lunedì 20 giugno 2011

,Visita a Gesù Sacramentato


            
  
 
Signor mio, Gesù Cristo,
      Sei il mio Signore, il mio tutto    
       che per l’amore che portate agli uomini,
      ve ne state notte e giorno in questo Sacramento
   
       tutto pieno di Pietà, e d’Amore,
 
      . aspettando, chiamando, ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarvi,
    
      . io vi credo presente nel Sacramento dell’Altare;
      vi adoro dall’abisso del mio niente,
         
       e vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte;
    
      . specialmente di avermi donato voi stesso in questo Sacramento,

      di avermi data per Avvocata la vostra Santissima Madre Maria,
    
      e d’avermi chiamato a visitarvi in questa chiesa.
    
      Io saluto oggi il vostro amantissimo Cuore, ed intendo salutarlo per tre fini.
     
 Primo, in ringraziamento di questo gran dono.
    
       Secondo, per compensarvi tutte le ingiurie che avete ricevute da tutt’i vostri nemici in questo Sacramento.
    
       Terzo, intendo con questa visita adorarvi in tutt’i luoghi della terra,
dove voi sacramentato ve ne state meno riverito, e più abbandonato.
    
       Gesù mio, io v’amo con tutto il cuore.
         
  Mi pento d’avere per lo passato tante volte disgustata la vostra bontà infinita.
    
     Propongo colla grazia vostra di più non offendervi per l’avvenire.
      
   Ed al presente miserabile qual sono io mi consacro tutto a voi,
    
       vi dono e rinunzio tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie.
    
      . Da oggi avanti fate voi di me e delle mie cose tutto quello che vi piace;
         
solo vi cerco e voglio il vostro santo amore,
    
     . la perseveranza finale,
      e l’adempimento perfetto della vostra volontà.
    
       Vi raccomando le anime del purgatorio, specialmente le più divote del Santissimo Sacramento, e di Maria santissima.
    
       Vi raccomando ancora tutt’i poveri peccatori.
    
       Unisco in fine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti miei cogli affetti del vostro amorosissimo Cuore,
    
       e così uniti gli offerisco al vostro Eterno Padre:
    
       lo prego in nome vostro che per vostro amore gli accetti e
gli esaudisca.
 Amen.
          Sant Alfonso Maria de Liguori   
COMUNIONE SPIRITUALE
Per coloro che non si accostano alla Comunione Sacramentale

Gesù mio, credo fermamente
che sei presente
nel Santissimo Sacramento,
Ti amo sopra ogni cosa
e Ti desidero nell'anima mia,
poiché ora non posso riceverti nella Santa Comunione,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

(Pausa di silenzio)


Come già venuto, io Ti abbraccio

e mi unisco totalmente a Te,
non permettere che io mi separi mai più da Te;
Eterno Padre, per le mani della Vergine Maria,
Ti offriamo il Corpo e il Sangue Preziosissimo
di Gesù Cristo,
per il perdono dei nostri peccati,
in suffragio dei nostri defunti,
delle anime Sante del Purgatorio
e per i bisogni della Santa Madre Chiesa.
Amen.

Per concludere la visita si può recitare l'inno seguente:
Dio sia benedetto
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la Gran Madredi Dio Maria Santissima.
Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione. 
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe suo castissimo Sposo.
Benedetto Iddio nei suoi Angeli e nei suoi Santi
.
Amen......   innamoratidellalode
         

domenica 19 giugno 2011

Testamento spirituale di Shahbaz Bhatti



  
 
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   E’ doveroso, per noi cristiani, conoscere la testimonianza offerta dal ministro pakistano, per le minoranze religiose,  Shahbaz Batti, limpida figura di testimone della fede, assassinato dai fondamentalisti talebani  il 3 marzo 2011 ad Islamabad.
.  Sulla morte di questo martire della fede cristiana e della libertà religiosa, Papa Benedetto XVI è intervenuto all’Angelus di domenica 6 marzo con queste parole:  “Chiedo al Signore Gesù che il commovente sacrificio della vita del ministro pakistano Shahbaz Bhatti svegli nelle coscienze il coraggio e l’impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a promuovere la loro uguale dignità”.  

Testo del testamento spirituale

   "Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia.
   Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni:  ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.
   Mi è stato richiesto di porre fine alla mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora — in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan — Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita.
   Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri.
   Credo che i cristiani del mondo che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione.
Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzi tutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna".

VIENI SANTO SPIRITO 2


È una preghiera bellis­sima, che chiede una nuova Pentecoste su tutta la Chiesa: "Per intercessione e sotto la guida e la protezione di Maria, la Sposa dello Spirito Santo, la Regina della Pac
Vieni Spirito Santo, effondi su di noi la sorgente delle tue grazie
e suscita una nuova Pentecoste nella tua Chiesa!
Scendi sui tuoi vescovi, sui sacerdoti,
sui religiosi e sulle religiose,
sui fedeli e su coloro che non credono,
sui peccatori più induriti e su ognuno di noi!
Scendi su tutti i popoli del mondo,
su tutte le razze e su ogni classe e categoria di persone?
Scuotici con il tuo soffio divino,
purificaci da ogni peccato
e liberaci da ogni inganno e da ogni male!
Infiammaci con il tuo fuoco,
fà che bruciamo e ci consumiamo nel tuo amore!
Tradotta dal croatoporta l'imprimatur della Curia arcive­scovile di Zagabria, in data 30.6.1989.

giovedì 16 giugno 2011

Preghiera medioevale

(per proteggere noi stessi dalle forze oscure)
Signore, mandam...i tutti i santi Angeli e Arcangeli. Mandami il santo arcangelo Michele, il santo Gabriele, il santo Raffaele, affinché siano qui con me, mi difendano e mi proteggano, Tu che mi plasmasti, mi desti un'anima e ti degnasti di profondere il tuo sangue per me.
Io affermo che i santi Arcangeli mi proteggono, mi illuminano quando sono sveglio e quando dormo, mi rendono tranquillo e sicuro dinanzi a ogni manifestazione diabolica. Che nessun essere dotato di maligno potere possa giammai entrare in me, né osi offendere o ferire la mia anima, il mio corpo, il mio spirito, o atterrirmi o solleticarmi con la tentazione. Amen

