domenica 11 settembre 2011

PERDONARE E RICORDARE



(Tarcisio Mezzetti)
Dentro ognuno di noi c’è sempre (= tutti quanti) un problema: c’è l’insieme della RABBIA, della PAURA e della COLPA. Questi 3 sentimenti controllano TUTTO il nostro sistema psicologico ed emotivo.
O noi ci occuperemo di questo problema o questo problema, a lungo andare si occuperà di noi.
E’ stato fatto uno studio sugli effetti della RABBIA sulla SALUTE FISICA:
Ogni cosa che ci turba noi la teniamo dentro ed alla fine viene fuori la malattia.
La prima reazione di fronte a minaccia o pericolo è la PAURA.
Una volta che so di cosa ho paura il mio sentimento diventerà o RABBIA o COLPA.
Diventerà RABBIA se ciò che temo starà FUORI di ME
Diventerà invece COLPA se dentro me domina la PAURA (es. ho paura di essere troppo debole per difendermi)
Oppure ho paura perché so di essere colpevole di avere fatto qualcosa.
Anche noi facciamo a volte lo stesso quando torniamo cento volte a confessare lo stesso peccato senza renderci conto che Dio l’ha perdonato una volta per tutte.
Dio ci ha fatto dono del suo AMORE e chi siamo noi per NON ACCETTARE questo PERDONO?
La prima reazione in una situazione di minaccia o pericolo spesso è la PAURA.
Una volta che ho messo a fuoco la paura comincerò a sentire o RABBIA o COLPA.
Che posso fare per mettere sotto controllo la rabbia o la colpa?
La RABBIA e la COLPA sono cose buone in sé finché mi aiutano ad ODIARE il MALE
in modo che io possa cambiare ciò che può essere cambiato.
Ma RABBIA e/o COLPA possono farmi diventare MOLTO MALATO se mi spingono ad ODIARE colui che mi fa del MALE anziché a PERDONARLO.
Se mi sento ARRABBIATO devo PERDONARE QUALCUNO.
Se mi sento COLPEVOLE devo PERDONARE ME STESSO.
e’ SOLO QUESTA LA STRADA
Il perdono è la chiave per ottenere sia la salute fisica che la salute emotiva.
Questo è espresso molto bene nella preghiera che ci ha insegnato Gesù.
Quando perdoniamo e quindi controlliamo la rabbia e la colpa, noi prendiamo molto seriamente le parole " rimetti a noi….nostri debitori "
Chiediamo al Padre :" perdonami nella misura in cui io perdono"
Questo perdono è anche la chiave della salute spirituale perché senza il perdono non riusciremo ad APRIRCI pienamente all’amore di Gesù.
Come conseguenza avremo difficoltà con la preghiera.
Attraverso la rabbia ci allontaniamo dal prossimo quindi ci allontaniamo da Gesù stesso.
Se per caso non riusciamo ad intuire lo stato di rabbia e quindi di non perdono, potremo intuire il loro sintomo principale: DIFFICOLTÀ nella PREGHIERA
Non si tratta di DESERTO, 999 volte su 1000 la ragione è perché non abbiamo perdonato, non possiamo pregare, ci siamo allontanati da Dio.
Abbiamo molti meccanismi dentro di noi per non perdonare, uno di questi è far finta che non sia successo niente.
"…io l’ho perdonato ma per me è morto…lui a casa sua ed io a casa mia…"
Marco dice: " quando vi mettete in preghiera se avete qualcosa contro qualcuno…"
Molte delle risposte alle nostre preghiere non hanno seguito perché sono bloccate dal nostro risentimento.
Spesso interpretiamo questo silenzio come una prova a cui ci sottopone Dio per farci più santi.
Per riprendere a riuscire a pregare dobbiamo perdonare in sequenza:
  1. Dio
  2. Gli altri
  3. noi stessi
Il perdono è una forza ATTIVA che può cambiare positivamente non solo noi se lo accettiamo, ma anche coloro che noi perdoniamo.
Perdonando qualcuno io muovo il cuore di quella persona anche se lui non lo sa.
E’ questa la STRAORDINARIETÀ del PERDONO.
