mercoledì 5 gennaio 2011

Via Crucis

PREGHIERA
Vieni, o Santo Spirito, riempi il cuor mio e accendilo del fuoco del tuo amore, che ora ha più che mai bisogno di fervidi affetti per­chè sto per visitare la Via Crucis: e se facessi tal visita freddamente, non sarebbe gradita a Gesù, che ha patito tanto per salvarmi; e neppure a te, o Eterno Amore, che per una via di sangue con­ducesti l'Uomo-Dio a compiere sulla Croce la grand'opera della Redenzione. Accresci dunque in me il santo fervore, e fa che da questo pio Esercizio l'anima mia ricavi grazia e forza per portare santamente la croce fino alla mor­te.
Ma avanti di mettere il primo passo sulla via bagnata dal San­gue di Gesù, e dalle lacrime della Vergine Madre, io detesto i miei peccati per le offese che ho fatto a Voi, mio Dio; e me ne pento di cuore, proponendo di non più commetterne, supplicandovi, a concedermi col perdono un per­fetto ritorno a Voi.
Addolorata Maria, venite meco; Angelo mio custode, liberami dal­le distrazioni. Intendo, mio Dio, di lucrare le molte indulgenze concesse dai Sommi Pontefici a chi visita devotamente la Via Cru­cis, e di applicarle a quelle anime purganti che hanno diritto ai miei suffragi.  


STAZIONE I

GESU' CONDANNATO A MORTE

L'Eterno Padre per salvare tanti figli ingrati e ribelli, sottopone Voi innocente e santissimo, al peso delle colpe di tutti gli uomini; e quell'infinito Amore che vi rivestì d'umana carne, che vi ha sottopo­sto ai flagelli, alle spine, agli ob­brobri, ora vi conduce al tribu­nale d'un profano e iniquo giu­dice a ricevere la sentenza della morte più crudele e più infame. Giustizia vuole che il peccato sia punito. Amore vuole che si per­doni al colpevole, e Gesù soddi­sfacendo all'una e all'altro, prende per sè il castigo affinchè noi pos­siamo avere il perdono. Ma la sen­tenza è proferita: Gesù di Naza­ret muoia crocifisso. E' orribile quel sacrifizio! ma l'Amore lo vuole;. e Gesù nulla nega all'Amo­re. - Oh! quale ammaestramento per me, che ho tante volte con­tristato il divino Amore per secon­dare l'amor proprio... Deh! bene­ditemi, o amante Gesù, affinchè io da Voi impara a non negare mai nulla al Divino Amore. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.  


                                                           STAZIONE II

GESÚ ABBRACCIA LA CROCE
Mio penante Salvatore, siete tutto piaghe e tutto sangue; i flagelli sono arrivati fino a scoprirvi le ossa; la corona di spine vi dà spasimi di morte... E non basta sì rigorosa penitenza? No. L'amo­re ancor non è pago, Gesù mio; e dovrete addossarvi una pesante croce e portarla sul monte degli scellerati! Come potrete reggere a tanti strazi? Vi sosterrà l'amore. Andiamo. Io vi seguo piangendo i miei peccati e confessando che quella croce che Voi portate l'ho meritata io... Sì, l'ho meritata la croce, perchè ho peccato tanto. Ma quando il Divino Amore per mio bene me la porge, la prendo io dalle sue mani come fece Gesù? Oh! quante ripulse ha ricevuto da me quell'Amore al quale Voi, o Gesù mio, non diceste mai di nol Deh! beneditemi, affinchè io im­pari a ben accettare e a ben por­tare la croce; e così espiando, per quanto è da me, le mie colpe nella presente vita, possa godere nell'e­ternità i frutti della vostra Pas­sione e Morte. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen 



