mercoledì 30 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

 (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)



30 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA POTENZA NEL GIUDIZIO FINALE

I. Considera come la grande carità di S. Michele Arcangelo verso i fedeli si eserciterà anche nel fi­nale giudizio, quando presenterà i predestinati al Cielo. Al suono della tromba di Michele, si sve­lerà il mistero della glorificazione degli eletti e della dannazione dei reprobi. Allo squillo di questa trom­ba, ultima dopo le sette che avranno pronun­ziato il giudizio, tutti i morti risorgeranno. Oh che grande autorità! Che voce onnipotente, la quale ri­suonerà per tutti i quattro venti, e scenderà sino nel centro della terra ! I sepolcri spalancati vomiteranno le ceneri sparse e le anime riprenderanno il loro corpo.
II. Considera come allora da Gesù Cristo Giudice saranno solennemente approvate e confermate le sentenze di vita o di morte, già proferite nel giu­dizio particolare di ciascuno. Poi, qual capitano ge­nerale degli eserciti del Signore e Vessillifero, come Lo chiama la Chiesa, verrà Michele a segnare sulla fronte di tutti gli eletti il segno della eterna predestinazione. Infine, coadiuvato dagli Angeli, se­parerà i reprobi dagli eletti  farà collocare i cattivi alla sinistra, gli eletti alla destra, e darà loro le palme in mano in segno della compiuta vittoria.
III. Considera come nel giudizio universale spet­terà al gloriosissimo S. Michele ricreare gli eletti con la favorevole sentenza dell'eterna gloria. Sve­lerà loro la sentenza del Divin Giudice: «Venite, o benedetti dal Padre mio, a possedere il regno pre­parato per voi fin dalla costruzione del mondo». Egli sarà - come dice Origene - il procuratore della vigna del Signore, cui spetta, terminata la vita umana, dare ai Santi la mercede per le loro buone opere. Consolati, o fedele, perchè S. Michele è speciale protettore ed avvocato dei predestinati; procura di servirLo, amarLo ed onorarLo, e un giorno verrà a porre sul tuo capo la corona della gloria.

APPARIZIONE DI S. MICHELE AL DUCA DI SINIGALLIA

Il Vescovo Equilino scrive, che stando Sergio Du­ca di Sinigallia ammalato di lebbra, ed avendo speso gran somma di denaro in medici e medicine, senza risultato, perdette la speranza di guarigione. Gli ap­parve allora S. Michele due volte, dicendogli che se voleva guarire, andasse a visitare la sua Chiesa in Brendal. Rispose il Duca che ignorava dove si tro­vasse tale Chiesa. «Non importa, rispose il Gloriosis­simo Arcangelo appresta tu una nave, che colà ti guideranno gli Angeli ». Così fece, e nello spazio di un giorno e di una notte, un vento prospero lo con­dusse nel monastero di Brendal, come altri dicono, Brindolo, sul litorale Adriatico. Non sapeva il Duca né la sua gente quale fosse il luogo dove era approdato; ma informato dalla gente della terra, trovarono che quello era il luogo indicato da S. Michele, dove vi era quel sacro Tempio a lui dedicato. Il Duca e tutta la sua gente andarono al Tempio a piedi scalzi, ed appena furono giunti alla porta, egli si trovò li­bero dalla lebbra ed entrò nella Chiesa con perfetta sanità. Ed egli poi e la Duchessa sua consorte resta­ron tanto obbligati al S. Arcangelo, che determinaro­no fermarsi quivi per servire Dio, ed onorare il glo­rioso Patrono, dopo avere assegnata, metà dei loro be­ni ai poveri, e l'altra metà al culto di S. Michele (M. Nauc. lib. 3, cap. 13 presso Nieremb, cap. XXIV).

PREGHIERA

O principe gloriosissimo, per la vostra serafica ca­rità non vogliate abbandonarmi, ma fatemi degno della vostra speciale assistenza. Siate il mio avvo­cato e consolatore nel tremendo giorno del giudizio innanzi a Dio, e conducetemi con Voi nel Cielo a godere la sua bella presenza, e ad inebriarmi delle sue eterne delizie.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che siete addetto alla vigna del Signore, annumeratemi tra il Coro dei giusti nel Regno dei Cieli.

FIORETTO

Darai l'elemosina ai poveri.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Ottavo giorno
Angelo, mio custode, conso­latore benigno che con soavi ispirazioni mi conforti in tutti i travagli della vita presente e in tutti i timori della futura, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Cherubini che, pieni della scienza di Dio, sono eletti ad illuminare la nostra ignoranza. Ti prego di assistermi, con particolare solle­citudine e di consolarmi sia nelle difficoltà presenti sia nei tormenti futuri; affinché rapito dalla tua dolcezza, riflesso di quella divina, distolga il cuore dalle fallaci lusinghe terrene per riposare nella speranza della futura felicità. Angelo di Dio.  

GRANDEZZA DI S. MICHELE NEL NOME

I. Considera come il nome di S. Michele Arcan­gelo è mirabile. Quando Manue, padre di Sansone, Lo interrogò, l'Angelo rispose: Il mio nome è mi­rabile. E veramente mirabile è il nome di San Michele, in qualunque modo s'interpreti. In primo luogo può significare due cose che sembrano con­trarie, cioè Umiltà di Dio e Castigo di Dio. Può significare Umiltà di Dio per la somma degnazione con cui S. Michele si volge ai piccoli e ai tribolati, amando gli umili e sollevando i pusillanimi. Può significare anche castigo di Dio per il terrore che incute ai superstiti, come la interpreta S. Panta­leone. Tale è S. Michele. Egli si abbassò a consolare Adamo peccatore, a confortare Giacobbe, a nu­trire ed incoraggiare Elia, a custodire Daniele tra i leoni, ma fu anche il terrore di Satana e il vin­citore dei demoni.
II. Considera quanto è mirabile e misterioso il nome di S. Michele che può significare anche Dife­sa. Egli con la sua presenza e protezione consola tutti, difende dai demoni con sovrana efficacia, aiuta con immense possibilità, non si ritira mai dal pre­stare soccorso a chi lo domanda. L'invocano i pic­coli, l'invocano i deboli e gli umili: a tutti il glo­rioso Arcangelo porge il suo braccio.
III. Considera come la significazione propria del nome di Michele è : Quis ut Deus? Chi è come Dio? Ciò esprime la sua grande umiltà in tanti doni di natura, di grazia e di gloria. Pur essendo Egli lo Spirito più nobile di tutti gli Spiriti, si sti­ma come un nulla innanzi a Dio, é con tale umilia­zione glorifica ed esalta Dio, dicendo insieme a Da­vide: «Quanto ho e posseggo, o Signore, mi spinge a dire che nessuno può rassomigliare a Voi». Impara, o cristiano, a venerare il nome di Michele procura di pronunziarlo con rispetto e con fiducia, ogni volta che il demonio ti minaccia o la tribo­lazione ti angustia, e ne sperimenterai mirabili ef­fetti.

APPARIZIONE DI S. MICHELE IN VARI LUOGHI

Nella Turingia a S. Bonifacio Apostolo di quelle parti, mentre combatteva alcuni eretici, apparve S. Michele Arcangelo con la Croce incoraggiandolo alla difesa della cattolica dottrina; in suo onore S. Boni­facio fece edificare un sontuoso tempio.
Nell'Austria apparve S. Michele alla B. Benve­nuta, la quale si adoperò a riaccendere la divozione verso il celeste Principe là dove si andava estin­guendo.
Nella Svezia apparve S. Michele Arcangelo a S. Brigida e l'indusse con sua figlia Catenina a recarsi sul Gargano ove sentì i canti angelici.
Nella Fiandra apparve ad un santo Vescovo affin­chè questi gli edificasse una chiesa; là S. Michele vie­ne molto venerato per i molti miracoli da lui com­piuti.
Nella Polonia apparve chiaramente in sogno a Lesco Negro Duca di Cracovia e di Sandomiria e lo confortò assicurandogli la vittoria contro gli Jacziuin­ci e i Lituani. E così avvenne. Infatti dopo averli inseguiti mise a morte quasi tutti i primi, ed i secondi in gran parte perirono per i vari disagi, si uccisero da se stessi, ma dei polacchi nessuno peri, cosicché S. Mi­chele fu proclamato speciale protettore di quel Regno.
In Ungheria apparve S. Michele sotto Belisario e promise e diede trionfo e vittoria ai cristiani con la sconfitta del poderoso esercito di Maometto II, impe­ratore dei Turchi.

PREGHIERA

O ammirabile Principe, gloriosissimo S. Miche il vostro nome è eccelso, grande e meraviglioso: sia sempre benedetto Dio, che Vi diede nome si gran­de, che dopo quello di Gesù e di Maria SS. non c'è tra le creature altro nome sì ammirabile e potente. DegnateVi farmi sperimentare quei portentosi aiuti, di cui Vi arricchì la mano di Dio. Il vostro nome sia il mio aiuto nei pericoli, il sostegno nelle cadute, il sollievo nelle angustie, il conforto nelle tribola­zioni, e lo scudo di difesa contro i nemici infernali in vita ed in morte. Così sia.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; veneranda virtù e dolce nome.

