lunedì 26 ottobre 2015

IL CORAGGIO DI SUICIDARSI IN CRISTO di Viviana Maria Rispoli

Al Signore degli eserciti e a quelli che Lui sa


Proclamate questo fra le genti : chiamate alla guerra santa, incitate i prodi, vengano, salgano tutti i guerrieri. Con le vostre zappe fatevi spade e lance con le vostre falci anche il più debole dica: io sono un guerriero! Gioele 4. 9 - 10 4 Scusi se le sorrido in faccia ma mi guarda in un modo…., non ha mai visto una monaca ? -- Beh, ne ho viste tante… ma lei è... è cosi bella, non ha la faccia da monaca. --- Mi sono accorta che il Signore ama proprio tutte le sue creature, anche quelle belle. E poi anche il Signore Gesù Cristo dev'essere niente male, anche se non l' ho ancora visto. Appena chiamava, tutti piantavano lì famiglie, case, beni e lo seguivano. Se non era bello, doveva essere decisamente autorevole,... lei crede in Lui?... ---- Io per il mestiere che faccio, anche se non mi pongo molto il pensiero dell’esistenza di Dio, sono quasi obbligato a credere in Lui. Ho un impresa di pompe funebri ... -- Capisco, è questione di sopravvivenza.. la sua.... aver a che fare con i morti dalla mattina alla sera dovrebbe davvero farle suscitare micidiali interrogativi sulla fede… è come fare un corso di vita intensivo, facciamo di tutto per toglierci dalla mente questo spiacevole incidente umano...... --- Proprio così. Verrebbe voglia di pensare che è tutto vano... Ne seppelliamo di tutti i colori, di tutte le età: belli e brutti, ricchi e poveri, buoni e cattivi, simpatici ed antipatici, colti e ignoranti; e aleè, tutti sottoterra, nonostante la mia poca attenzione a Dio faccio fatica ad abituarmi all'idea che affetti, gioie, fatiche, speranze e desideri finiscan tutti là sotto, e poi sa, ogni volta che arriva un morto nuovo, nuovo si fa per dire, lo guardo e penso: -"Mah, chissà perché il destino ha scelto lui e non me" , e poi mi impressiona l'idea: che quando arriva arriva. Non hai più tempo. Non è che puoi dire “lasciami il tempo di combinare davvero qualcosa di buono anche per qualcun altro, non solo per me". Sa, credo che se ci sarà l'inferno…. voglio dire: se non basterà aver soggiornato in questa terra, una punizione, diciamo così infernale, potrebbe essere di scoprire, al momento della nostra morte, che avevamo una potenzialità di vita e di felicità immensa e che per nostra indifferenza e chiusura del cuore l'abbiamo sprecata; comprendere cioè di non essere stati capaci di realizzarci veramente come persone, in una parola: capire di non aver capito la vita, e allora 5 cerco nel mio piccolo di tenermi pronto, di fare tutto il bene che posso. A proposito: lo vuole un bacio..…....perugina ? --- Vada per il bacio a parlar di morte mi è proprio venuta voglia di un po' di zuccheri…. Quindi lei, larvatamente, crede in Dio anche un po' per paura? ---- Assolutamente sì. Non sono un puro di cuore, sono solo un cacasotto. Se c’e, non merito neanche il Suo amore. ---- Io credo che le voglia bene. Proprio perché è un po' cacasotto. Un figlio sbruffone fa venire il nervoso quando non fa pietà, ma un figlio fifone fa tenerezza, e un padre fa di tutto per rassicurarlo. Credo che sia cosi anche per Dio. --- Va bèh, comunque: più la morte sta alla larga e meglio è. Dato che nessuno è tornato a dirci che c'è l'aldilà…. ---- Come nessuno è tornato? .. Il Signore è risorto. Lui è tornato dai morti. Se sapesse appena un po’ quanto è vivo le verrebbe un coccolone...e in più si accorgerebbe che i morti, ancor più che quelli che seppellisce, sono quelli che vivono... -- Sarà anche vivo, ma io non l’ho visto… -- Io non l’ho visto… ma lei non lo ha mai nemmeno cercato per comprendere se è vivo, il nostro Dio è un Dio nascosto, misterioso,è l’Amante che va cercato con tutto il cuore, neanche i milioni di missionari, di religiosi e le monache di clausura l' han visto, però si vede che l' han sentito. Signor…? --Taddeo Ghedini. Taddeo…. --Viviana è il mio nome. Pensi Signor Taddeo: Dio è cosi potente che riesce a fare innamorare uomini e donne senza neanche farsi vedere, solo facendosi sentire nel cuore. Quanto lo amo, adoro la Sua potenza. Io mi sono sposata con Lui il 7 Aprile del 1996 e ancora la sua forza non ha finito di sorprendermi… è arrivata infatti fino ad insinuarmi il desiderio di diventare santa, l’unica cosa che non avevo mai preso in considerazione, l’unica cosa in cui ero certa di non essere portata, dica lei se non è potente… e poi per me è cosi forte che ci riesce. Se potessi scegliere un Suo attributo per glorificarlo sarebbe proprio la Sua Potenza. Mi piacerebbe morire martire e salire sugli altari con il nome di Viviana del Signore degli eserciti. --- Morire martire? E’ coraggiosa. --- Beh, morire si deve morire, sarà pur più bello morire per il nome di Cristo piuttosto che per una colica, questo non è coraggio ma semplice buon senso..., martire poi è il perfetto testimone cristiano, colui che ricambia l’amore di Cristo con la sua stessa moneta, niente di più e poi non è una forza che abbiamo noi, è sempre Lui che ce la 6 accorda. C’e una bellissima canzone della Mannoia che dice “l’amore si paga con l’amore ed io busserò alla porta di Dio..” la canticchio spesso aggiungendo…”fai bene l’ho fatto anch’io..”. ---- Lei è buffa, la sua considerazione sul martirio è talmente semplice che mi spiazza… ma perché del Signore degli eserciti? non l’ ho mai sentito questo modo di chiamare Dio, da dove salta fuori? --- Dai profeti dell’Antica Alleanza, cioè da tutti coloro chiamati per speciale missione da Dio, e cosi intimamente uniti a Lui da diventare la Sua stessa bocca, e specialmente da Geremia e da Zaccaria era l’espressione adoperata per il Dio Onnipotente che conduceva gli eserciti di Israele alla guerra, essa esprimeva anche il dominio di Jahve su tutti gli elementi del mondo. Io che ho sperimentato un po’ della Sua forza, sono persuasa che, come il Signore l’abbia mostrata a me, così ha fatto con chissà quanti altri, tutti chiamati e addestrati personalmente da Lui per una guerra che non è fatta contro uomini, ma contro legioni e potenze dell’aria… sa Sig. Taddeo tendiamo a dimenticarci le parole di Gesù “non sono venuto a portare la pace ma la guerra” e anche “sono venuto a portare una spada“ io credo che la spada e la guerra che è venuto a portare Cristo sulla terra sarà sempre più manifesta nel mondo....anzi forse irromperà improvvisamente a mettere fine ai nostri orrori, alla nostra indifferenza. La pazienza del Signore non sarà eterna come la Sua misericordia e come la Sua giustizia, c’e un salmo che dice “Il Signore è lento all’ira.” che sia lento non vuol dire che non abbia anche l’ira, ho l’impressione che la bontà di Dio ultimamente, anche da parte di alcuni uomini di Chiesa, sia stata un po’ falsata : credo che il Signore abbia intenzione presto di mostrare la Forza e la Gloria del Suo Nome . --- Lei mi sta parlando di spade, di antichi profeti, ma non le sembra di essere un po’ fuori tempo? --- Sig. Taddeo sono attuale più che mai, il Signore, come ci dice attraverso Isaia, si è stancato di avere un popolo che si avvicina a Lui solo a parole, che lo onora con le labbra mentre il suo cuore è lontano da Lui e che gli rende un culto che è un imparaticcio di usi umani, Dio ha promesso che continuerà a operare meraviglie e prodigi nel Suo popolo e che farà perire la sapienza dei sapienti e annullerà l’intelligenza degli intelligenti... c’e una profezia di Gioele sugli ultimi tempi molto chiara che preannuncia la discesa dello Spirito di Dio su ogni uomo… dice esattamente così “ io effonderò il mio Spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni, anche sopra gli schiavi e sulle schiave in quei giorni effonderò il mio spirito… “ ecco, 7 chissà quante persone vi sono nel mondo che, toccate e trasformate dallo Spirito di Dio, pur senza essere cresciute direttamente nell’orto della Chiesa ma qua e la come pianticelle selvatiche coltivate direttamente dal Grande Giardiniere, possono portare la loro testimonianza: credo che abbia intenzione di radunarli tutti insieme per rinverdire la Sua Chiesa .... anzi sono certa che è questo che Lui intende fare. Il Signore mostrerà la grande Gloria e Potenza del suo nome proprio attraverso i suoi figli più piccoli e feriti, figli disastrati…che tiene in braccio...e poi l’ ha anche detto “gli ultimi saranno i primi,” niente è impossibile a Lui che è capace di far sorgere figli di Abramo anche dalla pietre! --- Ma che monaca è lei? --- Non so che monaca sono. Non so spiegarmelo com'è che ha chiamato proprio me. So di dare l'impressione che scelga a caso, come che si divertisse a giocare a mosca cieca. Devo proprio dire che con forza di amore mi ha spinto a operare nella Chiesa, questo mi ricorda una parabola di Gesù narrata nel Vangelo dove Lui porta l’esempio di un uomo che diede una grande cena e fece molti inviti, ma tutti all’unanimità cominciarono a scusarsi: Il primo disse : ho comprato un campo e devo andare a vederlo, ti prego considerami giustificato; un altro disse ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli , ti prego considerami giustificato; un altro disse: ho preso moglie e non posso venire. Allora il Padrone di casa quando vide che tutti quelli che aveva invitato declinavano l’invito, adirato, ordinò al suo servo di andare a chiamare tutti quelli che trovava nelle strade e di spingerli ad entrare, io mi sento fra questi trovata a caso e proprio spinta ad entrare. Lo sa che quando mi guardo allo specchio mi faccio le corna da sola? --- Come si fa le corna da sola ? --- Eh sì. Da ragazzina mi dissero che le suore portavano sfortuna e proprio per questo quando le vedevo facevo sempre le corna, non in modo che mi vedessero, ma dentro le tasche. E da quando ha chiamato me, le faccio a me stessa, sa, per questione di imparzialità e di giustizia... è proprio vero il detto “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”…. --- Lei mi sembra un po’ suonata, è sicura che è stato Dio a chiamarla, lei, e addirittura a spingerla? Lei mi fa venire in mente quella barzelletta dei due cappuccini che arrivano in paradiso e chiedono a Pietro di vedere il Signore e quando Pietro dice al Signore che fuori dalla porta ci sono due cappuccini Gesù risponde: -"…e chi li ha ordinati?". Lei fa quella fine lì, per me. 8 -- Ho paura che diversi faranno quella fine li e non ci volevo credere neppure io che mi avesse chiamata, ma S. Paolo mi ha rassicurata su questo punto infatti dice che il "Signore sceglie i deboli per confondere i forti e gli stolti per confondere i sapienti, perché nessuno possa vantarsi davanti a Lui" e allora mi sono sentita subito rassicurata, come dire… confermata. E’ proprio nella debolezza umana che il Signore ama mostrare la Sua forza ... , Gesù poi, esultando di gioia nello Spirito, dice: - "Padre, io ti lodo e ti benedico perché non ai sapienti e agli intelligenti ti sei rivelato, ma ai piccoli. Perché così è piaciuto a te."- Ha capito Sig. Taddeo? A Lui è piaciuto così. E chi è che può dirgli qualcosa?..."Mia delizia è stare con i figli dell'uomo" dice nel libro della Sapienza. Lui, cosi Onnipotente, ama stare con le misere creature che siamo. Ma non è grande? Sig,Taddeo ho davvero faticato moltissimo a credere che mi avesse chiamata, soprattutto dopo il matrimonio con Lui, per due anni l’ho scongiurato di darmi un segno, di farmi capire che era contento, volevo che mi dicesse, ”non temere sei al tuo posto” e invece niente, silenzio assoluto, mi è anche capitato di piangere prostrata per quel vuoto, quell’incertezza in cui mi ha lasciata, a volte non è mica tanto tenero sa il Signore, “ ti svezza proprio “, come dice S.Paolo, dal latte passa al cibo solido, una volta sola forse intenerito per il mio stato, mi parve che mi dicesse da quella croce “potevo fare qualcosa di più per te?”-- --- Ma quindi non è cosi buono, quasi stucchevole, come alcune iconografie ce lo rappresentano, è esigente... è severo. --- Severo ? a volte è semplicemente tremendo, ti spinge proprio dove tu non vorresti andare… ti caccia in prove che tu non vorresti proprio sostenere, e accade che scompare per mesi lasciandoti sola con i tuoi fantasmi e poi come se nulla fosse torna con mille regali, si comporta proprio come…”..un Dio” ma io ormai lo conosco e non mi scompongo più di tanto, le prime volte ci rimanevo male e confidavo tutti i miei timori e dispiaceri a mia madre, e sa che cosa mi diceva lei con dolce tono rassicurante? : ”si vede che ti vuole bene... guarda che vita hanno fatto le Sue donne le Sue Sante, a chi le strappavano gli occhi, chi veniva mangiata dalle fiere, chi moriva arsa viva… non aver paura.. si vede che si sta affezionando...” a forza di “dai” mi ha convinta e ora quando mi accade che mi va tutto contro e, come dice S:Paolo ho timori al di dentro e battaglie al di fuori, non mi lamento più e, come un antico monaco del deserto, mi dico: “ti sei messa insieme al Signore come osi lamentarti ....imbecille..”. La sa la verità? con Lui gli opposti si congiungono: stranamente stai bene anche quando stai male... con Lui la sofferenza e il male ha sempre un significato, niente 9 di quello che ti accade è vano, non ho mai avuto la sensazione, da quando sto con Lui, di vivere una vita sprecata, di avere doni soffocati, inespressi.. anzi, la mia vita prende un respiro sempre più ampio, e scopro di avere doni per me prima insospettabili. -- Deve essere bella questa “sensazione di senso”, sa quante volte mi capita di sentirmi sprecato? di avere come la sensazione di possedere potenzialità inespresse.. ma forse se rimangono inespresse è perché non ci sono... --- Guardi, la prova del nove è porsi sotto la Luce di Cristo e farsi guidare da Lui.., se non saltano fuori neanche con Lui allora vuol dire che proprio non ci sono... scherzo... il Signore ha dato doni a tutti e rimprovera duramente chi nel credere di aver avuto poco non mette a frutto neanche quello che ha ricevuto: tutti dovremo rendere conto di quello che ci ha dato, poco o molto che sia. ---- Ha un tono così sicuro e autorevole, questa fede cosi grande l’ha ereditata dalla sua famiglia ? --- No, l’ho ereditata direttamente dal Signore, anche se la famiglia di mia madre è molto religiosa, io avevo la sorella di mia nonna materna che viveva da sola ed aveva un rapporto molto confidenziale con il Signore, si rapportava a Lui attraverso una Sua immagine che teneva nella camera da pranzo con un lume sempre acceso, proprio come faccio io, era cosi in intimità con il Signore che addirittura ci litigava, arrivava perfino a dargLi del “beduino.”