venerdì 30 marzo 2012

Preghiera a Santa Marta per ricevere ogni tipo di grazia




Questa preghiera va recitata 3 volte ogni martedì, per 9 martedì di seguito, accendendo una candela bianca benedetta.

“Ammirabile Vergine,
con piena fiducia ricorro a te.
Mi confido a te sperando che mi esaudirai nelle mie
necessità e che mi aiuterai nella mia prova umana.
Ringraziandoti in anticipo ti prometto di divulgare
questa preghiera.
Consolami, ti supplico in tutti i miei bisogni e
difficoltà.
Ricordandomi del profondo gaudio che riempì il
Tuo Cuore all'incontro col Salvatore del mondo
nella tua casa a Betania.
Ti invoco: assistimi come pure i miei cari, affinché
io rimanga in unione con Dio e che io meriti di
Essere esaudito nelle mie necessità, in particolare
nel bisogno che pesa su di me …. (dire la grazia che si desidera)
Con piena fiducia ti prego, Tu, mia auditrice: vinci
le difficoltà che mi opprimono come pure hai vinto
il perfido drago che è rimasto vinto sotto il tuo
piede. Amen”

Padre Nostro. Ave Maria..Gloria al padre
Quindi dire per 3 volte: S. Marta prega per noi

sabato 24 marzo 2012

CONSACRAZIONE ALLE SS PIAGHE DI GESU’ CRISTO




Dio Onnipotente che hai voluto incarnarTi In una delle tue creature per Amor mio alfine di sopportare l'insopportabile, io Ti consacro la mia vita e la mia eternità.






O Sante Piaghe delle mani di Gesù Cristo, io vi consacro le mie mani per lavorare sempre alla vostra Gloria.



O Sante Piaghe dei piedi di Gesù Cristo, io vi consacro i miei piedi per poter camminare sempre al vostro seguito.




O Sante Piaghe della schiena di Gesù, io vi consacro la mia carne, affinché sia sempre sottomessa alla Tua Santa Volontà.



O Sante Piaghe del capo di Gesù Cristo, io vi consacro il mio spirito, affinché la mia intelligenza non sia un ostacolo alla mia santificazione.




O Sante Piaghe del Cuore di Gesù Cristo, io vi consacro il mio cuore, affinché, ormai unito al Tuo, trabocchi d'Amore per gli uomini, miei fratelli.



O Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo, io Ti consacro tutto il mio sangue, affinché d'ora innanzi nelle mie vene non scorra altro che Fede, Speranza e Carità.



ORAZIONE ALLE CINQUE PIAGHE




Penetrati d'amore e di riconoscenza, con un cuore addoloralo e compunto, adoriamo e ba­ciamo umilissimamente e rispettosamente le vostre sacre Piaghe invocandovi, o Gesù, con gran confidenza. O Divino Salvatore, vi supplichiamo per mezzo di queste Piaghe adorabili, così crudel­mente impresse nel vostro santissimo Corpo di convertire i peccatori e di guarirci da tutte le ferite che il peccato fece alle anime nostre. Scolpite, Signore, sì, scolpite profondamente nel nostro cuore queste divine Piaghe e la me­moria della vostra sanguinosissima Passione. Signore, abbiate pietà di noi!







1. Noi vi supplichiamo per la Piaga della vostra ­mano destra. Pater noster.

Adoriamo la Piaga della vostra mano destra, desiderando e domandando che essa benedica tutti i peccatori e benedica anche le nostre in­tenzioni, parole, azioni e che ci aiuti a fare il bene e ad evitare il male. Io depongo, o mio Dio, nelle vostre mani, con confidenza, il mio corpo e l'anima mia, la vita, la morte, la mia sorte temporale ed eter­na, i miei disegni ed intraprese. Io rimetto nella vostra mano destra tutti peccatori, i miei parenti, amici, benefattori, le anime consacrate, i Religiosi e le Religiose, i missionari e le missionarie, affinchè né il de­monio, né il mondo, né la carne possano rapirli. Signore, abbiate pietà di noi!





2 Noi vi supplichiamo, o Gesù, per la Pia­ga della vostra mano sinistra. Pater noster. Noi adoriamo la Piaga della vostra mano si­nistra e la preghiamo di sostenerci. Le racco­mandiamo i peccatori, i nostri nemici, che noi amiamo di tutto cuore, come Voi amaste, o Gesù, quelli che vi avevano crocifisso. Vi raccomando ancora tutti gli empì, i liber­tini, scongiurandovi di stendere la vostra on­nipossente e Pietosa mano contro tutti i ne­mici della Chiesa, per reprimere i loro disor­dini e cattivi disegni e, con la vostra saviezza e grazia trionfatrice, cambiare il loro odio in un'ardente carità e la loro malizia in bontà, le loro maledizioni in altrettante benedizioni, la loro guerra in una perfetta pace. Strappate tut­ti questi peccatori dalle mani dell'infernale ne­mito e fate che ritornino a Voi per mezzo di una sincera conversione. Signore, abbiate pietà di noi!




3. Noi vi supplichiamo per la Piaga del vo­stro Piede destro. Pater noster.

Noi adoriamo la Piaga dei vostro piede de­stro e vi supplichiamo, per la virtù di questa sacratissima Piaga, di dirigere i nostri passi ed andamenti nella strada della salvezza.

E vi supplichiamo per i dolori sofferti da voi in questa dolorissima Piaga, di convertire i pec­catori, di sollevare le anime penanti dei poveri infermi ed agonizzanti, degli schiavi, dei pri­gionieri, dei drogati, e sopratutto dei sacerdoti traviati, i peccatori disperati e le anime più abbandonate del Purgatorio. Signore, abbiate pietà di noi!





4. Noi vi supplichiamo per la Piaga del vo­stro piede sinistro. Pater noster.

Noi adoriamo la Piaga dei vostro piede si­nistro e vi supplichiamo per mezzo di questa Piaga, di rettificare i cuori dei peccatori, di ri­parare i nostri disordini, di correggere i nostri difetti, di richiamarci dai nostri traviamenti. Noi vi scongiuriamo per i patimenti sofferti da Voi in questa Piaga dei vostro piede sini­stro, di avere compassione degli eretici, degli scismatici, dei Giudei e degl'infedeli. Signore, abbiate pietà di noi!




5. Noi vi supplichiamo per la Piaga del vo­stro sacro Costato. Pater noster.

Noi adoriamo la Piaga del sacro Costato e vi preghiamo a volervi degnare per mezzo dell'apertura di questa Piaga adorabilissima, di spandere sopra i traviati e sopra di noi le vi­scere della vostra Misericordia infinita e di gua­rire i nostri cuori, con la santissima Piaga dei vostro Sacro Cuore, di lavare le macchie e le sordidezze delle anime nostre, con il Sangue e l'Acqua che dal santo Costato scaturirono. E siccome la vostra Sposa, la santa Chiesa, è sta­ta formata in virtù di questo santissimo e pre­ziosissimo Sangue ed Acqua, come Eva dalla costa di Adamo, così noi vi supplichiamo per il vostro sacro Costato trafitto, di aver pietà della vostra Chiesa, che vi siete acquistata col vostro preziosissimo Sangue... Purificatela, santificatela, governatela, conservatela pura, santa e senza macchia, esaltatela e fatela trionfare su tutti i nemici ed errori, che possono attac­carla; fatevi regnare la pace, l'unione, la ca­rità, insomma tutte le virtù cristiane. Amen.

