giovedì 9 novembre 2017

INTERVISTA A MARIA SIMMA

 (27° e ultima parte - dal libro "FATECI USCIRE DA QUI!")
LA SOFFERENZA E LA RIPARAZIONE

Se dovessimo chiedere a Gesù il permesso di fare il nostro Purgatorio qui sulla terra, Egli accoglierebbe questa nostra richiesta?


Non sempre, ma spesso succede così. Ricordo un caso in cui un sacerdote ed una signora erano contemporaneamente ricoverati nello stesso ospedale. Erano tutti e due molto malati ma in grado di alzarsi e di passare alcune ore insieme. Uscivano insieme ed ebbero modo di conoscersi bene. La donna, che non era vecchia, disse al sacerdote che aveva chiesto proprio questo a Gesù: che potesse soffrire per tutto il tempo necessario sulla terra per poter poi andare direttamente in Paradiso. Ma il sacerdote aveva risposto: "Non oserei mai chiedere una cosa del genere; mi parrebbe di sfidare troppo la volontà di Dio". "No" lei rispose, "se chiedo questo al mio Gesù, sono certa che Egli me lo concederà".
Una suora dell'ospedale li conosceva entrambi ed aveva spesso sentito la signora esprimere questo desiderio. Accadde che la donna mori per prima, seguita poco dopo dal sacerdote. Questi, dopo non molto tempo, apparve alla consorella e le disse che, se fosse stato così fiducioso e devoto quanto la sua compagna di malattia, anch'egli sarebbe andato direttamente in Paradiso senza sostare in Purgatorio.
È possibile che intere città, per non dire nazioni, sono punite o, come lei preferisce dire, purificate per i loro peccati passati?

Si, è possibile.
Quindi, se tutti in Occidente confessassero oggi i loro peccati e si dessero urgentemente da fare, pregando e compiendo una riparazione supplementare con buone azioni per i loro antenati più recenti, la riparazione, che lei dice Dio presto imporrà all'umanità, potrebbe essere ridotta drasticamente. Ho capito bene?
Sì, è vero ed è semplice come dice lei. Pregare e confessarsi, e poi pregare per i nostri defunti e compiere delle buone azioni supplementari alla loro riparazione. Allora Dio ridurrà quella riparazione che Egli ha previsto di far ricadere sull'umanità senza alcun preavviso.
Quando le si presentano le anime dei sacerdoti, Maria, cosa avviene di coloro che non hanno una famiglia che preghi per loro dopo la loro morte?

Hanno me! Hanno tanti buoni amici ed io sono una di loro.
Anche quelli che lei non ha conosciuto personalmente?
Certamente! Farò per loro tutto quello che mi chiederanno di fare.
Anche se significa assumersi delle sofferenze?
Uhhm.


Si sente di parlare di questo?
Gesù non ci dà mai di più di quello che possiamo portare.
Molto tempo fa venne da me un sacerdote che mi disse che se mi fossi offerta di soffrire per tre ore per lui, gli avrei risparmiato vent'anni di Purgatorio. Accettai perché il mio direttore mi aveva detto che avrei dovuto accettare tutto ciò che mi veniva richiesto, come del resto avevo sempre fatto. Non passò molto tempo che mi trovai trapassata in ogni centimetro del mio corpo da un dolore così violento da restare paralizzata e da non capire più dove fossi. Eppure il mio cuore era nella gioia perché sapevo cosa significava tutto ciò per quel sacerdote. Però quelle tre ore non passavano mai, mi sembravano tre giorni. Poi, improvvisamente come era venuto, il dolore se ne andò. Mi resi di nuovo conto di dov' ero, guardai il mio orologio che indicava che esso era durato esattamente tre ore.
In altre occasioni invece si trattava di un dolore localizzato. Una volta mi fece male lungo il braccio destro e qualsiasi cosa facessi o in qualsiasi modo lo tenessi, era sempre lo stesso. Seppi poi, che la mia sofferenza era per un anima che aveva modificato il testamento di un altro, per cui si spiegava perché io avessi male ad un arto, cioè al braccio ed alla mano necessari per scrivere. Quando ci assumiamo delle sofferenze con lo stesso amore che Dio ha per noi, tutto è possibile. I frutti migliori vengono da questi patimenti. La sofferenza, in altre parole, la croce, senza questo amore è troppo pesante e non ha senso come non può esistere l'amore senza una croce.

