giovedì 10 aprile 2014

Il dolore offerto per amore


by donvincenzocarone
Non è difficile accettare di buon animo la croce della vita di ogni giorno, basta pensare che la croce crea in te quell’innocenza angelica  che ti rende degno di vivere alla presenza di Dio. Non sei tu che porti la croce, ma la croce porta te perché essa diventa la strada che ti fa camminare verso la vita eterna. Una volta che ti sarai liberato dalla zavorra di tutti i peccati che hai commesso, non avrai nessun disagio per stare al cospetto di Dio. Se Dio ci prendesse cosi come siamo adesso, al vedere le meraviglie della sua casa, sentiremmo un pentimento tale per i nostri peccati, che ci allontaneremmo da Lui. Nel portare la croce della vita di ogni giorno, bisogna che ci sia la convinzione che dobbiamo completare quello che manca alla passione di Gesù. Ti sembra giusto che Lui sulla Croce ha sofferto per i tuoi peccati, e tu diventi automaticamente come un angelo solo perché hai detto grazie?. Nessuno pretende uno stipendio senza aver lavorato, ognuno cerca un lavoro per meritare lo stipendio. Se la croce della vita quotidiana la porti contro voglia, ti peserà fino al punto da farti diventare cattivo con gli altri. Non potrai mai sbarazzarti da questa realtà dolorosa della vita sulla terra. Per il fatto che tu congiungi la tua volontà alla volontà di Dio, tu rendi puro te stesso per i meriti di Colui che sulla Croce ha pensato a te. Non dimenticare mai che sulla Croce di Gesù c’eri anche tu. Le tue sofferenze diventano meritorie soltanto perché tu le unisci alla sue. A Gesù tu devi dare la possibilità di salvarti. Dio sa che viviamo in un mondo che ogni giorno ci regala una croce sempre più pesante. Dio questo lo sa, mediante il profeta ti consiglia di pregare e chiedere a Lui l’aiuto di cui hai bisogno; “Sii tu il mio aiuto, o Signore, non abbandonarmi mai”. (Sal 16.9) Questa preghiera significa che qualche cosa la stai facendo, significa che stai accettando la croce della vita. Tutto è stato creato in vista di Gesù. Bada bene, in vista di Gesù, Dio non ha creato soltanto il mondo e  gli uomini. Dio ha creato gli uomini e il mondo perché sarebbero stati redenti da Gesù. Facendosi uomo, l’umanità nostra è stata assimilata dalla divinità, senza questa assimilazione, l’unione degli uomini e delle donne con Dio non sarebbe stata possibile. È nostro dovere pensare che dobbiamo accettare il dono della vita eterna soltanto dando la nostra partecipazione concreta alla passione del Signore. Dio vuole solo quello che possiamo dare, però quello che possiamo dare, dobbiamo darlo tutto per amore della nostra salvezza e per dare a Cristo Crocifisso un segno concreto di riconoscenza. Tutto quello che siamo, che abbiamo e viviamo è “in vista di Lui”. In che senso è in vista di Lui? Tutto deve orientarsi a Lui. Siccome noi sulla terra stiamo per decidere se vogliamo andare in Cielo o a l’inferno, Dio ci lascia liberi di scegliere, per questo si serve della croce che la vita di ogni giorno ci presenta da soffrire. La presenza delle sofferenze nel mondo, ci insegna che la vita nostra sulla terra non è quella che vogliamo vivere. Avanza nella vita camminando sulla rinunzia a tutto quello che ti impedisce di essere degno figlio di Dio, e prendi con riconoscenza questa croce. Dalla croce dipende la tua decisione. Ogni respiro, la gioia, la sofferenza, tutto è in vista di Lui. Quindi dobbiamo andare sulla strada che ci porta a Dio, la strada che il mondo ti offre ti fa camminare nella direzione opposta. Quando noi viviamo stabilmente nella volontà di Dio, noi viviamo in vista di Gesù.  Questo non significa che siamo immuni dalla sofferenza. In questa nostra Chiesa si sta diffondendo troppo l’idea che il cristianesimo è la religione della gioia. Questo è vero. Cos’è la gioia? Se pensi che, incontrando Gesù nella liturgia arricchita con abbracci, baci, canti e balli, finalmente hai scoperto come vivere felice e contento, perderai la fede. Ben presto vedrai che nella vita questa felicità non c’è. Il rapporto con gli altri, è tutt’altro che canti e balli. Se invece pensi che la gioia nasce dalla fede che presenta la soluzione del problema della tua esistenza dopo la morte, siamo d’accordo. San Lorenzo, sulla graticola che lo stava bruciando vivo, disse al carnefice: girami dall’altra parte perché sono già cotto e comincia a mangiare. Sentiva il tormento delle carni che bruciavano, era però nella gioia perché credeva che con quelle sofferenze meritava di stare con Cristo in Cielo. A proposito del Regno di Dio, la Sacra Scrittura dice che”ogni lacrima sarà asciugata e Dio ci darà tanta gioia che dimenticheremo tutte le sofferenze che abbiamo patito sulla terra”. A quell’uomo crocifisso accanto a Lui, Gesù disse: oggi, sarai con me nel mio Paradiso”. La gioia grandissima che quel delinquente ha sentito dentro di se, non ha diminuito minimamente le atrocità del supplizio e della morte. Della sua passione e morte il Signore disse agli Apostoli: Sarà come la donna che soffre le doglie del parto. Nonostante il dolore e l’angoscia, dentro nel suo cuore ha una grande gioia perché il suo bambino nasce tra le sue braccia. La gioia di Gesù sulla Croce era grande, anzi immensa, perché dal suo sacrificio nascevano i figli di Dio. Forse pensi che la gioia che nasce dal dolore vuol dire diventare indifferenti, superficiali secondo la classica espressione: che me ne importa? La gioia vera non nasce dal temperamento  tranquillo o cose del genere. È un dono di Cristo Risorto che dà un significato profondo alla fede, e una forza soprannaturale alla volontà. La gioia è grande quando sei convinto che le ostilità, il dolore, le sofferenze e la stessa morte, sono il luogo dove tu meriti non solo il perdono dei peccati, ma anche il dono della vita santa che ti fa diventare figlio di Dio.
Don Vincenzo

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.