Prima stazione:
GESU’ DA PILATO
Dal Vangelo secondo Matteo (27,13-17)
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestato contro di te?».Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?».
DIALOGO
Ragazza – Gesù era davanti al governatore. Pilato era seduto per giudicare e aveva chiesto a Gesù:
Ragazzo – Che cosa hai fatto perché ti consegnassero a me?
Maria – Gesù non rispondeva. E io pensavo: “Ma parla!”. E lui taceva. Non riuscivo a capire. Tante volte, con poche parole aveva messo in imbarazzo gli avversari… e quella volta lì… Lui taceva.
Giovanni – Mi sono accorto che, nel frattempo, un domestico del governatore gli aveva consegnato una tavoletta inviatagli dalla moglie: Pilato la lesse in fretta:
Ragazza – Non immischiarti nei fatti di quel Santo. Oggi in sogno a motivo di Lui sono stata terribilmente male.
Giovanni – A questo punto il governatore aveva cambiato atteggiamento, forse voleva giocare la sua ultima carta a favore di Gesù: la grazia pasquale per un condannato. Fece salire dalle prigioni uno che aveva ucciso ed era stato condannato a morte: Barabba. Voleva far scegliere tra i due alla gente lì radunata.
Maria – Anch’io avevo capito che il governatore voleva liberare Gesù e mi illudevo che tutto sarebbe finito presto.
PREGHIAMO:
aiutaci Maria a vivere questo tempo con la stessa partecipazione che hai vissuto tu. Fa che il nostro cuore si apra ad accogliere ciò che questo mistero ci propone. Amen.
Seconda stazione:
LA CROCE SULLE SPALLE
Dal Vangelo secondo Matteo (27,30-31)
E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
DIALOGO
Giovanni – Dopo che fu pronunciata la sentenza misero sulle spalle di Gesù la Croce. Un soldato portava un cartello da inchiodare sul patibolo:
Ragazzo – “Gesù di Nazareth condannato come re dei giudei”.
Maria – Da quel momento non era più considerato un innocente, ma uno che aveva preteso di farsi re.
Giovanni – Lui che non aveva voluto mai farsi re. Lui che quando le folle lo cercavano per proclamarlo re si nascondeva e fuggiva lontano.
Gesù – I signori di questa terra dominano, spadroneggiano, sfruttano, e poi si fanno chiamare benefattori. Ma tra voi non dev‘essere così. Anzi, se uno tra voi vuol essere grande si faccia servo di tutti. Infatti anche il Figlio dell’uomo è venuto non per essere servito ma per servire e dare la propria vita per la liberazione degli uomini.
Maria – Quando ho visto sulle spalle quel legno, allora ho cominciato a capire. Si era lasciato mettere sulle spalle persino ciò che non era suo, che non era mai stato suo: il peccato. Il peccato di quegli uomini che vogliono sempre prendere e mai dare.
PREGHIAMO:
Maria, madre di Dio prega per noi peccatori.
Terza stazione:
GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA
Dal Vangelo secondo Matteo (27,25-26)
Tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flaggelare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
DIALOGO
Ragazza – Gli pesava quel legno. Su quelle spalle poi… così piagate dalla flagellazione. Non aveva fatto che pochi passi che cadde.
Maria – Quelle ginocchia! Quante sbucciature da piccolo! Ma questa volta è caduto in modo diverso. Mi ha cercato con lo sguardo. Quello che gli stava capitando non gli capitava per caso. Lui stesso l’aveva capito nell’orto degli ulivi.
Gesù – Padre se è possibile allontana da me questo calice che dovrei bere, però non la mia ma la tua volontà sia fatta.
Maria – In questo e negli altri momenti successivi, non era la sua, tanto meno la mia volontà che contava ma quella del Padre.
PREGHIAMO:
Vieni Maria, a consolare le persone che soffrono nel dolore. Amen.
