Stando al contesto è una predica tenuta in un Venerdì Santo. In tale occasione egli, da anima innamorata dell'Eucaristia, non poteva trascurare questo argomento. Si rifaceva con la sua spiritualità e dottrina teologica al mistero dell'Ultima Cena, ossia al mistero della Redenzione, nel quale è intervenuta tutta la Santissima Trinità.
Anche per questo motivo, questa predica merita il posto di un editoriale di primo piano, tenendo conto delle argomentazioni profonde che il Servo di Dio fa in una forma molto semplice ed accessibile per l'uditorio.
Non commento, ma esorto alla meditazione dell'intervento trinitario nel grande mistero eucaristico.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Pace e Bene.
Pace e Bene...
È Venerdì Santo. Inizio con una parola che racchiude tutto: l'Eucarestia. L'Eucarestia è davvero la Pasqua. È il pane vivo; è il Pane donato a tutto il mondo, a tutto l'universo.
È il mistero di Cristo: è il mistero di quest'uomo, morto e risorto.
Tutto questo, carissimi è il mistero della salvezza.
Prima della Pasqua, Dio, sapendo che doveva morire, amò più di qualsiasi altra cosa buona. Poi, guardando il calvario sapeva che lì, lì si sarebbe verificato il grande sacrificio pasquale.
Il Padre che sapeva che il proprio Figlio doveva morire, lo ha mandato apposta per questo, per salvare l'umanità, l'eternità.
Gesù nell'Ultima Cena, compie un grande mistero, un grande mistero eucaristico. Spezza il pane e il velo del Tempio si squarcia quando lui è sulla Croce. Quindi lui spezza il pane ed il velo del Tempio si squarcia in due. Beve il vino, che è il sangue che scende dalla Croce e lava ogni peccato.
Questo Sangue che scende dalla Croce viene a lavare ed a purificare il morto.
Ecco, ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato "Agnus Dei qui tollis peccato mundi, abbi pietà di noi, Miserere nobis". Ecco l'Agnello che scende per noi. Dio in quel momento, come padre, unisce il calvario, unisce questo passaggio trasformandolo in Risurrezione, in Vita Eterna, in salvezza.
Carissimi, fratelli e sorelle amati, la Croce diventa chiave, la chiave che apre il cielo, dove Cristo sale glorificando il mondo, come dice S. Agostino, Gesù passa da questo mondo. Ecco il passaggio, il passaggio che viene a trasformarci.
Cristo, Cristo è la gloria del Padre. Ecco il trafitto, ecco il glorioso, ecco l'Agnello risorto.
Il grande mistero di Cristo è l'incarnazione totale, che si compie totalmente nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Per questo, nell'Eucarestia si vivono tutti i misteri.
Lo Spirito Santo scende sugli apostoli, Maria si rende partecipe di questo grande mistero e si rende partecipe anche del Calice Eterno.
Il banchetto... il banchetto nel quale Gesù nel momento dell'Ultima Cena spezza il pane e offre il vino diventa comunione, la comunione che si diffonde nel mondo intero.
Nella comunione c'è l'Eucarestia, ossia tutto il sacrificio di Cristo. La presenza dell'Eucarestia si vede chiaramente sulla Croce, dove diventa sacrificio. Come nel momento della Consacrazione noi sacerdoti diciamo: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, è il figlio dell'Uomo che soffre per i nostri peccati..."
Ecco il Cristo glorioso, ecco Colui che fa Comunione e sacrificio per noi.
Nelle sue prediche, dice Gesù: "Io sono la vite, voi i tralci".
Ecco questa grande linfa vitale che è l'Eucarestia che ancora oggi deve scorrere nei nostri corpi.
Dobbiamo vivere l'Eucarestia... Non dobbiamo soltanto ricordare il passaggio dalla morte alla vita, perché, carissimi, la morte passa.
Cristo non ha voluto la morte, una morte che termina. Ma Cristo ha voluto che l'Eucarestia diventasse il grande dono. La morte termina ma la vita continua con l'Eucarestia.
Noi siamo tanti chicchi che dobbiamo formare un solo pane, e questo formare un solo pane è la Chiesa di Cristo.
Tutti un solo corpo, tutti un solo corpo che diventa la vita eterna. Questo è il corpo mistico.
Uno sposo nutre la sposa. L'Eucarestia, la carità, ecco questo grande dono, il dono del Padre, la presenza di Cristo e dello Spirito Santo.
Il sangue sparso per noi è lo Spirito Santo che diventa ancora una volta carità con il fuoco.
Lo Spirito Santo diventa vino, sangue, sangue e Spirito.
Per questo Dio manda il proprio Figlio ed il Figlio dice: "Amatevi, amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi".
Mosè scende dal monte con l'alleanza per il popolo con le tavole della Legge, invece Cristo, nuovo Mosè, viene a noi con l'Eucarestia, questo grande dono.
L'Ostia deve continuare sempre ad entrare nei nostri corpi, deve continuare sempre, perché satanaccio, quell'orribile mostro deve essere schiacciato, deve essere combattuto.
L'Eucarestia è la medicina che deve alleviare le nostre pene, che deve guarire il nostro corpo. E questa medicina è il corpo di Cristo, è il corpo di Cristo. Cristo sposo, Cristo carità;
Cristo che diventa Comunione; Cristo che ancora si fa mistero del Padre.
Dio è amore. Dio manda il proprio Figlio nella carne.
Dio, uomo incarnato nell'Eucarestia. Cristo non può essere per noi soltanto un segno, ma Cristo è Comunione e Chiesa.
