venerdì 27 gennaio 2017

PER NON DIMENTICARE , MAI.............


“Erano ricchi e poveri, uomini e donne,
sani e malati.
C’erano bambini fra noi, molti,
e c’erano vecchi alle soglie della morte,
ma tutti siamo stati caricati
come merci sui vagoni,
e la nostra sorte,
la sorte di chi varcava i cancelli di Auschwitz,
è stata la stessa per tutti”
di Primo Michele Levi:
deportato nel campo di concentramento di Auschwitz in quanto ebreo. Scampato
al lager, tornò avventurosamente in Italia, dove si dedicò al compito di raccontare
le atrocità viste o subite. Il suo romanzo più famoso, che è anche la sua opera d'esordio,
Se questo è un uomo, racconta le sue terribili esperienze nel campo di sterminio nazista,
ed è considerato un classico della letteratura mondiale, inserendosi nel filone
della memorialistica autobiografica e nel cosiddetto neorealismo.

lunedì 23 gennaio 2017

NOVENA A SAN BIAGIO



( Dal 25 al 2 febbraio )

1. Glorioso martire e nostro protettore S. Biagio,
tu sin dalla fanciullezza sei stato sempre di esemplari virtù, e
unendo alla sollecitudine pastorale di Vescovo l'arte della
medicina, hai avuto modo di promuovere e confermare la fede
cristiana nel popolo con le continue guarigioni. Siano
benedette le tue fatiche nell'ufficio di Vescovo e l'ardore con
cui hai sospirato la conversione di tutto il popolo di Sebaste.
Ti supplichiamo di ottenere anche a noi la grazia di migliorare
la nostra vita secondo gli insegnamenti del Vangelo.

Gloria.

2. Glorioso martire e nostro protettore S. Biagio,
tu che nella persecuzione dell'imperatore Licinio, per una
particolare ispirazione divina sei andato a nasconderti in
una caverna sul monte Argeo dove sei stato assistito e
provvisto di alimenti dalle bestie feroci, siano benedette le
tue preghiere e le asprezze di quella santa solitudine. Ti
chiediamo di santificare la nostra vita e di tenerci lontano
da ogni forma di peccato, così come l'aiuto divino santificò
la tua esistenza terrena.

Gloria.

3. Glorioso martire e nostro protettore S. Biagio,
tu sei stato ritrovato nella grotta dai soldati dell'empio
Agricola, mentre anche le fiere ti rispettavano ossequiose,
e con animo sereno sei passato alle torture e alla corazza
di ferro. Noi benediciamo i tuoi sospiri sotto le fruste e i
pettini di ferro: ti sei sottomesso ai tormenti più crudeli
con l'ardente desiderio di imitare Gesù. Ottienici, ti
preghiamo, la grazia di corrispondere alla chiamata
cristiana e sopportare pazientemente le croci della nostra
esistenza quotidiana.

Gloria.

SUPPLICA A SAN BIAGIO
Martire gloriosissimo, gran Medico e gran Vescovo dolce mio S. Biagio, io giubilo, che la SS. Trinità volle in Voi rappresentare la sua Essenza una nella Natura e Trina nelle Persone con l’unire in Voi tre stati: di Medico. di Vescovo e di Martire. Mi rallegro con Voi che colla soavità delle parole, e con la facilità dei miracoli, convertiste gran numero d’Idolatri. Godo, che il Signore abbia a Voi affidata la tutela della gola fin da quando, nel risanare il giovinetto agonizzante per la spina attraversata alle sue fauci, lo pregaste per tal sorte di afflitti. O santo della cordialità, o Santo della gratitudine, io ringrazio la SS. Trinità, che Vi donò un cuore tanto pietoso e una potenza tanto salutare. Ricordatevi che, non contento di averla fatta da Padre con quelle sette donne, le quali raccolsero il vostro sangue, la faceste per esse anche da Madre co' loro figliuoli.

Voi gettato a morire in un lago, camminaste a piede asciutto su le acque, su le quali, assiso, predicaste il Vangelo a maggiore trionfo della santa Fede. Deh, miracolosissimo Santo, prevenitemi con la vostra assistenza, soccorretemi sempre, e difendetemi da ogni pericolo. Ricordatevi che, prima di stendere il collo alla scure, pregaste per tutti quelli che si fossero raccomandati a Voi, e Vi fu subito risposto con voce udita da tutti: Io ho esaudita la tua Orazione e ti concedo quanto chiedi; pregate per me; io ricorro alla vostra orazione, e mi raccomando a voi. Liberatemi da ogni male e datemi la perseveranza nel bene. Così sia.

Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana - in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti - e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "benedizione della gola", compiuto con due candele incrociate. (Avvenire)

domenica 1 gennaio 2017

PREGHIERE PER GLI SPOSI E LA FAMIGLIA


Il dono del matrimonio
Signore, il matrimonio è un tuo dono per noi, non qualcosa di ovvio o scontato. Ti chiediamo, quindi, di aiutarci nel nostro rapporto di uomo e donna insieme. Aiutaci a rispettarci l'un l'altro ed a sforzarci di cogliere il punto di vista dell'altro. Fà che tra noi ci siano tenerezza ed onestà, compren-sione ed un pizzico di umorismo insieme alla capacità di ammettere che ogni tanto possiamo sbagliarci. E renderci disponibili a dividere la nostra felicità con gli altri, aprendo la nostra casa preoccupando-ci delle loro gioie e dei loro dolori, come dei nostri. Grazie per averci dato questo dono prezioso. Aiutaci a farne buon uso. Amen 

Signore ti ringraziamo d'averci dato l'amore

Ci hai pensato insieme prima del tempo, e fin da allora ci hai amati così, l'uno accanto all'altro.
Il nostro amore è nato dal tuo, immenso, infinito. Che esso resti sempre espressione genuina del tuo, senza che il gusto intenso di sentirsi vicini attenui il sapore della tua presenza fra noi, e senza che il reciproco godimento delle cose belle che sono in noi ci allontani dal fascino della tua amicizia. Se per errore o per un malinteso affetto un giorno ci allontanassimo da te, fa che il vuoto e lo squallore esasperanti della tua assenza ci scuotano profondamente e ci riportino alla ricerca immediata del tuo volto. Signore, che tutto di noi conosci, fà che apprendiamo noi pure l'arte di conoscerci profondamente; donaci il coraggio di comunicarci integralmente le nostre aspirazioni, gli ideali, i limiti stessi del nostro agire.
Che le piccole inevitabili asprezze dell'indole, i fugaci malintesi, gli imprevisti e le indisposizioni non compromettano mai ciò che ci unisce, ma incontrino, invece, una cortese e generosa volontà di comprenderci.
Dona, Signore, a ciascuno di noi gioiosa fantasia per creare ogni giorno nuove espressioni di rispetto e di premurosa tenerezza; e fà che nella vita coniugale, continui quest'arte creatrice d'affetto, che, sola, ci riporterà all'incontro continuo con te che sei l'Amore, da cui il nostro si è staccato come una piccola scintilla. Amen 

La vita in due

Grazie Signore, perché ci hai dato l'amore capace di cambiare la sostanza delle cose. Quando un uomo e una donna diventano uno nel matrimonio, non appaiono più come creature terrestri ma sono l'immagine stessa di Dio. Così uniti non hanno paura di niente, con la concordia, l'amore e la pace l'uomo e la donna sono padroni di tutte le bellezze del mondo. Possono vivere tranquilli, protetti dal bene che si vogliono secondo quanto Dio ha stabilito. Grazie Signore, per l'amore che ci hai regalato. 

Scegliersi ogni giorno

Signore, insegnami che la fedeltà è scegliersi di nuovo ogni giorno. Scoprire dentro di noi
strade inesplorate. Vivere insieme, non con l'amore di ieri, ma quello di oggi.
Signore, insegnami che la fedeltà non può essere chiusa, soffocata in schemi, in strutture.
La fedeltà s'inventa momento per momento. Scoprendo che l'amore, se è vero, ha sempre nuove esigenze interiori. Quando non ne ha, è morto.
E allora la fedeltà non serve più. Diventa al massimo un pezzo archeologico. Magari di valore. Perché è una cosa rara. Ma molto spesso inutile.
Insegnami che la fedeltà è una dura conquista. è tracciare insieme un solco profondo. Incancellabile. Contro il quale né venti né maree possono nulla.
Un solco scavato nel vivo dell'esistenza, che segue sempre la stessa direzione: quella dell'amore. 

