venerdì 28 dicembre 2012

PAPA'


Papà ti dedico questo pensiero che parte dal cuore,Eri in questi ultimi mesi il mio bambino e non più mio padre ,vedevo il tuo chiedermi aiuto ,il tuo voler pregare,volevi e cercavi la mia vicinanza ,la mia stretta di mano.Sono stati mesi sofferti ,ma ringrazio Dio per essermi potuta prendere cura di te in questi anni, volevi vivere, la vita per te aveva un valore inestimabile,io avrei fatto di tutto per per accontentarti ,ho pregato tanto e interceduto per te, ti sei ripreso dopo che il respiro ti aveva abbandonato,hai vissuto pienamente fino al giorno di Natale ,poi il Bambino Gesù è venuto  a prenderti ti ha strappato da me è stato doloroso
ma il mio cuore si è riempito di pace di amore,di certezza che tu eri volato in cielo,la tua ultima parola è stata Gesù aiutami e Lui ti ha preso per mano e ti ha condotto nel suo Regno.Mi manchi papà mi manca la tua voce ,il tuo fischio di aiuto,ora la mi casa è vuota,anche se il mio cuore è in pace,( TI PORTERO' SEMPRE NEL CUORE,LA MIA PREGHIERA NON TI ABBANDONERA' MAI,MI HAI DATO VITA IO TI HO DATO LA MIA PER SEMPRE IN ETERNO,TI AMO )
Salutami mamma e vi auguro di cuore ,che le vostre anime ora siano strette entrambe nel cuore di Dio,che la vostra gioia sia piena e che il dolore sofferto in terra da entrambi venga trasformato da Dio in un canto di lode a Lui.Statemi vicino che io possa sentire nella carezza del vento la vostra mano che mi benedice e accarezza.Nel calore del sole il vostro abbraccio,vi ho amato tanto ,bastava vedervi sorridere e io ero al colmo della felicità e non chiedevo nulla alla vita,
se non questo ,la vostra gioia,poi sono venute le sofferenze ,malattie,il male ci ha vagliati,accerchiati ,perseguitati,è stata dura la prova della fede.
A volte sembrava avremmo ceduto ,ma alla fine ha vinto il Signore per noi, il suo Sangue ci ha salvati ,redenti,che gioia.
Vivrò in pienezza,nella fede in Dio e aspetterò con impazienza quel giorno della mia morte,per potervi riabbracciare e vivere in eterno in Dio.
Vi voglio ricordare così io bambina e voi giovani e sereni,come credo ora siate..............VI AMO
Rosanna



martedì 4 dicembre 2012

La notte Santa


 - Guido Gozzano

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato!
Alleluja! Alleluja!


lunedì 3 dicembre 2012

Visione della natività


Si riporta la visione della natività di Gesù avuta dalla veggente Jelena Vasilj con le stesse parole con le quali ella l’ha poi riferita, n.d.r.)



