sabato 30 aprile 2016

VIVIAMO MAGGIO CON MARIA


Dalla rivista mensile religiosa “PAPA GIOVANNI” n. 4, realizzata dai ‘Sacerdoti del S. Cuore’ (Dehoniani) Collegio Missionario Via Barletta – 70031 Andria (Bari) Tel.: 0883.592345 – Fax.: 0883. 592014. c.c.p.: 5702   - Chi volesse ricevere la rivista mensile cartacea, può richiederla al Collegio Missionari succitati.















VITA, DOLCEZZA E SPERANZA NOSTRA
Siamo a maggio, mese bello per la natura in fiore e per­ché dedicato a Maria, la Madre che, per la sua intima par­tecipazione alla storia della salvezza, interviene efficace­mente per salvare tutti coloro che la invocano con animo retto. "Con la sua materna carità si prende cura dei fra­telli del Figlio suo ancora pellegrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata" (LG 62). Ma il ritmo fre­netico del vive­re, le molte preoccupazio­ni, le delusionie gli insuccessi, i diversi modi di pensare e di agi­re intorno a noi ci fanno avver­tire spesso un profondo senso di disorienta­mento e di di­spersione, ci fanno sentire di­suniti nel nostro intimo, creano in noi una sensazione di insicurezza, tal­volta di inutilità, di scoraggiamento e di paura. È facile in questi momenti smarrire il senso di quanto viviamo e fac­ciamo, può subentrare un vivere rassegnato o superficia­le, un vivere alla giornata. Ma è giusto rinunciare a tro­vare un senso più grande alla nostra vita e a ogni istante della nostra esistenza? Siamo in balia di avvenimenti e si­tuazioni, oppure possiamo riscoprire nuovi modi di spe­ranza e nuove energie di vita per essere protagonisti del­la nostra storia? In questo mese di maggio con Maria di Nazaret ciascuno di noi può avere, nella fede, la certezza di essere dentro un disegno di salvezza e di realizzazione piena, fondato sulla fedeltà e sull'amore di Dio. Per que­sto è importante lasciare illuminare la nostra vita e le si­tuazioni che viviamo dalla parola di Dio. Fin dal primo momento Maria si affiderà a questo pia­no di Dio, rendendosi totalmente disponibile e trovando in esso la luce e la forza in ogni situazione della sua vita. Essere cristiani significa, come Maria, accettare questo piano di Dio, con al centro Cristo; significa collocare e recuperare ogni nostro progetto, ogni situazione e fram­mento della nostra esistenza - anche i più oscuri e fatico­si - all'interno di un disegno ispirato e sostenuto dall'a­more fedele di un Dio che è Padre. E’ stupendo poter pen­sare, sapere con certezza e dire che non si è nati per caso, quasi fossimo il risultato di una serie di combinazioni; che il nostro nome è pronunciato dall'eternità; che Dio ci cono­sce e ci ama da sempre; che la nostra vita è affidata sì alla nostra responsabilità, ma non è solo nelle nostre mani: è anche sempre nelle mani di un Padre. Perciò i cristiani invocano Maria Santissima come ''vi­ta, dolcezza e speranza nostra", avvocata, ausiliatrice, soc­corritrice, mediatrice. Essendo Madre spirituale di tutti co­loro che Dio chiama alla salvezza, ella desidera tutti sal­vi e aiuta chi la invoca con fiducia e costanza. Come Ma­dre di misericordia e rifugio dei peccatori, salva anche co­storo, purché vogliano convertirsi. Bisogna invocare Ma­ria, amarla. Attaccarsi al suo manto materno, prendere quella mano che ci porge e non lasciarla mai più. Racco­mandiamoci ogni giorno a Maria, nostra madre; ralle­griamoci, lavoriamo con Maria, soffriamo con Maria. De­sideriamo di vivere e di morire tra le braccia di Gesù e di Maria.
 Ave, Regina dei Cieli. Ave, Signora degliAngeli. Por­ta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce. Gioisci, Vergine gloriosa, bella fra tutte le donne. Salve, o Tutta Santa, prega per noi Cristo Signore.













1 maggio: IL RUOLO DI MARIA
Maria, madre di Gesù e madre nostra, mediante la sua molteplice intercessione, ci ottiene continuamente le grazie della salvezza eterna. Questa è la voce costan­te della Chiesa che si ripete nel tempo, invocando Maria con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice. Noi sappiamo e con San Paolo professiamo che "uno solo è Dio e uno solo è il media­tore tra Dio e gli uomini: l'uomo Gesù Cri­sto. Egli ha dato la sua vita come prezzo del riscatto di tutti noi". In questa azione redentiva di Cristo, unico mediatore, qual è il ruolo di Maria, che noi invochiamo come nostra Avvocata e Mediatrice? In ciascuna di queste tappe della Redenzione, Maria ha svolto una funzione del tutto eccezionale. Ella, umile ser­va del Signore e madre del Redentore, è stata anche la "compagna generosa del Figlio nella sua opera di media­zione", cooperandovi con la sua obbedienza e con la sua fede, con la sua speranza e con la sua carità materna. La mediazione di Maria a favore degli uomini nasce dal be­neplacito di Dio e sgorga dai meriti di Cristo. Maria attinge la sua efficacia dalla mediazione di Cri­sto, agisce in piena sintonia con il volere del Figlio, "si prende cura dei fratelli del Figlio suo, ancora pellegrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella Patria Celeste".
Fioretto: Nei momenti di debolezza, quando mi sentirò confuso e scoraggiato devo ricordarmi che Maria è rifu­gio e aiuto dei cristiani.
Giaculatoria: Ausilio dei cristiani, Vergine clemente pre­ga per noi. Volgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi.





2 maggio: MEDIATRICE DI GRAZIE
Anche noi, sia pure in misura ben diversa, partecipia­mo alla mediazione di Cristo presso il Padre, con la nostra preghiera e con la santità della vita. Tuttavia, Maria par­tecipa a questa mediazione di Cristo, con una pienezza tale da non ammettere paragone con nessun' altra creatu­ra: "La mediazione di Maria è strettamente legata alla sua maternità divina, possiede un carattere specificamente materno, che la distingue da quello delle altre creature". Maria è talmente unita e conforme ai sentimenti del Cri­sto che nessun aspetto della sua mediazione presso il Padre, a nostro favore, è estraneo alla sua comprensione di Madre.
   Nella comunicazione delle grazie, Maria interviene in piena solidarietà con il Figlio: Ella desidera ciò che il Figlio desidera, vuole ciò che il Figlio vuole, compie ciò che il Figlio compie. Maria ci è stata data come Madre mediatrice di grazie, non perché Dio sia da noi lontano e inaccessibile, ma perché possiamo comprendere quanto ci è vicino e accessibile nella figura materna di Maria.
   La Madonna, nella sua opera di mediazione, insie­me al Figlio, ci aiuta a sentire Dio più vicino, ci muove ad avvicinarci a Lui con maggior fiducia, ci spinge a vi­vere la nostra adozione a figli di Dio, conformando la no­stra vita al modello esemplare, che è Cristo, modello da invocare e da imitare, se vogliamo un giorno essere ere­di della sua stessa gloria nella casa del Padre.
Fioretto: Non solo nei momenti di disperazione o di do­lore, ma in ogni evento della mia vita chiederò l’aiuto e la protezione alla Madre di Dio.
Giaculatoria: Gesù, Giuseppe e Maria siate la salvez­za dell’anima mia.