mercoledì 15 giugno 2011

LA PREGHIERA DELLA NOTTE






In questo capitolo vorrei insegnarvi alcune preghiere speciali di guarigione che ci aiutano a rimanere in Gesù.  Il titolo per se stesso spiega l'essenza di questa preghiera che deve essere fatta mentre la persona per la quale preghiamo sta dormendo.  Di certo non è un'impresa facile sapere quando la persona alla quale vogliamo dirigere la preghiera sta dormendo specie se questa non vive nella nostra stessa casa; pertanto dobbiamo dire a Gesù di svegliarci quando la persona sta dormendo in modo da non fare alcuno sforzo e rischiare quindi di ammalarci di insonnia.
LASCIA CHE GESU’ SI OCCUPI DEI TUOI PROBLEMI
Spesso mi capita di incontrare suore che pur essendo buone, osservanti, consacrate al Signore, con un grande spirito di servizio, praticamente delle ottime religiose, vivono in uno stato di profonda tristezza.  Quando chiedo loro il perché di quello stato mi rispondono di pregare perché questo o quel membro della loro famiglia ha un grave problema.
Queste risposte mi rattristano molto dal momento che un'anima consacrata è la sposa di Cristo e se soffre è solo perché non è capace di donare i suoi problemi all'Amato che è Cristo stesso.  Egli è lo sposo ed ha la soluzione per ogni problema!  Vive accanto a lei!
S. Agostino dice che Dio sta più vicino a noi di quanto noi stessi lo siamo con il nostro essere.  Immagina una sposa di Gesù; egli abita in lei e possiede ogni tesoro celeste, ogni risoluzione possibile ed immaginabile.  Racconta il tuo problema a Gesù.
Di recente ho avuto modo di incontrare una suora che mi raccontava che il marito della sorella era andato via di casa per convivere con un'altra donna.  Era molto angosciata e mi chiedeva quale preghiera poteva recitare per aiutare la sorella.  In questo specifico caso si può fare la preghiera della notte contemporaneamente per la sorella, il marito e l'amante di quest'ultimo.
COME FARE LA PREGHIERA DELLA NOTTE
Come ho accennato all'inizio del capitolo, questa preghiera si chiama così perché si fa mentre la persona interessata sta dormendo.  Gesù stesso provvederà a svegliarci quando questa dorme.
Se hai problemi di insonnia non preoccuparti perché Gesù ti sveglia e quando avrai terminato di pregare ti riaddormenterai perché è lui che ti sveglia e che ti aiuterà a riaddormentarti.
Si recita mentre la persona dorme perché il fine di questa preghiera è guarire il subcosciente della persona e il subcosciente è sveglio quando questa sta dormendo.
La memoria di ogni persona è divisa in due parti principali, cosciente e subcosciente.  La prima parte rappresenta solo il 10% della memoria.  Questa rimane sveglia quando la persona è sveglia ed è quella parte che conserva tutte le cose che ci ricordiamo, ad esempio ciò che abbiamo fatto ieri o addirittura 50 anni fa.  Quando la persona dorme questa parte attiva si addormenta.  L’altro 90% della memoria, che conserva tutti i ricordi del passato, perché nulla viene cancellato, si chiama subcosciente.  Tutto ciò che abbiamo vissuto viene conservato in questa parte della nostra memoria.
Mentre la persona dorme il subcosciente si sveglia.  In questa parte risiede tutto il male che la persona ha subito durante la sua vita.  In essa sono conservati anche i ricordi belli che non arrecano danno. Quando la persona sta dormendo il subcosciente si sveglia e comincia a stuzzicarla indisponendola. S. Paolo rendendosi conto di questa realtà dice: " ... faccio quello che non voglio fare perché il peccato è in me".
Questo non significa che non ci liberiamo mai dal peccato perché dopo la confessione ne siamo liberi ma ne rimane il ricordo doloroso che durante la notte si sveglia e attiva in noi la parte incosciente della mente.  Al nostro risveglio, l'indomani, sentiamo uno strano senso di nervosismo.
Non ci rendiamo conto di qual’è il vero problema. Non ricordiamo i sogni fatti ma sappiamo solo di essere tristi.  Perché?  Perché la parte incosciente durante la notte si è messa in azione in noi producendo un grande malumore.
La preghiera della notte ha come scopo il chiedere a Gesù di accompagnarci nella parte subcosciente della vita della persona che ha ricevuto del male per aiutarla a guarire dal suo doloroso ricordo.
Facciamo un esempio pratico: decido di pregare per la mia mamma.  Invito Gesù e gli dico: "Gesù, voglio pregare per mia madre, voglio fare per lei la preghiera della notte.  Per favore svegliami quando lei dorme".
Durante la notte mi sveglio e mi ricordo che ho chiesto a Gesù di essere svegliata per pregare per mia madre.
Io sono a conoscenza che mia madre in tenera età ha perso il papà e questo ha causato in lei un forte dolore che ancora oggi le procura un'immensa tristezza.  La stessa tristezza l'ha trasmessa a noi figli; pertanto decido di pregare per lei.
Può essere che io non vivo con lei o non ho molta confidenza per chiederle di pregare insieme. Forse ella non accetterebbe la mia preghiera, o addirittura non crede in Dio.  Tutto questo non ha importanza, io dico a Gesù che voglio pregare per lei.  Mi sveglio e dico a Gesù: "Gesù io non so dove sta mia madre in questo momento ma tu lo sai. Io non posso entrare nella sua stanza perché non vivo con lei, tu però puoi farlo.  Gesù io ti presto la mia mente, il mio cuore, tutto il mio corpo, tutto il mio essere affinché uniti preghiamo per lei".
In questo momento immagino Gesù che mi prende per mano e insieme andiamo nella stanza di mia madre.  Gesù entra si avvicina a lei che sta dormendo, le mette la mano sulla testa, le bacia la fronte, la appoggia sul suo petto e le dice: "Figlia mia, io Gesù di Nazareth, ti amo molto, io sono il tuo Dio.  Dio mio Padre ti ama molto.  Dio, mio padre, io e il tuo papà terreno ti amiamo".
Anche se io sapessi dove vive mia madre comunque non potrei entrare dove ella dorme senza bussare alla sua porta e quindi svegliarla.  Con Gesù invece la cosa è diversa, posso toccarla mentre lei continua a riposare.
Mentre mia madre sta dormendo il suo subcosciente, che contiene il dolore provato per la morte del suo papà, è sveglio e Gesù già lo sta guarendo.
Nel momento in cui Gesù si è avvicinato a lei, l'ha abbracciata, accarezzata e le ha detto che l'amava è iniziato il processo di guarigione perché in lei è entrato a poco a poco l'amore di Gesù.  La sua ferita era rimasta ferma a quando aveva 5 anni ed anche se oggi ne ha 50, dato che nella sua mente i ricordi sono stati registrati in ordine cronologico, la lacuna è rimasta al quinto anno di vita.  E' come se in un nastro di audio cassetta, al quinto minuto ci fosse un vuoto superato il quale la registrazione riprende in modo regolare.  Fin da quel momento ella non ha più ricevuto un abbraccio paterno ed ora Gesù ha ricolmato quel vuoto d'amore con il suo tenero abbraccio.
E’ importante, durante questa preghiera, pronunciare esplicitamente il nome di Gesù di Nazareth per evitare l'intrusione del nemico perché anche gli spiritisti entrano nella mente delle persone accompagnati da Satana.  Insieme a Gesù dobbiamo parlare alla persona per la quale preghiamo e comunicarle amore.  E’ importante parlare dolcemente alla persona e ripetere "Dio, mio  Padre, ti ama. Io Gesù di Nazareth ti amo......
Dovete immaginare che Gesù abbraccia la persona, l'accosta sul suo petto, le bacia la fronte e le parla.
