giovedì 20 gennaio 2011

Silvia


SILVIA

Il primo fiore sbocciato dal "Rosario Vivente"

Ecco la mirabile ma dolorosa storia di Silvia, morta a quattordici anni che Cla­ra, iscritta al Rosario vivente, con tanto amore ha compilato, basandosi sul dia­rio della mamma di Silvia che ce lo ha consegnato, dandoci anche il permesso di pubblicarla.
Crediamo pertanto di farvi un dono gra­dito, venendo incontro anche al desiderio della madre di Silvia, signora Piera, in­viandovi le poche pagine che raccolgono questa straordinaria esperienza di una vita che saprà certamente regalarvi gran­di emozioni.
Un grazie a Clara per la sua preziosa col­laborazione.
don Mario e don Alberto
PREMESSA
Ricevo dalle mani di don Mario Degau­denz la testimonianza di una madre, la signora Piera Dall'Olio che il sacerdote ha conosciuto negli anni in cui si trovava a svolgere il suo ministero presso la Par­rocchia di S. G. Cottolengo a Bologna. La signora Piera era la mamma di una bam­bina, frequentante allora la terza elemen­tare e già iscritta al Rosario Vivente fin da quei tempi: erano gli anni ottanta. Don Mario la seguiva settimanalmente duran­te le lezioni di catechismo alla classe. Fu proprio un giorno di questi, quando or­mai Silvia frequentava la quinta elemen­tare, che la sua maestra, la signora Neri Franca, durante l'intervallo, si avvicinò al prete e, tra le lacrime, gli confidò che alla bambina era stato diagnosticato un tu­more al cervello. Comincia da qui la sto­ria straordinaria di Silvia, questa piccola bambina dalla grande anima che la Ma­donna scelse per le sue apparizioni, tanto che la mamma nel suo diario afferma che "la Madonna.... era di casa". 
Il  diario inizia così...
..."Era l'otto luglio 1987, quando mia figlia Silvia di quattordici anni era ormai stata operata per la quarta volta per un male incurabile... uscita dalla sala ope­ratoria, dopo dieci ore d'intervento ella era serena sorrideva a tutti. Ad un cer­to punto... Silvia mi chiamò "mamma, ho paura... ho visto la Madonna che mi dice vieni, vieni...." Silvia è terrorizzata, teme che la Madonna voglia chiamarla con sé, teme che le stia dicendo che sta per morire. Sulle prime anche la mamma si agita, è incredula che si tratti proprio di un'apparizione della Madonna alla sua piccola che sta tanto soffrendo e teme che ciò sia frutto proprio delle fantasie di Silvia. Comunque la signora Piera, cerca di tranquillizzare la piccola, con parole dolci, attendendo che l'effetto dell'aneste­sia passi e con questo, si diceva tra sé, forse sarebbero svanite anche quelle ap­parizioni.
II giorno successivo, riprende la mamma, ella era ancora accanto a Silvia che ad un tratto, le confida di aver di nuovo visto la Madonna che le ripeteva "Vieni, vieni!..." E nuovamente presa da terrore chiede­va alla mamma: "Mamma, non morirò mica?" E lei cercava di confortarla dicen­dole di continuare a parlare alla Madon­na, di mandarle un bacio. Silvia obbedi­sce e la Madonna ricambia dandogliene uno sulla fronte, poi.. tutto scompare...
Piera allora vuole conoscere ogni detta­glio, vuole sapere com'era vestita la Si­gnora e Silvia, pronta: 'aveva un velo azzurro ma che sulle spalle portava una croce... che era proprio come una perso­na.. e cioè era in carne ed ossa... tanto che quando le aveva dato il bacio sulla fronte, non era passata davanti a Piera, come se fosse immateriale, ma aveva spo­stato la sedia per andare accanto a lei'. 

Silvia chiede di andare a Lourdes

I giorni passavano, la malattia si aggra­vava, Silvia soffriva moltissimo e la madre era angosciata per il terribile esito che i medici le avevano prospettato per il prossimo futuro di sua figlia che però, proprio in quei giorni, le aveva insistentemente chiesto di portarla a Lourdes, desiderio a cui Piera aveva acconsentito sperando in cuor suo in un miracolo. Purtroppo pas­savano i mesi senza grandi progressi e, anzi, una mattina entrando nella camera della bambina per prepararla per un'en­nesima visita medica, Piera trovò Silvia completamente paralizzata in tutto il cor­po. 

