domenica 27 novembre 2011

MEDITANDO LA PAROLA






33 Guardate, vigilate!
Non sapete infatti
quando è il momento.
34 Come un uomo in viaggio,
lasciata la sua casa
e dato il potere ai suoi schiavi,
a ciascuno il proprio lavoro,
e ordinò al portinaio di vegliare.
35 Vegliate dunque:
non sapete infatti
quando viene
il signore della casa
se di sera,
o a mezzanotte,
o al canto del gallo,
o all’alba.
36 Che arrivando all’improvviso
non vi trovi a dormire.
37 Ora, quel che dico a voi,
lo dico a tutti:
Vegliate!
(trad. a cura di p. Silvano Fausti)
Da tempi remoti, la predicazione cristiana ha sfoderato in mille modi un Dio preoccupantemente severo e pauroso e credo che frutto sia anche da una mala interpretazione di questo brano.
L’insistenza nel vegliare è quasi asfissiante e il fatto che la liturgia ce lo presenti in un brano come questo di evangelo e proprio all’inizio dell’Avvento … vorrà ben dire qualcosa, no?
Sì io credo proprio che  ci voglia dire qualcosa, anzi credo che ci voglia dare qualcosa: la Speranza, quella vera, quella che viene dal Padre che ci ama di amore infinito.
A fatica sto imparando ad uscire da certi stereotipi di volti di dio che mi si sono impressi nella mente perché me li hanno insegnati e a fatica sto imparando ad accostarmi alla Parola nel modo corretto.
La prima cosa che riconosco aver appreso (ma che sempre devo stare attento a mettere in opera) è il costante tenere presente del genere letterario che l’evangelista usa per scrivere il brano, la lingua che ha usato e soprattutto il contesto storico in cui si trova.
Apro una piccola parentesi perché molto mi ha illuminato a riguardo un esempio che non molto tempo fa ho sentito o letto da qualcuno: se siamo davanti ad una bella giornata di sole con alcune piccole nubi e una leggera brezza ed una temperatura gradevole, il modo di descriverla di un poeta sarà sicuramente diversa dal modo di descriverla di un meteorologo, eppure entrambe parleranno della stessa bella giornata di sole ma inevitabilmente uno sottolineerà aspetti che l’altro non noterà neppure e tutti e due diranno cose pertinenti alla descrizione della giornata e sicuramente vere.
Cosa vuol dire questo?
E’ l’esatta spiegazione del come porci di fronte agli scritti che troviamo sia nel vecchio che nel nuovo testamento.
Fatta questa sottolineatura credo sia meglio provare ad entrare nell’evangelo di oggi:
mi colpisce particolarmente il parlare continuamente del vegliare, dello stare attenti ecc., ma ancor di più mi colpisce l’accenno agli schiavi e al portinaio. Mi viene da farmi subito una domanda: chi siamo noi, gli schiavi o il portinaio?
Credo si debba stare attenti al rispondere a questa domanda perché se ci poniamo dalla parte degli schiavi diamo nuovamente una immagine di quel dio che non esiste che ci hanno insegnato per secoli e secoli, di quel dio (il minuscolo è voluto) che fa paura e che castiga senza amore, di quel dio che ci rende appunto schiavi; ma se rispondiamo “portinai” potremmo peccare di presunzione e crederci migliori di altri.
Il centro della parabola di oggi credo sia proprio il vegliare!
Non importa chi noi siamo o ci pensiamo di essere, l’importante è che la fiamma dello Spirito seminato in noi e germogliato nell’Amore alla nostra nascita rimanga sempre acceso.
Se ragioniamo un pochino e ci pensiamo bene quante volte ci è venuta nella mente una frase di questo tipo “… ma al diavolo tutto, io mollo!” soprattutto di fronte a sconfitte nell’ambito di fede, quando ci siamo trovati porte sbattute in faccia senza nessuna riserva e proprio da persone che credevamo meno dure?
Ecco allora il valore del “vegliate” di Gesù nella parabola di oggi! La nostra vita è costantemente in una notte oscura e questo può farci paura certo, ma la Speranza che oggi questa Parola ci dice è che Egli Viene, Gesù viene, anzi, non se ne è mai andato … ricordiamo sempre le parole dell’evangelo di Matteo:”… io sono con voi fino alla fine del mondo” (cfr Mt 28,20); non sono parole dette tanto per dire, se Gesù è con noi fino alla fine del mondo come è possibile che si tema la sua venuta?
Allora la paura a cui accennavamo all’inizio non ha senso perché Gesù è in mezzo a noi, certo in un altro modo, attraverso lo Spirito e ci abbraccia tutti e ci esorta oggi come allora a vegliare nel senso di non abbatterci, di non abbandonare , di non mollare;  abbiamo solo il compito di vegliare, il resto non spetta a noi, la forza non è una prerogativa dei Dio ed è Paolo che ce lo ricorda che “la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.” (2Cor 12, 9-10)
E’ quando siamo deboli e ci abbandoniamo a Lui che siamo forti! E’ una verità questa che va vissuta per capirla e comprenderla.
Che allora questo avvento che con oggi inizia sia per noi tutti, lo dico per me prima di tutto, un cammino di veglia a non abbandonare mai la strada; cadrò ancora  e ancora, ma che mai mi abbandoni, che mai ci abbandoni la certezza che Gesù è in mezzo a noi fino alla fine del mondo e che da sempre e per sempre è al nostro fianco e con noi cammina e ci esorta a vegliare e a non soccombere.
Siamo uomini liberi e nella libertà possiamo accogliere il suo Amore o rifiutarlo; nessuno mai potrà toglierci questa pregoativa.
A noi la possibilità di vegliare perché quando arriverà il giorno per eccellenza, Cristo trovi ancora la fede su questa terra.
Conducimi, o Signore,
lungo tutto il cammino della vita
e che mai abbia ad assopirmi,
che sempre rimanga desta in me la capacità
di servirti nell’annuncio del tuo Amore!


 innamorati della lode

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.