lunedì 13 novembre 2017

IL PADRE STEVEN SCHEIER E LA PARABOLA DEL FICO



Omelia per la Terza Domenica dell’Anno C del Padre Tommy Lane Il Padre Steven Scheier venne ordinato Sacerdote nel 1973. Sfortunatamente egli prestava più attenzione a ciò che gli altri preti pensavano di lui piuttosto che essere un buon Sacerdote per Gesù. Il suo sacerdozio non era al servizio di Gesù, diretto piuttosto ad ottenere l’ammirazione della gente. Nel profondo del suo cuore sapeva che non stava facendo ciò che doveva fare, cioè di non essere Sacerdote come doveva esserlo, ma lui stesso dice che egli lo era in una maniera tale affinché la gente potesse pensare che lui fosse un buon sacerdote. Il 18 Ottobre 1985, P. Scheier stava viaggiando da Wichita diretto alla sua Parrocchia, (del Sacro Cuore !) di Fredonia, nel Kansas, USA, distante 86 miglia. Quella superstrada non aveva banchine ed era intensamente trafficata da mezzi pesanti, grossi veicoli e furgoni. Quel mattino era andato a Wichita ad incontrare un confratello sacerdote e nel pomeriggio era di ritorno. Venne coinvolto in un gravissimo incidente: uno scontro frontale con un grosso camion e con Dio. Sul camion c’erano tre persone. Nessuno dei tre morì. P. Scheier invece venne sbalzato fuori dalla sua auto. Il suo cuoio capelluto fu completamente distaccato sul lato destro. I dottori gli dissero in seguito che il lato destro del suo cervello era restato parzialmente esposto e che molte cellule erano state danneggiate. Sul luogo dell’incidente aveva perso conoscenza. Nell’ambulanza che lo accompagnava all’ospedale c’era un’infermiera che poi testimoniò di aver cercato di aiutarlo pregando l’ Ave Maria ma che lei non la conosceva, mentre lui continuava senza sosta a pregare l’Ave Maria per suo conto.


Nel frattempo era arrivato nel piccolo ospedale di Eureka, Kansas. La diagnosi fu che aveva subito la rottura del collo, che si era rotta la seconda vertebra cervicale, la C2, detta in breve la diagnosi da impiccagione. Se la testa fosse stata girata in un senso o nell’altro sul luogo dell’incidente egli sarebbe morto soffocato all’istante. Il dottore disse che non poteva fare molto, ricucì al suo posto il cuoio capelluto e chiamò l’elicottero del pronto soccorso di Wichita dell’ospedale civile di Lesley e così P. Scheier venne trasferito a Wichita. Non sapeva che veniva trasportato perché egli era in stato di incoscienza. Ad uno dei suoi parrocchiani che per caso si trovava proprio in quell’ospedale venne detto che gli veniva dato non più del 15% di probabilità di sopravvivere. Molte persone di differenti fedi Cristiane pregarono per lui in quella situazione. P. Scheier disse poi che Dio ascolta le preghiere di tutti e che quello è il motivo per cui lui è ancora qui oggi. Non venne operato. L’incidente accadde in Ottobre ed il 2 di Dicembre veniva dimesso dall’ospedale che ancora aveva l’ “aureola”, così egli chiamava il supporto ortopedico postogli intorno alla testa. Si rimise in forma a casa fino a quando gli tolsero l’ “aureola” in Aprile 1986. Fece ritorno alla sua Parrocchia nel mese mariano di Maggio. Un giorno, celebrando Messa, capitò che il brano del Vangelo fosse quello ben noto dell’albero di fico (Luca 13:1-9). Mentre proclamava il Vangelo, la pagina si illuminò, si ingrandì e si staccò dal lezionario per dirigersi verso P. Scheier. Egli terminò di officiare Messa nel miglior modo che gli riuscì e -rientrato in canonica- si ricordò allora di una conversazione spirituale che aveva avuto luogo dopo l’incidente. In quella conversazione P. Scheier si trovò in piedi di fronte al giudizio di Gesù. Non si ricorda la durata di questo fatto. Egli dice solo che il Signore gli fece rivedere la sua vita intera, e che gli mostrò come egli avesse totalmente fallito nel suo ministero sacerdotale. P. Scheier disse “Sì” a tutto ciò che Gesù gli presentò della sua vita. Prima dell’incidente P. Scheier aveva pianificato che quando fosse arrivato davanti al trono del giudizio di Gesù, Gli avrebbe detto che ogni giorno in cui aveva peccato era stato spinto in quella direzione e che non aveva potuto fare altrimenti.



