martedì 15 febbraio 2011

Dettati di Gesù a Maria Valtorta sull'Eucarestia



1) I DIVERSI COMPORTAMENTI DELLE ANIME NELL'ACCOGLIERE L'EUCARISTIA, E I FRUTTI CHE NE DERIVANO:
«Se la mia Carne è realmente cibo e il mio Sangue è real­mente bevanda, come mai le vostre anime muoiono di inedia? Come mai non crescete nella vita della grazia?
Vi sono molti per i quali è come se le mie chiese non aves­sero ciborio. Sono coloro che mi hanno rinnegato o dimentica­to. Ma vi sono anche molti che si cibano di Me. Eppure non progrediscono. Mentre in altri, ad ogni unione con Me-Euca­ristia, vi è un accrescimento di grazia. Ti spiegherò le cause di queste differenze.
Vi sono i perfetti che mi cercano unicamente perché sanno che la mia gioia è di essere accolto nel cuore degli uomini e che non hanno gioia più grande di questa di divenire una sola cosa con Me. In questi l'incontro eucaristico diviene fusione, ed è tanto forte l'ardore che da Me emana e che da loro si spri­giona, che come due metalli in un crogiolo noi si diventa una cosa sola. Naturalmente quanto più la fusione è perfetta tanto più la creatura prende l'impronta mia, le mie proprietà, le mie bellezze. Così sanno unirsi a Me quelli che voi chiamate poi "Santi", ossia i perfetti che hanno capito chi Io sono.
Ma in tutte le anime che vengono a Me con vero trasporto e puro cuore Io porto grazie indicibili e trasfondo la mia gra­zia, di modo che esse procedono sulla via della Vita e anche se non raggiungono una santità clamorosa, riconosciuta dal mondo, raggiungono sempre la vita eterna, perché chi sta in Me ha vita eterna.
Per tutte le anime che sanno venire a Me con l'ardore lei primi e con la fiducia dei secondi e che mi dànno tutto quanto è in loro potere di dare, ossia tutto l'amore di cui sono capaci Io sono pronto a compiere prodigi di miracoli pur di unirmi a loro. Il cielo più bello per Me è nel cuore delle creature che mi amano. Per loro, se la rabbia di Satana distruggesse tutte le chiese, Io saprei scendere, in forma eucaristica, dai Cieli. I miei angeli mi porterebbero alle anime affamate di me, Pane vivo che dal Cielo discende.
Non è del resto cosa nuova. Quando la fede era ancora fiam­ma di amore vivo Io ho saputo andare ad anime serafiche sep­pellite negli eremi o nelle celle murate. Non occorrono catte­drali a contenermi. Mi basta un cuore che l'amore consacri. Anche la più vasta e splendida cattedrale è sempre troppo an­gusta e povera per Me, Dio che empio di Me tutto quanto è. Opera umana è soggetta alle limitazioni dell'umano e lo sono infinito. Mentre non m'è angusto e povero il vostro cuore se la carità lo accende. E la più bella cattedrale è quella della vostra anima abitata da Dio.
Dio è in voi quando voi siete in grazia. Ed è del cuore vo­stro che Dio si vuole fare un altare. Nei primi tempi della mia Chiesa non vi erano le cattedrali, ma Io avevo un trono degno di Me in ogni cuore di cristiano.
Vi sono poi quelli che vengono a Me soltanto quando il bi­sogno li spinge o la paura li sprona. Allora vengono a bussare al Tabernacolo che si apre, concedendo sempre conforto, spes­so, se è utile, la grazia richiesta. Ma vorrei però che l'uomo venisse a Me non soltanto per chiedere ma anche per dare.
Indi vengono quelli che si accostano alla Mensa, dove lo mi faccio cibo, per abitudine.
In questi i frutti del Sacramento durano per quel poco di tempo che durano le Specie e poi dileguano. Non mettendo nessun palpito nel loro venire a Me, non progrediscono nella vita dello spirito che è essenzialmente vita di carità. Io sono Carità e porto carità, ma la mia carità viene a languire in queste anime tiepide che nulla riesce a scaldare di più.
Altra categoria, quella dei farisei. Vi sono anche ora; è una gramigna che non muore. Costoro fanno gli ardenti, ma sono più freddi della morte. Sempre uguali a quelli che mi misero a morte vengono, mettendosi bene in mostra, gonfi di super­bia, saturi di falsità, sicuri di possedere la perfezione, senza misericordia fuor che per se stessi, convinti d'essere esempio al mondo. Invece sono quelli che scandalizzano i piccoli e li allontanano da Me perché la loro vita è una antitesi di quella che dovrebbe essere e la loro pietà è di forma ma non di so­stanza, e si tramuta, non appena allontanati dall'altare, in du­rezza verso i fratelli. Questi mangiano la loro condanna per­ché Io perdono molte cose, conoscendo la vostra debolezza, ma non perdono la mancanza di carità, l'ipocrisia, la superbia. Da questi cuori Io fuggo al più presto possibile.
Considerando queste categorie è facile capire perché l'Eu­caristia non ha ancora fatto del mondo un Cielo come avrebbe dovuto fare. Siete voi che ostacolate questo avvento d'amore che vi salverebbe come singoli e come società. Se realmente vi nutriste di Me col cuore, con l'anima, con la mente, con la vo­lontà, con la forza, l'intelletto, con tutte insomma le potenze vostre, cadrebbero gli odi, e con gli odi le guerre, non vi sa­rebbero più le frodi, non le calunnie, non le passioni sregolate che creano gli adulteri e con questi gli omicidi, l'abbandono e la soppressione degli innocenti. Il perdono reciproco sarebbe non sulle labbra, ma nei cuori di tutti, e sareste perdonati dal Padre mio.
Vivreste da angeli passando le vostre giornate adorando Me in voi e invocando me per la prossima venuta. La mia costan­te presenza nel vostro pensiero terrebbe voi lontani dal pecca­to, il quale sempre comincia da un lavorìo del pensiero che poi si traduce in atto.
Ma dal cuore fatto ciborio non uscirebbero che pensieri soprannaturali e la terra ne sarebbe santificata.
La terra diverrebbe un altare, un enorme altare pronto ad accogliere la seconda venuta del Cristo, Redentore del mon­do».