Le dicono quanto durerà la sofferenza?

No, quella fu l'unica volta. E' la cosa peggiore, non sapere quanto durerà. Quella volta durò tre ore.
Accetta queste sofferenze ad intervalli regolari o ne accetta di più durante certi periodi dell'anno? Accetto sempre tutto ciò che mi è richiesto, ma durante la Quaresima, ad esempio, le anime fanno sentire fortemente la loro presenza tramite le sofferenze che assumo per loro. In altri periodi, invece, capita quando me lo richiedono.

Continua tuttora ad assumersi le sofferenze con la stessa intensità e frequenza di quando era più giovane?

No, è meno frequente di una volta perché ultimamente mi sono impegnata a girare molto per parlare alla gente, assai più di prima, poiché anche questo serve molto alle anime.

Quando era più giovane, avrebbe mai pensato che avrebbe girato le città di mezza Europa a tenere conferenze in sale gremite di persone?

No davvero! Sarei scoppiata a ridere o mi sarei messa a tremare al solo pensiero! Ma ora il Signore mi dà la forza ed il coraggio di farlo e posso constatare i molti buoni frutti che ne derivano. Per questo gli sono tanto, tanto grata.
Si è assunta anche angosce mortali quali quelle sofferte dal Nostro Signore nell'Orto del Getsemani?
No, finora quello non è successo.

Il rapporto temporale, tre ore per vent 'anni come mi disse poc'anzi, è sempre lo stesso o qualche volta cambia'?

Cambia completamente per ogni caso. Si spiega perché in Purgatorio c'è un numero infinito di livelli diversi. Un'anima mi disse che dieci anni di un Purgatorio lieve sono molto, molto più sopportabili di due giorni nel livello più basso. Inoltre, non dobbiamo pensare che un'anima debba salire lentamente attraverso tutti i livelli per finalmente uscirne in cima. Può passare dal livello più basso direttamente al Paradiso. 

Ritiene che le sofferenze che lei si assume volontariamente siano simili alle sofferenze del Purgatorio?

Sì, così almeno mi sembrano. Il mio corpo, sparite le sofferenze, non porta alcun segno di cicatrici o altre lesioni od affezioni permanenti. Avvengono quindi tutte nell'anima ed è per questo che penso siano simili.

Se vediamo che una persona soffre terribilmente, possiamo intervenire ed offrire quella sua sofferenza a Dio per lei?

Sì, ma avrebbe più valore se lo facesse la persona stessa.

Qualora si trattasse della propria sofferenza, se la persona sopporta bene per un certo periodo di tempo poi perde la pazienza, e ancora più tardi torna ad offrirla con il senno di poi, questa offerta vale ugualmente?

Ancora si, ma non tanto quanto l'offerta fatta per tutto il tempo in cui è durata la sofferenza.

Se una persona dovesse offrire tutte le sue future sofferenze a Dio, sapendo che potrebbe avere dei cedimenti quando si fossero presentate, la sua offerta ha lo stesso valore di quella fatta al momento della sofferenza?

Sì, perché Dio vede la nostra sincerità nel momento in cui la facciamo.

Se qualcuno soffre e non offre questa sofferenza al Signore, il valore di quella sofferenza viene perso?

Nel senso in cui quell'anima non arriverà prima in Paradiso, si. Comunque, quella sofferenza può essere il risultato il più delle volte di qualcosa commesso in passato e che ora viene riparato. Il Signore permette che ciò accada, che noi collaboriamo o meno. Egli è puro amore e sa perfettamente cosa è meglio per noi.

Che cos'altro può dirmi della sofferenza?

