giovedì 11 febbraio 2016

Quaresima 2016


IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
LE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALI

Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come pure perdonare e sopportare con pazienza”. 
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2447)

Il cammino di questa quaresima ci porterà a scoprire le opere di misericordia spirituale e ad approfondirne il significato e l’importanza per la nostra vita cristiana. Ogni domenica, prendendo spunto dai Vangeli quaresimali, si affronterà un’opera diversa, con l’impegno di concretizzarla nella settimana seguente. Queste saranno le tappe:

Prima domenica: SOPPORTARE PAZIENTEMENTE LE PERSONE MOLESTE
Seconda domenica: INSEGNARE A CHI NON SA
Terza domenica: AMMONIRE I PECCATORI
Quarta domenica: PERDONARE LE OFFESE
Quinta domenica: CONSIGLIARE I DUBBIOSI
Domenica delle Palme: PREGARE DIO PER I VIVI E PER I MORTI
Domenica di Resurrezione: CONSOLARE GLI AFFLITTI






Quaresima 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Prima domenica: SOPPORTARE PAZIENTEMENTE LE PERSONE MOLESTE

Molesto è qualcuno o qualcosa che provoca sofferenza, fatica, pesantezza; che provoca un lavoro extra. Come gli amici di Giobbe: «Siete tutti consolatori molesti» (Gb 16,2b). Invece di portare con lui il peso (= sopportare) degli eventi, diventano loro stessi un nuovo peso, una nuova molestia. Mentre nella lingua parlata il verbo sopportare ha assunto una colorazione negativa e piuttosto passiva (un “restare sotto” un peso che non si può evitare), nella sua etimologia greca porta con sé un significato attivo e positivo: è uno stare eretto di fronte a qualcuno o qualcosa con fermezza, un portare sopra di sé, tenendo fermo, resistendo all’urto con il coraggio della pazienza. E pazienza è la capacità anche di patire. È l’attitudine cioè di un forte di fronte al nemico, alle avversità, al dolore. Prendiamo esempio da Gesù che nel deserto della tentazione resta fedele a Dio e ancorato alla sua Parola!

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo.

La misura di questa sopportazione per il cristiano è ancora una volta l’amore: la carità che «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,7); perché, come Dio stesso, come Cristo, «non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto» (1Cor 13,5). Facciamo di questi verbi il nostro progetto di vita!




Quaresima 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Seconda domenica: INSEGNARE A CHI NON SA

Due sono gli aspetti di quest’opera di misericordia. Il primo tocca l’analfabetismo, l’obbligo scolastico, il lavoro sfruttato o minorile… tutte realtà che condannano tanti uomini a un’esistenza diminuita, senza orizzonti. Educare significa “condurre fuori”, “portare alla luce” le potenzialità della vita personale, le dimensioni dello sviluppo (affettiva, sociale, intellettuale, etica, fisica) che caratterizzano tutte le età generazionali e i diversi ambienti di vita. Ma c’è anche, e soprattutto, un aspetto legato all’ignoranza religiosa, al disconoscimento delle verità della fede, che rende i cristiani incapaci di comunicare le ragioni della loro fede e della loro speranza all’uomo d’oggi. L'opera di misericordia spirituale che richiama il dramma dell’ignoranza nelle cose riguardanti la fede, purtroppo, tocca una forte percentuale delle persone del nostro tempo.

E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».

Quanti ancora oggi sono nell’ignoranza riguardo al messaggio di salvezza di Gesù! A noi il compito di portare l’annuncio del Vangelo a tutti!



Quaresima 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Terza domenica: AMMONIRE I PECCATORI

Il peccato, agli occhi della fede, è la peggior disgrazia che possa capitarci. Dare una mano al fratello perché se ne liberi, significa volergli bene davvero. “Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore – scrive l’apostolo Giacomo – salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5,20). E la Lettera ai Galati: “Quando uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza” (Gal 6,1). La correzione fraterna è però iniziativa delicata e non priva di rischi. Così pregava a questo proposito sant’Ambrogio: “Ogni volta che si tratta del peccato di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimproverarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che mentre piango su un altro, io pianga su me stesso”.

Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”.

Quante volte Dio ha circondato con il suo amore, con la sua cura, con la zappa e il concime, con il suo sorriso e la sua speranza l’alberello della nostra vita! Così dobbiamo fare noi con coloro che sbagliano!