2) L'EUCARISTIA È CIBO E MEDICINA DELL'ANIMA E DEL CORPO. IL PANE E IL VINO SONO SEGNI INDISPENSABILI PER I NOSTRI OCCHI MATERIALI:
«Per sostenere le forze fisiche occorre nutrire il corpo. L'in­digente che non può acquistare cibo, lo mendica ai ricchi. Di solito chiede pane. Senza il pane è impossibile la vita.
Voi siete dei poveri che avete bisogno di cibo per la vostra anima. Alla vostra povertà Io ho dato il Pane eucaristico. Esso vi nutre le midolla dell'anima, dà vigore allo spirito, sostiene le forze spirituali, aumenta il potere di tutte le facoltà intellet­tuali, perché dove è vigore di vita è anche vigore di mente.
Cibo sano trasfonde sanità. Cibo vero infonde vita vera. Cibo santo suscita santità. Cibo divino dà Dio.
Ma oltre che poveri voi siete ammalati, deboli non della sola debolezza che dà la mancanza di cibo e che cessa col cibo. Sie­te deboli per le malattie che vi estenuano. Quante malattie ha la vostra anima! Quanti germi vi inocula il Maligno per creare queste malattie! A chi è debole e ammalato occorre non solo pane ma anche vino.
Io nella mia Eucaristia vi ho lasciato i due segni di quello che occorre alla vostra natura di uomini poveri e alla vostra debolezza di uomini ammalati. Pane che nutre, vino che cor­robora. Avrei potuto comunicarmi a voi senza segni esterni. Lo posso. Ma siete troppo pesanti per afferrare lo spirituale. I vostri sensi esterni hanno bisogno di vedere.
La vostra anima, il vostro cuore, la vostra mente, si arren­dono soltanto, e a fatica ancora, davanti alle forme visibili e toccabili. Tanto è vero che, se arrivate a credere Me nell'Euca­ristia e di ricevere Me nella particola, non ammettete, nella grande maggioranza, l'infusione in voi dello Spirito, dal quale vi vengono palpiti, luci, impulsi di opere buone.
Se credeste con quella forza di cui il Mistero è degno, sen­tireste, nel ricevermi, entrare in voi una vita. Il mio avvicinar­mi a voi vi dovrebbe ardere come l'accostarsi ad una ardente fornace. Il mio stare in voi dovrebbe farvi sommergere in un'estasi che vi astrarrebbe il profondo dello spirito in un ra­pimento di Paradiso.
Il fondersi della vostra umanità bacata alla mia Umanità perfetta vi porterebbe salute anche fisica, per cui, malati cor­poralmente, resistereste alle malattie finché Io dicessi "Basta" per aprirvi il Cielo. Vi porterebbe intelligenza per capire pron­tamente e giustamente. Vi renderebbe impenetrabili agli assalti sfrenati o alle sottili insidie della Bestia.
Invece posso fare poco perché entro dove la fede è langui­da, dove la carità è superficiale, dove la volontà è in abbozzo, dove l'umanità è più forte dello spirito, dove, soprattutto, non fate sforzo per reprimere la carne onde emerga lo spirito.
Non vi sforzate per nulla. Aspettate da Me il miracolo. Nulla mi vieta di compierlo. Ma Io voglio da parte vostra almeno il desiderio di meritarlo.
A chi si volge a Me gridando di aiutarlo e imitando la fede delle turbe di Galilea, Io mi comunicherò non solo col mio Cor­po e il mio Sangue, ma con la mia Carità, col mio Intelletto, con la mia Forza, con la mia Volontà, con la mia Perfezione, con la mia Essenza. Sarò, nell'anima che sa venire a Me, come sono in Cielo, nel seno del Padre da cui procedo generando lo Spirito che è Carità e vertice di perfezione».

