domenica 30 gennaio 2011

Predica del servo di Dio padre Matteo da Agnone sul mistero Eucaristico



Stando al contesto è una predica tenuta in un Venerdì Santo. In tale occasione egli, da ani­ma innamorata dell'Eucaristia, non poteva trascurare questo argomento. Si rifaceva con la sua spiritualità e dottrina teologica al mistero dell'Ultima Cena, ossia al mistero della Redenzione, nel quale è intervenuta tutta la Santissima Trinità.
Anche per questo motivo, questa predica merita il posto di un editoriale di primo piano, tenendo conto delle argomentazioni profonde che il Servo di Dio fa in una forma molto semplice ed accessibile per l'uditorio.
Non commento, ma esorto alla meditazione dell'intervento trinitario nel grande mistero eucaristico.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spiri­to Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Pace e Bene.
Pace e Bene...
È Venerdì Santo. Inizio con una parola che rac­chiude tutto: l'Eucarestia. L'Eucarestia è davvero la Pasqua. È il pane vivo; è il Pane donato a tutto il mondo, a tutto l'universo.
È il mistero di Cristo: è il mistero di quest'uo­mo, morto e risorto.
Tutto questo, carissimi è il mistero della salvezza.
Prima della Pasqua, Dio, sapendo che doveva morire, amò più di qual­siasi altra cosa buona. Poi, guardando il calvario sapeva che lì, lì si sarebbe verificato il grande sacrificio pasqua­le.
Il Padre che sapeva che il proprio Figlio doveva morire, lo ha mandato apposta per questo, per salvare l'uma­nità, l'eternità.
Gesù nell'Ultima Cena, compie un grande mistero, un grande mistero eucaristico. Spezza il pane e il velo del Tempio si squarcia quando lui è sulla Croce. Quindi lui spezza il pane ed il velo del Tempio si squarcia in due. Be­ve il vino, che è il sangue che scende dalla Croce e lava ogni peccato.
Questo Sangue che scende dalla Croce viene a lavare ed a purificare il morto.
Ecco, ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato "Agnus Dei qui tollis peccato mundi, abbi pietà di noi, Mise­rere nobis". Ecco l'Agnello che scende per noi. Dio in quel momento, come padre, unisce il calvario, unisce questo passaggio trasformandolo in Risurre­zione, in Vita Eterna, in salvezza.
Carissimi, fratelli e sorelle amati, la Croce diventa chiave, la chiave che apre il cielo, dove Cristo sale glorifi­cando il mondo, come di­ce S. Agostino, Gesù passa da questo mondo. Ecco il passaggio, il passaggio che viene a trasformarci.
Cristo, Cristo è la gloria del Padre. Ecco il trafit­to, ecco il glorioso, ecco l'Agnello risorto.
Il grande mistero di Cristo è l'incarnazione totale, che si compie to­talmente nel Padre, nel Fi­glio e nello Spirito Santo. Per questo, nell'Eucarestia si vivono tutti i misteri.
Lo Spirito Santo scen­de sugli apostoli, Maria si rende partecipe di questo grande mistero e si rende partecipe anche del Calice Eterno.
Il banchetto... il banchetto nel quale Gesù nel momento dell'Ultima Cena spezza il pane e offre il vino di­venta comunione, la comunione che si diffonde nel mondo intero.
Nella comunione c'è l'Eucarestia, ossia tutto il sacrificio di Cristo. La presenza dell'Eucarestia si vede chia­ramente sulla Croce, dove diventa sacrificio. Come nel momento della Consacrazione noi sacerdoti diciamo: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, è il figlio dell'Uomo che soffre per i nostri peccati..."
Ecco il Cristo glorioso, ecco Co­lui che fa Comunione e sacrificio per noi.
Nelle sue prediche, dice Gesù: "Io sono la vite, voi i tralci".
Ecco questa grande linfa vitale che è l'Eucarestia che ancora oggi deve scorrere nei nostri corpi.
