martedì 23 settembre 2014

Atto d'offerta all'Amore misericordioso di Dio.




J. M. J. T.

Offerta di me stessa come vittima d'olocausto all'Amore misericordioso del Buon Dio.

Mio Dio! Trinità beata, desidero amarti e farti amare, lavorare per la glorificazione della santa Chiesa, salvando le anime che sono sulla terra e liberando quelle che sono nel purgatorio. Desidero compiere perfettamente la vostra volontà e arrivare al grado di gloria che m'avete preparato nel tuo regno. In una parola, desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e ti domando, o mio Dio, di essere tu stesso la mia santità. Poiché mi avete amata fino a darmi il tuo unico Figlio perché fosse il mio salvatore e il mio sposo, i tesori dei suoi meriti appartengono a me ed io ve li offro con gioia, supplicandoti di non guardare a me se non attraverso il volto di Gesù e nel suo cuore bruciante d'amore. Ti offro inoltre tutti i meriti dei Santi (che sono in cielo e sulla terra), i loro atti d'amore e quelli dei santi Angeli; ti offro infine, o beata Trinità, l'amore e i meriti della santa Vergine, mia madre diletta. A lei abbandono la mia offerta e la prego di presentarvela. Il suo Figlio divino, mio sposo diletto, nei giorni della sua vita mortale, ci ha detto: "Tutto ciò che domanderete al Padre in nome mio, ve lo darà!". Sono dunque certa che esaudirete i miei desideri; lo so, mio Dio, più volete dare, più fate desiderare. Sento nel mio cuore desideri immensi e ti chiedo con tanta fiducia di venire a prendere possesso della mia anima. Ah! non posso ricevere la santa comunione così spesso come vorrei, ma, Signore, non siete l'onnipotente?... Restate in me come nel tabernacolo, non allontanateti mai dalla vostra piccola ostia...Vorrei consolarti dell'ingratitudine dei cattivi e ti supplico di togliermi la libertà di dispiacerti. Se qualche volta cado per mia debolezza, il tuo sguardo divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso...Ti ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che m'avete accordate, in particolare di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. Sarò felice di vederti comparire, nel giorno finale, con lo scettro della croce. Poiché ti sei degnato di darmi come eredità questa croce tanto preziosa, spero di rassomigliare a te nel cielo e di veder brillare sul mio corpo glorificato le sacre stimmate della vostra passione. Dopo l'esilio della terra, spero di venire a goderti nella patria, ma non voglio ammassare dei meriti per il cielo, voglio lavorare solo per tuo amore, con l'unico scopo di farti piacere, di consolare il tuo Sacro Cuore e di salvare anime che ti ameranno eternamente. Al crepuscolo di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostre giustizie hanno macchie ai vostri occhi (Is 64,6). Voglio quindi vestirmi della tua Giustizia e ricevere dal Tuo Amore il possesso eterno di Te stesso. Non voglio nessun altro Trono e nessun’ altra Corona che te, mio Diletto… Ai tuoi occhi il tempo non è nulla; un giorno solo è come mille anni (Sal 89,4), tu poi quindi in un istante prepararmi a comparire davanti a te...Affinchè io possa vivere in un atto di perfetto amore, MI OFFRO COME VITTIMA D'OLOCAUSTO AL TUO AMORE MISERICORDIOSO, supplicandoti di consumarmi senza posa, lasciando traboccare nella mia anima i flutti d'infinita tenerezza che sono racchiusi in te, e così possa diventare martire del tuo amore, o mio Dio!...Che questo martirio, dopo avermi preparata a comparire davanti a Te, mi faccia infine morire e la mia anima si slanci senza alcuna sosta verso l'eterno abbraccio del tuo amore misericordioso...Voglio, o mio Diletto, ad ogni battito del cuore rinnovarti questa offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre, possa ridirti il mio amore in un faccia a faccia eterno!

Maria Francesca Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo di Gesù
rel. carm. ind.
Festa delta Santissima Trinità,
il 9 giugno dell'anno di grazia 1895

Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo



Santa Teresa di Gesù
Bambino e del Volto
Santo nacque il 2
gennaio 1873. Morì al Carmelo di Lisieux (Francia) il 30 settembre
1897. Durante i ventiquattro anni di esistenza terrena, seppe vivere
con gioia e con intensità il Vangelo. Con la su semplicità annunciò al
mondo un nuovo itinerario di santità: “la piccola via” che consiste
nell’aver fiducia e nell’abbandonarsi all’Amore Misericordioso del
Signore. Ha lasciato alcuni quaderni dove racconta la sua vita e la
scoperta di Dio come Padre che ci ama di un amore infinito. Nel
primo centenario della sua morte (1897 – 1997), Giovanni Paolo II l’ha
presentata ai giovani di tutto il mondo come modello di santità. La sua
dottrina sulla “piccola via” è stata accolta dalla Chiesa che, il 19 ottobre
1997 in piazza San Pietro a Roma, l’ha dichiarata Dottore della Chiesa,
perché possa essere da tutti imitata nella chiamata universale alla
santità. In data 19 ottobre 2008 a Lisieux, nella Basilica di Santa
Teresa, il legato di S.S. Benedetto XVI, il Card. Saraiva Martins, ha
proclamato Beati i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino: Luigi
Martin (1823 – 1894) e Zelia Guèrin (1831 – 1877).

PREGHIERA A SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO

(Per ottenere una grazia)
Cara piccola Teresa di Gesù Bambino, grande Santa del puro amor di
Dio, vengo oggi a confidarti il mio ardente desiderio. Si, molto umile
vengo a sollecitare la tua potente intercessione per la grazia seguente…
[esprimerla qui].
Poco tempo prima di morire, hai chiesto a Dio di poter trascorrere il
tuo Cielo facendo del bene sulla terra. Hai anche promesso di
spandere su di noi, i piccoli, una pioggia di rose. Il Signore ha esaudito
la tua preghiera: migliaia di tuoi devoti testimoniano di aver
beneficiato della tua protezione. Forte di questa certezza, che tu non
rigetti i piccoli e gli afflitti, vengo con fiducia a sollecitare il tuo aiuto.
Intercedi per me presso il tuo Sposo Crocifisso e glorioso. Digli il mio
desiderio. Egli ti ascolterà, perché tu non gli hai mai rifiutato nulla
sulla terra. Piccola Teresa, vittima d’amore per il Signore, patrona
delle missioni, modello delle anime semplici e confidenti, mi rivolgo a
te come una grande sorella molto potente e amorevolissima.
Ottienimi la grazia che ti chiedo, se è questa la volontà di Dio.
Sii benedetta, piccola Teresa, per tutto il bene che hai fatto e continui
a fare alle anime fino alla fine del mondo. Si, sii mille volte benedetta e
ringraziata perché così ci fai toccare la bontà e la misericordia del
nostro Dio! Amen.

PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO PER UNA GRAZIA
RICEVUTA

È col cuore colmo di gratitudine che oggi mi rivolgo a te, o Santa
Teresa di Gesù Bambino. Avevo bisogno di aiuto: mi sono rivolto a te e
tu hai mantenuto la promessa di far cadere una pioggia di rose. Sii tu
benedetta e ringraziata e in te sia
benedetto e ringraziato quel Dio che tanto amorevolmente ascolta ed
esaudisce le tue preghiere.
Fa che io non mi renda mai indegno della grazia ricevuta: aumenta in
me la fede, accresci in me l’amore, fa che io non abbia mai ad
offendere Dio col peccato. Accoglimi nel numero dei tuoi devoti,
consacrati all’amore misericordioso di Dio. Fammi amore il Signore
col tuo stesso amore, così che, oltre alle grazie presenti, ottenga quella di giungere un giorno felicemente, sotto la tua protezione, alla
beatitudine del cielo, per lodare eternamente con te il nostro Dio e
Padre.


