martedì 28 novembre 2017

NOVENA ALL'IMMACOLATA CONCEZIONE

(dal 29 novembre al  7 dicembre )
1 giorno invocazione d'aiuto a Maria

Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi. Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l'opera sublime della Redenzio-ne e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato. Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvato-ri insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere "segni" di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen. 3 Ave Maria


2 giorno , ti saluto o Maria
Ti saluto, o Maria, tutta pura, tutta irre-prensibile e degna di lode. Tu sei la corredentrice, la rugiada del mio arido cuore, la serena luce della mia mente confusa, la riparatrice di tutti i miei mali. Compatisci, o purissima, l'infermità dell'a-nima mia. Tu puoi ogni cosa perché sei la Madre di Dio; a Te nulla si nega, perché sei la Regina. Non disprezzare la mia preghiera e il mio pianto, non deludere la mia attesa. Piega il Figlio tuo in mio favore e, finché durerà questa vita, difendimi, proteggimi, custodiscimi. 3 Ave Maria


3 giorno , ottienimi un cuore fedele

 Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente. Ottienimi un cuore semplice che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze: un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione; un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male. Formami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato; un cuore grande e indomabile così che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare; un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, ferito dal suo grande amore con una piaga che non rimargini se non in Cielo. 3 Ave Maria




4 giorno Aiutaci Madre

Regina nostra, inclita Madre di Dio, ti preghiamo: fa' che i nostri cuori siano ricolmi di grazia e risplendano di sapienza. Rendili forti con la tua forza e ricchi di virtù. Su noi effondi il dono della misericordia, perché otteniamo il perdono dei nostri peccati. Aiutaci a vivere così da meritare la gloria e la beatitudine del Cielo. Questo ci conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, che ti ha esaltata al di sopra degli Angeli, ti ha incoronata Regina, e ti ha fatto assidere in eterno sul fulgido trono. A Lui onore e gloria nei secoli. Amen. 3 Ave Maria


5 giorno , salvaci o Maria

Vergine, bella come la luna, delizia del Cielo, nel cui volto guardano i beati e si specchiano gli Angeli, fa' che noi, tuoi figli, ti assomigliamo, e che le nostre anime ricevano un raggio della tua bellez-za che non tramonta con gli anni, ma che rifulge nell'eternità. O Maria, Sole del Cielo, risveglia la vita dovunque è la morte e rischiara gli spiriti dove sono le tenebre. Rispecchiandoti nel volto dei tuoi figli, concedi a noi un rifles-so del tuo lume e del tuo fervore. Salvaci, o Maria, bella come la luna, fulgi-da come il sole, forte come un esercito schierato, sorretto non dall'odio, ma dalla fiamma dell'amore. Amen. 3 Ave Maria


6 giorno , tu o Maria 

Ave Maria! Piena di grazia, più Santa dei Santi, più elevata dei cieli, più gloriosa degli Angeli, più venerabile di ogni creatura. Ave, celeste Paradiso! Tutto fragranza, giglio che olezza soave, rosa profumata che si schiude a salute dei mortali. Ave, tempio immacolato di Dio costruito santamente, adorno di divina magnificenza, aperto a tutti, oasi di mistiche delizie. Ave purissima! Vergine Madre! Degna di lode e di venerazione, fonte d'acque zampillanti, tesoro d'innocenza, splendore di santità. Tu, o Maria, guidaci al porto della pace e della salvezza, a gloria di Cristo che vive in eterno con il Padre e con lo Spirito Santo. Amen. 3 Ave Maria


7 giorno  ricordati dei tuoi figli 

Vergine Maria, Madre della Chiesa, a Te raccomandiamo la Chiesa tutta. Tu che sei chiamata "aiuto dei Pastori", proteggi e assisti i vescovi nella loro missio-ne apostolica, e quanti, sacerdoti, religiosi, laici, li aiutano nella loro ardua fatica. Ricordati di tutti i tuoi figli; avvalora pres-so Dio le loro preghiere; conserva salda la loro fede; fortifica la loro speranza; aumenta la carità. Ricordati di coloro che versano nelle tribo-lazioni, nelle necessità, nei pericoli; ricordati di coloro soprattutto che soffrono perse-cuzioni e si trovano in carcere per la fede. A costoro, o Vergine, concedi la forza e affretta il sospirato giorno della giusta libertà. 3 Ave Maria