(Messaggio del 22 dicembre 1984 al gruppo di preghiera di Jelena) 
“Pochi giorni prima di Natale al cinema di Citluk davano un film in cui tra l’altro veniva presentata la nascita di Gesù. Il film cominciava alle ore 19. Marijana ed io ogni sera andavamo a messa e poi ci fermavamo in chiesa per le altre preghiere e per il rosario. Io desidero tanto andare al cinema, ma il mio papà mi ricordò che avevo promesso alla Madonna di partecipare ogni sera alla messa e che quindi non potevo andare al cinema. Questo mi rese molto triste. Allora mi apparve la Madonna e mi disse: “Non essere triste! A Natale ti mostrerò io com’è nato Gesù”. Ed ecco come il giorno di Natale, secondo la promessa della Madonna, ho avuto la visione della natività di Gesù. All’inizio vedo un angelo che subito dopo scompare e tutto diventa buio. Il buio a poco a poco diventa un cielo stellato. All’orizzonte vedo qualcuno che si avvicina. E’ San Giuseppe con un bastone in mano. Cammina su una strada sassosa in fondo alla quale vi sono delle casette illuminate. Al suo fianco, su di un mulo, vedo la Madonna molto triste. Dice a Giuseppe: “Sono molto stanca. Vorrei tanto che qualcuno ci ospitasse per la notte”. E Giuseppe: “Ecco le case. Chiederemo lì”. Giunti presso la prima casa, Giuseppe bussa. Qualcuno apre, ma appena vede Giuseppe e Maria richiude subito la porta. Questa scena si ripete diverse volte. In qualche caso, anzi, le luci all’interno delle case si spengono mentre Giuseppe e Maria stanno per avvicinarsi per spingerli a non bussare. Tutti e due sono molto tristi, e in particolare Giuseppe è molto addolorato, confuso e turbato per tutti questi rifiuti. Maria, pur triste, lo incoraggia: “Sii in pace, Giuseppe! Il giorno della gioia è arrivato! Adesso però desidero pregare con te perché c’è tanta gente che non permette a Gesù di nascere”. Dopo aver pregato, Maria dice: “Giuseppe, guarda: laggiù c’è una vecchia stalla. Di certo non ci dorme nessuno. Sarà sicuramente abbandonata”. E così vanno là. Dentro c’è un mulo. Mettono anche il loro davanti alla mangiatoia. Giuseppe raccoglie un po’ di legna per accendere un fuoco. Ci mette anche un po’ di paglia, ma il fuoco si spegne subito perché la legna e la paglia sono molto umidi. Maria intanto cerca di scaldarsi vicino ai muli. Successivamente, mi si presenta una seconda scena. La stalla, fino ad allora poco illuminata, d’un tratto si illumina a giorno. All’improvviso vicino a Maria vedo il Bambino Gesù, appena nato, che muove le manine e i piedini. Ha un viso dolcissimo: sembra che già sorrida. Il cielo intanto si riempie di stelle molte luminose. Sopra la stalla vedo due angeli che hanno in mano qualcosa come una grande bandiera sulla quale c’è scritto: Ti glorifichiamo, o Signore! Al di sopra di questi due angeli c’è una schiera enorme di altri angeli che cantano e glorificano Dio. Poi, un po’ distante dalla stalla, vedo un gruppo di pastori che custodiscono i loro greggi. Sono stanchi ed alcuni dormono già. Ed ecco che un angelo si avvicina loro e dice: “Pastori, udite la buona novella: oggi Dio è nato in mezzo a voi! Lo troverete adagiato nella mangiatoia di quella stalla. Sappiate che ciò che vi dico è vero”. Subito i pastori si avviano verso la stalla e, trovato Gesù, si inginocchiano e gli offrono semplici doni. Maria li ringrazia con dolcezza e aggiunge: “Vi ringrazio di tutto, ma adesso vorrei pregare insieme a voi perché molti non vogliono accogliere Gesù che nasce”. Dopo di ciò, davanti ai miei occhi scompare improvvisamente questa seconda scena e ne appare una terza. Vedo a Gerusalemme i Magi che chiedono di Gesù ma nessuno sa dare loro informazioni finchè non vedono spuntare di nuovo la stella cometa che li guida fino alla stalla di Betlemme. Estasiati e commossi, i magi guardano il Bambino Gesù, si inchinano fino a terra per adorarlo profondamente e poi gli offrono doni preziosi. Maria li ringrazia e poi dice loro: “Adesso desidero pregare con voi perché tanti uomini non vogliono adorare Gesù”. 

NATALE



(Letture, meditazioni, preghiere)

Natale, giorno «unico»
DIO, L'ETERNO, ENTRA NEL TEMPO
Viviamo nel tempo. I nostri giorni passano uno dopo l'altro sempre uguali. Ma c'è un giorno «diverso», un giorno «unico», centro di tutti i giorni, in cui l'Eterno è entrato nel tempo. Un giorno che ha diviso in due i giorni dell'uomo: i giorni dell'attesa di Dio salvatore e i giorni della sua presenza in mezzo a noi. È il giorno di Natale. Da quando Gesù è nato a Betlemme l'uomo non è più solo in questo mondo, abbandonato a se stesso, senza meta, senza speranza nella sua ricerca di vita, di unità, di riconciliazione e di comunione. In mezzo agli uomini c'è lui, Gesù, il Dio con noi, il nostro Salvatore, il nostro Liberatore.
1. Tu sei venuto per noi, Gesù.
Signore Gesù, tu sei nato per noi, ti sei fatto bambino per noi, sei venuto per noi. La tua venuta è per noi necessaria, o Salvatore nostro: è necessaria la tua presenza. Vieni nella tua immensa bontà, abita in noi per la fede e illumina la nostra cecità. Rimani con noi e difendi la nostra fragilità. Se tu sei con noi chi ci potrà ingannare? Se tu sei con noi che cosa non potremo in te che ci dai forza? Se tu sei per noi, chi sarà contro di noi? Tu sei venuto al mondo, Gesù, per abitare in noi, con noi e per noi, per schierarti dalla nostra parte, per essere il nostro Salvatore. Grazie, Signore Gesù.
                                                 San Bernardo (1090-1153)