Si dice per sei volte: Sacro Cuore di Ge­su, abbiate pietà di noi!


ORA SANTA PER I DEVOTI DELLE SANTE PIAGHE



1. "E prende con Sé Pietro, Giacomo e Giovanni" (Marc. XIV, 33).

Dolcissimo Gesù, la Vostra straziante agonia sta per cominciare, e Voi desiderate che i vostri più cari siano con Voi; perciò con gli Apostoli prediletti, invitate pure tutti coloro che Vi hanno dedicato il loro cuore, che Vi hanno scelto per loro porzione ed eredità. Voi invitate specialmente i devoti delle Vostre Sante Piaghe, che devono come Maria SS. consolare i vostri ultimi istanti, numerare i Vostri Dolori, le Vostre Piaghe; ed offrirli incessantemente al Vostro Celeste Padre, a salute del mondo intero. Chiamandoci a gu­stare il Vostro Calice d'amarezza, Voi ci trattate, o Gesù, come i più cari amici del Vostro adorabile Cuore. Ecco che rispondiamo con amorosa gratitudine a tanta divina degnazione e, trasportandoci ispirito al Giardino degli ulivi, vogliamo consolarVi nella Vostra mor­tale tristezza; vogliamo vegliare e pregare con Voi, o Divin Redentore e imparare da Voi come si ama.

Purissimo Gesù, Vi consideriamo con viva compassione stretto dal terrore, dal ribrezzo sotto l'ignominoso carico dei nostri peccati. Voi, Agnello Immacolato. Voi, Candor del­l'eterna luce, Voi Fiore verginale di Maria SS., a contatto col fango delle nostre iniquità! Voi, Purità per essenza, Santità infinita, ri­vestito della sozzura del peccatore! O Gesù, l'indignazione del Vostro Celeste Padre, Vi è più dolorosa delle Piaghe atrocissime che, tra poco soffrirete sulla Croce, per redimerci dalle nostre colpe. Per quelle Piaghe Sacratissime, Fonti perenni di carità, concedeteci, appas­sionato Gesù, la più veemente contrizione dei nostri peccati; fate che concepiamo un im­menso dolore delle nostre colpe, cagione del Vostro straziante martirio. Concedeteci che, col cuore spezzato dal dolore, ci annientiamo al cospetto della Divina Giustizia, affinché, ottenendo col Vostro perdono la candida sto­la di una rinnovata innocenza, possiamo offrirVi con animo puro, i nostri conforti, il nostro amore.

Maria SS., che assistete col cuore, all'agonia del Vostro dolcissimo Gesù, insegnateci a consolatLo, ad amarLo, a sof­frire con Lui.

Breve meditazione…




ROSARIO DELLE SANTE PIAGHE

1) Gesù Divin Redentore, sì misericordioso per noi e per il mondo intero. Amen.

2) Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.

3) Grazia e Misericordia, o mio Dio, nei pericoli presenti, coprici col tuo Sangue preziosissimo. Amen.

4) O Padre Eterno, usaci misericordia per il Sangue di Gesù Cristo Tuo unico Figlio, usaci misericordia, noi te ne scongiuriamo. Amen, Amen, Amen.

Su i grani piccoli dell'Ave Maria si dice: Gesù mio, perdono e misericordia, per i meriti delle tue Sante Piaghe.

Sui grani grossi del Padre Nostro si dice: Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre.

Terminata la corona si ripete 3 volte: Eterno Padre, ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre e delle anime del purgatorio.



2. "Non avete potuto vegliare un'ora con Me". (Matt. XXVI, 40).

Amorosissimo Gesù, siamo qui che vegliamo e soffriamo con Voi e, lo proponiamo fer­mamente, mai più Vi lasceremo solo in quest'ora in cui l'anima Vostra SS. è triste fino alla morte; giacché vogliamo espiare, con un rinnovamento di fedeltà il nostro passato. Quante volte, per l'addietro doveste, o Gesù, volgere anche a noi il Vostro amoroso la­mento! Mentre eravate là sfinito, agonizzante, prostrato nella polvere, tutta inzuppata del Vostro Sangue Divino, il Vostro Cuore stra­ziato si rivolgeva a noi, cercando invano un pietoso consolatore. O Gesù dolcissimo, se i vostri nemici Vi avessero trattato così, Vi sarebbe sembrato meno duro! ma noi, i vostri prediletti, i devoti delle Vostre Sante Piaghe, noi, ricchi di questi Tesori che disarmano la Divina Giustizia! sì, noi Vi abbiamo dimen­ticato nell'ora delle Vostre più strazianti agonie, per occuparci di un misero interesse terreno, di una frivola soddisfazione, ovvero per una vile indolenza, che ci faceva trovar duro il vegliare un'ora con Voi. Quale il fi­glio tanto snaturato, che osi passare con in­differenza trastullandosi, ovvero che si ad­dormenta mentre il padre agonizza e va a morire per lui?! Purtroppo molte volte ab­biamo offerto al Cielo ed alla terra questo triste spettacolo! Oh! durezza inconcepibile del cuore umano verso un Dio che S'immola per conquistarci un'eterna felicità! Gesù mio, perdono e misericordia, per i Meriti delle Vostre Sante Piaghe! Voi lo sapete, amoroso Redentore, lo spirito è pronto, ma la carne è inferma; avvalorateci, Vi preghiamo, con la Vostra grazia onnipotente ed accordateci quell'amore appassionato, che non sente peso, non calcola fatica; ma corre generoso al sacrifizio, per offrire almeno un misero ricambio a Voi, Agnello Divino, immolato per i nostri peccati.

Maria SS., che assistete col cuore, all'agonia del Vostro dolcissimo Gesù, insegnateci a consolatLo, ad amarLo, a sof­frire con Lui.

Breve meditazione…


ROSARIO DELLE SANTE PIAGHE

1) Gesù Divin Redentore, sì misericordioso per noi e per il mondo intero. Amen.

2) Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.

3) Grazia e Misericordia, o mio Dio, nei pericoli presenti, coprici col tuo Sangue preziosissimo. Amen.

4) O Padre Eterno, usaci misericordia per il Sangue di Gesù Cristo Tuo unico Figlio, usaci misericordia, noi te ne scongiuriamo. Amen, Amen, Amen.



Su i grani piccoli dell'Ave Maria si dice: Gesù mio, perdono e misericordia, per i meriti delle tue Sante Piaghe.

Sui grani grossi del Padre Nostro si dice: Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre e delle anime del purgatorio.

Terminata la corona si ripete 3 volte: Eterno Padre, ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre.



3. "Padre mio, se questo calice non può passare senza che Io lo beva, sia fatta la Tua volontà". (Matt. XXVI, 42).