Quaresima 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Quarta domenica: PERDONARE LE OFFESE

Gesù dice: “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati” (Mc 11,25). A questa scuola gli apostoli insegnano: “Non rendete a nessuno male per male (Rm 12,17); anzi, “benedite coloro che vi perseguitano” (Rm 12,14). È un linguaggio che abbiamo in orecchio e non ci impressiona più. Ma la sua attuazione pratica è lontanissima dalle consuetudini umane, nelle quali dominano i risentimenti e i rancori coltivati. Una delle cause più forti del malessere sociale è data proprio dall’imperversare dell’odio e delle vendette, che innescano una catena interminabile di rappresaglie, quindi di sofferenze. Di qui l’importanza di quest’opera di misericordia che la Chiesa reca al mondo: l’incitamento a far prevalere in tutti la “cultura del perdono”.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. E cominciarono a far festa.

Perdonare le offese significa superare la vendetta e il risentimento. Significa anche trattare con amabilità chi ci ha offeso. Difficile? Sì, ma vale la pena provarci!


Quaresima 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Quinta domenica: CONSIGLIARE I DUBBIOSI

Il consiglio verso il dubbioso è espressione di amore, condivisione e misericordia come forma e anima dell’agire cristiano. Solo così le nostre parole entrano nell’intimo della mente e chi le riceve si sente amato prima ancora che giudicato. Fuori da questo orizzonte, il rischio di dare un consiglio per mostrare la nostra superiorità è sempre all’erta. È urgente, invece, farsi carico dell’altro, diventare solidale con lui, e per paradossale che possa sembrare, dubitare e ricercare con lui. Non con l’arroganza di chi ha già raggiunto la verità, ma con la passione e il desiderio di ricercarla insieme, pur sapendo di avere ricevuto già in dono la certezza della fede. E poiché “la fede viene dall’ascolto” (Rm 10,17) è necessario che chi è chiamato a dare consiglio sappia far tesoro del silenzio. Prima di indicare la strada che un altro deve percorre è necessario che io per primo abbia fatto quel percorso perché la mia parola sia credibile e il consiglio offerto efficace.
E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

La vita di questa donna è a un bivio: continuare come prima o dare una svolta alla propria vita? La parola di Gesù è consiglio buono: la libera dal dubbio e dona nuovo slancio alla sua vita! Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del Consiglio: chiediamolo per la nostra vita per poterlo poi donare agli altri!


Quaresima 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Domenica delle Palme: PREGARE DIO PER I VIVI E PER I MORTI

La preghiera per gli altri, vivi o defunti, viene chiamata intercessione. In latino, il verbo intercedere significa perorare la causa di qualcuno, camminare nel mezzo, pronto ad aiutare ciascuna delle due parti o ad interporsi in favore di una di esse. Nell’intercessione prendiamo su di noi i pesi di coloro per i quali preghiamo: è una preghiera che fa riferimento al progetto di Dio e permette di partecipare alla sua opera di salvezza, entrando in una specie di “paternità” con Lui. Il Beato Giovanni Paolo II scriveva: «Dio ha affidato agli uomini la loro stessa salvezza... Ha affidato a ciascuno tutti e a tutti ciascuno». Ecco ciò che costituisce il cuore dell’intercessione, che si configura finalmente come un atto d’amore.

Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli.

Il primo a pregare per noi è Gesù stesso: come possiamo noi negare al fratello in difficoltà la nostra preghiera? Viviamo la settimana santa pregando e portando nel cuore le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, proprio come ha fatto Gesù.


Pasqua 2016
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA”
Domenica di Resurrezione: CONSOLARE GLI AFFLITTI

Esistono varie afflizioni, vari tipi di sofferenze, ma c’è un’afflizione essenziale, quella che Sant’Agostino indica con la nota espressione: “Il nostro cuore è inquieto”. Possiamo precisare: è afflitto, è sofferente. Questa afflizione essenziale consiste nella mancanza di Dio e nella brama di avere Dio. E questa afflizione essenziale può essere consolata solo dall’amore di Dio. Il nostro cuore sarà inquieto finché non troverà riposo in Dio e nel suo amore. Come il cuore della Maddalena finché non ritrova il suo Signore risorto!

Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Maria Maddalena, consolata, corre a consolare! Consolare gli afflitti diventa ora un impegno nostro: occorre consolare sia con le parole sia con la vita. Con le parole, facendo conoscere l’amore di Dio, predicando il Vangelo della Risurrezione, e con la vita, facendo sperimentare l’amore di Dio, che asciuga le lacrime degli afflitti, che risolleva chi è caduto, proprio come ha risollevato il Figlio Gesù dalla morte!

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.