NOVENA DELLE ROSE


Il 3 dicembre 1925, il gesuita Padre Putigan cominciò una novena
chiedendo una grazia importante. Desiderava ricevere una rosa in dono
quale garanzia di aver ottenuto la grazia. Non fece parola con nessuno
della novena che stava facendo. Al terzo giorno, ricevette la rosa
richiesta ed attenne la grazia.
Cominciò un'altra novena. Ricevette un'altra rosa e un'altra grazia.
Allora prese la decisione di diffondere la novena "miracolosa" detta delle
rose.
Oggi in tutto il mondo si pratica questa novena. Si può incominciare in
qualsiasi giorno del mese. Di solito, devoti ed amici di Teresa la fanno
dal 9 al 17 di ogni mese.

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi ringrazio
per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l'anima della
Vostra serva Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo,
Dottore della chiesa, durante i suoi ventiquattro anni trascorsi
su questa terra. Per i suoi meriti concedetemi la grazia che
ardentemente desidero (qui si formula la grazia che si vuol ricevere),
se è conforme alla Vostra santa volontà e per il bene della mia
anima.
Aiuta la mia fede e la mia speranza, o Santa Teresa di Gesù
Bambino e del Volto Santo. Realizza ancora una volta la tua
promessa di passare il tuo cielo "a fare del bene sulla terra",
permettendo che io riceva una rosa come segno della grazia che
desidero ottenere.

Si recitano 24 Gloria,
in ringraziamento a Dio per i doni concessi a Teresa nei ventiquattro
anni della sua vita terrena.

Ad ogni Gloria segue l'invocazione:
Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, prega per noi.


NOVENA AI BEATI LUIGI E ZELIA MARTIN PER OTTENERE

GRAZIE E PER LA LORO CANONIZZAZIONE

Dio nostro Padre,
io ti ringrazio di averci donato
i Beati Luigi Martin e Zelia Guérin
che, nell’unità e fedeltà del matrimonio,
ci hanno offerto la testimonianza
di una vita cristiana esemplare,
compiendo i loro doveri quotidiani
secondo lo spirito del Vangelo.
Allevando una numerosa famiglia,
attraverso le prove, i lutti e le sofferenze
hanno manifestato la loro fiducia in Te
ed aderito generosamente alla tua volontà.
Signore, facci conoscere i tuoi disegni a loro riguardo,
e accordami la grazia che ti chiedo (…),
nella speranza che il padre e la madre
di santa Teresa di Gesù Bambino
possano presto essere annoverati tra i santi della Chiesa,
quale modello alle famiglie del nostro tempo. Amen

NOVENA MEDITATA

1° Giorno

LA PICCOLEZZA

Celina racconta: “tutta scoraggiata, con il cuore grosso per la lotta che
mi sembrava insormontabile, andai a dire a Teresa: ‘Questa volta è
impossibile, non ce la faccio a superarla!’. ‘Non mi stupisce’, mi
rispose. ‘Noi siamo troppo piccole per superare le difficoltà, dobbiamo
passarci sotto’. Ella mi ricordò allora un episodio della nostra infanzia.
Eccolo. Ci trovavamo presso dei vicini ad Alençon; un cavallo ci
sbarrava l’entrata del giardino. Mentre i grandi cercavano un altro
accesso, la nostra amichetta non trovò di meglio che passare sotto
l’animale. Si infilò per prima e mi tese la mano, la seguii con Teresa e
senza dover piegare troppo la nostra piccola persona raggiungemmo la
meta. ‘Ecco che cosa si guadagna ad essere piccoli’, concluse. ‘Non ci
sono ostacoli per i piccoli, si intrufolano dappertutto. Le grandi anime
possono superare i problemi, raggirare le difficoltà, arrivare a mettersi
al di sopra di tutto con il ragionamento e la virtù, ma noi che siamo
piccolissime, dobbiamo guardarci bene dal provarci. Passiamo sotto!
Passare sotto ai problemi significa non affrontarli troppo da vicino,
non ragionarci troppo sopra’”.
Proposito
Il Signore ti aiuti oggi ad accettare nell’amore tutte le situazioni che
non sono conformi a ciò che desideri o ti aspetti, per conservare
sempre nel tuo intimo la pace e la gioia.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Il mio cielo è restare sempre in sua presenza, chiamarlo Padre mio ed
essere sua figlia”
.
2° Giorno

LA FIDUCIA

La via della piccola Teresa è fondata sulla fiducia e sull’amore. Ella
dice: “Custodite con cura la vostra fiducia, è impossibile che Dio non
ne tenga conto, perché Egli misura sempre i suoi doni secondo la
nostra fiducia”. Ella racconta la storia seguente: “Un re, partito per la
caccia, stava inseguendo un coniglio bianco che i suoi cani stavano per
raggiungere, quando il coniglietto, sentendosi perduto, ritornò
rapidamente indietro e saltò nelle braccia del cacciatore. Costui,
commosso da tanta fiducia, non volle più separarsi dal coniglio
bianco, e non permise a nessuno di occuparsene, riservandosi persino
il compito di nutrirlo. Lo stesso farà con noi il Buon Dio se inseguiti
dalla giustizia, rappresentata dai cani, cercheremo rifugio nelle braccia
del nostro Giudice…”.
Proposito
Oggi, ogni volta che ti capita di fare uno sbaglio, rifugiati nelle braccia
del Padre Divino, come ha fatto il coniglietto. Poni anche una tale
fiducia nella Sua Misericordia da non avere più alcuna tristezza per
avere commesso questa imperfezione.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Più sarai povera, più Gesù ti amerà. Egli andrà lontano per cercarti, se
talvolta ti smarrissi un po’”.
3° Giorno

IL SORRISO

La piccola Teresa dice: “Il mio modo speciale è quello di essere gioiosa,
di sorridere sempre, sia quando cado che quando ottengo una
vittoria”. “Quando non capisco niente degli avvenimenti sorrido e dico
grazie”. “Quando soffro molto, invece di avere un’aria triste, reagisco
con un sorriso. All’inizio non ci riuscivo molto bene, ma ora è
un’abitudine che sono felice di aver preso”.
PropositoOggi offri a Dio le situazioni dolorose della tua giornata reagendo con
un sorriso.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Quando posso, faccio del mio meglio per essere gaia, per far piacere”.

4°Giorno

L’AMORE DEL PROSSIMO

“C’è in comunità una sorella che ha il talento di dispiacermi in tutto…
ma non volevo cedere all’antipatia naturale che provavo. Mi sono
detta che la carità non doveva consistere nei sentimenti, ma nelle
opere, perciò mi sono impegnata a fare per questa sorella ciò che avrei
fatto per la persona che amo di più. Ogni volta che la incontravo
pregavo per lei il Buon Dio, offendoGli tutte le sue virtù e i suoi
meriti… Non mi limitavo a pregare molto per la sorella che mi
procurava tante lotte: mi sforzavo di farle tutti i favori possibili e,
quando avevo la tentazione di risponderle in modo sgarbato, mi
limitavo a farle il mio più gentile sorriso e mi sforzavo di sviare il
discorso… Spesso poi, quando non ero in ricreazione (voglio dire
durante le ore di lavoro), avendo alcuni rapporti di ufficio con questa
sorella, quando le mie lotte erano troppo violente, fuggivo come un
disertore. Poiché ella ignorava assolutamente i motivi del mio
comportamento ed è persuasa che il suo carattere mi sta simpatico.
Un giorno in ricreazione mi disse con un’espressione contentissima
press’a poco queste parole: ‘Vorrebbe dirmi, mia Suor Teresa di Gesù
Bambino, cosa l’attira tanto verso di me, che ogni volta che mi guarda
la vedo sorridere?”. Ah, ciò che mi attirava era Gesù nascosto in fondo
alla sua anima, Gesù che rende dolce ciò che c’è di più amaro!”.
Proposito
Oggi fa un atto di carità, una parola, un gesto verso qualcuno con cui
forse fai fatica ad intenderti.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…“Una parola, un sorriso gentile, spesso bastano per rasserenare
un’anima triste”.