Nel caso della mia mamma Gesù potrebbe dire: "tu non sei orfana, tu hai un papà molto buono, mio Padre Dio ti ama molto, il mio papà Celeste ti ha prestato un papà sulla terra, (si consiglia di dire il nome del padre), papà ti voleva bene ed è stato un uomo speciale.  Egli è stato chiamato nei cieli perché aveva già compiuto la sua missione sulla terra. Io Gesù di Nazareth ho promesso a tuo padre che non ti avrei lasciata sola, io ti ho amata, per questi 45 anni, con un amore speciale, con un amore del Padre Celeste.  Tu non sei orfana, hai tre papà, Dio, S. Giuseppe e il tuo papà terreno.  Non essere triste, mio Padre ti ama, ti amiamo, tu sei preziosa ai nostri occhi, non sei sola, rallegrati, ti amiamo".
Qui potrebbe terminare la preghiera.  Gesù ha riempito di amore i 50 anni di mia madre.  Al suo quinto anno di vita le ha mostrato che non era sola, le ha mostrato che aveva due papà oltre quello terreno e che quest'ultimo l'amava molto anche se aveva dovuto lasciarla prima del previsto.
Gesù l'ha abbracciata, baciata, fatta sentire importante.  Egli ha risanato la ferita sanguinante che c'era nel suo cuore ritornando al quinto anno della sua vita.  Gesù viene, non per cancellare il dolore provato ma per guarire la ferita che esso ha procurato.  In altre parole, dalla parte subcosciente della mente non scompare il ricordo, ma attraverso la preghiera della notte, quel ricordo che era doloroso, si converte in un ricordo positivo con la presenza di Gesù.  Egli con amore guida quella bimba ferita a donare a Dio il suo papà.  Egli le chiede: "Me lo restituisci, lo portiamo a papà Dio?  Tu non soffrirai perché io mi prenderò cura di te.  Mio Padre ti darà tutto quello di cui hai bisogno e aiuterà tua madre".
Le successive preghiere che si faranno per questa persona, consisteranno proprio nell'aiutarla a donare il papà a Dio senza riserve: "Figlia mia, mi permetti di portare via tuo padre? Io non te lo tolgo.  Mio padre te lo prestò e ora lo reclama, glielo restituiamo? Io non ti lascerò sola, insieme a tuo padre, dal cielo, ci prenderemo cura di te, perché papà ti ama molto.  Anche io, mio Padre e S. Giuseppe, ti amiamo molto, ti amiamo di amore eterno".
DURATA E MODALITA’
Questa preghiera può durare 2, 3, 4, 5 minuti ma non di più.  Bisogna farla ogni notte per almeno tre settimane.  E' importante la perseveranza perché dobbiamo far conto di voler cercare di incidere qualcosa su di un nastro contenente già una vecchia registrazione.  Non abbiamo la possibilità di pulirlo e poi registrare ma dobbiamo, alla presenza di Gesù, sovrapporre la stessa incisione e, con lui, ogni cosa negativa diventerà positiva.
Durante questa preghiera prestiamo a Gesù tutto il nostro essere, lo invitiamo a venire con noi dove si trova la persona.  Lui la può amare in corpo ed anima e noi lo accompagniamo con lo spirito.  Preghiamo su di un'area della vita della persona che è danneggiata.  Se noi non dovessimo conoscere questa area semplicemente limitiamoci ad offrirla a Gesù e chiediamogli che agisca su di essa.  Generalmente questa preghiera dà buoni risultati.
Per esempio un bambino ribelle e capriccioso che per ottenere qualche cosa grida e scalcia a terra, può ricevere dalla mamma questa preghiera. Quando il bambino dorme ella può avvicinarsi al suo lettino e accarezzandolo, poggiarlo sul suo petto oppure fare questo con l'immaginazione pregando dalla propria stanza o da qualsiasi altro posto.  Può immaginare Gesù che lo tocca, lo abbraccia e gli dice: "tu sei il mio piccolo tesoro. Io, Gesù di Nazareth ti amo molto perché sei un bambino molto speciale".
Bisogna pregare in modo tale che tutto ciò che è negativo deve tramutarsi in positivo. E’ necessario immaginare Gesù che lo abbraccia e gli parla con amore: "tu sei buono, dolce, speciale.  Tu ami tanto la tua mamma e il tuo papà. I tuoi genitori sono buoni e ti vogliono bene.  Anche mio Padre ti ama.  Tu sei il figlioletto di mio Padre, io sono il tuo fratello maggiore.  Noi ti abbiamo prestato un papà e una mamma sulla terra perché tu li amassi, e tu gli vuoi tanto bene.  Abbracciali, baciali, papà e mamma ti vogliono molto bene".
Terminata la preghiera analizzate i risultati e vedrete la gloria di Dio.
UN RAGAZZO RIBELLE CAMBIA VITA
Una volta P. Dario Betancourt andò a predicare in una città del Messico e nella casa dove l'avevano ospitato vi era un ragazzo molto ribelle di circa 15 anni.  Era dispettoso e non voleva più studiare. I genitori erano stanchi di lui e lo volevano affidare ad un istituto.  Dopo la cena il ragazzo, che non si era neppure seduto a tavola, andò a dormire. I Genitori disperati chiesero aiuto a P. Dario affidando il ragazzo alle sue preghiere.  Ormai sentivano solo odio per quel figlio e non ce la facevano più.  Negli ultimi giorni aveva sabotato l'aereo di suo padre.  Aveva rubato le chiavi e dopo aver avviato i motori era saltato da esso causando un grave incidente.
P. Dario li invitò a pregare con lui.  Stesero le mani sul muro della stanza del figlio immaginando che Gesù entrava nella stanza e lo abbracciava, lo baciava e gli diceva: "Tu sei un bravo giovane, sano, giudizioso, tu sei il migliore figlio, che i tuoi genitori avessero potuto desiderare, sei un bravo alunno.  Papà e mamma ti amano molto, sii buono con loro, amali. Io Gesù di Nazareth ti amo".
La preghiera durò solo un minuto dopo di che andarono a dormire.  La mattina dopo mentre i genitori stavano facendo colazione arrivò il ragazzo e diede loro un bacio.  Fino a quel giorno non li aveva mai baciati.  Sedutosi a tavola raccontò che aveva fatto un sogno e aveva visto i suoi genitori che insieme a P. Dario stavano pregando per lui e gli dicevano che era buono, che era il migliore alunno della sua scuola e che per premiarlo lo avrebbero portato alle Maldive. I genitori rimasero immobili, non credevano ai propri occhi.  Da quel giorno è diventato davvero un figlio esemplare e si è laureato con i migliori voti.
UNA GIOVANE OTTIENE BENEDIZIONI PER PIU’ MEMBRI DELLA SUA FAMIGLIA
Ho insegnato questa preghiera in diverse parti del mondo sperimentando sempre frutti meravigliosi.  Ricordo che una volta, una giovane mi spedì una lettera con la quale mi raccontava che aveva fatto la preghiera della notte per diverse persone della famiglia.  La prima volta l'aveva fatta per una zia, con la quale viveva, per farle sentire l'amore di Gesù Cristo e perché la guarisse dalla ferita che le aveva procurato il divorzio.  Erano molti anni che ella prendeva pastiglie per dormire. Prima di terminare la preghiera per la seconda volta, aveva iniziato a riposare senza dover assumere più alcuna medicina e pian piano aveva recuperato completamente la salute e la serenità.  La zia non sapeva che la ragazza stava pregando per lei, altrimenti non lo avrebbe accettato.
In seguito, la giovane mi riscrisse raccontandomi che aveva pregato anche per un nipotino che non parlava e non udiva. I medici non riuscivano a capire cosa avesse.  La mamma, prima di concepirlo, assumeva anticoncezionali.  All'inizio, la giovane, nonostante facesse la preghiera della notte non riusciva ad ottenere alcun risultato.  Decise così di regalare alla donna due cassette i cui titoli rispettivamente erano: "La preghiera della notte" e "Come conoscere se stessi".  Fisicamente il bimbo non è guarito ma spiritualmente è un bimbo pieno di Dio e la sua è una famiglia serena.