                                    8 giorno , o Padre  Misericordioso 

Padre di misericordia, datore di ogni bene, noi ti ringraziamo perché dalla nostra stirpe umana hai eletto la beata Ver-gine Maria ad essere Madre del Figlio tuo fatto uomo. Ti ringraziamo perché l'hai preservata da ogni peccato, l'hai riempita di ogni dono di grazia, l'hai congiunta all'opera di redenzione del tuo Figlio e l'hai assunta in anima e corpo al Cielo. Ti preghiamo, per sua intercessione, di poter realizzare la nostra vocazione cristia-na, di crescere ogni giorno nel tuo amore e di venire con Lei a godere per sempre nel tuo regno beato. Amen. 3 Ave Maria

9 giorno , chinati su di noi 

Ascolta, o prediletta da Dio, l'ardente grido che ogni cuore fedele innalza verso di Te. Chinati sulle nostre piaghe doloranti. Muta le menti dei malvagi, asciuga le lacrime degli afflitti e degli oppressi, custodisci il fiore della purezza nei giovani, proteggi la Chiesa santa, fa' che gli uomini tutti sentano il fascino della cristiana bontà... Accogli, o Madre dolcissima, le nostre umili suppliche e ottienici soprattutto che possiamo un giorno ripetere dinanzi al tuo trono l'inno che si leva oggi sulla terra intorno ai tuoi altari: tutta bella sei, o Maria! Tu gloria, Tu letizia, Tu onore del nostro popolo. Amen. 3 Ave Maria.


lunedì 13 novembre 2017

IL PADRE STEVEN SCHEIER E LA PARABOLA DEL FICO



Omelia per la Terza Domenica dell’Anno C del Padre Tommy Lane Il Padre Steven Scheier venne ordinato Sacerdote nel 1973. Sfortunatamente egli prestava più attenzione a ciò che gli altri preti pensavano di lui piuttosto che essere un buon Sacerdote per Gesù. Il suo sacerdozio non era al servizio di Gesù, diretto piuttosto ad ottenere l’ammirazione della gente. Nel profondo del suo cuore sapeva che non stava facendo ciò che doveva fare, cioè di non essere Sacerdote come doveva esserlo, ma lui stesso dice che egli lo era in una maniera tale affinché la gente potesse pensare che lui fosse un buon sacerdote. Il 18 Ottobre 1985, P. Scheier stava viaggiando da Wichita diretto alla sua Parrocchia, (del Sacro Cuore !) di Fredonia, nel Kansas, USA, distante 86 miglia. Quella superstrada non aveva banchine ed era intensamente trafficata da mezzi pesanti, grossi veicoli e furgoni. Quel mattino era andato a Wichita ad incontrare un confratello sacerdote e nel pomeriggio era di ritorno. Venne coinvolto in un gravissimo incidente: uno scontro frontale con un grosso camion e con Dio. Sul camion c’erano tre persone. Nessuno dei tre morì. P. Scheier invece venne sbalzato fuori dalla sua auto. Il suo cuoio capelluto fu completamente distaccato sul lato destro. I dottori gli dissero in seguito che il lato destro del suo cervello era restato parzialmente esposto e che molte cellule erano state danneggiate. Sul luogo dell’incidente aveva perso conoscenza. Nell’ambulanza che lo accompagnava all’ospedale c’era un’infermiera che poi testimoniò di aver cercato di aiutarlo pregando l’ Ave Maria ma che lei non la conosceva, mentre lui continuava senza sosta a pregare l’Ave Maria per suo conto.