5° Giorno

L’UMILTÀ

La piccola Teresa dice: “Praticherete l’umiltà che non consiste a
pensare e a dire che siete pieni di difetti, ma ad essere felici che altri lo
pensino e perfino lo dicano”. Una delle sue sorelle dà la seguente
testimonianza: “Una suora anziana non riusciva a capire come fosse
possibile che Suor Teresa del Bambino Gesù, così giovane, si
occupasse delle novizie e senza troppi complimenti le faceva sentire le
sue riserve a questo proposito. Un giorno durante la ricreazione essa le
disse delle parole molto dure e, fra l’altro, che doveva piuttosto
pensare a guidare se stessa che dirigere le altre. Io osservavo
attentamente la scena da lontano, l’aria di dolcezza angelica della
Serva di Dio contrastava fortemente con l’aria appassionata della sua
interlocutrice e la sentii rispondere: ‘Ah! Sorella, lai ha proprio ragione
e sono anche più imperfetta di quanto lei creda!’”.
Proposito
Quanto è grande l’Amore di Dio per ogni uomo! Oggi accetta l’altro
così com’è, perché tu stesso ricevi costantemente la Misericordia di
Dio, malgrado le tue debolezze e le tue imperfezioni.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“La Santità non è in questa p quella pratica, essa consiste in una
disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli tra le braccia del Buon
Dio, coscienti della nostra debolezza e confidenti fino all’audacia nella
sua bontà di Padre”.

6° Giorno

LA VITA NASCOSTA

Secondo la sua esperienza, la piccola Teresa confessa che l’ultimo
posto è il meno desiderato in una comunità. Tuttavia è sicuramente
proprio lì che si trova Gesù. Per esprimere questo concetto ella prende
l’immagine di un insignificante granello di sabbia su una grande
spiaggia e dice alle sue novizie: “Soprattutto siamo piccole, così
piccole che tutti possono calpestarci, senza neppure che noi
mostriamo di sentirlo e soffrirne… Quale beatitudine essere nascosta
così bene che nessuno pensa a te; essere sconosciuta perfino alle
persone che vivono con te!... Il granello di sabbia non desidera essere
umiliato: sarebbe ancora troppo importante, giacché si sarebbe
obbligati ad occuparsi di lui; egli non desidera che una cosa: essere
dimenticato, non contare nulla! Ma desidera essere visto da Gesù!”.
Proposito
Oggi fa tutto per amore di Dio senza aspettare nessuna riconoscenza
da parte degli uomini, nella sola gioia che Dio lo veda.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Sentii la carità entrarmi nel cuore, il bisogno di dimenticarmi per far
piacere e da allora fui felice!”.

7° Giorno

ESSERE UNA MADRE PER I SACERDOTI

La piccola Teresa dice: “Ebbene io sono la figlia della Chiesa… Le opere
clamorose gli sono vietate: non può predicare il Vangelo, versare il suo
sangue… Ma che importa? I suoi fratelli lavorano al posto suo e lui,
piccolo bambino, si mette vicinissimo al Re e alla Regina, ama per i
suoi fratelli che combattono… Ma come testimonierà il suo Amore, dal
momento che l’Amore si prova con le opere? Non ho altro mezzo per
provarti il mio amore che gettare fiori, cioè non lasciar sfuggire nessun
piccolo sacrificio, nessuno sguardo, nessuna parola, approfittare di
tutte le cose più piccole e farle per amore!... Voglio soffrire per amore
e anche gioire per amore”. Ella scrive al Padre Roulland, che le è stato donato come fratello: “Tutto quanto chiedo a Gesù per me, lo chiedo
anche per lei. Come Giosuè, lei combatte nella pianura. Io sono il suo
piccolo Mosè e incessantemente il mio cuore è rivolto verso il Cielo
per ottenere la vittoria. O fratello mio, come sarebbe da compiangere
se Gesù stesso non sostenesse le braccia del suo Mosè!”.
Proposito
Oggi offri coscientemente per il Santo Padre, tutte le situazioni
spiacevoli e dolorose.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Non potrei dimenticare di pregare per tutti, senza lasciar da parte i
semplici sacerdoti… Insomma voglio essere figlia della Chiesa come lo
era la nostra Madre Santa Teresa e pregare secondo le intenzioni del
nostro Santo Padre il Papa, sapendo che le sue intenzioni abbracciano
l’universo. Ecco lo scopo generale della mia vita”.

8° Giorno

LA RICONOSCENZA

La piccola Teresa dice: “Ciò che attira maggiormente le grazie del
Buon Dio, è la riconoscenza, perché se noi Lo ringraziamo per un
beneficio, Egli è commosso e si affretta di darcene altri dieci e se Lo
ringraziamo ancora con la stessa effusione, che incalcolabile
moltiplicazione di grazie! Ne ho fatto l’esperienza, provate e vedrete.
La mia gratitudine è infinita per tutto ciò che mi concede e gliene do
la prova in mille modi”.
Proposito
Oggi metti per iscritto venti ragioni per le quali vuoi ringraziare Dio.
Non dimenticare di metterci concretamente un momento doloroso
della tua vita. Farai sgorgare da questa sofferenza una grazia per tanti
altri se sai offrirla per amore.Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Offriamo volentieri le nostre sofferenze a Gesù per salvare le anime.
Povere anime! Esse hanno meno grazie di noi e tuttavia tutto il sangue
di un Dio è stato versato per salvarle”.

9° Giorno

LA PIOGGIA DI ROSE

La piccola Teresa ha promesso molte volte che dopo la sua morte
avrebbe fatto piovere dal Cielo dei petali di rose. Ella dice a questo
proposito: “Un’anima infiammata di amore non può restare inattiva”.
“Se voi sapeste quanti progetti faccio su tutte le cose che farò quando
sarò in Cielo… Incomincerò la mia missione… Ma sento soprattutto
che la mia missione sta per cominciare, la mia missione di far amare il
buon Dio come io lo amo, di dare la mia piccola via alle anime. Se il
buon Dio esaudisce i miei desideri, il mio cielo trascorrerà sulla terra
sino alla fine del mondo. Si, voglio passare il mio Cielo a fare del bene
sulla terra”.
Proposito
Oggi invoca l’aiuto della piccola Teresa in tutte le intenzioni che ti si
presentano durante il giorno, con la sicurezza di essere esaudito
perché lei lo ha promesso.
Padre Nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
“Mio Dio, hai superato ogni
mia attesa e voglio cantare
le tue misericordie>>.


Il Testamento di Francesco


1226, Francesco, quasi al termine della sua vita, dimora all’Eremo delle Celle di Cortona dove probabilmente detta il Testamento (cfr. FF ed.1977 p.2476)

Dal Testamento di S.Francesco (FF110-131)  :

1.Amore agli ultimi
Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi;  e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia . E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.

