martedì 10 gennaio 2012

IL DISCERNIMENTO DONO DELLO SPIRITO SANTO








di Maria Nives Zaccaria

1. Che cos'è

In senso generale, il discernimento è un giudizio sulla qualità delle cose, che porta a separare quelle buone da quelle cattive.

Esiste un discernimento umano, secondo la carne, fatto secondo criteri scelti dal mondo (es. il successo, la ricchezza, il potere, la bellezza ... )

Ed esiste un discernimento spirituale, fatto dal credente, secondo i criteri suggeriti dallo Spirito.

Per avere un vero discernimento spirituale, occorre uscire dalla prigionia della carne ed entrare nella vita secondo lo Spirito.

2. Il discernimento spirituale

Esso consiste in un atto di giudizio nella fede fatto dal credente.

Giudicare nella fede significa: giudicare da uomini spirituali (cfr. 1 Cor 2,15), le situazioni concrete della vita personale, della vita del gruppo, per distinguere ("discernere") le vie di Dio e orientare le proprie azioni verso di esse.

3. "Per distinguere le vie di Dio"

Il dono del discernimento permette innanzitutto di cogliere dentro di noi se in una certa idea/ ispirazione / mozione ad agire c'è la presenza di Dio oppure no.
Avere questa sensibilità è molto importante per la vita del cristiano, perché spesso si tende a percepire come segno della volontà di Dio ciò che invece non lo è.
Essa ci fa percepire una parola o un fatto come mozione di Dio in noi e per noi e ci aiuta ad assecondarla senza alterarla in alcun modo.

Questo dono permette anche di riconoscere l'azione vera della Grazia, distinguendo gli impulsi che da essa provengono dagli inganni del demonio, che talvolta può presentarsi sotto le apparenze del bene.
"Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma discernete gli spiriti che sono da Dio, poiché molti falsi profeti sono passati al mondo" (cfr. 1 Cv 4, 1).
In questo caso si tratta del discernimento degli spiriti, che lo Spirito ci dona per farci affrontare vittoriosamente la lotta 1ra la carne e lo Spirito".

Confronta Catechismo della Chiesa Cattolica, nn 2846-2849.

4. E' il dono dei doni

Senza il discernimento, infatti, non si può vivere nella piena conoscenza della volontà di Dio. Confronta Rm 12,2; Le 12,56; 1 Gv 4, 1.

Esso è una necessità che si impone ai cristiani maturi, poiché la volontà di Dio non è sempre percepibile attraverso l'applicazione di principi e regole generali.

Esso non è una capacità naturale, ma la capacità donata dallo Spirito che educa il cuore, dandogli quella particolare sensibilità, che la carne non possiede, di captare la presenza di Dio e cogliere le mozioni della Grazia.

5. La sua importanza secondo la Sacra Scrittura

Il Discernimento è imposto e suggerito da Dio attraverso i profeti.

Ad essi è affidato l'incarico di invitare gli uomini ad esaminare la loro condotta: cfr. Ger 6,27.

Essi sono consapevoli di essere posti come "sentinelle" in mezzo al popolo per metterlo in guardia in prossimità di un pericolo. Confronta Is 62,6; Ez 3,16-21.

Hanno il compito di invitare gli uomini a leggere gli avvenimenti per coglierne il significato profondo.

Esso ritorna nei libri sapienziali come:

esortazione costante a prestare attenzione alla realtà intima delle cose per poter scegliere meglio: cfr, Pr 1,20ss; 8,1ss; 9,1ss;

proposta dei criteri per valutare gli uomini e i loro comportamenti: cfr. Sir 11,29-34; 12,8-18; 19,26-27; 27,4-7; 22-24;

proposta di criteri su come comportarsi con gli uomini: cfr. Sir 37,7-6

esortazione a praticare il discernimento nel rapporto con Dio: cfr. Qo 5,3-4.

Il discernimento è cercato dagli uomini (singoli e gruppi)

per comprendere come comportarsi in situazioni concrete: cfr. Ger 42-44; Ez 33,30-33; Ne 8; 1 Mac 4,42-47;

per comprendere il significato profondo di avvenimenti in cui il popolo si trova immerso: cfr. Dn 9,2-4a.