3 maggio: MADRE MIA, FIDUCIA MIA
Alla Madonna ci rivolgiamo per ottenere varie grazie: la salute per noi o per i nostri cari, la pace in­teriore e con i nostri fratelli, l'amore al raccogli­mento, al silenzio... Maria ce le ottiene: Maria ci ot­tiene tutto quello che serve per la nostra santifica­zione, per la nostra vita, per la nostra gioia. Ecco per­ché i Santi riponevano in lei ogni loro fiducia. Se ci rechiamo a san Giovanni Rotondo, sopra la porta del­la cella di Padre Pio si legge questa scritta: "Maria è tutta la ragione della mia speranza" (S. Bernardo). Ma, attenzione: Maria ci ottiene ogni grazia, perché le attinge alla sorgente unica, che è solo Gesù! Gesù ce le ha meritate con la sua vita, col suo sacrificio, col suo san­gue; ma ha incaricato la sua divina madre di distribuirle. Ma qual è la grazia delle grazie? Che Maria susciti in noi un grande, sconfinato amore per il suo dilettissimo Figlio Gesù. Perciò dobbiamo ravvivare la nostra fede: perché Gesù adesso non si scopre con gli occhi della carne, ma solo con quelli della fede. Altrimenti non possiamo capire come Maria Madda­lena, come i due discepoli di Emmaus non abbiano potu­to riconoscere Gesù che parlava loro. Gli occhi della car­ne vedevano un ortolano, un viandante sconosciuto: ed e­ra Gesù, che si fa riconoscere (come dice S. Paolo) solo con gli occhi della fede. Questa è la differenza tra noi, po­veri di fede, e i santi. Noi, dopo mezz'ora, un'ora di ado­razione ci stanchiamo... I Santi riuscivano a trascorrere giornate intere, notti intere in chiesa, senza nemmeno ac­corgersene.
Fioretto: Non devo far passare giorno senza rivolgere un pensiero a Maria: "Madre mia, fiducia mia!".
Giaculatoria: "O luce amabile degli occhi nostri, por­gete suppliche per i figli vostri".


  4 maggio: MADRE DEI POVERI
Nei giorni in cui la nostra vita procede senza alcuna diffi­coltà materiale certamente il nostro cuore è rivolto a ben al­tri interessi. Ci sentiamo autonomi e autosufficienti. Non ab­biamo bisogno di niente e di nessuno. Ma basta un disguido, una malattia o un problema economico per farci riflettere, sentire una nullità. E in questi momenti che comprendiamo la povertà, la miseria e la disperazione di chi non ha un boc­cone per sé o per i propri figli. Maria ci viene incontro con la sua vita vissuta nella sem­plicità e povertà di Nazaret. Perciò Maria è madre dei pove­ri. Del povero che non ha casa, del povero che non ha pane, che non trova lavoro, che sta alla porta della chiesa. Maria è madre dei poveri perché li soccorre, muove i cuori e la ma­no in loro favore, li consola. Li incoraggia, li guida, e li am­maestra con la sua vita, col suo esempio. Mostra loro la casa umile e povera di Nazaret; fa vedere l'umile grotta di Be­tlemme, l'esilio verso l'Egitto... insegna un segreto per sop­portare la povertà e tramutarla in vera ricchezza. Se sono po­vero e mi rivolgo a Maria, la povertà non sarà per me una cro­ce. Se desidero che Maria mi ami vuoterò il mio cuore di tut­te le cose terrene, per riempirlo dell'unico grande tesoro: Ge­sù. Maria paziente e materna continua a offrire a tutti il dono che fa ricchi: Gesù. Bisogna invocare Maria, amarla. Attac­carsi al suo manto materno, prendere quella mano che ci por­ge e non lasciarla mai più. Raccomandiamoci ogni giorno a Maria, nostra Madre, rallegriamoci, lavoriamo con Maria, soffriamo con Maria. Desideriamo di vivere e di morire tra le braccia di Gesù e di Maria.
Fioretto: Pregherà di più, cercherò di arricchire que­sto mio povero cuore pieno solo di miserie e di aspirazioni terrene.
Giaculatoria: "Dischiudimi, o Maria, del ciel le porte quando sarà vicino alla morte".


5 maggio: IN ANSIA FER NOI
Alle volte siamo angosciati, abbiamo un grosso di­spiacere per la perdita o la malattia di qualche persona ca­ra; e siamo senza pace o sul punto di perderla. Allora, sarà bene ricordarci delle parole di Gesù: "Imparate da me... e troverete la pace per le vostre anime" (Mt 11,28), La Ma­donna, che meditava ogni parola del suo Gesù, ci aiuti a ricordarla: sono mite e umile di cuore? Senza mitezza e senza umiltà, niente pace. È il consiglio che ogni confes­sore dà ai suoi penitenti. Ma arrivare alla mitezza e umiltà di Gesù, attraverso quelle di Maria... oltre tutto la Ma­donna è la Riconciliatrice. Nell'Antico Testamento, Dio inviava i patriarchi, Mosè, i profeti. Ora manda sua Ma­dre, quale ambasciatrice di pace, di riconciliazione. I Santi e la stessa liturgia paragonano Maria all'arcobaleno che è messaggero di sereno, di pace. La Madonna è certamen­te lieta nel vederci così fedeli, puntuali, raccolti. Ci atten­de ogni sera coi suoi doni di Paradiso. Per tutti ha un sor­riso, un rimedio, una grazia. Un Santo la vide con le ma­ni cariche di doni, di grazie e chiese: "O mamma, perché non le distribuisci?". "Perché nessuno me le chiede!", ri­spose. Abbiamo tante cose da chiedere... tante cose da dir­le. E’ una mamma e noi siamo suoi figli. Un figlio ha di­ritto di chiedere tutto alla sua mamma proprio come fan­no i bambini con le loro mamme della terra. La Madonna è sempre sollecita del nostro bene, sempre in ansia che ci facciamo del male, che il demonio ci tenti. Dicono i Santi che Maria si riposerà solo quando vedrà tutti i suoi fi­gli, sani e salvi, accanto a lei, alla fine del mondo.
Fioretto: Ad imitazione della Madonna cercherò di riconciliare col mio esempio e con la preghiera quanti fos­sero in disaccordo fra loro.
Giaculatoria: "Lasciate, o Vergine, che anch 'io vi o­nori, Voi siete la gioia dei cuori.
  

6 maggio: MARIA CONOSCE LA VIA
Nelle apparizioni, le mani sono la parte del corpo della Madonna, dopo gli occhi, poste in maggior ri­salto. Maria alza le mani nella preghiera, riceve nelle sue mani le grazie, stende le mani a noi per invitarci ad avvicinarci, vorrebbe stringerci tutti al suo cuore. Apre le mani per far piovere su di noi le sue grazie.
   Lasciamoci condurre da Maria: le sue mani ci so­sterranno. Chiudiamo gli occhi come facevamo da bambini con la nostra mamma e lasciamoci condurre da Maria. Ella conosce la via: sa dove condurci, dove arrivare. Imitiamo le mani di Maria: la loro purezza immacolata in ogni azione. La loro operosità instan­cabile, la loro frequenza nel congiungersi con la pre­ghiera.
   "Le mani, spesse volte, suppliscono alla lingua, agli occhi... Ho visto mani innocenti di bimbi man­dare baci alla Madonna e ne provai gioia e venera­zione. Ho visto mani congiunte in preghiera che mi commossero. Mani diafane di ammalati che stringevano il crocifisso e ne ebbi conforto. Mani caritatevoli versare nella mano del povero l'elemosina. Ma­ni misericordiose posarsi sul capo dell'afflitto e sol­levarlo. Mani consacrate benedire il popolo, la cam­pagna, il pane... assolvere un peccatore, versare l'ac­qua rigeneratrice sul capo del neonato. O mani di Ma­ria, beneditemi" (S. Giovanni Bosco).
Fioretto: Preghiamo Maria di aprire le sue mani per benedirci e per accoglierci tra le sue braccia, in vita. in morte, in cielo.
Giaculatoria: " Vergine fedele sempre al tuo Signo­re fà che tale diventi questo mio cuore!"



7 maggio: CONFORTO PER CHI SOFFRE
Oggi i pellegrinaggi portano migliaia di sofferenti ai santuari di Maria: Lourdes, Fatima, Pompei, Lo­reto e a tanti altri. Un popolo intero che chiede grazie, la sa­nità e la santità a Maria. Lo sanno bene: è Gesù che guan­sce, ma guarisce e compie il miracolo, mosso dalla pre­ghiera, dal desiderio della sua madre: Maria non prega in­vano! E la grazia, la guarigione la chiedono a Maria. La Madonna dei malati è presente non soltanto nei grandi san­tuari, ma nelle immagini venerate su tanti altari; nelle im­magini, in tante povere case. E’ sempre la Madonna che ve­glia e alla quale si rivolge chi soffre. Viene pregata duran­te il giorno, durante le notti senza sonno e senza sollievo. E chiedono un po' di riposo, un po' di pazienza, di rasse­gnazione. Per quante persone la malattia è stata strnmento di sal­vezza! In Paradiso spariranno certo tutti questi mali che ci travagliano. La sofferenza è lo strnmento con cui Gesù ci associa alla sua opera di redenzione, per la salvezza del­le anime. Dobbiamo accogliere volentieri questo messag­gio come una grazia particolare, con la quale ci chiama a seguirlo sulla via del Calvario, a portare la nostra croce di ogni giorno. La nostra vera infermità è l'incomprensione del valore della sofferenza cristianamente sopportato. Pre­ghiamo perché la sua carezza materna scenda sulle pal­pebre stanche, sulle membra indolenzite. E la sofferenza fisica e morale non lasci indifferente il cuore di Maria, no­stra madre.
Fioretto: Osserverò Maria ai piedi della croce, penserò alle sue sofferenze. Ci darà forza, coraggio e fiducia nel­le nostre infermità.
Giaculatoria: Dalla fame, dalle guerre, dalle malattie di questi tempi, proteggici o Maria.