... e sa da cosa si capiva l’avvenuto litigio? il lume era spento e l’immagine girata contro il muro.. mia nonna invece era con il rosario sempre in mano e in ogni cosa metteva davanti la volontà di Dio “se Dio vuole, oggi vado, faccio, ecc: e ogni mattino assieme a mio nonno, prima ancora di bere il caffè pregavano insieme e terminavano la preghiera con un bellissimo canto di ringraziamento a Gesù Salvatore. Si amavano molto e Lo amavano molto. Mio nonno, che era sempre senza un soldo e con una famiglia numerosa da mantenere, come lavoro raccoglieva la polvere d’oro nei laboratori di oreficeria, quando ne aveva abbastanza la setacciava, la puliva e andava a venderla portandosi dietro, per interi chilometri a piedi, sua figlia più piccola, mia madre, per commuovere la gente, e quando la vita si faceva più grigia e sembrava che proprio venisse a mancare il pane, metteva a tacere tutti dicendo ”Dio è grande...” Mia madre con l’esempio di amore visto da loro aveva abbinato povertà ad amore e chiese espressamente a S. Antonio un marito povero: fu accontentata immediatamente. Queste preghiere bucano il cielo, non abbisognano neppure della mediazione degli angeli, e poi di 10 poveri ce n’è a iosa, gli arrivò subito mio padre. Da parte della famiglia di mio padre la fede era più debole, per non parlare poi di mio padre che è stato, adesso un po’ meno, un grandissimo bestemmiatore, almeno il più grande dell’Italia settentrionale, ma di cuore buonissimo ..il Signore a quanto pare l’ha perdonato e con me lo ha servito...lo prendo sempre in giro per questo, e gli dico “vedi come è buono il Signore ha mutato le tue bestemmie in lodi.. “ ---- Che strana famiglia. E lei, lei è sempre stata bigotta? Ehm… voglio dire: è sempre stata praticante? ---- No, anzi mi sono sempre tenuta lontana dalla Chiesa. Le confesso: mi faceva paura tutto quello che sapeva di Croce…si immagini la Chiesa. Se il Figlio di Dio fa quella fine lì, mi dicevo, c'è da stare allegri…. chissà la nostra… via, alla larga! Mia madre mi supplicava almeno di farmi il segno della croce al mattino e alla sera e io niente ostinata come un mulo non le davo neppure quella consolazione. La bontà poi allora mi sembrava così banale... così perdente... ma allora confondevo la bontà con il buonismo...la bontà vera infatti non è banale è terribile. Non che non credessi in Dio, l'ardire di dire "non credo in Dio" non l' ho mai avuto, mi sembrava veramente esagerato. Sa, quando uno ha la sensazione interna di dire una... boiata…? Ecco, per me dire "non credo in Dio" mi avrebbe fatta sentire come un morto che parla. Per il solo fatto che esistevo credevo. Ho scritto anche una poesiola su questo argomento, si intitola: Che mi importa. --- Che titolo mistico..è tutto un programma, ma me la declami la prego, sono curioso di sentire la sua... spiritualità. --- “Che importa mio Signore se sei Bontà infinita o crudeltà infinita, se sei infinita Bellezza o infinita bruttezza. Se sei infinita Sapienza o infinita follia se sei infinita Giustizia o infinita ingiustizia, che mi importa se ci hai creato per diletto o per dispetto, io so solo che non ero ed è solo per te che sono. “ Sa, Sig. Taddeo, l'autosufficienza degli uomini mi fa sorridere le orecchie, quando sento dire - "Non credo in Dio, credo in me stesso."- ho le orecchie che mi si accartocciano come per difendersi da quella ingenuità. Gesù infatti dice che "senza di Lui non possiamo fare nulla", non dice "poco", dice "nulla". La prima volta che ho sospettato che Dio esistesse avrò avuto 10 anni, accadde mentre mi specchiavo nel bagno di casa e mi chiesi: - "Io parlo, mi muovo, cammino, mi chiamo Viviana, ma io chi sono veramente? Chi è che fa si che io parli, mi muova e cammini? sentivo che non potevo identificarmi solamente con il mio corpo. Mi spaventai di quei pensieri troppo grandi per me e non ci tornai più sopra. Ma ecco, riprendendo il discorso, credevo sì in Dio, ma lo pensavo molto, 11 molto lontano, quanto appunto dista il cielo dalla terra e soprattutto che avesse ben altro da fare che pensare a me. --- Eh già. E poi…. qualche disgrazia…..? --- No, nessuna disgrazia. ---Un esaurimento nervoso? Una delusione d'amore? Le è scesa la catena? Suvvia. Ammetta che le è scesa la catena. ----No, non mi è scesa nessuna catena allora, dopo, semmai, quando ho capito che mi aveva chiamato davvero, mi è scesa la catena. Ma è comprensibile no? Non capita mica tutti i giorni di essere chiamati da Cristo, e di accorgersi che è vivo, tremendamente vivo. Sempre operante assieme al Padre. Anche adesso sa? in questo nostro dialogo sta operando. Noi non ce ne accorgiamo, ma Lui opera attraverso il Suo Spirito, attraverso le Sue Parole. Le Sue Parole.... che forza portentosa. Ogni pensiero umano, ogni parola umana è un’energia, una forza, se questo si può dire del pensiero e della parola umana tanto più lo si potrà applicare alla Parola di Dio alla Parola di Cristo. Essa è nella sua essenza l’energia di Dio Onnipotente e creatore di tutte le cose. Le parole di Cristo contengono l'energia stessa di Dio. Sa che cosa dice Gesù?: - "I cieli passeranno, la terrà passerà, ma le mie Parole non passeranno mai"- e anche: " Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l' ho mandata." Ed è proprio attraverso le Sue parole che mi ha raggiunta, semplicemente… Mi è capitato per caso tra le mani una Bibbia, sulle prime mi sono fatta qualche sarcastica risata, mi innervosiva anche un po' per la verità: Adamo… Eva…. l'albero di mele che non si poteva mangiare…e che per colpa di Eva dovevamo tutti morire, da bambina ero risentita verso Eva e verso il Signore, mi sembrava questa una grande ingiustizia e immaginando che il dolore più grande fosse quello di perdere un figlio gli dicevo ”io di figli non ne faccio, vedrai che a me un figlio non lo togli “ --- Beh.. era una bambina di carattere per rivolgersi a Dio in quel modo… .--- Mia madre dice che ero ribelle già a due anni, non volevo che mi tenesse neppure la mano per strada... ho poi una foto che mi immortala a 5 anni con le mani appoggiate sui fianchi in cui ho una espressione cosi insofferente... sembrava che della vita ne avessi già allora le scatole piene...da grande invece ironicamente su Adamo ed 12 Eva riflettevo che se il Signore non avesse dato nessun divieto, forse quella mela non sarebbe mai stata neanche vista, c'erano tanti alberi nel paradiso, proprio quello lì?! E poi, vuole che non sapesse come siamo fatti?: …"Non fare quella cosa lì."… e noi: "tic" …."Non fare quella cosa la"… e noi: "tac" E poi: Matusalemme che campava centinaia d'anni, Davide che con una fionda abbatteva un gigante. Mi dicevo: "io di favole ne conosco già abbastanza, mi bastano Cenerentola e Biancaneve, e mi dicevo anche: "Troppo. Troppo bello per essere vero." Ma mi chiedevo anche se quelle parole non fossero troppo belle per me perché meritassi di credervi. Ho il sospetto che chi non crede a quelle parole forse è perché non le merita, e si merita invece, che ne so, di discendere dalla scimmia. Non credere e discendere dalla scimmia mi sembra voglia dire la stessa cosa. Ma pensa? avere per padre Tarzan? --.. -- Ah… non deve essere rassicurante. Sempre appeso su quelle liane…. --Abbiamo divagato, cosa stavo dicendo? Ah sì, che quelle parole che leggevo pronunciate da Cristo, così belle, così alte, così vere. Chi dice che sono vere? Il cuore lo dice. Il cuore. Quelle parole entravano nella mia vita e mi davano gioia, "Quando le tue parole mi vennero incontro le divorai con avidità, la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore perché: io portavo il tuo nome Signore, Dio degli eserciti”, queste sono parole del profeta Geremia, ma le ho provate anch'io. Fu come aver trovato casa quando mi capitò ad esempio di leggere queste parole di Cristo: " Voi non siete di questo mondo, siete nel mondo, ma non siete di questo mondo". – anch'io non mi sento di questo mondo, pensai. Questo mondo non mi basta. Non mi basta. Sono sempre stata assetata di vita e di esperienze, e sempre mai appagata, mai che sentissi di dovermi spendere totalmente per una causa... mi sembrava alla fine sempre tutto così vacuo…così inutile. Ecco che cominciai allora a spiegarmi quel sentimento di disagio che fin da piccola a volte mi aveva accompagnato, e che avevo ben celato dentro di me. Nessuno infatti avrebbe detto che io, cosi allegra, così sicura ed esuberante, mi sentivo in realtà come una bambina, una bambina costretta a girare su una giostra che non la divertiva, che, anzi, un po' la inquietava perché non ne comprendeva il senso. La vita mi sembrava un incredibile gioco condotto dal caso. Anche da bambina avevo il senso della precarietà molto vivo in me, ricordo un giorno che mentre giocavo nel giardino di casa mi accorsi di un gruppetto di formiche che camminavano in fila, e mi dissi che se non le avessi scorte avrei potuto pestarle e magari dimezzare “una famiglia”, così per caso, sentivo che anche la sorte 13 delle persone che amavo e la mia non era diversa da quelle piccole creature. Il senso della morte, della nostra finitezza, non mi ha abbandonato mai. Mi successe cosi di sentire il desiderio sempre più frequente di leggere quel libro vivo che è il Vangelo e che parla di vita eterna, che paragona il Regno dei cieli a una perla preziosissima e nascosta che chi la trova vende tutto il resto, arrivavo perfino a portarmelo sempre appresso e tra un appuntamento e l'altro di lavoro lo leggevo, lo meditavo, soprattutto il vangelo di Giovanni. Sono bellissimi tutti i Vangeli ma quello di S. Giovanni è superbo, altissimo. Ti innalzano quelle pagine, in un altro mondo, in un'altra dimensione: S. Giovanni è l'apostolo che nell'ultima cena appoggiò il capo sul petto di Gesù. Le sue parole nascono proprio da questo ascolto, da questo contatto anche fisico con il Cristo. Ha appoggiato la testa sul petto di Dio. Questo privilegio di Giovanni, questa intimità che aveva con Gesù mi fa commuovere di nostalgia, ha respirato il profumo della Sua Carne Santa, gli ha ascoltato il Cuore…. Quel Vangelo nasce da questo ascolto, porta alla luce i segreti di Dio. Sa, Sig. Taddeo? Io credo, davvero io credo che qualunque persona che legga anche solo il prologo di quel Vangelo con i sensi del cuore aperti, cioè, come un bambino ascolterebbe il migliore dei padri, potrebbe davvero finalmente trovare il bandolo della propria vita, anche di quella più ingarbugliata. Potrebbe capire il senso di questa giostra che è il mondo. Ho il Vangelo nella borsa, se vuole glielo leggo. - --- E' una cosa lunga? --- No. Ma non faccia quella faccia. Piuttosto ascolti con riverenza, con sacro timore, questa pagina è la quintessenza del Vangelo, è praticamente il Bignami di tutta la Bibbia. E’la Sua essenza. In principio era il Verbo, e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, 14 perché tutti credessero per mezzo di Lui. Egli non era la luce ma doveva rendere testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali: non da sangue, ne da volere di carne, ne da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me! Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. -- E' una pagina molto bella, è vero. Ma ci sono dei significati che mi sfuggono… -- Sig. Taddeo, io non sono una teologa, figuriamoci. Ho sempre fatto molta fatica a studiare perché non avevo memoria, per rubare una 15 battuta a Stefano Benni, anch'io, dopo aver studiato, bastava che facessi una doccia e mi dimenticavo tutto. Ma cercherò con le mie parole di non sciuparla troppo: "E il Verbo si fece carne": Questo avvenimento è talmente inaudito e grande che mi gira la testa se ci penso. L’unica cosa che mi viene in mente è che la carne può diventare Dio... e mi gira anche il cuore non posso parlarne. "Tutto e stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste", queste parole si comprendono bene, tutto vive ed esiste in Lui! "Venne la luce vera che illumina ogni uomo", non dice un generico "gli uomini", ma "ogni uomo". Cristo è la luce vera che svela ogni uomo a se stesso, è come se Dio avesse dato a ciascuno di noi un colore unico e ineguagliabile che solo Lui conosce, ma che alla Sua luce, sempre più possiamo conoscere anche noi. "La luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno accolta": in questo mondo che è tenebra, quanti pochi accolgono davvero il Signore, lo ascoltano, fanno cioè quello che il Signore vuole. E cosa vuole il Signore se non che la nostra gioia sia piena, perfetta? Ma ascolti, ascolti queste parole: "a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio i quali non sono nati da carne, ne da sangue, ne da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati," generati da Dio, quanto sono alte queste parole, quanto sono misteriose, inaccessibili. Mi rimandano a un discorso che fa Gesù con Nicodemo. Gesù, a questo uomo che era un sapiente, un dottore della legge, dice: "dovete rinascere dall'alto, ciò che è nato dalla carne è carne, ciò che nasce dallo Spirito è spirito. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va, cosi è chiunque è nato dallo Spirito". A parole possiamo dire: siamo figli di Dio, ma fin che non ce lo comunica Dio stesso, questo “potere di diventare suoi figli”, non lo siamo ancora realmente, e non sappiamo di poterlo essere davvero figli suoi, ce lo deve comunicare Lui stesso.