Natale, la verità del nome
GLI FU MESSO NOME GESÙ
È nato per noi un bambino. Il suo nome è Gesù. Il suo nome è «Dio salva». Il suo nome è Salvatore. Il nome è l'identità. Il nome è la missione. Il nome è un impegno. Gesù ha realizzato pienamente il       suo nome: è stato il nostro Salvatore. Chiamare per nome Gesù è riconoscerlo come «l'unico» che può donarci la salvezza. Non una salvezza momentanea e parziale, ma la salvezza totale, definitiva, eterna. Portare il nome di Cristo, chiamarsi «cristiani», è un dono e un impegno. E impegnarsi a vivere come lui, ad essere come lui e con lui salvatori e liberatori dell'uomo. A essere un suo segno vivente nel mondo
2. Ti voglio adorare, Gesù, mio Salvatore
Gesù, dolce Bambino, tu sei ricco di amore e santità. Tu vedi le mie necessità. Tu sei fiamma di carità: purifica il mio cuore da tutto ciò che non è conforme al tuo cuore santissimo. Tu sei la santità increata: ricolmami di grazie fecondatrici di progresso vero nello spirito. Vieni Gesù, ho tante cose da dirti, tante pene da confidarti, tanti desideri, tante promesse, tante speranze. Ti voglio adorare, ti voglio baciare in fronte, o piccolo Gesù, mio Salvatore. Voglio darmi a te per sempre. Vieni, o Gesù, non tardare oltre. Accetta il mio invito. Vieni!
                                      Papa Giovanni XXIII (1881-1963)

Natale, le scelte di Dio
LA POVERTÀ, LA MITEZZA, L'AMORE
Siamo cercatori appassionati di felicità. Andiamo a Betlemme se vogliamo trovarla.  A Betlemme in una grotta risplendono le scelte di Dio venuto nel mondo: la povertà, la mitezza, l'amore. Se avremo il coraggio di farle nostre camminando nell'amore incontreremo la gioia. Non la troveremo nella ricchezza, nel piacere, nel successo, nel potere. A Betlemme approda il nostro cuore pellegrino, in cerca di Dio, in cerca di gioia, in cerca di pace. E da Betlemme riparte per portare a tutti la lieta notizia di aver incontrato Dio in un Bambino di nome Gesù.
3. Da  ricco che eri, Signore Gesù
Signore Gesù, da grande e ricco che eri, ti sei fatto piccolo e povero. Tu hai scelto di nascere fuori di casa in una stalla, di essere fasciato in poveri panni, di essere deposto in una mangiatoia tra un bue e un asinello. Abbraccia, anima mia, quel divino presepio, premi le labbra sui piedini di Gesù. Baciali tutti e due. Medita le veglie dei pastori, contempla il coro degli Angeli e canta insieme a loro con la bocca e con il cuore: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
                                           San Bonaventura (1217-1274)  