8 maggio: ANCHE LEI SOTTO LA CROCE
Maria, la Madre addolorata, si incontra con Gesù sul­la via del Calvario. Questo incontro è la rinnovazione del suo grande dolore, che ora dopo trent'anni di generosità, sta per essere compiuto. La Madonna della Via Crucis mi insegna così il vero amore a Gesù. E l'unione profonda, comunione di vita, è la sofferenza vissuta insieme. Maria la condivide spinta dal suo grande amore per il Figlio. E io, da peccatore pentito, devo seguire Gesù, se voglio ve­ramente chiamarmi cristiano. Non devo camminare molto per trovarla questa via: è la vita di ogni giorno! La Madonna vede Gesù cadere a terra: una, due, tre volte per il dolore, per il peso dei no­stri peccati. Maria lo sa e il suo cuore cade con suo Figlio sotto lo stesso peso. Gesù non fa un miracolo per alleg­gerire la sua croce ed evitare la sofferenza. La Madonna si mette sotto la croce, guarda Gesù, vede suo Figlio mo­rire sulla croce e sentirlo dire: Ecco i tuoi figli! Così Ma­ria diventa la madre nostra, di tutti noi, poveri peccatori.
   Più si ama Maria, più si diventa buoni. Se ameremo molto Maria, diventeremo molto buoni; se l'ameremo in modo straordinario, diventeremo santi. Ecco perché non esistono santi che non siano stati immensamente devoti della Madonna. A Maria, alla madre mia, dirò tutto quel­lo che mi turba, mi inquieta. Tutto quanto ho in cuore lo confiderò a Maria, mia madre. A Maria mi attaccherò pro­prio qui sotto la croce, perché mi ama.
Fioretto: Vicino a Gesù e a Maria non mi sarà difficile rialzarmi, se li prego, se li invoco. Continuerà il cammi­no per salire il mio Calvario.
Giaculatoria: "Madre di ogni dolore, prega per noi e per tutti i figli tuoi".
  

9 maggio: IL SORRISO DI UNA MADRE
Come sono belli quei quadri in cui si ve­de la Madonna sorridere a Gesù, stringerse­lo al petto, proprio come fanno tutte le mam­me col loro bambino! È bello crescere sotto i suoi sguardi! No, non si può fare a meno di una mamma! Osserviamo la differenza tra un bambino che cresce con la sua mamma e un bambino che cresce in un brefotrofio. In un brefotrofio, il bambino ha tutto: cure, igiene, latte, vestitini, medicine, assistenza... ma gli manca qualche cosa; anzi gli manca tutto: gli manca il sorriso della mamma. Le infermiere sono brave, bravissime: ma a volte stan­no li solo per lo stipendio. Finite le loro ore, se ne vanno e lasciano i bambini ad altre. La mamma non ha orario, e non è stipendiata. La sua ricompensa sta nel sorriso del suo bambino... Il bambino può fare a meno di tante cose, ma non della mamma. Ecco ciò che un giovane delinquente, incise con un chiodo, sulla parete della sua cella, in un carcere minorile: "Senza la mamma, la vita non ha scopo". "Il Santo" di Fogazzaro (celebre romanzo) non do­vrebbe essere un santo cattolico, perché non dimostra un particolare amore alla Madonna. Si racconta che quando venne eletto Papa Leone XI, nel 1605, il cerimoniere che lo aiutava a rivestire i sacri paramenti, voleva slegargli lo scapolare di Maria. "Fermati, gli disse il Papa. lasciami Maria perché Maria non lasci me!".
Fioretto: Invocherò Maria che è la Madre fedele in mo­do che le sue mani materne possano riaccendere le lam­pade spente dei suoi figli.
Giaculatoria: "Di un sorriso la mia vita ha bisogno ed è per questo che a te sempre ricorro".
  

10 maggio: RALLEGRA I NOSTRI CUORI
Padre Caterini ci ricorda che, quando dirigeva i pelle­grinaggi dall'Italia alla Salette, si fermava per la messa e il pranzo nel devoto Santuario di N.S. del Laus. Qui si ve­nera una bellissima statua in marmo bianco: la Madonna con un braccio tiene Gesù Bambino e con l'altro allontana da noi un frutto. La spiegazione è semplice: ci allontana il frutto della morte, e ci offre Gesù, il frutto della vita. Del resto, la prima volta che nel Vangelo si incontra il nome del­la Madonna, è subito indicato come un annuncio di gioia. L'Angelo dell'Annunciazione dice a Maria: rallegrati... gioisci, o piena di grazia! Quando poi va da S. Elisabetta, riempie quella casa di una gioia sconfinata: persino il bam­bino in seno a S. Elisabetta sussulta di gioia. E Maria can­ta la sua gioia col suo festoso Magnificat! Ecco che cos'è la devozione alla Madonna, causa nostrae laetitiae.
   È una bella invocazione nelle Litanie lauretane: Cau­sa nostrae laetitiae. La devozione alla Madonna, oltre a tutto quello che stiamo dicendo in questo mese, ha un non so che di festoso, di gioioso, che non hanno le altre devo­zioni. Tutti i 31 giorni del suo bel mese, sono i giorni di festa. Basta entrare in un Santuario mariano: quant’aria di festa con le campane, i fiori, gli stendardi. I Santi hanno detto che perfino il nome rallegra e ricorrono a quel cu­rioso artificio: Ave - Eva. "Eva" rappresenta le spine, il dolore, il pianto; "Ave" rappresenta le rose, la gioia, il can­to. Eva ci ha fatto perdere il paradiso quaggiù; Ave ce lo ha riportato, portando Gesù. Eva ha aperto la valle delle lacrime; Maria ha aperto la valle della felicità.
Fioretto: Cercherò di vivere la presenza di Gesù e di Maria, fonti della vera gioia. Pregherà se la tristezza è in agguato.
Giaculatoria: Madre della gioia, prega per noi e per tutti i figli tuoi.


  11 maggio: VIVO DEL SORRISO DI MARIA
Il conte De Bruissard così ci racconta un fat­to di cui egli stesso fu protagonista. "Ero a Can­tets, nel tempo in cui si parlava tanto delle ap­parizioni di Lourdes. Non credevo allora né al­le apparizioni, né all'esistenza di Dio: ero un a­teo. Avevo letto in un giornale del paese che il 16 luglio Ber­nardette aveva avuto un'apparizione e che la Vergine le aveva sorriso, e perciò avevo deciso di recarmi a Lourdes per cuno­sità. Mi recai dunque in casa dei genitori, e trovai Bernardet­te seduta alla porta, intenta a rammendare un paio di calze. Die­tro mia richiesta, ella mi parlò delle apparizioni con una sem­plicità e una sicurezza che mi turbarono. - Ma insomma, le dissi, come sorrideva quella bella Si­gnora? La piccola pastorella mi guardò con aria di stupore, poi dopo un istante di silenzio, esclamò: O Signore, bisognerebbe essere un santo del cielo per rifare quel sorriso! Io mi sentivo disarmato. No, non mentiva, ed io ero lì per gettarmi in ginocchio davanti alei per chiederle perdono. E Ber­nardette allora disse: - Poiché vi professate peccatore, io vi farò il sorriso della Vergine. Allora si alzò lentamente in piedi, con­giunse le mani e abbozzò un sorriso talmente celeste, quale io non ho mai visto su labbra mortali. Vidi il suo viso riflettere u­na luce che mi turbò. Senza accorgermi ero già caduto in gi­nocchio davanti a lei persuasa di avere visto il sorriso di Maria sul volto di Bernardette. Da quel giorno porto in me, in fondo all'anima quel sorriso. Ora vivo del sorriso di Maria!".
Fioretto: Se avrò qualche dubbio sulla mia fede, mi rivol­gerò da qualche bravo sacerdote che certamente con l’aiu­to di Maria, saprà consigliarmi e... sorridermi.
Giaculatoria: O Maria, Madre mia, guarda il mio dolo­re, guarda la mia solitudine, guarda in fondo al mio cuore: sorridimi!