Quando noi non perdoniamo gli altri è come se li legassimo.
Quando perdoniamo rilasciamo una POTENZA d’AMORE interamente NUOVA.
A volte è perfino difficile scoprire che dobbiamo perdonare qualcuno.
Come si può fare a scoprirlo: se mi chiedo " ora con chi sono arrabbiato?" non ottengo risposta.
Devo perciò pormi un’altra domanda: "Di che cosa non sono grato a Dio?"
Se abbiamo difficoltà a scoprire chi dobbiamo perdonare, porgiamoci le seguenti domande:
Per chi non provo gratitudine?
Chi vorrei che almeno in parte cambiasse?
Con chi meno desidererei pregare insieme?
Rispondendo a una o più di queste domande ci farà comparire davanti la persone che Gesù vuole che noi perdoniamo.
Cosa si può fare quando si scopre di dover perdonare qualcuno?
Luca 6,27-28 dice che vi sono 3 gradini da fare per perdonare:
  1. Amate (non sentimento dolciastro, ma SERVIZIO)
  2. Fate del bene a coloro che vi odiano
  3. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano
1° Gradino :
Entrare nel cuore di Gesù scaricando a Lui la nostra rabbia, poi condividendo con Lui il suo Amore e vedendo quanto Lui ama quella persona che noi fatichiamo a perdonare
"ma a voi che ascoltate ( non a tutti) io vi dico amate i vostri nemici…"
Spesso chiediamo al nostro " nemico" di cambiare LUI, perché NOI non vogliamo cambiare.
Essere grati a Dio non per il male ricevuto ma per la crescita che attraverso quel male, Dio ha prodotto in noi che abbiamo perdonato.
Più riusciamo ad essere grati a Dio per una ferita che abbiamo subita più siamo guariti.
2° Gradino:
Entrare in contatto con la persona che Gesù vuole che noi perdoniamo.
Diciamo a Gesù come quella persona ci ha ferito e quali sono i nostri sentimenti, diciamogli tutto, la nostra rabbia, perché vogliamo perdonarla insieme con Lui.
Chiediamo a Dio che AZIONE vuole che facciamo per quella persona ( parlargli, telefonargli, visitarla…) Poi proponiamoci di FARLO.
3° Gradino :
Cosa Gesù chiede al Padre per quella persona? Preghiamo anche noi la stessa preghiera che fa Gesù.
Talvolta facciamo esperienza di ferite che non riusciamo a perdonare subito. Se siamo stati feriti in profondità possiamo decidere di agire subito con AMORE, ma abbiamo bisogno di pregare a lungo cercando di prendere con noi il Cuore di Gesù ed il Perdono di Gesù.
Differenza tra questo insegnamento ed una seduta dallo psichiatra è enorme:
con lo psichiatra si chiede di far venire a galla quello che viene, qui invece diciamo al Signore che sia Lui a farci ricordare ciò che è meglio per noi.
Noi non sappiamo cosa il Signore vuole farci ricordare, a volte è una cosa apparentemente insignificante che viene a galla quando noi chiediamo " Signore, chi vuoi che io perdoni?"
Affiorano allora dei ricordi che a noi sembrano sciocchi ma che sono le chiavi vere per aprire quelle parti di noi che non sono ancora state toccate dalla grazia e quindi dalla guarigione.






LE CINQUE FASI DEL PERDONO
(Tarcisio Mezzetti)

Talvolta quando siamo feriti psicologicamente, in profondità, è necessario che abbia luogo un lungo processo di guarigione. Lungo: se si vorrà troppo presto togliere la crosta dalla ferita, occorrerà ricominciare da capo.
Gli psicologi sono arrivati alla conclusione che per guarire qualsiasi ferita psicologica c’è bisogno di un naturale periodo di tempo.
Per qualsiasi tipo di grossa ferita (anche la morte di un congiunto), occorre passare le cinque fasi del morire.
Se la ferita che abbiamo ricevuta è molto profonda allora dobbiamo attraversare tutte e cinque queste fasi se vogliamo perdonare e raggiungere la accettazione di tutto quello che ci è accaduto.