-- --- E come farebbe a comunicarcelo Lui stesso? --- Con il Suo Spirito, ci battezza Lui stesso con il fuoco del Suo Santo Spirito. E tu in quel momento lo riconosci. E' come se si rivelasse nel più profondo del tuo essere; è come se improvvisamente si risvegliasse nel cuore e ti dicesse " Sono Io”, non lo dice con le parole, ma tu sai che è Lui, inequivocabilmente Lui. E hai paura di morire dalla gioia. E' come se ti si aprissero gli occhi dell'anima. Ti investe una tenerezza infinita, anche per te stesso, che fino a un secondo prima ti credevi solo e distante da Lui, comprendi invece che Lui era con te sempre e che non ti aveva mai abbandonato cogliendo ogni gemito del tuo cuore...ogni preghiera inespressa.. e vedi il mondo che ti circonda con una meraviglia nuova, ti sembra di nascere davvero in 16 quel momento, anzi hai la certezza di essere nato davvero e solo in quel momento. Tutto, ma tutto, lo sperimenti come un grandioso miracolo che strappa lacrime cosi dolci, e piangi di stupore e di gratitudine con Lui .... "Quando ti sei svelato ho conosciuto la Tua follia d'amore, i miei occhi hanno visto quello che noi chiamiamo la natura come un grandioso miracolo, meraviglioso e fantasioso regalo fatto da te agli uomini. Di tutta la magnificenza che la tua mano ha creato chissà perché alle zebre ho pensato E ho gioito per quanto ti sei divertito" Per la verità non solo le zebre mi vennero in mente, ma tutto il creato, il mio cuore era sciolto in una lode di adorazione e di ringraziamento. Gli dicevo: -" Tu sei il grande architetto, tu sei Il grande artista, Tu sei il grande medico, Tu sei l'artefice di tutte le cose….." ----Ma come le è successo? Ha letto qualche pagina di Vangelo e poi si è subito rivelato? ----Oh no, non è andata così, è stato un processo lento, graduale, un cammino percorso insieme a Lui, praticamente io e Lui da soli. Le cose quotidiane che mi accadevano leggevo e interpretavo alla sua luce. Dico "Io e Lui da soli" perché non frequentavo la Chiesa allora, ne' mi sono mai aggregata ad alcun gruppo religioso. Lui da solo, mi ha portata a quell'esperienza. Posso dirle però le Sue Parole che più mi hanno colpita in questa evoluzione e anche gli accadimenti che mi hanno portata a comprendere, e ad accogliere in seguito, il suo invito a seguirlo, e cioè a consacrare la mia vita interamente a Lui nella Chiesa. E' sempre stato solo Lui che mi ha fatto comprendere che la Chiesa, anche se divisa, peccatrice e martoriata, oltre, naturalmente che Santa, è niente di meno che il Suo Corpo, ed è solo Lei che dona il Suo corpo, nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia. Quando ho compreso questo, e cioè, che potevo incontrarmi direttamente con Cristo, con la Sua umanità,con la Sua divinità, con la Sua anima, e con il Suo Spirito, tutte le resistenze che avevo riguardo alla Chiesa, e mi creda ne avevo parecchie, sono state spazzate via di colpo. Nulla aveva più importanza. --- Ma lei di che ordine è? --- Di nessun ordine. Io sono sola e in disordine. Vivo da sola nella canonica di una sperduta Chiesina, sola per modo di dire, vivo con Gesù. --- Vive sola? Che destino infame la solitudine anche se essa mi rincorre... la temo. --- Io invece la amo e non potrei più rinunciarci, perché ho sperimentato che è proprio nella solitudine che Dio parla al cuore. Sig. Taddeo, se le persone sole sapessero che hanno Dio nel cuore e che 17 da Lui sono guardate in modo particolare, che, anzi, forse proprio da Lui sono state come messe in disparte per Se, il deserto della loro vita potrebbe mutarsi in un giardino rigoglioso, potrebbero vivere ogni momento della loro giornata in Lui, con Lui e per Lui. E come dice una canzone di Paoli, avere il cielo in una stanza. -- -Ma senta: se è sola e di nessun ordine, com'è che è vestita da monaca? Monaca…. con quello scialle intorno al volto sembra proprio una donna del deserto. -- -Oh… beh…. Come “consacrata laica”. .puah, che brutto termine, potrei vestire con abiti secolari, ma la verità è che mi vanto talmente tanto di appartenere a Cristo, che andrei in mondovisione per poter dire:- "io sono di Cristo, sono della sua stessa razza. "Voi siete la stirpe eletta la nazione Santa, il sacerdozio regale, il popolo che Dio si è acquistato perché proclamasse le sue opere meravigliose" dice S. Paolo. Tutti apparteniamo a Lui, consapevoli o no, ma certo chi ha la grazia di donargli la sua vita, di corrispondere cioè al Suo amore certamente gli appartiene di più, e io questa grazia, questa appartenenza stretta, amo manifestarla anche esteriormente. E tutti siamo invitati, nessuno, proprio nessuno, è escluso da questa appartenenza, ma certo, bisogna disporsi con la vita per poterlo intendere, come appunto, senza immaginarlo, stavo facendo io….. ---Ma cosa esattamente faceva? .. ---Io non ho fatto altro che ascoltare e adeguare la mia vita a quello che mi diceva Il Signore attraverso il Vangelo. Ad esempio: quello che inizialmente mi colpì moltissimo furono queste parole "Se mi amate osserverete i miei comandamenti, io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce, voi lo conoscete perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi. Ancora un po' e il mondo non mi vedrà più, voi invece mi vedrete perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi" ecco, ad esempio, io, queste parole, "in quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me ed io in voi" pensavo che il Signore intendesse dopo la morte, e invece mi è accaduto in vita. Tante parole sono così misteriose, perché superano infinitamente le forze della natura creata, sono divine. Non sono modellate sull'uomo. E succede che non si comprendono subito ma man mano lo Spirito ti illumina e ti fa comprendere, come dice S: Paolo, anche le profondità di Dio. Ascolti queste altre parole di Gesù: "Chi accoglie i miei comandamenti questi mi ama, sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a Lui." Ho constatato 18 personalmente queste mirabili parole: Il Signore a chi lo ascolta e lo cerca si manifesta, si fa capire, premia con sollecitudine il nostro desiderio di conoscerlo. Con ognuno di noi trova un proprio linguaggio, diciamo un codice, e ci conduce a una mutua conoscenza sempre più chiara, sempre più forte e indivisibile. Lui ti rivela sempre di più sé stesso e ti trasforma fino a farti diventare un solo Spirito con Lui. Diventare un solo Spirito con Lui. Questa è la mia aspirazione Sig. Taddeo! Per arrivare a questo stato, naturalmente dobbiamo superare diverse prove a volte molto dure e del resto un amore che non è provato che amore è? Pura teoria e illusione. C’é poi forse al mondo cosa più dolce che soffrire per amore di Gesù Cristo, per Colui che ardeva dal desiderio di consumare quell’ultima Pasqua per noi? La vita diventa così un’autentica avventura, un'affascinante "caccia al tesoro" dove il premio è l'Amore, Lui stesso. Nel Suo Regno si accede solo dopo grandi lotte, con “mostri” fuori di noi e dentro di noi. Nello stesso libro della Genesi è riportato che, dopo la cacciata dal Paradiso, a guardia di quel luogo Dio mise dei cherubini dalla spada di fiamma folgorante per custodire la via dell’albero della vita. Come ogni vero tesoro è ben custodito.... per poter accedere in quel mondo nuovo dobbiamo lasciarci distruggere l’uomo vecchio da questa spada di fiamma folgorante che ha portato Cristo... La trasformazione della nostra vita deve diventare radicale. Infatti per andare nel Regno di Cristo e per assaporarlo già ora in questa vita, non ci sono sconti ne’ scorciatoie... dobbiamo lavare le nostre vesti e renderle candide nel Suo Sangue preziosissimo. E seguendolo davvero egli rivela all'uomo tutto ciò che può provare nella sua esistenza. Una vita in Cristo è davvero una vita piena, colma di ogni genere di gioia e di tribolazioni, dicono le parole di un salmo ”di ogni cosa perfetta ho visto il limite ma la tua legge non ha confini” .... la noia per chi lo segue davvero... è bandita.... Non le racconto come si è manifestato la prima volta a me, e cioè i segni che mi ha dato perché sono stati forti, e se glieli raccontassi mi creda... non mi crederebbe. Dice anche: " Se uno mi ama osserverà le mie parole e il Padre mio lo amerà e noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui". Anche se allora non comprendevo appieno queste parole, esse mi incantavano, mi attraevano. Sì, desideravo anch'io avere lo Spirito Consolatore, che rimanesse con me per sempre, desideravo lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce, desideravo osservare la Sua Parola se questo voleva dire amarlo, desideravo amarlo se questo portava al miracolo di manifestarsi a me, desideravo che venisse con il Padre e prendesse dimora in me. Sì, la mia vita con Cristo è tutta un 19 desiderio...ed è piena di speranza.. sono state queste le parole che più hanno inciso nella mia anima, nella mia mente e che meditavo spesso nel cuore. Le Parole di Dio bisogna meditarle nel cuore e incarnarle come faceva Maria, la Madre di Gesù, questo è il segreto per riuscire a vincere noi stessi e le forze del male e seguire passo passo il Rivoluzionario per eccellenza perché poi al momento opportuno salgono dal cuore alla mente per illuminarti sul tuo cammino e per farti distinguere, non solo il bene dal male, ma il bene dall’ottimo per te e per gli altri. Chi ha lo Spirito di Dio giudica ogni cosa mentre non può essere giudicato da alcuno, dice S. Paolo. Poi altre parole di Gesù mi attraevano immensamente: "Chi ha sete venga a me e beva e chi crede in me fiumi di acqua viva sgorgheranno dal Suo seno" e anche alla Samaritana dice: "chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò, diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna," e dice anche: "avete abbandonato me sorgente d'acqua viva e vi siete scavati cisterne screpolate che non tengono l'acqua." No, non volevo vivere assetata e intrappolata in una cisterna fatta con le mie mani, desideravo quest'acqua viva, inesauribile e che sgorga sempre, credevo che il Signore potesse saziare la mia voglia di vita, di felicità. L'acqua viva è immagine dello Spirito che riceve chi crede in Lui, e a questo proposito porta un immagine stupenda, dice infatti: " se voi, che siete cattivi, date cose buone ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono", qui si comprende che se uno ha lo Spirito Santo ha tutto quello che può colmarlo e renderlo felice, tutto quello che gli serve; aggiunge infatti: "chi è quel padre che se il figlio gli chiede un pezzo di pane gli darà una serpe?" Sa che succede Sig. Taddeo? Che non solo non abbiamo abbastanza fede in Lui, ma che proprio non ci fidiamo. Pensi l'assurdità: noi temiamo proprio colui che ci ama di più, siamo diffidenti, spesso lo temiamo e lo scartiamo senza neppure aver tentato di conoscerlo davvero... Credo che se esiste una cosa che gli dispiace sia proprio questa nostra diffidenza. Quando leggevo le Sue Parole " chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me", mi arrabbiavo e gli dicevo: -"ma pretendi cose inaudite." - Ma è poi arrivato il giorno che queste parole mi sono sembrate molto, molto legittime….. ---- Cambio argomento perché non comprendo. Ha parlato di potenze dell’aria, di forze del male, lei quindi crede anche al Demonio? --- Ora più che credere a Lui lo combatto, anzi più mi avvicino a Cristo e più riconosco la sua influenza nefasta, ma allora rimasi perplessa nell'apprendere dai Vangeli che il Demonio è il Principe di 20 questo mondo, si rende conto? Beh, lo si vede anche che ha, diciamo così, parecchie “azioni” in questo mercato che è diventata la terra. E' nientedimeno che il Principe. Ha una grande influenza sulla terra, ha un potere occulto che conoscono coloro che gli appartengono. Ma c'è anche una parte che ci convive senza saperlo. Cominciai a sentire la necessità di schierarmi da una parte, di prendere una posizione netta, anche perché in mezzo si è massacrati o, bene che vada, si é spenti, irrealizzati. Chi sta in mezzo oltretutto rischia, perché non è cosi semplice riconoscere il demonio e le sue astuzie. Si traveste infatti in angelo di luce e può consigliarti cose che sembrano giuste e buone all'apparenza, ma che in realtà non lo sono. E’ anche terribilmente affascinante ma il suo fascino è sempre accompagnato da un sottile turbamento. Era il più bello degli angeli, ma ti conduce in strade chiuse e luoghi aridi, la gioia che ti procura è superficiale, effimera, e si tramuta in disgusto, la disperazione è la sua maggior soddisfazione, è in questo caso che davvero lui gongola. Anche la noia, la depressione sono spesso una sua espressione.... Queste cose le ho capite per esperienza perché anch'io stavo nel mezzo. E lei Sig. Taddeo, ci crede ? --- Io credo che il male sia solo dentro di noi. --- Magari il male fosse solo dentro di noi. Purtroppo è anche fuori di noi, e ha mille corde che ci legano e che ci soffocano. Ma uno che vive in Cristo le vede saltare una ad una. Anche nelle Scritture si legge a proposito del tradimento di Giuda: "allora Satana entrò in lui". --- Allora è stato Satana a tradire Gesù! --- Semmai Giuda ha fatto sì, con l'attaccamento al denaro, con aspirazioni di gloria terrena, che Satana trovasse posto in lui. Giuda non è stato capace di guardare lontano, di aspettare, voleva tutto subito.. credo che anche lui si sia sentito profondamente deluso da Gesù. Gesù, quando infatti era arrivato il momento che mostrasse tutta la sua potenza di Dio, ha preferito mostrare tutta la sua debolezza di uomo, chissà che sconforto ha colto Giuda quando lo ha visto entrare in Gerusalemme in groppa ad un asino, quando ha visto che i potenti della sinagoga lo consideravano un esaltato, si è fidato più degli uomini che di Dio , e “dulcis in fundo” quando si è reso conto del suo tradimento, diffidando del Suo perdono e del Suo amore, si è suicidato: ha fatto la fine di tutti coloro che nella disperazione guardano solo se stessi, non attendono... e non credono nell’Amore di Dio. Ma torniamo al principe, Sig. Taddeo, è Lui il vero istigatore dei suicidi, e che più di una volta ha istigato anche me, ho compreso che può essere pericoloso non conoscerlo. Per difenderci dobbiamo almeno inizialmente lasciarci aiutare da sacerdote spiritualmente 21 preparato, e preferibilmente santo, perché mi sono accorta per esperienza che avventurarsi nel mondo dello Spirito da soli può essere pericolosissimo, mortale. Intendiamoci, per avventurarsi nel mondo dello spirito, intendo dire: prendere il Signore sul serio! non fabbricarsi un dio su misura, con minima spesa e massimo rendimento, questo non è avventurarsi nel mondo dello spirito, ma giocare... in questo caso pericoli gravi non ve ne sono, i demoni con costoro non si scompongono se non per ridere, tra i rischi che ho corso mi è anche capitato di provare una ebbrezza cosi folle da credere di potermi buttare dal quarto piano senza farmi nulla, perché: “ il Signore mi avrebbe protetta” ...oppure mi ha ossessionata ingigantendo i miei timori fino a farli diventare gli unici protagonisti della mia vita. Un momento difficile te lo mostra senza soluzioni e senza fine. In un momento molto penoso della mia vita ero assediata da una immagine ricorrente nella mia mente: in macchina, con forte andatura, percorrevo una strada a me usuale e in prossimità di un lago sulla mia destra immaginavo di dare una violenta sterzata e di finire inghiottita dal lago, per proteggermi da quella visione ricorrente quando dovevo passare per quel luogo andavo pianissimo e completamente a sinistra, facevo cioè l’esatto opposto.. di quello che il demonio mi proponeva. Solo aiutati da Cristo riusciamo a riconoscerlo e a sconfiggerlo, ecco la cosa indispensabile, che ho fatto e faccio, stringermi forte forte a Lui, al vero Dominatore che lo ha sfidato e vinto per noi. A colui che ha pregato il Padre dicendo: "Non chiedo che tu li tolga dal mondo ma che li custodisca dal Maligno". a Simon Pietro Gesù dice: "Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano ma io ho pregato perché non venga meno la tua fede". Ci sono alcuni momenti nella vita che la fede è messa a durissima prova, il dolore di queste prove può schiantarti, spaventarti, o farti fare cose inconsulte dalla rabbia, ma chi vive in Cristo, proprio per questa preghiera che ha fatto al Padre, vedrà la sua salvezza. E’ da queste prove che, rialzandosi, potrà ritrovare un impeto ancora più forte, e una vera resa incondizionata nel cammino della fede. La fede…. che forza inaudita e liberante… Con la fede possiamo innalzarci sulle nostre paure e sui nostri limiti umani. Possiamo sperare l’impossibile e vedere che questo accade. Possiamo addirittura affrontare Dio “di petto” e vincerLo! Ci è dato, con la fede, di toccarlo nel vivo, ma di essere anche noi stessi toccati nel vivo e segnati per sempre da Lui. Il Suo amore, la Sua conoscenza, lascia cicatrici forti indelebili, ma di cui sei geloso, sono il Suo sigillo, sono la prova che l’hai conosciuto davvero. Con la fede Lui si lascia strappare la Sua stessa forza, a confermare questa cosa che ho appena detto c’e 22 un episodio narrato nei Vangeli molto significativo: una donna che soffriva da vari anni di perdite di sangue vedendo Gesù che passava pensò “se solo riuscirò a toccare la frangia del Suo mantello guarirò”e raggiungendolo lo toccò, Gesù si volse indietro e con impeto disse” chi mi ha toccato” i discepoli si meravigliarono di quella domanda Gesù infatti era in mezzo a tante persone che lo toccavano e strattonavano, ma Lui si accorse solo di quel tocco, disse quasi un po’ risentito ” che una potenza gli era uscita da Lui”…. comprende Sig. Taddeo il potere inaudito della fede? Ecco, io a costo di scuotere e innervosire Cristo, cerco di avere quella fede lì, e prendo ogni parola che esce dalla Sua bocca non come parola di uomo, o di uno dei tanti profeti mandati da Dio, ma quale veramente è: Parola di Dio stesso, parola del Salvatore del mondo; e amo le Sue frasi più audaci e sconcertanti, come ad esempio quella in cui dice che nel Suo nome potremo compiere opere anche più grandi delle Sue... Se l’ha detto Lui è vero, io non prendo le parole di Cristo per dei semplici paradossi. ---- Senta, lei mi inquieta, mi balla anche la palpebra, perché dice cose da folli e megalomani ma non riesco purtroppo, dico purtroppo, perché mi sentirei meglio, a scorgere nei suoi occhi il lucignolo della follia. Vorrei ma non riesco a considerarla pazza! .. mi scusi ma lei vuole cambiare il mondo? --- Sig. Taddeo lei è un po’ “pissicologo” voglio proprio cambiare il mondo, non le ho da poco detto che la mia massima aspirazione è quella di diventare un solo Spirito con Lui, se questo mio profondo desiderio si avvererà stia certo che un po’ di mondo cambierà. Ma naturalmente anche senza di me il mondo cambierà. Il Signore attrarrà tutti a sé da quella Santa Croce, fino a quando ogni ginocchio, nei cieli, in terra e sottoterra, si piegherà davanti a Lui, e tutti lo conosceranno e non ci sarà più bisogno che lo si testimoni e lo si annunci, perché tutti sapranno; ma dato che non è ancora il tempo, bisogna che chi ha avuto la grazia di conoscerlo, lo faccia, perché ha una grande responsabilità davanti a Dio, ai fratelli appunto… al mondo. --- Senta, non mi parli del futuro ora, mi dica piuttosto la sua esperienza diretta, questo desidero sapere. Esattamente com'è che si è fatta monaca lei che sembra tutto tranne che una monaca. -- Ma perché dice che non sembro una monaca? -- Perché non leggo alcuna traccia di frustrazione in lei, molte suore mi sembrano spente, mutilate, più che una suora sembra una donna molto viva ... Mi dica cosa nasconde, prima di dirmi com’è che e diventata monaca. 23 -- Beh, se vuole sapere il mio “segreto”, diciamo così: è quello di non dimenticarmi mai di essere unita nientechemeno a Gesù Cristo e di non perdere mai d’occhio dove sto andando, dove cioè mi vuole portare Lui. -- E dove vuole portarla, in paradiso? -- Boh, Lui lo sa che il Paradiso non ha una gran fascino su di me, anche se S. Paolo che lo ha visto senza sapere neanche lui come se con il corpo o solo in spirito, ne accenna in modo mirabile ”occhio non ha visto ne orecchio udito ne mai entrò in cuore d’uomo cosa Dio ha preparato per coloro che lo amano” ma più ancora del paradiso mi attrae Lui. E’ solo Lui che ha “presa” su di me…. Io aspiro un giorno di poterlo vedere. Ma ora le racconto com’è che sono diventa monaca… - Avevo circa trent'anni quando mi capitò tra le mani il Vangelo e devo dire che mi capitò per un mio piccolo atto di carità: sentii suonare il campanello di casa, quando, prima di aprire, chiesi chi fosse, mi sentii rispondere i testimoni di Geova , non avevo nessuna voglia di aprire loro e nessun interesse verso la loro dottrina, di cui avevo già avuto occasione di sapere quello che bastava, ma pensai, -"chissà quante porte in faccia si sono presi oggi in buona fede per Dio"- e li accolsi, fu in quell'occasione che mi regalarono quel libro di fuoco che è il Vangelo. Comprende le vie straordinarie della provvidenza? E anche i messaggi che questa ci da? Sono entrata nella Chiesa per l’apostolato dei testimoni di Geova... E vede, come un atto di carità pura senza cioè nessun interesse umano, può essere stupendamente ripagato? Quel libro Santo che non riesco a fare a meno di baciare e di venerare, mi ha scardinato il cuore alla Vita, mi ha aperto un mondo insospettabile, e molte volte mi è accaduto di avere fortune inaspettate, generate da un mio gesto di pura gratuità. Nelle intenzioni e negli atti puri, si nascondono spesso sorprese di Cristo, il Puro per eccellenza. Cominciai a leggere il Vangelo e mi accorsi con stupore, che quelle parole mi consolavano, mi illuminavano, ma anche mi sgridavano. Se all'inizio i riscontri che avevo con la mia vita e quelle parole mi parevano solo coincidenze, strane e buffe coincidenze, con il passare del tempo non potevo più accusare il caso: la Parola di Cristo, che accoglievo con fede profonda, mi stava conducendo attraverso una strada, lungo la quale mi accadevano molte cose insolite e sconosciute, straordinarie, mai accadutemi prima. Mi accorsi con meraviglia che c'era davvero “qualcuno” dietro ciò che mi accadeva. Ma avvertivo anche questa Presenza non come una presenza ingombrante, ma una Presenza delicata, discreta, che mi lasciava libera, 24 era una Presenza rispettosa. Non ho mai avuto l'impressione di essere impietosamente giudicata, tutt'al più corretta con autorità, questo sì, corretta con autorità; in una parola mi sentivo guidata. Il lavoro mi dava abbastanza soddisfazione, vendevo arte moderna allora, con buoni risultati economici, era un lavoro che mi dava anche l'occasione di incontrare persone nuove. Ho sempre avuto attenzione e curiosità per ogni persona, perché non ce n'è una che non abbia qualche cosa di interessante, qualche cosa di buono e di bello, e poi ogni uomo è un mistero, il cuore dell’uomo è un abisso, come dice la bibbia. Era quindi davvero difficile che qualcuno non mi interessasse, o non mi piacesse. Perché sorride? Vuole che le dica cosa mi piace in lei? Gli occhi. Sono buoni, e anche la schiettezza che trapela dai suoi modi. Credo che Gesù ci stia bene dentro di lei e poi c’è un altra cosa che mi piace in Lei…. -- Che cosa ? -- In quella fila perfetta di denti quell’unico dente che sembra andarsene per conto proprio, mi è simpatico,..non sta allineato.. --- Oh grazie, ma a proposito del mio dente: lei ha la faccia di una che non sta allineata, lei ha proprio la classica “faccia di bronzo” ma è impossibile vivere senza compromessi, tutti dobbiamo scendere a compromessi e obbedire a qualcuno. --- E’ vero ma io preferisco scendere a compromessi.. anzi a salire.. a compromessi con Dio e obbedire a Lui piuttosto che agli uomini, sono anch’io allineata, ma in Lui, ma in questa mia affermazione ribadisco che ho sempre amato gli uomini e in ogni uomo forse già allora inconsciamente cercavo le tracce di Dio. Probabilmente per questa caratteristica del mio carattere avevo una nutrita cerchia di amici con cui spesso mi incontravo. Abitavo allora da sola in una piccola casina nella prima periferia di Bologna, fui felice in quella piccola casa che arredai con amore. Vengo da una famiglia numerosa, sono la primogenita di quattro figli e finalmente potevo assaporare momenti di solitudine e soprattutto avere uno spazio tutto per me, per poter sognare. Sono sempre stata una sognatrice fin da bambina. Mia madre poi acuiva questa mia disposizione raccontandomi suggestive favole egiziane, sì, perché lei è egiziana… --- Ecco perché i suoi tratti orientali…. --- Sì, vengo dall'Egitto, dal Cairo. Mio padre però è italiano, mio nonno paterno infatti era di Napoli.. per rubare una battuta a Totò sono parte-nopea e parte-egiziana. -- Accidenti che incrocio bollente. 25 -- E non è finita, a spegnere i bollori ho una nonna di origine austriaca da cui ho ereditato una certa severità… sì, insomma sono venuta fuori come ho potuto.. Quel trasloco fu il mio primo trauma: ci pensa dal Cairo a S. Lazzaro? Dai coccodrilli del Nilo alle trote del Savena? Non è stato facile… Ma tornando alle favole egiziane ce n'erano due in particolare che mi facevano sognare ad occhi aperti: una era quella di una bambina poverissima che, con i soldi dei centrini fatti da lei e dalle sorelle, anziché comprare il pane acquistò al mercato un topolino intirizzito e malato, una volta a casa le sorelle la riempirono di botte, per accorgersi poco dopo che quel topolino faceva la cacca d'oro, diventando la ricchezza e la gioia di tutta la famiglia. Una volta morto, il topolino venne seppellito, e nel luogo in cui venne sepolto nacque un albero grandissimo, che faceva frutti d'oro. Sa che cosa mi ricorda ora questa favola? Le parole di Gesù: "cercate il Regno dei cieli e tutto il resto vi verrà dato in aggiunta" L'altra, narrava di tre sorelle, anche queste poverissime, che avevano grandi sogni. Ah... La fortuna dei poveri: possono permettersi di sognare… Una aveva sempre fame e sognava di sposare un panettiere, l'altra amava i dolci e sognava di sposare un pasticciere, la terza invece, sognava di sposare il figlio del re e voleva addirittura che questo la servisse di tutto punto: quando doveva fare il bagno, voleva che il principe le portasse la saponetta, il pettine e tutto l'occorrente per farsi bella. Quanto mi piaceva l'audacia di quella povera, audacia che naturalmente fu premiata, anche perché una vita che non osa, che vita è? Da quando seguo il Signore ho scoperto che anche il rischio mi attrae immensamente e mi seduce, giocarmi interamente per Lui e per la Sua causa mi appaga infinitamente, mi fa sentire straordinariamente viva. Se una volta al Casinò avrei puntato sul rosso o il nero o su una mediocre sestina, ora metterei tutto su un numero secco… Ora è Gesù il mio numero secco, non so quando, ma so con certezza che uscirà con tutto il suo splendore e assieme a tutta la ricchezza che ha promesso a chi vive e crede in Lui. Gesù riesce a tirarmi fuori il coraggio che non ho… Ho proprio capito che con Lui bisogna essere disposti a rischiare anche la vita… e a perdere tutto per vincere tutto, chi ama il rischio, l’avventura, la passione, con Lui troverebbe pane per i suoi denti... Ma tornando a quella povera che osava desiderare di farsi servire dal re, anche ora, pensando a quella favola, riconosco Gesù, il vero Figlio del Re che è venuto sulla terra per servire la sua creatura, dandogli tutto l'occorrente perché si lavasse e si facesse bella per le nozze regali… Ho un ricordo nitido di quando mia madre mi raccontò per la prima volta quella favola, fui cosi felice quella sera che 26 mi dissi: -"questo momento voglio ricordarlo tutta la vita. Ho otto anni, faccio la terza elementare mia madre sta allattando Mirella e tutti e tre siamo sul letto accanto a lei ad ascoltarla"- Ma torniamo a quando avevo trent'anni, io, a quell'età, avevo già avuto diversi amorucoli tutti finiti male, o non mi innamoravo io o non si innamoravano loro, anzi per la verità io non ho mai avuto l'innamoramento facile, mi sono accorta per esperienza di quanto l’amore vero sia raro: non è facile trovare una persona che riesca a toccarci le corde più intime del cuore stetti dieci anni di fila senza un vero coinvolgimento, solo a diciotto anni provai corrisposta un sentimento molto simile all'amore, per il resto mai che ci si intendesse, succedeva che quando ci intendevamo era perché non eravamo innamorati nessuno dei due. Tutte queste esperienze tuttavia mi avevano portato a una certa libertà di spirito e sicurezza interiore, ad esempio: non senza strappi e sofferenze avevo compreso che non ero più disposta a compromessi, ad arrangiamenti, a mezze cose. Da quella piccola casa me ne sarei andata solo per un grandissimo amore che mi avesse coinvolta totalmente o altrimenti avrei accettato la solitudine, che anche allora per me non era poi così male. Non nasco da quello che sì dice un matrimonio felice e si sa quanto i condizionamenti famigliari influenzino una vita. Mia madre, che è buona, e da giovane bellissima, non è stata felice, perché avrei dovuto esserlo io? Ti sembra quasi di ereditare i cromosomi dell'infelicità e di quello che noi impropriamente chiamiamo destino, e ribellarsi a questa ereditarietà è difficile, ti sembra insormontabile. Anch'io ho rischiato di arrendermi all'infelicità ereditata, mi ero messa in testa, a un certo punto della mia vita, che dovevo mettere la testa a posto e sposarmi, per mettere un punto fermo nella mia vita. Frequentavo allora un uomo con diverse qualità, ma che non amavo profondamente, neppure lui mi amava profondamente, il nostro rapporto era fondato più che altro su un mutuo soccorso, eravamo infatti ambedue reduci da un rapporto sentimentale fallimentare e cosi ci mettemmo insieme più che altro per scongiurare la solitudine. Lo consideravo giusto per me, anche assediata dal parere di mia madre che giustamente lo stimava e che non faceva altro che ripetermi nelle orecchie “sposalo, cuore di mamma non sbaglia “.... alla faccia del cuore di mamma e ad avvallo delle parole di Cristo “i nemici saranno quelli della vostra casa” mi accorsi che il mio corpo si ribellava a questa decisione di sposarci, non lo capii subito stavo male fisicamente ero assalita da attacchi di panico e sbalzi di pressione che mi portarono sul punto di credere di morire. Pensai di essere seriamente ammalata, ma quando diversi medici interpellati mi dissero che quei malesseri 27 erano di natura psicosomatica, realizzai che il proposito di unirmi per la vita a