12 maggio: MI ONORO DI ESSERE SUO SERVO
Maria è la nostra Regina e noi siamo i suoi sudditi felici, i suoi soldati, i suoi fedeli servitori, orgogliosi di obbedire ad o­gni suo minimo cenno. I suoi sudditi si onorano di incoronar­la con le corone più preziose e adornarla dei monili più belli, degni della più bella Regina che Dio ci abbia mai dato. Chi ha visto infatti il suo sorriso non ha più desiderato altro dalla vi­ta. I suoi soldati sono il risultato di un'accurata selezione. Ab­biamo la Legione di Maria, composta di fedelissimi, fondata nel 1921 dall'irlandese Frank Duff, e l'Armata Azzurra, sorta nel 1947, per diffondere in tutto il mondo il messaggio di Fa­tima; la Madonna poi si è scelta lei personalmente, in tutto il mondo, un esercito di sacerdoti, suoi fedeli soldati, pronti ad obbedire ad ogni suo invito e a dare anche la vita per lei. Si tratta del Movimento Sacerdotale Mariano, aperto anche ai lai­ci e da lei fondato l'8 maggio 1972.
   I suoi servi si prosfrano umilmente davanti a lei procla­mandosi suoi fedeli servitori, felici di poter baciare quel pie­de soavissimo che schiacciò il capo del serpente antico. Que­st'ultimo fatto è confermato non solo dal "protovangelo", ma anche dalle apparizioni del 1830 (Medaglia miracolosa) a S. Caterina Labouré, cui la Madonna apparve col serpente sotto i piedi. "Io stesso mi onoro di essere suo umile servo, come in­segna il Montfort, e tale ho voluto essere per pagare i miei de­biti verso Dio in mancanza di opere buone". Si tratta natural­mente di una servitù d'amore, come succede in tutto ciò che riguarda Dio e non di una schiavitù d'odio, come succede in ciò che riguarda il mondo.
Fioretto: Devo diventare sempre più convinto di far parte dei fedelissimi di Maria col diffondere la sua devozione nell'ambiente in cui vivo.
Giaculatoria: "Dischiudimi, o Maria, del ciel le porte, quando sarò vicino alla morte".
  

13 maggio: SI SCEGLIERA’ I SUOI APOSTOLI
San Luigi di Montfort, grande devoto della Madonna, ci ricorda che verrà il tempo in cui Maria si sceglierà i suoi Nuovi Apostoli, gli Apostoli della Nuova Era: "Sì, Dio vuole che la sua Santa Madre sia conosciuta, amata e o­norata ora più che mai. Ciò accadrà sicuramente se con la grazia e la luce dello Spirito Santo i predestinati entrano nella pratica interiore e perfetta della devozione che ma­nifesterà loro. Allora conosceranno le grandezze di que­sta Sovrana e si consacreranno interamente al suo servi­zio. Allora sapranno che Maria è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo. Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria? Sa­ranno fuoco ardente, ministri del Signore, che metteran­no dappertutto il fuoco del Divino Amore. Porteranno nel cuore l'olio dell'amore, l'incenso del­la preghiera nello spirito e la mirra della mortificazione nel corpo. In ogni luogo saranno il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e per i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi. Senza attaccarsi a nulla, né stupirsi di nulla, né metter­si in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno dentro il peccato, gri­deranno contro il mondo, colpiranno di fronte il diavolo e i suoi seguaci. Lasceranno, al loro passaggio di predicato­ri, soltanto l'oro della carità che è il pieno compimento del­la legge... Ma quando avverrà tutto questo? Dio solo lo sa. Compito nostro è di tacere, pregare ed attendere".
Fioretto: Anch'io posso unirmi spiritualmente a questi apostoli della Nuova Era pregando, facendo qualche pic­cola penitenza e aiutando i bisognosi.
Giaculatoria: "Maria, infiamma il mio cuor con la for­za del tuo amor".


14 maggio: PRIVILEGI E AIUTI
Le più grandi rivelazioni del Medio Evo avvengono nel XIII secolo, che è il secolo d'oro della cristianità. E’ tutta u­na fioritura di Ordini religiosi, tra cui i Servi di Maria, i Do­menicani, i Francescani e i Carmelitani sono i più devoti di Maria ed a tutti lei dona un ricordo della sua predilezione. Ai Servi di Maria il privilegio di avere per lei un culto par­ticolare; a San Domenico dona il rosario; a San Francesco il perdono di Assisi; ai Carmelitani, nella persona di San Si­mone Stock, nel 1251 la Madonna concede lo scapolare del Carmine col privilegio sabatino. Altro famoso privilegio, che la Madonna concede per tulli i suoi figli, è la grazia di morire nell'amicizia di Dio per tulli coloro che reciteranno ogni giorno tre Ave Maria, come risulta dalle rivelazioni da lei falle alla monaca tedesca S. Matilde (1241-1298).
   Nel 1432 sono famose le apparizioni della Madonna di Caravaggio ad una donna di nome Giovannella, e le conferma con dei miracoli tra cui quello della fontana miraco­losa che sgorga chiara nel prato e di un ramo secco che, pian­tato nel terreno, fiorisce per convincere gli increduli. Erano tempi difficili per la cristianità. La Chiesa d'Oriente era già separata fin dal 1054. Quella d'Occidente era travagliata dallo scisma, che prelude già alla Riforma Protestante. La Madonna voleva salvare la Chiesa dalle divisioni e trasmelle alla veggente messaggi di unione per le Chiese dissidenti, ma soprattutto per la Chiesa d'Oriente. La veggente si reca fino a Costantinopoli per riferire all'Imperatore il messag­gio di pace e di unità della Madonna. La riunificazione tem­poranea si ottiene di fallo nel Concilio di Firenze del 1438.
Fioretto: Le richieste di Maria devono diventare il mio programma di vita. Reciterò il santo Rosario ogni volta che mi sarà possibile.
Giaculatoria: Tu dei veggenti sei la luce splendente, ri­schiara nelle tenebre a noi la mente.
  

15 maggio: CI RENDE VITTORIOSI
Quando nel 1492 Colombo scopri l'America, consacrò a Maria tutti quei territori. Egli aveva ca­pito molti secoli prima quanto la Madonna gradisca la consacrazione dei popoli al suo Cuore Immaco­lato, affinché lei abbia il diritto di proteggerli. An­che ai nostri giorni sarà la consacrazione a Maria che ci otterrà l'unità dei cristiani. Solo la Madre, in­fatti, col suo immenso amore materno, riuscirà a ra­dunare attorno a sé tutti i suoi figli dispersi. E se qualcuno la invoca con insistenza: "Monstra te esse Ma­trem!" (Mostra che sei Madre) - lei risponde (come è real­mente accaduto): - Monstra te esse filium!' (Mostra che sei figlio). Maria farà il suo dovere di madre, se noi ci mo­striamo suoi veri figli. Nel 1571 la vittoria delle armate cristiane contro i Tur­chi a Lepanto è da tutti attribuita a Maria, invocata col ro­sario: Aiuto dei cristiani. Altrettanto nel 1683 la vittoria contro i Turchi alle porte di Vienna. E che dire delle gioie, delle consolazioni spirituali, delle estasi che la Madonna concede ai Santi suoi devoti nel corso della storia?
   Maria è la mia guida e il mio aiuto. Devo vincere le passioni, le tentazioni, le insidie del male. Devo vincere la paura che ho delle difficoltà, della fatica, della continua lotta. Destinato ad un lungo viaggio per arrivare alla ter­ra promessa, ho bisogno di una guida. Maria è la mia gui­da e il mio aiuto. Uniti a Maria, vinceremo i nostri nemi­ci. Con quale arma? Il Santo Rosario.
Fioretto: Nei momenti di peggior sconforto, nelle tri­bolazioni che potranno affliggermi non dovrà più sen­tirmi solo. Penserà a Maria, regina vittoriosa sempre.
Giaculatoria: Tu dei vincitori sei fuoco ardente: ri­schiara nelle tenebre a noi la mente.