Quei fiori sotto il cuscino

Dovette farsi molto coraggio questa mam­ma per confortare la sua piccola circa il suo nuovo stato d'infermità, dovette rac­contarle "pie bugie", inventare "storie" che solo l'amore di una mamma può ren­dere credibili e celare un dramma profon­do che altrimenti non sarebbe stato accet­tato. Dunque Piera si prodigava in questa sua opera di pietosa carità, quando com­parve la Madonna che affidò a Silvia que­sto incarico: "Dì alla mamma di prendere una rosa, un garofano, un gladiolo, di ta­gliarli corti nel gambo, di portarli a fare benedire e poi d'incartarli e metterli poi sotto il tuo cuscino per quindici giorni". "Io feci tutto quello che Silvia mi aveva detto.." affermò Piera, la quale continua il suo diario dicendo che: 'quasi tutte le sere arrivava la Madonna e Silvia ne era felice, anzi l'aspettava... si parlavano e poi mi raccontava quello che si dicevano. Mi raccontò anche che la Signora l'aveva portata in un giardino di rose rosa dove lei si trovava bene, dove non sentiva più alcun male... e qui la Madonna le aveva anche fatto notare che tra le rose rosa di quel giardino ce n'era una nera... e, pro­segue la mamma.. "io non ho mai saputo spiegarmi che cosa ciò volesse dire". Spesso Silvia piangeva e si lamentava per gli atroci dolori che la prendevano ma, quando arriva la Madonna, tutto spariva, e lei paralizzata in modo totale, riusciva allora a muovervi, a sedersi sul letto, poi, quando Ella se ne andava, tutto tornava al dolore e all'oppressione di prima. 

Il lunedì dell'Angelo

Una sera, che io avevo quasi rimosso per la tensione e per l'angoscia, continua Pie­ra, Silvia mi guardò in viso e mi disse: "Mamma è arrivata la Madonna, sono in­fatti passati i quindici giorni, devi togliere i fiori da sotto il mio cuscino". lo alzai la testa di Silvia e sfilai con dolcezza i fio­ri, li scartai e grande fu la mia sorpresa, quando scoprii che quei fiori erano anco­ra freschi come quando, quindici giorni prima, io li avevo messi là.
Spesso Silvia mi ripeteva anche che sarebbe andata in Paradiso nel giorno del­l'Angelo, quindi il lunedì di Pasqua... e intanto la Santa Pasqua si avvicinava e Silvia era sempre più immobile nel suo lettino, ma quotidianamente la Madonna era tra noi. Quando arrivò la vigilia di Pasqua, la Madonna si presentò e le dis­se: "Silvia, il giorno dell'Angelo tu parti­rai". E lei felice ringraziò. Morì la notte del giorno di Pasqua, quando ormai era il lunedì dell'Angelo. 
Il diario di mamma Piera continua......
La croce e il dolore hanno reso Silvia de­gna di vedere la Nostra Santa Madre che l'ha amorosamente tenuta per mano in quei dolorosi momenti, che ha potuto al­leviare di tanto in tanto le sue pene, che le ha dato la certezza di salire in Paradiso ove non c'è male, non c'è pena, ma solo amore ed armonia divina e la presenza costante di Lei, dei Suo divin Figlio e No­stro Dio. "Sono sicura che Silvia vedeva la Madonna per tanti piccoli particolari. Lei che era paralizzata e muoveva solo leg­germente la testa, quando Lei si presen­tava, Silvia si faceva il segno della croce con la mano destra, allungava le gambe, il male e la febbre sparivano. Io sentivo quello che Silvia chiedeva alla Madon­na e poi mi riferiva le Sue risposte. Silvia aveva una luce negli occhi che li faceva brillare, era felice di parlare con la Madonna ma lei mi faceva promettere che io non ne parlassi con nessuno, tranne che con don Mario". 

Fiori sulla tomba

(testimonianza di Don Mario)
Termina qui il diario di Piera Dall'Olio, aggiungiamo soltanto la testimonianza di don Mario circa un avvenimento che gli è stato raccontato sempre dalla signora Piera e ciò per concludere questa straor­dinaria storia di un'anima che certamente di lassù ci sta a guardare e che forse ha ispirato anche queste poche righe su di lei.
Racconta don Mario: "Mi viene in mente un episodio che la mamma di Silvia mi ha raccontato.
Un giorno, lei era andata a trovare sua figlia alla Certosa e accanto alla tomba aveva trovato un signore che non appena lei si era avvicinata le aveva detto: "Lei è la madre di Silvia?". "Sì!" "Ebbene, le dirò questo: questa notte ho fatto un so­gno in cui mi è apparso Silvia, così com'è nella foto e mi ha detto di venire a visitarla presso la sua tomba alla Certosa di Bolo­gna dandomi indicazioni precise, dicen­domi chiaramente dove si trovava... infat­ti sono giuste e io sono qui. Se permette, metto questi fiori sulla sua tomba..".

Clara Mantovani


GRUPPO "ROSARIO VIVENTE"
Opera Don Orione
Via Cavour, 14
44034 COPPARO (FE)
Cell. 340.3540463 Fax 0532.870955

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.