lunedì 23 gennaio 2017

NOVENA A SAN BIAGIO



( Dal 25 al 2 febbraio )

1. Glorioso martire e nostro protettore S. Biagio,
tu sin dalla fanciullezza sei stato sempre di esemplari virtù, e
unendo alla sollecitudine pastorale di Vescovo l'arte della
medicina, hai avuto modo di promuovere e confermare la fede
cristiana nel popolo con le continue guarigioni. Siano
benedette le tue fatiche nell'ufficio di Vescovo e l'ardore con
cui hai sospirato la conversione di tutto il popolo di Sebaste.
Ti supplichiamo di ottenere anche a noi la grazia di migliorare
la nostra vita secondo gli insegnamenti del Vangelo.

Gloria.

2. Glorioso martire e nostro protettore S. Biagio,
tu che nella persecuzione dell'imperatore Licinio, per una
particolare ispirazione divina sei andato a nasconderti in
una caverna sul monte Argeo dove sei stato assistito e
provvisto di alimenti dalle bestie feroci, siano benedette le
tue preghiere e le asprezze di quella santa solitudine. Ti
chiediamo di santificare la nostra vita e di tenerci lontano
da ogni forma di peccato, così come l'aiuto divino santificò
la tua esistenza terrena.

Gloria.

3. Glorioso martire e nostro protettore S. Biagio,
tu sei stato ritrovato nella grotta dai soldati dell'empio
Agricola, mentre anche le fiere ti rispettavano ossequiose,
e con animo sereno sei passato alle torture e alla corazza
di ferro. Noi benediciamo i tuoi sospiri sotto le fruste e i
pettini di ferro: ti sei sottomesso ai tormenti più crudeli
con l'ardente desiderio di imitare Gesù. Ottienici, ti
preghiamo, la grazia di corrispondere alla chiamata
cristiana e sopportare pazientemente le croci della nostra
esistenza quotidiana.

Gloria.

SUPPLICA A SAN BIAGIO
Martire gloriosissimo, gran Medico e gran Vescovo dolce mio S. Biagio, io giubilo, che la SS. Trinità volle in Voi rappresentare la sua Essenza una nella Natura e Trina nelle Persone con l’unire in Voi tre stati: di Medico. di Vescovo e di Martire. Mi rallegro con Voi che colla soavità delle parole, e con la facilità dei miracoli, convertiste gran numero d’Idolatri. Godo, che il Signore abbia a Voi affidata la tutela della gola fin da quando, nel risanare il giovinetto agonizzante per la spina attraversata alle sue fauci, lo pregaste per tal sorte di afflitti. O santo della cordialità, o Santo della gratitudine, io ringrazio la SS. Trinità, che Vi donò un cuore tanto pietoso e una potenza tanto salutare. Ricordatevi che, non contento di averla fatta da Padre con quelle sette donne, le quali raccolsero il vostro sangue, la faceste per esse anche da Madre co' loro figliuoli.

Voi gettato a morire in un lago, camminaste a piede asciutto su le acque, su le quali, assiso, predicaste il Vangelo a maggiore trionfo della santa Fede. Deh, miracolosissimo Santo, prevenitemi con la vostra assistenza, soccorretemi sempre, e difendetemi da ogni pericolo. Ricordatevi che, prima di stendere il collo alla scure, pregaste per tutti quelli che si fossero raccomandati a Voi, e Vi fu subito risposto con voce udita da tutti: Io ho esaudita la tua Orazione e ti concedo quanto chiedi; pregate per me; io ricorro alla vostra orazione, e mi raccomando a voi. Liberatemi da ogni male e datemi la perseveranza nel bene. Così sia.

Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana - in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti - e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "benedizione della gola", compiuto con due candele incrociate. (Avvenire)

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.