Dobbiamo vivere l'Eucarestia... Non dobbiamo soltanto ricordare il passaggio dalla morte alla vita, perché, carissimi, la morte passa.
Cristo non ha voluto la morte, una morte che termina. Ma Cristo ha voluto che l'Eucarestia diventasse il grande dono. La morte termina ma la vita continua con l'Eucarestia.
Noi siamo tanti chicchi che dob­biamo formare un solo pane, e questo formare un solo pane è la Chiesa di Cristo.
Tutti un solo corpo, tutti un solo corpo che diventa la vita eterna. Que­sto è il corpo mistico.
Uno sposo nutre la sposa. L'Eucarestia, la carità, ecco questo grande dono, il dono del Padre, la presenza di Cristo e dello Spirito Santo.
Il sangue sparso per noi è lo Spirito Santo che diventa ancora una volta carità con il fuoco.
Lo Spirito Santo diventa vino, sangue, sangue e Spirito.
Per questo Dio manda il pro­prio Figlio ed il Figlio dice: "Amate­vi, amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi".
Mosè scende dal monte con l'alleanza per il popolo con le tavo­le della Legge, invece Cristo, nuovo Mosè, viene a noi con l'Eucarestia, questo grande dono.
L'Ostia deve continuare sempre ad entrare nei nostri corpi, deve con­tinuare sempre, perché satanaccio, quell'orribile mostro deve essere schiacciato, deve essere combattuto.
L'Eucarestia è la medicina che de­ve alleviare le nostre pene, che deve guarire il nostro corpo. E questa me­dicina è il corpo di Cristo, è il corpo di Cristo. Cristo sposo, Cristo carità;
Cristo che diventa Comunione; Cristo che ancora si fa mistero del Padre.
Dio è amore. Dio manda il proprio Figlio nella carne.
Dio, uomo incarnato nell'Eu­carestia. Cristo non può essere per noi soltanto un segno, ma Cristo è Comunione e Chiesa.
Per questo dobbiamo sem­pre parlare dell'Eucarestia, ma non dobbiamo neanche di­menticare che in questo pe­riodo di quaresima, dobbiamo fare penitenza. Dobbiamo fa­re una buona confessione per metterci nella Grazia di Dio con calma, con serenità sen­za fretta.
Dobbiamo prepararci a questo grande mistero, a que­sto grande corpo sacramentale che è Cristo-Chiesa.
Il Battesimo che Gesù ha ricevu­to, e che ha fatto aprire il tempio del cielo, deve essere per noi un grande bagno, cioè ogni volta deve scendere lo Spirito su di noi per purificarci.
La Quaresima è questa purifica­zione e santificazione.
La penitenza, poi la Comunione con gli altri e poi l'Eucarestia che è ricevere Cristo.
Gli apostoli sono stati grandi an­nunciatori di Cristo. Sono stati pre­senti nell'Istituzione dell'Eucarestia, nella Risurrezione e per l'umanità hanno continuato a divulgare questo grande dono, questa grande venuta.
Per questo voglio ritornare alle prime parole, alla Cena, questo gran­de Cenacolo, la cena del Giovedì Santo.
Deve essere questo un prepararsi al sangue alla Redenzione di Cristo, ed alla nostra Redenzione perché Cristo ormai è nella Gloria di Dio è un cuore aperto, è il cuore più grande, è il cuore che può accogliere tutti.
Il suo cuore è Amore.
Gesù è il Dio Incarnato, sacra­mentato... Gesù si dona all'umani­tà, carissimi... Si dona all'umanità gratuitamente, per volere del Pa­dre "Padre, passi da me questo cali­ce, ma sia fatta la tua volontà e non la mia".
Ancora una volta Gesù Cristo segue la volontà del Padre.