UN PADRE SI RENDE CONTO DELL'AMORE DEI SUOI CARI
In un'altra occasione stavamo predicando con P. Dario in Guatemala a 1500 giovani ai quali insegnammo la preghiera della notte.  Tra la folla vi erano due fratelli.  Il loro papà era un uomo molto difficile, beveva, trattava male la madre e i figli e spesso la sera non tornava a casa.
Gesù conosce le intenzioni del cuore e soccorse questi due giovani.  Una sera, rientrati a casa si misero d'accordo per fare la preghiera della notte per il loro papà.  Gesù ispirò loro di farla alle 5 del pomeriggio, orario in cui il padre usciva dal lavoro e generalmente andava a bere e a cercarsi una donna.  Si recarono nella stanza del padre e poggiarono le mani sul suo guanciale dicendo: "Signore Gesù noi non sappiamo dove si trova nostro padre in questo momento ma tu lo sai, questa è l'ora in cui lascia il lavoro.  Signore Gesù guardalo, perdonalo, amalo.  Non lasciare che cada nel peccato e se qualche donna sta peccando con lui perdona anche lei.  Fa' che non pecchino e che si salvino."
Mentre stavano pregando squillò il campanello, la mamma aprì e sull'uscio della porta c'era il loro papà.  Entrambi spaventati, abbandonarono immediatamente la stanza.  Il padre era ritornato a causa di un dolore incredibile allo stomaco, e desiderava riposare.  Il giorno dopo, alla stessa ora, i due giovani ritornarono nella stanza a pregare.  Chiesero ancora a Gesù di non farlo peccare e di perdonarlo.  Dopo pochi minuti rientrò il padre con dolori lancinanti allo stomaco, diarrea e vomito.  Trascorsero così diverse settimane e il papà, puntualmente, intorno alle cinque, rientrava a casa distrutto. I ragazzi compresa la manovra del Signore, d'accordo con la madre, iniziarono a pregare affinché quest'ultima trovasse la forza di perdonarlo.  Iniziarono a ricolmarlo di attenzioni, con tanto amore e tanta carità.  Nessuno si rallegrava per il suo stato di salute.  L’uomo non riusciva più a restare fuori di casa perché dopo il lavoro non ce la faceva a fare niente.  Trascorsi alcuni mesi cominciò a riflettere.  Sentì che non gli importava se non poteva stare fuori in strada la sera, perché aveva una famiglia che lo accudiva, lo coccolava e lo amava.  Capì che li aveva fatti soffrire molto e decise di chiamarli accanto a sé per chiedere loro perdono per non essere stato capace di valorizzare la splendida famiglia che  Dio gli aveva donato.  Chiese perdono per non aver mai saputo apprezzare l'amore dei suoi cari.  Attualmente la sua è una famiglia che vive lodando e benedicendo Iddio.  Ecco a cosa serve la preghiera della notte.
 UNA FAMIGLIA DIVISA SI RICOMIPONE
Sono andata a predicare in un paese del Sud America dove ho conosciuto una giovane appartenente ad una famiglia molto ricca.  Ella mi confidò che era molto triste perché i suoi genitori si erano separati.  Pensai subito che il padre avesse un'altra donna, ma ella mi precisò che i genitori erano in età avanzata e si erano separati perché la convivenza nella sua casa era diventata un inferno. I genitori non si comprendevano più: se il padre diceva bianco, la madre rispondeva nero e viceversa.  Non ce la facevano più e il padre se ne era andato di casa.  La giovane mi raccontava: "io non mi sono sposata per prendermi cura di loro, e ora cosa faccio dato che non vivono più insieme. Io non voglio lasciare mia madre e neppure posso permettere che mio padre muoia da solo.  Blanca prega per me”.
Le insegnai la preghiera della notte da fare tutti i giorni per i genitori.  Dopo alcuni mesi mi ha inviato la seguente lettera: "Cara Blanca, grazie perché mi hai aiutato ad alleggerire e poi a far scomparire il mio dolore.  Intercedendo davanti a Dio per i miei genitori e insegnandomi la preghiera della notte hai permesso che nella mia casa arrivasse una grande benedizione: i miei genitori sono tornati insieme con grande gioia di tutti noi figli.  Ho fatto quello che mi hai insegnato.  Avevo chiesto che il Signore li riunisse il 24 di dicembre; invece è stato il 31 e così abbiamo trascorso un fine d'anno meraviglioso con la certezza di altri cento futuri stupendi.  Mio padre è ritornato a messa dopo diversi anni.  Sembra essere un altro uomo". 
UNA GUARIGIONE FISICA
Un'altra testimonianza che ha commosso il mio cuore è la seguente: una giovane di circa quindici anni ebbe un incidente in moto con il suo ragazzo e nell'urto fu scaraventata a diversi metri di distanza.  Nel cadere urtò il viso a terra rimanendo gravemente deturpata.  In ospedale ricevette tutte le cure possibili ma il volto rimase distrutto.
A detta dei dottori presto avrebbe perso anche i denti.  Il dentista la mandò da un suo collega per effettuare una speciale radiografia per tentare di salvare almeno qualche dente.  Prima di procedere fu necessario aspettare che il viso le si sgonfiasse.
Nel frattempo la mamma incontrò un'amica alla quale raccontò il suo dolore.  Quest'ultima le parlò della preghiera della notte consigliandole di farla per la sua figliuola.  La donna non credeva molto in Dio ma presa dalla disperazione accettò.  Iniziò la preghiera e la ripeteva diverse volte sia di giorno che di notte.  Ogni volta che vedeva la sua bambina con il volto cosi deformato e pensava che all'età di 15 anni avrebbe perso tutti i denti, si sentiva lacerare il cuore.  Ella cominciò a pensare a Gesù come al dentista divino, immaginando che con le sue mani toccava le radici dei denti di sua figlia e le guariva.
Trascorsero alcuni giorni, il viso della ragazza si sgonfiò e potettero quindi tornare dallo specialista per la radiografia.  Quando il dottore vide la richiesta del collega, chiese il perché di quegli esami dato che la ragazza, secondo lui, non aveva bisogno di alcuna estirpazione.  La madre spiegò dell'incidente e di come i denti fossero rimasti gravemente danneggiati, ma il dottore affermò  ancora una volta che la ragazza aveva dei denti sanissimi.  Per rassicurare la madre, che si vedeva alquanto preoccupata, il dottore eseguì le radiografie previste e le inviò al collega.  Questo, visti i risultati, dopo averli confrontati con i precedenti rimase stupito.  Realmente la ragazza aveva una dentatura perfetta.  Gesù aveva avuto compassione di quella mamma e aveva guarito la sua bambina.
Da questa testimonianza possiamo constatare che questa preghiera, in casi particolari, può essere fatta anche in momenti diversi dalla notte.  Bisogna seguire i suggerimenti dello Spirito Santo. La cosa più importante è farla con perseveranza per almeno tre settimane.  Se qualche volta, in particolare di notte, dovesse essere saltata perché la persona non si è svegliata o magari di giorno se ne è dimenticata, non deve preoccuparsi perché è Gesù che guarisce e lui conosce ogni cosa della persona alla quale è indirizzata la preghiera.  Si può continuare il giorno dopo senza porsi alcun problema.
Ricorda che durante la stessa notte si può pregare per più persone.  La cosa essenziale è il non cambiare l'intenzione per la persona per cui preghi.  Tieni sempre presente che bisogna sovrapporre una registrazione su di un nastro già registrato, e quello che bisogna registrare è che Gesù ama e guarisce.
Grazie Gesù per il tuo amore e per le tue benedizioni, grazie perché tu non sbagli, grazie perché sei il nostro Dio e il nostro Signore.  Tu sei stato grandioso con noi e per questo ti lodiamo.