Alla Trinità

Dio grande e misericordioso che sei Padre, Figlio e Spirito santo, mistero di comunione e di amore infinito, noi crediamo in te.
Tu hai creato l'uomo e la donna a tua immagine e somiglianza perché, come te, fossero capaci di amare.
Dell'amore umano degli sposi hai fatto un mistero di salvezza, "un grande sacramento", un segno vivo del totale dono di Cristo alla sua Chiesa e della Chiesa a Cristo.
Tu che sei Padre, Signore della vita, causa prima d'ogni paternità e maternità, sei la sorgente di ogni vita nuova che nasce dall'amore degli sposi.
Noi ti preghiamo: ai genitori dona la gioia di amare e di educare i figli.
Fa' che sappiamo rivelare e comunicare il tuo amore provvidente, dolce e forte: questo è il bene più grande che ai figli si possa donare.
Dio, Trinità d'amore, fa che ogni famiglia cristiana riscopra la sua dignità e viva la responsabilità di piccola Chiesa domestica, germe di nuova umanità.
Fa' che cresca ogni giorno nella fede, nella speranza e nell'amore.
Fà che sappia dividere il suo pane con chi ha fame, che doni amore a chi è piccolo, povero, malato, a chi è dimenticato e solo.
Dio della gioia e della pace fa che la nostra famiglia cammini sui sentieri della vita, che creda nel tuo amore anche nel tempo della prova e viva nella speranza di vedere il tuo volto quando ti incontrerà nella tua casa per lodarti per sempre. Amen 

Che nessuna famiglia...

Che nessuna famiglia cominci per caso,
che nessuna famiglia finisca per mancanza d'amo-re,
che gli sposi siano l'uno per l'altra con il corpo e con la mente e
che nessuno al mondo separi una coppia che sogna.
Che nessuna famiglia si ripari sotto i ponti,
che nessuno si intrometta nella vita dei due sposi e nel loro focolare
che nessuno li obblighi a vivere senza orizzonti e
che vivano del passato nel presente in funzione del futuro.
Che la famiglia cominci e finisca seguendo la sua strada e
che l'uomo porti sulle spalle la grazia di essere padre, che la sposa sia un cielo di tenerezza di accoglienza e di calore e
che i figli conoscano la forza che nasce dall'amore.
Che il marito e la moglie abbiano la forza di amare senza misura e
che nessuno si addormenti senza aver chiesto perdono e senza averlo dato,
che i bambini apprendano al collo il senso della vita e
che la famiglia celebri la condivisione dell'abbraccio e del pane.
Che il marito e la moglie non si tradiscano e non tradiscano i figli,
che la gelosia non uccida la certezza dell'amore tra i due sposi,
che nel firmamento la stella più luminosa sia la speranza di un cielo qui adesso e dopo. 

L'amore

E' la mano di Dio che ha unito le anime degli sposi prima della nascita e li ha resi prigionieri l'uno dell'altra per tutti i giorni e tutte le notti.
Sin da quando emersero insieme dalla sacra mano di Dio essi avvertirono la loro reciproca mancanza, e dal primo incontro si accorsero di conoscersi attraverso i secoli. Dentro di essi sanno di avere il potere di suscitare quell'immenso sentimento che Dio ha concesso loro.
Gli attimi che li hanno uniti sono più grandi dei secoli, e la luce che ha illuminato il loro spirito è più forte del buio. L'amore che nasce nel grembo del firmamento e discende con i segreti della notte non si accontenta di nient'altro che dell'eternità e non sta in venerazione dinanzi a nient'altro che a Dio. Essi hanno scoperto che l'amore è profondo come l'oceano e alto come le stelle e vasto come il cielo. (Kahlil Gibran) 

La coppia cristiana

Condividiamo la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio.
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore, senza divisione nella carne e nello spirito, insieme preghiamo, insieme ci inginocchiamo e insieme facciamo digiuno.
Istruiamoci l'un l'altro, l'un l'altro esortiamoci, sosteniamoci a vicenda.
Insieme stiamo nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, nella persecuzione, nella gioia.
Nulla nascondiamo l'un l'altro, non ci evitiamo l'un l'altro, l'un l'altro non siamo di peso. Volentieri facciamo visita agli ammalati, volentieri assistiamo i bisognosi, senza malavoglia facciamo elemosina, senza fretta partecipiamo al sacrificio, senza sosta assolviamo ogni giorno i nostri impegni.
Ignoriamo i segni di croce furtivi, rendiamo grazie senza reticenze, benediciamo senza vergogna nella voce. Salmi e inni recitiamo a voci alternate ed insieme gareggiamo nel cantare le lodi al nostro Dio. Vedendo e sentendo questo, Cristo gioisce e ci manda la sua pace. Là dove sono i due sposi, ivi è anche Cristo. (Tertulliano, alla moglie) 

Il Matrimonio

Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione, e tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
le colonne del tempio si ergono distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro. (Kahlil Gibran) 