Nel frattempo era arrivato nel piccolo ospedale di Eureka, Kansas. La diagnosi fu che aveva subito la rottura del collo, che si era rotta la seconda vertebra cervicale, la C2, detta in breve la diagnosi da impiccagione. Se la testa fosse stata girata in un senso o nell’altro sul luogo dell’incidente egli sarebbe morto soffocato all’istante. Il dottore disse che non poteva fare molto, ricucì al suo posto il cuoio capelluto e chiamò l’elicottero del pronto soccorso di Wichita dell’ospedale civile di Lesley e così P. Scheier venne trasferito a Wichita. Non sapeva che veniva trasportato perché egli era in stato di incoscienza. Ad uno dei suoi parrocchiani che per caso si trovava proprio in quell’ospedale venne detto che gli veniva dato non più del 15% di probabilità di sopravvivere. Molte persone di differenti fedi Cristiane pregarono per lui in quella situazione. P. Scheier disse poi che Dio ascolta le preghiere di tutti e che quello è il motivo per cui lui è ancora qui oggi. Non venne operato. L’incidente accadde in Ottobre ed il 2 di Dicembre veniva dimesso dall’ospedale che ancora aveva l’ “aureola”, così egli chiamava il supporto ortopedico postogli intorno alla testa. Si rimise in forma a casa fino a quando gli tolsero l’ “aureola” in Aprile 1986. Fece ritorno alla sua Parrocchia nel mese mariano di Maggio. Un giorno, celebrando Messa, capitò che il brano del Vangelo fosse quello ben noto dell’albero di fico (Luca 13:1-9). Mentre proclamava il Vangelo, la pagina si illuminò, si ingrandì e si staccò dal lezionario per dirigersi verso P. Scheier. Egli terminò di officiare Messa nel miglior modo che gli riuscì e -rientrato in canonica- si ricordò allora di una conversazione spirituale che aveva avuto luogo dopo l’incidente. In quella conversazione P. Scheier si trovò in piedi di fronte al giudizio di Gesù. Non si ricorda la durata di questo fatto. Egli dice solo che il Signore gli fece rivedere la sua vita intera, e che gli mostrò come egli avesse totalmente fallito nel suo ministero sacerdotale. P. Scheier disse “Sì” a tutto ciò che Gesù gli presentò della sua vita. Prima dell’incidente P. Scheier aveva pianificato che quando fosse arrivato davanti al trono del giudizio di Gesù, Gli avrebbe detto che ogni giorno in cui aveva peccato era stato spinto in quella direzione e che non aveva potuto fare altrimenti.



 Aveva un certo numero di scuse, tutte belle pronte. Aveva l’abitudine di andare a confessarsi regolarmente prima dell’incidente ma non in maniera appropriata, cioè non consentiva che il sacramento cambiasse la sua vita. Non aveva alcun proposito di cambiamento. Dopo l’incidente si cominciò a domandare quante delle sue confessioni fossero valide a motivo del fatto che non aveva alcun proposito di cambiamento. Prima dell’incidente pensava che ci sarebbe stato tempo per convertirsi ma durante questa scena di giudizio Gesù gli dimostrò che non c’è tempo. Ora, di fronte a Gesù egli stava parlando con la Verità, e quando stai parlando con la Verità non puoi trovare scuse.



Alla fine del suo giudizio la sua sentenza da parte di Gesù fu l’inferno. P. Scheier disse “sì” poiché quella era l’unica cosa logica che egli meritava. In quel momento, tuttavia, egli sentì una donna dire: “Figlio, per favore potresti risparmiargli la vita e la sua anima eterna?” Il Signore rispose, “Madre, egli è stato prete per dodici anni per se stesso, e non per me, lasciamo che raccolga la punizione che merita.” “Ma, Figlio,” -disse Ella- “se gli diamo delle grazie e forze speciali vediamo se porta frutto; se no, che la tua volontà sia fatta.” Ci fu una breve pausa, dopo di che Gesù disse: “Madre, è tuo.” Da quel momento è stato di Nostra Signora. Egli non aveva alcuna relazione speciale con Nostra Signora prima dell’incidente ma da allora Ella è diventata tutto per lui. Ai piedi della Croce Gesù guardò Sua Madre Maria e la rese Madre della Chiesa intera. P. Scheier disse che Lei prende questo fatto molto alla lettera e seriamente. P. Scheier ha fatto esperienza della misericordia di Gesù, ma Maria è stata Colei che ha interceduto per lui. Egli ha imparato questa meravigliosa verità: nessuno della Santissima Trinità può dire “no” a Nostra Signora. È impossibile. Non diranno “no” a Lei. P. Scheier dice: “Maria quindi, non è forse la persona che vuoi avere dalla tua parte?” Noi crediamo in Dio,