PREGHIERA



“Gesù, credo fermamente che Tu sai tutto, puoi tutto e vuoi per tutti il nostro maggior bene.

Ora Ti prego, avvicinati a questo mio fratello che si trova nel disagio e nella sofferenza.

Io ti seguo in adorazione col cuore e con il mio Angelo custode.

Poni la Tua SS.ma mano sul suo capo, fagli sentire i battiti del Tuo Cuore, fagli sperimentare il Tuo ineffabile Amore, rivelagli che il Tuo Padre Divino è anche Padre suo e che tutti e due lo avete amato da sempre e gli siete sempre stati vicini, anche quando lui non vi pensava e non vi amava quanto doveva.

Gesù, assicuragli che non c'è nulla da temere, e che ogni problema e angustia si possono risolvere col vostro aiuto onnipotente e col vostro insondabile Amore.

Gesù, abbraccialo, confortalo, liberalo, guariscilo, specialmente in quella zona e da quel male, da quella sofferenza di cui soffre.

Amen.


Mio Signore Gesù, grazie per il Tuo indefettibile Amore.
grazie per le Tue meravigliose benedizioni.

Grazie perché Tu sei il nostro Dio, la nostra vera gioia, il nostro Tutto.

Amen!”
Grazie, perché non vieni mai meno alle Tue promesse.



 
(Tratto dal libro “Figli e figlie amati dal Padre” di Blanca Ruiz e Alicia Echeverri C. – La preghiera della notte – per casi impossibili-. Edizioni S. Michele          Via S. Michele, 5 84050 Laureana Cilento (SA) te.: 0974-845342 – fax: 0974-845668)

martedì 14 giugno 2011

PREGHIERE AL BEATO INNOCENZO DA BERZO



T i ringraziamo, o Padre santo, che nel beato Innocen­zo da Berzo hai donato a questo nostro tempo tanto lontano da te e tanto di te bisognoso, un esempio di pre­ghiera silenziosa e contemplativa e un vero innamorato di te e dell'Eucaristia.
Ti ringraziamo, o Padre misericordioso, che nel beato Innocenzo da Berzo Tu hai concesso alla tua Chiesa un ministro buono e un fedele dispensatore del tuo perdono e della tua grazia, per la pace e la salvezza di molti.
Ti ringraziamo, o Padre buono, che nel beato Innocenzo da Berzo povero e penitente, hai offerto ai bisognosi, ai disoc­cupati, ai piccoli e ai sofferenti un amico e un benefattore, e per la loro gioia lo hai glorificato con il dono dei miracoli. Ascolta ora le nostre invocazioni, e per sua intercessione concedi a noi di imitarne gli esempi e di ottenere dalla tua bontà la grazia che con fiducia ti chiediamo... (metti la tua intenzione). Gloria al Padre...

*       *       *  
Beato Innocenzo, tu che hai accostato il tuo cuore al Cuo­re di Cristo e hai avvertito il prodigio dell'umiltà di Dio e che Tutta la tua vita è stata una serena e convinta battaglia contro l'orgoglio umano, aiuta tutti noi a non separarci da Dio con il nostro orgoglio.
Beato Innocenzo, prega per noi affinché percorriamo oggi con decisione la via dell'umiltà per sentire e far sentire il profumo della povertà di Betlemme e per diventare capaci di tenere tra le mani, la brocca dell'umiltà, che nel servi­zio, lava i piedi dei fratelli, avendo come modello il Signore Gesù nell' Ultima Cena.
Beato Innocenzo, tu sei stato gioiosamente povero e sere­namente libero da ogni vincolo umano, aiutaci a vivere, in piena libertà, il nostro servizio a Dio e ai fratelli. Tu che hai vissuto la libertà vera, la libertà di chi non ha catene che legano come schiavi alle cose di quaggiù. Prega per noi, affinché diventiamo veramente liberi.
Beato Innocenzo, tu hai celebrato l'Eucaristia unendoti a Cristo con un totale atto di amore: non hai posto ostacoli alla Messa ma l'hai accolta, l'hai vissuta e l'hai seminata con la tua carità. Aiu­taci a vivere meglio la Santa Messa, aiutaci a stare accanto all’al­tare con il cuore di Maria per divenire oggi seminatori d'amore nel campo dell' odio, seminatori di perdono nel campo della vendetta, seminatori di bontà nel campo della cattiveria. Amen.