2. Amore alla Chiesa e ai sacerdoti
E il Signore mi dette tanta fede nelle chiese, che così semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero  e ti benediciamo, poiché Con la tua santa croce hai redento il mondo.
Poi il Signore mi dette e mi dà tanta fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a causa del loro ordine, che se mi dovessero perseguitare voglio ricorrere ad essi. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie dove abitano, non voglio predicare contro la loro volontà.
E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei signori, e non voglio in loro considerare il peccato, poiché in essi io vedo il Figlio di Dio e sono miei signori.

3. Amore all’Eucarestia
E faccio questo perché, dell’altissimo Figlio di Dio nient’altro io vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il sangue suo che essi soli consacrano ed essi soli amministrano agli altri.  E questi santissimi misteri sopra ogni cosa voglio che siano onorati, venerati e collocati in luoghi preziosi.

4. Amore al Vangelo
E dovunque troverò i nomi santissimi e le sue parole scritte in luoghi indecenti, voglio raccoglierle, e prego che siano raccolte e collocate in un luogo decoroso.
E dobbiamo onorare e rispettare tutti i teologi e coloro che annunciano la divina parola, così come coloro che ci danno lo spirito e la vita .
E dopo che il Signore mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo . Ed io con poche parole e semplicemente lo feci scrivere, e il signor Papa me lo confermò.

5. Amore alla povertà e all’umiltà
E quelli che venivano per ricevere questa vita, davano ai poveri tutte quelle cose che potevano avere; ed erano contenti di una sola tonaca rappezzata dentro e fuori, quelli che volevano, del cingolo e delle brache. E non volevamo avere di più.…  e assai volentieri rimanevamo nelle chiese. Ed eravamo illetterati  e soggetti a tutti.

6. Amore al lavoro
E io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare, e tutti gli altri frati voglio che lavorino di lavoro quale si conviene all’onestà. Coloro che non sanno, imparino, non per la cupidigia di ricevere la ricompensa del lavoro ma per dare l’esempio e tener lontano l’ozio.
Quando poi non ci fosse data la ricompensa del lavoro, ricorriamo alla mensa del Signore chiedendo l’elemosina di porta in porta.

7. Amore alla pace
Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace .

8. Amore alla semplicità
Si guardino i frati di non accettare assolutamente chiese, povere abitazioni e quanto altro viene costruito per loro, se non siano come si addice alla santa povertà, che abbiamo promesso nella Regola, sempre ospitandovi come forestieri e pellegrini  (Cfr 1Pt 2,11). E … dove non saranno ricevuti, fuggano in altra terra a far penitenza con la benedizione di Dio.

9. Amore all’obbedienza
E fermamente voglio obbedire al ministro generale di questa fraternità e a quel guardiano che gli piacerà di darmi. E così io voglio essere schiavo nelle sue mani che non possa andare e fare oltre l’obbedienza e la sua volontà, poiché egli è mio signore.
E sebbene sia semplice ed infermo, tuttavia voglio sempre avere un chierico che mi reciti l’ufficio, così come è detto nella Regola.
E a tutti i miei frati, chierici e laici, comando fermamente per obbedienza che non aggiungano spiegazioni alla Regola e a queste parole dicendo: Così si devono intendere; ma come il Signore mi ha dato di dire e di scrivere la Regola e queste parole con semplicità e purezza, così semplicemente e senza commento dovete comprenderle e santamente osservarle sino alla fine.

10. Benedizione
E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ripieno della benedizione del diletto Figlio suo col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi. 49 Ed io, frate Francesco, il più piccolo dei frati, vostro servo, come posso, confermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizione. Amen.

AMMONIZIONI



Le Ammonizioni raccolgono 28 pensieri di Francesco, che secondo gli storici potrebbero essere delle conclusioni di alcune conversazioni dei capitoli celebrati dai frati. 
Esse trattano vari argomenti, fra cui spiccano i commenti alle Beatitudini.


IL CORPO DI CRISTO
 141      1 Il Signore Gesù dice ai suoi discepoli: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno può venire al Padre mio se non per me. 2 Se aveste conosciuto me, conoscereste anche il Padre mio; ma d’ora in poi voi lo conoscete e lo avete veduto. 3 Gli dice Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. 4 Gesù gli dice. Da tanto tempo sono con voi, e voi non mi avete conosciuto? O Filippo, chi vede me, vede il Padre mio (Gv 14,6-9). 5 Il Padre abita una luce inaccessibile (1Tm 6,16), e Dio è spirito, e nessuno ha mai veduto Dio (Gv 4,24). 6 Poiché Dio è spirito (Gv 1,18), non può essere visto che con lo spirito; 7 è infatti lo spirito che dà la vita, la carne invece non giova a nulla (Gv 6,63). 8 Anche il Figlio, in ciò che è uguale al Padre, non e visto da alcuno diversamente dal Padre e diversamente dallo Spirito Santo.
142      9 Perciò tutti coloro che videro il Signore Gesù Cristo secondo l’umanità e non videro né credettero, secondo lo Spirito e la divinità, che Egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati; 10 e così ora tutti quelli che vedono il sacramento del corpo di Cristo, che viene consacrato per mezzo delle parole del Signore sopra l’altare per le mani del sacerdote sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono secondo lo spirito e la divinità, che sia veramente il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati perché l’Altissimo stesso ne dà testimonianza 11 e dice: Questo è il mio corpo e il sangue del nuovo testamento (Mc 14,22-24); 12 e ancora: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ( Gv 6,55).
143      13 Per cui lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, egli stesso riceve il santissimo corpo e sangue del Signore; 14 tutti coloro che non partecipano del medesimo Spirito e presumono accogliere il Signore, mangiano e bevono la loro condanna (1Cor 11,29). 15 Per cui: Figliuoli degli uomini, sino a quando avrete duro il cuore (Sal 4,3)? Perché non riconoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio (Gv 9,35)?
144      16 Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale (Sap 18,15)discese nel grembo della Vergine; 17 ogni giorno viene a noi in apparenza umile; 18 ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sopra l’altare nelle mani del sacerdote. 19 E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato; 20 e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era Dio, 21 così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo santissimo corpo e sangue sono vivi e veri.
145      22 E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli così 23 come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo  (Mt 28,20).
 
IL MALE DELLA PROPRIA VOLONTÀ

146      1 Disse il Signore ad Adamo: Mangia del frutto di qualunque albero del Paradiso, ma dell’albero della scienza del bene e del male non mangiare (Gen 2,16-17). 2 Adamo poteva dunque mangiare ogni frutto di qualunque albero del Paradiso, egli, finché non contravvenne all’obbedienza, non peccò.
147      3 Mangia infatti dell’albero della scienza del bene colui che si appropria la sua volontà  e si esalta dei beni che il Signore manifesta e opera in lui; 4 e così per suggestione del diavolo e per aver trasgredito ad un comando diventò per lui il frutto della scienza del male; per cui bisogna che ne sopporti la pena.
 