La risposta arriva:

attraverso il profeta;

attraverso una parola che va applicata alla realtà che si sta vivendo.

Nel Nuovo Testamento, riveste particolare importanza il libro degli Atti. Esso ci aiuta a cogliere:

le situazioni del discernimento;

i protagonisti;

il ruolo dello Spirito:

i criteri.

Cfr. At 2,14-36: discernimento come "comprensione dell'azione di Dio".

Cfr. At 4 e 5: discernimento come criterio di azione nel contesto delle persecuzioni.

Cfr. At 10-11 e 15: discernimento come decisione sulla missione da compiere.

6. Criteri che guidano il discernimento spirituale

Nel discernimento spirituale lo Spirito Santo viene in aiuto al credente fornendogli i criteri per discernere. Essi sono contenuti nella Parola di Dio.
L' uomo è debole a causa del peccato e la sua debolezza gli impedisce di fare un discernimento autentico, poiché egli non sa neppure che cosa è bene e che cosa è male. Prima del peccato dirigeva i suoi desideri verso Dio, dopo verso di sé e le creature. Lo Spirito viene in aiuto alla sua debolezza capovolgendo la direzione dei suoi desideri:

fornisce i criteri del discernimento che sono contenuti nel Vangelo e nella Parola di Dio, così che l'uomo impara ad orientarsi verso la volontà di Dio;

interviene nella lettura, donando l'interpretazione "secondo lo Spirito"

educa il cuore alla riflessione e a confrontare la propria vita sulla Parola.

7 Come assecondare l'azione dello Spirito

L' ascolto dello Spirito richiede il silenzio del cuore. Occorre pertanto abituarsi a far tacere i nostri pensieri, i nostri desideri, quel tumulto di passioni che occupano il nostro cuore. E' un lavoro paziente, ma necessario, che il Signore ci aiuta a fare nella preghiera umile e sincera.

Bibliografia

Beck p. Tommaso - Giovanna Della Croce, Il discernimento dono dello Spirito, ed. Delioniane, Bologna 1986.

[1 Molto utile per studiare questo argomento è il fascicolo n. 191 del Servizio della Parola, ed. Queriniana, Brescia, settembre 1987. E fascicolo è interamente dedicato al discernimento.
Per quanto riguarda il discernimento nella tradizione biblica, vedere i seguenti articoli:

- Boggio Giovanni, Il discernimento nell'Antico Testamento, pp. 10- 19.
- Fabris Rinaldo, Discernimento ecclesiale e dono dello Spirito negli Atti, pp. 19-24.
- Lanza Sergio, Come Paolo esercita il discernimento e invita i cristiani a fare altrettanto, pp. 24-30.
- Vanni Ugo, Discernimento e comunità negli scritti giovannei, pp. 31-37.
- Maggioni Bruno, I vangeli sinottici: situazioni e modalità di discernimento, pp. 37-41.
Seguono una II sezione sul discernimento lungo la storia, fino a Concilio Vaticano Il (artic. di mons. Luigi Bettazzi); e altre due sezioni sui presupposti e sulla metodologia dei discernimento, con particolare attenzione al discernimento in comune.

- Si veda inoltre il già citato volume sul Discernimento degli spiriti di Pedro Gil CP, ed. RnS, Roma.

IL CARISMA DEL DISCERNIMENTO

1. Il discernimento è un dono e una necessità per tutti.

2. Ad alcuni viene donato come carisma, cioè come capacità particolare di:

distinguere la verità dall'errore;

di cogliere ciò che è giusto fare nelle singole situazioni;

di trovare la volontà di Dio;

di discernere gli spiriti, discriminando la vera e la falsa manifestazione dello Spirito

per l'edificazione della comunità.

Esso è menzionato esplicitamente in 1 Cor 12, 10,
3. Come dono carismatico è utile all'esercizio di ogni ministero.