*       *       * 
O Eterno Divin Padre che ascolti propizio le preghiere degli umili, esaudisci le suppliche che il tuo umilissi­mo servo beato Innocenzo da Berzo ti presenta per noi, e accordaci per la sua umiltà, la grazia che ti chiediamo. Gloria al Padre...
Eterno Divin Figlio, che hai la tua parola di esau­dire sempre coloro che con fiducia ti invocano, per i meriti del tuo fedele servo beato Innocenzo da Berzo, mostrati propizio alle suppliche che Egli ti ri­volge in nostro favore, e concedici la grazia che con fiducia ti chiediamo. Gloria al Padre...
O Eterno Spirito Santo, santificatore delle anime, per quell' esimia santità che adornò l'anima del tuo fedele servo beato Innocenzo da Berzo e per la fedeltà con cui Egli corrispose ai tuoi doni, sii misericordioso verso di noi ed esaudisci le nostre preghiere, accordandoci la grazia che ti chiediamo Gloria al Padre...
Preghiamo. O Dio, che hai dato al beato Innocenzo da Ber­zo la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi anche a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Santuario SS Annunziata - 25052 Piancogno (BS) - Tel.: 0364/45180

NOVENA AL BEATO INNOCENZO DA BERZO per chiedere qualche grazia



O Eterno Divin Padre che ascolti propizio le preghiere degli umili, esaudisci le suppliche che il tuo umilissi­mo servo beato Innocenzo da Berzo ti presenta per noi, e accordaci per la sua umiltà, la grazia che ti chiediamo. Gloria al Padre...  
Eterno Divin Figlio, che hai la tua parola di esau­dire sempre coloro che con fiducia ti invocano, per i meriti del tuo fedele servo beato Innocenzo da Berzo, mostrati propizio alle suppliche che Egli ti ri­volge in nostro favore, e concedici la grazia che con fiducia ti chiediamo. Gloria al Padre... 
O Eterno Spirito Santo, santificatore delle anime, per quell' esimia santità che adornò l'anima del tuo fedele servo beato Innocenzo da Berzo e per la fedeltà con cui Egli corrispose ai tuoi doni, sii misericordioso verso di noi ed esaudisci le nostre preghiere, accordandoci la grazia che ti chiediamo Gloria al Padre...  
Preghiamo. O Dio, che hai dato al beato Innocenzo da Ber­zo la grazia di seguire sino in fondo Cristo povero e umile, concedi anche a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai proposto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
                         preghiere a Gesù e Maria

INDULGENZA PLENARIA ANNO INNOCENZIANO (28-9-2010_12-11-2011)



PENITENZIERIA APOSTOLICA

LA PENITENZIERIA APOSTOLICA, per ordine del Som­mo Pontefice, concede che i fedeli cristiani veramente pentiti possano lucrare l'INDULGENZA PLENARIA nel SANTUA­RIO DELLA SS. ANNUNCIATA di Piancogno. OGNI GIORNO, alle consuete condizioni che regolano l'in­dulgenza: la confessione sacramentale, la comunione eucari­stica, la preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, la visita al Santuario in forma di pellegrinaggio o personale, partecipare alla sacra funzione, sostare un congruo spazio di tempo in meditazione e concludere con il Padre Nostro, il Credo e l'invocazione alla Beata Maria Vergine e al Beato Innocenzo. La presente concessione è valida per tutto l'Anno Innocenzia­no: 28 settembre 2010-12 novembre 2011. Non è d'impedimento qualsiasi altro provvedimento in con­trario. 

PREGHIERE PER RICEVERE L'INDULGENZA

- "Padre nostro"
- "Credo (Professione di Fede)".
- Una preghiera secondo le intenzioni del Papa.
-Aggiungere a scelta tra le seguenti devozioni:
* Recita della preghiera del Santo Rosario;
* Via Crucis;
* Visita al Santissimo Sacramento
*Adorazione eucaristia;
* Lettura della Parola di Dio

Santuario SS. Annunciata 25052 Piancogno (BS) Tel.: 0364/45180


CHE COS'È L'INDULGENZA?

L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena tem­porale dei peccati già rimessi per quanto riguarda la colpa e per i quali si è già ottenuta l'assoluzione confessandosi. L’in­dulgenza è la remissione che il fedele riceve solo debitamente disposto e a determinate condizioni. Questa viene donata per intervento della Chiesa, la quale, come ministro della Reden­zione, con la sua autorità, dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi. L’indulgenza è parziale o plenaria a seconda che liberi in parte, o in tutto, dalla pena temporale dovuta ai peccati" (Paolo VI, Costituzione Apo­stolica Indulgentiarum doc­trina, 1967). "La Chiesa, avendo ricevuto da Cristo il potere di perdo­nare in suo nome, è nel mon­do la presenza viva dell'amo­re di Dio che si china su ogni umana debolezza per acco­glierla nell'abbraccio della sua misericordia. Ricorrere alla Comunione dei Santi permette al peccatore di essere purificato rapidamente e con più efficacia dalle pene del peccato".

NOTIZIE SUL SANTUARIO DELLA SS.MA ANNUNCIATA
Il fondatore del convento-santuario dell'Annunciata é il francescano beato Amedeo Meneses de Silva nobile spagnolo. Ordinato sacerdote celebra la sua prima santa Messa il 25 marzo 1459 nel convento di Ore­no di Vimercate, uno dei luoghi per accettare i fra­ti che volevano vivere la Regola di san Francesco d'Assisi in modo autentico. Nell'anno 1468 l'ere­mita e terziario francescano di Borno, certo Pie­tro, pregò il padre Amedeo di accettare in dono la chiesa di sua proprietà e fondare un convento di frati. Egli dopo aver pregato a lungo accolse il dono, dicendo ai frati che la Madonna li avreb­be sempre protetti ed aiutati. I seguaci del bea­to Amedeo rimasero circa un secolo in questo convento. In seguito fu abitato dai Frati Minori Francescani detti Osservanti. In un periodo carico di riforme, il Convento nell'anno 1605, accolse un'altra famiglia francescana denomi­nata dei Frati Minori Riformati, che vi rimase fino alla soppressione napoleonica avvenuta nel 1810. In questi due secoli di permanenza, mol­ti frati, resero illustre e celebre questo conven­to per la grande spiritualità da lasciare orme di santità incancellabili sia per la vita austera come per la capacità di annunciare il Vangelo in tutta la Val Camonica. Noi ricordiamo i nomi più noti: i fratelli Belli di Borno, padre Giovanni Abondio da Darfo il grande eroico missionario della Valle di Lucerna, padre Ludovico Bellardini da Breno, padre Zaccaria Fiorini da Gianico, padre Pier Alberto Rossi da Ponte di Legno. Dal 1835 sono presenti i frati mino­ri cappuccini. Negli anni passati L' Annunciata fu pure sede del noviziato della Provincia di Lombardia. In questo Convento fecero il noviziato il Servo di Dio padre Carlo da bbiategrasso e il beato Innocenzo

