martedì 20 gennaio 2015

Preghiera del crocifisso.


Preghiera di Guarigione interiore
Le santissime piaghe di Gesù
Eterno Padre Santo,
siamo qui alla tua presenza, davanti al tuo trono a te l’onore la gloria nei secoli, ci mettiamo dinanzi all’agnello senza macchia che si è donato e immolato per la salvezza e la redenzione di tutto il genere umano.
Grazie per il suo sangue prezioso.
Infondi il tuo Spirito d’amore su di noi figli, siamo a tua immagine, eredi e coeredi del tuo Figlio Gesù Cristo.
Gesù, per il tuo cuore squarciato, invochiamo la tua misericordia, la tua luce, la tua potenza nello Spirito Santo, coprici con le tue mani amorose.
Il tuo cuore si commuove davanti alla nostra sofferenza e ai nostri peccati, noi fiduciosi della tua santa misericordia ti invochiamo, pietà di noi.
Padre Onnipotente, ci mettiamo sotto la santissima croce del tuo Figlio Gesù, possa Lui legare, inchiodare il nostro peccato, il male, la sofferenza alla sua santa croce e inchinati sotto di essa, scenda come effusione il tuo preziosissimo sangue, ci hai comprato a caro prezzo, grazie ad esso e alle tue santissime piaghe siamo stati guariti.
Gesù, vogliamo contemplare la piaga della tua mano destra inchiodata, trafitta da questo chiodo fino al legno della croce, da dove sgorga sangue fino a noi e tu ci parli dicendo: mi sono lasciato inchiodare per amor tuo, mettiti dentro questa piaga, affidati ad essa perchè con essa ti ho creato e che mi procura tanto dolore, ti voglio guarire.
Contempla la mia mano sinistra inchiodata fino al legno della croce gronda di sangue per la tua salvezza, affidati a questa mano, per essere guidato e perché essa sia sempre sopra di te per proteggerti.
Contempla i miei piedi inchiodati da questo unico chiodo, mi fa un male terribile, guarda il mio piede destro forato, sanguinante, affidati a questo mio piede, chi cammina con me, cammina nella luce e non inciamperà mai, io ti sostengo quando vacilli.
Guarda il mio piede sinistro attraversato da questo chiodo, il mio sangue cade su di te, affidati a questa piaga del mio piede,
Io sono la via che conduce al Padre,
Io sono la verità che ti illumina,
Io sono la vita che si dona per te.
Contempla il mio costato squarciato dalla lancia, esce sangue e acqua, questo sangue che ti salva dalla morte donandoti la vita, dalle tenebre donandoti la luce, dall’odio donandoti l’amore.
L’acqua che sgorga dal mio costato ti lava da tutti i tuoi peccati anche se i tuoi peccati sono rosso come scarlatto io li farò diventare bianchi come lana.
Contempla il mio capo trafitto da questa corona di spine, esso è uno dei dolori più atroci del mio corpo, tutto il mio volto è sanguinante, ti voglio coprire con questo sangue e questo mio dolore perché i miei pensieri siano i tuoi pensieri, il mio amore sia il tuo amore perché tu abbia pensieri di giustizia e rettitudine.
Tutto il mio corpo è dolorante e sanguina in continuazione per la salvezza dell’umanità, così io ho preso tutti i vostri peccati e li ho inchiodati a questa croce vittoriosa.
A te ho gridato, Signore, e tu mi hai guarito; ti loderò per sempre.
Perché nel nome di Cristo Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo in terra e sotto terra e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre.
Chi è come Dio
nessuno come Dio
Chi è come Dio
nessuno come Dio
Chi è come Dio
nessuno come Dio
Fuggite potenze nemiche Gesù Cristo ha vinto
Fuggite potenze nemiche Gesù Cristo ha vinto
Fuggite potenze nemiche Gesù Cristo ha vinto.
Per intercessione del grande Principe Arcangelo delle milizie celesti San Michele, difendici nella battaglia contro le potenze malefiche, distruggi il potere delle tenebre e incatena gli spiriti immondi. Amen.
Per intercessione del grande Principe Arcangelo Raffaele, medicina e guarigione di Dio, guarisci tutte le nostre infermità del corpo e dell’anima, liberaci dai mali che ci assoggettano nel tempo presente. Amen.
Per intercessione del grande Principe Arcangelo Gabriele, potenza e forza di Dio, donaci la potenza di combattere il male, la forza della fede, la forza della speranza, la forza della costanza, la forza della temperanza e reca il lieto annuncio della pace, serenità e gioia nel cuore. Amen.
Per intercessione di tutta la corte celeste angeli e santi di Dio pregate per noi.
Per intercessione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Grazia e di misericordia, coprici col tuo manto materno, proteggici in tutti i nostri passi, prendici per mano e portaci al tuo Figlio Gesù.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo
oh Vergine gloriosa e benedetta. Amen.
Alla Santissima Trinità
Per la Chiesa che soffre.
Dio Onnipotente ed Eterno, Padre e Figlio e Spirito Santo veglia sui Tuoi ministri.
Dona loro pace, serenità, abbondanza di grazie affinché da loro, con il tuo aiuto, si riversino sui Tuoi figli perseguitati, abbandonati, tormentati e su coloro che portano l’impronta di Cristo nel loro cuore e nel loro spirito, perché non cedano alle paure che il dragone maledetto istiga e sparge intorno a sé.
Aiuta o Dio Onnipotente la tua Chiesa che soffre nel cuore e nello spirito, affinché coloro che a Te si rivolgono con questa preghiera, possano beneficiare del Tuo aiuto, e la Chiesa di Dio si espanda su tutta la terra.
Amen.


