giovedì 7 marzo 2013

Quel che deve fare un Papa secondo Sant'Alfonso



tramite Vocazione di cordialiter il 02/03/13

Quel che deve fare un Papa secondo Sant'Alfonso

Si stava per riunire il conclave del 1774, il Cardinale Castelli 
chiese a Mons. Alfonso Maria de Liguori di scrivergli una
 lettera sui provvedimenti che avrebbe dovuto prendere il 
nuovo Papa per riformare la Chiesa dilaniata dal
 rilassamento generale. Riporto i passi principali della
 lettera alfonsiana.

Amico mio e Signore, circa il sentimento che si
 desidera da me intorno agli affari presenti della
 Chiesa e circa l'elezione del Papa, che 
sentimento voglio dar io miserabile ignorante,
 e di tanto poco spirito qual sono?

Dico solo che vi bisognano orazioni e 
grandi orazioni; mentre, per sollevare
 la Chiesa dallo stato di rilassamento 
e confusione in cui si trovano universalmente
 tutti i ceti, non può darvi rimedio tutta la scienza
 e prudenza umana, ma vi bisogna il braccio 
onnipotente di Dio.

Tra' vescovi, pochi sono quelli che hanno 
vero zelo delle anime.

Le comunità religiose quasi tutte, e senza
 quasi, sono rilassate; poiché nelle religioni,
 nella presente confusione delle cose
 l'osservanza è mancata e l'ubbidienza è perduta.

Nel clero secolare vi è di peggio: onde vi 
è necessità precisa di una riforma generale
 per tutti gli ecclesiastici, per indi dar riparo
 alla grande corruzione de' costumi, che vi
 è ne' secolari.

E perciò bisogna pregar Gesù Cristo che
 ci dia un Capo della Chiesa, il quale,
 più che di dottrina e di prudenza umana,
 sia dotato di spirito e di zelo per 
l'onore di Dio, e sia totalmente distaccato
 da ogni partito e rispetto umano; perché 
se mai, per nostra disgrazia, succede un 
Papa che non ha solamente la gloria di
 Dio avanti gli occhi, il Signore poco
 l'assisterà, e le cose, come stanno
 nelle presenti circostanze, andranno 
di male in peggio.

Sicché le orazioni possono dar rimedio
 a tanto male, con ottenere da Dio che
 egli vi metta la sua mano e dia riparo.

[…] Bramerei primieramente che il Papa
 venturo (giacché ora mancano molti 
Cardinali che si han da provvedere) 
scegliesse, fra quelli che gli verranno
 proposti, i più dotti e zelanti del 
bene della Chiesa, ed intimasse
 preventivamente a' Principi, nella
 prima lettera in cui darà loro parte
 della sua esaltazione, che, quando 
gli domanderanno il Cardinalato
 per qualche lor favorito, non gli 
proponessero se non soggetti di
 provata pietà e dottrina; perché 
altrimenti non potrà ammetterli in buona coscienza.

Bramerei inoltre che usasse fortezza
 in negare più benefizi a coloro che 
stanno già provveduti de' beni della
 Chiesa, per quanto basta al lor
 mantenimento secondo quel che
 conviene al loro stato. Ed in ciò 
si usasse tutta la fortezza avverso
 gl'impegni che s'affacciano.

Bramerei, di più, che s'impedisse 
il lusso nei prelati, e perciò si
 determinasse per tutti 
(altrimenti a niente si rimedierà) 
si determinasse, dico, il numero 
della gente di servizio, giusta 
ciò che compete a ciascun ceto
 de' prelati: tanti camerieri e non
 più; tanti servitori e non più;
 tanti cavalli e non più; per non
 dare più a parlare agli eretici.

Di più! che si usasse maggior
 diligenza nel conferire i benefizi
 solamente a coloro che han
 servito la Chiesa, non già alle persone particolari.

Di più, che si usasse tutta la diligenza
 nell'eleggere i vescovi
 (da' quali principalmente
 dipende il culto divino e la salute dell'anime)
 con prendersi da più parti le informazioni
 della loro buona vita e dottrina necessaria
 a governare le diocesi; e che, anche per
 quelli che siedono nelle loro chiese,
 si esigesse da' metropolitani e da altri,
 segretamente, la notizia di quei vescovi,
 che poco attendono al bene delle loro pecorelle.

Bramerei ancora che si facesse intendere
 da per tutto che i vescovi trascurati,
 e che difettano o nella residenza o
 nel lusso della gente che tengono
 al lor servizio, o nelle soverchie
 spese di arredi, conviti e simili,
 saranno puniti colla sospensione
 o con mandar vicari apostolici 
a riparare i loro difetti; con darne
 l'esempio da quando in quando, secondo bisogna.

Ogni esempio di questa sorta farebbe stare 
attenti a moderarsi tutti gli altri prelati trascurati.

[…] Sovra tutto desidererei che il Papa 
riducesse universalmente tutti i religiosi 
all'osservanza del loro primo Istituto,
 almeno nelle cose più principali.

Or via, non voglio più tediarla.
 Altro noi non possiamo fare che
 pregare il Signore, che ci dia 
un Pastore pieno del suo spirito,
 il quale sappia stabilir queste
 cose da me così accennate in breve,
 secondo meglio converrà alla gloria di Gesù Cristo.

E con ciò le fo umilissima riverenza,
 mentre con tutto l'ossequio mi protesto

Di V. S. Illma Devmo ed obblmo servo vero

Alfonso Maria, vescovo di Sant'Agata de Goti

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.