mercoledì 31 agosto 2011

Mercoledì 31 agosto 2011 + VANGELO



XXI Tempo Ordinario



(Lc 4,31-37)
Io so chi tu sei: il santo di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ieri c’è stato uno scambio con il Vangelo di oggi, non cambia nulla, è una Parola eterna e senza limite di tempo. Il Vangelo di oggi avrebbe solo anticipato la guarigione della suocera di Pietro e la manifestazione della potenza di Gesù, annientatrice dei diavoli e dominatrice sulla natura e la malattia.
Il Vangelo affermava anche che «al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a Lui. Ed Egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma Egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era Lui il Cristo».
L’affermazione dei diavoli che chiamano Gesù Figlio di Dio, non deve trarci in inganno, essi non conoscono la vera identità di Gesù, e per Figlio di Dio intendono un grande Profeta. Quando Lo indicano come il Cristo, non fanno altro che riconoscerlo come l’Unto di Dio atteso dalle genti. I diavoli non conoscevano quello che Dio proibiva loro di sapere. Per esempio, se lo avessero saputo, non avrebbero mai contribuito alla crocifissione di Gesù, intuendo che da quella morte ne sarebbero scaturiti grandi frutti di Grazia.
I diavoli si sarebbero sottratti a partecipare al piano di Dio che si completava sul Calvario.
Anche sulla conoscenza o meno dei diavoli ci sono interpretazioni diverse, la mia spiegazione si basa esclusivamente sulla Sacra Scrittura, le altre sono interpretazioni personali e che cercano di trasmettere le proprie idee sulla Rivelazione del Signore Gesù.
Lasciando queste dispute sterili, leggiamo che Gesù imponeva le mani e tutti gli ammalati guarivano. Sull’imposizione delle mani c’è molta confusione, sono solamente i Sacerdoti ad avere le mani consacrate, solo essi possono trasmettere la potenza dell’Altissimo e la sua Grazia. Non è mai buono accettare l’imposizione delle mani sulla testa da semplici fedeli, ne possono scaturire danni spirituali parecchio fastidiosi. Non per colpa di chi impone le mani, ma per il rito stesso che non è affatto sacro.
È grande cosa invece pregare gli uni per gli altri.
Il Vangelo oggi ci insegna che la nostra preghiera mette terrore a tutti i diavoli, una sola Ave Maria terrorizza tutto l’inferno. Figuriamoci la Corona del Santo Rosario…
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Proposito
Radunerò i miei cari, o qualcuno che mi è vicino a pregare insieme a me.

Pensiero
Se chi prega non merita di essere esaudito, i meriti di Maria Santissima, a cui egli si raccomanda, faranno che sia esaudito. (Sant’Anselmo)
                innamorati della lode

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.