FIORETTO

Dirai per nove volte: Sia benedetto il nome di S. Mi­chele Arcangelo e reciterai nove Gloria Patri alla SS. Tri­nità in ringraziamento del nome dato al Principe degli Angeli.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Nono giorno
Angelo, mio custode, infaticabile collaboratore della mia salvezza eterna che mi elargisci in ogni momento innumerevoli benefici, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Serafini che, accesi della divina carità, sono eletti ad infiammare i nostri cuori. Ti prego di accendere nell'ani­ma mia una scintilla di quello stesso angeli­co amore affinché, distrutto in me tutto quel­lo che é del mondo e secondo la carne, possa, senza ostacolo, contemplare le cose celesti. Dopo aver corrisposto, sempre fedel­mente la tua amorevole premura su questa terra, possa lodarti, ringraziarti e amarti nel Regno dei Cieli. Amen. Angelo di Dio




martedì 29 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

  (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)


29 settembre
GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA POTENZA CONTRO L'ANTICRISTO
I. Considera come la guerra che il demonio co­minciò contro Dio nel cielo e che prosegue sulla terra, non terminerà che con la fine del mondo; al­lora, anzi, sarà più terribile, perchè il demonio, sa­pendo che gli resta poco tempo, susciterà una tri­bolazione così grave contro i fedeli - dice N. S. nel Vangelo - quale non fu mai da quando il mondo esiste. Allora verrà l'Anticristo, il quale cercherà con i prodigi fatti con l'aiuto dei demoni di indurre eventualmente in errore anche gli eletti. Avverran­no diserzioni ed apostasie dappertutto: la fede già languida dei cristiani verrà meno per la persecu­zione e rimarranno pochissimi costanti nella fede, i quali saranno martirizzati dall'Anticristo. Egli si fa­rà adorare come Dio, e molti sedotti gli crederanno.
II. Considera come S. Michele, costituito da Dio qual principe della Chiesa, non potrà mancare di difenderla contra la fiera ed empia guerra dell'An­ticristo che sarà strumento principale del demonio contro di essa. Potrà allora la Chiesa ripetere con Davide «nessun altro in questa fiera lotta mi aiuta, se non il Principe Michele». E come nella per­sona dell'Anticristo il demonio riunirà tutta la sua malizia, così allora S. Michele spiegherà tutto il suo zelo in difesa dell'onore di Dio, di Gesù Cristo e della Chiesa.
III. Considera, o cristiano, quanto è grande la potenza di S. Michele Arcangelo, e quanto sublimi sono i trionfi di questo celeste guerriero: corri pure a rifugiarti sotto le ali di sì potente capitano, e non cessare di pregarLo che ti liberi dalla seduzione di altri anticristi, che non mancano in questi tempi d'iniquità. Quanti tra i cristiani stessi spargono mas­sime erronee contro la sana morale del Vangelo, contro la disciplina della Chiesa! Quanti seminano errori e seducono le anime incaute! Quanti con i loro cattivi esempi trascinano le anime alla per­dizione! Ricorri al celeste guerriero e pregaLo che non cessi d'illuminare la tua mente perchè non cada mai in errore e di munire il tuo cuore perchè, no­nostante tanta corruzione. e malizia dei tempi, ri­manga sempre puro e fervoroso nell'amore di Dio. PregaLo inoltre che renda gloriosa la Chiesa di Ge­sù Cristo col farla sempre riuscire vittoriosa sulle eresie che si spargono e sul malcostume che signo­reggia.

APPARIZIONE DI S. MICHELE IN BASILICATA

Famosa la Grotta di S. Angelo a Fasanella, un tempo feudo dei Signori Galeota, sia che si consideri la bellezza naturale del luogo, o l'ampiezza del mae­stoso edificio, o il meraviglioso avvenimento ivi acca­duto mentre Manfredi Principe dell'antica città di Fasanella un giorno era intento alla caccia, avendo sciolto un falcone, questo subitamente entrò nella cavità di un colle, e poiché di la più non usciva, spinse il Principe ad accostarsi per vedere cosa mai ivi si nascondesse. Questi essendosi avvicinato udì canti soavissimi, che lo riempirono di meraviglia, scossosi di qui, come destato da un sogno piacevole, s'avviò frettolosamente verso la città, e dopo avere manifestato il prodigio, determinò di andarci di nuovo nel giorno seguente insieme al Clero e al popolo. E così fece. Ma appena giunse sul luogo, il falcone tutto festante sì posò sulle sue mani. Fatta poi dila­tare la buca, si scoprì una meravigliosa spelonca nel cui fondo si vide un Altare eretto in onore di S. Mi­chele, il che fece versare lagrime a tutti gli astanti per l'allegrezza. Questa sacra Grotta d'allora in poi non solo fu tenuta in somma venerazione dalla popo­lazione del luogo ma diventò famosa meta di pelle­grinaggi dalla Spagna, dalla Francia e da altre Na­zioni, anche orientali tanto che l'Ughelli ne parla con non minore lode di quella del Gargano.

PREGHIERA

E' necessario che la vostra potente destra, o vit­torioso guerriero del cielo, intervenga a difendere la S. Chiesa che il Demonio, per mezzo dei suoi seguaci, veri anticristi, non cessa di disprezzare, in­sultare, amareggiare e perseguitare. A Voi, o po­tente Arcangelo, è stata affidata la navicella di Pie­tro. Aumentate la fede, rinvigorite la speranza, per­fezionate la carità dei fedeli perchè possano resistere a tutti gli sforzi dei nemici di Gesù Cristo, ed es­sere sempre vittoriosi nella fede.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che siete il Mini­stro del Signore degli Eserciti, il tutore della fede dei cristiani, difendetemi dai nemici della fede.

FIORETTO

Mortificherai la superbia con atti di mortificazione in­terna ed esterna.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Settimo giorno
Angelo, mio custode, zelante avvocato che con incessanti preghiere rivol­te al cielo, intercedi per la mia eterna salvez­za e allontani dal mio capo i meritati casti­ghi, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Troni eletti a sostenere il soglio dell'Altissimo e a stabilire gli uomini nel bene. Ti prego, nella tua carità, di conceder­mi il dono inestimabile della finale perseve­ranza, affinché nella morte trapassi felicemente dalle miserie dell'esilio terreno alla gioia eterna della Patria Celeste. Angelo di Dio. 

lunedì 28 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

 (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)


28 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELL'AIUTARE LE ANIME PURGANTI

I. Considera come la carità grande di S. Michele Arcangelo verso i suoi devoti non termina con la vita su questa terra, ma si estende anche a loro sol­lievo quando vanno nel Purgatorio per soddisfare interamente la divina giustizia. Canta la Chiesa nel­l'Ufficio, che Dio consegna a S. Michele le anime sante per introdurle nella patria celeste. Egli deve farle uscire da quel carcere appena sono pie­namente purificate e da quel luogo di tenebre intro­durle nella luce santa. Durante il tempo che le anime benedette si trovano condannate a purificarsi in quel fuoco divoratore, S. Michele interpone i suoi cospicui meriti a loro vantaggio ed ottiene dal mi­sericordioso Dio la facoltà di richiamare le anime dal luogo dei tormenti alla patria della felicità eterna.
II. Considera quanto è salutare per le anime pur­ganti l'intercessione di S. Michele da ciò che av­venne al giovane Willelmo, come narrano alcuni au­tori. Apparve la sua anima, dopo morte, ad un mo­naco assai devoto, dicendogli che non avrebbe po­tuto vedere Dio, fino a quando non si fossero ri­volte preghiere per lui a S. Michele. Pregò il mo­naco e invitò anche altri a pregare S. Michele: l'a­nima di Willelmo potè subito entrare in Paradiso.
Le anime devote di, questo santo principe del Pa­radiso sono felici anche dopo la morte, cadute che siano nel Purgatorio: sanno difatti con certezza che Egli le aiuterà. Oh quanti titoli e motivi per amare e venerare sì eccelso principe!
III. Considera o cristiano, quanto è facile cadere nel Purgatorio, quanto penosa la dimora, e quanto difficile esserne liberato. Un fallo, una curiosità, una parola oziosa ci rendono rei di quel fuoco! E poi, quali e quanti sono i tormenti delle anime purgan­ti? Quel fuoco è assai più tormentoso di tutte le pene che l'uomo può patire in questa vita. Tutti i mali e tormenti di questo mondo sono un niente a confronto di una fiamma sola del Purgatorio, dal quale non si esce se non si è pienamente purificati. Che sarà di te, che ogni giorno ti carichi di difetti e fai volentieri peccati veniali? Chissà quanto lun­go e penoso dovrà essere il tuo Purgatorio! Ricor­ri al tuo celeste Benefattore, e pregaLo che dopo morto venga presto a consolarti e liberarti dalle pene del Purgatorio.

APPARIZIONE DI S. MICHELE NELLA LUCANIA

Nella Lucania più volte si è degnato apparire S. Michele Arcangelo, di modo che colà in molti luoghi Egli viene onorato anche con concorso di pellegrini. In modo particolare forma affetto di venerazione la Spelonca detta volgarmente Pittari, ma propriamente Pietraro nella Diocesi di Policastro, in cui ad onore di S. Michele si vede in pietra a bassorilievo scolpita la sua effigie con intorno alcuni caratteri greci consunti, ben chiaro indizio della sua antichità. Questa è pro­vata anche dal fatto che Guaimario III, Principe di Salerno fin dal secolo XI per assicurare il servizio di quel santuario, ove continui miracoli venivano com­piuti da Dio per la intercessione di S. Michele, fondò sulla sommità di detto monte un Monastero di Bene­dettini con una Chiesa dedicata a S. Michele Arcan­gelo, la quale sola oggi è ancora in piedi col titolo di Badia.