Gesù, lo strazio del Vostro Cuore adorabile è giunto al colmo! L'orror del peccato, l'indi­gnazione del Vostro Celeste Padre, l'indiffe­renza delle vostre creature, per le quali sof­frite un sì atroce martirio; la perdita di tante anime, che rifiutano ostinatamente le vostre grazie, formano un cumulo tale di dolori, che il Vostro adorabile Cuore par che ne resti sommerso. Ma non si sommerge un Cuore Divino, che si è offerto perché ha voluto! Voi volete bensì, o Gesù, nell'infinita Vostra ca­rità, rivestirVi della nostra debolezza, e ago­nizzate davanti al Calice amaro, per insegnarci poi, col Vostro Divino "fiat", come si deve trionfare delle ripugnanze della natura. O Gesù, mentre l'Angelo Vi porge il Calice del dolore, noi pure vorremmo aiutarVi a sorbir­ne l'amarezza; ma perché allora non facciamo tesoro delle nostre croci d'ogni giorno che sono una porzione di questo Calice inebrian­te d'amore, che Voi porgete ai vostri caris­simi? Salvatore pietoso, che compatite sì te­neramente alla nostra debolezza, fateci ripetere in tutti gl'incontri dolorosi della vita la vostra sublime preghiera. Il "fiat", in cui sta rac­chiusa la nostra santità, in cui si compendia l'amore, risuoni continuamente sulle nostre labbra, ci mantenga continuamente uniti a Voi, dolcissimo Gesù, che protraete la Vostra agonia fino a darci il Sangue del Vostro Cuore! Sì, agonizzeremo con Voi, o Gesù, ma giammai Vi negheremo un sacrifizio. Amoro­sissimo Salvatore, questo conforto non ve lo negheremo mai più, e in quest'ora solenne, in cui l'Angelo Vi presenta il Calice amaro, noi Vi offriamo il calice del nostro amore e del­la nostra inviolabile fedeltà.

Maria SS., che assistete col cuore, all'agonia del Vostro dolcissimo Gesù, insegnateci a consolatLo, ad amarLo, a sof­frire con Lui.

Breve meditazione…



ROSARIO DELLE SANTE PIAGHE

1) Gesù Divin Redentore, sì misericordioso per noi e per il mondo intero. Amen.

2) Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.

3) Grazia e Misericordia, o mio Dio, nei pericoli presenti, coprici col tuo Sangue preziosissimo. Amen.

4) O Padre Eterno, usaci misericordia per il Sangue di Gesù Cristo Tuo unico Figlio, usaci misericordia, noi te ne scongiuriamo. Amen, Amen, Amen.

Su i grani piccoli dell'Ave Maria si dice: Gesù mio, perdono e misericordia, per i meriti delle tue Sante Piaghe.

Sui grani grossi del Padre Nostro si dice: Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre e delle anime del purgatorio.



Terminata la corona si ripete 3 volte: Eterno Padre, ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre.




4. "Alzatevi, andiamo: ecco, si avvicina il mio traditore". (Matt. XXVI, 46).

Pazientissimo Gesù, non abbiamo il coraggio di assistere al bacio infernale che sta per sfio­rare il Vostro Volto Divino, trafiggendo, nel più intimo, il Vostro amorosissimo Cuore; il ricordo dei nostri proprii tradimenti ci spezza l'animo di contrizione e di dolore. Sentiamo però il dovere imperioso di riparare, e, pro­strati ai Vostri Sacratissimi Piedi, li baciamo con sviscerata tenerezza, implorando perdono e misericordia, e offrendoVi riparazione d'amore. Baciamo le Vostre Mani Divine, sempre aper­te per beneficarci e che ora dovranno aprirsi, per essere trafitte dai chiodi, ed offrirci così le chiavi del Regno dei Cieli. Poi, compresi d'amorosa riverenza, leviamo gli occhi al Vostro Volto Divino, ove gli Angeli non osano fissare gli sguardi, e supplichiamo la Vostra purissima Madre a deporvi, con le sue labbra verginali, il nostro bacio riparatore. Oh! ci ottenga, questa Madre pietosa, che i pec­catori tornino pentiti al Vostro Cuore, e vi depongano il bacio del pentimento e della riparazione. Suscitate, o Gesù, per la di Lei intercessione, una vera falange di anime sa­cerdotali, di vergini consacrate, la cui vita sia una continua riparazione, un bacio non in­terrotto d'amore.

Ed ora, o Gesù, ecco che, mediante la Vostra grazia, ci siamo alzati dalle nostre infedeltà, dalla nostra tiepidezza, per seguirVi ferventi al Calvario. Sì, noi saremo gli apostoli della Vostra Santa Passione, i figli amorosi della Vostra Madre Imnacolata, di cui procureremo di lenire i dolori, con la nostra fedeltà nel divino servizio. Maria SS., accettateci per vo­stri figli, come riceveste il discepolo predi­letto, imprimeteci nel cuore la Passione di Gesù affinché, dopo avere onorato in vita le di Lui SS. Piaghe, possiamo cantare con Voi, dolcissima Madre, l'etemo Alleluja nel Cielo.

Maria SS., che assistete col cuore, all'agonia del Vostro dolcissimo Gesù, insegnateci a consolatLo, ad amarLo, a sof­frire con Lui.

Breve meditazione…


ROSARIO DELLE SANTE PIAGHE

1) Gesù Divin Redentore, sì misericordioso per noi e per il mondo intero. Amen.

2) Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.

3) Grazia e Misericordia, o mio Dio, nei pericoli presenti, coprici col tuo Sangue preziosissimo. Amen.

4) O Padre Eterno, usaci misericordia per il Sangue di Gesù Cristo Tuo unico Figlio, usaci misericordia, noi te ne scongiuriamo. Amen, Amen, Amen.

Su i grani piccoli dell'Ave Maria si dice: Gesù mio, perdono e misericordia, per i meriti delle tue Sante Piaghe.

Sui grani grossi del Padre Nostro si dice: Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre e delle anime del purgatorio.

Terminata la corona si ripete 3 volte: Eterno Padre, ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre.

Ripetere tre volte: Eterno Padre, ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, per guarire quelle delle anime nostre.

OFFERTA DELLE PIAGHE DI N. S. G. C. all'Eterno Padre.



1. Vi offriamo, o Eterno Padre, Padre delle misericordie, per quelle Anime tanto a Voi care del Purgatorio, il Sangue pre­ziosissimo uscito dal sinistro Piede trafitto di Gesù vostro Figlio, nostro Salvatore; e il dolore di Maria, sua Madre amantissima, presente sul Calvario a questa trafittura. Pater, Ave, Requiem.

II. Vi offriamo, o Eterno Padre, Padre delle misericordie, per quelle Anime tanto a Voi care del Purgatorio, il Sangue pre­ziosissimo uscito dal Piede destro trafitto di Gesù vostro Figlio, nostro Salvatore; e il dolore di Maria, sua Madre affettuosissima, presente sul Calvario a questa tra­fittura. Pater, Ave, Requiem.