Natale, il misterioso scambio
IN GESÙ DIVENTIAMO FIGLI DI DIO
In quel Bambino, di nome Gesù, il Dio che cerchiamo a tastoni è il Dio che ci viene incontro. In Gesù la comunione con Dio, che il nostro cuore ricerca, diventa realtà. Gesù è l'unico pane per la fame dell'uomo, perché l'uomo è fame di Dio. Senza Gesù la nostra esistenza è condannata al naufragio e allo scacco. A Betlemme l'eterna giovinezza di Dio è penetrata in questo mondo per non lasciarlo mai più. Dio si è unito «indissolubilmente» all'umanità, per sempre. Il Dio che si rivela nel Bambino di Betlemme è un Dio «umano». E l'uomo che lo accoglie diventa divino. In lui la vita è salva perché in lui trova il senso.
4. Ti rendiamo grazie, o Padre, per Gesù
E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. Nel mistero del Figlio tuo fatto uomo, nato a Betlemme da Maria Vergine, è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all'amore delle realtà invisibili. In lui risplende in piena luce il misterioso scambio che ci ha redenti: la nostra debolezza è assunta dal Verbo, l'uomo mortale è innalzato a una dignità perenne e noi, liberati dal peccato, uniti a te in comunione mirabile, condividiamo la tua vita immortale.
                                                                       Dalla liturgia

Natale, rivelazione di Dio
UN BAMBINO E’ “DIO”
Un bambino come i nostri appena nato, che dorme fra le braccia della Madre, è il Figlio di Dio, è il Salvatore atteso. Dio ci viene incontro non con i segni della potenza che incute timore, ma nella debolezza di un bambino che chiede amore: un bambino “povero” che nasce in una stalla, che ha per culla una mangiatoia. Eppure nel silenzio di quella notte risuona il lieto annuncio: “Vi annuncio una grande gioia, oggi è nato per voi il Salvatore”. La gioia è la certezza di essere salvati. La nostra gioia è Gesù, “Dio con noi”. Il volto di Dio risplende sul volto di un bambini povero appena nato.
5. Gesù eccoti il mio cuore
Affrettati, o Gesù, eccoti il mio cuore. L’anima mia è povera e nuda di virtù, le paglie di mie tante imperfezioni ti pungeranno e ti faranno piangere. Ma, o mio Signore, è tutto quello che ho. Mi commuove la tua povertà, mi intenerisce, mi strappa le lacrime. Gesù abbellisci l’anima mia con la tua presenza, adornala con le tue grazie, brucia queste paglie e cambiale in soffice giaciglio per il tuo santissimo corpo di neonato. Gesù, ti aspetto. Molti ti rifiutano, Fuori spira un vento glaciale… vieni nel mio cuore. Sono povero, ma ti riscalderò più che posso. Almeno voglio che ti compiaccia del mio grande desiderio di farti buona accoglienza, di volerti un gran bene, di sacrificarmi per te.
                                      Papa Giovanni XXIII (1881-1963)     

Natale, festa della fede
IL VERBO DI DIO SI È FATTO CARNE
«Se l'uomo vuol tornare a vivere da uomo bisogna che si renda più cosciente della sua vocazione. L'uomo supera infinitamente l'uomo, diceva Pascal. La vocazione dell'uomo è sempre una vocazione religiosa. Dio ha creato l'uomo perché sia il suo partner. Si vive per riconoscere Dio e attestare il suo amore infinito. Credo che tutti abbiano la possibilità di accedere al divino nella natura. Sono convinto che non esiste un ateo totale. La vita diventerebbe un assurdo, un peso, una condanna. Ma chi crede in Cristo è sempre un pazzo per chi non crede. Io capisco quelli che non accettano la rivelazione che Dio fa di se stesso in Cristo perché ha sempre dell'incredibile» (Divo Barsotti).
     Sembra una pazzia che Dio, l'Infinito, l'Eterno, l'Onnipotente, sia un Bambino debole e fragile. Ma pazzia non è. E’ mistero. E’ solo la fede dischiude al mistero. Solo un cuore puro può «riconoscere» Dio in un Bambino appena nato e dire davanti a Gesù: «Tu sei il Figlio di Dio. Sei qui con noi, in mezzo a noi!». Natale è la festa della fede
6. Tu, l'Increato, ti sei fatto creatura
Mio Dio, rendimi degna di avere una viva conoscenza del mistero della tua santissima Incarnazione, inizio della nostra salvezza. incomprensibile carità! Non c’è carità più grande di questa: il mio Dio si è fatto uomo per farmi Dio. O Amore infinito, per rinnovarmi ti sei fatto piccolo. In Gesù, tu, l'Incomprensibile, ti sei fatto comprensibile! Tu, l'Increato, ti sei fatto creatura. Tu, l'Impalpabile, puoi essere toccato. O Signore, rendimi degna di vedere la profondità di questa altissima carità che comunicasti a noi nella santissima Incarnazione.
                                 Beata Angela da Foligno (1248-1309)