 16 maggio: PROTEGGE I SUOI FIGLI
L’epoca delle grandi apparizioni inizia però dal 1830 con la Medaglia Miracolosa, che la Madonna fa coniare per proteggere i suoi figli che la portano devotamente, in­vocandola: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi". Poi si susseguono le quat­tro più belle apparizioni, che sono come i quattro vange­li della Vergine. Tutte custodiscono dei segreti ed hanno tutte un messaggio di preghiera e di conversione.
   La Salette (1846) - La Madonna appare a 1800 metri d'altezza sulle Alpi francesi, a due pastorelli: Melania e Massimino. Maria conferma loro la sua divina maternità, dicendo che non può più trattenere il braccio del suo di­vino Figlio che minaccia di castigare il mondo per i trop­pi peccati. Ha compiuto anche là vari prodigi e guarigio­ni a conferma del fatto.
   Lourdes (1858) - La Madonna appare per ben 18 vol­te a Bernardette in una grotta; conferma il dogma della Immacolata Concezione e fonda qui la sua città prodigio, dove tuttora guarisce miracolosamente tanti corpi e tante anime malate.

   Fatima (1917) - La Madonna appare sei volte a tre pa­storelli: Giacinta, Francesco e Lucia, e lancia il suo acco­rato lamento: "Ci sono troppe anime che vanno all'inferno, perché non c'è chi prega e si sacrifica per loro!". Concede il privilegio di fare una buona morte a coloro che segui­ranno la pia pratica dei Primi cinque Sabati del mese e di­mostra di essere Signora di tutti i popoli in quanto dice che il suo Cuore Immacolato dovrà trionfare in tutto il mondo.
Fioretto: Le richieste della Madonna devono essere da me ascoltate. Sarà fedele alla recita del santo Rosario in spirito di penitenza e di riparazione.
Giaculatoria: "Tu dei cristiani sei la retta via, dona a noi la luce e così sia.



17 maggio: ANDRÒ IO PER IL MONDO
Tre Fontane (Roma - 1947). La Madonna della Ri­velazione converte un pastore protestante e la sua famiglia. Previene il dogma della sua Assunzione in Cielo e dice: - "Sono colei che sono nella Trinità Di­vina". La statua dell'apparizione fu subito benedetta da Pio XII in piazza S. Pietro. Ma la conferma ufficiale della Chiesa è nell'aria, dato che migliaia di persone, sa­cerdoti compresi, hanno assistito a più riprese ai prodigi quivi verificatisi nel sole, che ricordano quello di Fatima. Abbiamo poile lacrime della Madonna, come a Sira­cusa e in tanti altri luoghi. Durante le apparizioni avve­nute a Porto S. Stefano, per esempio, negli anni 50/60, u­na statua della Madonna ha pianto lacrime di sangue. Per­ché? La spiegazione sta forse in un punto del messaggio che dice: "in Italia verranno tanti terremoti, che non sa­pranno dove nascondersi!". A seguire bene tutti questi interventi celesti, si nota co­me è tutta una catechesi quella che fa la Madonna nei ri­guardi dei suoi figli, e la frequenza delle apparizioni sem­bra voglia prepararci ad una grande purificazione che ci aspetta. "Andrò io per il mondo a convertire la gente!" - aveva detto la celeste Madre nel 1948. E mantiene la pa­rola! Infalli tante altre apparizioni avvengono un po' do­vunque: in Spagna, in Cecoslovacchia, in Ungheria, nel­la ex-Jugoslavia, in Russia, in Giappone e in Cina. In Ce­coslovacchia sono avvenute nel 1958 apparizioni e pro­digi tali, nella cittadina di Turzovka, da meritare il nome di Lourdes slovacca.
Fioretto: Invocherà sempre Maria in modo che possa essere la via più breve per giungere in Paradiso.
Giaculatoria: "Verso chi si smarrisce, sii clemente e pia, dolce vergine Maria".


18 maggio: CI PURIFICA DA OGNI MISERIA
Tutto ciò che possiedo è di Maria: il mio corpo e la mia anima, le mie preghiere, i miei desideri, le mie opere e i meriti, le mie pene e le mie croci, e, perché no... anche i miei peccati. Non vi pare bello offrire i peccati? Ebbene sappiate che la discepola diletta del Sacro Cuore, S. Mar­gherita M. Alacoque, desiderava ardentemente offrire un bel regalo a Gesù per ricambiarlo di tanti favori spiritua­li, ma non sapeva cosa offrirgli. E Gesù la fece restare tra­secolata dicendole: - "Offrimi i tuoi peccati, affinché io provi ancora una volta la gioia divina di perdonarteli". Io posso rivolgermi a Maria esclamando: "Ti offro le mie miserie, non avendo neanche una virtù da offrirti; ti offro i miei peccati, non avendo neanche un'opera buona da of­frirti. Vieni in me con le tue virtù. Purificami, o Madre Santa. Bruciami, tu che sei la fiamma inestinguibile che estingue le mie miserie, le mie ingratitudini e tutti i miei talenti rovinati.
   Si racconta di un'anima santa che avendo offerto la sua vita come vittima, chiedeva alla Madonna la conver­sione della Russia. Al che la Vergine rispose: "Cara fi­gliola, la conversione della Russia è un fenomeno così complesso che, per ottenerlo, non basta il sacrificio di u­na sola o anche di tante anime: ci vuole l'agonia di tutta la Chiesa! In unione col S. Padre e con tulli i vescovi del mondo, o Maria, consacro al tuo Cuore Immacolato tutto l'universo, tutto me stesso e tutta l'umanità. O Regina di tullo l'universo, Regina di tutta l'umanità, prega per noi.
Fioretto: Quando starò per affondare, prenderò quella corona e chiederò l'aiuto a Maria, che certamente non sa­prà negarmelo.
Giaculatoria: "Madre Santa, perdono, impetra a noi col­pevoli di mille errori, Tu che sei riffigio dei peccatori".


 19 maggio: DIGNITA’ ECCELSA
Maria è la Madre di Dio, la "Sancta Mater Dei". Pio XI, per il 15° Centenario del Concilio di Efeso, nel 1931, ha riaffermato questa verità dogmatica dandone la ragione teologica: "Infatti se il Figlio della Beata Vergine Maria è Dio, per certo colei che lo generò, de­ve chiamarsi con ogni diritto Madre di Dio. Se una è la perso­na di Gesù Cristo e questa è divina, senza alcun dubbio Maria deve da tutti chiamarsi non solamente Madre di Cristo uomo, ma Madre di Dio e Theotocos ". Il Beato Papa Giovanni nella sua professione di fede, dice: "La gloriosa, santa e sempre Ver­gine Maria viene proclamata dai cattolici Madre di Dio nel sen­so più vero e più proprio della parola, perché da lei egli prese umana carne. Pertanto, poiché propriamente e veramente il Fi­glio di Dio si incarnò in lei, noi la riconosciamo come Madre di Dio, che da lei fu concepito e venne alla luce". San Tom­maso dice: "Maria è Madre, secondo l'umana natura, di una persona che possiede a un tempo la divinità e l'umanità". Dunque Maria è la Madre di Dio. Questo titolo è il mag­giore dei privilegi, il più alto degli onori, la dignità più eccel­sa che possa avere una semplice creatura della terra. Per il fat­to che Maria è Madre di Dio - scrive il Dottore Angelico - la Beata Vergine è rivestita di una dignità quasi infinita, a moti­vo del bene infinito che è Dio stesso. Perciò non si può con­cepire nulla di più alto di lei, come nulla vi può essere di più eccelso di Dio". Come la nave di Cristoforo Colombo, la San­ta Maria, attraverso l'Oceano scoprì un nuovo mondo; così la Santa Madre di Dio, è la nostra nave con cui noi, attraverso le tempeste e traversie della vita, approdiamo all'Eterno.
Fioretto: In ogni momento della mia vita devo ricordanni di avere una tenera Madre che guida i miei passi in modo da per­correre sempre le vie del bene.
Giaculatoria: "Madre di Dio, Madre bella, dei miei passi, sei la vera luce, il sentiero, la stella"