III. Vi offriamo, o Eterno Padre, Padre delle misericordie per quelle Anime tanto a Voi care del Purgatorio, il Sangue pre­ziosissimo uscito dalla sinistra Mano piagata di Gesù vostro Figliolo; e il dolore di Maria, sua Madre carissima, spettatrice sul Cal­vario di questa piaga. Pater, Ave, Requiem.

IV. Vi offriamo, o Eterno divin Padre, Padre delle misericordie, per quelle Anime tanto a Voi care del Purgatorio, il Sangue preziosissimo uscito dalla destra Mano pia­gata di Gesù vostro Figlio, nostro Salvatore; e il dolore di Maria, sua Madre dilettissima, spettatrice sul Calvario di questa piaga. Pater, Ave, Requiem,

V. Vi offriamo, o Eterno divin Padre, Pa­dre delle misericordie, per quelle Anime tanto a Voi care del Purgatorio, il Sangue pre­ziosissimo e l'acqua uscita dall'aperto Co­stato di Gesù vostro Figlio, nostro Salva­tore; e il dolore di Maria, sua Madre amo­rosissima, presente sul Calvario a questa apertura. Pater, Ave, Requiem.

PREGHIERA.

Ora, per maggiormente avvalorare le no­stre deboli suppliche, a Voi rivolti, ama­bilissimo Gesù, umilmente vi preghiamo ad offerire Voi stesso all'Eterno vostro Padre le sacre Piaghe dei Piedi, delle Mani e del Costato, insieme col Sangue preziosissimo, con l'agonia e con la morte vostra; e Voi eziandio, Vergine addolorata Maria, presentategli, con la dolorosa Passione del vostro amantissimo Figlio, i sospiri, le lagrime e tutti i vostri dolori sofferti nelle sue pene; affinchè, per i meriti di essi; ottengano re­frigerio le Anime che si ritrovano tra le fiamme ardentissime del Purgatorio, e libe­rate così da quel carcere tenebroso sieno in Cielo rivestite di gloria, ed ivi cantino in eterno le divine misericordie. Così sia.




(Tratto da: "Filotea per i defunti"; IMPRIMATUR: In Curia Archiep., Mediolani, die 18 octobris 1901. S. A. M. MANTEGAZZA, Ep. Famag., Vie. gen.

NOVENA DI ADORAZIONE ALLE SANTE PIAGHE






1. - Vi adoro profondamente, o pia­ga sacrosanta del piede sinistro del mio Signore; e prego voi, crocifisso mio Gesù, per quel dolore che in essa sentiste, e per quel sangue che da essa versaste, a farmi grazia della remissione di tutti i miei gravissimi peccati, e a preservarmi dal nuova­mente commetterli, dandomi forza per resistere fino alla morte ad ogni ten­tazione. E voi supplico, santissima Vergine, per quello spasimo che per tal piaga provò il vostro cuore, a intercedere per me, acciocchè io sia esaudito nella mia domanda. Pater, Ave e Gloria.



II. - Vi adoro con tutta l'anima, o piaga santissima del piede destro del mio Redentore, e vi supplico per il dolore che in essa soffriste, crocifisso mio Gesù, a concedermi il preziosis­simo dono della perseveranza nella grazia vostra fino all’ultimo momento della mia vita, la quale io chiuda con una santa morte. E voi, dolcissima madre Maria, altrettanto addolorata nel cuore quanto il diletto vostro Figlio nel corpo, siatemi avvocata, ed otte­netemi tal grazia. Pater, Ave e Gloria.



III. - Vi adoro umilmente, o piaga sacratissima della sinistra mano dei mio Salvatore, e con tutto l'affetto per quel dolore che ne sentiste, crocifisso mio Gesù, vi domando la grazia che mi liberiate dalle pene dell' inferno.

E voi, Vergine addolorata, che con tanta costanza soffriste un mare im­menso di pene ai piedi della croce, degnatevi impetrarmi dal vostro Fi­gliuolo questa grazia, che non preci­piti coi dannati nel luogo degli eterni tormenti. Pater, Ave e Gloria.



IV. - Vi adoro reverentemente, o piaga benedetta della mano destra del mio Signore, e con tutto il mio cuore, crocifisso mio Gesù, vi domando per il sangue che da essa versaste, la grazia che nel dì estremo dell' universale giudizio mi trovi tra gli eletti alla vostra destra, e mi senta col dolce vostro invito chiamare alla gloria del Paradiso. E voi, Madre amantissima, non lasciate di favorirmi colla vostra potente intercessione appresso il vo­stro Figliolo, affinchè sia fatto degno di venire a vedervi in cielo, ed in­sieme con voi a lodare e benedire in eterno il mio Dio. Pater, Ave e Gloria.



V. - Vi adoro con tutto lo spirito, o piaga amorosissima del sacratissimo costato del mio Redentore, e pel me­rito di essa, e per il sangue da essa versato vi supplico, crocifisso mio Gesù, ad accendermi nel cuore un amore ardentissimo alla vostra infinita bontà. E voi, Vergine Immacolata, ma­dre del bell'amore, avvocata dei pec­catori, per quel dolore che sentiste allorchè fu ferito il petto del vostro dilettissimo Figlio, ottenetami da esso questo santo amore, ed imprimete nel­l'anima mia le sue piaghe santissime e i dolori vostri acerbissimi. Pater, Ave e Gloria.



Da recitarsi per nove giorni consecutivi

CORONCINA ALLE CINQUE PIAGHE PER LE ANIME ABBANDONATE



Meditando sulle cinque piaghe di nostro Signore Gesù Cristo.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre.

I. Mio Redentore, adoro profondamente la piaga della tua Mano destra e Ti ringrazio per il dolore che in essa volesti soffrire per la nostra salvezza. In questa piaga racchiudo le Anime del Purgatorio abbandonate da tutti e particolarmente da coloro che utilizzano per loro fini egoistici il denaro da esse lasciato e che avreb­be dovuto essere impiegato in opere di carità o comun­que in suffragi per loro sollievo. Dio Eterno, Redentore e Padre delle nostre anime, Ti prego di consolare con la tua infinita clemenza quelle povere Anime afflitte. Pater, Ave, Gloria, L’eterno riposo.