Beata la famiglia

Beata la famiglia il cui Dio è il Signore, e che cammina alla sua presenza.
Beata la famiglia fondata sull'amore e che dall'amore fa scaturire atteggiamenti, parole, gesti e decisioni.
Beata la famiglia aperta alla vita che accoglie i figli come un dono, valorizza la presenza degli anziani, è sensibile ai poveri e ai sofferenti.
Beata la famiglia che prega insieme per lodare il Signore, per affidargli preoccupazioni e speranze.
Beata la famiglia che vive, i propri legami nella libertà, lasciando a tutti autonomia di crescita.
Beata la famiglia che trova il tempo per dialogare, svagarsi e fare festa insieme.
Beata la famiglia che non è schiava della televisione e sa scegliere programmi costruttivi.
Beata la famiglia in cui i contrasti non sono un dramma, ma palestra per crescere nel rispetto, nella benevolenza e nel perdono vicendevole.
Beata la famiglia dove regna la pace al suo interno e con tutti: in lei mette radici la pace del mondo.
Beata la famiglia che vive in sintonia con l'universo e si impegna per la costruzione di un mondo più umano.
Beata la famiglia che, pur non ritrovandosi in queste beatitudini decide che è possibile percorrerne qualcuna.
Beata la famiglia in cui vivere è gioia, allontanarsi è nostalgia, tornare è festa. 

Preghiera della famiglia

Signore, fà della nostra famiglia uno strumento della tua pace:
dove prevale l'egoismo,
che portiamo amore, dove domina la violenza,
che portiamo tolleranza, dove scoppia la vendetta,
che portiamo riconciliazione, dove serpeggia la discordia,
che portiamo comunione, dove regna l'idolo del denaro,
che portiamo libertà dalle cose, dove c'è scoraggiamento,
che portiamo fiducia, dove c'è sofferenza,
che portiamo consolazione, dove c'è solitudine,
che portiamo compagnia, dove c'è tristezza,
che portiamo gioia, dove c'è disperazione,
che portiamo speranza.
O Maestro, fà che la nostra famiglia non cerchi tanto di accumulare,
quanto di donare, non si accontenti di godere da sola, ma si impegni a condividere.
Perché c'è più gioia nel dare che nel ricevere, nel perdonare che nel prevalere, nel servire che nel dominare. Così costruiremo insieme una società solidale e fraterna. Amen. 

Quando ti amo

Se non condivido la tua vita, la mia si complica.
Se non ti cammino accanto, mi affatico.
Se non ti comprendo, mi confondo.
Se ti ferisco, mi sento lacerato.
Se ti escludo, perdo le mie radici.
Se ti trascuro, mi sento ingiusto.
Se non percorro la tua strada, smarrisco la mia.
Ti ascolto e mi ritrovo più saggio.
Ti ringrazio e divento più ricco.
Ti parlo e guarisco le mie ferite.
Ho fiducia in te e cresce la mia speranza.
Ti accarezzo e mi sento appagato.
Mi consegno a te e mi sento protetto.
Ti stimo e sento di valere.
Ti guardo con purezza e comprendo ciò che è sacro.
Ti sono fedele e mi sento genitore affidabile.
Cerco la tua anima e trovo la mia.
Cerco di essere più degno per te e mi sento degno di Dio.
Prego per te e Dio mi sorride. 

La nostra casa

Signore, fà che noi siamo la nostra casa.
Che non siano solo i muri a costruirla.
Non sono gli architetti e i muratori, a darle vita.
Non gli urbanisti ad aprirla al mondo e agli uomini.
Fa' che ad abitarla e a darle vita siano i nostri sguardi e le nostre coscienze.
Fà che in essa i nostri occhi mai temano di incontrarsi e
che le nostre coscienze amino sempre la trasparenza.
Fa che le nostre pupille siano il luogo più nostro della nostra casa,
il luogo dove non ci stanchiamo mai di innamorarci e di riconoscerci,
di crescere l'uno nella vita dell'altro.
Che nella nostra casa faccia la sua tenda la Parola,
il gusto di raccontarci i cammini percorsi.
Che in essa le nostre parole sappiano farsi veramente carne e vita, racconto e progetto.
Impedisci, Signore, che nella nostra casa abiti il silenzio,
quello sordo della sfiducia e del conflitto, quello gelido dell'indifferenza.
Fà che nessuna parola sia mai scontata,
che nessuna ripetizione nasca dalla noia,
che anche i balbettii siano amore ripetuto, stupore ritrovato.
La nostra casa sia, Signore, la casa delle mani e dei gesti.
Che le nostre dita conoscano la tenerezza.
Che i nostri gesti sappiano sempre del senso e del significato.
Che nulla sia perduto.
Che il nostro abbraccio conosca sempre l'esatto equilibrio fra aprirsi e accogliere.
Solo così la nostra casa sarà luogo di ristori e non di fughe,
di inizi e non di diaspore, di ospitalità e non di paura.
Fà, o Signore, che la nostra casa sia le nostre utopie,
le nostre speranze comunicate e sofferte insieme.
Che in essa respiri la fiducia nella vita e nella gente.
Che in essa le sconfitte siano occasione di crescita.
Dacci, o Signore, la gioia di vivere anche le nostre vecchiaie come crescita
e come innamoramento, come cammino che sempre più ci unisce conducendoci a Te.
Quando, Signore, vedremo il Tuo Volto,
fà che nei Tuoi occhi possiamo ritrovare ancora più bella e vera
e nostra la casa delle nostre giornate e delle nostre notti.
Che nel tuo sguardo essa risorga come carne e corpo dei nostri legami e del nostro aprirci quotidiano alla vita. 