Natale, festa dell’amore
DISCESE DAL CIELO PER SALVARCI
La gioia di vivere sgorga dalla certezza di essere conosciuti per nome, di essere amati di un amore gratuito, assoluto, incondizionato, eterno. Chi ama discende, chi ama condivide, chi ama si identifica. A Natale sappiamo che Dio ci ama così. Il Figlio di Dio è «disceso» dal cielo, è nato per noi, si è fatto uno di noi, per «condividere» la nostra condizione umana, per identificarsi con noi, per prendere su di sé i nostri dolori e i nostri peccati, per liberarci dal male e innalzarci fino alla dignità di figli di Dio. Un mistero che riempie il cuore di gioia e che ci spinge ad amare come Dio ci ha amato. Gesù rinasce in ogni bambino che viene in questo mondo, è presente in ogni uomo che ha bisogno di aiuto e di amore. E continua ad essere presente in mezzo a noi nel segno del Pane. Qui lo possiamo sempre incontrare e amare.
7. Gesù, tu rinasci in ogni bambino
Signore Gesù, tu hai detto: “Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli l’avete fatto a me”. Tu, Signore Gesù, rinasci in ogni bambino, ti identifichi con quelli che hanno fame, che sono malati, che sono nudi; che non hanno dove rifugiarsi, con tutti quelli che sono affamati non solo di pane, di vestiti, di casa, ma di amore. Gesù rendici degni di servirti nei poveri che vivono e muoiono nella povertà e nella fame. Attraverso le nostre mani dona loro il pane quotidiano. Per mezzo del nostro amore ricolmali di gioia e di pace. Gesù, tu doni a noi il tuo corpo realmente presente nel pane della Eucaristia. Aiutaci a riconoscerti presente e a servirti nel corpo sofferente dei nostri fratelli.
                                                 Madre Teresa di Calcultta

Natale, festa della pace
GLORIA A DIO, PACE IN TERRA
Perché la nascita di Gesù porta nel mondo la pace, quella vera? Gesù porta la pace, perché «è» la pace. Gesù è la nostra pace. In Gesù, Dio e l'uomo sono uniti per sempre, indissolubilmente, con un vincolo che niente potrà spezzare. Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo. Gesù è vero Dio e vero uomo. Gesù riconcilia con Dio l'umanità che si era separata da Dio con il peccato. Non c'è vera pace con Dio senza remissione dei peccati. La pace con Dio è l'unica sorgente della pace fra gli uomini, nelle famiglie, fra i popoli, fra le razze, fra le classi, fra i cristiani... La gloria di Dio è l'uomo vivente, ma la vita dell'uomo è la comunione con Dio. La gloria di Dio è la pace degli uomini con Dio e fra di loro. La comunione con Dio è il dono del Natale.
8. Tu sei la mia pace, Signore Gesù
Signore Gesù, tu sei venuto per pacificare il cielo con la terra, per guidare i nostri passi sulla via della pace. O pace, tu sei l'aspirazione più profonda del mio cuore inquieto. Gesù tu «sei» la mia pace: tu mi metti in pace con Dio, con me stesso, con tutti. Concedimi, Gesù, una fede viva nella remissione dei peccati che «pacifichi» la mia coscienza. Donami una dolce fiducia nella tua grazia che infonda in me una assoluta adesione alla tua santa ed eterna volontà. In essa soltanto è la nostra pace. Riempi il mio cuore, Signore Gesù, di quella pace che è in te, che viene da te, che sei tu. 
                               Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704)