II. Mio caro Gesù, adoro profondamente la piaga della tua Mano sinistra e Ti ringrazio per il dolore che in essa sopportasti per Mio caro Gesù, adoro profondamente la piaga della tua Mano sinistra la nostra salvezza. In questa piaga racchiudo le Anime dei genitori abbandonati nel Purgatorio dai loro figli ingrati. Abbi compassione, eterna Sapienza increata, del dolore che soffrono que­ste Anime infelici nel vedersi abbandonate proprio da coloro che hanno amato e cresciuto. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

III. Mio Salvatore, adoro profondamente la Piaga del tuo Costato che fu prodotta dalla lancia di un sol­dato dopo la tua morte. In essa racchiudo le Anime dei poveri del mondo, a qualsiasi nazionalità appartengano. Al tuo Cuore squarciato affido le Anime di coloro che sono vissuti nella fame e tra gli stenti e forse neppure ora hanno qualcuno che si occupi di loro e le aiuti. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

IV. Eterno Figlio fatto uomo per la mia liberazione, adoro profondamente la piaga del tuo Piede destro e Ti ringrazio del dolore in essa sopportato per donarmi il Paradiso. In questa Piaga racchiudo le Anime dei bam­bini vittime dell'aborto o comunque della violenza, accoglili tra le tue braccia amorevoli e perdona anche i loro genitori e quelli che hanno perpetuato i delitti mostruosi contro gli innocenti perché come i tuoi car­nefici Gesù, non sapevano valutare l'enormità del pec­cato che stavano commettendo. Ricorda, Padre miseri­cordioso, che sono anch'essi tuoi figli amati. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

V. Eterno Figlio fatto uomo per donarci la vita, adoro profondamente la piaga del tuo Piede sinistro e Ti rin­grazio del tormento in essa sofferto per renderci felici. In questa piaga racchiudo le Anime di coloro che hanno operato per la rovina delle famiglie, e quelle dei giova­ni che hanno impostato la loro vita nelle frivolezze senza preoccuparsi dei valori sacri che la tua legge ci propone. Gesù mio, se avessero conosciuto Te avrebbe­ro potuto comprendere le meraviglie dell'amore vero e la dolcezza della tua vicinanza, ma forse nessuno ha parlato loro della felicità e della pace che solo il tuo amore sa dare. Abbi misericordia, Gesù, Dio-Amore, supplisci alle loro mancanze con il tuo amore purissi­mo e lavale con il tuo Sangue prezioso affinché siano presto purificate e possano giungere a saziarsi della gioia senza fine. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo, De profundis.

Preghiamo: Signore Gesù, per avvalorare maggiormente le nostre deboli suppliche, Ti preghiamo umilmente di offrire Tu stesso all'Eterno Padre il terribile dolore prodotto dalle Piaghe dei Piedi, delle Mani e del Costato, insieme col Sangue preziosissimo, con l'agonia e con la tua morte. Preghiamo anche Te, addolorata Vergine Maria, di pre­sentare al Padre insieme alla dolorosa Passione del tuo Figlio tanto amato, i sospiri, le lacrime e tutte le soffe­renze che hai sofferto per le sue pene, affinché, per i meriti del vostro dolore e del vostro amore, le Anime che si trovano tra le fiamme del Purgatorio siano libe­rate e possano giungere in Cielo per cantare in eterno la divina misericordia. Amen.

LA PICCOLA VIA

L'Oasi di Engaddi
1
LA PICCOLA VIA
«Qual è la via che vuoi insegnare alle anime?» chiese Madre Agnese alla sorella sul letto di morte. E lei rispose: «E’ il cammino della fiducia e del totale abbandono». Betlemme: prima tappa della Piccola Via «Farsi piccoli vuol dire riconoscere il proprio nulla, tutto aspettare da Dio ... non cercare ricchezze, non inquietarsi di nulla ... non attribuire a se stessi le virtù che si praticano». (da “Consigli e Ricordi”)
Se noi potessimo stringere tra le braccia il Bambino di Betlemme, come ci sarebbe più facile comprendere Dio, il suo amore e la sua volontà nei nostri riguardi. Teresa l’ha intuito: il suo cammino di santità partì da lì, dalla capanna di Betlemme. Non c’è un fanciullo in quella mangiatoia? Dio non ha scelto di farsi bambino per venirci incontro? Ebbene, Teresa seguirà lo stesso cammino: ha compreso che per incontrare un Dio Bambino
non c’ è altra strada che farsi piccoli. Non ricordavamo più le parole di Cristo: «Se non vi farete piccoli ... non entrerete nel regno dei cieli»?
L'Oasi di Engaddi

