martedì 8 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO


(Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)

8 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO GESU' CRISTO

I. Considera quanto sia stato grande l'amore di S. Michele verso Nostro Signore Gesù Cristo. Co­minciò quest'amore dal principio del mondo, quan­do agli Angeli fu manifestato il mistero dell'Incar­nazione. Fu questa la cagione - dice il P. Gra­nata - per cui Lucifero si ribellò a Dio. Conoscen­do che il Divin Verbo avrebbe assunto nella pie­nezza dei tempi la natura umana e sarebbe dive­nuto così capo degli Angeli e degli uomini, adorato dagli uni e dagli altri per l'unione ipostatica, sdegnò Lucifero di adorare il Verbo nell'assunta umanità, e trascinò nella rivolta molti Angeli, ma sorse S. Michele a difendere l'onore di Gesù Cristo, predicò agli Angeli l'adorazione dovuta al Verbo Incarnato, con­fuse Lucifero e lo vinse con tutti i suoi seguaci. Per l'amore che nutriva verso il futuro Redentore, mantenne viva nei Patriarchi la fede nel Messia, promettendo ad Abramo che dalla sua stirpe sarebbe nato colui, che dar doveva la benedizione alle gen­ti. Trattenne il braccio ad Abramo che stava per sacrificare suo figlio Isacco, mostrandogli nell'ariete tra le spine quell'Agnello che doveva poi immolarsi per la salute del mondo: Abramo vide in ispirito Gesù Cristo e ne gioì. Fu S. Michele che confermò a Giacobbe le divine promesse, e si fece custode e protettore del popolo eletto, liberandolo con straordinari prodigi dall'Egitto, accompagnandolo nel deserto, introducendolo nella terra promessa, par­lando ai Profeti del futuro Messia.
II. Considera come S. Michele, appena nacque Ge­sù Cristo, andò subito con gli Angeli ad adorarLo nella Grotta di Betleem e fece annunziare ai Pa­stori la grande meraviglia che era nato in Betleem il Salvatore. Mediante una stella ne significò il pro­digio ai Re di Oriente e li condusse a venerare il Dio umanato. Avvisò poi S. Giuseppe nel sonno a fuggire in Egitto per liberare Gesù Bambino dal fu­rore di Erode che Lo cercava a morte. Chi potrà immaginare quanti servizi rese a Gesù in viaggio e nella penosa dimora in Egitto? Fu S. Michele che avvisò nuovamente S. Giuseppe a ritornare in Giu­dea, essendo morti coloro che insidiavano la vita di Gesù. Dopo il digiuno e la tentazione che Gesù ebbe da parte di Lucifero nel deserto, venne S. Michele coi suoi Angeli a servirLo. Nell'agonia dell'Orto del Getsemani fu S. Michele quell'Angelo - come dice S. Bonaventura, che venne a confortar Gesù, dicendogli: « Dio mio, Gesù, io ho offerto al Padre vostro la vostra orazione a sudore di sangue avanti a tutta la Corte celeste, e tutti noi Angeli genu­flessi abbiamo supplicato a voler far passaggio di questo Calice: ma il vostro Padre ha risposto: Ben sa il mio dilettissimo Figlio Gesù, che la Redenzione del genere umano, che tanto bramiamo, non si può tanto gloriosamente adempiere, senza lo spar­gimento del Suo sangue: che però conviene, che Ei muoia». Seguì poi Gesù durante la Passione; dopo la morte, accompagnò la Sua benedetta anima al Limbo. Rivoltò la pietra del sepolcro, e nel giorno dell'Ascensione fu S. Michele a guidare le schiere angeliche incontro al Salvatore per accompagnarLo poi nel Suo glorioso ingresso in Cielo.