STAZIONE III

GESÚ CADE SOTTO LA CROCE

Ma come mai, o Gesù, quell'A­more che vi fa patir tanto per noi, non vi sostiene poi sulla via del dolore, e vi lascia cader mezzo morto sotto la croce? Ah. quel­l'Amore vuole nuove soddisfazio­ni, che a Voi costano, o diletto Gesù, nuovi spasimi... vuole che Voi scontiate le mie cadute nel peccato. E' dunque il peccato quella barbara mano che vi spinge a cadere! Ma come vi fu una ma­no crudele che vi gettò a terra, perchè non v'è poi una mano pie­tosa che vi sollevi? Perchè vi rial­zano spietati carnefici tirando crudelmente le funi da cui siete av­vinto? O Agnello mansueto, quan­ti crudeli strapazzi: e tutti per me! Le pene che Voi soffrite erano dovute a me in punizione delle mie innumerevoli colpe e l'Amore le ha scaricate sopra di Voi! Ed io potrò considerarvi caduto sotto il peso dei miei peccati, e non pian­gerli amaramente? Fra tanti vostri dolori beneditemi, o Gesù, e fate che l'arida terra del cuor mio pro­duca finalmente degni frutti di penitenza. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.


                                                        STAZIONE IV

GESÚ INCONTRA L'AFFLITTA MADRE
Mio penante Gesù, quell'Amore che vi sospinge per la via del dolore non dice mai basta; e a tante vostre pene aggiunge una ferita al tenero vostro Cuore. Ecco dunque ché Voi, o il più amoroso dei figli, dovete dividere l'ama­rissimo vostro calice colla diletta Madre; dovete veder soffrire, ago­nizzare quel cuore sì dolce e sì amante di Maria, e sentir così co­me raddoppiati i vostri affanni! - Ma eccovi innanzi la Madre coll'anima trapassata dalla spada del dolore!... e quella spada; oh, come entra addentro anche nel cuore vostro! - L'Amore intanto congiunge in un medesimo Sacri­fizio il Cuor di Gesù e quello di Maria, per modo che il Figlio vuol essere immolato in se stesso e nella Madre; Maria offre all'Eterno in perfetto olocausto se medesima e il Figlio... L'Amore esulta di sacrifizio così perfetto, in virtù del quale verrà aperto agli uomini un tesoro di grazia. - O Gesù, o Maria, che non diceste mai di no all'Amore, benedite, e convertite me a tutti quei fiacchi cristiani che tanto concedono all'amor pro­prio, e poco all'Amor di Dio. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen. 



STAZIONE V

GESÚ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Finalmente, o Gesù mio, siete al­leggerito del peso della Croce... Ma perchè? Perchè i vostri nemici vedendovi quasi moribondo per i sofferti strazi, temono che non possiate giungere al luogo della crocifissione e vogliono ad ogni costo che la vostra vita finisca con quell'infame supplizio. Povero Gesù! che barbara pietà si usa con Voi! In questa stazione si impara come Voi, o Gesù, sebbene vi sen­tiate venir meno sotto il peso del­la Croce, non la deponete da Voi stesso, ma pazientemente aspetta­ te che altri ve la tolga. Oh, quan­to mi confonde questo vostro in­segnamento! Se anch'io prendessi come Voi la Croce dalla mano dell'Eterno Amore, non sarei così intollerante nel sostenerla, nè così bramoso di deporla. Quella trop­pa ansietà di sollievo nelle pene, oh, com'è contraria al vostro Spi­rito! Quel volere ad ogni costo allontanare da noi la croce, oh, quanto dispiace al vostro Amore! - Mio dolce Maestro, unitamente ai vostri santi insegnamenti ed esempi datemi anche una benedi­zione, che mi infonda tranquilla e costante rassegnazione nei pati­menti. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.