Quarta stazione:
GESU’ INCONTRA MARIA
Dal Vangelo di Giovanni (19,25)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
DIALOGO
Ragazza – Tutti camminavano e gli si stringevano intorno, anche perché la strada era stretta.
Maria – Riuscii, tra l’ondeggiare della folla, ad andargli vicino. Era importante che Lui sapesse che ero là, insieme a Lui. Non riuscii a parlargli, non riuscii a dirgli: “Hai bisogno di me?”. Ma è bastato un suo sguardo. Come alle nozze di Cana. Lui mi aveva detto, ad alta voce:
Gesù – Donna, che c’entro io in questa faccenda del vino che è venuto a mancare?
Maria – Io che lo conoscevo bene, non ho badato tanto alle sue parole ma al suo sguardo. Ed ho capito. Per questo ho detto ai servitori: “Fate quello che Lui vi dirà”. Ed ora col suo sguardo mi diceva:
Gesù – Ricordati mamma quello che dicevo… il terzo giorno.
Maria – Il terzo giorno risorgerai, me l’hai detto diverse volte in questi ultimi mesi. Ma tre giorni sono tanti…
PREGHIAMO:
Lascia o Maria che anche noi possiamo attendere con te la resurrezione di Gesù. Amen.
Quinta stazione:
SIMONE DI CIRENE
Dal Vangelo secondo Matteo (27,32)
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prendere su la croce di lui.
DIALOGO
Maria – Hanno fermato un uomo che veniva dalla campagna, era un po’ contrariato da quella folla, voleva camminare più spedito ma non ci riusciva. Mi camminava di fianco guardandolo al di sopra delle teste altrui forse per cercare un varco. Gli hanno messo sulle spalle la croce di Gesù.
Ragazzo – Ma il condannato è Gesù, è lui che deve portare il legno!
Maria – Quell’uomo con il legno sulle spalle ha guardato stupito mio figlio, ma io sono andata vicino a lui e l’ho ringraziato per l’aiuto.
Giovanni – Aiuto certo non gratificante: il legno era pesante. E poi, oltre alla fatica ha rischiato anche una brutta figura!
Maria – Io gli sono riconoscente. E sapete ragazzi, ora è diventato anche lui un discepolo. Dio è fatto così: a chi gli da qualcosa restituisce semprecento volte tanto.
PREGHIAMO:
Santa madre di Dio, aiutaci a crescere generosi e attenti nei confronti dei bisogni di chi soffre. Amen.
Sesta stazione:
LA VERONICA
Dal Vangelo secondo Luca (22,28-29)
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me,perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno.
DIALOGO
Maria – Vicino a me c’era una donna, l’avevo vista qualche volta tra coloro che l’ascoltavano nel tempio. Mi ha riconosciuto e ha avuto coraggio: col suo gesto ha compiuto un atto di gentilezza e di tenerezza anche nei miei riguardi.
Giovanni – Aveva un panno tra le mani; perché l’avesse e cosa dovesse farci non lo so. Quella donna si fece avanti e si avvicinò a Gesù e gli pulì, sveltissima ma con delicatezza, il volto coperto di sangue e di sudore.
Maria – Ora riconoscevo meglio il volto di Gesù, ma quanta tristezza e sofferenza era in lui. Egli tuttavia ebbe il coraggio di sorridere, di ringraziare quella donna lasciandole su quel lino un dono che lei avrebbe scoperto più tardi.
Giovanni – Infatti ora che tutto è passato quella donna è tra i nostri e ci ha fatto vedere quel lino: il sangue, il sudore hanno lasciato impressa la Sua immagine, come un fedelissimo ritratto, quasi a ricordare per sempre quei tristi e importanti momenti. Per questo ora la chiamano Veronica, la donna che possiede la vera immagine di Gesù. E Veronica a quelli che vengono nella sua casa per vedere il lino miracoloso continua a ripetere:
Ragazza – Raccontate a tutti questa mia grande gioia che rimarrà anche un segno e un insegnamento per tutti coloro che desiderano imitare Gesù.