PREGHIERA

O gloriosissimo principe, S. Michele Arcangelo, degnateVi accogliermi sotto il vostro potente patro­cinio. Voi siete il mio avvocato; il padre, il consola­tore, il mio sollievo. Deh ! per la vostra serafica ca­rità non vogliate abbandonarmi nè in vita, nè in mor­te, nè dopo la morte. Siate il mio liberatore dalle fiamme del Purgatorio; qualora però avessi a cadere in quel fuoco, venite presto in mio aiuto, e porta­temi con Voi a godere Dio nel cielo.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; che conducete le anime nella luce santa.

FIORETTO

Farai applicare una S. Messa a pro delle anime pur­ganti devote di S. Michele oppure ascolterai la Messa e farai la S. Comunione per esse.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Sesto giorno
Angelo, mio custode, consiglie­re ineffabile che nei modi più vivi mi fai sempre conoscere la volontà di Dio e i mezzi più opportuni per realizzarla, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro delle Dominazioni elette da Dio a comunicare i suoi decreti e a darci la forza di dominare le nostre passioni. Ti prego di liberare la mia mente da tutti i dubbi importuni e da tutte le pericolose perplessità, affinché, libero da ogni timore, assecondi sempre i tuoi consi­gli, che sono consigli di pace, di giustizia e di sanità. Angelo di Dio.  

domenica 27 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO


27 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE VERSO I MORIBONDI

I. Considera quanto sia grande la carità del ce­leste principe nell'aiutare i suoi devoti, specialmen­te in punto di morte. Dio gli ha dato potere su tutte le anime prossime a partire da questa vita. La Santa Chiesa due volte l'anno celebra la festività di S. Michele, 1'8 maggio, e il 29 settembre, cioè in primavera ed in autunno, a significare quasi - co­me spiega S. Bonaventura - che il S. Arcan­gelo protegge i suoi devoti in vita ed in morte.
S. Pantaleone Lo chiama visitatore degli infermi quando i parenti non possono aiutarci, gli amici ci abbandonano, le ricchezze a nulla valgono, allora viene San Michele a visitare, confortare, consolare, aiutare i suoi servi.
II. Considera quanto è terribile il punto della morte per la violenza con cui il Demonio viene ad assediare l'anima, che è sul punto di partire da que­sta terra. Viene con le più gagliarde tentazioni per dare l'ultimo colpo, ai suoi spaventi, raddoppia gli assalti, chiama i suoi compagni in aiuto, si impegna in una guerra crudele per far eternamente perdere quell'anima. Viene tentato il moribondo ora di dif­fidenza, ora di disperazione, ora di vanità, ora di superbia. Chi potrà capire che terribile momento sarà quello, se anche i più grandi Santi hanno tre­mato? Tremò un S. Ilarione che aveva fatto set­tanta annidi rigorosissima penitenza? Che sarà di te, o cristiano? Sia lode al misericordioso Iddio, che affidò a S. Michele l'incarico di aiutare i fedeli a superare i pericoli di quel tremendo combattimen­to! A Lui rivolgiti spesso e pregaLo che nel punto della morte venga in tua difesa.
III. Considera che la carità del principe degli Angeli verso i suoi fedeli è tanto grande che spesso, per render la loro morte santa e buona, li ha av­visati e preparati a ben morire. Stava gravemente infermo S. Vilfrido, gli apparve S. Michele, e dopo averlo miracolosamente: guarito, gli disse che sareb­be morto tra quattro anni. Si narra pure di S. Cu­duallo che fu avvisato da S. Michele del punto del­la morte dieci anni prima. All'anacoreta Frontosio promise S. Michele di venire in sua difesa in punto di morte in compagnia di molti Angeli. Chi non amerà il S. Arcangelo, che tanti benefici dà in vita ai suoi servi, e tanti aiuti porge specialmente nel punto della morte? Procura di onorarLo con fre­quenti ossequi e con una vita intemerata affinchè, in punto di morte, quando anche i più cari parenti non ti potranno aiutare, Egli venga in tuo aiuto, ti difenda dai demoni, e porti l'anima tua al Cielo.

APPARIZIONE DI S. MICHELE IN FRANCIA

Riferisce il Patriarca di Gerusalemme Ximenes (1-5 c. 28), ciò viene riportato dall'Arcivescovo di To­ledo Grazia de Loaisa nella sue note ai Concili di Spagna, che vegliando un Santo Vescovo in una Chie­sa di S. Michele in Francia, vide in ispirito venire all'altare del S. Arcangelo gli Angeli Custodi dei Regni di Spagna, Francia, Inghilterra e Scozia, e con­ferire con Lui sul poco frutto che cavavano dalle loro cure nella custodia e tutela di quei Regni, poiché né i benefici riformavano i loro cattivi costumi, né le minacce li deviavano da' loro peccati, domandarono perciò al S. Arcangelo che domandasse a Dio quello che avevano da fare con tali Provincie. Allora il Sovrano Arcangelo rispose riferendo loro molte cose da parte di Dio annunziando quello che sarebbe stato di quei Regni e dei loro re e che Dio pe' loro grandi peccati li avrebbe castigati. E rispondendo agli An­geli di Spagna, disse loro, che per dissimularsi in quelli le orribili empietà verso i Mori, che seco ave­vano per cagione degli interessi loro, avrebbero patiti molto disagi e travagli, e che col tempo avrebbero conosciuto i loro tradimenti e malvagità e li avreb­bero da tutti i loro Regni distaccati. Tanto pronun­ciò S. Michele, e si verificò poi, quando nel Regno di Filippo III avvenne l'espulsione dei Mori nel 1611 cioè 299 anni dopo che S. Michele l'aveva rivelato agli Angeli Tutelari di quel Regno.

PREGHIERA

O gloriosissimo principe, S. Michele Arcangelo, venite in mio soccorso nel punto tremendo della mia morte. DegnateVi assistermi nell'ultima agonia, difen­dendomi in quel combattimento, perchè l'anima mia non perisca nel formidabile giudizio di Dio.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che siete stato co­stituito principe da Dio nel ricévere tutte le anime, accogliete anche la mia nell'ora della morte.

FIORETTO

Bacerai le piaghe di Gesù Cristo, dicendo: «Nelle Tue ma­ni, o Signore, raccomando il mio spirito».
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Quinto giorno
Angelo, mio custode, potente difensore che facendomi assiduamente scor­gere le insidie del demonio negli inganni del mondo e nelle lusinghe della carne, me ne faciliti la vittoria ed il trionfo, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro delle Virtù, destinate da Dio ad operare miracoli e a spingere gli uomini sulla strada della santità. Ti prego di soccorrermi in tutti i pericoli e di difendermi in tutti gli assalti, affinché possa camminare sicuro nella pratica di tutte le virtù, specialmente dell'umiltà, della purez­za, dell'obbedienza e della carità, le più care a te, e le più indispensabili alla salvezza. Angelo di Dio.

sabato 26 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO


(Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)


26 settembre
GRANDEZZA, DI S. MICHELE NELL'OTTENERE AI FEDELI LA PREDESTINAZIONE
I. Considera come S. Michele Arcangelo ama, tal­mente i suoi devoti che ottiene loro la predestina­zione. La Chiesa lo chiama Signifero di salute: - Michael, salutis Signifer - non solamente perchè porta la Croce, segno della nostra Redenzione e sal­vezza, ma anche perchè Egli suggella in maniera invisibile le anime elette, perchè non siano colpite dalla dannazione. Tale lo descrive S. Giovanni nel­l'Apocalisse, quando lo vide scendere dall'Oriente col sigillo di Dio in mano, e gridare ai quattro Angeli che dovevan far danno alla terra ed al mare, di non far alcun male fino a quando non avesse se­gnato i servi di Dio in fronte. Egli segna gli eletti col sigillo della predestinazione. Come l'Anticristo segna i suoi seguaci, così l'Arcangelo Michele segna i predestinati. Prega il S. Arcangelo che imprima anche sulla tua fronte il segno della predestinazione.
II. Considera come S. Michele, essendo più vici­no al trono di Dio, riceve dalla Santissima Trinità le grazie che deve comunicare alle anime elette per conseguire l'eterna predestinazione. Come spiega San Bonaventura, ci mette ostacoli nel male, oppure resistenze ai nostri nemici, ne respinge gli sforzi, ci illumina ed eccita alla penitenza, prega ed ottiene le grazie, rinforza, conferma e conforta nell'eserci­zio delle virtù, rivela i misteri del cielo, infiamma i cuori di celesti desideri, porta le nostre buone o­pere e meriti nel cospetto di Dio, ed introduce gli eletti nel cielo. A S. Michele non manca la potenza di farci vincere il mondo, la carne, il demonio, che sono i tre nemici della nostra anima. Al suo co­mando ubbidisce tutto il creato, come già in cielo Dio volle trionfare su Lucifero per suo mezzo. Se la Chiesa dice che la preghiera di S. Michele conduce gli eletti al Cielo, chi mai l'ha invocato e non si è salvato?
III. Considera, o cristiano, che una delle maggiori angustie che desola il cuore dell'uomo, per quanto giusto egli sia, è appunto il non sapere con cer­tezza di appartenere al numero de' predestinati. Ora, se è certo che vi è un decreto di predestinazione, se è certo che il numero degli eletti è fissato, altret­tanto è incerto per l'uomo se il suo nome sia scritto o no nel libro della vita. Iddio ha riservato a sè una tale conoscenza, e senza una speciale rivelazione non si può sapere con certezza di fede. Per tal motivo si legge nelle vite dei Santi,,per quanto consumati nella virtù ed adorni della più eroica santità, che tremavano a tal pensiero. Tra gli altri segni però che i Teologi danno per una morale certezza della predestinazione, c'è appunto una speciale devozione a San Michele Arcangelo: Egli è l'aiuto delle anime elette. Se dunque tu brami l'eterna salvezza, ama e venera con speciale affetto il celeste Serafino, procura di onorarLo con la santità di costumi: sfor­zati di venerarLo con la imitazione delle virtù, del­l'umiltà, mansuetudine, ubbidienza, purezza ed amo­re verso Dio ed il prossimo. Prometti di non far passar giorno senza riverirLo, invocarLo, ed onorar­Lo; Egli ti aiuterà nel difficile viaggio di questo mon­do, e poi introdurrà l'anima tua nel Paradiso.

