Norme per la mortificazione interna.
Attendete alla mortificazione interna, negando sempre la propria volontà e stando segreti a tutti (IV, 337).
Patite e tacete, negando sempre la vostra volontà (III, 368).
Attendete a mortificare le passioni, massime quando vi sentite risentiti (III. 355).
Amate il proprio disprezzo e che nes suno faccia conto di voi (III, 412).
Con accomodarvi agli altri, farete grandi atti di mortificazione (I, 34).
Prendete il dolce per l'amaro e l'amaro per dolce (III, 412).
Fortunata quell'anima che si stacca dal proprio godere, dal proprio sentire, dal proprio intendere (I, 107).
Per la mortificazione dei sensi.
Per la mortificazione delle passioni è sommamente necessaria la custodia dei sensi esterni (III, 572).
State in silenzio, non vi lamentate mai, non vi risentite: ponete ben in pratica queste due parole tanto preziose ; patire e tacere ; questa è strada corta per esser presto santi e perfetti (III, 355).
Non vi lamentate, non vi risentite, non vi giustificate (III, 676).
Custodite gli occhi donandoli a Maria SS.ma (II, 807).
Siate molto amanti della modestia, che tanto piace a Gesù e a Maria (III, 391).
Un vero servo di Dio deve portar gli occhi bassi e non mirar altro che il cielo e tanta terra che basti per seppellirlo (III, 361).
Mortificate i vostri sentimenti esteriori, cioè gli occhi e la lingua, con parlar poco, il puro necessario (III, 412).
Mortificate i vostri sensi, massime la lingua col silenzio, e gli occhi col tenerli rivolti al cuore (IV, 337).
Custodite i sentimenti : gli occhi, la lingua, il cuore (II, 446).
Per la mortificazione della gola.
Chi non mortifica la gola, non può arrivare a mortificare le altre passioni, né acquistare le altre virtù (IV, 279).
Se buttiamo a terra la santa astinenza, ecco sparito il fervore e lo spirito d'orazione (II, 88).
Secondo i Santi Padri, una delle pietre fondamentali dell'edificio spirituale è la santa astinenza discreta (II, 88).
Mortificate la gola, cibandovi del bisognevole con grande temperanza (IV, 337).
Nel cibarvi attendete alla discreta mortificazione (I, 105).
Il sale della discrezione.
Le austerità praticate senza il sale della discrezione, portano non buone conseguenze (III, 245).
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