Natale, Dio ha una madre
MARIA, LA MADRE DEL SIGNORE
Maria è la madre di Gesù, la madre di Dio fatto uomo, la donna che ha dato alla luce il figlio di Dio, che lo ha stretto fra le sue braccia, che lo ha nutrito con il suo latte. Maria è la creatura totalmente vuota di sé che ha accolto in sé il Creatore. Il lei Dio è diventato Gesù, uno di noi, nostro Salvatore. La contemplazione del mistero di Maria, fa sbocciare nel cuore, un canto di ringraziamento senza fine per le meraviglie che Dio ha compiuto in lei. La vita di Maria si intreccia con quella di Gesù, e con quella di ogni uomo che vive in questo mondo. La madre di Gesù è madre nostra. Chi la incontra e si affida a lei come un bambino, non è più solo0 nel cammino della vita.
9. Maria, fa' che ami Gesù come l'ami tu
O Maria, Madre di Dio e madre nostra, il mio cuore vuole amarti, le mie labbra cantarti, la mia anima pregarti. O beata fiducia e sicuro rifugio! La Madre di Gesù è madre nostra. La Madre di colui in cui speriamo è madre nostra. La Madre di colui che solo può salvare è madre nostra. Gesù, Figlio di Dio, ti supplico: per l'amore infinito che porti a tua Madre, concedimi di amarla come tu l'ami e vuoi che sia amata. Maria, madre buona, ti supplico: per quell'amore così tenero che porti a Gesù, tuo Figlio, ottienimi di amarlo come tu l'ami e vuoi che sia amato. E in questo amore si consumi la mia vita, perché tutto il mio essere canti per l'eternità: Benedetto il Signore! Amen. Amen.
                                     Sant'Anselmo di Aosta (1033-1109)

LA STORIA DI NATALE










  


  


  

  


  


  


  


  


  


  


  

Cinque baci d'amore al Santo Bambino



(Da farsi alla mezzanotte del Santo Natale e nei momenti díf­ficili della vita) 
Baciando la manina destra: O mio Gesù, quel che vuoi tu voglio pur io, lo voglio perché lo vuoi tu, o Gesù.
Baciando la manina sinistra: Gesù, quel che vuoi tu vo­glio pure io, lo voglio come lo vuoi tu, o Gesù.
Baciando il piedino destro: Gesù quel che vuoi tu, vo­glio pur io, lo voglio quando lo vuoi tu, o Gesù.
Baciando il piedino sinistro: Gesù quel che vuoi tu, vo­glio pur io, lo voglio finché lo vuoi tu, o Gesù.
Baciando il cuore: Dolce mio Signore, dammi quello che vedo nel tuo cuore.



Gesù e il Pettirosso

 Gesù, nel silenzio sopportò con amore anche questa sofferenza. Si sa, in questi momenti difficili, ci vuole un amico! Passava di là un uccellino. Aveva sentito parlare di Gesù. E a dire il vero lo aveva anche visto quando svolazzava qua e là per le strade di Gerusalemme. Il nostro uccellino vide da lontano il povero Gesù. Era lassù da solo e quella corona doveva fargli davvero male. Eppure per noi, Gesù non aveva rifiutato tutto ciò. C’erano i soldati lì vicino. L’uccellino aveva un po’ paura…non sapeva se avvicinarsi…
Poi decise! Non poteva più aspettare, il suo amico aveva bisogno di lui!
E piano piano, senza che nessuno lo vedesse, si posò sul capo di Gesù. Gesù alzò lo sguardo e riconobbe il suo amico uccellino. E l’uccellino chiese a Gesù: “ Cosa posso fare per Te, Signore mio?”. E Gesù, sorridendogli rispose: “ Vedi, mi hanno messo queste spine sul capo”. Allora il piccolo uccellino non se lo fece ripetere e con il suo becco sottile pian pianino iniziò a staccare tutte le spine della corona. E Gesù lo ringraziò: “ Grazie, piccolo amico; sapessi che sollievo mi dai. Vedi, ogni piccolo o grande gesto d’amore fatto verso di me mi da una gioia immensa. Dici a tutti i tuoi amici che incontrerai: anche se è grande il sacrificio che faccio per voi, altrettanto grande è la gioia che mi danno tutti i vostri atti d’amore. Tutte le cose buone che farete saranno sempre una grande gioia per me e mi sosterranno con dolcezza. Sarò sempre sicuro di poter contare su di te e su tutte le persone che mi vogliono bene”. E mentre l’uccellino stava salutando Gesù per volare via, una goccia del preziosissimo Sangue di Gesù cadde sul petto dell’uccellino colorandolo di rosso. Da allora tutti gli uccellini di quella specie si chiamano pettirossi perché portano sul petto il ricordo visibile di quel dolcissimo gesto d’amore che Gesù tanto apprezzò.




NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.