giovedì 20 novembre 2014

ESORCISMO



IL PIRATA

E' stato pubblicato sulla Rivista "Il Segno"
N. 144 - Aprile 2000, Ed. Segno
info@edizionisegno.it
Sono venuto a conoscenza di un recente caso di possessione diabolica altamente istruttivo
per le conferme di fede fornite all'esorcista dal demonio durante le preghiere di liberazione;
conferme strappategli dall'esorcista dopo ripetuti ordini in nome di Dio, della Madonna e
della Santissima Trinità. Il diavolo, infatti, resiste il più possibile alle domande che gli
esorcisti gli pongono per il bene dell'anima posseduta o delle anime in generale in quanto la
verità (soprattutto se a conferma della Parola di Dio) è per lui sempre controproducente e
risponde spesso a monosillabi quando le verità sono per lui "scottanti". Il Signore
dell'universo, a cui i demoni sono sottomessi, si serve a volte anche del principe della
menzogna per illuminare l'umanità. Non dobbiamo dimenticare che il Vangelo ci insegna
che i demoni riconoscevano pubblicamente la realtà divina di Gesù, tant'è che il Signore
doveva zittirli affinchè non la rivelassero prima del tempo.[1]
Una ragazza, dopo circa dieci anni di strani fenomeni che hanno interessato lei e la mamma,
si è rivolta, grazie ad alcune preghiere, ad una conoscente che l'ha condotta da un esorcista.
Quanto segue è il racconto della vicenda; i nomi dei personaggi sono stati cambiati per
ovvie ragioni di tutela della riservatezza.
Attilia confidò all'esorcista che, da quando il padre aveva abbandonato lei e la mamma per
andarsene con la sua migliore amica, la loro vita cambiò improvvisamente. Entrambe
iniziarono un andirivieni dagli ospedali per malattie che gli stessi medici non riuscivano a
comprendere. Tali ricoveri erano spesso accompagnati da fenomeni talmente strani che
persino una compagna di stanza di Attilia si mise a pregare con insistenza l' Ave Maria in
quanto turbata dagli episodi che colpivano Attilia (ascensori che si guastavano quando
dovevano trasportarla in sala operatoria, operazioni che provocavano ulteriori interventi
operatori, macchinari che si rompevano ecc.). Le poverette ricevevano anche dal congiunto
che le aveva abbandonate delle lettere intrise di odio e di maledizioni che aggiungevano al
dolore fisico anche quello morale. Dopo alcune negative esperienze presso gli operatori
dell'occulto (in un caso consigliati anche da un sacerdote!), finalmente approdarono in un
gruppo di preghiera che affidò Attilia ad un esorcista.
Arrigo Muscio
Sabato 12 febbraio 2000 - primo esorcismo
Assieme all'esorcista vi erano anche alcune persone fidate e di provata fede e preghiera per
aiutarlo nel compito di scacciare i demoni.
L'esorcismo iniziò con la preghiera del Santo Rosario comunitario di protezione dei presenti,
dei loro familiari e di liberazione di Attilia e della mamma (assente in quanto anziana e
malata). Alla terza decina Attilia iniziò a provare un senso di soffocamento e a non
ricordare le preghiere del Rosario. Alla fine dell'orazione i presenti invocarono con un canto
lo Spirito Santo ed effettuarono il canto in lingue. Attilia iniziò ad assumere un aspetto
diverso e sofferente (alla fine confidò ai presenti che la preghiera in lingue la faceva star
male).
Durante la preghiera di Leone XIII recitata dall'esorcista, Arturo spruzzava il viso di Attilia
con acqua di Lourdes, mentre gli altri partecipanti recitavano a bassa voce, in
continuazione, il Santo Rosario.
L'esorcista iniziò ad inframmezzare la recita dell'esorcismo di Leone XIII e dei salmi con
Home page http://www.genitoricattolici.org/pirata.htm
1 di 8 08/11/2008 13.50


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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.