PREGHIAMO:
Grazie Maria, perché il tuo amore ci aiuta a vivere la nostra vita cristiana con più coerenza. Anche noi vogliamo lasciarci trasfigurare dallo sguardo di Gesù. Amen.
Settima stazione:
GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA
Dal Vangelo secondo Matteo (26,33- 35)
E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io nopn mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.
DIALOGO
Ragazza – Ad un tratto, forse per voltarsi a guardare sua Madre, o forse perché i brandelli della tunica penzolavano sul selciato Gesù inciampò e cadde per una seconda volta. Se ne accorsero i soldati e, visibilmente irritati, ci allontanarono in fretta e lo sollevarono bruscamente da terra dicendogli:
Ragazzo – Cammina Nazareno! Avanti, cammina adesso!
Maria – Vedere quella sofferenza mi distruggeva il cuore. Quanto doveva ancora continuare questo strazio?
PREGHIAMO:
Aiutaci Maria ad essere forti nei momenti dolorosi della nostra vita. Aiutaci a tenere fisso il nostro sguardo sul Signore Gesù. Amen.
Ottava stazione:
LE DONNE DI GERUSALEMME
Dal vangelo secondo Luca (23,29-31)
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi! E ai colli: Copriteli!” Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?
DIALOGO
Giovanni – procedendo in mezzo ai soldati fui attratto dal piangere di alcune donne ai bordi della strada.
Maria – Al vedere quelle donne mi ritornò in mente quella voce che si era alzata due anni prima, al suo passaggio.
Ragazza – Beato Te Nazareno, inviato da Dio! Beato il grembo che ti ha portato e beato quel seno che ti ha nutrito.
Maria – Se quella donna fosse qui non so se ripeterebbe le frasi di allora.
Giovanni – Gesù davanti a quelle donne, che piangevano e gridavano, stranamente si era fermato un attimo, aveva alzato con molta fatica il capo, scotendolo un poco e dicendo:
Gesù – Donne di Gerusalemme, non piangete su di me, ma su di voi e sui vostri figli perché vi faranno cose peggiori di quelle che stanno facendo a me. E se questo capita a me, legno verde ed innocente, che cosa capiterà ai vostri figli, legno secco e peccatore?
Giovanni – Il corteo del condannato aveva preso la sua strada. Quelle lamentatici forse non capirono le parole di Gesù, ma non ebbero nemmeno più il coraggio di fingere di piangere e fare lamenti.
PREGHIAMO:
Fa’ o Maria che la nostra preghiera sia sempre autentica e sincera, proprio come la tua. Amen.
Nona stazione:
GESU’ CADE LA TERZA VOLTA
Dal Vangelo secondo Luca (22,21-23)
«Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.
DIALOGO
Giovanni – Adesso dopo la Sua Resurrezione ho capito che è caduto per ben tre volte (il numero tre è il massimo per un Dio) per dare a tutti coloro che sono caduti la forza di rialzarsi.
Ragazza – Quelli che cadono e decadono nel loro corpo, perdendo le forze, la salute.
Ragazzo – Quelli che cadono economicamente diventando poveri e bisognosi. Quelli che cadono moralmente diventando schiavi di cattive abitudini.
Ragazza – Quelli che cadono spiritualmente ritenendosi giusti e superiori agli altri.
Maria – Per tutti loro c’è la possibilità di rialzarsi perché quel giorno Gesù per loro è caduto e si è rialzato per ben tre volte.
PREGHIAMO:
Aiutaci Maria a chiedere a Gesù la forza di rialzarci dalle nostre cadute. Amen.
Decima stazione:
GESU’ E’ SPOGLIATO DELLE SUE VESTI
Dal Vangelo secondo Giovanni (19,23-24)
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”.