STAZIONE VI

GESÚ DA’ IL SUO RITRATTO ALLA VERONICA

Se Voi, o amante Gesù, nel gior­no del dolore non aveste pensato a lasciarci il vostro ritratto, man­cherebbe un tesoro alla pietà dei fedeli. Ma a che non pensa il vo­stro Amore? Quel tesoro però lo confidaste a una generosa donna che seppe vincere naturali ripu­gnanze e rispetti umani. e si fece avanti ad asciugarvi il sanguinoso Volto. - Ecco la bella ricompensa che Gesù dà a chi supera ostacoli, a chi vince se stesso per far cosa a Lui gradita. --- Me felice, se avessi imitato la Veronica, prefe­rendo com'essa l'Amore di Dio ad ogni umana ragione, ad ogni vano timore dell'altrui disprezzo! Quel Divino Amore avrebbe impresso anche nel cuor mio, come nel pan­nolino di quella fortunata donna la cara immagine di Gesù! - Aiu­tatemi, o Gesù mio, che voglio imitarla quella donna generosa, e voglio com'essa preferire ad ogni mio gusto ciò che a Voi più piace. E voi benedite il povero mio cuo­re, rivolgendomi quella dolce pa­rola: Mettimi come suggello sopra il cuor tuo. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.   



STAZIONE VII

GESÚ CADE LA SECONDA VOLTA

In questa Stazione, o Gesù, l'A­more altro non può fare che pian­gere, come pur piangeste anche voi sull'ingrata Gerusalemme Quell'empia città da Voi ricolma d'innumerevoli benefizi vi caccia da sè! Ma che le resta dopo aver cacciato il suo Salvatore é suo Dio? Desolazione e infamia! Eccovi dunque, o disprezzato Salva­tore, caduto a piè della porta di Gerusalemme. Ma quella caduta non fu solamente effetto di sì amaro affronto, che anzi fu piut­tosto effetto della compassione che l'amoroso Cuor vostro provò de­gli orrendi mali che sovrastavano alla città deicida, e a molte altre nazioni che nell'andar dei secoli ne avrebbero seguito il tristo e­sempio, staccandosi dal santo greg­ge della vostra Chiesa. Deh! non vi sia mai più rinnovato tanto ol­traggio; e non vi sia più, non dico una nazione, ma neanche un'ani­ma, che da sè vi discacci, o Gesù, nostra vita. Ed io oggi pregandovi per il ritorno di tutte le nazioni scismatiche, intendo porgervi la mano e rialzarvi da tanto dolorosa caduta. Degnatevi benedire la mia preghiera ed esaudirla. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen


STAZIONE VIII

GESÚ PARLA ALLE DONNE PIANGENTI

O diletto Salvatore, che sebbene stremato di forze, sebbene ver­sante sangue dai profondi squarci della flagellazione, e spasimante per le incessanti trafitture delle spine che vi martoriano la sacra testa, pur andate avanti, chè l'A­more fortemente vi sospinge per la via del dolore. Io vi seguo bacian­do le orme sanguigne che lascia­te sui sassi... Ma Voi a un tratto vi fermate... Che cos'è, o Gesù mio, che attira i vostri sguardi, o per dir meglio, il vostro cuore? Sono le lacrime di alcune donne intenerite al vedervi ridotto a scempio tanto crudele. E Voi vi fermate a dir loro che piangano piuttosto sopra se stesse e sopra i loro figli, perchè se è trattato con tanto rigore il Giusto che s'è addossato colpe non sue, che sarà dei peccatori? - Ma chi compa­tisce i vostri dolori, o Gesù, chi visita divotamente la Via Crucis, si attira i vostri sguardi, e con essi il perdono. Dunque volgetevi an­che a me e beneditemi, conceden­do al duro cuor mio lacrime di sincera contrizione e la grazia d'espiare in questa vita i miei pec­cati. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen. 