III. Considera come. S. Michele, per l'amore che porta a Gesù Cristo, vuole che tutti i credenti L'a­mino di vero cuore e non sopporta che l'amabile Redentore sia offeso e maltrattato dall'uomo. Quan­to fu l'amore che ebbe per Gesù Cristo, altrettanto fu l'odio che ebbe ed ha per Lucifero e suoi seguaci; similmente arde di sdegno e d'ira contro quegli in­grati cristiani che non amano, ma offendono il Di­vin Redentore. Procura tu almeno, ad esempio di S. Michele, di accendere il tuo cuore di amore vero, sincero e costante verso il Divin Salvatore. Sforzati di avanzare sempre più nel divino amore, e così me­riterai una speciale protezione del Principe degli An­geli. Che se il tuo cuore è languido, debole e sfor­nito di tale amore, invoca con devoti affetti il prin­cipe dei Serafini S. Michele, affinché voglia accen­dere il tuo cuore con le fiamme del santo amore verso Gesù Cristo.
APPARIZIONE DI S. MICHELE A S. EUDOCIA
La potenza di S. Michele Arcangelo risplendette nella conversione di S. Eudocia, la quale, da grande peccatrice, diventò una martire di Gesù Cristo, sotto il Regno dell'Imperatore Traiano. Originaria della Samaria, essa venne ad abitare in Eliopoli non ad altro fine, che per vivere con maggiore libertà nelle sue dissolutezze. Convertita quivi per opera del Mo­naco S. Germano, e distribuite ai poveri le grandi ricchezze, acquistate con la sua turpe vita, diede la libertà ai suoi schiavi e prima di ricevere il batte­simo trascorse sette giorni in una camera digiunan­do e pregando senza vedere alcuno come le aveva ordinato il S. Monaco. Essendo venuto questi a tro­varla, essa appena lo vide, subito gli disse: « Ringra­ziate Dio, mio Padre, delle grazie che si è compiaciuto di fare a me, benchè io ne sia indegna. Ho passato sei giorni nel mio ritiro a piangere i miei peccati, e a compiere con esattezza tutti i divoti esercizi che mi avete prescritti. Nel settimo giorno, essendo pro­strata con la faccia a terra, mi son veduta ad un tratto circondata da una gran luce che mi abba­gliava. Ho veduto nello stesso tempo un giovane vestito di bianco dall'aria serena, che prendendomi per la mano mi ha innalzata fino al cielo, dove mi parve di vedere una folla di persone vestite come lui, e mostrando grande gioia nel vedermi, si ral­legrarono con me, perchè un giorno avrei avuta parte alla medesima gloria. Mentre ero in questa visione, vidi un mostro orribile, il quale si lagnava, con Dio per mezzo di urli orrendi, perchè gli ve­niva rapita una preda, che per tanti titoli era sua. Allora una voce venuta dal cielo lo mise in fuga, dicendo che piace alla bontà infinita di Dio di aver pietà dei peccatori che fanno penitenza; e la stessa voce facendomi sperare una particolare protezione nel rimanente di mia vita, ha ordinato al mio Con­dottiero, che ho inteso essere l'Arcangelo S. Michele, di farmi ritornare nel luogo nel quale io sono». E di fatti questa nuova Samaritana fu così validamente protetta da S. Michele, che dopo una vita penitente e santa, accompagnata da tanti miracoli e stupende conversioni, potè morire martire il 1° marzo del­l'anno 114.      

PREGHIERA

O Arcangelo S. Michele, difensore del Tesoro di Dio, glorificatore amoroso di Gesù nostro Salvatore, io Vi venero, Vi lodo, Vi prego di ottenere al mio cuore un amore sincerò e perseverante verso il Di­vino Redentore, per cui possa meritare di goderLo eternamente in Cielo.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto o S. Michele, che difendeste in cielo il trono di G. C. contro gli attentati del Dragone infernale.

FIORETTO

Farai una visita a Gesù Sacramentato con la Comunio­ne Sacramentale, oppure mezz'ora di adorazione mentale su l'amore di Gesù Sacramentato.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. 

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.