Per questo dobbiamo sempre parlare dell'Eucarestia, ma non dobbiamo neanche dimenticare che in questo periodo di quaresima, dobbiamo fare penitenza. Dobbiamo fare una buona confessione per metterci nella Grazia di Dio con calma, con serenità senza fretta.
Dobbiamo prepararci a questo grande mistero, a questo grande corpo sacramentale che è Cristo-Chiesa.
Il Battesimo che Gesù ha ricevuto, e che ha fatto aprire il tempio del cielo, deve essere per noi un grande bagno, cioè ogni volta deve scendere lo Spirito su di noi per purificarci.
La Quaresima è questa purificazione e santificazione.
La penitenza, poi la Comunione con gli altri e poi l'Eucarestia che è ricevere Cristo.
Gli apostoli sono stati grandi annunciatori di Cristo. Sono stati presenti nell'Istituzione dell'Eucarestia, nella Risurrezione e per l'umanità hanno continuato a divulgare questo grande dono, questa grande venuta.
Per questo voglio ritornare alle prime parole, alla Cena, questo grande Cenacolo, la cena del Giovedì Santo.
Deve essere questo un prepararsi al sangue alla Redenzione di Cristo, ed alla nostra Redenzione perché Cristo ormai è nella Gloria di Dio è un cuore aperto, è il cuore più grande, è il cuore che può accogliere tutti.
Il suo cuore è Amore.
Gesù è il Dio Incarnato, sacramentato... Gesù si dona all'umanità, carissimi... Si dona all'umanità gratuitamente, per volere del Padre "Padre, passi da me questo calice, ma sia fatta la tua volontà e non la mia".
Ancora una volta Gesù Cristo segue la volontà del Padre.
E questo è quello che noi dobbiamo pensare. Dobbiamo pensare a fare la volontà del nostro Padre, del nostro Padre Celeste... L'unico Figlio non se lo è risparmiato.
Pensate, quanto amore prova per noi: dà il suo Figlio per noi. L'Eucarestia, per questo, diventa una grande memoriale vivente. Un triduo pasquale, ricorda ancora una volta, carissimi, il Cenacolo, il Calvario, la Risurrezione.
Gesù è l'esistenza stessa del Padre e dello Spirito.
"Ecco, io vengo per fare la tua volontà".
Noi celebriamo la vita di Gesù con la nostra, ma dobbiamo essere specchio di Gesù. Dobbiamo trasformare la nostra esistenza, facendola guidare da quello Spirito che abbiamo ricevuto da Dio.
O mio Gesù, che sei il roveto ardente, pieno di Spirito Santo... Fa che nell'Eucarestia possiamo trovare il tuo trionfo, il trionfo pasquale.
Dal costato, esce la Chiesa. Tu Cristo, sei sorgente e Chiesa.
O mio Cristo, il sangue e l'acqua che noi trasformiamo, sia bevanda per la salvezza eterna che non ha mai fine.
Noi sacerdoti umilmente, ogni giorno celebriamo un grande mistero. E questo, io lo intitolo matrimonio eucaristico di Cristo: io e Cristo.
Per questo, io ogni volta, a tutti i sacerdoti ed ogni luogo dove vado a predicare dico che prima di tutto, il sacerdote, il prete deve essere uomo di Cristo, deve sapere amare il Cristo, e lo deve sapere testimoniare a tutti, che in lui abita Cristo.
Dobbiamo fare, della Comunione, una grande fonte. Ancora questa volta io la chiamo: fonte di missione.
Dobbiamo divulgare questo grande dono, per essere ognuno di noi battezzati, in ognuno di noi sacerdoti, missionari..
L'Eucarestia, l'Eucarestia deve essere questo grande passaggio dalla vita su questa terra alla vita eterna.
Il cielo deve essere il nostro proiettarci verso l'incontro con Gesù Cristo. È sul Golgota, Gesù sta per morire per noi.
Satana muore, viene schiacciato, viene sconfitto, il peccato viene sconfitto, il figlio muore su quella croce, e dice: "Eloì, eloì, lama sabachthani? Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
Il corpo... muore... lo spirito non muore, si ferma. La Chiesa si ferma, e per tre giorni lo spirito si ferma, e fa scendere il silenzio, la Trinità.
Ecco Gesù che libera l'uomo con la sua morte, l'uomo dall'Egitto del peccato e della morte, il faraone viene schiacciato, definitivamente... in Gesù, tutto è compiuto, e la nuova ed eterna Alleanza si apre...
Nel giorno della Risurrezione il cielo scende sulla terra e la terra sale in cielo. Così, carissimi fratelli e sorelle, si celebra il Mistero Pasquale.
Da parte di Cristo, il Mistero Pasquale, diventa trionfo per tutti noi perché ancora oggi carissimi, dobbiamo ringraziare Dio, che ci ha donato la vita Eterna. La morte sua diventa la sua Risurrezione e la nostra Risurrezione, la sua vita, la nostra vita, la sua gloria, la nostra gloria.
Godiamo, godiamo la sua beata missione in terra, e un giorno la vivremo in cielo.
Viviamo sempre con lui, e con lui per sempre.
Carissimi fratelli, oggi, in questo giorno Cristo è terra, terra che lascia fertile il suo cammino per far germogliare una nuova vita, e questa vita che siamo noi non avrà mai fine. Buona Risurrezione a tutti. Deo gratias. AMEN
Tratto dalla rivista: “Il Servo di Dio Padre Matteo Da Agnone – anno X nr1 gen-giu 2008”
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