venerdì 6 aprile 2012

Agonia di Gesù nell'orto, ( di Padre Pio da Pietralcina )




Divinissimo Spirito, illuminami nella meditazione della Passione di Gesù, di questo Dio che soffre, agonizza e muore per amore della creatura.

L'uomo gioisce nella colpa ed il suo Dio per il peccato s'attrista, pena, suda Sangue, fra terribili agonie di spirito.

Che io possa penetrare nell'intimo dei Cuore di Gesù per leggervi l'essenza delle sue amarezze, che io possa confortarlo con il mio amore. Addolorata Mamma Maria, uniscimi con Te, per seguire Gesù.

Gesù entrato nell'orto degli Olivi dice ai discepoli: «Vegliate e pregate per non cadere in tentazione», state all'erta, par che dica loro, perché il nemico non dorme, premunitevi contro di lui con l'arma della preghiera. Questa è l'ora delle tenebre, la notte più orrenda della storia. Gesù è estremamente triste.
Egli priva la sua sacrosanta umanità della forza che le conferiva la Divinità, sottomettendola a tristezza indefinibile, a debolezza estrema, a mestizia ed abbandoni, a mortale angoscia. Tutto, tutto è schierato contro di Lui per tormentarlo e Gesù si atterrisce. Egli trema come preso da febbre altissima, lo spavento si impossessa ancora di Lui ed il Suo Spirito languisce in mortale tristezza. Egli, il Verbo eterno di Dio, ridotto alla favola dei suoi nemici. Gesù si ritrae? No, sin dal principio tutto generosamente abbraccia senza riserva.

Quella Divina Faccia, che tiene estasiati in eterna ammirazione della Sua bellezza gli Angeli ed i Santi del Cielo, è sulla terra tutta sfigurata! E' per riparare ed espiare la mia alterigia che Gesù è stato ridotto così, dinanzi al Padre Suo.

E per l'umiliazione del Suo Figlio diletto, il Padre perdona alla creatura superba. Gesù prega con tutta la fiducia di un Figlio. Riconosce di essere il solo per tutti, l'oltraggiatore della divina Maestà.

Riconosce di essere il solo che con il sacrificio della sua Vita può soddisfare la Divina Giustizia e riconciliare la creatura con il Creatore. Si sente abbattuto ma lotta accanitamente.

Mio Gesù, tutte le nostre debolezze le hai prese per te. Per conferire a noi la tua Forza, ti abbatti così.

«Se è possibile, passi da Me questo calice!» E' il grido fiducioso che invoca l'aiuto del cielo. Mio Gesù, perché tu chiedi quello che non vuoi ti sia concesso? il dolore e l'amore. Ecco il grande segreto. Il dolore che ti opprime ti porta a chiedere aiuto e conforto, ma l'amore per soddisfare la giustizia divina ti porta a gridare: «Non la mia ma la tua volontà sia fatta!» O Gesù, quante anime generosamente ferite da questo tuo lamento, ti hanno fatto compagnia nell'Orto del Getsemani, partecipando alle tue amarezze ed alle tue angosce mortali. Fa che anch'io entri nel numero di costoro per poterti prestare un qualche sollievo e cooperare con te alla propria ed altrui salvezza eterna.

Gesù vede tutta la malvagità e la malizia delle creature. Vede tutte le nefandezze, le immodestie, le bestemmie. Vede tutti i sacrifici. Come un mare fluttuante, questo ammasso lo inonda, lo investe, l'opprime. Egli, l'essenza della purezza, la santità per natura, a contatto col peccato! Anzi, come divenuto peccato Lui stesso. Chi può comprendere l'orrore che ne sente? La natura sua ne prova infinita nausea.

E' schiacciato, oppresso, abbattuto, prostrato. Vorrebbe scuotere da Sé questa immensa mole che lo schiaccia. Vorrebbe scaricarsi di questo peso orrendo che lo fa rabbrividire. Ma quale figura Egli deve rappresentare? Di uomo lordo di tutte le brutture dell'umanità. Gesù ritorna ancora sul suo luogo di preghiera afflitto, accasciato, e cade a terra; un'angoscia mortale lo strazia. Egli versa in mortale agonia, l'amore lo dilania e lo martoria. Il timore lo scuote, lo fa tremare. La nausea del puzzo, una noia intensa invade l'anima sua. Il volto e la Persona sono tutti bagnati di Sangue, il volto ne è tutto intriso. E questo Sangue scende a purificare la terra, perché è il Sangue dell'Uomo-Dio che ascende a placare la Giustizia di Dio irritata per le nostre colpe. Se l'infinita Giustizia del Padre misura l'infinito valore del Suo preziosissimo Sangue ed è soddisfatta, l'uomo invece deve toccare con mano che il suo Amore non è sazio di patire per lui e si arresta, ma prosegue fino all'estrema agonia sulla Croce, fino alla morte ignominiosa su di essa.

Gesù ha pregato, per insegnarci ancora che, quando l'anima nostra si trova in desolazione, come la Sua, solo con la preghiera cerchiamo conforto dal cielo. O Gesù, che niente valga a staccarmi da Te, né la vita, né la morte. Seguendoti in vita, legato a Te appassionato, mi sia dato spirare con Te sul Calvario, per ascendere con Te nella gloria. Seguire Te nelle tribolazioni e nelle persecuzioni, per essere fatto degno un giorno di venirti ad amare in Paradiso, per cantarti l'inno del ringraziamento per tanto tuo patire.

Ma ecco che Gesù si leva da terra, asciuga il suo Volto bagnato di Sangue e forte e deciso si avvia verso l'uscita dell'Orto. Dove vai, o Gesù? Dove vai così pronto, risoluto, pieno di coraggio? A che ti esponi? «Oh! Lo sento! L'arma della preghiera mi ha fatto vincere e lo spirito ha soggiogato a sé la debolezza della natura; nella preghiera ho attinto forza ed ora posso tutto affrontare. Segui il mio esempio e tratta col cielo con la medesima fiducia nel dolore come io ho fatto».

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NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.