 Aveva un certo numero di scuse, tutte belle pronte. Aveva l’abitudine di andare a confessarsi regolarmente prima dell’incidente ma non in maniera appropriata, cioè non consentiva che il sacramento cambiasse la sua vita. Non aveva alcun proposito di cambiamento. Dopo l’incidente si cominciò a domandare quante delle sue confessioni fossero valide a motivo del fatto che non aveva alcun proposito di cambiamento. Prima dell’incidente pensava che ci sarebbe stato tempo per convertirsi ma durante questa scena di giudizio Gesù gli dimostrò che non c’è tempo. Ora, di fronte a Gesù egli stava parlando con la Verità, e quando stai parlando con la Verità non puoi trovare scuse.



Alla fine del suo giudizio la sua sentenza da parte di Gesù fu l’inferno. P. Scheier disse “sì” poiché quella era l’unica cosa logica che egli meritava. In quel momento, tuttavia, egli sentì una donna dire: “Figlio, per favore potresti risparmiargli la vita e la sua anima eterna?” Il Signore rispose, “Madre, egli è stato prete per dodici anni per se stesso, e non per me, lasciamo che raccolga la punizione che merita.” “Ma, Figlio,” -disse Ella- “se gli diamo delle grazie e forze speciali vediamo se porta frutto; se no, che la tua volontà sia fatta.” Ci fu una breve pausa, dopo di che Gesù disse: “Madre, è tuo.” Da quel momento è stato di Nostra Signora. Egli non aveva alcuna relazione speciale con Nostra Signora prima dell’incidente ma da allora Ella è diventata tutto per lui. Ai piedi della Croce Gesù guardò Sua Madre Maria e la rese Madre della Chiesa intera. P. Scheier disse che Lei prende questo fatto molto alla lettera e seriamente. P. Scheier ha fatto esperienza della misericordia di Gesù, ma Maria è stata Colei che ha interceduto per lui. Egli ha imparato questa meravigliosa verità: nessuno della Santissima Trinità può dire “no” a Nostra Signora. È impossibile. Non diranno “no” a Lei. P. Scheier dice: “Maria quindi, non è forse la persona che vuoi avere dalla tua parte?” Noi crediamo in Dio,



Nostra Signora ed i santi in due modi, o con la testa o con il cuore. P. Scheier credette con la sua testa e non capiva nulla con il cuore. Credeva negli angeli e nei santi, ma per lui erano degli amici finti e quindi non erano reali. Dopo l’incidente egli divenne consapevole che essi sono davvero molo reali, che c’è una sola casa e che questa non è qui. P. Scheier dice che molte delle nostre priorità sono sottosopra. Le sue priorità erano sottosopra, la sua priorità avrebbe dovuto essere quella di salvare la sua anima e di salvare altre anime. Se fosse morto, i suoi parrocchiani non avrebbero mai potuto pensare che fosse all’inferno. Gesù non fa i tests di gradimento, Gesù è l’Unico che conta quando si arriva al punto di che cosa gli altri pensano di noi, perché al momento del giudizio saremo proprio da soli davanti a Gesù Cristo. Non potremo dire che qualcuno ci fece peccare. Gesù conosce la verità. P. Scheier dice che durante i suoi primi dodici anni dopo l’ordinazione non era stato un Sacerdote per Gesù. Invece di soffrire per Gesù egli fu un sacerdote per sé stesso. Egli rifuggì dalla croce. Se fuggiamo dalla croce ce n’è una più grande che ci attende. Egli dice che durante quei dodici anni non è stato che un codardo. La sua missione ora è quella di far sapere alla gente che l’amore di Gesù ha più importanza della giustizia, che l’inferno esiste e che tutti siamo passibili di finirci ed anche che la Misericordia Divina esiste. Concludo con alcune parole della parabola del Vangelo, quel Vangelo che è diventato così pregnante di significato per P. Scheier: 7 “Allora disse al vignaiolo: «Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?». 8Ma quello gli rispose: «Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai»”. (Luca 13:7-9) 16.09.2014



 - Traduzione dall’inglese dall’originale tratto dal sito www.frtommylane.com pagina web: www.frtommylane.com/homilies/year_c/lent3.htm

Nessun commento:

Posta un commento


NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.