quell'uomo minava la mia essenza più profonda, il mio cuore. Ricordo benissimo quel giorno “che realizzai” avevo la faccia verde, mi si doveva essere scomodata anche la bile, ero in cucina e ad alta voce mi chiesi “ma in quale libro è scritto che dobbiamo sposarci? in quale! Lo voglio vedere...” No, quell'uomo, anche se ragguardevole e pieno di ottime qualità, non era quello che io sognavo per me. E io non potevo rinunciare a sognare. Presi la decisione di accantonare quel progetto, nato dalla ragione e dal buon senso, e stetti subito meglio, anzi, mi passò tutto, fu in quell’occasione che scoprii che il buon senso non faceva per me ...il buon senso mi faceva stare male... Un altro accadimento mi aveva portato a optare per “il grande amore oppure niente”.. Fu una sera in cui, per gioco, mi sottoponevo con un amico a dei piccoli test. La domanda era questa: "Hai una persona che ami in un altra stanza, tutti e due dovete premere il pulsante, chi lo preme per primo uccide se stesso ma salva l'altra persona", dopo averci pensato un po' mi scappò da ridere e dissi che non c'era fretta avrei atteso un pochino. Mi morì il sorriso sulle labbra e nel cuore quando, serio e con tono grave, mi rispose -"si vede che tu non hai mai amato davvero ...". Sentivo che per bocca di quell'uomo usciva una profonda verità, quella frase ebbe su di me l'effetto come di farmi cadere in un buco insospettato della mia anima. Ecco l'amore che volevo conoscere…. l'amore a cui volevo appartenere: un amore più forte della morte, un amore eterno. Per quelle parole mi affascinò quell'uomo che pur non era il mio tipo, mi piacque nonostante i calzini bianchi che orrendamente spiccavano sotto i pantaloni neri, avrei voluto conoscerlo di più, ma pur se attratto mi fuggiva… credo che con l'amore ne avesse già avuto abbastanza. Lui. In quel periodo mi incontravo spesso con amiche e una in particolare, Roberta, con cui passavo intere serate a parlare. L’argomento di conversazione comunque era quasi sempre monotematico, verteva infatti sempre sugli uomini, sul desiderio di un rapporto profondo, vero,totalizzante, con un uomo con la U maiuscola. Desideravo avere un compagno da amare ma anche da servire: è bello onorare e accudire un uomo che ti ama e che ti rispetta cosi come sei; quando infatti siamo amati per quello che siamo interamente, anche con le nostre fragilità, siamo stimolati a migliorarci e a non deludere chi ci sta accanto, ma, aihmè, dove trovare un uomo aperto ad un amore così? Un uomo che non fugge davanti alle responsabilità, un uomo con “tutte le vertebre”, forte e fedele, giusto e tenero allo stesso tempo. In questi dialoghi ci consolavamo con arachidi, patatine, e fiumi di latte condensato, quel 28 tubo di latte dolce passava di mano in mano come uno spinello. Una sera in particolare, con un’amica che aveva una mezza patatina incollata sul mento, un’altra che aveva un rigolo di latte sotto il labbro, ci accorgemmo di quell’abbruttimento in cui eravamo scivolate e scoppiammo a ridere dicendoci che, nonostante l’insoddisfazione di fondo per via di quei dolci, almeno non eravamo diventate acide. Fu in quel periodo che ebbi occasione di sentirmi telefonicamente con Giuseppe, un uomo che abitava a fianco della mia porta quando abitavo ancora nella casa dei miei genitori. Lui da anni era andato via da quella casa, ma io lo ricordavo molto bene. Avevo 5 anni quando, dal Cairo andai ad abitare in quell'appartamento a San Lazzaro. Per la differenza di età, lui aveva l0 anni più di me, non ci eravamo mai parlati, ma mi piaceva anche allora quel ragazzo taciturno e schivo con un carattere un po' ombroso, aveva anche una pronunciata anomalia fisica che invece di dispiacermi me lo rendeva ancora più unico ed affascinante. Avevo bisogno di parlare con lui, dato che divenne il datore di lavoro di mio fratello. Quando lo chiamai al telefono scambiammo due parole per la prima volta, e mi disse che dopo tanto tempo aveva desiderio di vedermi, anch'io desideravo vederlo. Ci accordammo per incontrarci da li a qualche giorno. Mi assalì una strana inquietudine, inquietudine che mi sorprendeva, sono sempre stata piuttosto disinvolta e sicura nei rapporti con gli uomini, non mi spiegavo tutti quei timori, era come se il mio spirito presentisse una storia molto importante, decisiva per la mia vita. Sentii subito l'esigenza di pregare e di affidare questo incontro a Dio. Fu una bella serata quella che passammo, e io mi sentivo straordinariamente viva. Da li a poco prendeva inizio la più coinvolgente storia d'amore che io avessi mai vissuto, ero pronta per conoscere l'amore che mi avrebbe portata a comprendere meglio quello Supremo: l'Amore di Dio Padre in Gesù Cristo. Dopo 15 giorni dal primo incontro con lui, della mia casina e della mia solitudine non mi importava più un fico secco; mi trasferii subito a casa sua. Il matrimonio solo da fissare. Mi disse infatti che ero la donna della sua vita e che con me al suo fianco non aveva più nulla da desiderare. Questo matrimonio lo considerava il premio di tante sofferenze passate, e anch’io lo consideravo così. Nutrivo dentro di me un segreto compiacimento, la mia attesa era stata premiata: avevo proprio capito tutto della vita. Non sapevo che l'amore avesse tanti colori, tante sfumature, era per me diventato padre, sposo, figlio. Oltre a una grande passione, avvertivo per Lui una tenerezza infinita come quella di una madre per il suo bambino, anche affinata dal fatto che aveva perso la madre, che ben conoscevo e amavo, quando aveva 29 poco più di vent'anni. Sua madre inoltre era stata anche la mia madrina alla Cresima. Conservo tuttora una medaglietta d'oro che mi regalò raffigurante la Madonna e con incisa la data dell'evento. Avevo quattordici anni quando morì, ne rimasi molto scossa perché avvenne improvvisamente una sera di settembre, la colpi un infarto a soli 45 anni. Lasciò nello sconcerto il marito e tre figli e l'amante del marito che poco dopo divenne sua moglie e nuova madre dei figli. Giuseppe in quell'evento scoprì anche di avere un fratellastro, già pronto, di otto anni. Mentre lo stringevo al seno mi scorrevano negli occhi quelle immagini drammatiche all'obitorio di tanti anni prima, entrai in quel luogo di morte giusto in tempo per scorgerlo davanti a sua madre, chino sulla sua bara, le diede sulle labbra un bacio, lungo, struggente, che valeva tutte le cose belle che non le aveva mai detto. Che sentimento di protezione, che tenerezza infinita provai mentre mi scorreva nel cuore quel ricordo, ricordo che mi commosse nelle viscere come allora e che mi fece nascere una lacrima, lacrima di cui si accorse e di cui mi chiese perché: -“sono felice”- risposi, -“molto felice”- mentre nel cuore pensavo: -“questo amore mi fa paura”- Come desideravo ora consolarlo di quella ferita, volevo donarglielo io quell'amore di madre che non aveva più. Chi lo dice che per essere madri bisogna partorire fisicamente? Forse che l'anima non può farlo? Dio solo sa come e quelli a cui lui lo vuole rivelare. Sì, pensavo, stringendolo a me, è lui l'uomo che Dio ha voluto per me. Ma le cose iniziarono a non mettersi bene, sembrava che parlassimo due lingue diverse, avevamo anche affinità diverse: lui, che sembrava piantato in terra, mi rimproverava di vivere sulle nuvole e allora avevamo smesso di parlarci. Lui parlava poco già per carattere, ed io, anche se sono sempre stata bene nel silenzio, ero un po’ amareggiata, non era infatti un silenzio che ci univa ma un silenzio che ci separava. Ma, nonostante questo, sapevo distintamente che nel mio cuore non ci sarebbe stato posto per nessun altro uomo sulla terra,... proprio per questa consapevolezza desideravo sposarmi. Il matrimonio che non avevo più avvertito come un traguardo necessario diventava, alla luce di quel sentimento, decisivo, importante. Sì, desideravo dire, assieme a lui, sì per sempre. Tutte le cose veramente serie, veramente importanti: il matrimonio, il sacerdozio, la consacrazione, lo sono proprio perché definitive. Un amore vero reclama un sigillo di irreversibilità! nel Cantico dei Cantici la sposa dice allo sposo ”mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione; le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! 30 Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo” se i matrimoni e le consacrazioni si fondassero su questo amore non finirebbero, se i “conviventi per scelta” avessero il coraggio di guardare a fondo la loro relazione, ed il perché nascosto delle loro resistenze a suggellare l’unione con una promessa matrimoniale, credo che scoppierebbero in aria come petardi... ma comprendo che ci vuole coraggio… a scoppiare, a guardarsi dentro davvero, ad avere l’umiltà di ammettere che abbiamo sbagliato, e che per timore, o per altro, stiamo vivendo un rapporto che è solo un surrogato di quello che vorremmo veramente vivere, e poi la fatica di affrontare la solitudine, l’incertezza, il dover ricominciare da capo..... Nel frattempo avevamo cambiato casa proprio in vista del matrimonio, trovammo una casa in campagna che superava tutti i miei sogni. Vengo da una famiglia povera .. e quella era una casa bellissima, immersa nel verde, nel silenzio e con un grande suggestivo lago. Sembrava che ci attendesse, assaporavo sempre di più la bellezza della solitudine in quel luogo. Ero cosi appagata dal sentimento cosi pieno che provavo per lui, che aveva perso interesse tutto il resto. Lavoravo quel minimo che mi permetteva un po' di autonomia, ma autonomia e indipendenza erano diventate parole grosse per me che amavo quell'uomo più di me stessa, ringraziavo spesso il Signore di quanto mi aveva dato e lo pregavo che esaudisse il mio desiderio di sposarmi, che benedicesse cioè la nostra unione. Desideravo ardentemente questo matrimonio anche per via di un sogno che feci e che si impresse fortemente in me: Giovani figure femminili mi aiutavano ad indossare l'abito nuziale… e i gioielli…. mi pettinavano, mi sistemavano il velo e c'era in me un'attesa, una disposizione così pura... una profonda e piena offerta di me stessa a questo evento. Mi alzai felice per le sensazioni vive e profonde sperimentate in questo sogno, e promisi al Signore che, purché mi esaudisse, non mi sarei lasciata sfuggire una sola delle Sue Parole in questo rapporto. Lo avrei ascoltato in tutto, proprio in tutto, e iniziò in me una trasformazione profonda... Mi accorgevo anche di quanto, a volte, fosse difficile metterle in pratica. Era un amore violento il mio, ma della violenza che appartiene a Dio. Non rispondevo più agli sgarbi, alle umiliazioni, sopportavo tutto, avevo come un faro sempre acceso: le parole di S. Paolo - "L'amore è benigno l'amore è paziente, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede tutto spera, tutto sopporta...." era troppo facile per il mio temperamento anche forte e orgoglioso, ribellarmi, reagire. Per via di quella sua anomalia fisica cercavo di comprenderlo, 31 superando le mie abituali norme di giudizio. In una parola, lo giustificavo in tutto. Non sapevo allora che così facendo stavo correndo a grandi falcate verso la croce, croce che il Signore, visto la mia buona volontà, teneva in serbo per me. Non si meravigli Sig. Taddeo che la croce sia un regalo. Se Dio l'ha data al Suo unico Figlio, come considerarLa diversamente? Le cose tra noi infatti si mettevano sempre peggio, non parlava più di matrimonio, evitava quell'argomento. Tiravo avanti consolandomi al ricordo dei primi momenti d'amore, come a un brillante che avevo visto e poi smarrito, e anche se non lo scorgevo più, imperterrita speravo che tornasse ad emergere... Io, sempre stata così lucida, così razionale nei miei rapporti precedenti, quasi spietata nell'interpretare i segni dell'amore che sono universali, coprivo, invece, con quell'amore, tutto ciò che non mi piaceva, tutto ciò che mi feriva. Mi accorgevo con sgomento di essermi spinta troppo in quell'amore, io non solo lo amavo, io lo adoravo! Anche i suoi difetti caratteriali, aveva una personalità dominante ed egoista, erano diventati pregi agli occhi miei, non avevo tenuto niente per me, forse, troppo sicura di me stessa e troppo certa che quella fosse la volontà di Dio, ho lasciato cadere ogni difesa, ogni cenno d'allarme. Quando entrai nella sua vita aveva da poco trovato una gattina nera per strada, l'aveva raccolta, curata teneramente, mi disse che quel animaletto aveva preannunciato la mia venuta. Quando la gatta un anno dopo era diventata un po' troppo impegnativa perché malata, finì nei magazzini della sua azienda, la trovarono morta alcuni mesi dopo, un lunedì mattina, appesa tra due porte su un ostacolo che non era riuscita a saltare, l’inquietante morte di quella gatta mi turbò... avrei fatto anch'io la stessa fine? mi chiesi con timore. Ma intanto mi ero attrezzata una cameretta proprio per me dove spesso mi ritiravo a leggere e a meditare il Vangelo, il soffitto di quella stanza era attraversato da due enormi travi che formavano una perfetta croce, io che ho passato una vita a rifuggirle le croci ora amavo dormire sotto ad una croce immensa. Non mi faceva più così paura la croce, ora ne ero come attratta, affascinata da quello che intuivo essere il più grande mistero d’amore. Comprai diversi libri spirituali, tra questi lessi la vita di S.Francesco e di Santa Chiara, e mi sembrava di poter comprendere quale pienezza di gioia, quale suprema libertà dovessero aver vissuto nell’abbandonare ogni cosa per amore del Vero e della Suprema Bellezza, mi chiedevo chissà quale Luce intuirono e trovarono per far si che tutte le altre si spegnessero... Quale Speranza avevano colto per ritenere patimenti, miseria, fame, tribolazioni e umiliazioni perfetta letizia? A quale forza si erano abbracciati per contrastare tutto il loro 32 mondo e per lasciare un afflato spirituale che non ha ancora finito di dare frutti di consolazione e di speranza? Non erano forse creature semplici S. Francesco e S. Chiara? I Santi sono come tutti noi riflettevo.. altro non avevano fatto che prendere sul serio le parole di Cristo... questa era stata la loro forza! Se il Signore ci dice che senza di Lui non possiamo fare nulla è implicito che con Lui possiamo fare tutto!!! Anche cambiare il mondo! Trasfigurarlo!... Chi è che vince il mondo se non colui che crede che Gesù Cristo è il figlio di Dio dice S. Giovanni. Questi, erano i pensieri e le considerazioni che mi passavano nel cuore in quel periodo… Se da una parte i segni che mi venivano da Giuseppe erano deprimenti, quelli che mi venivano dal cielo erano sempre più forti e confortanti. Il Signore mi faceva capire che non ero sola, in tutta questa faccenda Lui c'era, eccome. Era davvero sempre più Lui il mio pensiero, ero sempre più attratta dalla Sua figura dalla Sua personalità così ricca e variegata, dalla sua volontà forte, dalla sua grande libertà e dalla sua sensibilità finissima. Gesù, che dice di amare i propri nemici, che parla come un Re, che sconvolge le abitudini di un popolo e diviene uno scandalo e una minaccia per il potere e che paga con la più terribile delle morti, l’annuncio della venuta di un Regno nuovo...dove la fortuna e la benedizione hanno un senso stravolto: sono regalate ai poveri, a quelli che piangono…. E quale autorità e fascino emana, Lui, che con la sua vita ci fa comprendere che la vita vale solo se si è disposti a morire per essa…. Mi stavo innamorando di Gesù Cristo... desideravo anch'io fare qualcosa per Lui. Cominciai ad andare in una Chiesina vicina, e chiesi al Parroco, se potevo andare a pulire la Chiesa, mi accorgevo che pulire quel luogo sacro mi dava una profonda gioia interiore, amavo la sacralità che respiravo nel Tempio di Dio, la Maestà, la Solennità che con forza misteriosa si sprigionava da quell’ Uomo Crocifisso.. Mi sentivo una privilegiata, pulire i pavimenti della casa di Dio, spolverare ostensori, coppe, servire il Signore, il Re, mi causava un euforia, che a mala pena riuscivo a trattenere. Leggevo sguardi di commiserazione negli occhi di Giuseppe, dovevo sembrargli una donnina rimbambita. Dov'era finita la spregiudicata, ironica ragazza di un tempo? mi pareva che si chiedesse, ma ciò non sminuiva la mia gioia neanche un po', anzi, era arrivata l'ora che io prendessi la Santissima eucaristia, mi preparai con cura, era il periodo pasquale, dopo tanti anni feci la mia prima e credo insolita confessione, al sacerdote infatti gli dissi che tutti i miei peccati li avevo già pagati con il rifuggire il Signore e con il credere per quasi una vita che fosse lontano e distante da me. C’è forse un’amarezza peggiore di questa...? 