 L’ OBBEDIENZA PERFETTA

148      1 Dice il Signore nel Vangelo: Chi non avrà rinunciato a tutto ciò che possiede non può essere mio discepolo (Lc 14,33); 2 e: Chi vorrà salvare la sua anima, la perderà (Mt 16,25). 3 Abbandona tutto quello che possiede e perde il suo corpo e la sua anima l’uomo che totalmente si affida all’obbedienza nelle mani del suo superiore, 4 e qualunque cosa fa o dice e che egli stesso sa che non è contro la volontà di lui, purché sia bene quello che fa, è vera obbedienza.
149      5 E se anche il suddito vede cose migliori e più utili all’anima sua di quelle che gli ordina il superiore, sacrifichi le cose proprie a Dio e cerchi di adempiere con l’opera quelle del superiore. 6 Infatti questa è la vera e caritativa obbedienza che soddisfa Dio e il prossimo.
150      7 Se poi il superiore comanda al suddito qualcosa contro la sua coscienza, pur non obbedendogli, tuttavia non lo abbandoni; 8 e se per questo dovrà sostenere persecuzioni da alcuni, li ami di più per amore di Dio. 9 Infatti, chi vorrà piuttosto sostenere la persecuzione anziché separarsi dai suoi fratelli, rimane veramente nella perfetta obbedienza, poiché pone la sua anima (Cfr Gv 15,13) per i suoi fratelli.
151      10 Vi sono infatti molti religiosi che, col pretesto di vedere cose migliori di quelle che ordinano i loro superiori, guardano indietro (Lc 9,62) e ritornano al vomito della propria volontà (Cfr Pr 26,11). 11 Questi sono degli omicidi e per i loro cattivi esempi fanno perdere molte anime.
 
 
CHE NESSUNO SI APPROPRI LA CARICA DI SUPERIORE  
152      1 Non sono venuto per essere servito ma per servire (Mt 20,28), dice il Signore. 2 Quelli che sono costituiti in autorità sopra gli altri, tanto si glorino del loro ufficio prelatizio come se fossero incaricati di lavare i piedi dei fratelli (Cfr Gv 13,14); 3 e quanto più si turbano per esser tolto loro la carica che se fosse loro tolto il servizio di lavare i piedi, tanto più ammassano un tesoro fraudolento (Cfr Gv 12,6) a pericolo delle loro anime.
 
NON INSUPERBIRSI,MA GLORIARSI NELLA CROCE DEL SIGNORE

153      1 Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto Dio che ti creò e ti fece a immagine del suo diletto Figlio secondo il corpo, e a sua similitudine (Cfr Gen 1,26) secondo lo spirito .
154      2 E tutte le creature, che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura, servono e conoscono e obbediscono al loro Creatore meglio di te. 3 E anche i demoni non lo crocifissero, ma tu con essi lo crucifiggesti e ancora lo crucifiggi col dilettarti nei vizi e nei peccati. 4 Di che dunque puoi gloriarti? 5 Infatti se tu fossi tanto intelligente e sapiente che tu avessi tutta la scienza e tu sapessi interpretare tutte le lingue e acutamente perscrutare le cose celesti (Cfr 1Cor 13,1-4), in tutto questo non ti puoi gloriare; 6 poiché un solo demonio seppe delle cose celesti e ora sa di quelle terrene più di tutti gli uomini insieme; benché ci sia stato qualche uomo che ricevette dal Signore una speciale cognizione della somma sapienza. 7 Ugualmente se tu fossi più bello e più ricco di tutti e anche se tu facessi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono d’ostacolo e non sono di tua pertinenza e in queste non ti puoi gloriare per niente; 8 ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità (Cfr 2Cor 12,5) e portare ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.
 
VI.

L’ IMITAZIONE DEL SIGNORE
  
155      1 Guardiamo, fratelli tutti, il buon pastore (Cfr Gv 10,11) che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce (Cfr Eb 12,2). 2 Le pecore del Signore lo seguirono nella tribolazione e nella persecuzione e nell’ignominia (Cfr Gv 10,4), nella fame (Cfr Rm 8,35) e nella sete, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose 3 e ne ricevettero dal Signore la vita eterna. 4 Perciò è grande vergogna per noi servi del Signore il fatto che i santi operarono con i fatti e noi raccontando e predicando le cose che essi fecero ne vogliamo ricevere onore e gloria.
 
VII.

LA PRATICA DEL BENE DEVE ACCOMPAGNARE LA SCIENZA
  
156      1 Dice l’Apostolo: La lettera uccide, lo spirito invece vivifica (2Cor 3,6). 2 Sono uccisi dalla lettera coloro che desiderano sapere soltanto parole in modo da essere ritenuti più sapienti degli altri e possano acquistare grandi ricchezze e darle ai parenti e agli amici. 3 Sono uccisi dalla lettera quei religiosi che non vogliono seguire lo spirito della divina Scrittura, ma desiderano sapere solo parole e spiegarle agli altri. 4 E sono vivificati dallo spirito della divina Scrittura quelli che ogni cosa che sanno e desiderano sapere, non l’attribuiscono al loro corpo, ma con la parola e con l’esempio la rendono all’Altissimo al quale appartiene ogni bene.
  
VIII.
 EVITARE IL PECCATO D’INVIDIA
  
157      1 Dice l’Apostolo: Nessuno può dire: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo (1Cor 12,3); 2 e: Non c’è chi fa il bene, non ce n’è neppure uno (Sal 52,4; 13,3). 3 Chiunque invidierà il suo fratello per il bene che il Signore dice e fa in lui, commette peccato di bestemmia, 4 poiché invidia lo stesso Altissimo che dice e fa ogni bene.
 
IX.

AMARE I NEMICI

158      1 Dice il Signore nel Vangelo: Amate i vostri nemici, ecc.(Mt 5,44) 2 Veramente ama il suo nemico colui che non si duole dell’ingiuria che gli è fatta, ma brucia del peccato dell’anima di lui per amore di Dio 3 e gli mostra amore con i fatti.
 
X.
 LA MORTIFICAZIONE DEL CORPO
  
159      1 Ci sono molti che, mentre peccano o ricevono un’ingiuria, spesso incolpano il nemico e il prossimo. 2 Ma non è così: poiché ognuno ha in sua potestà il nemico, cioè il corpo, per mezzo del quale pecca. 3 Perciò è beato quel servo che terrà sempre prigioniero il nemico affidato alla sua potestà e sapientemente si custodirà dal medesimo; 4 poiché, finché farà questo, nessun altro nemico visibile o invisibile gli potrà nuocere.
 
XI.

NON LASCIARSI GUASTARE A CAUSA DEL PECCATO ALTRUI
  
160      1 Al servo di Dio nessuna cosa deve dispiacere eccetto il peccato. 2 E in qualunque modo una persona pecchi, il servo di Dio che si lasciasse prendere dall’ira o dallo sdegno per questo, a meno che non lo faccia per carità, accumula per sé – come un tesoro – (Cfr Rm 2,5) la colpa degli altri. 3 Quel servo di Dio che non si adira né si turba per alcunché, vive giustamente e senza nulla di proprio. 4 Ed è beato colui che non si trattiene niente per sé, rendendo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio (Mt 22,21).
 
XII.

PER RICONOSCERE LO SPIRITO DEL SIGNORE


161      1 Così il servo di Dio può riconoscere se ha lo spirito di Dio: 2 quando il Signore fa, per mezzo di lui, qualcosa di buono, se la carne non se ne inorgoglisce, poiché la carne è sempre contraria ad ogni bene; 3 ma piuttosto si ritiene ancora più vile ai propri occhi, e si stima minore di tutti gli uomini.
  
XIII.

LA PAZIENZA
  
162      1 Non si può sapere quanta pazienza e umiltà abbia in sé il servo di Dio finché gli si dà soddisfazione. 2 Quando invece verrà il tempo in cui chi gli dovrebbe dare soddisfazione gli fa il contrario, quanta pazienza e umiltà ha in questo caso, tanta esattamente ne ha e non più.
  