Nostra Signora ed i santi in due modi, o con la testa o con il cuore. P. Scheier credette con la sua testa e non capiva nulla con il cuore. Credeva negli angeli e nei santi, ma per lui erano degli amici finti e quindi non erano reali. Dopo l’incidente egli divenne consapevole che essi sono davvero molo reali, che c’è una sola casa e che questa non è qui. P. Scheier dice che molte delle nostre priorità sono sottosopra. Le sue priorità erano sottosopra, la sua priorità avrebbe dovuto essere quella di salvare la sua anima e di salvare altre anime. Se fosse morto, i suoi parrocchiani non avrebbero mai potuto pensare che fosse all’inferno. Gesù non fa i tests di gradimento, Gesù è l’Unico che conta quando si arriva al punto di che cosa gli altri pensano di noi, perché al momento del giudizio saremo proprio da soli davanti a Gesù Cristo. Non potremo dire che qualcuno ci fece peccare. Gesù conosce la verità. P. Scheier dice che durante i suoi primi dodici anni dopo l’ordinazione non era stato un Sacerdote per Gesù. Invece di soffrire per Gesù egli fu un sacerdote per sé stesso. Egli rifuggì dalla croce. Se fuggiamo dalla croce ce n’è una più grande che ci attende. Egli dice che durante quei dodici anni non è stato che un codardo. La sua missione ora è quella di far sapere alla gente che l’amore di Gesù ha più importanza della giustizia, che l’inferno esiste e che tutti siamo passibili di finirci ed anche che la Misericordia Divina esiste. Concludo con alcune parole della parabola del Vangelo, quel Vangelo che è diventato così pregnante di significato per P. Scheier: 7 “Allora disse al vignaiolo: «Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?». 8Ma quello gli rispose: «Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai»”. (Luca 13:7-9) 16.09.2014



 - Traduzione dall’inglese dall’originale tratto dal sito www.frtommylane.com pagina web: www.frtommylane.com/homilies/year_c/lent3.htm

giovedì 9 novembre 2017

INTERVISTA A MARIA SIMMA

 (27° e ultima parte - dal libro "FATECI USCIRE DA QUI!")
LA SOFFERENZA E LA RIPARAZIONE

Se dovessimo chiedere a Gesù il permesso di fare il nostro Purgatorio qui sulla terra, Egli accoglierebbe questa nostra richiesta?


Non sempre, ma spesso succede così. Ricordo un caso in cui un sacerdote ed una signora erano contemporaneamente ricoverati nello stesso ospedale. Erano tutti e due molto malati ma in grado di alzarsi e di passare alcune ore insieme. Uscivano insieme ed ebbero modo di conoscersi bene. La donna, che non era vecchia, disse al sacerdote che aveva chiesto proprio questo a Gesù: che potesse soffrire per tutto il tempo necessario sulla terra per poter poi andare direttamente in Paradiso. Ma il sacerdote aveva risposto: "Non oserei mai chiedere una cosa del genere; mi parrebbe di sfidare troppo la volontà di Dio". "No" lei rispose, "se chiedo questo al mio Gesù, sono certa che Egli me lo concederà".
Una suora dell'ospedale li conosceva entrambi ed aveva spesso sentito la signora esprimere questo desiderio. Accadde che la donna mori per prima, seguita poco dopo dal sacerdote. Questi, dopo non molto tempo, apparve alla consorella e le disse che, se fosse stato così fiducioso e devoto quanto la sua compagna di malattia, anch'egli sarebbe andato direttamente in Paradiso senza sostare in Purgatorio.
È possibile che intere città, per non dire nazioni, sono punite o, come lei preferisce dire, purificate per i loro peccati passati?