APPARIZIONE DI S. MICHELE A S. GALGANO EREMITA IN SIENA

Al tempo dell'Imperatore Federico nacque in Sie­na un certo di nome Galgano, il quale era dedito alle dissolutezze. A lui apparve due volte S. Michele in sogno avvisandolo che cambiasse vita, e si facesse soldato di Cristo. Ripeté il S. Arcangelo la terza volta l'avviso; ma la madre ed i parenti tentarono di di­stoglierlo da questo intento, offrendogli per accasarsi una moglie molta bella e facoltosa. Persuaso da' suoi, cavalcò per andare a vedere la sua sposa; ma il ca­vallo ad un certo punto si arrestò e non volle più fare un passo avanti. Mentre Galgano premeva for­temente lo sprone affinché il cavallo proseguisse il cammino venne a conoscenza che un Angelo gli tratteneva il passo. A questo prodigio il cavaliere cambiò proposito e ritirandosi in una solitudine ivi condusse una vita celeste, in continui digiuni, au­sterità ed orazioni. E dopo un anno di vita rigorosa, fu chiamato alla gloria del cielo con udire queste dolci parole: «Basta oramai quello che hai faticato; tempo è già che tu godi il frutto di quel che hai se­minato». Ed allora subito spirò all'età di 33 anni nel 1181. La sua santità risplendette di molti miracoli in vita, ed in morte.

PREGHIERA

O potentissimo principe, amabile S. Michele, Vi lodo e Vi benedico per tanta potenza, di cui Dio Vi ha arricchito, e Vi prego di annoverarmi tra i vostri servi. Ottenetemi dal misericordioso Iddio la grazia di servirLo sempre fedelmente: assistetemi con la vostra protezione e fatemi forte specialmente con­tro le tentazioni dell'inferno, in modo che un giorno venga con Voi a godere per sempre Dio nel Paradiso.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; imprimete nell'anima mia il segno dalla Predestinazione.

FIORETTO

Non parlerai male di nessuno; e se ti accorgerai di aver mancato ne farai pronta riparazione.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Quarto giorno
Angelo, mio custode, amorevole guida che con miti rimproveri e con continue ammonizioni mi inviti a riscattarmi dalla colpa, ogni qualvolta per mia disgrazia vi sono caduto, ti saluto e ti ringrazio, insieme al coro delle Potestà destinate a frenare il demonio. Ti prego di svegliare l'anima mia dal letargo della tiepidezza in cui vive tutto­ra per resistere e trionfare su tutti quanti i nemici.                                                      Angelo di Dio

venerdì 25 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO


 (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)

25 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NEL DIFFONDERE LA PACE

I. Considera come S. Michele Arcangelo è chia­mato dalla Chiesa Angelo della Pace. E' l'An­gelo ella pace, perché dà là pace e la serenità alle anime, costringendo gli spiriti maligni ad allonta­narsi da esse. Tre nomi usa la Chiesa, lodando San Michele: Capitano degli eserciti del Signore, An­gelo della vittoria ed Angelo della Pace, ma tutti e tre questi nomi convengono ad un medesimo ef­fetto, perchè solo col combattere contro i demoni e col vincerli, ottiene la pace. A quale altro più che a S. Michele è dovuto questo bel titolo di operatore di pace? Pacificò i cieli, scacciandone gli Angeli ribelli, che avevano turbato con la ribellione e la guer­ra la serenità del Paradiso.
Io Vi ammiro e Vi saluto, o gran principe di pace S. Michele!
II. Considera come S. Michele pacifica l'uomo con Dio. La Chiesa ce Lo rappresenta innanzi al trono della divina misericordia in atto di chiedere con va­lide preghiere misericordia e perdono per l'uomo. Quest'ufficio di placare lo sdegno di Dio e di implo­rare perdono ha per effetto la pace e riconciliazione dell'uomo con Dio. Il suo cuore che è pieno di cle­menza e pietà, non sa desiderare e volere altro che la pace dell'uomo,con Dio, e perciò impegna il suo amore a far sì che l'uomo detesti le sue colpe, pre­gando nello stesso tempo Dio a deporre la sua col­lera. Così, mediante la sua orazione efficacissima, ottiene la riconciliazione e la pace. Oh carità eccelsa del glorioso Principe!
III. Considera come il celeste Serafino ama e pro­cura la pace nelle case e nelle famiglie. Come non potè soffrire la discordia nel cielo, così non può ve­dere il cuore dell'uomo in agitazione, non può ve­dere inimicizie o discordie tra i parenti e tra le famiglie: i suoi pensieri sono di pace. Chi desidera perciò la pace e la concordia nella sua famiglia, tra i suoi parenti, invochi l'aiuto del S. Arcangelo e Lo preghi con tutta la fede.
Dice S. Lorenzo Giustiniani : «Abbi, o cristiano, questo serafico Principe della celeste milizia per tuo principale Protettore, per tutelare e difensore del­l'anima tua, della tua casa, della tua famiglia, e pregaLo, che mantenga sempre nel tuo cuore la cal­ma, la serenità, e la pace, e che, dopo averti santi­ficato, ti renda meritevole di godere con Lui la pace e la gloria eterna».

APPARIZIONE DI S. MICHELE NEL PORTOGALLO

Il Regno di Portogallo era molto afflitto da' Mori di Andalusia a motivo della crudeltà di Alberto Re barbaro di Siviglia. Quando però il Re di Portogallo D. Alfonso Enriquez fece ricorso a S. Michele, fu dal celeste Arcangelo mirabilmente aiutato. Infatti nel­l'attaccare la battaglia, i portoghesi dopo avere invo­cato S. Michele, sperimentarono il suo miracoloso aiuto, ed avvenne che nessun portoghese perisse, e nessun moro restasse più in quel regno. Perciò il Re di Portogallo, D. Alfonso Enriquez, e Lodovico XI Re di Francia istituirono due Ordini Militari di S. Mi­chele, ciascuno nel suo regno nella certezza che sotto la protezione di quel principe delle milizie Angeliche sarebbe sempre pronta la vittoria.

PREGHIERA

O glorioso S. Michele Angelo della Pace, Angelo della vittoria, Principe di Carità, a Voi ricorro sup­plichevole per implorare la vostra efficacissima in­tercessione presso la divina bontà. Pregate, o poten­tissimo mio avvocato, ed ottenete al mio cuore la pace: mediante la vostra assistenza, confido di ve­der sempre la pace nella mia famiglia e spero che le vostre orazioni ottengano alla Chiesa la deside­rata vittoria e tranquillità.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che siete l'operatore della vittoria e l'Angelo della pace, pregaTe per la nostra pace e salvezza.

FIORETTO

Farai una mortificazione della gola o degli occhi.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Terzo giorno
Angelo, mio custode, sapiente maestro che non cessi mai d'insegnare la vera scienza dei Santi, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Principati, desti­nati a presiedere agli spiriti minori. Ti prego di vigilare sui miei pensieri, sulle mie paro­le e sulle mie opere perché, conformandomi in tutto ai tuoi salutari insegnamenti, non perda mai di vista il santo timor di Dio, prin­cipio unico ed infallibile della vera sapienza. Angelo di Dio.

giovedì 24 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

  (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)