STAZIONE IX

LA TERZA CADUTA DI GESÚ

Eccovi, o appassionato Gesù, al dolore dei dolori: Voi avete sof­ferto infiniti stenti e pene, avete pregato, avete pianto, avete ac­cettato la sentenza della più cru­dele morte... e tutto questo per sal­vare l'uomo e rimettergli nel cuo­re il vostro Santo Spirito. Ma ora considerando come gli uomini avrebbero cacciato da sè col pec­cato lo Spirito Santo, condannan­do così se medesimi all'eterna dannazione, il cuor vostro gemendo esclamò: Che giova dunque che io versi il mio sangue?... che io vada a morire, se gli uomini ricu­sano le mie grazie, respingono il mio Spirito, che li condurrebbe all'eterna vita? E cadeste oppresso da pena mortale! Oh potessi darvi la mano, Gesù mio, e rialzarvi da sì penosa caduta! - Dammi ani­me, Voi rispondete, dammi ani­me se vuoi consolarmi! Sì, o buon Gesù, farò quanto potrò per le anime: preghiere, mortificazioni, opere di santo zelo e frequenti suppliche al Santificatore delle anime che è lo Spirito Santo, af­finchè molte più anime si salvino. Ma Voi benedite le mie risoluzioni, e rendetele feconde di santi frutti. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen  


STAZIONE X

GESÚ SPOGLIATO E AMAREGGIATO

A forza di stenti Gesù è arrivato al luogo della crocifissione, e an­che qui l'amore vuole nuovi sa­crifizi da quel generoso, che nulla gli nega. Avete dunque da scon­tare, o innocente Salvator mio, innumerevoli vanità e immodestia nel vestire; ed ecco che vi si strap­pano crudelmente le vesti con acerbo strazio delle membra tutte lacere, e con penoso ludibrio. Ave­te da espiare tante nostre intem­peranze, golosità e innumerevoli peccati di parole, ed ecco la bene­detta vostra bocca amareggiata dal fiele! O vera Vittima di tutte le nostre iniquità, quanto mai vi costa strapparci dalle unghie di Satana, e rimetterci nel seno del vostro Amore! Ah! se prima di acconsentire al peccato si pensasse agli eccessivi vostri patimenti, chi sarebbe tanto ingrato e crudele da tornare ad offendervi? - In­fondeteci, o Gesù, il vostro Santo Spirito che è lume dei cuori, affin­chè conoscendo meglio quanto avete patito per noi, fuggiamo il peccato ad ogni costo. Alzate an­cora la destra prima che sia in­chiodata alla Croce, o Gesù, e be­neditemi. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen 



STAZIONE XI

GESÚ INCHIODATO ALLA CROCE

Chi potrà distendere un Uomo­Dio sopra un patibolo? Chi potrà inchiodarvelo, se non l'Amore? Ed ecco infatti l'Amore che dall'alto del Golgota addita a Gesù tutte le nazioni dell'universo dannate in Adamo in eterno bando dal Cielo, e gli dice che colla sua vittoriosa morte di Croce ha da strapparle alle potestà del demo­nio, e rimetterle in seno del cele­ste Padre. - L'Agnello di Dio ri­pete il fiat del Getsemani, si di­stende sul tronco di morte, porge mani e piedi ai carnefici... Fatene pure ciò che volete, o crudeli! Ge­sù è la Vittima dell'amore... non resiste... anzi vuole tutti quei tor­menti... L'anima mia confusa e in­tenerita, resta muta, o Gesù... Sen­to che vorrei dirvi tante cose, ma non posso. Bacio le vostre Mani inchiodate, e vi ringrazio che ave­te in certo modo inchiodate anche quelle della Giustizia, perchè non ci punisca come meritiamo. Gra­zie, o Gesù. Beneditemi, accende­temi di quell'amore che rende soa­vi i sacrifizi: ed inchiodate ai vo­stri Piedi la volontà mia affinchè non vi offenda più. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen. 


