen­to il santissimo e divinissimo Sacra­mento.
I.
Nel primo mistero glorioso si con­templa la Risurrezione di Nostro Si­gnore.
Credo, o Gesù, il mistero della vo­stra insurrezione. Per essa riconosco e adoro la vostra Umanità santissima trionfante, impassibile, immortale, co­me alla destra del Padre in Cielo così qui in terra nel Santissimo Sacramento. Ma qui su quest'altare, oh, quanto diverso mi apparite da quello che siete lassù nel regno beato. Qui cerco la vostra gloria attraverso il mistero di fede, che parla al mio spirito di una vostra mistica morte, che perpetua la memoria del vostro patine, che mi sve­la un vostro perenne olocausto di amo­re; lassù so invece che vi si contempla senza veli, faccia a faccia, nella vostra Umanità gloriosa, proprio come Voi siete. Oh! lo so, non sarei capace al presente di sostenere lo splendore del vostro corpo glorioso ed è per questo che vi celate e vi coprite di mistero al mio spirito. Sì, lo so, o Signore, e lo credo, il velo che vi copre nell'Euca­ristia è ancora una finezza di amore verso la mia povera anima. Sì, lo so e comprendo o Gesù, che l'amore non bada a sacrificio; porta a farsi piccoli coi piccoli, miseri con gl'indigenti, an­nientati con chi é niente. Sono io un povero nulla, ma fate che apprenda nell'Ostia santa e non indegni, in doveroso ricambio, essere calcolato nulla per Voi.
Pater, 10 Ave, Gloria.
Sia lodato e ringraziato ogni mo­mento il santissimo e divinissimo Sa­cramento.
II.
Nel secondo mistero glorioso si con­templa l'Ascensione di Nostro Signo­re.
E mentre gli apostoli e discepoli con Maria lo guardavano, Gesù si levò in cielo e una nube lo tolse ai loro sguardi. Si compì in tal maniera o Gesù, il vostro trionfo. Per vostra propria virtù vi elevaste al Cielo ed entraste in possesso del Regno della vostra gloria. Oh! momento solenne, o felicità, che non può calcolarsi da noi conveniente­mente quaggiù. Ma se non la possiamo calcolare ben la possiamo pregustare, quando tutti i giorni senza lasciare la destra del Padre, voi scendete su que­sto altare, e, fatto cibo, venite alle no­stre anime., fonte di gaudio celeste e di vita soprannaturale Oh, allora Voi portate nelle nostre anime, se le tro­vate pure, rette e ben disposte, un sag­gio del paradiso. Ma anche in questo non manca da parte vostra l'annienta­mento amoroso. Trovate le tante volte il nostro spirito che se non si appone coll'indegnità della colpa alle vostre consolazioni, certo v'impone dei ri­tegni, dei silenzi e tante volte anche del­le prove. O Gesù, quante volte nelle Comunioni mi trattate come ben me­rito, fate che almeno ne approfitti per comprendere che senza sacrificio da parte mia non posso darvi ricambio di amore e che devo sacrificarmi per es­sere puro, retto e ben disposto alle caste vostre gioie eucaristiche. Pater, 10 Ave, Gloria.
Sia lodato e ringraziato ogni mo­mento il santissimo e divinissimo Sa­cramento.
III.
Nel terzo mistero glorioso si contem­pla la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.
Siate benedetto, o Gesù, per tutti i miracoli di carità che onorano la vostra Chiesa, per gli uomini generosi, per 1e eroiche donne che consacrano la lo­ro vita al culto della miseria; per tanti magnanimi apostoli che faticano, a prezzo di tanti sacrifici, per la conver­sione del mondo peccatore. E' lo Spi­rito Santo che infiamma i loro cuori; ma se loro domando dove lo hanno essi ricevuto, tutti mi additano il Ta­bernacolo, l'altare e la santa Messa.
Sì, o Gesù, il sacrificio, di noi stessi sgorga spontaneo dal sacrificio fatto di Voi stesso nell'Eucaristia e non è pos­sibile accostarsi e Voi senza diventare, per così dire, schiavo delle vostre spin­te all'immolazione. Il vostro esempio irresistibilmente attrae. Oh Signore, perchè non faccio mio l'ardore dei san­ti, e non ardo della loro stessa carità? Essi tutto poterono per la vostra glo­ria e per le anime perchè non Io potrò anch'io? Certo dovrei cominciare col sacrificio di certe mie comodità, opi­nioni ed espressioni mie proprie, col sacrificio dell'obbedienza al confesso­re, per accostarmi più spesso a Voi nella Comunione e nell'adorazione. Da­temi lume e forza a farlo, perché so che la Comunione è la vita dell'apo­stolo. Pater, 10 Ave, Gloria.
Sia lodato e ringraziato ogni mo­mento il santissimo e divinissimo Sa­cramento.
IV.
Nel quarto mistero glorioso si con­templa l'Assunzione di Maria Vergine al Cielo.
O Gesù, Voi non potevate lasciar più quaggiù la vostra divina Madre; ella già intende la vostra voce che la chiama, e nelle celesti elevazioni di una santa Comunione, l'amore toglie la sua anima da quella valle di esilio. Ma come nel vostro corpo, così in quello verginale della vostra Madre non deve aver luogo la corruzione e perciò Voi lo risuscitate ed essa si eleva portata dagli angeli alla celeste gloria. Quanto siete fedele, o Gesù, nelle vostre promesse! L'avevate detto, che Voi siete la risurrezione e la vita e che chi crede in Voi anche se fosse morto vivrà; eccome, ora in Maria il pieno avveramento. Lo ha meritato la sua fede in tutta la sua vita, dal primo annunzio dell'Angelo fino all'ultimo giorno dei lunghi anni nei quali ha sopravvissuto dopo la vostra morte.
O Gesù, ch'io apprenda ad esservi fedele fino all'ultimo respiro della mia vita, per meritare una gloriosa risur­rezione; ch'io lo sia particolarmente nelle rinunzie necessarie e nelle oppo­sizioni che incontra un'anima che si dedica a un apostolato di bene, in un tempo di tanto languore come il pre­sente. Pater, 10 Ave, Gloria.
Sia lodato e ringraziato ogni mo­mento il santissimo e divinissimo Sa­cramento.
V.
Nel quinto mistero gaudioso si con­templa l'incoronazione di Maria San­tissima.
O Gesù, divini Figlio di Maria, asso­ciando la vostra santa Madre alla vo­stra gloria, Voi la coronate Regina del Cielo e della terra e la stabilite avvo­cata per noi e distributrice delle vostre grazie. Dall'Eucaristia, come dal Cielo, Voi volete che tutte le grazie arrivino pas­sando per le mani di Maria. Oh! non dimenticherò mai la ragione di tanto esaltamento e di tanto potere; Voi ave­te esaltato l'umile, Colei che vi ha accolto proclamandosi: Ancella. Si, an­ch'io seguirò questa via tanto preziosa dell'umiltà per giungere con sicurezza alla gloria beata. O Gesù qui presente, concedetemi grazia di umiltà : ve la chiedo per l'in­teroessione di Maria, dispensiera di ogni vostro dono. Pater, 10 Ave, Gloria.
Sia lodato e ringraziato ogni mo­mento il santissimo e divinissimo Sa­cramento.