VADEMECUM PER UNA DEVOTA FREQUENTAZIONE DELLA CASA DI DIO E PER UN BUON RAPPORTO CON GESÙ EUCARISTIA




1. IL LUOGO SACRO: TEMPIO E CASA DI DIO
In tutti i popoli e in tutte le culture, da sempre, si è avvertita l'esigenza di delimitare uno spazio, circoscrivere un luogo, determinare un ambiente che favorisse l'incontro tra l'uomo e la divinità. Noi italiani possiamo tuttora oggi ammirare le rovine degli antichi templi pagani di Roma e lo stesso vale per la Grecia, l'America Latina, l'Africa, l'Asia: l'uomo ha sempre sentito che doveva esserci Qualcuno più grande di lui e che era necessario definire un luogo in cui fosse possibile cercare una qualche forma di contatto con questo Misterioso Essere. Gli Ebrei, nostri padri e fratelli maggiori (così li definì Giovanni Paolo II), costruirono a Dio un tempio grande, meraviglioso e imponente, purtroppo completamente raso al suolo dall'Imperatore Adriano e di cui oggi si possono ammirare solo le fondamenta del lato occidentale (il famoso "Muro del pianto"): essi sapevano e credevano che nel cuore del Tempio ci fosse la presenza viva e vera di Jahvè, la dimora della sua Gloria, un luogo in cui Egli era, parlava ed ascoltava le preghiere di ogni figlio del suo popolo. Con l'avvento del Cristianesimo questa convinzione si è ulteriormente rafforzata: Gesù, infatti, ha istituito il sacramento dell'Eucaristia, in cui, per un miracolo a noi incomprensibile e di cui gli angeli stessi stupiscono, trasforma la sostanza del pane senza lievito nella sua vera Carne, in cui Egli è e rimane presente sostanzialmente, ovvero con tutto se stesso: Corpo, Sangue, Anima e Divinità. La Chiesa ha chiamato questo miracolo con il nome di transustanziazione, termine che significa per l'appunto "cambiamento di sostanza": non più pane di farina, ma Gesù in persona. Fin quando sussistono le sacre specie, dunque, Egli è personalmente e realmente presente in esse. Nelle nostre Chiese, dunque, nei tabernacoli di esse, c'è la presenza viva, vera, reale e personale di nostro Signore Gesù Cristo: sono la Casa di Dio per eccellenza, in cui abita Dio in persona, con una presenza viva e vera (anche se silenziosa e misteriosa), che richiede di essere creduta, riconosciuta ed onorata come merita.

2. IL TEMPIO È UNA CASA DI PREGHIERA
Un giorno Gesù scacciò i mercanti dal Tempio, dicendo: "il tempio è una casa di preghiera". Vuol dire che tutto ciò che si fa, si dice e si opera al suo interno deve avere come fine la preghiera, deve favorirla o almeno non disturbarla. La preghiera, dice S. Teresa, è un intimo dialogo e colloquio con Colui che ci ama infinitamente e che si compiace di ascoltarci, esaudirci, parlarci. La sua Voce, però, non è suono percepibile dall'orecchio, ma pensiero dolce e soave, intimo e delicato, che si percepisce come proprio da chi sta pregando, ma è la Voce di Dio che parla nell'intimo del cuore. È necessario grande raccoglimento e profondo silenzio per poterla udire: ecco perché, nelle nostre Chiese deve regnare un clima di profondissimo silenzio, non solo al suo interno, ma anche nella zona circostante. Bisogna pian piano abituarsi a non parlare mai ad alta voce, ma sempre a voce sommessa, quasi soffusa e parlare solo di ciò che è indispensabile dire o che la  carità fraterna esige che sia detto. Si può senza dubbio pregare ad alta voce, cantare al Signore con tutto il cuore, leggere la sua Parola, commentarla, fare una catechesi in Chiesa; ma non "chiacchierare", nemmeno fare una buona e amichevole conversazione, cose che rivestono una grande importanza e valenza anche per noi cristiani, ma che non trovano nel luogo Sacro l'ambiente adatto per svolgersi. Quando si è in Chiesa, si è più che mai alla presenza di Dio (anche se a Lui sempre e tutto è presente); in un luogo che è consacrato perché lo si usi solo per ciò che attiene al suo onore, al suo culto, alla sua ricerca. Tutto quello che si vede nei Templi cristiani, la bellezza degli arredi sacri, l'architettura, le sculture, le pitture, gli oggetti del culto, sono pensati, voluti e fatti solo per rendere culto a Dio, per dirgli che Lui solo è grande e merita amore, somma attenzione, adorazione; ma anche per aiutare chiunque entra nel luogo Sacro (attraverso la sua bellezza, tanto cara a Papa Benedetto XVI) a prendere coscienza della Bellezza di Dio: la Chiesa, casa e tempio di Dio, deve essere una piccola rappresentazione di ciò che è il Paradiso, dove Dio e i santi abitano in una felicità piena e imperturbabile. Entrando in Chiesa, osservandone il decoro, la pulizia ed anche la nobile bellezza, ogni persona dovrebbe sentire un po' di nostalgia di Dio e del Paradiso. Il silenzio, il modo di comportarsi, la dignità e modestia nel vestire, gli atteggiamenti esterni all'interno del luogo sacro sono vere e proprie parole viventi, rivolte a Dio ma anche agli altri. Padre Pio raccomandava ai suoi figli spirituali di essere irreprensibili nel modo di stare nel luogo sacro, perché questo non solo parla a Dio, ma edifica (oppure, se indecoroso, può scandalizzare) anche il prossimo.

3. ALCUNE INDICAZIONI PRATICHE
La prima cosa da fare, appena si entra in Chiesa, è volgere lo sguardo verso il Tabernacolo, indicato dalla lampada che brilla ininterrottamente a fianco ad esso, e adorare il Signore, che ivi è realmente presente, con la genuflessione, gesto che consiste nel piegare il ginocchio destro fino a toccando con esso la terra, mentre mentalmente si rivolge un'espressione di amorevole saluto al Signore. Dopo la genuflessione è bene fare immediatamente il segno della croce, preferibilmente con l'acqua santa, avendo cura di compiere questo gesto con rispetto e devozione, mai in modo frettoloso o distratto. Col segno di croce, infatti, si compiono moltissimi atti di fede: si dichiara di credere nella Santissima Trinità, le cui tre divine Persone si nominano ("nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo"); tracciando il segno della croce, ci si ricorda del patibolo su cui nostro Signore Gesù è stato ucciso, per salvarci dai nostri peccati; questi due misteri (i due principali della nostra fede cattolica) ci si impegna a tenerli fissi nella mente (si porta la mano sulla fronte), ad amarli con tutto il cuore (si porta la mano sul cuore) e a farne l'oggetto della nostra testimonianza e delle nostre azioni (si porta la mano sulle due spalle). È questo, come insegna Gesù, il primo e il più grande di tutti i comandamenti ("amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze"). Compiuti questi gesti, si può andare al banco per rivolgere una preghiera a Gesù, oppure accendere una candela (simbolo della nostra devozione: accendere una candela significa dire a Gesù, Maria o a un santo, che si vuole spendere la vita per loro, consumandola come la fiamma consuma la cera della candela ed illuminare tutti attraverso una vita tendente alla santità). Padre Pio raccomandava, quando si prega in Chiesa, di non divagare con lo sguardo, non girarsi a vedere chi entra e chi esce, rimanere in dolce colloquio con Gesù, parlandogli, lodandolo, ringraziandolo, chiedendogli ciò di cui ho bisogno. All'uscita dalla Chiesa si compiono i medesimi gesti di quando si è entrati. La piccola S. Bernardetta di Lourdes disse che rimase molto edificata nel vedere con quanto rispetto, amore e devozione la Madonna si faceva il segno della Croce; san Josè Maria Escrivà raccomandava ai suoi figli di fare con molta devozione la genuflessione, evitando di fare strani gesti o pseudo inchini che sembrano più "una burla" che un atto di adorazione al Signore. Gesù vede quei gesti e con essi valuta il nostro amore: che differenza ricevere una carezza o un bacio affettuoso da un amico, oppure un gesto di circostanza, freddo e senza amore. Invochiamo l'Immacolata Vergine Santissima, i Santi e il nostro Angelo custode perché ci insegnino ad essere sempre molto delicati e affettuosi verso Gesù, il cui Cuore pulsante nei nostri Tabernacoli, è un roveto ardente di amore sconfinato verso tutti e ciascuno di noi.