STAZIONE XII

GESÚ MUORE SULLA CROCE

L'Amore ha vinto! Ecco è giun­to a spogliare la sua Vittima di tutto: del Sangue, che per noi versò fino all'ultima stilla; di ogni conforto, negando un sorso d'ac­qua all'ardente sua sete, un ap­poggio al suo capo cadente... e lo lascia penzolare dai chiodi fino alle estreme agonie, fra gli scherni più crudeli! Lo spoglia poi della Madre che in Giovanni è data a noi; e in certo modo anche del Padre, che lo lascia nel più deso­lante abbandono!... - Ah, buon Gesù! che vi rimane dopo che l'Amore vi ha così spogliato di tutto? Vi rimane l'Amore, col qua­le siete perfettamente d'accordo; e al quale in un supremo slancio Voi rilasciate anche la vita, immo­landovi immacolato a Dio nello Spirito Santo, cioè nell'Amore, Ormai potete proferire il consum­matum est, proclamando in faccia al Cielo e alla terra che tutto è compiuto; che la Giustizia è sod­disfatta, che il mondo è redento. Abbassando il capo dateci ora il bacio della riconciliazione, ed e­mettete il benedetto vostro Spi­rito, chè il nostro cuore è aperto per riceverlo. Vieni in me, o Spi­rito del mio Gesù, e portami ogni benedizione. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen 



STAZIONE XIII

GESÚ É DEPOSTO DALLA CROCE

Il Divino Amore ha finito e per­fezionato l'opera sua facendo mo­rire sulla Croce il Figlio di Dio per riscattare gli uomini e dar loro l'eterna vita, ed altro ora non gli rimane che aprire ai redenti il santuario dell'Amore medesimo; ed ecco che una lanciata trapassa il Cuore al morto Gesù... Ora sì che il Divino Amore ha compiuto l'opera sua, e rilascia all'amor dei redenti il santo Pegno del nostro riscatto. Dunque tocca ora a noi a levar di croce Gesù, a versargli balsamo sulle piaghe. Oh, Gesù mio, intendo. Ma io invece di le­varvi di croce con opere sante, vi ci ho riconfitto col peccato, e in­vece di versar balsamo sulle vostre piaghe, le ho tante volte inacer­bate colla mia ingratitudine! Me­riterei di provare gli effetti del vostro sdegno, ma qui non v'è che amore e perdono. Perdonatemi dunque, o Signore, mentre vi of­fro gli amplessi della vostra desolata Madre, che lacero e morto vi stringe al seno. Ma Gesù tace, o Maria, e non vi chiama più Ma­dre: questo dolce nome è divenu­to mia eredità: oh, quanto mi è cara questa eredità! Deh, Madre mia! mettetemi nel Cuore di Gesù, e in quello fatemi vivere e morire. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.  


STAZIONE XIV

SEPOLTURA DI GESÚ

O fortunata terra, che apristi il séno all'estinta salma del Salva­tore, a quell'immacolato Corpo che ha espiato tutti i peccati del mondo, e lo tenesti tre giorni in te! Questo mistero in certo modo ti santifica cancellando l'antica maledizione del peccato, e chia­mando sopra di te le benedizioni del Cielo. La bella sorte d'aprirvi un sepolcro, o mio Gesù, ma un sepolcro vivo ed amante, l'ho an­ch'io sempre che vi ricevo vivo e vero nella Comunione Eucaristica. Deh! fate che allora accada al mio cuore ciò che accadde presso il vostro Sepolcro: esso fu visitato dagli Angeli, guardato con tene­rezza materna da Maria, temuto dai nemici che gli caddero tra­mortiti attorno, e rischiarato dai fulgori della Divinità nella risur­rezione. Si concedetemi, o Signore, tutte queste grazie, frutto della morte e sepoltura vostra. Ma pri­ma di levarmi di qui, o Gesù, che siete morto per tutti, vi pre­go a effondere nuovamente il vostro Divino Spirito sulla terra, e così aprire a tutti i redenti il seno dell'infinita vostra miseri­cordia. Pater, Ave Gloria. Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.
 
* Via Crucis scritta nel 1800 dalla Beata Elena Guerra


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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.