giovedì 1 gennaio 2015

Beata Chiara Agolanti da Rimini Clarissa



Nel corso dei secoli, la vita di s. Maria Maddalena, come libertina e poi convertita e penitente, ha sempre avuto delle anime che si sono ritrovate, nel loro tempo, quasi nella stessa situazione, fra queste annoveriamo Chiara Agolanti.
Nata nel 1280 fu educata dal padre Onosdeo in modo molto forte nell’agire, quasi maschile e insofferente di ogni sottomissione. Passò la sua adolescenza cavalcando e giostrando, ribelle alle pratiche religiose che la madre Gaudiana cercava di inculcarle.
Morta la madre, il padre si risposò e lei divenne ancora più indipendente. Giovanissima sposò il figlio della matrigna ma rimase vedova dopo tre anni ereditando immense ricchezze. Per otto anni continuò a darsi alle feste, alle giostre cavalleresche, a conviti, con una vita frivola e mondana, dando adito in città a scandali e pessime dicerie.
Il padre e il fratello morirono lo stesso giorno mentre erano in guerra contro i Malatesta, per rivalità di dominio del territorio riminese, così che tutte le ricchezze della famiglia Agolanti si accentrarono nelle mani della giovane vedova.
Fu richiesta in sposa da un nobile che faceva anche lui una vita dissipata e lei acconsentì a patto che potesse continuare lo stesso modo di vivere. Un giorno per curiosità, entrò nella chiesa dei Padri Conventuali, s. Maria in Tribio e si sentì dentro di sé per la prima volta turbata e agitata, tornata a casa si rinchiuse nella sua stanza, dove gettatosi a terra ebbe un pianto dirotto di pentimento e decise allora di mutare vita.
Il giorno dopo si recò nella stessa chiesa ove si confessò in generale, da quel momento ricominciò un’esistenza di pietà, di opere buone, di penitenza, convertendo anche lo sposo, che due anni dopo morì in modo cristiano. A quel punto Chiara non pose più limiti alle sue penitenze che divennero terribili, animata da un fuoco d’espiazione che la divorava.
Con le sue immense ricchezze, prese ad aiutare tutte le miserie materiali e morali, dotò di dote ed assistenza tutte le ragazze povere da sposare. Alcune donne di grande fervore si riunirono intorno a lei disposte a fare una vita di clausura e di penitenza, Chiara fondò così un piccolo convento detto di s. Maria degli Angeli, poi successivamente detto di s. Chiara; ottenne la benedizione del vescovo di Rimini Guido Abasio, recandosi poi alla Chiesa Cattedrale per emettere i voti religiosi, secondo la Regola di s. Chiara.
Visse una decina d’anni come superiora, intensificando i sacrifici e la contemplazione della Passione di Cristo. Il Signore le concesse il dono di grazie mistiche elevatissime, con estasi così profonde che nessuna forza umana riusciva a farle sospendere e solo se le si portava davanti il ss. Sacramento si riprendeva.
Morì a 46 anni il 10 febbraio 1236, consumata dalle penitenze e dalla contemplazione; il suo corpo riposa nella chiesa del monastero.
Per antica tradizione gode del culto di Beata. Ricorrenza liturgica il 10 febbraio.