XIV.
 LA POVERTÀ DI SPIRITO

  163      1 Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3). 2 Ci sono molti che applicandosi insistentemente a preghiere ed uffici, fanno molte astinenze e molte mortificazioni nei loro corpi; 3 ma per una sola parola che sembra ingiuria della loro persona, o per qualsiasi altra cosa che è loro tolta, scandalizzati, tosto si irritano. 4 Questi non sono poveri di spirito, poiché chi è veramente povero di spirito odia sé (Cfr Lc 14,26) e ama quelli che lo percuotono nella guancia (Cfr Mt 5,39).
  
XV.
 I PACIFICI

164      1 Beati i pacifici, poiché saranno chiamati figli di Dio (Mt 5,9). 2 Sono veri pacifici quelli che di tutte le cose che sopportano in questo mondo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell’anima e nel corpo.
  
XVI.
 LA PURITÀ DI CUORE
  
165      1 Beati i puri di cuore, poiché essi, vedranno Dio (Mt 5,8). 2 Puri di cuore sono coloro che disprezzano le cose terrene e cercano le celesti e non cessano mai di adorare e di vedere il Signore Dio vivo e vero con cuore ed animo puro.
 
XVII.
 L’UMILE SERVO DI DIO
  
166      1 Beato quel servo che non si inorgoglisce del bene che il Signore dice e opera per mezzo di lui, più di quello che dice e opera per mezzo di altri. 2 Pecca l’uomo che vuol ricevere dal suo prossimo più di quanto non voglia dare di sé al Signore Dio.
 
XVIII.
LA COMPASSIONE PER IL PROSSIMO

167      Beato l’uomo che sostiene il suo prossimo nelle sue debolezze come vorrebbe essere sostenuto dal medesimo, se fosse in caso simile.
 
XIX.
 IL SERVO FEDELE O NO

168      1 Beato il servo che rende tutti i suoi beni al Signore Iddio; 2 perché chi riterrà qualche cosa per sé, nasconde dentro di sé il denaro del suo Signore (Mt 25,18), e ciò che crede di avere gli sarà tolto (Lc 8,18).
 
XX.
IL BUONO E UMILE RELIGIOSO

169      1 Beato il servo, che non si ritiene migliore, quando è onorato e esaltato dagli uomini, di quando è ritenuto vile e semplice e disprezzato, 2 poiché l’uomo quanto vale davanti a Dio, tanto vale e non più . 3 Guai a quel religioso, che è posto dagli altri in alto e per sua volontà non vuol discendere. 4 E beato quel servo, che non si pone in alto di sua volontà e sempre desidera mettersi sotto i piedi degli altri.
 
XXI.
 IL BUON RELIGIOSO E IL RELIGIOSO VANO
  
170      1 Beato quel religioso, che non ha giocondità e letizia se non nelle parole e nelle opere santissime del Signore e, mediante queste, conduce gli uomini all’amore di Dio in gaudio e letizia . 2 E guai a quel religioso che si diletta in parole inutili e frivole e con esse conduce gli uomini al riso.
 
XXII.
 IL RELIGIOSO LEGGERO E LOQUACE

171      1 Beato quel servo, che non parla con la speranza di mercede e non manifesta tutte le sue cose e non è veloce a parlare (Pr 29,20), ma sapientemente provvede di che parlare e come rispondere. 2 Guai a quel religioso che non custodisce nel suo cuore i beni che il Signore gli mostra e non li mostra agli altri nelle opere, ma piuttosto con la speranza della mercede desidera manifestarli agli uomini a parole; 3 in questo riceve già la sua mercede (Mt 6,2..) e chi ascolta riporta poco frutto.
 
XXIII.
 LA VERA CORREZIONE

172      1 Beato il servo che sopporta così pazientemente da un altro la correzione, le accuse e i rimproveri come se se li facesse da sé. 2 Beato il servo che, rimproverato, benignamente tace, rispettosamente si sottomette, umilmente confessa e volentieri ripara. 3 Beato il servo che non è pronto a scusarsi e umilmente sostiene la vergogna e la riprensione per un peccato, mentre non ha commesso colpa.
 
XXIV.
 LA VERA UMILTÀ

173      1 Beato quel servo che sarà trovato così umile tra i suoi sudditi come quando fosse tra i suoi signori. 2 Beato il servo che rimane sempre sotto la verga della correzione. 3 É servo fedele e saggio (Mt 24,45) colui che di tutti i peccati non tarda interiormente a pentirsi con la contrizione e esteriormente con la confessione e la penitenza.
 
XXV.
 LA VERA DILEZIONE
  
174      1 Beato quel servo che saprà amare il suo fratello malato, che non può compensarlo, tanto quanto ama il sano che può compensarlo.
175      2 Beato il servo che saprà tanto amare e temere il suo fratello quando è lontano come se fosse presso di sé, e non dirà dietro le spalle niente che con carità non possa dire in faccia a lui.
 
XXVI.
 CHE I SERVI DI DIO AMINO I SACERDOTI

176      1 Beato il servo di Dio che ha fede nei sacerdoti che vivono rettamente secondo le norme della santa romana Chiesa. 2 E guai a coloro che li disprezzano; quand’anche, infatti, siano peccatori, nessuno li deve giudicare, poiché solo il Signore si è riservato di giudicarli. 3 Perciò, quanto di ogni altra cosa più grande è il ministero che svolgono nell’amministrare il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che essi solo consacrano e amministrano agli altri , 4 tanto maggiore peccato hanno coloro che peccano contro di essi che se peccassero contro tutti gli altri uomini di questo mondo.
 
XXVII.
COME LE VIRTÙ ALLONTANANO I VIZI

177      1 Dove è amore e sapienza, ivi non è timore né ignoranza (Cfr 1Gv 4,18). 2 Dove è pazienza e umiltà, ivi non è ira né turbamento. 3 Dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia. 4 Dove è quiete e meditazione, ivi non è né preoccupazione né dissipazione. 5 Dove è il timore del Signore a custodire la casa (Cfr Lc 11,21), ivi il nemico non può trovare via d’entrata. 6 Dove è misericordia e discrezione, ivi non è né superbia né durezza.
 
XXVIII.
 IL BENE VA NASCOSTO PERCHÉ NON SI PERDA
  
178      1 Beato il servo che accumula per il cielo i beni che il Signore gli mostra (Cfr Mt 6,20) e non desidera manifestarli agli uomini con la speranza di averne compenso, 2 poiché lo stesso Altissimo manifesterà le sue opere a chi piacerà. 3 Beato il servo che conserva in cuor suo (Cfr Lc 2,19.; 8,15) i segreti del Signore.

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martedì 16 settembre 2014

QUANDO LE CROCI SONO TROPPE



Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante croci pesantissime. Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un Crocifisso, se ne lamentò con il Signore così: "Ah! Signore, io ho imparato nel catechismo che Tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti...ma invece mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le croci! Me ne hai date tante e così pesanti che io non più forza di portarle...".

Il Signore però gli disse:"Vieni qui, figlio mio, posa queste croci per terra e esaminiamole un poco... Ecco, questa è la più grossa e la più pesante; guarda che cosa c'è scritto sopra... ".
Quell'uomo guardò e lesse questa parola: sensualità.
Lo vedi?" disse il Signore "questa croce non te l'ho data Io, ma te la sei fabbricata da solo. Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, di golosità, di divertimenti...e di conseguenza hai avuto malattie, povertà, rimorsi." "Purtroppo è vero, soggiunse l'uomo, questa croce l'ho fabbricata io! E' giusto che io la porti!". Sollevò da terra quella croce e se la porse di nuovo sulle spalle.