33 gli chiesi. Gli confidai anche che da Dio mi sentivo già assolta, ma che desideravo che l’assoluzione venisse anche attraverso un Suo sacerdote perché si compisse ogni giustizia. Andai con la sensazione di raggiungere il mio Amante... a tutte le funzioni del triduo Pasquale. Una di quelle sere il sacerdote mi chiese di leggere ad ogni stazione della via crucis le parole di accompagnamento, ricordo l’improvvisa emozione che mi fece incrinare la voce quando arrivai alla... terza caduta di Gesù... e sentii anche, che come un “domino” che cade e che fa cadere uno a uno tutti gli altri, così la mia emozione era passata a tutti i presenti. Il Giorno di Pasqua mi accostai a quel sacramento con trepidazione, erano più di 4 anni che seguivo il Signore che lo ascoltavo e più di 20 che non facevo la comunione.... Era l’11 Aprile del 1993 e fu in quel giorno benedetto che lo riconobbi pienamente dentro di me. Fu subito dopo quella Messa, nel giardino di casa, mentre guardavo il cielo e feci in tempo a pensare che quella era la mia patria, il cielo, che mi sentii posseduta da un amore senza fine, come se due mani con delicatezza, ma anche con forza, mi avessero allargato il cuore per far scorrere quel torrente di Amore. In quel momento mi era stata donata una capacità d'amore sconfinata, sapevo, in quell'attimo, che avrei avuto una parola di speranza e di consolazione per chiunque vivesse una situazione difficile, disperata. Investita da quell'amore riesco a vedere la Sua onnipotente misericordia e provvidenza in ogni cosa, anche in quegli eventi che sembrano orribili, inspiegabili, assurdi. Vedevo gli uomini, come persone cieche che mangiano, dormono, fanno l'amore, ignari della grandezza che li sovrasta, ignari del mondo invisibile di Dio ma che mi era stato dato di percepire come ancora più reale di quello che vedevo. Avrei urlato al mondo c'è Dio, non siamo soli, siamo tutti fratelli, tutti figli dell'unico Padre. Quell'esperienza anche se silenziosa e interiore, aveva lasciato tracce visibili nel mio corpo, mentre rientravo in casa Giuseppe mi vide e mi chiese se fossi ubriaca, ero infatti inebriata, letteralmente stordita d'amore. Corsi nel bagno, feci appena in tempo a chiudermi dentro prima di sciogliermi in un pianto di gioia, tra le lacrime scongiuravo il Signore di non esagerare, avevo paura.. di morire...di morire di felicità. Dopo questa invasione d’amore non sapevo spiegarmi come avrei potuto conciliare l'immenso amore di Dio, l'urgenza di portare la mia testimonianza e il mio rapporto con Giuseppe, infatti, anche se non mi rendeva più felice, una separazione non riuscivo neppure a supporla. Ma circa un mese più tardi il Signore mi fece una sorpresa: quel giorno avevo preparato la casa con cura, avevo comprato dei fiori gialli, il colore che preferiva Giuseppe, e 34 grandi vasi di gerani, che avevo disposto con amore nel portico di casa. Dovevo quel giorno accompagnare un mio cugino a un colloquio di lavoro, ma non trovavo le chiavi della macchina, e chiesi a Giuseppe di darmi una delle sue macchine, mi rispose di no. Lo supplicai che era importante che mio cugino andasse a quell'appuntamento, era infatti senza lavoro. Imperturbabile…… e per punirmi della mia svagatezza si rifiutò. Andai nella mia camera e mentre piangevo per la durezza del suo cuore, rivolsi il mio pensiero al Signore e gli chiesi: -"Perché mi tratta cosi? Cosa potevo fare che non ho fatto? lo sto amando con l'amore stesso che mi dai tu, lo innalzo come se fosse il migliore dei mariti…"- E aprii il vangelo su questa pagina di S. Giovanni Gesù dunque stanco del viaggio sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: dammi da bere. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la samaritana gli disse: come mai tu, che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? .I giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice dammi da bere! tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva. Gli disse la donna: Signore tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest' acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge? Rispose Gesù: Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che gli darò io, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Signore, gli disse la donna ,dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Le disse Gesù: Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui. Rispose la donna: non ho marito. Le disse Gesù: Hai detto bene non ho marito…, quel "hai detto bene non ho marito" mi entrò nel cuore come una spada di luce che mise in evidenza la verità della mia vita, nuda, senza alcun velo. La Parola di Cristo, Sig. Taddeo, è un fuoco divoratore che mette a dura prova tutto ciò che è nell'uomo, essa non si rivolge alla superficiale ragione discorsiva, ma alla più estrema profondità del cuore; quell'uomo che amavo e che innalzavo come il migliore dei mariti, non era mio marito e neppure voleva più esserlo…… Ma la pagina continua, nel proseguimento del discorso Gesu le dice:” infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito Gli replicò la donna. Signore vedo che tu sei un profeta, i nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare. Gesù le dice 35 credimi donna è giunto il momento in cui né su questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito e verità. Gli rispose la donna: so che deve venire il Messia (cioè il Cristo) quando egli verrà ci annunzierà ogni cosa, le disse Gesù “ sono io che ti parlo. “ Sign. Taddeo, quelle parole di Gesù "sono io che ti parlo" mi causarono una violenta emozione, mi fecero sobbalzare il cuore nel petto, ora non avevo alcun dubbio, quelle parole erano per me, chi mi aveva parlato era Gesù! Tante volte avevo letto quella pagina, ma quella volta quella pagina e quelle parole erano proprio per me. Il Signore mi aveva risposto e chiamato. Ero esterrefatta, non riuscii a prendere sonno, ebbi anche l'intuizione profonda, lucida, sicura, che nel Vangelo, in quel libro vivo, ci fosse una parola per ogni uomo del mondo e che a tutti è dato dì poter essere interlocutori personalmente interpellati da Cristo. Ma anche che tutti potevano personalmente interpellarlo, proprio così come era successo a me. Ero attonita, e angosciata, soprattutto all'idea di dirlo a Giuseppe, aveva avuto qualche mese prima un ricovero in terapia intensiva per seri problemi di cuore, problemi di cuore da me predetti e annunciati una settimana prima, quando lui godeva di ottima salute, mai infatti aveva avuto problemi cardiaci. Furono i giorni più dolorosi e strazianti della mia esistenza. All'idea di dargli quella notizia mi sembrava che mi dividessero l'anima in due, oltre al dolore di abbandonarlo, temevo terribilmente per la sua vita, per come avesse potuto reagire a una notizia cosi inaspettata e clamorosa. Lui, in Dio, neppure credeva. Fu una vera e propria agonia, cercavo di trovare il coraggio ripetendomi che quella era la volontà di Dio e quindi era una cosa buona, anche se non la comprendevo, anzi, non solo non la comprendevo, ma mi sembrava follia pura, dovevo fidarmi, e fu proprio attraverso quel dolore che ho provato un po' come si deve essere sentito Abramo, quando Dio gli chiese di sacrificare Isacco. Compresi allora intimamente quale amaro prezzo abbia avuto la nostra salvezza per Dio Padre che ha sacrificato suo Figlio.” Ho sperimentato nella mia anima cosa significa donare in sacrificio la persona più preziosa che si ha. Piangevo, riflettendo quanto il Suo Amore sia grande, terribile, incompreso: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio unigenito", solo ora comprendevo la portata di quelle parole... di quel Sacrificio... e il mio pensiero poi, subito corse alla Madonna e al 36 martirio che il suo cuore ha sostenuto per poter diventare madre nell'anima di tutti noi, ero schiacciata da tutto quell’Amore, da tutto quel Dolore che si acuiva e rinnovava mentre leggevo le parole ” siete stati comprati a caro prezzo..con il sangue di Gesu Cristo” in quei tre giorni non riuscii ne’ a mangiare ne’ a dormire, di notte, raggomitolata come una cerbiatta ferita nel cuore, aprivo la Bibbia e leggevo che il mio dolore era ben conosciuto, e chissà da quanti altri era stato vissuto prima di me e con me ” Pietà di me Signore vengo meno ..sono stremato dai lunghi lamenti, dimentico perfino di mangiare.. ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto, nel tuo sdegno non punirmi...la mia anima è tutta sconvolta ma tu Signore fino a quando? .. Il terzo giorno di quel calvario era domenica, sentivo che era arrivato il momento di dirglielo. Avevo infatti una pace larga nel cuore. -"Giuseppe mi faccio suora"- gli dissi. Mi guardò e mi rispose che mi voleva bene ma che non mi amava…! E io che pensavo che gli venisse un infarto! Rivolsi il mio pensiero al Signore e gli dissi “mi hai fatto uno scherzo come per Isacco!” Nel giardino di casa, quel giorno il Signore si manifestò come Creatore, diede un segno, talmente straordinario, miracoloso e tangibile dallo stesso Giuseppe, anzi, proprio lui se ne accorse per primo e mi chiese spiegazioni….Che mi perdoni Sig. Taddeo ma lo tengo per me, cambierebbe vagone. - Senta ..sorella, madre,…. com'è che la posso chiamare? -- Mi chiami signora, che è tutt'e due le cose più qualcos’altro. - Sig.ra Viviana, lei mi ha un po' indispettito con questi segni, è come se mi facesse vedere e sentire l'odore di un buon piatto e poi non me lo facesse gustare! -- Ha ragione, ma vede, questi segni il Signore li ha dati a me, lei non potrebbe davvero gustarli appieno, in fondo la lascerebbero abbastanza indifferente perché non le appartengono, si metta piuttosto lei stesso in disposizione d'animo di riceverli, allora sì che comprenderà davvero cosa vogliono dire le parole di Gesù "a chi mi ama io mi manifesterò" e la gioia che da questo ne deriva. ---Credo che molto presto lo farò, ma, mi dica ora, cosa fece subito dopo la rivelazione che ebbe. ---Sconvolta, pochi giorni dopo questi accadimenti, andai ad Assisi, patria di S. Francesco e ispiratore poi della mia spiritualità, corsi in un convento qualsiasi, con l’intento di entrarvi, ma la madre superiora vedendomi affranta, non mi accolse e mi consigliò di aspettare, mi sentii rifiutata anche dal Signore. Nel giro, anche questa volta, di quindici giorni non avevo più una casa. I miei mobili, Giuseppe, li parcheggiò in un magazzino del paese, i miei abiti li trovai 37 nelle scatole già impacchettati chissà da chi, era accaduto tutto cosi improvvisamente: l'esperienza mistica avvenuta il giorno di Pasqua, poco più di un mese dopo, lo sconvolgimento per la chiamata del Signore, l'inaudito miracolo, accorgermi non solo che Giuseppe non mi amava, ma che addirittura sembrava avesse paura di me e non vedeva l'ora di liberarsi della mia presenza, il monastero che mi rifiutava….. Sembrava tutto un film irreale… Avvertivo il mondo come una macina inesorabile, assurda, che mentre ruota schiaccia senza guardare chi vi e sotto. Per reggere al dolore di quella devastazione, per un mese mi sono rifugiata nella follia: -"Psicosi"- disse lo psichiatra dal quale mi portò mia madre, io non opposi resistenza a sottopormi a lui perché lo volevo “evangelizzare”. Andavo in cerca di luoghi deserti tra le montagne e rivolta al cielo con tutta la voce che avevo Gli gridavo: ” Vieni giù, che cosa stai aspettando! Qui ci stanno massacrando!! Mi sentivo come sospesa, più vicina ai morti che ai vivi .. A tutti dicevo che arrivava la fine del mondo e che il Signore sarebbe arrivato da li a poco a vendicare il Suo sangue. Il Sangue con cui il Signore ha acquistato la Sua Chiesa che fine aveva fatto? Come era stato trattato? dalla Sua stessa Chiesa, da coloro che portano il nome di cristiani mi chiedevo. Davanti al Suo amore mi pareva tutto così inadeguato, mancante, e aggiungevo che sarebbe venuto a sistemare ogni cosa. Alle persone colpite da lutti andavo dicendo che avrebbero rivisto i loro cari a giorni; Incontrai una persona in carrozzella e le dissi che da lì a poco il Signore l'avrebbe fatta camminare; Vidi un non vedente e anche a lui dissi che il Signore tornava e che gli avrebbe ridato la vista. Nessuno, neppure i sacerdoti dai quali amici preoccupati mi portarono, (a uno di questi che mi sembrava un po’ troppo afettato e pomposo per essere amico di Cristo dissi che nel giorno del giudizio al suo posto, mi sarei cagata addosso..) riuscirono a togliermi quella idea erronea, idea che ho compreso poi, mi poteva essere tolta solo attraverso un accadimento soprannaturale, accadimento che per solo volere di Dio mi liberò da quello stato. Anche quel giorno ero in