Invocazione allo Spirito Santo

Abbiamo un grande bisogno di te, Spirito Santo, per conoscere la via per la quale camminare.
Ne abbiamo bisogno tutti, perché il nostro cuore sia aperto, inondato dalla tua consolazione, affinché, al di là delle parole che sentiamo, noi cogliamo la tua presenza.
O Spirito santo, tu vivi nella Chiesa, tu vivi dentro di noi, sei l'ospite permanente, che continuamente modella in noi la figura e la forma di Gesù.
Tu promuovi la nostra testimonianza di fede, Tu ci riempi il cuore di fiducia e di pace, anche in mezzo alle tribolazioni e difficoltà.
O Maria, Madre della Chiesa, che hai vissuto la pienezza inebriante dello Spirito Santo, che hai sentito la sua forza in te, che l'hai visto operante nel tuo Figlio Gesù: apri il nostro cuore e la nostra mente alla sua azione.
Fà che tutto ciò che noi pen-siamo, facciamo ed ascoltiamo, tutti i gesti e le parole siano apertura e disponibilità a questo unico e santo Spirito che forma la Chiesa
nel mondo, che costruisce il corpo di Cristo nella storia. Amen. 

Fate spazio nel cuore

Vivete nella Fede, trasmettetela ai figli, testimniatela nella vita.
Amate la Chiesa, vivete in essa e per essa.
Fate spazio nel cuore a tutti gli uomini, perdonatevi a vicenda, costruite ambienti di pace ovunque siete.
Ai non credenti dico: cercate Dio, Egli sta cercando voi.
E ai sofferenti dico: abbiate fiducia, Cristo che vi ha preceduto vi darà la forza di far fronte al dolore.
Ai giovani: spendete bene la vita, è un tesoro unico.
A tutti: la Grazia di Dio vi accompagni ogni giorno.
E salutatemi i vostri bambini, appena si svegliano.
Come vorrei che que-sto mio "buongiorno" fosse per loro presentimento di una buona vita, a consolazione vostra e mia, e di tutta la Chiesa.(Papa Giovanni Paolo II) 

Grazie a te donna

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'es-sere umano nella gioia e nel travaglio di un'e-sperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua gene-rosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del "mistero", alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani. (Lettera di Giovanni Paolo II alle donne del 1995) 

Beato il papà

Beato il papà che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli.

Beato il papà che non teme di essere tenero e affettuoso.
Beato il papà che sa giocare con i figli e perdere tempo con loro.
Beato il papà per il quale i figli contano più della partita.
Beato il papà che sa ascoltare e dialogare anche quando è stanco.
Beato il papà che dà sicurezza con la sua presenza e il suo amore.
Beato il papà che sa pregare con i figli e confrontare la vita con il Vangelo.
Beato il papà convinto che un sorriso vale più di un rimprovero, uno scher-zo più di una critica, un abbraccio più di una predica.
Beato il papà che cresce insieme ai figli e li aiuta a diventare se stessi.
Beato il papà che sa capire e perdonare gli sbagli dei figli e riconoscere i propri.
Beato il papà che non sommerge i figli di cose, ma li educa alla sobrietà e alla condivisione.
Beato il papà che non si ritiene perfetto e sa ironizzare sui propri limiti.
Beato il papà che cammina con i figli verso orizzonti sconfinati aperti all'uomo, al mondo, all'eternità. 