Lo studio della Dottoressa americana Elisabett Kubler Ross su persone che stavano morendo di cancro ha portato ad identificare 5 diverse fasi.
Nella guarigione dalle ferite della vita, anche di fronte alla morte, sperimentiamo che il Signore ci porta attraverso le 5 fasi del perdono.
Essi sono:
  1. NEGAZIONE – Quando noi pretendiamo che non sia successo niente. "Io ho perdonato tutto, non ho più niente da perdonare. Non ne voglio parlare più.. perché io sto bene così.. perché devo andare ad affrontare questi problemi? Se sto bene perché devo andare a scavare…?"
  2. RABBIA - Quando incolpiamo colui che ha originato la ferita. "Io perdonerei ma la colpa era sua, come faccio a perdonare se sono stato trattato così…"
  3. COMPROMESSO O CONTRATTAZIONE – Quando diciamo: "Io perdonerò se…Io, Signore, perdonerò se lei cambia, se mi viene incontro".
  4. DEPRESSIONE - Quando noi accusiamo noi stessi. "Signore non riesco a perdonare perché sono cattivo".
  5. ACCETTAZIONE – Quando diventiamo grati non per il male che abbiamo ricevuto ma per come questo ci ha portato il dono della grazia di Dio. Si accetta di perdonare perché così il Signore ci ha detto di fare. Siamo ora in grado di raggiungere la persona che ci ha ferito.
Alla fine siamo guariti: più profonda è la ferita più ci vorrà tempo per perdonare ma anche la guarigione sarà più profonda.
La guarigione avviene nella misura in cui noi doniamo noi stessi a Gesù e riceviamo Gesù.
Ogni battaglia che noi incontriamo è una porta aperta sulla nostra guarigione.
Ogni momento forte di sofferenza che noi abbiamo nella vita è un momento grande che, se noi ci entriamo dentro, ci porta alla vita, alla guarigione.
1^ fase della NEGAZIONE:
Si può capire facilmente quando si è nella prima fase della negazione perché quando siamo nella negazione ascoltiamo solo a metà e dentro di noi non vogliamo sentire niente, copriamo i nostri sentimenti feriti e cerchiamo di non stare mai da soli per pregare.
In ognuna delle cinque fasi ci sono tre cose che possiamo fare:
1 decidere di perdonare
agire con amore
pregare per colui che ci ha ferito
Quando siamo nella negazione, decidere di perdonare ha inizio con il riconoscere che dobbiamo perdonare.
La cosa migliore da fare è di sedersi con il Signore e dire: " Di che cosa, Signore, ti sono grato? di che cosa non ti sono grato in questa giornata?"
Non chiedetevi subito: "Chi non ho perdonato?" perché subito direte: "nessuno, ho perdonato tutti"
"Signore fammi vedere ciò che Tu vedi in me, fammi vedere dove Tu oh Dio mi hai amato, oppure dove tu oh Signore hai amato qualcun altro per mezzo mio".
Diamo grazie a Dio per ogni maturazione che ha prodotto in noi.
2^ fase della RABBIA:
Quando si entra nella rabbia, si entra anche nella fretta, passo col giallo, mangio in fretta, perché la rabbia mi si è accumulata nei muscoli e il rilasciare la tensione fisica mi aiuta a rilasciare la tensione emotiva. Entro in competitività con chi mi sta vicino perché sono pieno di una rabbia che galleggia intorno a me e che deve trovare qualche bersaglio su cui sfogarsi, sia che ne parli con un amico sia che preghi con Gesù. Questo però mi aiuta a farne uscire un po’.
La nostra preghiera deve essere :"Signore spazza via la mia ferita"
Verso quale cosa o persona provo meno gratitudine?
Che cosa avrei desiderato che fosse successo in altro modo?
Dove sono stato ferito?
Chi sto rimproverando?
Cosa provo?
Quando mi sono sentito altre volte così male?
Ricreate nella vostra mente tutta la potenza distruttiva della situazione e condividete tutti i vostri sentimenti con Gesù e poi dite: "Signore, spazza via la mia ferita".