treno, diretta a Milano, stavo andando a sciogliere un contratto assicurativo e a prendere quello che mi rimaneva per ricominciare da capo: quattro milioni in tutto. Incontrai, nel corridoio del treno, una signora. Ci mettemmo a parlare, e anche a lei dissi che il Signore sarebbe tornato presto, questa, dopo una pausa di silenzio, mi disse una sola parola: "demagogia". Le chiesi cosa significasse e mi rispose –"non lo so, è la parola che ho sentito nitidamente nel petto, io vivo sola e sono molto devota al Signore Gesù Cristo e ogni tanto mi accade di sentire parole che illuminano la mia vita o quella di altri"-. Una volta tornata a 38 Bologna, cercai subito un vocabolario e lessi il significato di quella parola che tante volte avevo sentito ma di cui non ne conoscevo il senso: "arte di accattivarsi il favore delle persone con promesse difficilmente realizzabili". Anche se il mio errore non era dettato da interessi personali ma solo dalla necessità di sopravvivere a quel disastro che era diventata la mia vita, la fine del mondo infatti era arrivata ma solo del mio, scivolai in uno stato di prostrazione profonda, il Signore non sarebbe tornato cosi presto come credevo e speravo, ed io avevo portato dolore su dolore ad altri fratelli sofferenti. Ora ero profondamente lucida nel mio dolore, e consapevole di quello che mi ero inventata per non morire. Lo psichiatra si meravigliò che la mia psicosi era guarita in 5 minuti, e non per merito suo, ma mi ordinò degli antidepressivi, che mi rifiutai di assumere; gli risposi che all'idea di prendere degli antidepressivi, mi deprimevo ancora di più e che avevo la risorsa della preghiera. Mi rispose seccato –"Signorina d'accordo che non posso competere con l'Altissimo ma lei ha bisogno di aiuto"- "ha detto bene dottore lei non può competere con l'Altissimo e l'aiuto me lo darà Lui"- Entrai così in un tunnel dove non ne scorgevo il fondo, proprio io che avevo sperimentato l'amore folle di Dio mi sentivo disperata, proprio io che quel giorno di Pasqua avevo compreso di poter avere una parola di speranza per i miei fratelli più disperati, ora non la avevo per me, sentivo nel cuore una piaga viva incurabile, sempre aperta. Ripercorrendo il mio rapporto sentimentale con Giuseppe mi sentivo tradita anch'io come Gesù per due lire, mi vennero in mente i motivi che Giuseppe aveva addotto al suo disinnamoramento ed erano cosi insignificanti, …. altro che "amore più forte della morte". Pensai alla tristezza di Gesù nell'orto degli ulivi quando disse "la mia anima è triste fino alla morte", per tre anni si era estenuato nell'insegnare, nel guarire, nel beneficare chiunque lo invocasse, e, mentre in quel giardino aveva voluto accollarsi tutta la debolezza della condizione umana, i discepoli non furono capaci di vegliare con lui neppure un'ora. Mentre il Signore Gesù sudava sangue dalla paura, quelli che si era scelti dormivano. Avevo una terribile sensazione di perdita come di aver buttato, assieme a me stessa, tre anni di puro amore in mare. Nel confessionale, dove speravo di trovare conforto, confessavo sempre lo stesso peccato: la disperazione. Cominciavo sempre con le stesse parole: “sono disperata” - “ha mai pensato che forse quell'uomo non era in grado di corrispondere ad un amore cosi grande?"- mi chiese un sacerdote. Fu questa la mia colpa Sig. Taddeo: lo adoravo e avevo messo la mia vita nelle sue mani "maledetto l'uomo che confida 39 nell'uomo e pone nella carne il suo sostegno" recita un salmo biblico, c’è un proverbio arabo che dice: chi confida nell’uomo è come chi confida nell’acqua del passino... Solo il Signore merita sentimenti simili e, solo Lui, può corrispondervi. Mi imposi di andare a Messa ogni mattino, per riuscire a trovare la forza di arrivare a sera e soprattutto di non togliermi la vita, la mia tentazione più grande. Stetti anche allora tre giorni senza mangiare, desideravo consumarmi fino a dissolvermi, la morte aveva su di me un grande fascino, mi sembrava bellissima, la fine di ogni male. La mia vita infatti era diventata insopportabile. In lacrime, davanti a un’immagine della Madonna (davanti a Gesù mi vergognavo..), la supplicavo di ridarmi o di togliermi definitivamente Giuseppe dal cuore. Io non ci riuscivo neppure ripetendomi come un “mantra” le sue parole più taglienti. Di notte, nel sogno, lo raggiungevo e gli sussurravo tu rimarrai sempre il mio bambino. “Ogni vera ferita d'amore, da te è stata inferta Signore. Sussurralo a chi non si da pace, a chi, scivolato dentro gli occhi dell'amato è entrato in quello stato dove amore e morte si danno un bacio e più non dimentica, piange e tace, diglielo Signore che eri tu. E dagli pace.” In quei mesi così duri, dove il male sembrava avesse l ‘ultima parola, mi vennero incontro alcune parole di Cristo: "Chi non perde la sua vita non può essere mio discepolo". La mia vita, quanto desideravo perderla…. l'unica cosa che mi frenava dal compiere quel gesto, era il dolore che avrei causato alla mia famiglia, che colpa ne avevano loro della mia sofferenza? Perché allargare questo mare di dolore, "Chi non odia anche la propria vita in questo mondo non può essere mio discepolo": ecco il mio suicidio, pensai, morire al mondo e seguire il Signore. Si, dissi fra me, odio la mia vita e anche seguire Cristo è un suicidio! E Forse la mia vita che per me ora non ha alcun valore e senso, anzi mi è terribilmente di peso, potrà un giorno consolare qualcuno. Non ebbi proprio io un giorno immensamente felice in cui compresi di aver ricevuto dal Signore il dono di portare una parola di consolazione? Ma che consolazione avrei portato allora senza aver provato che cosa significasse davvero la disperazione? Ora mi era stata data anche la grazia di saperlo. Questa soluzione mi consolò. Oltre al pensiero che così avrei sposato proprio Colui che ha creato quell'uomo da me tanto amato. Perché rassegnarsi a vivere mutilati nel 40 cuore? Perché accontentarsi di amare di meno? Se avevo amato tanto una creatura imperfetta quanto più avrei amato Lui che è la stessa Perfezione! Avevo capito ormai che non era neppure “amare” la mia vocazione, "adorare" era la mia vocazione! Cercai una casina in affitto, e ne trovai una molto, molto graziosa in campagna; avevo bisogno di vedere alberi e fiori. Dei quattro milioni che avevo anticipai due mensilità e pagai una per il mese corrente, mi rimaneva all'incirca poco più di un milione, non sapevo neanche io come avrei potuto mantenere quella casa. Ero distrutta, una vera e propria derelitta senza un filo di energia, e "per vendere, per convincere" ci vuole animo. Ma il silenzio e la solitudine erano vitali più del pane per me, ci avrebbe pensato il Signore! Per far fronte alle spese cominciai a vendere gli oggetti più preziosi della mia casa, quando, da lì a due mesi, una persona molto speciale, mi è stata vicina, mi ha ridato fiducia negli uomini, mi ha mostrato come la misericordia e la provvidenza di Dio passino attraverso le persone che Lui ci mette accanto in momenti delicatissimi della nostra vita, suoi angeli soccorritori che manifestano la Sua Salvezza, la sua tenerezza, e che sono portatori del Suo amore. Se ora posso portare una parola di conforto lo devo anche a lui, che colpito intimamente dal mio stato e da quanto mi era accaduto, mi diede un aiuto anche economico cosi decisivo da annullare il problema del mio sostentamento, e cosi, nella calma, nella solitudine e nel silenzio, ricomposi i fili spezzati della mia esistenza. Passai tre anni in quel luogo e tanti, tanti pensieri e dubbi affollarono la mia mente. Per alcuni mesi non ebbi più il coraggio di aprire il Vangelo, quel Libro era stato capace di buttarmi a terra come da un treno in corsa. Mi capitò anche di rinnegare il Signore: - "Suora io? non sia mai!"- Non mi meraviglia infatti come, nonostante tutti quei prodigi e segni grandiosi che il Signore operò davanti ai suoi discepoli, essi abbiano avuto poi il coraggio di lasciarlo solo e di scappare. Le tenebre del mondo possono essere cosi fitte da farci quasi cancellare la Sua presenza, il Suo ricordo, i Suoi doni. E poi in fondo siamo tutti un po’ vigliacchi e deboli. Mi era passata la disperazione, ora stavo incominciando a conoscere il "lasciarmi vivere", l'apatia, l'insignificanza, stavo infatti accontentandomi di vivere senza progetti, senza sogni. Chiusa in casa, leggevo e pregavo. In quel silenzio introspettivo arrivai a considerare che quell’uomo mi aveva cosi coinvolta, anche perché mi dava la sensazione di non riuscire mai ad arrivare in fondo al suo sentire, era anche la sua inaccessibilità che mi attraeva ed affascinava, come se celasse molte cose preziose da guadagnare con sforzo. Quei lunghi silenzi a cui mi aveva abituata, forse semplicemente perché non mi 41 amava, ero arrivata ad amarli e a ritenerli vitali, indispensabili... Il silenzio e la solitudine ora facevano parte del mio essere più profondo, avevo compreso che una normale vita di coppia, anche con il migliore uomo del mondo, non mi avrebbe soddisfatta interamente, non sarebbe più bastato un uomo e la normale vita di tutti i giorni. Alla mia anima abituata a dissetarsi nel silenzio delle divine e misteriose parole di Cristo, pareva infatti essersi dilatata, era come diventata insaziabile di conoscenza, di mistero, di ricchi tesori da scovare, e oramai aveva spazi non raggiungibili da umane parole... , ma con tutto questo non riuscivo a immaginarmi neppure suora, mi dicevo: -"sono stata un fallimento con gli uomini, dovrei cominciare a fallire con gli angeli adesso? Il Signore vuole forse da me un fallimento cosmico? - Mi immaginavo in qualche monastero depressa, irrealizzata, un albero rinsecchito, la vita in comunità non mi attraeva: vengo da una famiglia numerosa e sentivo che quell’esperienza in un certo senso l’avevo già fatta, avrei voluto sperimentare l’unione con Dio e la Sua provvidenza personalmente, in un rapporto di coppia, giorno per giorno, non godendo della tranquillità, della solidità (ma anche del rigore e della noia) di una congregazione religiosa. Solo la parola voti, mi incupiva, e mi incupisce tuttora. L'unione con Cristo mi sembrava sigillata in questo modo, una serie di negazioni, di privazioni…. non sarebbe stato meglio un semplice, profondo, inesorabile Si? Un si pieno, incondizionato, irreversibile come quello di Gesù, come quello di Maria che non si è ritirata in un convento, ma ha vissuto il suo ruolo di sposa e madre nella quotidianità di una vita semplice, in casa. Parlavo tanto del Signore agli amici che mi venivano a trovare, ma poi un vero salto non lo facevo e mi dicevo: - "Se continuo di questo passo comincerò a far pietà a me stessa" .Le mie parole di fede non seguite da azioni concrete diventavano sempre più deboli e inconsistenti. Temevo di finire la mia vita aggrappata ai ricordi e di diventare una statua di sale, come la moglie di Lot che disobbedì al comando di Dio di non voltarsi indietro. Temevo di limitarmi a guardare da spettatrice il fiume della vita, senza avere il coraggio di tuffarmici nuovamente. Con Cristo bisogna guardare avanti, lanciarsi, per accorgersi di saper nuotare. Bisogna abbandonare tutti i ragionamenti, e le supposizioni, i programmi…… infatti Lui li fa, ma sono cosi straordinari che non puoi immaginarli, ”le mie vie non sono le vostre vie” “venite e vedrete …“ Bisogna fidarsi di Lui, e andare senza sapere dove per poter vedere. Il Signore è imprevedibile... è Dio! "La verita vi farà liberi" “io sono la Via. la Verità e la Vita dice Gesù. Sentivo che se non avessi più avuto il coraggio di seguire Gesù, avrei perso la mia grande occasione, come 42 se per tutto quel dolore passato mi fossi conquistata l’accesso alle Olimpiadi dello Spirito e che per ignavia, sul più bello, rifiutassi di parteciparvi. Si, fermarsi ora, era proprio da sconsiderati, da veri idioti, riflettevo tra me e me Ma non paga, continuavo a torturare il Signore "ma ti sembra" -gli dicevo "che io possa essere il tipo suorina che con le mani giunte ti prega in ginocchio…?…. ho un carattere di fuoco, appassionato, e poi mi sento donna fino al midollo...e mi è sembrato che mi rispondesse, -"Credi che non ti conosca? Hai paura che Io, Dio, ti deluda?"- Non sapevo rispondere, e l'idea che Gesù Cristo potesse deludermi, mi faceva sorridere di me: e chi ero io per poter essere delusa da Cristo?!! “ E la castità? Avevo 35 anni, al pensiero che non avrei più fatto l'amore mi veniva da ridere .... per non piangere. Mi tornavano alla mente le sue parole, "C'è chi è eunuco dalla nascita, chi lo diventa per colpa degli uomini, e chi si fa eunuco per il Regno dei cieli. Chi può capire capisca" beh, che sarei appartenuta all'ultima ipotesi era lampante, ma capire non capivo, "non ti sei mica sbilanciato molto" gli dicevo scherzando e anche "non capisco ma mi adeguo anzi mi fido". Mi tornarono alla mente i miei momenti d'amore con Giuseppe, non era forse terribilmente più grande quel sentimento che mi usciva dal cuore, non sovrastava forse quello, che neppure riusciva a far capolino dai sensi? Quel sentimento che usciva dal mio cuore era infinito, era Lui, è quello stesso amore che fa dire a S. Paolo "quello che io consideravo un guadagno lo ritengo una perdita a motivo della conoscenza della sublimità di nostro Signore Gesù Cristo, tutto io reputo spazzatura al fine di essere trovato in Lui". -"Suo marito può essere solo Gesù Cristo"-, mi confermò un sacerdote al quale mi sottoposi, -"ha avuto la mano molto pesante con Lei, si aspetti cose molto difficili, ma è Lui suo marito". Sorridendo felice, sia per il Marito, sia per le difficoltà, dissi: -"allora posso considerarmi la sua fidanzata?"- "no, si consideri già sua moglie."- Mi piaceva proprio quel sacerdote che non mi trattava da anima disincarnata e che mi parlava di Cristo soprattutto come uomo. L'Uomo per eccellenza. A farmi comprendere che era Dio ci aveva e ci avrebbe pensato Gesù stesso -"Devo cercarmi un convento?"- chiesi perplessa, -"se lei entrasse in un convento uscirebbero le suore, lei deve vivere normalmente con Gesù, come marito e moglie" – “Oh davvero..?.. proprio quello che non osavo sperare... proprio come marito e moglie?” – “Sì, anche se il vostro matrimonio sarà di un amore purissimo, immacolato"- "e i figli?"- "i vostri figli saranno tutti quelli che insieme porterete alla fede"- “Oh, che programma di vita! Sposata nell’amore più puro a Gesù Cristo… 43 ...diventare madre di fede: dare ai miei figli il Migliore dei Padri, figli destinati alla vita e alla gioia eterna… figli che non muoiono....” Ricominciai a sognare, la cosa che mi faceva più felice, e a prepararmi al Marito, al Matrimonio per eccellenza. Il Matrimonio lo fissammo per la Pasqua. 