24 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO IL VICARIO DI GESU' CRISTO
I. Considera come l'amore speciale, che S. Mi­chele Arcangelo porta alla S. Chiesa, si manifesta principalmente nel proteggere, custodire e difendere il Romano Pontefice, che è il Pastore dei Pastori, il capo visibile della Chiesa, il centro del Cattolici­smo, come scrive Ruperto Abbate. Al Romano Pontefice spetta la cura di tutta la Chiesa, a Lui toc­ca procurare la salvezza di tutti i fedeli: ed ecco l'Arcangelo Michele, che ama la salvezza de' fedeli, principalmente vigile a custodire e dirigere Colui, che deve guidare i fedeli ai pascoli eterni. Se è grande lo zelo di S. Michele nel proteggere i singoli fe­deli, molto più grande è quello che ha verso Colui, che è la base della fede, il capo di tutti i credenti. Spetta a S. Michele che è il Vicario dell'Altissimo Dio, vegliare alla difesa del Vicario di Gesù Cristo in terra.
II. Considera con quale zelo S. Michele Arcan­gelo favorì e difese sempre i Romani Pontefici. Egli liberò dalle mani di Erode, dalle carceri di Geru­salemme il Principe degli Apostoli, S. Pietro. Apparve poi allo stesso in Roma, e Lo aiutò e pro­tesse contro le astute arti di Simon Mago. Da San Michele fu assistito ed avvalorato San Agapito I nell'anno 536, quando si recò in Costantinopoli per indurre Giustiniano a far allontanare l'esercito dal­l'Italia. Il S. Pontefice, prima di partire per Costan­tinopoli volle implorare la protezione di S. Michele, andando al suo santuario di monte Gargano; e il S. Arcangelo L'aiutò tanto da convertire Giustiniano alla fede Cattolica, resistere con coraggio all'impe­ratrice Teodora, la quale favoriva gli Scismatici, e salvare Roma. Protesse S. Gregorio Magno nel fla­gello della peste dell'anno 590. Aiutò Leone IX contro i Normanni; usurpatori delle terre Pontificie, i quali, benchè vittoriosi, si umiliarono ai suoi piedi e restituirono le terre usurpate. Custodì e difese il Papa Callisto II, il quale, proprio nel giorno festivo di S. Michele, il 29 settembre, ebbe dall'Imperatore la promessa della pace per la Chiesa. S. Michele ten­ne tanto saldi e fermi nella fede i Romani Pontefici, che nessuno di essi errò mai e conservarono tutti sempre intatto nella sede di Pietro il deposito della fede.
III. Considera con quale affetto e venerazione i Sommi Gerarchi della Chiesa Romana onorarono San Michele per meritare la sua protezione. S. Gelasio Papa volle andare personalmente a vedere le mera­viglie della Grotta del Gargano, istituì le due so­lennità di S. Michele, la prima 1'8 maggio per fe­steggiare l'Apparizione, l'altra il 29 settembre per la dedicazione di detta Basilica, aggiunse alcune pa­role nel prefazio della Messa in lode degli Angeli e compose gli inni dello Uffizio di San Michele, Alessandro III visitò il celeste Principe sul Garga­no, e ottenne la vittoria contro Barbarossa.
Bonifacio II volle onorato in Roma S. Michele, erigendogli un Tempio somigliante alla grotta del Gargano. Ora che la Chiesa è tanto angustiata, mi­nacciata e perseguitata, facciamo tutti ricorso al suo celeste difensore, perchè si degni con favori spe­ciali confortare e consolare il Vicario di Gesù Cri­sto in terra, il successore di S. Pietro, il Romano Pontefice felicemente Regnante.

APPARIZIONE DI S. MICHELE IN FRANCIA

Stava la Francia - non solo in punto di perdersi, avendo gli inglesi guadagnato con la forza delle armi la maggior parte di quel Regno, ma essendo fuggito il re Carlo, ormai non aveva più rimedio umano. Ma lo trovò nel patrocinio di S. Michele, il quale ap­parve alla giovinetta Giovanna d'Arco e le comunicò tanto valore e fortezza, che a dire di Bozio (de rebbellic. c. 8) superò il valore di quante amazzoni ebbe il mondo. Questa giovinetta aiutata da S. Michele, ricuperò il Regno di Francia scacciandone i nemici inglesi; e perché si conoscesse chiaramente, che la vittoria era opera di S. Michele, il celeste Principe fece sì che agli otto di maggio, giorno in cui la Chie­sa celebra l'apparizione dell'Arcangelo di Dio sul Gargano, gli inglesi sgombrassero Orleans da essi oc­cupata.

PREGHIERA

O potente principe S. Michele Arcangelo, pro­tettore della Chiesa Cattolica e speciale difensore del Vicario di Gesù Cristo, a Voi, dopo la SS. Trinità e la Santissima Vergine, sono rivolte le nostre spe­ranze nei tempi difficili che affliggono il successore di S. Pietro. Mandate i vostri Angeli ad illuminarLo, confortarLo e sostenerLo nella tremenda guerra, che il nemico infernale muove contro di Lui. Fate che il cuore del Sommo Pontefice sia allietato nel ve­dere che fiorisce la giustizia e la pace in mezzo ai fedeli e tra le nazioni, che si dilatano i confini della fede, che aumentano le opere buone a maggior glo­ria di Dio.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che siete l'operaio della Vigna del Signore, custodite il Romano Ponte­fice, Capo della Chiesa Cattolica.

FIORETTO

Ti iscriverai alle Opere missionarie per la propagazione della Fede.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
NOVENA ALL’ANGELO CUSTODE: Secondo giorno
Angelo, mio custode, affezionato compagno e unico vero amico che sempre e ovunque mi accompagni, ti saluto e ti rin­grazio, insieme a tutto il coro degli arcange­li eletti da Dio ad annunziare cose grandi e misteriose. Ti prego di illuminare la mia mente per farmi conoscere la divina volontà, e di muovere il mio cuore per farmi vivere sempre conformemente alla fede che profes­so, così da ricevere il premio promesso ai veri credenti.  Angelo di Dio.

mercoledì 23 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)

 (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)


23 settembre
GRANDEZZA DI S. MICHELE QUALE DIFENSORE DELLA CHIESA CATTOLICA
I. Considera che S. Michele, da quando fu cro­cifisso Gesù Cristo, ha ricevuto il governo della Chie­sa Cattolica, rivestito da Dio di autorità del reggerLa e di potenza nel proteggerLa e difenderLa, - come dice S. Bonàventura. La Chiesa Cattolica si glo­ria di averLo per patrono, e tale canta nell'ufficio della festa dell'Apparizione di S. Michele. Col nome di Patrono della Chiesa L'hanno salutato i Santi Padri e Dottori: solo chi non è cattolico non può riconoscerLo per tale. Le varie regioni hanno scelto questo o quel protettore, S. Michele Arcangelo, in­vece, è il patrono della Chiesa universale, costituito da Dio stesso; per conseguenza Egli è, dopo la Ma­dre di Dio, Maria Santissima, quello che maggior­mente favorisce, regge e governa la Chiesa.
II. Considera come S. Michele Arcangelo si è di­mostrato sempre il massimo e primo difensore della S. Madre, la Chiesa Cattolica. Il demonio, che è nemico di Dio, è nemico anche della Santa Chiesa, per questo le mosse guerra fin dalla fondazione. Il demonio è quel dragone di cui parla S. Giovanni nell'Apocalisse, che ha il potere di far guerra ai Santi per togliere il culto di Dio, l'amore a Gesù Cristo, e la salvezza agli uomini - come spiega 1'Alapide. Ebbene, a difesa della Chiesa sta S. Mi­chele Arcangelo, come fu predetto dal profeta Da­niele.
Quattro specie di battaglie ha scatenato il de­monio contro la Chiesa Cattolica. La prima fu quella dei tiranni che La perseguitarono. S. Michele di­fese la Chiesa, sostenendo i fedeli nella fede, con­fortandoli nei tormenti, moltiplicando le sue energie quando già sembrava estinta. Il sangue dei martiri - scrisse Tertulliano - è un seme che feconda la Chiesa. La seconda battaglia fu quella scatenata dagli Eretici. S. Michele, illuminando i Dottori, assistendo la Chiesa nei Concili, fece risplendere la verità della fede cattolica. La terza battaglia è fatta per mezzo dei falsi cristiani, i quali con l'immo­ralità dei costumi macchiano la candida veste della sposa di Cristo. S. Michele, riavvivando nel cuore dei cristiani la virtù, rende sempre più gloriosa e lieta la S. Chiesa. La quarta battaglia sarà quella dell'Anticristo. Anche allora S. Michele difenderà la Chiesa di Gesù Cristo, riuscirà ad uccidere l'An­ticristo.
III. Considera come l'Arcangelo Michele è il cu­stode di tutta la Chiesa e di ciascun dei suoi figli sino alla fine del mondo. Egli è il governatore perpetuo di Essa, il canale per cui scendono tutte le grazie di G. C. nel corpo mistico dei fedeli. Oggi in modo particolare la S. Chiesa soffre in­sieme tutte le battaglie già descritte: ogni fedele deve invocare il braccio valoroso dell'Arcangelo di­fensore a pro della Chiesa. In questi tempi tristissi­mi, l'eresia e l'empietà protetta fanno alla S. Chiesa una terribile persecuzione, tanto più crudele, quanto più mascherata dalla ipocrisia; tutte le astuzie sono adoperate per spegnere la fede nel cuore dei fedeli e allontanarli dalla sede di Pietro, centro del Catto­licismo. Preghi ognuno, con umile fiducia il prin­cipe degli Angeli, perchè mandi le sue celesti mi­lizie a tutelare e rendere vittoriosa la Santa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana.