3^ fase della CONTRATTAZIONE:
Quando entro nella contrattazione mi rendo conto del perché quella persona ha agito così contro di me, non è a caccia di me, ma è ferito ed ha bisogno di amore.
Contrattazione vuol dire che io perdonerò se quella persona farà quella certa cosa (es: chieda scusa).
"Signore lasciami perdonare come perdoni Tu, senza condizioni. Potrò mai essere guarito sentendo dentro di me in modo differente da Te?"
Devo chiedere a Gesù che mi aiuti a perdonare quella persona non perché lui se lo merita ma perché io ho bisogno di perdonare. Se noi dobbiamo perdonare qualcuno perché lui se lo merita, la nostra ferita ci impedirà sempre di dire che se lo merita. Io ho bisogno di perdonare perché se non perdono non sono in contatto col Padre.
Adesso guardate come guarderebbe Gesù, ai condizionamenti che ha subito colui che vi ha ferito: Gesù guarda di ogni persona il lato positivo. Cercate anche voi di vedere il quadro intero.
Dite anche voi ciò che Gesù disse ai suoi amici più stretti che erano peccatori, fai anche tu ciò che farebbe Gesù per offrire l’amore a colui che ti ha ferito.
Fate questo finché tutte le condizioni necessarie al cambiamento si siano avverate e voi possiate fare e dire con la vostra preghiera, tutto ciò che Gesù farebbe.
"Signore lasciami perdonare come fai Tu, incondizionatamente; io voglio essere guarito pensando e sentendo come senti Tu. Pregare come preghi Tu."
4^ fase della DEPRESSIONE:
La preghiera è: "Signore perdonami"
Chiedi perdono per essere stato proprio come quella persona che non perdoni.
Ognuno chieda perdono per aver contribuito al problema con una reazione esagerata chiudendosi in se stesso, chiudendo la comunicazione e senza essere riuscito a stabilire dei ponti.
Chiedete perdono per le ferite passate, per tutte le ferite che vi portano a chiudervi in voi stessi, un giorno avrete bisogno anche di questo per guarire qualche altra parte di voi.
Ringraziate poi per l’amore e il perdono che Gesù riversa su di voi e sulla persona che vi ha ferito e respirate il perdono di Dio mentre gli dite: "Signore perdonami". 
Perché ho permesso a questa ferita di tormentarmi così a lungo?
In questa fase diciamo sempre: "dovrei…"
Quando siamo in questa fase abbiamo due strade: o scegliere di rimanere in questo stadio di sofferenza o permettere al Signore e agli altri di aiutarmi a perdonare ME STESSO. La gran parte di noi si ferma a questa punto: PERDONARE SE TESSI.
Devo quindi scegliere se vivere per l’opinione che gli altri hanno di me oppure per Gesù che mi ama, che mi perdona e vuole aiutare cambiare IN ME tutto quello che può essere cambiato.
Il DONO dello stadio della DEPRESSIONE è che mi fa capire come io ho veramente bisogno di cambiare.
Lasciamo che il Signore ci ami e ci aiuti a cambiare, sarà così possibile per noi passare alla 5^ fase.
5^ fase dell’ACCETTAZIONE:
La preghiera di questa fase è: "Signore grazie!"
Ringraziate Gesù per la maturazione che è avvenuta dentro di voi e per la eventuale crescita che seguirà la vostra guarigione, una nuova apertura a Dio, agli altri e a voi stessi.
Ricordate che oggi il Signore ha detto per voi: "ecco, le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove".
Quasi sempre crediamo di essere in questa fase ma in realtà mentiamo a noi stessi ed invece siamo nella fase della NEGAZIONE. Ancora non siamo guariti, neghiamo di stare male. Naturalmente dobbiamo rifare tutto il cammino dall’inizio.
Talvolta è difficile distinguere la NEGAZIONE dalla ACCETTAZIONE
La differenza è che nella NEGAZIONE io non posso aprirmi per raggiungere qualcun altro
o non posso essere grato mentre nella ACCETTAZIONE mi posso aprire verso la stessa persona che mi ha ferito e cresco quindi nella gratitudine per quello che prima consideravo un dolore e una ferita mentre ora diventa oggetto di gratitudine.