Si, è possibile.
Quindi, se tutti in Occidente confessassero oggi i loro peccati e si dessero urgentemente da fare, pregando e compiendo una riparazione supplementare con buone azioni per i loro antenati più recenti, la riparazione, che lei dice Dio presto imporrà all'umanità, potrebbe essere ridotta drasticamente. Ho capito bene?
Sì, è vero ed è semplice come dice lei. Pregare e confessarsi, e poi pregare per i nostri defunti e compiere delle buone azioni supplementari alla loro riparazione. Allora Dio ridurrà quella riparazione che Egli ha previsto di far ricadere sull'umanità senza alcun preavviso.
Quando le si presentano le anime dei sacerdoti, Maria, cosa avviene di coloro che non hanno una famiglia che preghi per loro dopo la loro morte?

Hanno me! Hanno tanti buoni amici ed io sono una di loro.
Anche quelli che lei non ha conosciuto personalmente?
Certamente! Farò per loro tutto quello che mi chiederanno di fare.
Anche se significa assumersi delle sofferenze?
Uhhm.


Si sente di parlare di questo?
Gesù non ci dà mai di più di quello che possiamo portare.
Molto tempo fa venne da me un sacerdote che mi disse che se mi fossi offerta di soffrire per tre ore per lui, gli avrei risparmiato vent'anni di Purgatorio. Accettai perché il mio direttore mi aveva detto che avrei dovuto accettare tutto ciò che mi veniva richiesto, come del resto avevo sempre fatto. Non passò molto tempo che mi trovai trapassata in ogni centimetro del mio corpo da un dolore così violento da restare paralizzata e da non capire più dove fossi. Eppure il mio cuore era nella gioia perché sapevo cosa significava tutto ciò per quel sacerdote. Però quelle tre ore non passavano mai, mi sembravano tre giorni. Poi, improvvisamente come era venuto, il dolore se ne andò. Mi resi di nuovo conto di dov' ero, guardai il mio orologio che indicava che esso era durato esattamente tre ore.
In altre occasioni invece si trattava di un dolore localizzato. Una volta mi fece male lungo il braccio destro e qualsiasi cosa facessi o in qualsiasi modo lo tenessi, era sempre lo stesso. Seppi poi, che la mia sofferenza era per un anima che aveva modificato il testamento di un altro, per cui si spiegava perché io avessi male ad un arto, cioè al braccio ed alla mano necessari per scrivere. Quando ci assumiamo delle sofferenze con lo stesso amore che Dio ha per noi, tutto è possibile. I frutti migliori vengono da questi patimenti. La sofferenza, in altre parole, la croce, senza questo amore è troppo pesante e non ha senso come non può esistere l'amore senza una croce.

Le dicono quanto durerà la sofferenza?

No, quella fu l'unica volta. E' la cosa peggiore, non sapere quanto durerà. Quella volta durò tre ore.
Accetta queste sofferenze ad intervalli regolari o ne accetta di più durante certi periodi dell'anno? Accetto sempre tutto ciò che mi è richiesto, ma durante la Quaresima, ad esempio, le anime fanno sentire fortemente la loro presenza tramite le sofferenze che assumo per loro. In altri periodi, invece, capita quando me lo richiedono.

Continua tuttora ad assumersi le sofferenze con la stessa intensità e frequenza di quando era più giovane?

No, è meno frequente di una volta perché ultimamente mi sono impegnata a girare molto per parlare alla gente, assai più di prima, poiché anche questo serve molto alle anime.

Quando era più giovane, avrebbe mai pensato che avrebbe girato le città di mezza Europa a tenere conferenze in sale gremite di persone?

No davvero! Sarei scoppiata a ridere o mi sarei messa a tremare al solo pensiero! Ma ora il Signore mi dà la forza ed il coraggio di farlo e posso constatare i molti buoni frutti che ne derivano. Per questo gli sono tanto, tanto grata.
Si è assunta anche angosce mortali quali quelle sofferte dal Nostro Signore nell'Orto del Getsemani?
No, finora quello non è successo.