Dopo la vita ed il tempo donatoci per fare del bene su questa terra, la sofferenza è il più grande dono che Dio ci ha dato. Mentre soffriamo quaggiù, riceviamo il dono di compiere buone azioni, ma una volta giunti in Purgatorio, quel dono scompare. La sofferenza ha sempre un effetto terapeutico e dobbiamo sempre confidare in Dio che essa ci sia stata data per il nostro bene e per la Sua gloria.
C'è una grazia grandissima derivante dalla sofferenza che vorrei sottolineare. E nella sofferenza che le persone si incontrano e riconoscono il cuore uno dell'altro. Nella sofferenza l'altra persona diventa importante mentre quando manca si tende a pensare soprattutto a se stessi. E un problema questo che caratterizza in grande misura l'Occidente; nella grande riparazione che Dio infliggerà presto al mondo occidentale, le persone si ritroveranno di nuovo, a causa della loro sofferenza. Ciò sarà bene e farà emergere il lato migliore in quelle persone che ora si preoccupano soltanto della loro prossima e più bella casa o macchina. Anche questo è un processo di purificazione. Per cui ciò che viene visto inizialmente come un disastro finisce per rivelarsi una grazia, un dono grandissimo da parte di Dio.

Quando la sofferenza viene da Satana, dovremmo reagire in un modo diverso da quando essa viene da Dio?

Tutta la sofferenza viene da Dio, nel senso che Egli permette che noi soffriamo anche per colpa di Satana. Qualora riconoscessimo in qualcuno l'origine demoniaca della sua sofferenza, è nostro dovere portarlo da un esorcista. Molte persone dicono: "Spero che il Signore non mi ami troppo!". Conosco una mamma che disse una volta a suo figlio seminarista:
"Di' al Signore che può fare di te ciò che vuole". Ma il figlio rispose: "Oh no, perché poi Egli potrebbe chiedermi troppo". Questo non è vero. Stia tranquillo che il Signore non ci chiede MAI di più di quanto siamo in grado di fare.

Sapendo che esistono molti tipi di persone e che ciò che esce dalla nostra psiche non va mai preso alla leggera, è possibile che qualcuno, dopo un'affermazione del genere, decida di chiedere al Signore delle sofferenze supplementari? Per chi è incline, potrebbe suggerire una preghiera?

 In generale, no.
Niente affatto.
Chi vive nel mondo e ha altre persone a cui pensare, non dovrebbe fare una cosa del genere perché la sofferenza arriverà comunque, in un modo o nell'altro. Le richieste di sofferenze supplementari dovrebbero essere lasciate a coloro che vivono in clausura, che sono responsabili solo per se stessi e che possono sempre contare sull'aiuto di altri. Questi ultimi possono desiderarlo, gli altri, no. Nel mio caso, io non l'ho voluto, ma ho acconsentito che mi capitasse per il bene delle anime del Purgatorio. E ho scelto di non farmi una famiglia per poter dedicare tutta la mia vita a loro. Anche qui, il mio caso è diverso da quello della maggioranza delle persone.

Vi è un argomento in particolare da lei sofferto per le anime od un particolare peccato che sia dipeso dai vivi, che l'abbia fatta patire più di ogni altra cosa? E, se c'è, qual è quell'argomento o quel peccato?

Che sia dipeso dai vivi o sofferto per le anime, quell'argomento sarebbe certamente quello della distribuzione della Comunione in mano.

Ha mai pensato di evitare di parlarne così spesso?

No. E’ il mio sacrosanto dovere parlare alle persone del Purgatorio e di riportare fedelmente tutto ciò che le anime mi hanno detto in merito alla condizione della Chiesa. Come potrei omettere certe cose solo per rendermi la vita più comoda quando le condizioni della Chiesa, come più volte hanno ribadito le anime, non sono mai state così precarie in tutta la sua storia?! Allora non sarei una vera amica delle anime!
Non molto tempo fa fui invitata a parlare in una parrocchia. In quell'occasione il Parroco mi aveva detto che c'era un solo argomento che non avrei dovuto menzionare e quando gli chiesi qual era, mi rispose: 'la Comunione in mano'. Chiesi allora alle anime come mi sarei dovuta comportare. Mi dissero: "Senza tutta la verità, non ci sarà alcuna conferenza". E così dissi a quel Parroco.

Dal numero di apparizioni in questo suo rifugio e dal numero di telefonate che riceve si direbbe che riceve tantissima posta e altrettante telefonate. Ha un'idea di quante lettere e telefonate le arrivino nell'arco di una giornata?

No, ma l'altro giorno il postino mi aveva presa in giro perché in quella sola giornata mi aveva recapitato ben 73 lettere. Anche il mio parroco, don Bischof, non molto tempo fa venne a dirmi che secondo la Società Telefonica io ricevevo più telefonate del 113 di Feldkirch.