APPARIZIONE DI S. MICHELE A S. ERRICO LO ZOPPO

L'anno 1022, S. Errico di Baviera, detto volgar­mente lo Zoppo, essendosi recato in Italia contro i Greci, che al tempo di Basilio Imperatore d'Oriente si erano a dismisura ingrossati nella Puglia, dopo averli debellati volle trasferirsi a far visita alla Basilica di S. Michele sul Monte Gargano. Si fermò ivi alcuni ­giorni per fare le sue devozioni. Finalmente fu prese, dal desiderio di trattenersi tutta una notte nella San­ta Spelonca. Come infatti fece. Mentre egli se ne sta­va là solo in profondo silenzio ed in preghiera vide dalla parte posteriore dell'altare di S. Michele uscir due bellissimi Angeli, i quali si misero a parare so­lennemente l'altare. Di lì a poco dalla medesima par­te vide venire a coro a coro una gran moltitudine di altri Angeli, dopo de' quali vide comparire il loro ca­po S. Michele, e in ultimo con una maestà tutta di­vina si vide comparire Gesù Cristo con Maria Vergine sua Madre ed altri personaggi. Tosto Gesù Cri­sto si vide pontificalmente vestito dagli Angeli, e due altri che assistevano, uno da Diacono e l'altro Sud­diacono, che si crede fossero stati i due S. Giovanni Battista e l'Evangelista. Il Sommo Sacerdote dette inizio alla Messa in cui offrì se stesso all'Eterno Ge­nitore. A questa vista l'Imperatore rimase sbalordito, sopratutto poi quando, cantato il Vangelo il libro de­gli Evangeli fu baciato da Gesù Cristo e venne poi portato dall'Arcangelo S. Michele, per comando di Gesù Cristo all'Imperatore Errico. Si smarrì l'Impe­ratore nel vedere avvicinarsi l'Arcangelo col testo degli Evangeli, ma il S. Arcangelo lo incoraggiò a baciarlo, e poi toccandolo leggermente nel fianco, gli disse: «Non temere, eletto di Dio, alzati, e prendi con allegrezza il bacio della pace che Iddio ti manda. Io sono Michele Arcangelo, uno dei sette spiriti eletti che stanno presso il Trono di Dio; ti tocco così il fianco, perché zoppicando tu dia il segno, che nessuno di qui in avanti abbia l'ardimento di stare in questo luogo in tempo di notte tango faemur tuum, ut clau­dicando sit in te signum, quod nullus hic nocturno tempore ingrediri audeat"». Tutto ciò riferisce il Bam­bergense nella vita di S. Errico Imperatore, e si trova parimenti registrato questo avvenimento in una per­gamena della Libreria dei SS. Apostoli de' PP. Tea­tini della città di Napoli. Tutto questo lo rivelò quindi S. Errico la mattina seguente ai Sacerdoti del Tempio di S. Michele, e questa tradizione si conserva nella città del Gargano ed in tutta la Diocesi Sipontina.

PREGHIERA

O Principe gloriosissimo S. Michele, capitano de­gli eserciti celesti, debellatore degli spiriti maligni, protettore della Chiesa, liberate noi tutti che ricor­riamo a Voi nelle nostre avversità. Otteneteci, per il vostro prezioso ufficio e per la vostra degnissima intercessione, che noi profittiamo nel servizio di Dio.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele, celeste colonna della Santa ed Apostolica Chiesa.

FIORETTO

Ti intratterai un quarto d'ora dinanzi a Gesù Sacra­mentato per la esaltazione e difesa della S. Chiesa Cat­tolica.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

lunedì 21 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

 (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)  

21 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO I FEDELI AFFLITTI
I. Considera la cura particolare di S. Michele Ar­cangelo nello spargere grazie di consolazione .ai fe­deli afflitti. La prima volta, infatti, in cui la Sacra Scrittura ci parla dell'Angelo del Signore inviato da Dio (il duale Angelo, secondo gli esegeti, altro non è che il glorioso S. Michele), è chiarissimo che viene inviato per consolare una anima afflitta: Agar, colma di amarezza nel deserto. Prima di tale occasione non si trova apparizione alcuna dell'An­gelo del Signore: non al tempo del diluvio a som­mergere il mondo nelle acque; non in Babele a con­fondere le lingue e a punire l'audacia di quei popoli. Perchè? Per far conoscere che la massima glo­ria di questo benefico Serafino sta appunto nel con­solare gli afflitti, confortare i desolati e rallegrare i tribolati. Egli consolò Abramo e Sara, promettendo loro un figlio nella vecchiezza; consolò Elia, deso­lato nella persecuzione; consolò Daniele ifi mezzo ai leoni. Michele è il consolatore di ogni tribolato.
II. Considera come il S. Arcangelo, mentre è de­sideroso di consolare, è altrettanto ritroso nel punire. Inviato da Dio a punire Sodoma, Egli si reca con altri due Angeli prima da Abramo e gli svela tutto per offrirgli l'occasione di pregare Dio a trattenere il flagello, che doveva scendere a sterminare i So­domiti. Quante volte, il pietoso Arcangelo, vedendo Dio sdegnato e in atto di punire, ha invitato le ani­me giuste a pregare per allontanare così il castigo. Dopo aver avvertito Abramo, si mosse alla volta di Sodoma dove giunse, tardi, verso la sera, mentre per la Sua angelica celerità vi avrebbe potuto giun­gere subito. Perchè indugia tanto e aspetta tutto il giorno? Per vedere se Dio, per riguardo alle pre­ghiere di Abramo, perdonasse le città peccatrici del­la Pentapoli. Non diversamente il serafico principe S. Michele fa con noi. Differisce, aspetta, trattiene le divine vendette. Egli ci ama, e vuole recare al mondo consolazioni, non già castighi.
III. Considera, o cristiano che il ministero di San Michele è mistero di consolazione. Tutte le volte che tu ti vedi vicino a qualche forte e gravissima tribolazione, ricorri subito a S. Michele, invoca il tuo consolatore, e sarai consolato. Egli ha pronti i suoi Angeli, li manderà a tuo conforto. Egli ha mezzi innumerevoli, li userà per consolarti. A San Michele ricorsero tanti che si trovavano in circo­stanze difficilissime ed ebbero aiuto proporzionato. A S. Michele si rivolse il Vescovo di Manfredonia nella peste del 1656, e là città venne salvata dal flagello.
Qual'è quell'afflitto, che nelle sue tribolazioni spi­rituali o corporali invocò S. Michele e non fu con­solato?

APPARIZIONE DI S. MICHELE NEL GARGANO

L'anno 1656 in quasi tutta l'Italia, e specialmente nel Regno di Napoli, incrudeliva la peste. Nella so­la città di Napoli aveva mietuto quattrocento mila vittime. Fu attaccata anche la città di Foggia a tal punto da restarne quasi spopolata. Manfredonia, ve­dendo vicino il nemico, pose guardie d'intorno, man­dò ordini, editti. L'Arcivescovo Giannolfo Puccinelli cercò allontanare il male umanamente inevitabile con molti spirituali rimedi. Confidando nel patroci­nio di S. Michele Arcangelo, dopo aver fatto proces­sioni e pubbliche dimostrazioni di penitenza, unita­mente al suo Clero e popolo tutto, raccolti nel tem­pio della Sacra Grotta, e prostrati con la faccia per terra, con gemiti assordavano il Cielo, e per intene­rire la Divina Misericordia ordinò un triduo di di­giuni per tutta la sua Diocesi. Il male frattanto a gran passi avanzava verso Manfredonia, per la qual cosa il buon Prelato, dopo avere conferito varie volte con gli Ecclesiastici, decise che si dovesse con instan­cabile assiduità insistere presso il glorioso S. Michele per ricevere aiuto. Ordinò un altro triduo di digiu­no e preghiere, esortando il popolo alla penitenza. Intanto fu interiormente ispirato a formare una sup­plica a nome di tutta la città, e presentarla sull'al­tare a S. Michele Arcangelo, onde si interponesse come mediatore presso Dio. Ebbero miracoloso ef­fetto i desideri comuni, perchè la supplica venne esaudita e fu il S. Arcangelo stesso a recarne l'an­nuncio. Verso le cinque di notte, nel giorno 22 set­tembre, mentre l'arcivescovo stava in camera sua re­citando preghiere, e mentre tutta la famiglia dormiva, udì uno strano rumore a somiglianza di ter­remoto, dalla parte di Oriente vide una gran luce, ed in mezzo alla luce riconobbe il glorioso Principe S. Michele, il quale gli disse: « Sappiate o Pastore di queste pecorelle, che io Michele Arcangelo ho ot­tenuto dalla SS. Trinità, che dovunque con divozio­ne verranno adoperati i sassi della mia Basilica dalle case, dalle città e luoghi la peste se ne andrà. Pre­dicate, narrate a tutti la grazia divina. « Ubi saxa devote reponuntur ibi pestes de hominibus dispel­lantur ». «Voi benedirete i sassi scolpendovi il se­gno di Croce col mio nome. Predicate di doversi placare Dio dell'ira del prossimo terremoto». Intan­to i servitori destati dallo strano rumore, corrono nella camera e trovano l'Arcivescovo come morto, giacente a terra. Spaventati lo sollevano e lo ri­storano, ma egli non cessò di gemere e di sospirare, e versando lagrime pronunciava solo il nome di San Michele. Il giorno - seguente comparve in pubblico come messaggero di pace. Convocato il popolo, altro non proferiva che «Viva S. Michele; la gra­zia è fatta; Viva S. Michele». Fece subito scheg­giare delle pietre dalle pareti medesime, scolpen­dovi nel mezzo la Croce col nome di S. Michele, e poi le benediceva con rito particolare. Ognuno si caricò di queste sacre pietre. Non mancò chi te­messe del futuro male, e dubitasse del bene presente. Ma svanì ogni dubbio quando avvenne il ter­remoto il 17 ottobre, come aveva annunciato San Michele. Si accrebbe la certezza, quando succedette un altro più orribile terremoto con notevole danno delle vicine città, restando illesa invece Manfredo­nia, ed immune dalla peste prodigiosamente.