Affidamento della famiglia alla Vergine Maria

Noi ti lodiamo, Padre santo, perché ci hai amato tanto da donarci il tuo figlio Gesù.
Noi ti benediciamo, Signore Gesù: ti sei offerto per noi sulla croce per redimerci dalle nostre colpe e per ricondurci al Padre, e ci hai donato, come supremo gesto di amore, la Madre tua come nostra Madre.
Guidati dallo Spirito Santo, noi vogliamo rispondere a questo amore affidandoci a Lei.
Noi ci affidiamo a Te, Vergine Maria, che per prima hai creduto all'adempimento delle parole del Signore; aiutaci a vivere la nostra vita di sposi nell'obbedienza della fede, nell'amore vicendevole di ogni giorno, e nel servizio verso la nostra comunità.
Noi ci affidiamo a Te, Vergine Maria, che nella casa di Nazareth, unita al tuo sposo Giuseppe, hai vissuto in quotidiana familiarità con il tuo Figlio e hai glorificato il Padre con il lavoro delle tue mani, con la tua vita, adorando Dio nel silenzio e nella preghiera fa' che anche noi glorifichiamo Dio nella nostra vita con il lavoro delle nostre mani, nella fatica e nella speranza.
Noi ci diamo a te, Vergine Maria, che con il tuo sposo non comprendesti le parole del tuo Figlio dodi-cenne, ma nella fede hai continuato la tua missione di madre; fa' che anche noi impariamo a custodire nella speranza e a meditare parole e avvenimenti che non comprendiamo nella vita dei nostri figli, nelle vicende della nostra comunità, nella ricerca di chi ci sta vicino, certi della presenza misericordiosa del Padre dei cieli.
Noi ci adiamo a Te, Vergine Maria: sul Calvario il tuo Figlio morente ti ha affidato la missione di una maternità universale; fa' che anche la nostra famiglia faccia propria la missione della Chiesa, sia segno di speranza e testimone di carità praticando l'accoglienza e realizzando la solidarietà con tutti, soprattutto con i poveri e con i forestieri. 

Amore e matrimonio

Il matrimonio è più del vostro amore reciproco. Ha maggiore dignità e maggiore potere.
Finché siete solo voi ad amarvi, il vostro sguardo si limita nel riquadro isolato della vostra coppia.
Entrando nel matrimonio, siete invece un anello della catena di generazioni che Dio fa andare e venire e chiama al suo regno.
Nel vostro sentimento godete solo il cielo privato della vostra felicità.
Nel matrimonio, invece, venite collocati attivamente nel mondo e ne diventate responsabili.
Il sentimento del vostro amore appartiene a voi soli.
Il matrimonio, invece, è un'investitura, un mandato. Per fare un re non basta che lui ne abbia voglia, occorre che gli riconoscano l'incarico di regnare.
Così non è la voglia di amarvi che vi stabilisce come strumento della vita.
E' il matrimonio che ve ne rende atti.
Non è il vostro amore che sostiene il matrimonio:
è il matrimonio che, d'ora in poi, porta sulle spalle il vostro amore.
Dio vi unisce in matrimonio: non lo fate voi, è Dio che lo fa.
Dio protegge la vostra unità indissolubile di fronte a ogni pericolo che lo minaccia dall'interno e dall'esterno.
Dio è il garante dell'indissolubilità. E' una gioiosa certezza sapere che nessuna potenza terrena, nessu-na tentazione, nessuna debolezza potranno sciogliere ciò che Dio ha unito. (Dietrich Bonhoeffer) 

Essere un dono per la comunità cristiana

Signore, fà che la nostra vita coniugale e familiare sia un lieto annuncio, credibile ed efficace della tua alleanza con la Chiesa.  In conformità al sacramento celebrato, diventi un dono di grazia per la comunità cristiana. Sia per la Chiesa la proclamazione della sua realtà di sposa del Signore. Il nostro amore riveli sempre il carattere di definitività e di indissolubilità della tua alleanza con la Chiesa. Amen. 

Per le nostre famiglie

Padre dei Cieli, ci hai dato un modello di vita nella Sacra Famiglia di Nazareth.
Aiutaci, Padre d'amore, a fare della nostra famiglia un'altra Nazareth dove regnano l'amore, la pace e la gioia.
Che possa essere profondamente contemplativa, intensamente eucaristica e vibrante di gioia.
Aiutaci a stare insieme nella gioia e nel dolore, grazie alla preghiera in famiglia.
Insegnaci a vedere Gesù nei membri della nostra famiglia, soprattutto se vestito di sofferenza.
Che il cuore eucaristico di Gesù renda i nostri cuori mansueti e umili come il Suo.
E aiutaci a svolgere con amore i nostri doveri familiari.
Che possiamo amarci come Dio ama ciascuno di noi, sempre più ogni giorno, e perdonarci i nostri difetti come Tu perdoni i nostri peccati.
Aiutaci, Padre d'amore, a prendere ogni cosa Tu dia e a dare quello che tu prendi con un grande sorriso.
Cuore immacolato di Maria, causa della nostra gioia, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Santi Angeli Custodi, state sempre con noi, guidateci e proteggeteci. Amen. (Madre Teresa di Calcutta) 