LITANIE in onore della Santissima Eucarestia
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio, redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi
Santissima Eucarestia noi ti adoriamo
Dono ineffabile del Padre noi ti adoriamo
Segno dell'amore supremo del Figlio noi ti adoriamo
Prodigio di carità dello Spirito Santo noi ti adoriamo
Frutto benedetto della Vergine Maria noi ti adoriamo
Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo noi ti adoriamo
Sacramento che perpetua il sacrificio della croce noi ti adpriamo
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza noi ti adoriamo
Memoriale della morte e risurrezione del Signore noi ti adoriamo
Memoriale della nostra salvezza noi ti adoriamo
Sacrificio di lode e di ringraziamento noi ti adoriamo
Sacrificio d'espiazione e di conciliazione noi ti adoriamo
Dimora di Dio con gli uomini noi ti adoriamo
Banchetto di nozze dell'Agnello noi ti adoriamo
Pane vivo disceso dal cielo noi ti adoriamo
Manna piena di dolcezza noi ti adoriamo
Vero Agnello pasquale noi ti adoriamo
Viatico della Chiesa pellegrina nel mondo noi ti adoriamo
Rimedio della nostra quotidiana fatica noi ti adoriamo
Farmaco di immortalità Mistero della fede noi ti adoriamo
Sostegno della speranza noi ti adoriamo
Vincolo della carità Segno di unità e di pace noi ti adoriamo
Sorgente di gioia purissima noi ti adoriamo
Sacramento che germina i vergini noi ti adoriamo
Sacramento che dà forza e vigore noi ti adoriamo
Pregustazione del banchetto celeste noi ti adoriamo
Pegno della nostra risurrezione noi ti adoriamo
Pegno della gloria futura noi ti adoriamo
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo. Perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo. Ascoltaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo. Abbi pietà di noi.
Hai dato loro il pane disceso dal cielo. Che porta in sé ogni dolcezza.
Preghiamo: Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacra­mento dell'Eucarestia ci hai lasciato il memoriale della Tua Pasqua, fa' che adoria­mo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione, tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

PREGHIERA DI CHIUSA

Vi ringrazio, o Signore, di avermi concesso di tenervi compagnia durante quest'ora di adorazione; perdonatemi ogni mancanza che vi avessi commes­sa e aiutatemi a mantenermi fedele  ai buoni propositi che mi avete ispirato. Mi allontano, o Gesù, dal vostro al­tare, ma solo col corpo: rimango qui col cuore. Deh! fate ch'esso sia tutto vostro e non viva che per Voi. Amarvi quanto più mi è possibile e farvi amare anche dagli altri, ecco il mio ardente desiderio e la mia ultima preghiera: esauditela, ve ne prego, nell'infinita bontà del vostro Cuore. Ed ora beneditemi, o Gesù, e que­sta vostra benedizione mi accompagni in tutte le mie occupazioni; mi liberi dal peccato, mi difenda contro i miei spirituali nemici, mi mantenga a Voi fedele e mi rafforzi nel compimento, costante e generoso dei doveri del mio, stato. Benediteci tutti, o Signore, e salva­teci per i meriti del vostro preziosissi­mo Sangue. Pater, Ave, Gloria

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.