Il rapporto temporale, tre ore per vent 'anni come mi disse poc'anzi, è sempre lo stesso o qualche volta cambia'?

Cambia completamente per ogni caso. Si spiega perché in Purgatorio c'è un numero infinito di livelli diversi. Un'anima mi disse che dieci anni di un Purgatorio lieve sono molto, molto più sopportabili di due giorni nel livello più basso. Inoltre, non dobbiamo pensare che un'anima debba salire lentamente attraverso tutti i livelli per finalmente uscirne in cima. Può passare dal livello più basso direttamente al Paradiso. 

Ritiene che le sofferenze che lei si assume volontariamente siano simili alle sofferenze del Purgatorio?

Sì, così almeno mi sembrano. Il mio corpo, sparite le sofferenze, non porta alcun segno di cicatrici o altre lesioni od affezioni permanenti. Avvengono quindi tutte nell'anima ed è per questo che penso siano simili.

Se vediamo che una persona soffre terribilmente, possiamo intervenire ed offrire quella sua sofferenza a Dio per lei?

Sì, ma avrebbe più valore se lo facesse la persona stessa.

Qualora si trattasse della propria sofferenza, se la persona sopporta bene per un certo periodo di tempo poi perde la pazienza, e ancora più tardi torna ad offrirla con il senno di poi, questa offerta vale ugualmente?

Ancora si, ma non tanto quanto l'offerta fatta per tutto il tempo in cui è durata la sofferenza.

Se una persona dovesse offrire tutte le sue future sofferenze a Dio, sapendo che potrebbe avere dei cedimenti quando si fossero presentate, la sua offerta ha lo stesso valore di quella fatta al momento della sofferenza?

Sì, perché Dio vede la nostra sincerità nel momento in cui la facciamo.

Se qualcuno soffre e non offre questa sofferenza al Signore, il valore di quella sofferenza viene perso?

Nel senso in cui quell'anima non arriverà prima in Paradiso, si. Comunque, quella sofferenza può essere il risultato il più delle volte di qualcosa commesso in passato e che ora viene riparato. Il Signore permette che ciò accada, che noi collaboriamo o meno. Egli è puro amore e sa perfettamente cosa è meglio per noi.

Che cos'altro può dirmi della sofferenza?

Dopo la vita ed il tempo donatoci per fare del bene su questa terra, la sofferenza è il più grande dono che Dio ci ha dato. Mentre soffriamo quaggiù, riceviamo il dono di compiere buone azioni, ma una volta giunti in Purgatorio, quel dono scompare. La sofferenza ha sempre un effetto terapeutico e dobbiamo sempre confidare in Dio che essa ci sia stata data per il nostro bene e per la Sua gloria.
C'è una grazia grandissima derivante dalla sofferenza che vorrei sottolineare. E nella sofferenza che le persone si incontrano e riconoscono il cuore uno dell'altro. Nella sofferenza l'altra persona diventa importante mentre quando manca si tende a pensare soprattutto a se stessi. E un problema questo che caratterizza in grande misura l'Occidente; nella grande riparazione che Dio infliggerà presto al mondo occidentale, le persone si ritroveranno di nuovo, a causa della loro sofferenza. Ciò sarà bene e farà emergere il lato migliore in quelle persone che ora si preoccupano soltanto della loro prossima e più bella casa o macchina. Anche questo è un processo di purificazione. Per cui ciò che viene visto inizialmente come un disastro finisce per rivelarsi una grazia, un dono grandissimo da parte di Dio.

Quando la sofferenza viene da Satana, dovremmo reagire in un modo diverso da quando essa viene da Dio?

Tutta la sofferenza viene da Dio, nel senso che Egli permette che noi soffriamo anche per colpa di Satana. Qualora riconoscessimo in qualcuno l'origine demoniaca della sua sofferenza, è nostro dovere portarlo da un esorcista. Molte persone dicono: "Spero che il Signore non mi ami troppo!". Conosco una mamma che disse una volta a suo figlio seminarista:
"Di' al Signore che può fare di te ciò che vuole". Ma il figlio rispose: "Oh no, perché poi Egli potrebbe chiedermi troppo". Questo non è vero. Stia tranquillo che il Signore non ci chiede MAI di più di quanto siamo in grado di fare.