Credo nell'amore

Credo nell'amore.
Credo che tutti siamo chiamati all'amore.
Credo che tutte le vocazioni s'incontrano nell'amore vero, quello che Cristo ha insegnato e pro-posto, ed è diffuso nei nostri cuori dallo Spirito Santo.
Credo nell'amore che passa attraverso la croce, che non è solo sentimento ma è attenzione e rispetto, com-prensione e servizio, donazione, responsabilità e fidu-cia.
Credo che questo amore è la forza più grande del mondo.
Non credo nell'odio, non credo nell'egoismo comunque si esprima.
L'egoismo è la radice di tutti i peccati, causa di tutte le ingiustizie, sorgente di tante sofferenze, fallimento dell'uomo.
Contro di esso voglio lottare con tutte le mie energie senza stancarmi.
Credo che tutti saremo e siamo sempre giudicati sull'amore.
Credo nei cieli nuovi e terra nuova che Dio ci ha promesso e preparato, e che noi siamo chiamati a costruire con lui.
Credo nella gioia di vivere così e di spendere così la mia vita a servizio dei miei fra-telli.
In tutto questo intendo credere, tutto questo inten-do fare con l'aiuto di Dio, tutto questo per me si riassume quando dico: credo in te, Signore Gesù, tu aumenta la mia fede. 

Non uccidiamo la meraviglia

Non allontaniamo da noi la meraviglia!
Perché lo stupirsi dell'altro nello scoprire il suo essere e la sua individualità porta ad accrescere il desiderio dello stare insieme.
Perdere il senso dello stupore e della meraviglia significa quasi morire, cessare di vivere.
Non allontaniamo da noi la meraviglia!
Perché il giorno in cui avremo asfissiato il senso dello stupore e della curiosità dell'altro, perderemo la capacità di crescere come coppia continuamente in tensione.
Fino a che ci lasceremo incantare potremo avere la speranza di sorprenderci felici.
Non uccidiamo la meraviglia!
Perché la meraviglia, più che il dubbio, è la fonte della speranza.
Non uccidiamo la meraviglia!
Perché nessuno può dirsi completo finché non è diventato anche creatura di emozioni. 

Missione Devoniana - Santuario SS Salvatore - 70031 Andria (BA) nr. 07/08

(Supplica)



Padre Eterno, mi prostro innanzi a te con tutta la mia regalità e la potenza che mi hai donato, offro a te tutto, il mio tutto, per il loro bene; affinché tu conceda a questi figli, la forza di combattere le forze delle tenebre. Versa Oh Padre Mio dolcissimo le tue sacratissime e santissime lacrime affinché lavino il cuore di questi piccoli figli che vanno verso la loro perdizione, ti supplico Padre Mio, per il sangue  che il Nostro Figlio Gesù ha sparso su questa terra, per loro e per la Tua Gloria, salva questi figli dal terribile destino che sta sopra di loro, invia il tuo Santissimo Spirito ad illuminare le loro oscurità, e dona Oh Padre Onnipotente ed Eterno, la perseveranza e la forza di sconfiggere le loro umane passioni e aiutali ad innalzarsi alle vette delle Gloria. Amen.

Celebrazione di ringraziamento di fine anno



Questa celebrazione è per vivere un momento di preghiera nell'imminenza della mezzanotte del 31 dicembre. Si presta ad essere usata in ambito familiare, o in un gruppo piccolo o grande. Una persona (oppure, secondo le esigenze, più di una) legge il testo, e l'assemblea si unisce nelle risposte corali.
Come segno, all'inizio si può portare un’agenda del 2008 ed una del 2009, oppure i due calendari, oppure un orologio grande. Ovviamente il testo corrispondente va adattato secondo la scelta
Nel nome del Padre...
Carissimi fratelli, il tempo scorre ininterrotto: ore, giorni, mesi... È passato un altro anno. Una tappa del nostro cammino finisce e una nuova comincia. Vogliamo vivere questo passaggio in preghiera. Raccogliamoci tutti un istante in silenzio.
Alcuni istanti di silenzio. Poi chi guida continua, rivolto al Signore.
Siamo qui, Signore, davanti a Te e Ti presentiamo queste due agende (questi due calendari; quest'orologio), incontri, impegni, lavori hanno riempito le nostre giornate; ed lo stesso sarà nell'anno che sta per iniziare.
  • Primo momento: l'offerta dell'anno passato

