venerdì 20 dicembre 2013

La candela che non voleva bruciare



Questo non si era mai visto: una candela che rifiuta di accendersi. Tutte le candele dell’armadio
inorridirono. Una candela che non voleva accendersi era una cosa inaudita! Mancavano pochi giorni a
Natale e tutte le candele erano eccitate all’idea di essere protagoniste della festa, con la luce, il profumo,
la bellezza che irradiavano e comunicavano a tutti. Eccetto quella giovane candela rossa e dorata che
ripeteva ostinatamente: “No e poi no! Io non voglio bruciare. Quando veniamo accesi, in un attimo ci
consumiamo. Io voglio rimanere così come sono: elegante, bella e soprattutto intera”. “Se non bruci è
come se fosse già morta senza essere vissuta”, replicò un grosso cero, che aveva già visto due Natali. “Tu
sei fatta di cera e stoppino ma questo è niente. Quando bruci sei veramente tu e sei completamente
felice”. “No, grazie tante”, rispose la candela rossa. “Ammetto che il buio, il freddo e la solitudine sono
orribili, ma è sempre meglio che soffrire per una fiamma che brucia”. “La vita non è fatta di parole e non
si può capire con le parole, bisogna passarci dentro”, continuò il cero. “Solo chi impegna il proprio essere
cambia il mondo e allo stesso tempo cambia se stesso. Se lasci che la solitudine, buio e freddo avanzino,
avvolgeranno il mondo”. “Vuoi dire che noi serviamo a combattere il freddo, le tenebre e la solitudine?”.
“Certo”, ribadì il cero. “Ci consumiamo e perdiamo eleganza e colori, ma diventiamo utili e stimati.
Siamo i cavalieri della luce”. “Ma ci consumiamo e perdiamo forma e colore”. “Sì, ma siamo più forti
della notte e del gelo del mondo”, concluse il cero. Così anche la candela rossa e dorata si lasciò
accendere. Brillò nella notte con tutto il suo cuore e trasformo in luce la sua bellezza, come se dovesse
sconfiggere da sola tutto il freddo e il buio del mondo. La cera e lo stoppino si consumarono piano piano
ma la luce della candela continuò a splendere a lungo negli occhi e nel cuore degli uomini per i quali era
bruciata.

don Bruno Ferrero


Nessun commento:

Posta un commento


NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.