A parte il postino (risate di entrambi), chi è, Maria, il suo migliore amico su questa terra?

O, era certamente il mio direttore spirituale!

E chi è il suo secondo migliore amico al mondo?

Chiunque abbia il cuore sincero e dica le cose come stanno.

Maria, per quanto mi rattristi, ho esaurito la mia scorta di domande. Ringrazio Dio e ringrazio lei di tutto cuore per avermi lasciato tormentarla senza pietà per due giorni con tutti i miei interrogativi. Prima che me ne vada, però, potrei chiederle di raccontarmi un ultimo episodio in cui le anime sono intervenute in aiuto di qualcuno o hanno fatto qualcosa di molto significativo per attirare la nostra attenzione sulle loro grandi necessità?

Lei non mi ha tormentata. E stata una gioia sentirmi rivolgere tante domande così profonde. Anch'io ringrazio Dio e lei per questo. Quanto alla sua ultima richiesta, mi lasci pensare. "O Spirito Santo, illuminami!". Ah, sì, ecco!
Non molto tempo fa vennero da me, da una cittadina vicina, due sorelle per chiedermi che cosa mancasse al padre defunto per andare in Paradiso. Come di consueto, annotai volentieri il nome e le date di nascita e di morte del defunto. Poi una delle sorelle, con un tono duro, mi disse che, qualora avessi avuto una risposta in cui si parlava di denaro, loro non avrebbero fatto nulla. Risposi che questo non riguardava tanto me quanto loro, ma che, comunque, se desideravano una risposta sarei stata lieta di procurargliela. E così se ne andarono.
Dopo qualche settimana ricevetti una risposta per questo nominativo da un'altra anima. Feci avvertire le sorelle di venire a ritirarla. Vennero e diedi loro la risposta in cui si diceva semplicemente che al loro papà occorrevano sette Sante Messe per essere liberato per il Paradiso. Ripartirono con il loro foglietto in mano ed un grazie di circostanza.
Passò altro tempo e venne a trovarmi una signora della medesima città per tutt' altro motivo. La signora era la vicina di casa delle due sorelle. Dopo aver sistemato le nostre faccende, le chiesi notizie delle due sorelle. "Oh, adesso stanno bene! Ero con loro quando commentarono la sua lettera in cui lei domandava perché si permettevano di far soffrire così a lungo il proprio padre. Erano sconvolte dalle sue parole! Come era possibile che lei sapesse che loro non avevano ancora fatto dire quelle messe per il padre?! E andarono di corsa in chiesa a farle dire". Io non dissi nulla e la signora ripartì. Vede Nicky, io quella lettera non l'ho mai scritta!
Mio Dio! È meraviglioso!
Si! Le anime sono meravigliose e supplico le persone di pregare per loro. Le garantisco che non passerà molto tempo che le anime interverranno e aiuteranno i loro amici in modi che li sorprenderanno ogni volta.

Maria c'è qualcosa per concludere che vorrebbe far sapere al mondo se ne avesse l'opportunità?

 Solo che, come già ebbi a dire, le anime mi hanno detto che mai in tutta la sua storia la Chiesa è stata così sofferente. Si riprenderà, migliorerà tantissimo e potremo aspettarci un'era di pace. Prima, però, verrà una grande tempesta ed è di questo che la Madonna non vuole che ci si preoccupi, che ci si pensi, o se ne faccia oggetto di chiacchiere.
Dio ha sempre cura dei Suoi figli. Questa grande tempesta conterrà le profezie di La Salette e di Fatima, l'ammonimento di Garabandal ed i segreti affidati ai 'ragazzi' di Medjugorje dove si parla del sopraggiungere di qualcosa mai visto prima.
Infine trasmetto a lei ciò che la Nostra Santa Madre e Madre di Gesù ci consiglia. Semplicemente pregare e digiunare per la pace in terra e portare l'incommensurabile amore e perdono di Dio a TUTTI i nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo.

E ancora Maria, che cosa esattamente può dire di aver appreso nel corso di tutti questi anni di autentiche esperienze straordinarie?

 Ho imparato ad amare Dio con tutta la mia forza!


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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.