Sapendo che esistono molti tipi di persone e che ciò che esce dalla nostra psiche non va mai preso alla leggera, è possibile che qualcuno, dopo un'affermazione del genere, decida di chiedere al Signore delle sofferenze supplementari? Per chi è incline, potrebbe suggerire una preghiera?

 In generale, no.
Niente affatto.
Chi vive nel mondo e ha altre persone a cui pensare, non dovrebbe fare una cosa del genere perché la sofferenza arriverà comunque, in un modo o nell'altro. Le richieste di sofferenze supplementari dovrebbero essere lasciate a coloro che vivono in clausura, che sono responsabili solo per se stessi e che possono sempre contare sull'aiuto di altri. Questi ultimi possono desiderarlo, gli altri, no. Nel mio caso, io non l'ho voluto, ma ho acconsentito che mi capitasse per il bene delle anime del Purgatorio. E ho scelto di non farmi una famiglia per poter dedicare tutta la mia vita a loro. Anche qui, il mio caso è diverso da quello della maggioranza delle persone.

Vi è un argomento in particolare da lei sofferto per le anime od un particolare peccato che sia dipeso dai vivi, che l'abbia fatta patire più di ogni altra cosa? E, se c'è, qual è quell'argomento o quel peccato?

Che sia dipeso dai vivi o sofferto per le anime, quell'argomento sarebbe certamente quello della distribuzione della Comunione in mano.

Ha mai pensato di evitare di parlarne così spesso?

No. E’ il mio sacrosanto dovere parlare alle persone del Purgatorio e di riportare fedelmente tutto ciò che le anime mi hanno detto in merito alla condizione della Chiesa. Come potrei omettere certe cose solo per rendermi la vita più comoda quando le condizioni della Chiesa, come più volte hanno ribadito le anime, non sono mai state così precarie in tutta la sua storia?! Allora non sarei una vera amica delle anime!
Non molto tempo fa fui invitata a parlare in una parrocchia. In quell'occasione il Parroco mi aveva detto che c'era un solo argomento che non avrei dovuto menzionare e quando gli chiesi qual era, mi rispose: 'la Comunione in mano'. Chiesi allora alle anime come mi sarei dovuta comportare. Mi dissero: "Senza tutta la verità, non ci sarà alcuna conferenza". E così dissi a quel Parroco.

Dal numero di apparizioni in questo suo rifugio e dal numero di telefonate che riceve si direbbe che riceve tantissima posta e altrettante telefonate. Ha un'idea di quante lettere e telefonate le arrivino nell'arco di una giornata?

No, ma l'altro giorno il postino mi aveva presa in giro perché in quella sola giornata mi aveva recapitato ben 73 lettere. Anche il mio parroco, don Bischof, non molto tempo fa venne a dirmi che secondo la Società Telefonica io ricevevo più telefonate del 113 di Feldkirch.

A parte il postino (risate di entrambi), chi è, Maria, il suo migliore amico su questa terra?

O, era certamente il mio direttore spirituale!

E chi è il suo secondo migliore amico al mondo?

Chiunque abbia il cuore sincero e dica le cose come stanno.

Maria, per quanto mi rattristi, ho esaurito la mia scorta di domande. Ringrazio Dio e ringrazio lei di tutto cuore per avermi lasciato tormentarla senza pietà per due giorni con tutti i miei interrogativi. Prima che me ne vada, però, potrei chiederle di raccontarmi un ultimo episodio in cui le anime sono intervenute in aiuto di qualcuno o hanno fatto qualcosa di molto significativo per attirare la nostra attenzione sulle loro grandi necessità?