PREGHIERA

O gloriosissimo principe S. Michele, ricorro a Voi, che siete il mio padre, il mio amico, la mia conso­lazione e sicurezza. Per mezzo vostro io ho tutti i benefici che mi vengono dal Signore. Se sono libero dalla pestilenza, dai terremoti, dalle tempeste, e da altri gravi flagelli, lo devo a Voi che siete il mio consolatore. Deh! glorioso principe, non mi private della vostra presenza nell'ora della morte! Conso­latemi in vita ed in morte e guidatemi dopo la morte a vedere la bella faccia di Dio in eterno. Così sia.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che rallegrate le chiese dei cristiani, consolatemi nella presente tri­bolazione.

FIORETTO

Ornerai con fiori l'altare di S. Michele o darai la tua opera per la pulizia della Chiesa.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

venerdì 18 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO


  (Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)

18 settembre

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO I PECCATORI

I. Considera come la grande carità, di cui arde l'Arcangelo Michele verso gli uomini, lo spinge a scuotere i peccatori, perchè sorgano dai loro vizi, e ritornino a Dio. Si legge nella Genesi che Agar, venuta a contrasto con la sua padrona Sara, mo­glie di Abramo, a causa di suo figlio Ismaele, scac­ciata di casa, fuggiva nel deserto di Besabea. Le si fece avanti l'Arcangelo del Signore e le disse: Agar, donde vieni? Dove vai? Ritorna dalla tua padrona ed umiliati sotto la sua mano. Agar, che vuol dire forestiera, è figura dell'uomo, il quale è un pelle­grino e forestiero in questo mondo, come insegna il Profeta David. Sara, che vuol dire Signora, significa Dio, Padrone di tutte le cose, da cui l'uomo peccatore si allontana, ogni volta che a causa delle sue passioni calpesta la legge di Dio. Fugge il pec­catore, corre nel deserto del. mondo, ove non trova nemmeno una goccia di acqua per refrigerio, - il mondo non ha veri refrigeri. Ecco S. Michele, An­gelo del Signore, che grida al peccatore: Donde vieni? Dove corri? Guarda da chi ti allontani! Ti allontani da Dio, sommo bene! Come andrà a finire la tua vita? Ritorna a Dio, tuo Creatore e Signore, centro di ogni anima, cumulo di ogni felicità; umi­liati sotto la sua mano con perfetta osservanza del­la divina legge.
II. Considera, come S. Michele esercita tale uf­ficio verso i peccatori che Lo onorano e Lo invocano con preci. Così fece con Calvino, gran Cavaliere e Consigliere del Re Filippo di Francia. Gli apparve, e disse: « Se vuoi salvarti, procura di uscir di cor­te, altrimenti ti dannerai, perchè non dici la ve­rità. Abbi compassione di te stesso ». Un Paladino dell'Imperatore Ottone edificò un Tempio in onore di S. Michele, al quale chiese la grazia di godere il favore del suo Re. S. Michele gli apparve e gli dis­se: « Io non voglio il tempio che mi hai edificato, perché l'hai fatto col sangue dei poveri, sfruttando il favore del Re. E' da gran tempo che Dio ti ha condannato all'inferno: io però ho pregato per la tua salvezza. Sappi che l'Imperatore si rivolterà e farà giustizia di te, il Signore ti ha concesso che se morrai in tal guisa, non ti danni ». Atterrito da sì spaventosa notizia, il Paladino promise di mutar vi­ta, lasciare il mondo, riparò le ingiustizie commesse, entrò in religione, mutò vita, e si salvò. Oh quanto è benigno verso i peccatori l'Arcangelo S. Michele!
III. Considera, o cristiano, quante volte questo celeste Principe ha esercitato con te peccatore tanta carità. Quante volte ha rischiarato la tua mente per farti conoscere lo stato miserabile in cui giacevi? Quante volte parlando al tuo cuore ti ha dimostrata la inevitabile dannazione eterna, se non avessi mu­tato strada? L'ammonizione d'un superiore, l'improv­visa morte di un tuo amico, quella disgrazia in casa: sono stati altrettanti avvisi dei cielo a mutar vita. Ringrazia il celeste Arcangelo, e metti in pra­tica i suoi avvertimenti se vuoi salvarti! Anche og­gi Egli ti dice: «Ritorna al tuo Dio e Signore; umi­liati sotto la sua mano». Gettati perciò contrito ai piedi di Gesù Crocifisso e prometti di vero cuore di lasciare la cattiva via che hai finora seguito.

APPARIZIONE DI S. MICHELE

Giovanni Turpino nella vita di Carlo Magno da lui scritta, narra che egli un giorno mentre stava celebrando Messa dei Defunti alla presenza dello stesso Imperatore Carlo, fu rapito in estasi, duran­te la quale udì una musica celestiale di Angeli, che andavano verso il cielo. Nello medesimo tempo vide anche una turba di demoni che venivano con gran­de festa come soldati che avevano fatto gran bot­tino; ad essi egli allora domandò: «Che cosa porta­te?» Essi risposero: « Portiamo l'anima di Marsilio all'inferno ». Ma si vide allora S. Michele che libe­rava l'anima di Rollando dal Purgatorio e la stava portando in Cielo insieme a quella di altri cristiani. Il che egli riferì all'Imperatore stesso finita che fu la Messa.

PREGHIERA

A Voi, amatissimo Principe di Carità, ricorro io miserabile peccatore, e per la vostra efficacissima intercessione imploro dal misericordioso Dio lume per conoscere i miei peccati, e sincera contrizione per detestarli. Voi che tanto amate l'uomo, non la­sciate d'illuminarmi per mezzo del mio S. Angelo Custode, in modo che io riprenda la via della virtù, ami Dio, e mi assicuri della eterna salvezza.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che scuotete i pec­catori, soccorretemi, perchè risorga dal peccato l'a­nima mia.

FIORETTO

Dirai nove Gloria Patri al S. Angelo Custode, perchè ti ottenga la grazia di conoscere i tuoi peccati, e di dete­starli sinceramente.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. 

giovedì 17 settembre 2015

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO


(Onoriamo anche l’Angelo Custode con una preghiera al giorno)
17 settembre
GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO I GIUSTI NEL DIFENDERLI DAL MALE
I. Considera come la vita del giusto non è altro che un continuo combattimento: combattimento non già con nemici visibili e carnali, ma con ne­mici spirituali ed invisibili ché insidiano continua­mente la vita dell'anima. Con tali nemici con­tinua è la battaglia, molto difficile la vittoria. Que­sta è possibile soltanto se si gode il favore di San Michele Arcangelo. Egli come disse il Profeta, manda ai giusti che temono Dio, i suoi Angeli, i quali li cir­condano e li rendono vittoriosi. Ricordati, per­ciò, o anima cristiana, che se il demonio ti gira at­torno qual leone affamato per renderti sua preda, S. Michele ti ha già inviato in aiuto i Suoi Angeli sta lieta, non sarai vinta dal Demonio.
II. Considera come tutti i giusti che furono mo­lestati dal Demonio e ricorsero al glorioso Principe degli Angeli S. Michele rimasero sempre mirabil­mente vittoriosi. Si narra della B. Oringa che fu minacciata con terribili forme dal Demonio; atter­rita, invocò l'Arcangelo Michele, il quale subito ac­corse in suo aiuto mettendo in fuga il demonio. Si narra ugualmente di Santa Maria Maddalena Peni­tente che nella grotta dove si era rifugiata vide un giorno una moltitudine di vipere infernali, ed un fiero dragone, che con bocca- spalancata voleva in­goiarla; ricorse la penitente al S. Arcangelo, il quale intervenne e cacciò via la terribile bestia. Oh po­tenza del S. Arcangelo! Oh carità grande verso le anime giuste! Egli è veramente il terrore dell'In­ferno; il suo Nome è lo sterminio de' demoni. Sia benedetto Dio, che vuole così glorificato S. Michele.
III. Considera, o cristiano quali vittorie sono state da te riportate sul nemico tentatore! Tu gemi e ti affliggi perchè il demonio non ti lascia un momen­to; ti ha anzi sorpreso, sedotto, e vinto tante volte. Perchè non ricorri al duce delle celesti milizie, il quale è l'Angelo della vittoria sulle potenze infer­nali? Se l'avessi invocato in tuo aiuto, saresti stato vittorioso, non vinto!
Se a S. Michele avessi fatto ricorso quando il nemico infernale accendeva fiamme impure nella tua carne e ti seduceva con le attrattive del secolo, non ti troveresti ora reo di tanti falli! Questa guerra non è ancora finita, dura sempre. Rivolgiti al celeste guerriero. La Chiesa ti esorta ad invocarLo: e se vuoi essere sempre vittorioso, chiamaLo in tuo aiuto con le parole stesse della Chiesa.

APPARIZIONE DI S. MICHELE AD UN RELIGIOSO MORIBONDO

Narra S. Anselmo che un religioso in punto di morte mentre venne per tre volte assalito dal de­monio, altrettante volte fu difeso da S. Michele. La prima volta il demonio gli rammentava i peccati com­messi prima del battesimo, ed il religioso atterrito per non aver fatto penitenza, era sul punto di disperarsi. Comparve allora S. Michele e lo calmò, di­cendogli che quei peccati erano celati col S. Bat­tesimo. La seconda volta il demonio gli rappresen­tava i peccati commessi dopo il Battesimo, e diffi­dando il misero moribondo, fu per la seconda volta consolato da S. Michele, il quale lo assicurò che gli erano stati rimessi con Professione Religiosa. Ven­ne finalmente per la terza volta il demonio e gli rappresentava un gran libro pieno di mancanze e di negligenze commesse durante la vita religiosa, ed il religioso non sapendo che rispondere, di nuovo S. Michele in difesa del religioso per confortarlo e per dirgli che tali mancanze erano state espiate con le opere buone della vita religiosa, con l'ubbidienza, la sofferenza, le mortificazioni e la pazienza. Il Re­ligioso così consolato abbracciando e baciando il Cro­cifisso, placidamente spirò. Veneriamo in vita San Michele, e saremo da Lui confortati in morte.