2
Sulla terra c’è sempre un po’ di luce «La mia vita è fatta tutta di confidenza e di amore e non capisco le anime che hanno paura d’un così tenero Amico». (lettera a P. Roulland, 9.5.1897)
Diventare bambini: liberarsi da tutte le incrostazioni, da tutto ciò che ci rende meno spontanei, più calcolatori, egoisti. Non chiudere gli occhi davanti alle difficoltà della vita, ma guardare la vita con altri occhi. Ridiventare capaci di fiducia, d’apertura, di Amore. L’amore dei bambini è senza condizioni come quello di Dio. Solo lo sguardo puro d’un bambino può intuire che sulla terra –nonostante ogni oscurità- c’è sempre un po’ di luce che scende dal cielo: ciò basta per poter sperare contro ogni possibile delusione.
L'Oasi di Engaddi
3
L’amore: unico mezzo per giungere alla perfezione «Io non conosco altro mezzo per giungere alla perfezione fuorché l’Amore ... Amare! È per questo che è fatto il nostro cuore». (lettera a M. Guérin, luglio 1890)
A volte, dopo aver accolto l’invito evangelico, può nascere in cuore la paura d’esser rimasti soli, come bambini sperduti nel vortice di uomini che parlano un altro linguaggio: quello del successo, dell’interesse, dell’egoismo. Ma il bene crea dei legami più forti di quelli del male. Coloro che hanno scelto Cristo formano l’immensa famiglia dei Santi, unita per l’eternità: in cielo e in terra.
L'Oasi di Engaddi
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Accettare le spine «Il vero amore si nutre di sacrifici, e più l’anima rifiuta a sé le soddisfazioni naturali, più la sua tenerezza diventa forte e disinteressata». (da “Consigli e Ricordi”)
La piccola anima però sa che non le sono richiesti grandi sacrifici, né situazioni difficili o eroiche: c’è tanto bisogno di piccoli atti d’amore nella vita! Per cogliere e offrire una rosa bisogna spesso accettare di pungersi alle spine: questo è Amore. A volte scegliamo una vita spoglia e gelida solo per evitare delle punture e così pian piano il cuore diventa amaro e siamo vecchi e stanchi: l’infanzia spirituale non è durata!
L'Oasi di Engaddi
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Gettare fiori a Gesù «Non vi è che una cosa sola da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifici e prenderlo con le carezze» (da “Novissima Verba”)
Un altro pericolo per l’anima-fanciulla è raccogliere dei fiori, ammassare dei piccoli tesori e poi tenerli per sé, oppure rammaricarsi di doverli distribuire così, semplicemente, senza che gli altri li apprezzino, accettando che li sciupino o addirittura li esigano senza accorgersi di quanto costino. Ma essere bambini vuol dire non essere capaci di riflettere sul dare e sull’avere. Vuol dire scorgere negli altri l’aspetto più bello solo perché anche il volto più deforme nasconde sempre i lineamenti di Cristo!
L'Oasi di Engaddi
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La debolezza come forza «E’ la sua debolezza che costituisce tutta la sua forza. Non potrei spezzarmi mai perché, qualunque cosa mi accada, non voglio veder altro che la dolce mano del mio Gesù». (Lettera a M. Agnese di Gesù, maggio 1889)
Non occorrerà restare ad occhi asciutti, come se Lui volesse a tutti i costi essere il Dio degli eroi. La piccola anima a volte piange e si dispera, proprio come una bambina qualunque che ha il cuore grosso perché la vita è più grande di lei. Basterà solo sapere come piangere: abbracciata a Lui, come si fa con un papà buono che magari non dirà nulla, ma saprà capire. Allora non sarà più un pianto triste: solo uno sfogo che fa bene al cuore e lo purifica. Il vero male non è cadere
L'Oasi di Engaddi
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«Il Signore vede la nostra fragilità e si ricorda che non siamo che polvere». (Salmo 102, 14)
Si può cadere nella vita: aver fatto un passo di troppo, dove la terra non è più buona. Il vero male però non è cadere: è lasciare andare la Sua mano, non voler rialzarsi più, inorgoglirsi nei propri piccoli o grandi insuccessi. Una mano tesa indica sempre un cuore proteso a rinnovarsi, una volontà disposta a riconoscere l’errore. Così è già salvezza, è già ricordare che sotto la croce, Gesù per tre volte è caduto e per tre volte ci ha insegnato che rialzarsi è duro, ma necessario.
Abituarsi all’amore
L'Oasi di Engaddi
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«Non si può ai abbastanza confidare in Dio che è tanto potente e misericordioso. Si ottiene da Lui appunto ciò che da Lui si spera». (da “Novissima Verba”)
Abituarsi all’amore, ci aiuterà a sentirci fanciulli davanti a Dio: portati da Lui. Ad un tratto ci s’accorge che tutto è diventato più facile, gli ostacoli sembrano scomparire e il cammino sembra diventato così sereno! Cos’è accaduto? Soltanto questo: si è giunti ad amare Dio fino al punto di lasciarLo agire. “Senza di me, non potete far nulla” ha detto Gesù: l’anima ora esperimenta il “tutto” che può realizzare tra le braccia di Cristo.
L'Oasi di Engaddi
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La delicatezza di Maria «Quando il diavolo è riuscito ad allontanare un’anima dalla Santa Comunione, ha raggiunto il suo scopo ... E Gesù piange!». (Lettera a Maria Guérin, 30.05.1889)
Non c’è più paura, quindi, nella piccola anima che s’accosta al suo Dio: non c’è più indegnità alcuna. Ricevere l’Eucarestia, accostarsi al Mistero, è per lei come una gentile cerimonia nuziale: l’incontro è preparato dalle mani esperte e gentili di Maria. È come essere inseriti nella buona famiglia di Nazareth, dove non contano più i nostri abiti a brandelli, ma la delicatezza di Maria che sa come rivestirci per presentarci al suo Gesù.
Il Pane deve essere dato
L'Oasi di Engaddi
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«Da lontano pare tutto rosa far del bene alle anime ... da vicino, è tutto il contrario, la tinta rosa è scomparsa, si sente che fare del bene è tanto impossibile senza il soccorso del Signore, quanto far brillare il sole in piena notte». (Man. C)
Il pane ricevuto nell’Eucarestia non può essere gelosamente trattenuto nel proprio cuore: deve essere distribuito. Anche la piccola anima è responsabile d’altre anime che attendono da Lei forse una parola, un insegnamento, una protezione, una guida. Come il divino Maestro, ha pensa perché c’è sempre qualche pecorella che si smarrisce e non trova la porta dell’ovile e non vuole ascoltare il richiamo. Ma restando unita a Lui, il Buon Pastore, non avrà riposo finchè anche qull’unica smarrito non venga salvata.
L'Oasi di Engaddi
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L’Ascensore divino «Dice il Signore: “Io sono la Via ...”». (Vangelo di Gv, 14,6)
Sarà davvero un sorriso che rapisce la piccola anima. Ad un tratto quelle parole evangeliche di Cristo: «Io sono la Via», assumono tutta la loro evidenza affascinante. Ci si sente sollevati da Dio, quasi che lo stesso Gesù ci alzi tra le braccia, per decidere e facilitare gli ultimi passi. Era così lunga e spesso faticosa la strada! All’improvviso l’anima sente che Qualcuno le è talmente vicino da identificarsi con lei. E la propria morte è la stessa di quella redentrice di Cristo.
L'Oasi di Engaddi
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I fanciulli non si dannano «I fanciulli non si dannano». (da “Consigli e Ricordi”)
Perciò i fanciulli non si dannano. Non si dannano perché l’unica loro caratteristica è quell’apertura di cuore che impedisce l’indurimento e il rifiuto. Non si dannano perché la loro fiducia è tale da superare qualsiasi abisso. Non si dannano perché portano nelle loro mani innocenti tutto il sangue di Cristo innocente. Non si dannano perché invocano con la loro stessa esistenza la maternità di Maria. Non si dannano perché a un bambino Dio può aprire sempre le braccia.
L'Oasi di Engaddi
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Testi e illustrazioni tratti da “La Piccola Via dell’Infanzia Spirituale” Santuario di S. Teresa di Gesù Bambino - Verona
A cura de L’ Oasi di Engaddi
Per la Vigna del Signore
2011
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt. 10,8)

giovedì 22 marzo 2012

ESAME DI COSCIENZA E CONFESSIONE


QUARESIMA 2012

feb25 by Filia Ecclesiae





NON DIRE MAI

Io non mi confesso, perché non ho nulla da dire al Confessore. Io non ho peccati, perché non ammazzo, non rubo e non faccio male a nessuno…

La Parola di Dio ci dice: “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. E se diciamo che non abbiamo peccato facciamo di Gesù un bugiardo e la sua parola non è in noi” (1 Gv 1, 8-10).
Padre Pio é stato un grandissimo Santo, che ha portato sul suo corpo per ben 50 anni le stimmate di Gesù. Ebbene egli si confessava ogni giorno! Tu pensi forse di essere più santo di lui, dato che non ti confessi mai…?

Io andare dal prete a fargli sapere i fatti miei? Mai!

Per la salute del corpo tu non riveli al medico le miserie del tuo corpo e quanto c’è di più delicato? Eppure il tuo corpo diventerà polvere… E perché non vuoi fare altrettanto col medico della tua anima, il Sacerdote che è Ministro di Dio? E qui si tratta della salvezza o della perdizione eterna!
Pensaci…

Cos’è la confessione?
É il Sangue di Cristo che lava le anime!
“La sconfitta più grande che ci ha inflitto Dio è il sacramento della Confessione, perché se un’anima in peccato mortale ci appartiene, con una confessione ben fatta, subito ci viene strappata!” (Il Demonio a San Nicola di Flue) Il Demonio ha terrore della confessione, quindi fa di tutto per non farci confessare o per farci confessare male. Questo è il punto debole del Demonio ed è lì che dobbiamo attaccarlo!



feb26 by Filia Ecclesiae


PER CONFESSARSI BENE

Quando Gesù scese dal monte, un lebbroso gli si prostrò ai piedi dicendo: “Signore, se Tu vuoi puoi guarirmi”. E Gesù, stesa la mano, lo toccò e disse: “Lo voglio, sii sanato”. E subito fu guarito dalla sua lebbra. Poi Gesù disse al miracolato di presentarsi al sacerdote e di fare l’offerta per la sua purificazione, secondo la legge di Mosè (Mt 8, 1-4). La lebbra è figura del peccato. Il lebbroso è il peccatore che ha bisogno di guarire. Come Gesù ordinò al lebbroso guarito di presentarsi al sacerdote, così ha stabilito che l’anima resti guarita solo se il ministro di Dio, a cui ci presentiamo, perdona i peccati a nome Suo.
É necessario accostarsi alla Santa Confessione, cioè a Dio, con rispetto, con preparazione, con umiltà Dio così disse a Mosè presso il roveto ardente: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove tu stai, é una terra santa!” (Es 3,5).