In particolare va posseduto da chi svolge un compito di autorità e di guida e quindi ha un ministero che lo obbliga a discernere tra veri e falsi profeti, tra veri e falsi fedeli.

Esso permette di cogliere la presenza del "vero Dio" in ogni situazione, o in una ispirazione, o in una preghiera.

Lo si può definire come una particolare illuminazione che permette di giudicare la rettitudine delle parole e delle opere.

Una luce che si ottiene in preghiera.

Un dono che lo Spirito dà agli umili e ai puri di cuore.

E'

di grande utilità per la crescita del gruppo, sia perché permette di assecondare l'azione che lo Spirito vi compie, sia perché aiuta a conoscere le opere dei nemico che dobbiamo combattere.
4. Come esercitarlo

Una regola è data da San Paolo in 1 Cor 12,1

Lo Spirito dona il fondamento del discernimento: riconoscere in Gesù di Nazareth - morto in croce -il Figlio di Dio.

Da questo deriva ogni altro discernimento.

5

. Per crescere questo carisma richiede:
la coltivazione di qualità umane come l'intuizione. l'analisi, l'equilibrio;

l'apertura allo Spirito;

un profondo e continuo rinnovamento interiore.

SCHEDA PER LA VERIFICA PERSONALE

A volte l'animatore si trova davanti a problemi del genere:

Tacere o parlare?

Come conciliare l'amore con la verità? La giustizia con la mitezza?

Come portare a Dio il fratello che sembra volersi allontanare?

Come fare certe correzioni senza inasprire gli animi e provocare reazioni peggiori?

In questi casi il dono del discernimento aiuta a trovare il comportamento adatto.

Esso porta la capacità di conformarsi a misura del fratello, in modo da non chiedergli più di quanto il Signore vuole da lui in quel momento.

Il discernimento consiste, in questo caso, nella capacità di misurare ogni cosa al fine di condurre le anime a Dio.

1. Come comportarsi allora?

Fermarsi a chiedere aiuto al Signore. Fare silenzio interiore. Pregare con la guida della Parola, soprattutto, con qualche salmo (ad es. il Sa] 86).

Cercare di raggiungere la condizione di "indifferenza interiore" non nel senso di disinteresse o apatia, ma di totale distacco dalle nostre idee e aspettative per essere disponibili soltanto alla volontà di Dio.

Per raggiungere questa condizione occorre:

riflettere sul fatto che chi ha responsabilità nei confronti di altri può proporre ad essi dei valori, ma non imporli;

prendere coscienza che noi possiamo proporli in modo che le persone li facciano propri e li attuino con la loro specificità e che il nostro compito è di mettere le persone in grado di camminare da sole sulla strada dei Signore;

accettare l'idea che, se i fratelli non accolgono le proposte che facciamo, noi dobbiamo comunque rispettare la loro libertà, anche se ci dispiace.

Questa capacità di abbassarsi alla misura dell'altro cresce in noi man mano che conosciamo noi stessi, le nostre difficoltà, le nostre resistenze all'azione dello Spirito in noi.

Avviene così che il discernimento diventi, anche in questo caso, strumento per la nostra crescita, nella conoscenza di noi, nella pazienza, nella discrezione, nella prudenza.

Chiedere allo Spirito il dono del Consiglio. Questo è un dono che ci aiuta a capire che cosa sia giusto fare al momento.
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza portandoci a capire la volontà di Dio in questa situazione precisa.
Ci guarisce dalla precipitazione nell'agire, nel parlare, dalla tendenza naturale che ci fa seguire l'istinto dominato da passioni che provocano scelte squilibrate.
Lo Spirito è il Maestro interiore che ci guida, poco alla volta, alla scelta giusta.

2. Rifletti:

Che cosa deve cambiare nel tuo comportamento abituale?

Che cosa significa, in questo momento della tua vita, rivestire l'uomo nuovo?

Quali nuovi modi di agire, di parlare, di comportarti sei chiamato ad accogliere per un rinnovamento autentico?



da Animatore per un progetto di vita
di Maria Nive Zaccaria - Edizioni Rns-Roma

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.