DIALOGO
Maria – Ormai erano arrivati al Golgota. Gli levarono i vestiti. Sul suo viso il dolore: erano tutti appiccicati alle ferite della flagellazione.
Ragazza – Ora il suo corpo dolorante veniva offerto agli occhi di tutti, dei buoni e dei malvagi.
Maria – Ormai la vista della pelle di Gesù squarciata da tutte le parti diventava un dolore fisico che prendeva anche me in tutte le parti del mio corpo. Vollero dargli per alleviare i suoi dolori una bevanda mista di fiele e di aceto. Ma Gesù la rifiutò.
Ragazza – Rifiutò quella bevanda forse perché voleva insegnare a tutti, giovani e anziani, che il dolore non lo si evade ma lo si affronta come Lui e con Lui. Egli non ti toglierà dalle spalla la tua croce, ma ti darà la forza per sostenerlo.
PREGHIAMO:
Aiutaci Maria a sostenere coloro che soffrono, con la nostra presenza, col nostro aiuto, come hai fatto tu. Amen.
Undicesima stazione:
GESU’ E’ INCHIODATO ALLA CROCE
Dal Vangelo secondo Matteo (27,39-44)
E quelli che passavano di là lo insultavano scotendo il capo e dicendo:«Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce! Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E’ il re d’Israele scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi Lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltreggiavano allo stesso modo.
DIALOGO
Maria – E’ iniziato! L’ultimo atto, una tragedia. Quei colpi di martello!
Giovanni – Essere stati presente in quel momento è significato vedere con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie: ora non possiamo non raccontare.
Maria – Gesù mormorava qualcosa, mi pareva il canto del servo di Jhavè, quello che noi recitavamo insieme nell’occasione della Pasqua.
Gesù – “Il Signore Dio mi aprì l’orecchio ed io non sono stato ribelle, non mi sono tirato indietro. Presentai il mio dorso ai persecutori, le mie guance a quelli che mi strappavano la barba. Non nascosi la mia faccia agli oltraggi e agli sputi. Il Signore Dio mi prestò soccorso, per cui non sono confuso; perciò resi la mia faccia come una pietra, e so che non sarò confuso”.
Maria - Lui ha taciuto, ha permesso che si accanissero contro di Lui.
Ragazzo – Pensava a quanti diventeranno i vostri discepoli, i vostri successori,
Ragazza – Pensava a tutti noi che portiamo il nome di cristiani.
Maria – Per questo non ha taciuto e ha lasciato fare.
PREGHIAMO:
Santa Madre di Dio prega per noi perché possiamo testimoniare la nostra fede nei luoghi che abitiamo ogni giorno. Amen.
Dodicesima stazione:
GESU’ MUORE
Dal Vangelo secondo Giovanni (9,26-27)
Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
DIALOGO
Giovanni – Gesù continuava a recitare con fatica un Salmo. D’un tratto dell’alto della croce mi chiamò e mi disse:
Gesù – Giovanni ecco tua madre.
Giovanni – Quattro parole che ne sottendevano mille.
Gesù – Ecco tua madre. Prendila con te, proteggila, amala come una madre perché ti vuol bene ma soprattutto perché è la mia mamma. La sua presenza in mezzo a voi discepoli è necessaria, indispensabile.
Maria – E poi Gesù chiamò anche me… per dirmi tre semplici parole:
Gesù – Donna ecco tuo figlio.
Maria – Non mi ha chiamato Madre ma Donna perché la mia maternità nei suoi riguardi rientrasse e si esplicasse in una forma nuova: la madre di ogni essere credente, di ogni essere che avrebbe fatto la Sua volontà, da Giovanni a tutti gli altri.
Giovanni – Improvvisamente Gesù lanciò un forte grido e disse:
Gesù – Nelle tue mani affido l’anima mia.
Giovanni – E abbassato il capo spirò.
PREGHIAMO:
Vieni Maria a consolare noi figli del Signore che davanti alla Sua morte ci sentiamo abbandonati. Tu sei nostra madre.