PREGHIERA

O principe delle celesti milizie, debellattore delle potenze in­fernali, imploro il vostro possente aiuto nella terri­bile guerra, che il demonio non lascia di muovere per vincere la povera anima mia. Siate Voi, o San Michele Arcangelo, il mio difensore in vita ed in morte, in modo che abbia a riportare la corona della gloria.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; Voi che avete una spada di fuoco che spezza le macchine infernali, aiutatemi, perchè non sia mai più sedotto dal de­monio.

FIORETTO

Ti priverai della frutta o di qualche cibo che più gra­disci.
Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

mercoledì 16 settembre 2015

Frasi che insegnano

 L'ALFABETO DELL'AMORE
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(anonimo)

Accetta il Signore nella luce e nel buio.
Bussa alla porta di chi sta soffrendo.
Cerca in tutto e in tutti il lato positivo.
Dimentica presto il torto ricevuto.
Evita il diverbio con chi ti contrasta.
Fa compagnia a chi vive sempre solo.
Gioisci quando uno riprende la strada del bene.
Hai un cuore e due mani per aiutare chi ha bisogno.
Imita chi sa fare le cose meglio di te.
Lenisci col tuo sorriso la tristezza degli altri.
Mantieni la calma nei momenti di difficoltà.
Non far pesare sugli altri la tua sofferenza.
Offri il perdono a chi vedi pentito.
Prega con fede nel silenzio del cuore.
Quieta con la tua calma l’esacerbato e l’insofferente.


 O DIO MANDACI DEI MATTI
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(L. J. Lebret)

O Dio, mandaci dei matti,
di quelli che siano capaci di esporsi,
di quelli che siano capaci di scordarsi di loro stessi,
di quelli che sappiano amare con opere e non con parole,
di quelli che siano totalmente a disposizione del prossimo.
A noi mancano matti, o Signore,
mancano temerari, appassionati,
persone capaci di saltare nel vuoto insicuro,
sconosciuto e ogni giorno più profondo della povertà;
di quelli che sono capaci di guidare la gentesenza il desiderio di utilizzarla come sgabello per salire loro;
di quelli che non utilizzano il prossimo per i loro fini.
Ci mancano questi matti, o mio Dio!
Matti nel presente, innamorati di una vita semplice,
liberatori del povero, amanti della pace,
liberi da compromessi, decisi a non tradire mai,
disprezzando le proprie comodità o la propria vita,
totalmente decisi per l’abnegazione,
capaci di accettare tutti i tipi di incarichi,
di andare in qualsiasi luogo per ubbidienza,
e nel medesimo tempo liberi, obbedienti,
spontanei e tenaci, allegri, dolci e forti.
Dacci questo tipo di matti, o mio Signore.
LA VERA GIOVINEZZA
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(Generale Mac Arthur)

La giovinezza non è un periodo della vita, essa è uno stato dello spirito, un effetto della libertà, una qualità dell’immaginazione, un’intensità emotiva, una vittoria del coraggio sulla timidezza. Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni. Si diventa vecchi perché si è abbandonato il nostro ideale. Gli anni aggrinziscono la pelle, la rinuncia al nostro ideale aggrinzisce l’anima. Le preoccupazioni, le incertezze, i timori, i dispiaceri sono i nemici che lentamente ci fanno piegare verso terra e diventare polvere prima della morte. Voi siete così giovani come la vostra fiducia per voi stessi, così vecchi come il vostro scoramento.Voi resterete giovani fino a quando resterete ricettivi. Ricettivi di ciò che è bello, buono e grande, ricettivi ai messaggi della natura, dell’uomo e dell’infinito. E se un giorno il vostro cuore dovesse esser mosso dal pessimismo e corroso dal cinismo possa Dio avere pietà della vostra anima di vecchi.
 LE PERSONE SONO DONO DI DIO
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(padre Francesco Piras s.j.)


Le persone sono doni che Dio creatore ci manda… imballate.
Alcuni hanno un imballaggio bellissimo,
altri sono imballati in carta ordinarissima,
certe persone sono imballate in maniera molto sciolta,
altre in maniera molto stretta,
a volte il dono è stato maltrattato nella posta,
una volta ogni tanto c’è una consegna speciale!
Ma l’imballaggio non è il dono!

E’ così facile commettere questo errore;
è simpatico se lo fanno i bambini.
Certe persone-dono sono facili da aprire;
altre hanno bisogno di aiuto per uscire dalle loro scatole:
sarà perché hanno paura?
Credono forse che fa male lasciarsi aprire?
Forse sono già stati aperti prima e sono stati buttati via!
Sarà che il loro dono non è fatto per me?

Io sono una persona. Perciò anch’io sono un dono!
Prima di tutto sono un dono a me stesso.
Dio creatore mi ha dato me stesso!
Ho mai guardato veramente dentro l’imballaggio?
Ho paura di farlo?
Forse non ho mai accettato il dono che io sono.
E’ possibile che ci sia qualcosa di più,
dentro l’imballaggio, di quello che immagino?
Forse non ho mai visto il dono meraviglioso che sono io.

Può il dono di Dio essere altro che bello?
Mi piacciono i doni che mi danno quelli che mi vogliono bene,
perché non il dono di me stesso, il dono che sono io?

Io sono anche un dono dato agli altri.
Accetto di essere dato agli altri?
Di essere una persona per gli altri?
Dovranno gli altri accontentarsi dell’imballaggio,
senza mai godere del dono?

Ogni incontro fra persone è uno scambio di doni.
L’amore è una relazione fra persone
che si vedono come sono realmente:
doni dati da Dio per essere dati agli altri.
IL VIAGGIO NON FINISCE MAI
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(J. Saramago da Viaggio in Portogallo)

Il viaggio non finisce mai.
Solo i viaggiatori finiscono.
E anche loro possono prolungarsi
in memoria, in ricordo, in narrazione.
Quando il viaggiatore
si è seduto sulla sabbia della spiaggia
e ha detto:
“Non c’è altro da vedere”,
sapeva che non era vero.
Bisogna vedere quel che non si è visto,
vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si è visto in estate,
vedere di giorno quel che si è visto di notte,
con il sole dove la prima volta pioveva,
vedere le messi verdi, il frutto maturo,
la pietra che ha cambiato posto,
l‘ombra che non c’era.
Bisogna ritornare sui passi già dati,
per ripeterli,
e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
Il viaggiatore ritorna subito.


ORA
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(J. Guitton)



Sperare non consiste nel rimandare a domani.
Bisogna cominciare oggi.

Sperare non consiste nell’attendere
che qualcuno faccia al posto nostro.
Significa incominciare a farlo noi ora.

IL TEMPO PRESENTE
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(B. Pascal)


Noi non ci atteniamo mai al tempo presente.
Anticipiamo il futuro come troppo lento a venire,
come per affrettarne il corso;
oppure ricordiamo il passato per fermarlo come troppo rapido;
così imprudenti che erriamo nei tempi che non sono nostri,
e non pensiamo affatto al solo che ci appartiene, e così vani,
che riflettiamo su quelli che non sono più nulla,
e fuggiamo senza riflettere quel solo che esiste.
Il fatto è che il presente, di solito, ci ferisce.
Lo dissimuliamo alla nostra vista perché ci affligge;
se invece per noi è piacevole, rimpiangiamo di vederlo fuggire.
Tentiamo di sostenerlo per mezzo dell’avvenire,
e ci preoccupiamo di disporre le cose che non sono in nostro potere,
per un tempo al quale non siamo affatto sicuri di arrivare.
Ciascuno esamini i propri pensieri:
li troverà sempre tutti occupati dal passato e dal futuro.
Il presente non è mai il nostro fine:
il passato ed il presente sono i nostri mezzi,
solamente il futuro è il nostro fine.
In questo modo non viviamo mai,
ma speriamo di vivere;
e, disponendoci sempre ad essere felici,
è inevitabile che non lo siamo mai.
 DONACI UN CUORE CHE ASCOLTA
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(B. Haring)


Dio grande e meraviglioso,
molte volte, nelle nostre litanie,
abbiamo detto: «Ascoltaci, Signore»,
senza esserci prima chiesti se noi abbiamo
ascoltato te,
se siamo stati in sintonia con le tue parole,
con i tuoi silenzi.
Vogliamo che tu porga l’orecchio
alla nostra supplica,
senza preoccuparci di correggere
la nostra sordità, la durezza del nostro cuore.
Interpreta tu, Padre, la nostra povera preghiera;
ed ogni volta che ci senti ripetere:
Ascoltaci, Signore,
sappi che intendiamo dirti:
Apri il nostro orecchio
ad ascoltare la tua voce.
Apri i nostri occhi
a vedere te ovunque.
Apri le nostre labbra per lodare te.
Donaci un cuore che ascolta
te, Padre di misericordia,
con il Figlio e lo Spirito d’amore:
ascolta Dio, e perdona!


NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.