1. L’esame di coscienza
Fare l’esame di coscienza significa ricercare diligentemente i peccati commessi dopo l’ultima confessione fatta bene. Questa ricerca deve essere fatta evitando ogni fretta e mancanza di attenzione.

2. Dolore dei peccati
Il dolore dei peccati consiste nel provare grande dolore per le colpe commesse. Il dolore è perfetto se uno sente che ha offeso il Padre che ci ama infinitamente; è imperfetto se nasce dalla paura dei castighi e dell’Inferno. É necessario avere dolore di tutti i peccati, sia di quelli mortali (detti così perché danno la morte all’anima. Perché il peccato sia mortale sono necessarie tre condizioni: 1) materia grave; 2) piena avvertenza; 3) deliberato consenso. Se manca anche una sola di queste condizioni il peccato non è mortale). sia di quelli veniali (i peccati meno gravi). Molti credono che il dolore si riduce nella breve e veloce recita dell’atto di dolore. Quanto si sbagliano! Padre Pio piangeva a singhiozzi quando uno non provava dolore nella confessione. E con te farebbe la stessa cosa?

3. Proponimento di non commetterne più
Il proponimento è la volontà decisa a non fare più peccati. Non basta avere una volontà generica di correggersi, ma bisogna essere disposti ad usare tutti i mezzi per evitare i peccati. San Domenico Savio diceva: “Preferisco morire, anziché commettere un solo peccato!”. Siamo obbligati a fuggire le occasioni di peccato perché “chi ama il pericolo, in esso perirà” (Sir 3,25).

4. La confessione dei peccati
Consiste nel dire al sacerdote i peccati commessi per averne l’assoluzione. Alcuni dicono che si confessano a Dio direttamente, ma sbagliano perché Gesù non ha mai detto di fare così. Ha dato invece agli Apostoli ed ai loro successori il potere divino di perdonare i peccati dicendo: “A chi voi perdonerete i peccati, saranno perdonati: a chi non li perdonerete non saranno perdonati” (Gv 20, 21-23).
Chi è in peccato grave non deve ricevere la Santa Comunione senza essersi prima confessato, anche se ne prova un grande dolore! É il caso di chi fa la Santa Comunione in peccato grave e poi va a confessarsi. É meglio non fare la Santa Comunione anziché farla in peccato!
É vivamente raccomandata la confessione frequente anche delle colpe quotidiane (peccati veniali) perché ci aiuta a formare una retta coscienza cristiana, a lottare contro le cattive inclinazioni, ad avanzare nella vita spirituale. Chi volutamente nasconde un peccato grave, non fa una buona confessione e se fa la Santa Comunione in peccato, ricordi che: “Chi mangia e beve indegnamente il Corpo e Sangue di Cristo, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 11, 29).

5. La soddisfazione o penitenza
Bisogna fare il possibile per riparare le proprie colpe. La semplice giustizia umana lo esige. Non basta essere perdonati in confessione, l’obbligo della riparazione dura. Come si fa a riparare, ad esempio un peccato di aborto? Qui ci vuole un pentimento ed una riparazione che duri tutta una vita!
Se non ripariamo i peccati commessi in questa vita, li sconteremo in Purgatorio. Molti cristiani lo sottovalutano. Eppure la Madonna di Fatima, a Lucia che le chiese dove si trovava una sua amica morta, rispose: “Non è con me in Paradiso. É in Purgatorio e ci resterà fino atta fine del mondo!”.

PRIMA DELLA CONFESSIONE:

Cerca un momento tranquillo: mettiti davanti al Crocifisso e prega così:

1. Signore Gesù, che sanavi gli infermi e aprivi gli occhi ai ciechi, tu che assolvesti la donna peccatrice e confermasti Pietro nel tuo amore, perdona tutti i miei peccati, e crea in me un cuore nuovo, perché io possa vivere in perfetta unione con i fratelli e annunziare a tutti la salvezza.
“Vi dico: ci sarà più gioia in Cielo per un peccatore che si converte, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7) Ora alla luce di Dio fà il tuo esame di coscienza.

ESAME DI COSCIENZA
2. Da quanto tempo non ti confessi bene? L’ultima volta hai detto tutti i peccati gravi commessi? – Nelle confessioni passate hai mai nascosto volutamente qualche peccato mortale? – Da quanto tempo non ricevi la Comunione? – L’hai fatta sempre bene? – Hai mancato di rispetto al SS. Sacramento accostandoti alla comunione parlando, ridendo, senza preparazione e senza pensare chi stavi per ricevere? – Hai mai profanato l’Eucarestia commettendo sacrilegio? – Sai vivere con austerità soprattutto nei giorni comandati dalla Chiesa? – Fai qualche penitenza il venerdì? – Hai mangiato carne nei venerdì di quaresima? – Hai fatto digiuno il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo?


Altro esame di coscienza

Come suggerito da Sua Ecc. Card. Angelo Comastri


Per una sincera confessione

Spirito Santo, aiutami a confessare tutti i miei peccati con sincerita’ e vero pentimento.


1)”Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore”

Mi comporto da vero cristiano nella mia vita di tutti i giorni o lo sono solo di nome?
La mia fede e’ genuina e generosa o superficiale?
Sono superstizioso, credo nella magia e nella stregoneria? Frequento i maghi e gli indovini? seguo l’oroscopo?
Prego solo quando ho bisogno di ricevere grazie o quando sto male e gli affari mi vanno male ecc…? Bestemmio, maledico Dio, la Madonna, i santi e le cose sacre?
Partecipo con devozione alla Santa Messa nei giorni festivi? Frequento i sacramenti? Partecipo alle catechesi?
Parlo male della religione, della Chiesa, del Papa?
Cosa conta di piu’ per me: i soldi, il benessere materiale, la carriera, il successo, i divertimenti o Dio e la salvezza eterna?

2)“Amatevi come Io vi ho amato”

Il Vangelo ci insegna che non si puo’ amare Dio se non amiamo il nostro prossimo.
Sono convinto di questo?

Come bambino: sono obbediente e rispetto i miei genitori, nonni, fratelli e sorelle e altri membri della famiglia? Seguo i loro consigli? Li aiuto se sono malati o anziani?
Studio o lavoro con la dovuta dedizione?

Come genitore: mi prendo cura dell’educazione umana e cristiana dei miei figli?
Sono per loro un buon esempio? Trovo il tempo di stare con loro e di pregare con loro?

Come marito/moglie: sono fedele ai voti matrimoniali e ai miei doveri familiari?
Sono pronto a dialogare? sono paziente? So perdonare e scusare le colpe e i limiti del mio partner?

Amo il mio prossimo come l’amava Gesu’? o parlo male degli altri e sono invidioso?
Sono geloso? Faccio dei pettegolezzi? Sono arrogante e dominatore?

