giovedì 10 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

   (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)

10 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO IL PROSSIMO

I. Considera che Dio è carità, e che di carità arde chi a Lui si avvicina. L'Arcangelo S. Michele che fra i beati Spiriti è il più vicino a Dio, dev'es­sere anche il più ardente in amore. E come Dio è tutto amore per l'uomo, così l'Arcangelo Michele è tra gli Angeli quello che più ama il genere uma­no. La Santa Chiesa ce lo rappresenta qual con­tinuo intercessore per gli uomini presso Dio, sem­pre sollecito ad implorare con le sue preghiere dal­l'Agnello Divino pietà e perdono. E la sua preghiera non è sterile o infruttifera, ma ottiene tali e tante grazie per chi prega, che li conduce al regno dei Cieli. Oh amore grande del S. Arcangelo! Egli che è beato nella visione di Dio, si rivolge tuttavia a guardare l'uomo infelice: si commuove di tene­rezza, e non cessa di pregare per l'uomo.
II. Considera come l'Arcangelo Michele non solo prega continuamente per l'uomo, ma per l'altissimo grado di cui gode in cielo, raccoglie ed avvalora le preghiere di tutti i beati a vantaggio dei miseri mor­tali. S. Giovanni nell'Apocalisse Lo vide vicino al­l'Altare del Tempio della celeste Gerusalemme con in mano un dorato incensiere: molti aromi ed incensi venivano a Lui offerti perchè li bruciasse innanzi al Tempio di Dio. L'incenso è simbolo della preghiera, come spiega lo stesso S. Giovanni. Il dorato incensiere è la dignità di Michele, che è tanto accetto a Dio, da porgerGli le raccomandazioni dei Santi, e da Avvalorare le loro preghiere a bene­ficio degli uomini. Ecco perchè la Chiesa, nell'of­frire sotto il simbolo dell'incenso le nostre preghiere a Dio durante la Santa Messa invoca la intercessione di S. Michele Arcangelo, al quale affida an­che il glorioso incarico di presentare a Dio il Sa­crificio dell'Angelo Immacolato.
E' più facile - dice S. Pantaleo - numerare le stelle del cielo, o l'arena del mare, che cantare i be­nefici tratti dalla grande carità di S. Michele. Im­para, o cristiano, dall'Arcangelo S. Michele ad amare il tuo prossimo con i fatti e non con le sole parole; abbi per certo che la più piccola opera di carità fatta al prossimo non sarà senza mercede in Cielo.
Consolati, o cristiano, che nel Cielo hai questo Arcangelo, che assai meglio di Geremia prega molto per te.
III. Considera come la vera carità non si contenta di parole, ma vuole opere. Tale è l'insegnamento dell'Apostolo S. Giovanni.
Le vere prove della carità verso il prossimo sono le opere di beneficenza. Oh quanto più grande si ma­nifesta la carità di S. Michele, se si attende alle grazie che ha sempre dispensato e non cessa di di­spensare! Molti angeli furono da lui salvati; Adamo, dopo la caduta, fu animato da Michele a piangere la sua colpa, a lavorare la terra, e non più ricadere in peccato; da Michele fu avvertito Noè di eccitare i popoli alla penitenza. Frutto della carità dell'Ar­cangelo Michele fu il passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei fuggenti dinanzi al Faraone e la manna che quotidianamente pioveva dal cielo nel deserto ad alimentare il popolo di Dio.
Che dire poi delle grazie fatte da Michele ai fedeli della nuova legge?
APPARIZIONE DI S. MICHELE NELLA SPAGNA
A motivo di un'altra apparizione, fu edificato in onore di S. Michele in insigne Romitorio, che poscia divenne Chiesa Patriarcale di Ontinente nel regno di Valenza. Certo è che grande è stata la protezione che questo sublime Spirito ha esercitato su quel re­gno e su quella città, come ne fa fede il suo istorico Escolano, il quale dice «E' degno di considerazione che S. Michele fu quel­lo che pose fine ai Mori nella nostra città, come fu egli stesso che aveva dato inizio alla loro distruzione. quando ti Re D. Giacomo si impadronì della loro terra ai vespri della festa di S. Michele. Invero essendo restata una gran contrada di Valenza co­me abitazione dei Mori, dopo la loro conquista, l'an­no 1521, stando ivi giocando alcuni fanciulli cristia­ni nel giorno di S. Michele, mossi da una divina ispi­razione, presero un quadro del Santo Arcangelo, e congiungendosi con loro altra gente, con grandi ac­clamazioni lo portarono alla Moschea de' Mori, i quali non ebbero ardire di far loro resistenza. Gri­darono allora quei fanciulli « Viva S. Michele; Viva S. Michele, e la fede di G. C. », e così dicendo lo posero in quel luogo, dove il giorno di S. Dionigio si disse la Messa. Da ciò prese occasione Vincenzo Perez per spingere quei Mori a farsi Cristiani, così infatti avvenne. I Mori si battezzarono tutti, e la Moschea fu consacrata, e divenne Parrocchia».

PREGHIERA

O benefico Principe degli Angeli, glorioso San Michele, alla vostra carità ricorro io, miserabile pec­catore, ed il vostro potente aiuto imploro per sal­vare l'anima mia. Pregate per me, soccorretemi in vita e specialmente in morte, donandomi forza a vin­cere il demonio. Sancte Micheel Archangele, defende me in praelio, ut non peream in tremendo iudicio.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o Arcangelo Michele, che siete il mio aiuto in tutte le mie necessità.

FIORETTO

Farai un'elemosina ad un povero di Cristo.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. 

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.