Lei non mi ha tormentata. E stata una gioia sentirmi rivolgere tante domande così profonde. Anch'io ringrazio Dio e lei per questo. Quanto alla sua ultima richiesta, mi lasci pensare. "O Spirito Santo, illuminami!". Ah, sì, ecco!
Non molto tempo fa vennero da me, da una cittadina vicina, due sorelle per chiedermi che cosa mancasse al padre defunto per andare in Paradiso. Come di consueto, annotai volentieri il nome e le date di nascita e di morte del defunto. Poi una delle sorelle, con un tono duro, mi disse che, qualora avessi avuto una risposta in cui si parlava di denaro, loro non avrebbero fatto nulla. Risposi che questo non riguardava tanto me quanto loro, ma che, comunque, se desideravano una risposta sarei stata lieta di procurargliela. E così se ne andarono.
Dopo qualche settimana ricevetti una risposta per questo nominativo da un'altra anima. Feci avvertire le sorelle di venire a ritirarla. Vennero e diedi loro la risposta in cui si diceva semplicemente che al loro papà occorrevano sette Sante Messe per essere liberato per il Paradiso. Ripartirono con il loro foglietto in mano ed un grazie di circostanza.
Passò altro tempo e venne a trovarmi una signora della medesima città per tutt' altro motivo. La signora era la vicina di casa delle due sorelle. Dopo aver sistemato le nostre faccende, le chiesi notizie delle due sorelle. "Oh, adesso stanno bene! Ero con loro quando commentarono la sua lettera in cui lei domandava perché si permettevano di far soffrire così a lungo il proprio padre. Erano sconvolte dalle sue parole! Come era possibile che lei sapesse che loro non avevano ancora fatto dire quelle messe per il padre?! E andarono di corsa in chiesa a farle dire". Io non dissi nulla e la signora ripartì. Vede Nicky, io quella lettera non l'ho mai scritta!
Mio Dio! È meraviglioso!
Si! Le anime sono meravigliose e supplico le persone di pregare per loro. Le garantisco che non passerà molto tempo che le anime interverranno e aiuteranno i loro amici in modi che li sorprenderanno ogni volta.

Maria c'è qualcosa per concludere che vorrebbe far sapere al mondo se ne avesse l'opportunità?

 Solo che, come già ebbi a dire, le anime mi hanno detto che mai in tutta la sua storia la Chiesa è stata così sofferente. Si riprenderà, migliorerà tantissimo e potremo aspettarci un'era di pace. Prima, però, verrà una grande tempesta ed è di questo che la Madonna non vuole che ci si preoccupi, che ci si pensi, o se ne faccia oggetto di chiacchiere.
Dio ha sempre cura dei Suoi figli. Questa grande tempesta conterrà le profezie di La Salette e di Fatima, l'ammonimento di Garabandal ed i segreti affidati ai 'ragazzi' di Medjugorje dove si parla del sopraggiungere di qualcosa mai visto prima.
Infine trasmetto a lei ciò che la Nostra Santa Madre e Madre di Gesù ci consiglia. Semplicemente pregare e digiunare per la pace in terra e portare l'incommensurabile amore e perdono di Dio a TUTTI i nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo.

E ancora Maria, che cosa esattamente può dire di aver appreso nel corso di tutti questi anni di autentiche esperienze straordinarie?

 Ho imparato ad amare Dio con tutta la mia forza!


venerdì 3 novembre 2017

Gesù a suor Consolata Bretone

Un'anima che sia realmente mia, posseduta da Me diventa come l'olio che respinge inesorabilmente ogni fusione di liquido contrario: aceto, acqua ecc. Eccoti spiegato il tuo aborrimento a tutto ciò che non è verità, semplicità, schiettezza, obbedienza ecc. Ecco il perché se, durante la lotta, tentazione, il nemico riesce a farti penetrare un pensiero, un'impressione contraria alla carità ecc., non può rimanere dentro di te, ma alla prima occasione uscirà dalle tue labbra. E così, oltre a servirti di umiliazione, ti costringerà pure ad essere più vigilante. Vedi, questi pensieri in te non possono rimanere, perché in te ci voglio restare Io solo.
(Suor Consolata Betrone)

NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.