E questo è quello che noi dob­biamo pensare. Dobbiamo pensare a fare la volontà del nostro Padre, del nostro Padre Celeste... L'unico Figlio non se lo è risparmiato.
Pensate, quanto amore prova per noi: dà il suo Figlio per noi. L'Eucarestia, per questo, diventa una grande memoriale vivente. Un triduo pasquale, ricorda ancora una volta, carissimi, il Cenacolo, il Cal­vario, la Risurrezione.
Gesù è l'esistenza stessa del Pa­dre e dello Spirito.
"Ecco, io vengo per fare la tua vo­lontà".
Noi celebriamo la vita di Gesù con la nostra, ma dobbiamo essere specchio di Gesù. Dobbiamo tra­sformare la nostra esistenza, facen­dola guidare da quello Spirito che abbiamo ricevuto da Dio.
O mio Gesù, che sei il roveto ardente, pieno di Spirito Santo... Fa che nell'Eucarestia possiamo trovare il tuo trionfo, il trionfo pa­squale.
Dal costato, esce la Chiesa. Tu Cristo, sei sorgente e Chiesa.
O mio Cristo, il sangue e l'acqua che noi trasformiamo, sia bevanda per la salvezza eterna che non ha mai fine.
Noi sacerdoti umil­mente, ogni giorno celebriamo un grande mistero. E questo, io lo intitolo matrimonio eu­caristico di Cristo: io e Cristo.
Per questo, io ogni volta, a tutti i sacerdoti ed ogni luogo dove vado a predicare dico che prima di tutto, il sacerdote, il prete deve essere uo­mo di Cristo, deve sapere amare il Cristo, e lo deve sapere testimonia­re a tutti, che in lui abita Cristo.
Dobbiamo fare, della Comu­nione, una grande fonte. Ancora questa volta io la chiamo: fonte di missione.
Dobbiamo divulgare questo grande dono, per essere ognuno di noi battezzati, in ognuno di noi sa­cerdoti, missionari..
L'Eucarestia, l'Eucarestia deve essere questo grande passaggio dalla vita su questa terra alla vita eterna.
Il cielo deve essere il nostro proiettarci verso l'incontro con Ge­sù Cristo. È sul Golgota, Gesù sta per morire per noi.
Satana muore, viene schiacciato, viene sconfitto, il peccato viene scon­fitto, il figlio muore su quella croce, e dice: "Eloì, eloì, lama sabachthani? Dio mio, Dio mio, per­ché mi hai abban­donato?"
Il corpo... muo­re... lo spirito non muore, si ferma. La Chiesa si ferma, e per tre giorni lo spirito si ferma, e fa scendere il silenzio, la Trinità.
Ecco Gesù che libera l'uomo con la sua morte, l'uomo dall'Egitto del peccato e della morte, il faraone viene schiacciato, definitivamente... in Gesù, tutto è compiuto, e la nuova ed eterna Alleanza si apre...
Nel giorno della Risurrezione il cielo scende sulla terra e la terra sale in cielo. Così, carissimi fratelli e sorelle, si celebra il Mistero Pasquale.
Da parte di Cristo, il Mistero Pa­squale, diventa trionfo per tutti noi perché ancora oggi carissimi, dobbia­mo ringraziare Dio, che ci ha donato la vita Eterna. La morte sua diventa la sua Risurrezione e la nostra Risurrezione, la sua vita, la nostra vita, la sua gloria, la nostra gloria.
Godiamo, godiamo la sua beata missione in terra, e un giorno la vivre­mo in cielo.
Viviamo sempre con lui, e con lui per sempre.
Carissimi fratelli, oggi, in questo giorno Cristo è terra, terra che la­scia fertile il suo cammino per far germogliare una nuova vita, e questa vita che siamo noi non avrà mai fine. Buona Risurrezione a tutti. Deo gratias. AMEN 
Tratto dalla rivista: “Il Servo di Dio Padre Matteo Da Agnone – anno X nr1 gen-giu 2008”

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.