Quando chiediamo al Signore di aiutarci a crescere nella gratitudine per quello che quella persona ci ha fatto, allora cominceremo a sentirla nascere in noi per tre ragioni:
  1. abbiamo capito quali sono le motivazioni per cui quella persona è stata spinta ad agire così con noi.
  2. abbiamo capito come e da quanto tempo quella persona vive nel risentimento. Noi a questo punto smetteremo di chiedere che gli altri cambino ed in poco tempo.
  3. la nostra vita di preghiera risulterà cresciuta allorché avremo sperimentato che non saremo mai riusciti a perdonare con le sole nostre forze e che avevamo bisogno di Gesù.
Dobbiamo arrivare a capire che possiamo perdonare incondizionatamente se meditiamo che Gesù, sulla croce, avrebbe accettato di soffrire e di perdonare di più di quello che ha fatto.
PERDONARE SENZA CONDIZIONI
Tutti attraversiamo le cinque fasi descritte sia nell’affrontare la morte che nel perdonare incondizionatamente per una ferita che comporta SEMPRE MORIRE A SE STESSI.
Quando Gesù dice "chi vuole salvare la propria vita la perderà…e chi è disposto a darla si salverà.." pensate a tutte le connessioni che ci sono col perdono.
Quando non accettiamo di perdonare in realtà non accettiamo di far morire una parte di noi stessi; questo è l’orgoglio dell’uomo vecchio. E’ questo che deve morire. Se non muore: non risorge.
Questa è la nobiltà del Cristianesimo che è quella stessa di Dio.
Dobbiamo ringraziare tutte le mattine dicendo :" ti ringrazio Signore di avermi creato, FATTO CRISTIANO…"
La Dottoressa Elisabett Kubler Ross che per prima ha sviluppato questi stadi osservando il processo in cui i pazienti ammalati di tumore nella fase terminale si muovevano verso la morte arrivando alla fine ad accettarla, poté anche osservare che tanti pazienti rimanevano bloccati in queste fasi (ad esempio rimanevano bloccati nella rabbia e morivano così).
Perché alcuni facevano tanti progressi ed altri invece si bloccavano?
La maggior differenza che ella poté osservare, fu che coloro che si muovevano verso l’accettazione avevano una persona per loro importante con cui condividere i loro sentimenti ed essere amati.
Avere una tale persona permetteva loro di passare da uno stadio all’altro
La cosa più importante quindi non è che noi ricordiamo queste fasi, ma che noi le condividiamo con qualcuno che per noi è importante e che ci ama.
Se questa persona non abbiamo la fortuna di averla, c’è sempre Gesù a nostra disposizione.
Se in preghiera noi condividiamo questi stadi con Gesù, permettiamo a Lui di essere una persona IMPORTANTE per noi; automaticamente ci muoveremo attraverso le cinque fasi del perdono e saremo sicuramente guariti.
Gesù non è soltanto un amico ma è Dio, Gesù sa anche le strade giuste, usa la delicatezza giusta e ci possiamo fidare di Lui. Uno psichiatra può sbagliare, Gesù non sbaglierà mai.
Mettetevi davanti al crocefisso e guardando Gesù che sta soffrendo e sta dando la vita per noi chiedete a Lui: " Gesù, chi vuoi che io perdoni?"
La prima persona che vi viene in mente ricevetela come la risposta di Gesù.
Ora dite a Gesù nei particolari quali cambiamenti vorreste che avvenissero in quella persona
prima che siate disposti a concedergli il vostro perdono.
Dite a Gesù cosa vorreste che quella persona smettesse di fare, per che cosa vorreste che si scusasse con voi, cosa potrebbe fare per rendere più facile il perdono.
Inspirate la potenza di Gesù nel perdonare incondizionatamente ed espirate tutte le condizioni che avevate posto per perdonare quella persona.
Guardate Gesù e ditegli tutto.
Ora Gesù sta accanto a voi e voi guardate la persona in faccia e ripetete insieme a Gesù:
"Padre perdona xxxxx, non sapeva ciò che faceva" e continuate finché lo dite con la stessa intensità con cui lo ha detto Gesù sulla croce.
innamorati della lode


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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.