Il Signore continuò: "Guarda quest'altra croce. C'è scritto sopra: ambizione. Anche questa l'hai fabbricata tu, non te l'ho data Io. Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti, di stare al di sopra degli altri...e di conseguenza hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni."
"E' vero, è vero! Anche questa croce l'ho fabbricata io! E' giusto che io la porti!". Sollevò da terra quella seconda croce e se la mise sulle spalle.

Il Signore additò altre croci, e disse: "Leggi. Su questa è scritto: gelosia, su quell'altra: avarizia, su quest'altra..."
"Ho capito, ho capito, Signore, è troppo giusto quello che Tu dici..."
E prima che il Signore avesse finito di parlare, il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue croci e se l'era poste sulle spalle.

Per ultima era rimasta per terra una crocetta piccola piccola e quando l'uomo la sollevò per porsela sulle spalle, esclamò: "Oh! Come è piccola questa! E pesa poco!" Guardò quello che c'era scritto sopra e lesse queste parole:"la croce di Gesù".
Vivamente commosso, sollevò lo sguardo verso il Signore ed esclamò: "Quanto sei buono!". Poi baciò quella croce con grande affetto.
E il Signore gli disse:" Vedi, figlio mio, questa piccola croce te l'ho data Io, ma te l'ho data con amore di Padre; te l'ho data perchè voglio farti acquistare merito con la pazienza; te l'ho data perchè tu possa somigliare a Me e starmi vicino per giungere al Cielo, perchè io l'ho detto: "chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce ogni giorno e mi segua...Ma ho detto anche: "Il mio giogo è soave e il mio peso è leggero".
L'uomo con le croci riprese silenzioso il cammino della vita; fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire Dio.
Le croci più pesanti e più grosse caddero, una dopo l'altra dalle sue spalle e gli rimase soltanto quella di Gesù. Questa se la tenne stretta al cuore fino all'ultimo giorno della sua vita, e quando arrivò al termine del viaggio, quella croce gli servì da chiave per aprire la porta del Paradiso.



mercoledì 10 settembre 2014

Maria SS. della Catena

Si può comprendere Maria solo partendo da Cristo. Nel mistero di Cristo si trova sua Madre, la quale svolge con Lui e per Lui la funzione materna nei nostri confronti ed è sempre fedele alla sua vocazione di madre buona. In corrispondenza a quest'atteggiamento di Maria, vi è quello di Dio. E' importante notare che  Maria non trattiene a se gli sguardi, le parole e le suppliche che le sono rivolte: li presenta a Cristo, verso l'amato figlio e verso di Lui intercede amorevolmente  perché Cristo è la sola compiuta "immagine del Dio invisibile",  che realizza la nostra salvezza e la nostra redenzione.  L'attribuzione di numerosi titoli a Maria, sta  a testimoniare proprio la speciale protezione  in ogni nostra particolare esigenza che la nostra limitata natura umana ha bisogno.  La devozione a Maria sotto  il titolo della "Catena" poggia su una tradizione che si presenta in diverse sequenze che fanno riferimento al miracolo avvenuto a Palermo il 18 agosto del 1392 a tre condannati ingiustamente a morte, durante il regno del Re Martino I d'Aragona. Mentre venivano condotti al piazzale del porto per essere giustiziati, si abbatté un forte temporale su Palermo e la loro esecuzione venne rinviata ed essi, incatenati, venivano condotti al riparo nella chiesa posta tra il porto e la città, proprio dove la sera il porto veniva chiuso da una grossa catena che nel gergo popolare  chiamava la "Chiesa della Catena del porto". I poveri condannati a morte  supplicarono la Vergine venerata in quella chiesa di essere liberati. La Madonna li ascoltò e gli  spezzò le  catene. Il Re vedendo tale prodigio li lasciò andare, perché già liberati per volere di Dio.  Maria ci aiuta e ci protegge sempre e intercede come una madre premurosa ad ogni nostra invocazione. E sia così la nostra filiale supplica: " Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova ma da ogni pericolo liberaci o Vergine Gloriosa e Benedetta" .

http://www.parrocchiachiesamadrelinera.it/MariaVergine/MariaSS.dellaCatena/Maria%20ss.%20della%20Catena.htm

Maria SS. del Lume


PREGHIERA

O Vergine Maria, 
donna senza alcuna macchia
 rivestita della grazia dello Spirito Santo,
mostraci tuo figlio, Gesù,
"sole che sorge per rischiarare
 quelli che stanno nelle tenebre
 e nell'ombra della morte".
Noi ci affidiamo a te,
perchè illuminati e sorretti
dal tuo materno aiuto,
camminando nella novità della vita
che Cristo nostro Signore
 è venuto a donarci
con la sua morte e risurrezione
e fa che un giorno possiamo
 godere della gioia eterna
del santo paradiso. Amen.


INNO a Maria SS. del Lume

Dal torpore più profondo
 l’universo si ridesta
nasce il Cristo, Luce al mondo;
già sfavilla il suo splendor.

E Maria la bianca aurora
del gran sole Genitrice:
dei suoi raggi Ella s’indora
e fa lume ai nostri cuori.

Come cieca un fitto velo
nostra mente ottenebrava
ma la luce del Vangelo
ogni tenebra fugò.

La pia Madre all’alta scuola
del maestro i figli aduna
e la santa sua parola
ad amare ci insegnò.

Caballetta


Quanto lume nel tuo sguardo
l’amorosa tua dolcezza
e carezza, che ogni pena
ci addolcisce e rasserena.

Nel pio lume dei tuoi occhi
della Madre c’è l’amore
c’è il dolore, c’è il sorriso
c’è dischiuso il Paradiso.



 PREGHIERA A MARIA SS DEL LUME

Madre SS. del Lume, Madre della Luce divina che emana da Dio Padre, da Dio Figlio e da Dio Spirito Santo, noi Tuoi figli avvolti come siamo da profonde tenebre che ad ogni momento ci spingono verso mortali precipizi, corriamo a Te, verso la Tua luce per essere illuminati, guidati, protetti e aiutati a percorrere un buon cammino reso sicuro dal Tuo im­macolato chiarore. Ave Maria ...

Madre del Santo Lume
guida chi a Te ricorre
chi t'ama e chi desia
venir vicino a Te

Madre del Santo Lume, la Tua splendida immagine è un libro che ci fa profondamente meditare. Il Tuo sorriso ci incoraggia ad avvicinarci a Te con filiale confidenza per porgerti la nostra mano ed essere trattenuti dal cadere nel fuoco eterno. Ci spinge a donare il nostro cuore al dolcissimo Bambinello che porti in braccio e che Lui, con gesto, che ci ricorda quanto avvenne a Cana dove risaltò il Tuo amore materno, lo offro a Te perché lo purifichi, lo riscaldi e ne faccia sua dimora. Ave Maria ...

Madre del Santo Lume
noi ti doniamo il cuore
fa' che dimori in esso
l'amabile Gesù

Madre SS. del Lume, non possiamo dimenticare le anime del Purgatorio che con tanta ansia attendono la Tua luce che dissipi le pene di quel carcere. Per esse Ti preghiamo. Non tardare a liberarle, special­mente quelle più abbandonate e quelle dei nostri pa­renti, benefattori e amici. Ave Maria ...

Madre del Santo Lume
Luce dei figli erranti
le Anime Purganti
accogli su nel ciel.








