venerdì 23 giugno 2017

Le 6 sante messe

Se qualcuno fa celebrare da un sacerdote, con l’intenzione dei vivi o dei defunti, sei Sante Messe nell’ordine che diremo, l’anima di colui per il quale queste 6 messe saranno celebrate sarà rapidamente liberata dalla schiavitù dolorosa del Purgatorio. Un dottore e un santo prete della compagnia di Gesù, professore di Sacra Scrittura, ha predicato dal pulpito, alla luce della Rivelazione, che se si fanno celebrare queste Sei Sante Messe per un defunto, la sua anima sarà immediatamente liberata dal Purgatorio, anche se fosse stata condannata a soffrire fino al Giudizio Finale. Due donne che ascoltavano il sermone e avevano creduto quanto detto, si promisero l’un l’altra di far celebrare le Sei Sante Messe per colei che sarebbe morta per prima. Alla morte di una di esse quella rimasta, onorando la promessa, fece celebrare le Sei Messe e, la notte seguente, la defunta le apparve in una bellezza e in una luce ineffabili tanto che la superstite, folle di gioia e di piacere, non sentì il bisogno di nutrirsi per tre giorni. Ritornata in sé non ebbe che un desiderio: morire a sua volta. Ella fece in modo che le Sei Sante Messe fossero celebrate per se stessa e morì nella gioia e felice il settimo giorno dopo questo avvenimento.

 Le sei Sante Messe devono essere celebrate in 6 giorni consecutivi e con le seguenti intenzioni:

 1) La prima deve essere celebrata in onore dell’arresto innocente di Nostro Signore Gesù Cristo, affinché sia salvata l’anima che si vuol liberare dalle dolorose pene del Purgatorio causate dai suoi peccati commessi nel mondo.

 2) La seconda in onore della condanna innocente alla quale si è sottomesso Gesù Cristo, affinché la povera anima defunta sia perdonata dalle dolorose pene alle quali l’aveva condannata il severo Tribunale di Dio a causa dei suoi peccati.

 3) La terza deve essere celebrata in onore della derisione accettata da Nostro Signore Gesù Cristo durante tutta la sua vita santa, ma soprattutto durante i suoi ultimi tormenti sul legno della Croce, affinché la povera anima sia dichiarata libera da ogni pena conseguente ai suoi peccati volontari.

 4) La quarta deve essere celebrata in onore delle sante piaghe e dolori di Nostro Signore Gesù Cristo, come pure della sua angoscia e morte sul legno della Croce, affinché la povera anima defunta sia guarita da tutte le ferite mortali causate dai suoi peccati, e risparmiata dal giusto castigo.

 5) La quinta deve essere celebrata in onore della sepoltura di Nostro Signore Gesù Cristo per supplicarlo di seppellire nella Sua infinita carità tutti i peccati e le cattive azioni di tutte le povere anime defunte e risparmiar loro il meritato castigo.

 6) La sesta, in onore della Risurrezione e dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, affinché Egli strappi la povera anima defunta dall’ombra della morte e le dia una radiosa resurrezione e una pronta salita al Cielo.

 Nessuno può misurare il grande merito che guadagna presso Dio chi fa conoscere la pratica delle Sei Sante Messe e il modo in cui devono essere celebrate. Si dice a questo proposito: “Percorrendo il mondo intero, da un luogo di pellegrinaggio a un altro, non si possono guadagnare più meriti che esortando altri a fare uso di queste Sei Sante Messe, giacché, con queste, numerose povere anime defunte saranno felici e salvate”. Non bisogna dimenticare il grande merito che ciascuno può procurarsi facendosi celebrare queste Sei Sante Messe già durante la propria vita. Giacché, in questo modo, non solo ottiene il perdono dei suoi peccati, ma in più, per la forza di queste 6 Messe, egli arriverà a confessare e detestare i propri peccati, anche nel caso si fosse allontanato da Dio, evitando così la dannazione eterna.

Tradotto dal sito: http://trinite-sainte-et-mariemamere.over-blog.com/article-six-saintes-messes-pour-lerepos-de-l-ame-de-ma-fille-cherie-125391847.html Le « Sei S. Messe » consecutive e Teilhard de Chardin, sacerdote Gesuita sviatosi nelle profondità della ricerca. « Io sono in un doloroso e cocente purgatorio… pregate per me » Teilhard de Chardin PARIGI: « Io sonoPierre Teilhard de Chardin. Vi chiedo di pregare per me. Io sono in un purgatorio doloroso e cocente…» "Mi sono perso nelle profondità della ricerca mentre il Vangelo di Gesù Cristo è l'unica verità.

 " Deceduto la Domenica di Pasqua del 10 aprile 1955 a New York, il celebre filosofo francese e Gesuita (1881-1955) è stato finalmente rilasciato dalla morsa Purgatorio il 19 Dicembre, 1971, grazie alla celebrazione delle "6 Messe" come azione di grazia alla gloria di Dio, stando alle informazioni date da un'anima privilegiata il 16 febbraio 1971 e pubblicate nella rivista "Casa di Padre Pio" di Saint-Remi, in Quebec. Ricercatore, teologo e filosofo, Teilhard era spiritualmente e intellettualmente andato fuori strada, non mettendo opposizione tra la fede cattolica e la scienza. Nel fenomeno umano, egli traccia, tra i primi, una sintesi della storia dell'Universo secondo lo stato delle conoscenze del suo tempo e in un'ottica sia evoluzionista che spiritualista. Un Errore fatale agli occhi del cielo? 1ª messa: in onore dell'arresto di Gesù. 2ª messa: in onore della sua condanna. 3ª messa: in onore degli oltraggi e derisioni. 4ª messa: in onore delle Piaghe, della Passione e Morte di N.S. Gesù Cristo. 5ª messa: in onore della sua sepoltura. 6ª messa: in onore della sua resurrezione. Si può anche farle celebrare per sé o per qualunque altra persona vivente.

 Tratto da: Journal Québec Presse http://journalquebecpresse.org/modules/news/article.php?storyid=510#_note-0

Nessun commento:

Posta un commento


NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.