3) VITA EUCARISTICA È VITA DI COMUNIONE, COME QUELLA DELLA VERGINE MARIA: «Per ottenere veri frutti dall'Eucaristia, non bisogna consi­derare questa come un episodio che si ripete ad epoche più o meno distanziate nel tempo, ma farne il pensiero base della vita. Vivere pensando a Me-Eucaristia che mi appresto a veni­re o che sono venuto in voi, facendo dell'incontro un continuo presente che dura quanto dura la vostra vita. [...] Anche qui ti propongo a modello Maria. La sua unione con Me deve essere il modello della tua unione con Me. La vita di Maria, mia Madre, fu tutta eucaristica. [...) Non ci siamo mai separati tra noi due. Ella aspirava a Me con tutta la forza del suo cuore verginale e immacolato at­tendendo il promesso Messia. Comunione purissima di desi­derio che attirava Me dal profondo del Cielo. Più viva comu­nione dal momento della beata annunciazione sino all'ora del­la morte sulla Croce. I nostri spiriti erano sempre uniti dal­l'amore. Comunione d'amore intensissimo e di immenso do­lore durante il mio martirio e nei giorni della mia sepoltura. Comunione eucaristica dopo la gloriosa Risurrezione e l'Ascen­sione sino all'Assunzione che fu eterna unione della Madre pu­rissima col Figlio divino. Maria è stata l'anima eucaristica perfetta. Sapeva trattenere il suo Dio con un amore ardente, una purezza superangelica, un'adorazione continua. Come separarsi da quel cuore che vi­veva di Me? Io rimanevo anche dopo la consumazione delle specie. Le parole dette a mia Madre nei miei trentatré anni che le fui figlio sulla terra, non sono niente di fronte ai colloqui che Io-Eucaristia ebbi con Lei-Ciborio. Ma quelle parole sono trop­po divine e troppo pure perché mente d'uomo le possa cono­scere e labbra d'uomo ripetere. Nel Tempio di Gerusalemme solo il Sacerdote entrava nel Santo dei Santi dove era l'Arca del Signore. Ma nel tempio della Gerusalemme celeste solo Io, Dio, entro e conosco i segreti dell'Arca santissima che è Ma­ria, mia Madre. Sfòrzati - conclude Gesù - d'imitare Maria. E, poiché è trop­po ardua cosa, di' a Maria che ti aiuti. Ciò che all'uomo è im­possibile, è possibile a Dio, possibilissimo poi se chiesto in Maria, con Maria, per Maria».

4) L'EUCARISTIA È IL CUORE DI GESÙ:
«Ora che hai visto, hai capito cosa è l'Eucaristia? È il mio Cuore che Io distribuisco a voi. Dono più grande e più amo­roso non potevo farvi.
Se quando ricevete la Comunione sapeste vedere Me che vi do il mio Cuore, non vi commuovereste? Ma la fede dovrebbe essere tanto forte e tanto forte la carità, da farvi vedere que­sto. Questa visione mentale non dovrebbe costituire un mio dono eccezionale. Dovrebbe costituire la regola, la dolce rego­la. E sarebbe la regola se foste realmente miei discepoli.
Allora vedreste Me, udreste Me dire sul Pane e sul Vino le parole della consacrazione, spezzare e distribuire il Pane por­gendovelo con le mie stesse Mani. Il mio sacerdote scompari­rebbe perché Io mi sovrapporrei a lui per dirvi: "Ecco il Cor­po del Signore Gesù Cristo, il mio Corpo che vi deve custodi­re per la vita eterna". E alla luce dell'amore vedreste che lo vi porgo lo stesso mio Cuore, la parte superperfetta del mio Cor­po perfettissimo, quella dalla quale sgorga la Carità stessa.
Ho fatto questo per amore di voi: ho dato Me stesso. E que­sto ho fatto per te oggi: ho sollevato il velo del Mistero e ti ho fatto conoscere come Io vengo a voi, come mi do a voi, cosa vi do di mio, anche se voi non sapete vedere e capire [...]».

