Questi fatti danno il via ad un nuovo periodo della devozione a Maria Bambina:
1885 - 2 giugno: il simulacro viene trasportato in una cappella più ampia, per facilitare l'afflusso ai fedeli;
1886 - 6 febbraio: mons. A. Polin, vescovo di Adria e Rovigo, celebra per la prima volta la santa Messa davanti alla sacra effigie;
1887 - 24 maggio: in Brescia viene benedetta la prima chiesa dedicata dall'istituto a Maria Bambina;
1888 - 8 settembre: nella casa generalizia di Milano il simulacro è trasportato in una nuova cappella.
Sono anni scanditi da un accorrere di fedeli: la devozione popolare si estende. Numerose le grazie ottenute. Nel 1904, l'allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro. La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno: il card. Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d'oro alla piccola effigie. Il gesto è interpretato da molti, e in particolare dalle religiose, come una risposta della Vergine alla preghiera che, parecchio tempo prima, la giovane fondatrice Bartolomea Capitanio, aveva rivolto a Maria, invitandola ad "alzare dalla culla la tenera manina" e a benedire tutti. Maria Bambina accompagna le vicende tristi e liete degli anni successivi: sono gli anni del primo conflitto mondiale e del dopoguerra. Il 9 settembre 1934 si festeggia il cinquantesimo anniversario del primo miracolo e il 26 aprile 1935 viene celebrata nel santuario, scelto fra i 72 santuari maggiori dell'archidiocesi, la santa Messa giubilare della redenzione. Il popolo è raccolto in preghiera per ottenere il dono della pace. Scoppia il secondo conflitto mondiale. Il 21 novembre 1942, in piena guerra, nel giorno in cui ricorre il centenario dell'ingresso del simulacro nell'istituto, papa Pio XII esorta le suore a "implorare dalla Celeste Bambina il ritorno di quella pace nella cui attesa tutto il mondo sanguina e geme" (Vaticano, 13 novembre 1942). La situazione, però, peggiora: la guerra miete vittime e causa dolore, disperazione e distruzioni. Milano, come molte altre grandi città, diventa luogo di rappresaglie e bersaglio ai numerosi bombardamenti. Si teme per la sorte del simulacro. Nel febbraio del 1943 è trasportato a Maggianico di Lecco, mentre il 15-16 agosto un violento bombardamento è sferrato contro la città; il santuario e parte della casa generalizia vengono distrutti. Sotto le macerie si ritrovano numerosi ex voto contorti e anneriti: saranno raccolti come 'frammenti' di speranza e di sicura protezione della Vergine. Con la ricostruzione della casa, il simulacro ritorna a Milano in una sede provvisoria. Il 5 ottobre 1951 è posta la prima pietra del nuovo santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. Lì troverà la sua degna collocazione. La storia di amore, di preghiera e di fiducia giunge fino ai nostri giorni: Maria Bambina continua ad essere nella Chiesa “speranza e aurora di salvezza”. Nella settimana dall'8 al 15 settembre 1984 viene celebrato il centenario del primo miracolo e il 4 novembre successivo papa Giovanni Paolo II, presente in Milano per la conclusione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borromeo, visita il santuario, affidando all'istituto "quella consegna" che gli viene dal cuore: "C'è un capitolo nella spiritualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco conosciuto. Io penso che voi avete un compito grande: di approfondire questo mistero". Da quel giorno, davanti alla piccola immagine di Maria, arde una lampada "pro pontifice nostro Joanne Paulo". La sosta di amore e di preghiera in santuario è stata per tutte le suore una nuova dolcissima grazia di Maria.
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