4. IL TEMPIO È UN LUOGO DI CULTO: IL SACRIFICIO DELLA SANTA MESSA
Il tempio è anche il luogo del culto, in cui si offre a Dio l'unico sacrificio a Lui gradito: quello del Suo Figlio Santissimo, Vittima innocente che si è offerto in olocausto al Padre per la nostra salvezza, distruggendo nel crogiuolo delle Sue immense sofferenze tutti i nostri peccati, per ottenerci la riconciliazione con Dio e la Grazia che abita nelle nostre anime. Al Suo Sacrificio, che si perpetua nel corso del tempo e della storia nel santo Sacrificio della Messa, Gesù associa la sua Chiesa, ovvero ogni fedele battezzato, che da Gesù, in Gesù e per Gesù, deve imparare a trasformare tutta la sua esistenza in "un'offerta viva gradita al Padre", offrendo a Dio la propria giornata, il proprio lavoro, le proprie piccole o grandi sofferenze, in una parola tutto se stesso. Dio non cerca e non vuole sacrifici di animali (come nell'Antico Testamento) e nemmeno i nostri beni: Dio desidera il nostro cuore, che Lui ha creato perché potesse conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita, per goderLo eternamente in quella che ci attende nel Cielo. Tutto questo si vive e si compie soprattutto nella celebrazione della Santa Messa. All'inizio di essa tutti noi ci riconosciamo piccoli e miseri davanti a Dio, bisognosi del suo perdono, della sua Parola e della sua grazia (riti di introduzione e atto penitenziale); poi ascoltiamo la sua Parola, che ci insegna a distinguere il vero dal falso, il bene dal male, il bello dal brutto, perché la mettiamo in pratica (liturgia della Parola); poi professiamo la nostra fede in Dio e Gli eleviamo le nostre suppliche (Credo e preghiera dei fedeli). Nell'offertorio il sacerdote offre se stesso e tutti noi come sacrifici viventi a Dio Padre, supplicandoLo che ci accetti in unione al suo Figlio Gesù, divina Ostia che sarà immolata nella liturgia eucaristica. Poi, il sacerdote ringrazia Dio e lo loda per tutti i benefici che ci elargisce (Prefazio). Finalmente si giunge al momento più solenne, più importante, più bello e più grande che esiste nell'universo: attraverso la consacrazione Dio trasforma il pane ed il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, che vediamo separati come lo furono sul Golgota, quando Gesù moriva offrendo la sua vita per noi sulla Croce: tutto questo si compie qui ed ora in ogni Messa che si celebra (liturgia eucaristica).
Dopo aver recitato il Padre nostro, si giunge al momento della santa Comunione: un mistero ineffabile che comprenderemo solo in cielo: si diventa una sola carne, un solo sangue, un solo spirito, un solo cuore con Gesù. È la massima unione possibile che si può avere con Dio su questa terra. Dovrebbe diventare il momento in assoluto più bello della nostra vita. È il dono per antonomasia di Gesù eucaristico amore.

5. INDICAZIONI PER UNA BUONA PARTECIPAZIONE ALLA SANTA MESSA
I Santi davano indicazioni molto semplici e incisive: si partecipa bene alla santa Messa, vivendola come se fosse la prima, l'ultima e l'unica; nulla vi è di più grande nell'universo, insegnava Padre Pio. La partecipazione alla santa Messa deve essere attenta (non distrarsi e non divagare cogli occhi o col pensiero), degna (non ridere o chiacchierare; rispondere recitando bene le parti riservate ai fedeli), devota (animata dal senso di stare alla presenza di Dio, stando in ginocchio almeno durante la consacrazione e dopo la Comunione, atteggiamento che esprime l'adorazione che a Dio è dovuta e che i santi raccomandavano: Padre Pio, se vedeva qualcuno in piedi alla sua Messa, esclamava imperiosamente: "in ginocchio!"). Vivere ogni momento della Messa in modo consapevole: umiliarsi nei riti introduzione, ascoltare con attenzione durante la liturgia della Parola, offrirsi a Dio nell'Offertorio, adorare nel più assoluto silenzio durante la consacrazione e la preghiera eucaristica, amare e intrattenersi in dolce colloquio con Gesù dopo la Comunione sacramentale, oppure, se non ci si può accostare ad essa, fare la comunione spirituale, tanto raccomandata dai Santi, rivolgendo a Gesù eucaristico parole come queste: "desidero riceverti, Signore Gesù, con la purezza, l'umiltà e la devozione con cui ti ricevette la tua santissima Madre e con lo spirito e il fervore dei santi". Terminata la S. Messa è bene uscire in silenzio e riservare l'area del sagrato della Chiesa per intrattenersi fraternamente con i nostri fratelli e sorelle. I Santi raccomandavano di dedicare un congruo tempo al ringraziamento (almeno un quarto d'ora). Il silenzio dopo la comunione serve a questo.


6. INDICAZIONI PER UNA BUONA COMUNIONE SACRAMENTALE
Per fare una buona comunione è necessario: essere in grazia di Dio, ovvero non avere sulla coscienza alcun peccato grave non confessato, altrimenti è necessario prima confessarsi; rendersi conto di Chi si va a ricevere, il Figlio di Dio vivo e vero; desiderarlo con tutto il cuore; comunicarsi in modo degno e devoto. Si ricordi che il modo attualmente ordinario di ricevere la comunione nella Chiesa Cattolica è comunicarsi in piedi ricevendo l'Ostia in bocca (forma normale), dicendo "Amen" dopo che il sacerdote ha detto "il Corpo di Cristo" e facendo almeno un inchino profondo con la testa in segno di adorazione. È comunque un diritto dei fedeli che lo desiderano quello di ricevere la comunione in ginocchio, prassi che la Chiesa ha sempre lodato e incoraggiato come espressione piena dell'adorazione dovuta a Gesù eucaristia e che l'attuale Pontefice Benedetto XVI ha attuato nelle sue celebrazioni; ricevere la santa Ostia sulle mani è una facoltà (non un diritto né tanto meno un dovere), concessa pro tempore dalla Santa Sede su richiesta dei Vescovi. La Santa Sede è intervenuta recentemente avvertendo sui pericoli che tale prassi può ingenerare, particolarmente quello di perdere la percezione della presenza reale di Gesù nell'Ostia. La prassi inaugurata da Papa Benedetto XVI scoraggia e sconsiglia questo modo di ricevere la Santa Comunione.
Don Leonardo Maria Pompei

NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.