Hai messo nelle nostre mani 365 giorni. Sono trascorsi, assieme a tante decisioni e rotture, sofferenze e gioie, a tanti sorrisi e speranze. Lasciandoci ispirare dal testo del Qoèlet ti diciamo: Accogli tutto, Signore!
T: Accogli tutto, Signore!
  • Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
  • C’è un tempo per nascere e un tempo per morire.
  • Un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
  • Un tempo per demolire e un tempo per costruire.
  • Un tempo per piangere e un tempo per ridere.
  • Un tempo per gemere e un tempo per ballare.
  • Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli.
  • Un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
  • Un tempo per cercare e un tempo per perdere.
  • Un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
  • Un tempo per stracciare e un tempo per cucire.
  • Un tempo per tacere e un tempo per parlare.
  • Secondo momento: la richiesta di perdono

Ci hai dato 365 giorni in cui abbiamo tentato di vivere prima di tutto con benevolenza, ma a volte ha vinto la nostra miseria, e per questo ti diciamo: Perdonaci, Signore.
T: Perdonaci, Signore
  • Per tutte le volte in cui non abbiamo avuto il coraggio di testimoniarti.
  • Per gli ostacoli che abbiamo posto al dialogo e all’incontro.
  • Per la nostra debole speranza, facile a cedere davanti alle difficoltà.
  • Per le volte che ci siamo lasciati vincere dall'egoismo.
  • Terzo momento: il ringraziamento

Ci hai donato 365 giorni per testimoniare ad ogni uomo i tratti del tuo volto. Grazie, Signore, per averci fatto cristiani. Ti diciamo: Grazie, Signore!
T: Grazie, Signore
  • Ti ringraziamo per ogni persona, laica e consacrata che passata accanto a noi in quest’anno. Ciascuno di loro ha donato alla nostra comunità qualcosa di sé, aiutandola a crescere e a diventare un po’ più santa.
  • Ti ringraziamo per averci fatto assaporare, in quest’anno, la gioia di stare insieme. Ci siamo ritrovati comunità in cammino, accogliente, legata da una fede salda, da valori condivisi, oltre ogni immediatezza.
  • Ti ringraziamo anche per le persone care che ci hai donato e che ora non ci sono più: le abbiamo avute con noi tanti anni, ci hanno donato amore e gioia.
  • Quarto momento: la lode

Ci hai dato 365 giorni, ed altrettanti ci vengono donati nell'anno venturo. Colmi di gratitudine per la certezza della tua presenza nel tempo della nostra vita, riprendiamo con sguardo di speranza il nostro cammino verso l’anno che si apre davanti a noi. Acclamiamo: Benedetto sei tu, Signore!
T: Benedetto sei tu, Signore
  • Benedetto sii tu, o Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
  • In lui ci hai scelti prima della creazione del mondo, per trovarci, al tuo cospetto, santi e immacolati nell’amore.
  • Ci hai predestinati a essere tuoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito del tuo volere, a lode e gloria della tua grazia, che ci hai dato nel tuo Figlio diletto: in lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.
  • Tu, o Dio, l’hai abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché tu ci ha fatto conoscere il mistero del tuo volere, il disegno di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.
  • Nella tua benevolenza lo avevi in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi.
  • Quinto momento: la preghiera di Gesù

Terminando un anno, nell'imminenza di iniziarne un altro, ti rivolgiamo, o Padre, con amore, la preghiera che Gesù ci ha insegnato: Padre Nostro...
Ci affidiamo anche a te, Maria: tu sei la donna che ha realizzato completamente il progetto che Dio aveva su di te, e da te vogliamo imparare a vivere in Dio e per Dio il tempo che ci è dato: Ave Maria...
Sostienici, Signore, con la tua Provvidenza nel presente e nel futuro, perché con le semplici gioie che disponi nel nostro cammino aspiriamo con serena fiducia alla gioia che non ha fine. Per Cristo nostro Signore.
Vogliamo vivere il 2009 nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Benediciamo il Signore. Rendiamo grazie a Dio.

Parrocchia San Giuseppe al Lagaccio





Signore, Sono davanti a te,
come un quaderno bianco
sul tavolo dello studente
in attesa di essere aperto e riempito,
Sono davanti a te
come un calendario nuovo
che attende di essere vissuto
alla luce della tua grazia.
Sono qui davanti a te
e tu mi stai guardando
come una mamma guarda il suo bambino
sia che dorma sia che cammini.
Il tuo volto mi illumina di pace,
mi spiana le rughe della fronte
coprendomi di speranze antiche
che percepisco come preziose novità.
A te, Dio del tempo e dell'eternità,
offro questo anno nuovo
che mi auguro poter scrivere ogni giorno
con il linguaggio dell'amore.
O Signore, Guardami sempre,
così che ogni giorno possa camminare
guardando te
senza dover troppo aver vergogna di me.
Amen.

(AVERARDO DINI)




NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.