Tredicesima stazione:
GESU’ DEPOSTO DALLA CROCE
Dal Vangelo secondo Matteo (27,57-58)
Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
DIALOGO
Maria – Era l’ora del tramonto ma era già buio. Non mi ero neppure accorta che quando Gesù morì aveva tremato la terra e il cielo si era fatto scuro.
Giovanni – Il centurione che era presente aveva esclamato:
Ragazzo – Questi era davvero figlio di Dio!
Giovanni – Era l’ora del tramonto e bisognava seppellirlo. L’indomani sarebbe stata festa, dovevamo far in fretta.
Ragazza – Giuseppe d’Arimatea aveva ottenuto da Pilato di potere seppellire il crocifisso. Venne con l’ordinanza del governatore per deporre Gesù dalla croce.
Maria – Era l’ultima volta che lo prendevo in braccio. Il suo grido risuonava ancora nei nostri cuori:
Gesù – Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
Maria – L’ho preso nelle mie braccia di sotto la croce e, aiutata dalle altre donne, Maria di Cleofa mia parente, Maria di Magdala, Maria di Betania, l’ho ripulito un po’, poi per la fretta l’abbiamo avvolto in un lenzuolo senza poterlo lavare.
PREGHIAMO:
Santa Madre di Dio chiedi al Signore di avere pietà di noi per ogni volta che lo abbiamo abbandonato. Amen.
Quattordicesima stazione:
GESU’ E’ POSTO NEL SEPOLCRO
Dal Vangelo secondo Matteo (27,59-61)
Giuseppe d’Arimatea, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova. Che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Magdala e l’altra Maria.
DIALOGO
Maria – Deposero il corpo di Gesù nel sepolcro. Noi donne non potevamo prendere alcuna iniziativa, c’erano loro e basta. Poi con molta forza fecero rotolare la grossa pietra rotonda davanti all’ingresso e la tomba fu chiusa.
Giovanni – Io davo il mio braccio a Maria, la madre di Gesù che guardava alla tomba e oltre la tomba. Sembrava aspettare qualcosa, qualcosa che doveva accadere. Io la guardavo stupita e con ansia. Aveva resistito in piedi davanti alla croce. Ora che tutto era compiuto sarebbe certamente crollata.
Maria – Giovanni non poteva capire. Adesso che era lì nella tomba tutte le Sritture, quelle benedette Scritture, erano state com piute e anche su quelle era stata messa una pietra: la pietra del sepolcro. Ma da questo momento in avanti Dio dovrà mantenere anche le sue promesse:
Gesù – Il Figlio dell’uomo dovrà patire ma poi risorgere il terzo giorno.
Maria – Ecco la promessa di Dio: la sua resurrezione. Adesso vivrò nell’attesa. Perché so che Dio non mente e per questo Gesù tornerà fra noi, in mezzo ai suoi a testimonianza e a conclusione del Suo Vangelo, della Sua Buona Novella. Gesù il nostro Salvatore.
PREGHIAMO:
Maria, tu che sei madre aiutaci ad accogliere la sua promessa e a viverla ogni giorno nella nostra vita.
Quindicesima stazione:
LA RESURREZIONE DI GESU’
Dal Vangelo secondo Matteo (28,8-10)
Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo:«Salute a voi» Ed esse, avvicinatesi gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
DIALOGO
Maria – Siamo andate al suo sepolcro.
Ragazza – Caverna nella roccia. E Lui era lì, dentro.
Ragazzo – Tre giorni il tempo della sepoltura: passato, presente, futuro.
Maria – I tre giorni sono compiuti.
Giovanni – La pietra è rimossa.
Maria – Non vi è più morte, solo resurrezione.
Ragazzo e ragazza – Andiamo a dire ai nostri fratelli: Gesù è risorto.
PREGHIAMO:
Ave, o Maria…
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