Autore: Antonio Borrelli


Se qualcuno avesse ancora dei dubbi che per il Signore nulla è perduto e che per ciascuno c’è la possibilità di ricominciare una vita nuova, segua la vicenda singolare della beata Chiara Agolanti, che con l’omonima santa di Assisi ha ben poco da spartire, almeno per i primi tre quarti della sua vita. Di famiglia fiorentina, nata nella seconda metà del 1200 a Rimini, dove la famiglia è stata esiliata, è una bambina ribelle, anzi una scavezzacollo che la mamma fatica a controllare e ad educare a più civili modi di vivere. La morte della mamma, quando lei ha appena sette anni, le concede ancora più indipendenza, mentre il padre cerca inutilmente di educarla con uno stile marziale e rigoroso che aumenta ancor più il suo senso di ribellione. Poco più che bambina viene promessa al figlio della matrigna, che sposa appena adolescente. Il giovane marito muore appena tre anni dopo, lasciandola erede di un’immensa ricchezza, che Chiara non fatica a sperperare. Il lutto, infatti, non l’ha certo addolorata né depressa, se riesce subito a darsi alla pazza gioia, alle feste mondane, ai banchetti e alle giostre. Un comportamento il suo, che finisce sulla bocca di tutti i riminesi, scandalizzati dal suo peccaminoso stile di vita. Nemmeno la morte tragica, in combattimento e nello stesso giorno, del papà e del fratello riesce a scuoterla. Anzi, questo ulteriore lutto concentra nelle sue mani tutto l’ingente patrimonio di famiglia, permettendole di condurre una vita ancora più trasgressiva e facendola diventare uno dei migliori “partiti” della città. Incapace di ogni solido legame, accetta di sposare uno dei compagni delle sue quotidiane bravate, un discusso e chiacchierato “gentiluomo”, a patto di poter continuare la sua vita sregolata. A 34 anni un fatto insolito nello squallore della sua vita morale: una forza misteriosa ma irresistibile la obbliga un giorno ad entrare in una chiesa e a recitare un “Padre nostro” che ha il potere di cambiarle la vita. Dopo una notte insonne, ritorna il giorno dopo nella stessa chiesa, questa volta per confessarsi e per fare il proposito di cambiare vita. Tanto sregolata e trasgressiva prima, quanto risoluta e tenace adesso nel tener fede ai propositi fatti, coinvolge nella conversione anche il marito libertino, che cambia vita e muore due anni dopo, in pace con Dio e con se stesso. Chiara, adesso, ha tutto un suo mondo di poveri da aiutare, affamati da sfamare e malati da curare, cui dona tutti i suoi beni. Da ricchissima che era sceglie di bussare di casa in casa per elemosinare quelle che serve alla vita di un convento di clausura. Addirittura fonda un convento tutto suo, nel quale vive esperienze mistiche molto intense, a volte appena turbate dal rimorso dei peccati giovanili, cui cerca di rimediare con rigorosissime penitenze. Alla sua morte è subito circondata dalla venerazione e dalla simpatia della gente, che la sente vicina non solo nel comune sforzo di fedeltà a Dio, ma anche nell’umana debolezza che ha contraddistinto la sua vita. E’ festeggiata il 10 febbraio.