5) IL LATTE VERGINALE DI MARIA È DIVENUTO SANGUE DI GESÙ. NU­TRIRSI ALLA MENSA EUCARISTICA È COME NUTRIRSI AL SUO SENO PURIS­SIMO:
«L'Eucaristia è il mio Sangue e il mio Corpo. Ma avete mai riflettuto che quel Sangue e quel Corpo sono stati formati col sangue e il latte di Maria?
Ella, la Purissima che accolse il Cielo nel suo grembo ve­stendo delle sue carni di candore immacolato il Verbo del Pa­dre dopo le nozze divine con lo Spirito Santo, non s'è limitata a generare il Salvatore. L'ha nutrito del suo latte. Onde voi, uomini che di me vi cibate, succhiate il latte di Maria che è divenuto sangue in Me.
[...] Pensatelo, figli che poco ci amate. Io sono contento che succhiate a quel seno da cui ho tratto alimento. Ma vorrei che, come pargoli nutriti a un seno, in voi aumentasse la vita, vor­rei cresceste e vi irrobustiste. Il latte della nutrice trasfonde, oltre la vita materiale, tendenze morali. Come potete voi, nu­triti a quel seno purissimo, non prendere somiglianza spirituale di Maria? Ella vi stringe al seno, così macilenti, malati, spor­chi come siete. E vi deterge, vi nutre, vi porta dal suo Primo­genito perché vuole che lo amiate [...]».

6) L'EUCARISTIA PRESERVA DALLA MORTE ETERNA:
«Colui che piangete non è morto, ma vive in Me. Sappiate che il medesimo Pane che vi ha sfamato l'anima mentre era­vate uniti sulla terra, mantiene la vita e la comunione fra i vostri spiriti viventi quaggiù e i trasumanati viventi in Me. Nulla può fare la piccola morte di male agli spiriti immortali. È la grande morte quella da temersi, quella che veramente vi toglie in eterno un vostro parente, un vostro coniuge, un vo­stro amico. La grande morte, ossia la dannazione dell'anima, la quale separa realmente da Me cellule del mio mistico Cor­po cadute in preda delle cancrene di Satana.
Ma per coloro che sono morti nel mio Nome e che hanno nutrito in sé la vita dello spirito con il Cibo eucaristico, che non perisce e che è sempre preservazione dalla morte eterna, no, per essi non c'è da piangere, ma da giubilare, perché essi sono usciti dal pericolo di morire per entrare nella Vita.
Pensa, pensate che ben difficilmente chi s'è nutrito di Me può essere fratello di Giuda, simile a lui al quale il mio Pane non fu Vita ma Morte.
[...] Vi nutro del mio alimento per farvi nascere immortali nell'ora di quella che voi chiamate "morte", e altro non è che "passaggio".
[...] Ai segnati del mio Sangue le trombe dell'universale ap­pello saranno vita nuovamente infusa e dalle pieghe del suo­lo, in cui dormivano da secoli, le ossa dei giusti sorgeranno a vestirsi, con giubilo, di carne perfetta, perché nutrita dal Pane vivo sceso dal Cielo per voi e del Vino spremuto dalle vene del Santo che vi verginizza l'anima e la fa degna di entrare nella Gerusalemme del Cielo».

4 commenti:

  1. Stupende parole che solo da Te mio Salvatore possono uscire. Gesù mio concedimi la grazia di amarTi sempre più. Infiammami d'amore per l'Eucaristia e fammi comprendere veramente cosa voglia dire cibarmi di Te. Oh Maria Madre mia, insegnami ad amare come si deve Tuo Figlio Gesù con umiltà e purezza. Così sia.

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  2. Che dono immenso l'Eucarestia! Resta con noi Signore... non guardare alla nostra miseria.

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  3. Signore Benedetto aiutami a capire,dammi la forza, illuminami,facilita il mio cammino verso di TE pechè come sai ho così tanti di quegli ostacoli che mi riempiono di rabbia, amarezza,preoccupazioni materiali che mi rendono amara e disillusa! Fammo intravedere un filo di luce,dammi un briciolo di serenità cosìcchè possa dedicarmi con gioia alla vita Eterna accontentandomi di una vita terrena semplice e dedicata alla preghiera

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  4. Adoro gli scritti della Valtorta!!!! Sento proprio che mi entrano nel Cuore le parole di Gesù quando leggo i suoi dettati...!

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.