15 giorni prima delle nozze, un amico venne ad aiutarmi a fare dei lavori nella casa, la canonica dove sarei andata a vivere con Gesù. Ebbe l'idea di far di tutto per distogliermi dal mio proposito che considerava folle. Mi diceva infatti, assieme a tanti altri, che la mia scelta era nient’altro che una fuga ... Si era improvvisamente infuocato d'amore per me, minacciava di usarmi violenza e mi diceva che se non corrispondevo al suo amore, o mi ammazzava o si sarebbe ammazzato, e dato che in alcuni momenti era veramente fuori di sé ero spaventata. ….. Mi arrivarono assieme a una sua telefonata, in cui mi diceva che doveva assolutamente parlarmi, diversi segnali inquietanti: la bambina vicina di casa senza motivo alcuno venne a dirmi che nel mio appartamento in due anni erano già morte due persone, pochi minuti dopo ricevetti la prima telefonata del mio padre spirituale che mi chiedeva di non dare il suo nominativo a questo ragazzo, perché temeva ritorsioni. Mi assalì il terrore, anche se trovai la forza di scherzare con Gesù: -"Guarda che io ho una storia diversa da Santa Maria Goretti, mi piacerebbe morire martire per te, ma ora non ci crederebbe nessuno, morirei per niente"- Decisi di ribellarmi anche di quel terrore e con tutta la forza e la risolutezza che avevo, quando me lo trovai davanti gli dissi che non aveva considerato una terza ipotesi e cioè che lo avrei ammazzato io. Fu come se ritornasse in sé, pianse, si scusò, non sapeva spiegarsi questo sentimento così violento, io sapevo spiegarmelo invece, c'era qualcun'altro, più che lui, che non era contento di queste nozze, quello che lei, Sig. Taddeo, crede che sia solo dentro di noi. "E non siamo ancora sposati" pensai "cominciamo bene.." Una settimana dopo esattamente il 7 Aprile 1996, giorno di Pasqua, convolavo a nozze con Gesù. Per bomboniere avevo uova benedette, tutte colorate, dipinte da me. Mi sono sposata in Chiesa non c'era gente, non c'era nessuno tranne il Signore presente nel tabernacolo, e con il Suo Spirito. Neanche il prete che ha benedetto l'unione per telefono… Mentre sorridevo con un amico al ricordo di queste nozze insolite e sobrie, mi sorprese, quasi mi spiazzò quando mi chiese "ma non hai pensato perché sia avvenuto cosi questo Matrimonio, voi due soli senza neppure il prete?" "Beh, è molto anziano il mio sacerdote" risposi ..e lui, guardandomi negli occhi con voce davvero convincente, "è perché ha voluto essere solo con te". 44 Che cosa dolce mi stava dicendo Gesù per bocca di quel fratello. Non aveva forse con me fatto tutto da solo? Ha voluto anche sposarmi da solo.. Lui, poi, oltre che uomo e Dio è anche l'Eterno Sacerdote. Credo che valgano queste nozze e che un giorno la Chiesa le riconoscerà. Sì credo che valgano, anche se ho solo detto nel silenzio del cuore "si voglio essere tua sposa per sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, accudirò con amore i figli che vorrai donarmi, tutti quelli che faremo nascere alla fede in Te. Ne voglio tanti e tutti rassomiglianti a Te, amen." E' cosi che sono diventata monaca Sig. Taddeo …..e sa cosa mi accade ora a pochi anni di matrimonio? Che inizio a scorgere nel mio seno l'acqua viva che il Signore promise a quella donna Samaritana, e a me, le mie lacrime passate, sono diventate una sorgente zampillante di vita, di aspirazioni, di progetti per me prima impensabili. Mi accorgo ora di quanto siano vere quelle parole del salmo: ”Beato l’uomo che trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio, nell’andare se ne va e piange portando la semente da gettare ma poi ritorna con giubilo portando i suoi covoni”e anche “erano partiti nel pianto li ricondurrò tra le consolazioni” ora nel cuore credo che proprio Gesù mi ha deposto un grande sogno: la realizzazione di una grande, forte e libera comunione spirituale, tra tanti fratelli e sorelle sole che, come me con spirito francescano, vivano nelle innumerevoli Chiesine chiuse per mancanza di sacerdoti. Ognuno con il talento ricevuto: artistico, letterario, di sapienza, di ascolto, di preghiera, moltiplicato per la Gloria di Gesù Cristo. Persone sole, anzi compagni di Cristo, che siano segno di speranza, messaggeri autentici della risurrezione di Gesù. Risurrezione che hanno sperimentato nella loro stessa vita e che incarnano come Gesù la profezia di Isaia 61: “ Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione ; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio per consolare tutti gli afflitti per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito di lutto, 45 canto di lode invece di un cuore mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore per manifestare la Sua gloria. Ricostruiranno le vecchie rovine, rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni. Ci saranno stranieri a pascere i vostri greggi e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti. Vi godrete i beni delle nazioni, trarrete vanto dalle loro ricchezze. Perché il loro obbrobrio fu di doppia misura, vergogna e insulto furono la loro porzione, per questo possederanno il doppio nel loro paese, avranno una letizia perenne. Poiché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia. io darò fedelmente il salario, concluderò con loro un’alleanza perenne. Sarà famosa tra i popoli la loro stirpe, i loro discendenti tra le nazioni. Coloro che li vedranno ne avranno stima perché essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto ..tutti soli e tutti uniti dall'amore forte ed eterno di Cristo. una sola cosa deve accomunare questi fratelli: un amore folle per Dio. Questa follia è la vera sapienza del cuore, l’unica, in cui Dio davvero si compiace. Ora, Sig. Taddeo, non passa giorno che non benedica e non ringrazi mio Marito di non avere ascoltato le mie preghiere passate e di essere stato cosi ostinato a cambiare i miei progetti, anzi non solo li ha cambiati, me li ha distrutti....mi ha donato di scoprire la forza eccelsa e potente che è insita nella disperazione... Lo adoro, si, lo adoro, per Lui in se stesso, per tutto quello che mi ha dato e ancor di più per quello che non mi ha voluto dare, per avermi cioè rifiutato per un momento la ciliegina che desideravo con tutta me stessa. Solo ora comprendo che in verità Lui voleva donarmi una torta intera, dove le ciliege non si contano…. sò che diverranno come la sabbia del mare. "Tutto è vostro, il cielo la terra, il presente il futuro, la morte e la vita, tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio".. come ci dice S. Paolo. 46 --- La sua storia sembra una fiaba signora. --- Lo so, il bello è che è una fiaba vera. --- Se mia sorella separata, non avesse già 6o anni le consiglierei di mettersi alla ricerca del Signore e di sperare che Egli le si manifesti. --- Sig. Taddeo, la meraviglia con Gesù è che non è mai troppo tardi. Quella donna Samaritana era proprio una donna separata e in quell’incontro con Cristo Lui rivolge un dolce e accattivante invito a tutte quelle donne sole, dalla vita spezzata, monca, “ Se tu conoscessi il Dono di Dio” e cioè: se tu mi conoscessi..se tu sapessi cosa vorrei darti, dice a ognuna di loro. La Samaritana mi piace, è attuale più che mai quella donna a caccia della vita che non aveva, ... ce l’aveva messa tutta per trovare un uomo degno della sua vita, cinque mariti non sono uno scherzo oggi, figurarsi duemila anni fa. Per rincorrere la felicità, per lottare per essa, ha avuto il coraggio di sfidare le convenzioni… e di avere anche un amante… Gesù poi la trattò con molto riguardo, non si disturbò neppure a perdonarla, sapeva bene cosa quella donna stava cercando…. Sig. Taddeo, se Lui volesse, potrebbe in un giorno solo dare doni di amore e sapienza a sua sorella che altri non riescono ad avere in una vita intera di studi teologici e di vita casta. Lui guarda il cuore, abbiamo la fortuna che Lui guarda il cuore. Il principe azzurro non è un personaggio delle favole: è Lui! Il Marito per eccellenza! il Marito che noi tutte vorremmo avere. Più lo desideriamo e più Lui ci viene incontro. Sa perché dopo la resurrezione la prima persona che ha meritato di vederlo è stata Maria Maddalena? Perché è rimasta a piangere in quel sepolcro vuoto, vede come l'amore e il pianto sono da Lui visti e ricompensati? Anche l’amore che non abbiamo dato direttamente a Lui vale ai suoi occhi e lo riconosce come dato a Lui stesso. Forse che la nostra vita a volte non diventa un sepolcro vuoto? Lui che chiama le stelle per nome e sa quanti capelli abbiamo in testa, può non aver visto le nostre lacrime? i nostri desideri, la nostra rabbia ?... impossibile! Ecco il sepolcro vuoto, è li per annunciare l'imminente incontro, è in quel luogo di morte che può capitarci di essere chiamati per nome dalla Vita Stessa.... dal Marito... --- Mi perdoni Sig.ra se Le faccio questa domanda, ma mi spunta dal cuore: non le sembra di aver fatto della necessità virtù, lei mi parla di lacrime, di frustrazioni, di rabbia. Non sono queste intenzioni poco pure, per accostarsi a seguire il Signore? -- è una domanda invece lecita quella che mi fa, ma le rispondo che mica a tutti è dato di sentire la chiamata di Dio in pura disposizione d’animo e magari da bambini come tanti santi… I discepoli del Signore erano tutti o quasi dei peccatori, per non parlare 47 di S. Paolo, che addirittura perseguitava la Chiesa di Cristo, e poi il dolore sperimentato in una vita amara e distante da Lui è già un’ottima base per accostarsi al Signore. Il dolore è come un segreto che unisce intimamente l’uomo a Dio, ci pensa poi Lui, cammin facendo, a renderci sempre più idonei a stargli vicino... e a non soffrir più per fallimenti o delusioni umane, ma per puro amore Suo. A proposito di S. Paolo mi intrigano terribilmente le parole che dice Gesù riguardo a quell’apostolo : “gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome“.. La prego non mi guardi con quella faccia, come se fossi una masochista a caccia di guai. La verità e che comprendo quello che significano davvero quelle parole: gli mostrerò quanto lo amo.... --- Anch’io credo che vogliano dire questo, ma lei, possibile che pensi solo a Cristo?... nel mondo vi sono tante cose belle, non ha mai sentito il peso della rinuncia a tutto ciò che offre? Possibile che non abbia avuto mai rimpianti da quando sta con il Signore? E’ pur fatta di carne anche lei! ---- Inizialmente mi sentivo come una foglia sospesa che ha la presunzione di essere più forte del vento. Ho sentito, e sento, la fragilità della mia condizione umana, ma è sempre stata la fede in Lui che mi ha fatto e mi fa passare indenne ai richiami e alle false luci del mondo. Se uno si lascia passare nel crogiuolo di Cristo, accettando le prove e i momenti che non comprende e che sembrano non dare frutti, poi in realtà si accorge che sono stati preziosissimi per temprarti, per rendere il tuo spirito più sensibile e puro, più penetrante. Ha una potenza così grande la passione spirituale e un respiro così ampio, che travalica ogni confine, tutte le mie energie, le mie pulsioni, anche quelle erotiche non sono sacrificate, bensì espresse e tese nel seguire Gesù... Se chi ha inventato l’amore umano ti invita ad abbandonare ogni cosa per Lui, vuol dire che sa quello che chiede…. e ancor di più quello offre….. Gesù promette e offre già il centuplo in questa vita, “ In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la via eterna nel tempo che verrà.” Gesù appaga profondamente già ora…. Lui pur saziandoti ti scava altri spazi di desiderio. Con Lui la mia vita è diventata una unica grande passione e un sempre rinnovato desiderio. E così accade a chi con cuore fedele si unisce a Gesù Cristo. Ma per comprendere quello che dico bisogna decidere nel cuore un’assoluta resa incondizionata a Lui e ai suoi piani, come quella di un Kamikaze d’amore per la sua divina causa: portare nel mondo il Regno dei Cieli, pagando senza recriminare il prezzo del bene come ha fatto 48 Lui. Cosa c’e poi di più grande che concludere l’esistenza terrena con la consapevolezza di aver portato a termine una missione d’amore…e potere dire con Gesù “tutto è compito”? . --- Sono un po’ interdetto, ma ammetto anche affascinato..., lei prima mi ha detto che si vanta tanto di appartenere a Lui che andrebbe in mondovisione a dirlo, se potesse dare un messaggio per mondovisione quale darebbe? --- Il messaggio che darei è questo: l'insignificanza di vita e la disperazione sono due perle che sono preludio di un riscatto e che è un peccato sprecare. Non aspettate che vi cada qualcosa dal cielo: prendetevela! anzi impadronitevi dello stesso cielo! Con l'Amore e il Perdono violento di Cristo che ci dice : “ Il Regno dei cieli soffre violenza e sono i violenti che se ne impadroniscono.” Siate violenti con voi stessi! Non fatevi schiacciare e spegnere dalla vostra sofferenza, piuttosto sollevate il volto e abbiate l’audacia ma anche la rabbia, si , la rabbia, di alzare il tiro delle vostre aspirazioni. Non permettete che la vostra sofferenza non compia il perfetto corso per cui è stata mandata, essa ha un significato ed è estremamente preziosa: può diventare, in Cristo, quel Fuoco d’Amore che incendierà la terra; infatti Cristo dice “sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso”, è proprio da queste ceneri dei nostri fallimenti umani che ci è dato di rinascere a una vita inimmaginabile per profondità, ampiezza e ricchezza. Ecco cosa direi a quelli che vivono in profondità questi stati d'animo: fortunati e benedetti voi che non avete avuto in sorte una vita facile e mediocre , voi che il vostro obbrobrio è stato di doppia misura e che ora soffrite per gli aneliti incompresi della vostra anima, cercate Chi solo può comprenderli : il Signore, è molto, molto vicino, e Lui vi ha già trovato! Sottoponetevi ad un sapiente sacerdote che vi aiuti a distinguere i fantasmi della verità e chiedete a Cristo il coraggio di suicidarvi in Lui , di morire cioè al mondo dei vostri progetti umani, e di aprirvi e nascere a quelli non pensati da mente umana, ma da Dio. E potrete permettervi di tornare a sognare come quando eravate bambini, come quando eravate bambine. Con Gesù Cristo, con il Salvatore del mondo, i sogni…. prendono carne. "un popolo di votati alla morte darà gloria al mio nome ….
” Viviana Maria Rispoli Nata il 18 Aprile 1959 al Cairo in Egitto. 49 Dal 1993 conduce vita eremitica presso una Chiesina nei dintorni di Bologna Con altri ha fondato presso la Chiesa di Savigno, il gruppo degli “Eremiti con S. Francesco”.



NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.