 20 maggio: DUE MADRI UN SOL CUORE
Ciascuno di noi ha due madri quaggiù: una ci ha dato la vita del corpo, l'altra ci dà la vita della grazia e dell'eternità. Nostra madre ha dato a ognuno di noi i primi palpiti, il pri­mo nutrimento, i primi sorrisi e le prime gioie. La Madre di­vina, nell'ordine soprannaturale, ci dà le stesse sue attenzioni che una madre dà per la vita di suo figlio, la tenerezza di tut­ta se stessa per formare in noi il destino eterno. Sulla nostra culla vi erano due cuori di madre che battevano all'unisono; nella vita, l'ombra di nostra madre ci segue inseparabilmente come dall'alto la Madre divina accompagna i nostri passi e i nostri battiti; all'ultimo estremo traguardo troveremo, in un unico abbraccio, il cuore di queste due madri esultanti per il nostro arrivo alla Casa paterna.
   I primi anni della vita di un fanciullo sono straordina­riamente più importanti di tutti gli altri che seguiranno, co­me un fiume maestoso deve alle prime origini, alle sorgen­ti, il suo lungo cammino. E nessuno meglio della madre è il libro aperto e vivo, all'eterno domandare del bimbo che at­tende la sua risposta. Perciò ella è la prima Maestra della for­mazione spirituale e intellettuale del figlio.
   Lo scrittore Mècs racconta che nella sua piccola bocca di bimbo sua madre pose furtivamente il nome di Dio. E la madre di S. Clemente Hofbauer, dopo la morte del padre, condusse il ragazzo davanti a un crocifisso e gli disse: "D'o­ra innanzi questo è tuo Padre" - e guardando la Vergine San­ta aggiunse - e questa è tua Madre". Due madri in un sol cuore!
Fioretto: Rechiamoci in chiesa e preghiamo la santa Madre di Dio affinché abbia un occhio particolare at­tenzione verso la nostra madre terrena.
Giaculatoria: "Insegnaci ad amare Gesù il tuo Figlio e dona al nostro cuore il tuo amabile consiglio".


21 maggio: LE MANI DI UNA MADRE
La prima culla dell'uomo, la più naturale, la più bella, la più adatta è stata quella di nostra madre, quando per nove mesi ci tenne vicino al suo cuore. Noi, prima di nascere, siamo stati cullati dai passi, dal respiro e dal calore di nostra madre! E poi ven­ne la luce e il primo contatto col mondo esterno. Ma le braccia di mamma furono le nostre prime tiepide fasce. Dall'intreccio delle sue braccia forse è nata l'idea del canestro, del paniere-culla o zana, delle pelli di renna dei lapponi, della navicella dei greci, della danda dei nostri bambini. Anche per il Figlio di Dio che si fa uomo una culla è indispensabile come per il figlio della più povera delle ma­dri. Senza la culla non vi è famiglia; spesso da un'unica culla si è sviluppato un villaggio intero, un'intera città, un popolo. E mentre le madri col piede dondolano le culle e con le mani sferruzzano, rammendano o filano, il ritmo della storia corre con il dondolìo delle culle. Una culla pie­na è sempre un gran dono di Dio all'umanità. A Betlem­me, Maria diede alla luce il suo Figlio primogenito, "lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia". E la lu­ce della redenzione per tutti gli uomini si accese nella sto­ria dei millenni cristiani, in una stalla, accanto al cuore trepidante della Madre del Verbo di Dio e degli uomini. Quanta riconoscenza deve l'umanità a lei, per aver culla­to fra le sue braccia i primi sonni del Salvatore del mon­do! E Dio benedica anche mille e mille volte le mani che, piene di amore, giorno e notte mi cullarono i primi sonni!
Fioretto: Offrirà a Maria il mio cuore affinché lo lasci puro e innocente come quello di un bambino
Giaculatoria: "Madre, stringi al tuo cuor l'Agnello san­to che un dì bagnasti con materno pianto, offri al Padre per lui l’uman dolore perché scenda il conforto ad ogni cuore".
  

22 maggio: MADRE DI OGNI BONTÀ
Una canzone popolare canta: "Son tutte belle le mam­me del mondo". E questa bellezza universale rimane in­tatta, in tutte le mamme, anzi aumenta e non sfiorisce con gli anni, anche quando sul volto materno appaiono le pri­me rughe coi primi fili d'argento. Fulton Sheen, in una pa­gina vibrante di soave poesia, arditamente afferma: "La maternità è una naturale Eucaristia. A ogni bimbo attac­cato al suo seno, la madre dice: prendi e mangia: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. Se tu non ti nutri della mia carne e non bevi il mio sangue, non avrai la vi­ta in te". Pare un'ardita analogia poetica, ma insieme è realtà. La prima dote di una madre è un continuo dono di amore di tutta se stessa, per tutta la vita.
   Forse noi uomini traduciamo questa dote essenziale materna in un termine più accessibile, quando si dice per antonomasia: la bontà materna. E’ unica nel suo genere. "Il profumo della bontà - dice Socrate - è il più adatto per una madre". Vivessi mille anni, non potrei mai dimenti­care la bontà di mia madre! Nessun'altra donna sarà ca­pace come lei e quanto lei di ridarmi questo misterioso do­no della vita. E quando penso alla dolce Madre di Gesù, alla sua virginea, fresca e ineguagliabile bontà materna, è come se tentassi di portare un po' di cielo in terra, simile al fiorire di un'aurora in un chiaro e limpido mattino. Per­ciò Dante l'ha chiamata - "Donna del Paradiso" - "Bel­lezza che letizia tutti i Santi" - perché aduna in sé, come in un vasto oceano, e la grazia, la misericordia, la pietà, la magnificenza "quantunque in creatura è di bontate".
Fioretto: A Maria, alla madre mia, dirò tutto quello che mi turba, mi inquieta. Tutto quanto ho in cuore lo confi­derò a Maria.
Giaculatoria: "Madre di ogni bontà, prega per noi e per i figli tuoi.


23 maggio: SOTTO IL SUO MANTELLO
La Madonna non manca di prendersi cura dei peccatori. Sono i figli dei suoi dolori. Come Gesù intercede per essi presso il Padre, così lei presso Ge­sù. Nelle apparizioni li ricorda abitualmente. Ai fan­ciulli di Fatima raccomanda: "Pregate per i pecca­tori. Andate a baciare la terra per penitenza, per la conversione dei peccatori". Più pressante ancora l'invito rivolto a Bernardetta a Lourdes: "Sacrificatevi per i peccatori". A Siracusa la sua immagine nella casa di un operaio, versò lacrime; ma non è che una delle ultime ma­nifestazioni del genere. La Madonna piange per i pecca­tori per la cui salvezza il suo Gesù è salito sulla croce! Vicino a Genova sorge il santuario “La Madonnetta”, dedicato alla “Madre dei peccatori”. A Palermo. a ricordo di un prodigioso intervento di liberazione di tre condan­nati a morte, fu eretto il santuario della “Madonna della catena”. Si legge nelle "Rivelazioni di S. Gertrude che in occasione di una festa dell'Assunzione ebbe la visione di questa "dolce Madre che fece l'atto di aprire il suo man­tello, come per accogliere tutti quelli che si fossero rifu­giati sotto il suo patrocinio. I santi angeli allora, avan­zando, le presentarono tutte le persone che si erano pre­parate a celebrare tale festa con particolare devozione; es­se erano raffigurate da graziose giovanette... Vede anche tante piccole bestiole di ogni specie ac­correre a rifugiarsi sollo il mantello della Madonna: raffi­guravano i peccatori che avevano per lei una particolare devozione".
Fioretto: Per i miei peccati non li farò rattristare più, mi stringerò sempre più vicino a Gesù e a Maria. Starà attento a non allontanarmi più da loro.
Giaculatoria: "Gesù, Giuseppe e Maria donate forza e perseveranza all'anima mia".