Autore: 
Gianpiero Pettiti

http://www.santiebeati.it/

“Atto solenne di preparazione per morire santamente”



(Tratto dalle opere di S. Alfonso de’ Liguori ed elaborato)
Mio Dio, essendo certa la mia morte, e non sapendo quando sarà, intendo da ora di prepararmi a quella, che è il momento più bello della vita di un cristiano perché attua l’incontro definitivo con Cristo Amore; e perciò affermo di credere quanto crede la S. Chiesa, e specialmente il mistero della SS. Trinità, l'Incarnazione e Morte di Gesu-Cristo, il paradiso e l'inferno, perché tutto l'avete rivelato Voi che siete la stessa Verità. Io merito mille inferni, ma spero dalla vostra pietà per i meriti di Gesu-Cristo il perdono, la perseveranza finale e la gloria gioiosa del paradiso. Vi benedico per quanto mi avete donato finora e per quanto volete donarmi. Affermo che v'amo sopra tutte le cose, perché siete un bene infinito; e perché v'amo, mi pento sopra ogni male di tutte le offese che vi ho fatte, e propongo prima morire e perdere tutto piuttosto che più offendervi con il peccato. Vi prego a levarmi la vita e tutto quello che ho piuttosto che permettere ch'io v'abbia da perdere con un altro peccato. Vi ringrazio, Gesù mio, di tutte le pene che avete patite per me, e di tante misericordie che mi avete usate, dopo che vi ho tanto offeso. Amato mio Signore, mi rallegro che siete infinitamente beato. Godo che siete amato da tante anime in cielo ed in terra. Vorrei che tutti vi conoscessero e vi amassero. Affermo che qualunque persona m'avesse offeso, io la perdono per amor vostro, o Gesù mio; e vi prego a farle bene fin d’ora. Affermo che desidero in vita ed in morte i SS. Sacramenti; ed intendo da ora di cercare l'assoluzione delle mie colpe, quando in morte non potrò darne segno. Accetto con pace la mia morte e tutti i dolori che l'accompagneranno, in unione della morte e dolori, che patì Gesù sulla croce. Ed accetto, mio Dio, tutte le pene e tribolazioni, che prima di morire mi verranno dalle vostre mani. Fate di me e di tutte le cose mie tutto quel che vi piace. Datemi il vostro amore e la santa perseveranza, e niente più vi domando. Madre mia Maria, assistetemi sempre, ma specialmente nella mia morte; e frattanto aiutatemi a conservarmi in grazia di Dio. Voi siete la speranza mia. Sotto il vostro manto voglio vivere e morire. S. Giuseppe, S. Michele Arcangelo, Angelo mio Custode, soccorretemi sempre, ma soprattutto nell'ora della mia morte. E voi mio caro Gesù, voi che per ottenere a me una buona morte, avete voluto fare una morte così amara, non m'abbandonate allora. Io da ora a Voi m'abbraccio, per morire abbracciato con Voi. Io merito l'inferno, ma mi abbandono alla vostra misericordia, sperando nel sangue vostro di morire nella vostra amicizia e di ricevere da Voi la benedizione, nella prima volta che vi vedrò da misericordioso giudice mio. Nelle vostre mani impiagate per mio amore raccomando l'anima mia. In Voi spero di non essere allora condannato all'inferno e di essere ammesso alla gloria e alla gioia del Paradiso. «In te,Signore , ho sperato, non sia confuso in eterno». Vedo già che la causa delle mie cadute è stata il non ricorrere a voi, quando io ero tentato, a domandarvi la santa perseveranza. Per l'avvenire propongo fermamente di raccomandarmi sempre a voi, e specialmente quando mi vedrò in pericolo di ritornare ad offendervi. Propongo di ricorrere sempre alla vostra misericordia, invocando sempre i Ss. Nomi di Gesù e di Maria:sicuro che pregando non lascerete voi allora di darmi la forza ch'io non ho di resistere a' miei nemici. O Maria, Madre ottenetemi la grazia di raccomandarmi in tutt'i miei bisogni e per sempre al vostro Figlio, ed a voi. O Signore Gesù aiutatemi sempre, e specialmente nella mia morte; fate ch'io spiri amandovi, sicché l'ultimo respiro della mia vita sia un atto d'amore, che mi trasporti da questa terra ad amarvi in eterno nella gioia del paradiso. Gesù, Giuseppe, e Maria, assistetemi nella mia agonia. Gesù, Giuseppe, e Maria, a voi mi dono, e voi ricevete in quel punto l'anima mia.




NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.