_____________________________
19 Novembre 1988




Un missionario gesuita, Padre Giovanni Antonio Genovese, desideroso di portare con se in missione un'immagine in tela  della Santa Vergine, ma non sapeva come far riprodurre la Madre di Dio; si rivolse ad una donna molto devota alla Vergine e spesse volte aveva avuto delle visioni. Padre Genovese  invitò la veggente a chiedere alla Madonna stessa sotto quale titolo preferiva diffondere la sua devozione. Una mattina del 1722, dopo essersi accostata alla S. Comunione, ritiratasi in un angolo della chiesa, mentre era assorta in Dio vide avvicinarsi la Regina degli Angeli, in aspetto straordinario, bella, graziosa ed amabile. Effondeva dal suo celestiale aspetto un fascio di luce così vivo, così sfolgorante  tale da assaporare la piena Comunione con Dio attraverso la Santa Vergine.
 Ella vide  una schiera di Angeli  che circonda il suo volto, sorreggendo sul capo della Vergine una corona. La Vergine vestita da una lunga veste bianca, una fascia tempestata di gemme preziose le cingeva con leggerezza i fianchi, le pendeva dagli omeri un magnifico manto azzurro. Ella reggeva in grembo Gesù Bambino sorridente. Con la mano destra un'anima peccatrice nell'atto di precipitare all'inferno, e la sinistra un angelo in ginocchio sorreggeva un cestino sul quale Gesù conservava i cuori dei peccatori convertiti, per intercessione della Madre.
Di fronte a questa visione la veggente, disse: perchè oggi, o sovrana Signora, mi onorate della vostra presenza? Perchè alla vostra presenza è coronata dall'amabile Gesù Bambino? La Santa Vergine rispose: "Non ricordi la preghiera che dovevi rivolgermi da parte di quel religioso, che con tanto impegno te ne supplicò? Digli che il suo nobile pensiero mi è gradito, che metto sotto la mia protezione il suo ministero apostolico, che voglio essere dipinta su tela come ora mi vedi e  voglio essere invocata con il nome di Madre SS. del Lume".
Subito Padre Genovese chiamò un pittore al quale la veggente descrisse la visione e raccomandò che la tela corrispondesse al desiderio della MadonnaDopo una prima realizzazione pittorica non fedele all'apparizione, sotto la guida della veggente a cui si manifesto nuovamente la Vergine, il pittore riuscì a realizzare l'opera tanto desiderata.
L'immagine fu portata dalla Sicilia nella città messicana di Leòn dal missionario Giuseppe Ignazio Genovese, fratello di Giovanni Antonio, e che successivamente nel 1849 venne proclamata come patrona della città. La diffusione del  culto si sparse ben presto nel palermitano ed in tutta la Sicilia e successivamente nel mondo, grazie all'opera del Padri gesuiti e dai tanti fedeli devoti. Il 6 febbraio 1738 con un breve atto apostolico Papa Clemente XII autorizzò il Culto a Maria SS. del Lume, stabilì la data della festa nella seconda domenica di settembre e concesse indulgenza plenaria ai devoti che nel giorno a Lei dedicato partecipano santamente e con devozione alla Santa Messa.

messaggio mariano
Ogni particolare della scena con cui la Vergine si è rivelata traspare un profondo significato teologico. Il centro  è Gesù, e Maria intercede alla salvezza dell'uomo , quasi nascosta, ma realmente presente nella sua regalità. Ma per arrivare a questo importantissimo centro bisogna effettuare un percorso di conversione e di abbandono a Colei che rimane fedele agli uomini e a Dio per sempre.
Quell'anima rappresentata strappata dal fuoco e salvata da Maria è una figura che dovrebbe farci meditare sempre più sul nostro cammino spirituale, in essa ci  sono io, sei tu, siamo tutti, senza distinzioni. È l'uomo bisognoso di Grazia, per poter vincere il male.
Sul suo volto  non vediamo né apprensione né spavento, eppure sotto di lui l'inferno è pronto ad inghiottirlo. Simbolo di ogni uomo, sembra non rendersi conto di essere al centro di una battaglia immane che, come dice San Paolo, non è contro creature di carne, ma contro lo spirito del male.
Egli guarda la Vergine e il Figlio, non fa nient'altro. Non sa aiutarsi, non si aggrappa nemmeno alla Mano che salva: soltanto si lascia sollevare. Il suo corpo è armonioso, ma inerte; una mano è cadente, e lo sarebbe anche l'altra se non fosse sostenuta; le ginocchia sono fiacche. Tutto questo significa che, pur vedendo egli il Bene, non ha la capacità di raggiungerlo e ha bisogno della Grazia di Dio. Non sono le sue forze a portarlo a Cristo, Signore dei cuori; non sono le sue forze a trarlo dalle tenebre alla Sua ammirabile Luce.
La sua salvezza non proviene né dai suoi sforzi né dalle sue capacità, ma dalla sola compiacenza di Dio.
Gli occhi non danno lacrime, né dalla bocca esce un lamento, ma il suo volto  non è un volto gioioso. Egli soffre. La sua natura, creata buona e retta, ma poi corrotta in Adamo, è rimasta trattenuta nell'orbita del male e delle cose inferiori. Fermare questo moto e correggerlo è causa di sofferenza. La Redenzione non è senza sofferenza per il redento.
Perché è nudo? Perché a questo egli deve giungere: a spogliarsi di tutto e, nudi e liberi di seguire  Gesù.
Il lenzuolo che lo avvolge non serve a coprire le parti di cui Adamo più si vergognò quando si accorse di avere un corpo, ma per significare il laccio delle passioni che si scioglie e cade, non trovando dove appigliarsi nell'uomo redento il quale, essendo la notte al suo termine e il giorno ormai vicino, si sta spogliando delle opere delle tenebre e si prepara ad indossare le armi della Luce.
A sollevarlo verso la salvezza, è la vergine, che maestosamente umile e alta, ci appare qui come la Portatrice di Cristo, la Soccorritrice, che con materno amore aiuta l'uomo errante sulla terra tra pericoli e affanni.
I Suoi occhi, nel volto pallido, quasi velato di severa mestizia, sono rivolti verso di noi, e sono l'espressione di un invito amorevolmente fermo: Svegliati, tu che dormi, dèstati dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Anche gli occhi del Figlio sono rivolti verso di noi perché, come dice il Salmista, i suoi occhi sono aperti sul mondo, le sue pupille scrutano ogni uomo.
    
La figura dell'Angelo che porta il "cestino".Il braccio sinistro di Gesù Bambino  tende verso il cestino, e la sua mano si va aprendo...  Il cestino è pieno di cuori: sono i cuori di quanti, per intercessione della Vergine, hanno ricevuto Gesù da quello Spirito per opera del quale Ella concepì, nella propria carne, lo stesso Gesù. Sono i cuori che il Signore della messe ha raccolto, che Lui ha riscattato con il suo Sangue, e che ora depone nel cestino tenuto dall'Angelo e che rappresenta la Comunione in Dio cioè il Paradiso.
Il Bambino tiene due cuori nelle mani: il cuore che sta nella sua mano destra è il cuore  di un'anima che vive  in quel preciso istante la consolazione di Gesù, ponendolo sul suo cuore e che passerà nella sua sinistra quando questa sarà libera, e di lì verrà posato a sua volta nel cestino. Il Bambino non resterà mai a mani vuote, perché mentre la sua mano sinistra continuerà a deporre cuori nel cestino sorretto dall'Angelo, la sua mano destra, libera e liberatrice, avrà sempre un altro cuore da accogliere. È un'azione che rifiorisce nel tempo e nel mondo; è l'opera della Redenzione.

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.