24 maggio: QUANTO CI AMA
Un vero devoto di Maria deve capire una cosa: che la Madonna e il peccato non possono stare insieme. Una de­vozione alla Madonna che non ispiri un grande orrore del peccato, una fuga dalle cattive occasioni, è una devozio­ne superficiale, anzi è falsa. Come chi porta i fiori alla Ma­donna, e poi la domenica non va a messa o coltiva un'a­micizia cattiva. Del resto basta aprire la Sacra Scrittura, fin dalle prime pagine. Il primo peccato: Adamo ed Eva credevano di diventare simili a Dio, di fare a meno di Dio; sembrano quasi sfidare Dio. E Dio ha fatto conoscere la loro nudità, la loro miseria e povertà. È il cosiddetto Pro­tovangelo: cioè il primo lieto annunzio della salvezza, al­la luce di quella promessa, l'umanità è vissuta secoli e mil­lenni, aspettando quella Donna che avrebbe sconfitto il demonio e il peccato.
   Ecco perché una vera devozione alla Madonna im­plica necessariamente l'odio al peccato, l'orrore del pec­cato, la fuga di ogni occasione, costi quel che costi. Ecco perché i Santi dicono che Dio ha premiato l'umiltà e la verginità di Maria. S. Agostino dice: "Piacque per la ver­ginità, concepì per l'umiltà". Che bello! Come sentiamo che tutto questo è vero, è storico. Motivo di più per ave­re orrore del peccato, come il demonio ha paura e orrore di Maria. Maria ha schiacciato la testa del demonio, per sé e per noi tutti. Oh, quanto aveva ragione Dante di can­tare: "Nel ventre tuo si raccese l'amore". Sì, l'amore per Iddio e per tutti i suoi figli: una fiamma d'amore che non si spegnerà più.
Fioretto: O Amiamo Maria o amiamo Satana, suo ne­mico. La nostra presenza dinanzi a Maria, ci dice che ab­biamo scelto: vivere con Maria.
Giaculatoria: Vergine Santa, donami conforto e forza nei momenti di debolezza.


  25 maggio: NON ABBANDONA NESSUNO
In un angolo del Cremimo, a Mosca, appoggiata al mu­ro di cinta, si trova una piccola chiesa dove si custodi­sce l'antica Icona di Maria, detta "Gioia inattesa". Mol­te candele, giorno e notte, stanno accese davanti a quel volto oscuro, dagli occhi tanto espressivi. Si racconta che un bandito d'una crudeltà inaudita, sfuggiva a tutti gli agguati che venivano tesi. Ma un giorno fu preso, fu buttato in un sotterraneo e legato al muro con pesanti ca­tene. Quasi folle dall'ira, impotente, ad un tratto afferrò con le mani il collo della camicia e... si fermò di scat­to. Sentì una piccola crocetta retta da una catenina, quel­la del battesimo che ogni russo porta fino alla sepoltu­ra. O Signore, io sono stato battezzato! Tremava; la boc­ca non proferiva più bestemmie. Ancora uno sforzo ed un grido rauco. "Madre di Dio, aiutami! Intercedi, sal­vami dalla dannazione eterna". Ed ecco le catene si spezzano e per misericordia divi­na appare una Icona della Beata Vergine Maria. Quando il boia aprì la porta, trovò l'assassino in orazione. Egli si alzò: "Fratello, eccomi; sia fatta la volontà di Dio". Le ca­tene spezzate, l'assassino pareva un santo. Corsero a fare il rapporto. "Chi è stato perdonato da Dio, noi uomini non possiamo giudicare - disse il vecchio metropolita - libe­ratelo, che vada con Dio e cerchi di non peccare più". L'as­sassino fu lasciato libero. Morì da santo. Fu dipinta un'I­cona su quel fatto straordinario, ed è quella medesima che si trova oggi al Cremlino. (V Cehunova, "Luci sull'Est")
Fioretto: Madre dei sofferenti, donami un cuore retto in ogni momento della mia vita in modo che possa essere di esempio a quanti mi circondano.
Giaculatoria: "Dalle catene dei miei peccati - libera­mi, o Madre degli abbandonati".


26 maggio: E’ SPARITA! NON C'È FIÙ!
Quel pomeriggio dell'11 luglio 1951 si stava treb­biando in un aia di Runco di Portomaggiore, un paese del­la bassa ferrarese. Un operaio stava cercando uno strac­cio per pulire le pulegge, quando, rovistando tra le robe vecchie, trovò un arazzo su cui era impressa l'immagine della Madonna col Bambino fra rami di ulivo. L'operaio, preso l'arazzo, lo legò a un braccio della trebbiatrice che continuava a sgranare spighe. Sassi, ingiurie, sputi finiro­no sull'Immagine della Madonna.
   Infine uno dei più facinorosi si fece avanti, strappò dal palo l'immagine, salì sulla trebbiatrice e con un gesto di trionfo la cacciò nella voragine della macchina, tra i denti d'acciaio che l'avrebbero maciullata. "Ecco - urlò con la bava alla bocca - la Madonna ha fatto il miracolo! E sparita! Non c'è più!". Finì in tal modo la parodia e nes­suno più si curò dell'immagine della Madonna della Pa­ce. Ma Maria ricomparve sette mesi dopo, la sera della Fe­sta della Purificazione, il 2 febbraio 1952.
   Un bovaro stava disfacendo una balla di paglia pres­sata per fare la lettiera alle mucche. Con stupore vide fra la paglia un pezzo di stoffa. Lo estrasse e lo guardò: era l'immagine della Madonna della Pace che tornava silen­ziosamente, umilmente alla luce come Gesù tra la paglia di Betlemme. Trepidante la portò al parroco. La notizia si sparse. Accorse il popolo, intervenne l'arcivescovo e si celebrarono feste solenni di riparazione con una grande processione. Da quel giorno l'immagine della Madonna della Pace è la protettrice di Runco.
Fioretto: O Madre Santa, voglio dedicare a te questa giornata agendo e pregando nel modo migliore in ripa­razione di tanti sacrilegi.
Giaculatoria: "Verso chi si smarrisce, sii clemente e pia, Vergine Santa, dolcissima Maria".


27 maggioi: RENDICI SERVI DI GIUSTIZIA
Vergine offerente, rendici servi della giustizia e più ancora della carità. Fa' che si aprano i nostri occhi per vedere i più po­veri; fa' che si apra il nostro cuore per amare i più dimenticati; fa' che si aprano le nostre mani per dare ai più bisognosi. Nes­suno soffra per causa nostra; tutti trovino in noi dei veri amici. "Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati"(Mt 5,6). La giustizia da sola non basta, ci vuole la carità. Il mio e il tuo sono termini confor­tati dalla giustizia. Ma fin quando si parlerà di mio e di tuo ci saranno sempre delle ingiustizie. Non basta la giu­stizia. E’ l'amore che rende più giusto il mondo. C'è gente che sta troppo bene, c'è gente che sta trop­po male. Questa somma ingiustizia grida vendetta al co­spetto di Dio. Deve essere così vivo nel cristiano il senso della giustizia da trasformare la seconda virtù cardinale nel primo precetto evangelico: l'amore del prossimo. La vera "fame e sete di giustizia" deve portare necessariamente ad essere affamati ed assetati di quella carità au­tentica con la quale, anche se non si spegnerà completa­mente, certamente però si placherà la fame e la sete dei nostri fratelli più poveri, più bisognosi. Mettiamoci in ascolto del profeta Isaia: "Prodiga te stesso all'affamato e sazia chi ha fame e brillerà nell'o­scurità la tua luce e le tue tenebre saranno come il merig­gio". In tal modo chi dona diventa "figlio della luce"per­ché "figlio dell'amore".
Fioretto: Cerchiamo di fare contenta qualche persona povera con un atto di delicata carità.
Giaculatoria: "Vergine Santa, tu che sei l'unica crea­tura in cui si specchia la vera giustizia, prega per noi
  

28 maggio: AUMENTA LA NOSTRA FEDE
Vergine fedele, ricca di fede purissima, risana la nostra fede malata, irrobustisci la nostra fede debole, illumina la nostra fede opaca, rendi più sicura la nostra fede incerta, ravviva la nostra fede grigia, riscalda la nostra fede fred­da. Smuovi la nostra fede pigra. Vergine fedele, accresci la nostra fede. Per questo come gli apostoli diciamo al Si­gnore: "Accresci in noi la fede".
   "Se aveste fede, quanto un granellino di senapa, po­treste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe"(Lc 17,6). Il seme della se­napa è il più piccolo di tutti i semi. Gesù l'ha preso come esempio per significare il meraviglioso sviluppo del re­gno di Dio, la sua forza strepitosa, mentre agli inizi era tutto tanto minuto e tanto piccolo. La fede, dono di Dio, è stata seminata in noi nel battesimo; noi abbiamo il do­vere di coltivarla, di farla crescere, di farla maturare: una fede così personale, così convinta, così robusta da giun­gere a rendere possibile l'impossibile, come il dire ad un gelso di sradicarsi dalla terra e di trapiantarsi nel mare: un dire al quale corrisponde l'attuazione.
   Una fede grande, dunque! Una fede che rispecchi quella della Madonna, del centurione, della donna cana­nea, dei martiri, dei santi. La fede in Dio Padre, in Gesù Cristo Figlio di Dio, nello Spirito Santo. La fede sul mi­stero della Chiesa, della Eucarestia, della Vergine Ma­ria. La fede proclamata dal Vangelo e insegnata dalla Chiesa. Una fede autentica, schietta, semplice come quella dei grandi Santi.
Fioretto: Fare una verifica sullo stato della nostra fe­de. E nel frattempo recitiamo un "Atto di fede".
Giaculatoria: "O Maria Santissima, Vergine fedele, ric­ca di fede purissima, prega per noi".

29 maggio: MADRE DI TUTTI I POPOLI
Madre di tutto il genere umano: è l'ulti­mo dono che Gesù ha voluto fare alla madre sua. Nel cuore di Maria, Gesù ci ha dato di riporre ogni speranza, perché a lei ha affidato il genere umano. E dalla terra si eleva una continua in­vocazione a Maria, la madre di ogni popolo, e in modo speciale dei più deboli, dei più poveri. Dagli ospedali, dalle carceri, dalle campagne, da ogni casa, dai palazzi dei ricchi, dai casolari dei poveri, dalle aule scolastiche, dalle case religiose, dalle strade, dai cuo­ri feriti e tormentati, dalle anime pure e fervorose, da tut­ta la terra è una voce, un grido che si leva a Maria: Aiuto dei cristiani, rifugio dei peccatori, Consolatrice degli af­flitti, salute degli infermi... Maria, prega per noi, pecca­tori, adesso e nell'ora della nostra morte. E dal cuore materno di Maria scende la forza, l'aiuto, la pace, il coraggio, il perdono... perché il popolo l'ama, la loda, la proclama Regina. E’ la gioia della Chiesa, la glo­ria del popolo cristiano, la salvezza dell'umanità. Le chie­se più belle, le lodi più belle, le pitture più belle, le feste più belle sono per Maria. Anche nei cuori più induriti, un residuo di amore per Maria vi rimane. Se non altro una grande voglia di una sua carezza materna. Chi ama la Madonna sempre la ricorda e parla di lei. All’anima addolorata è conforto. Al moren­te è porta del Paradiso. Maria sarà presso di noi come u­na tenera madre al capezzale del figlio moribondo.
Fioretto Spesso mi troverò ad essere una povera crea­tura sperduta fra la gente. Mi ricorderò che Maria mi a­ma e pensa anche a me.
Giaculatoria: "Madonna del popolo, Madre sincera, - fiducia e coraggio - infondici a sera".

 30 maggio: PREGA PER NOI ADESSO
“Maria, Madre di Dio, prega per noi... adesso. Non vogliamo accumulare, capitalizzare sicurezze. Ci basta sa­pere che "adesso" preghi per noi, ci proteggi. Abbi pietà dei troppi "adesso" trascurati, ignorati, disattesi". (A. Pronzato). Prega per noi, adesso...
   A Maria - la Vergine dell'Avvento - chiediamo di ren­derci vigilanti nell’attesa, così che, finito l'unico corso della nostra vita terrena, possiamo entrare al banchetto nu­ziale ed essere annoverati tra i beati. A lei, da noi con­templata nella gloria della Città di Dio, chiediamo "la vit­toria delle prospettive eterne su quelle temporali, della vi­ta sulla morte"(Paolo VI). A lei, modello compiuto del di­scepolo di Cristo, chiediamo di saper essere "artefici del­la città terrena e temporale, ma pellegrini solerti verso quella celeste ed eterna; promotori della giustizia che li­bera l'oppresso e della carità che soccorre il bisognoso, ma soprattutto testimoni operosi dell'amore che edifica Cristo nei cuori" (Paolo VI).
   "Madre della speranza, cammina con noi! Cammi­na con l'uomo di questo inizio di Terzo Millennio, con l'uomo di ogni razza e cultura, d'ogni età e condizione. Cammina con i popoli verso la solidarietà e l'amore, cam­mina con i giovani, protagonisti di futuri giorni di pace. Hanno bisogno di Te le Nazioni che di recente hanno riac­quistato spazi di libertà ed ora sono impegnate a costrui­re il loro avvenire. Ha bisogno di Te l'Europa che dall'E­st all'Ovest non può ritrovare la sua vera identità senza ri-scoprire le comuni radici cristiane".(Giovanni Paolo Il)
Fioretto: Mi metterò nelle mani della Madonna e farò un atto di carità per perseverare nel cammino della sal­vezza.
Giaculatoria: "Se insorgono i venti delle tentazioni, guarda la stella, invoca Maria".



31 maggio: CI CONDURRÀ IN CIELO
Tutto l'arco dell'esistenza terrena viene affidato a Maria, perché ella ci insegni a contare i nostri gior­ni e ci ottenga la sapienza del cuore vigilante. L'o­ra della morte - come passaggio dal tempo all'eter­nità della vita - è il momento decisivo d'ogni crea­tura umana. "Alla morte di un uomo si rivelano le sue opere. Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo si conosce veramente alla fine"(Sir 11,27-28). Ci rivolgiamo quindi a Maria. A lei affi­diamo l'ora, il momento della nostra morte: un mo­mento di cui non sappiamo "né il giorno, né l'ora". E’ bello vedere Maria non solo ricevere le anime come la morte a lei le porta, ma portarle essa stessa a ricevere la corona di gloria meritata con la sua assistenza. "Occorre augurare, specialmente alla gioventù odierna esposta a tanti pericoli, che la devozione a Maria divenga il pensie­ro dominante di tutta la vita. Con l'assiduità della pre­ghiera si deve fare di Maria la quotidiana mediatrice, la nostra vera avvocata, sicché possiamo sperare che Ella, assunta nella gloria del Cielo, nell'ora del nostro trapas­so... possa essere nostra Avvocata presso la divina bontà e misericordia". San Luigi da Montfort pone sulle labbra di Maria questa consolante "promessa": "Felici quelli che, col soccorso della grazia divina, praticano le mie virtù e camminano sulle tracce della mia vita... Felici nella loro morte, che è dolce e tranquilla. E alla quale abitualmente assisto di persona per introdurli io stessa nelle gioie del Cielo". (Trattato della vera devozione a Maria, n.200).
Fioretto: Faccio un proposito che mi aiuti a vivere o­gni giorno la devozione a Maria, in modo che trasformi la mia vita.
Giaculatoria: "Gesù, Giuseppe e Maria - assistetemi nell'ultima mia agonia".


Preghiera a Maria
Madre di misericordia. guarda a noi con intenso amore. Ora più che mai ne abbiamo bisogno. La terra. che tu stessa hai conosciuto. è piena di tristezze. Proteggi quanti, turbati dalle difficoltà o avviliti dalla sofferenza, sono presi da sfiducia e da disperazione. A coloro, a cui sembra che tutto vada male, dona confòrto: suscita in loro lo nostalgia di Dio e lo fede nel suo infinito potere di soccorso. Volgi il tuo sguardo a coloro che non sanno farsi amare e che la gente non ama più. Consola coloro, a cui la morte o l'incomprensione ha strappato gli ultimi amici e si sentono terribilmente soli. Abbi pietà delle mamme che piangono i loro figli perduti o ribelli o infelici. Abbi pietà di quanti non hanno ancora un lavoro e sono nell'impossibilità di dare ai loro figli pane abbondante e serenità. Che la loro umiliazione non li abbatta. Dona loro coraggio e tenacia nel riprendere giorno per giorno la propria avventura, nell'attesa di giorni migliori. Guarda benigna coloro che, illudendosi di aver raggiunto quaggiù lo scopo della vita, ti hanno dimenticata. Sii buona con coloro a cui Dio ha donato bellezza, beni e forti sentimenti, perché non sciupino questi doni in cose inutili e vane, ma con essi focciano felici coloro che ne sono sprovvisti. Ama finalmente coloro che non ci amano più. Maria, madre di tutti noi, donaci speranza, pace, amore. Amen. (Preghiera trovata nella chiesa di San Giovanni Rotondo).




NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.