Come impiegato o datore di lavoro: sono giusto, onesto, rispettoso dei diritti altrui?
Ho sempre rispettato la vita degli altri? Ho abortito o suggerito ad altri di abortire?
Ho rubato? Ho fatto affari disonesti? Ho danneggiato proprieta’ che non mi appartengono?
Guido con prudenza, con il dovuto rispetto per la mia vita e quella degli altri?

3)Doveri verso noi stessi

Sono a conoscenza del fatto che, come cristiano, io sono il “Tempio dello Spirito Santo”?
Mi prendo cura della mia vita spirituale pregando giornalmente e leggendo la Parola di Dio?
Partecipo con interesse e con senso del dovere alla vita parrocchiale e diocesana?
Che uso faccio del tempo e degli altri doni che Dio mi ha dato?
Mantengo puro il mio corpo e il mio cuore? o coltivo pensieri e desideri impuri?
Do cattivo esempio agli altri con il mio comportamento e i miei vestiti immodesti?
Leggo libri o guardo films indecenti?
Esagero nel mangiare e nel bere? Fumo? Assumo droghe? Ho il vizio del gioco?
Come cittadino cristiano, compio i miei doveri politici e sociali? Pago le tasse? Rispetto l’ambiente?

C’e’ altro di cui la mia coscienza mi rimprovera?







E dopo l’esame di coscienza?


ATTO DI DOLORE

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

Ora vai dal Sacerdote, ministro di Dio e della Chiesa, e accusa tutto quanto ti ricordi, operando in te una vera “conversione”. Il perdono di Dio ti viene dato attraverso il ministero del sacerdote, che dice: “Dio, Padre di Misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, ed ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dei tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo. Fatto il segno della croce, torna al tuo posto e con gioia ringrazia il Signore.

RINGRAZIAMENTO DOPO LA CONFESSIONE

Dio onnipotente ed eterno, che mi correggi con giustizia e perdoni con infinita clemenza, ricevi il mio umile ringraziamento. Tu che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore, fà che accogliendo in me la grazia del perdono porti frutti di conversione e viva sempre nella tua amicizia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

LA SANTA COMUNIONE

Per ricevere benela S. Comunione, bisogna essere in grazia di Dio, cioè senza peccati mortali nell’anima. Si deve ricevere il Signore in stato di Grazia santificante. Chi riceve la S. Comunione in peccato, commette il gravissimo peccato di sacrilegio. Inoltre occorre sapere che nella Santa Comunione, noi riceviamo COLUI che l’Universo non può contenere! É necessario perciò un grande raccoglimento interno ed esterno: mani giunte, grande fede ed amore, vestiti decorosi. Infine bisogna essere digiuni da un’ora, prima di ricevere Gesù nell’Ostia Santa. L’acqua naturale non rompe il digiuno, come pure le medicine. Non si devono assolutamente avere in bocca caramelle o gomme da masticare in Chiesa e prima di ricevere la S. Comunione, perché si rompe il digiuno. Fatta la S. Comunione, si va – tutti raccolti e con le mani giunte – al proprio posto, senza correre. In ginocchio, al nostro posto, facciamo il dovuto ringraziamento a Gesù venuto in noi, con le mani giunte, testa china ed occhi socchiusi, per favorire il necessario e cristiano raccoglimento. È doveroso anche fare la genuflessione davanti a Gesù Sacramentato (la lampada accesa ci dice dov’è) e dire, con fede ed amore: “Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento!”.

CONFIDENZA NELLA BONTÀ MISERICORDIOSA DI GESÙ

Una delle tentazioni più terribili che assale tanti è quella dello scoraggiamento e della sfiducia per cui il demonio presenta Dio come un padrone austero, un giudice senza pietà che tiene sempre in mano la spada della sua giustizia inesorabile, pronto a far cadere su di loro i fulmini della Sua giustizia. Contro questa tentazione occorre ravvivare lo spirito di fede che ci presenta Dio com’è in realtà: tutto pieno di Bontà e Misericordia, sempre disposto ad accogliere e perdonare il peccatore pentito. Bisogna credere fermamente all’amore di Gesù per ciascuno di noi. Noi siamo più miserabili di quanto possiamo credere, ma la nostra immensa miseria attira la sua infinita Misericordia.

Spesso, vedendoci sempre indegni, sempre deboli per cui cadiamo ad ogni istante, noi siamo tentati di sfiducia. In questi momenti di sfiducia dobbiamo riflettere però che l’amore di Gesù è senza limiti e che la sua Misericordia è infinita. I nostri peccati hanno sempre un limite, mala Misericordiadi Dio non ha limiti perché infinita. Dio è Amore (1 Giov. 4,16); Dio è essenzialmente Amore, Amore eterno, Amore infinito. Dio ama ciascuno di noi con amore infinitamente misericordioso.

La Misericordiadi Gesù è per ciascuno di noi ma lo è in modo particolare per coloro che ne sono più bisognosi, infatti Gesù ci dice (Matt. 9,13): Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

A Santa Faustina Kowalska, Gesù affermava: «II peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse rimedio, non è così davanti a Dio. Io sono tutto Amore e Misericordia. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esauriràla Mia Misericordia, poiché più vi si attinge, più aumenta. Il peccatore, anche se i suoi peccati fossero neri come la notte rivolgendosi alla Mia Misericordia, Mi glorifica e onorala Mia Passione».

A suor Consolata Betrone, monaca cappuccina morta in concetto di santità il 18 luglio1946 aMoriondo-Testona, Gesù dichiarava: «L’impenitenza finale l’ha quell’anima che vuole andare all’inferno di proposito e quindi ostinatamente rifiutala Misericordia, perché Io non rifiuto mai il perdono a nessuno; a tutti offro e donola Mia Immensa Misericordia, perché per tutti Ho versato il Mio Sangue… per tutti! No, non è la moltitudine dei peccati che danno l’anima all’inferno, perché Io li perdono se essa si pente, ma è l’ostinazione a non volere il Mio perdono, a volersi dannare».

Ed allora abbiamo sempre fiducia nell’Infinita Bontà Misericordiosa di Dio. Pentiamoci dei nostri peccati, ricorriamo al Sacramento della Confessione, che ci cancella i peccati, ci ridà la vita di grazia e ci riapre le porte del Cielo. Facciamo con devozione i Primi Nove Venerdì del mese per conseguirela Grande Promessa, sgorgata proprio dall’Amore Misericordioso del Cuore di Gesù e così ci assicureremo il Paradiso…


innamorati della lode


mercoledì 21 marzo 2012

La Pasqua di Sara




(Miriam Soter)

(Sara, 12 anni, figlia di Giairo, capo della Sinagoga di Cafarnao, cfr. Mc. 5,21-43)

"...Gesù!"
Il tuo nome è l'ultima parola che ho afferrato prima di morire; "Vado a chiamare Gesù", così ripeteva mio papà, lasciandomi per venire a cercarti.

"È arrivato tardi", mormoravano a bocca stretta, i miei vicini di casa; ero già morta, infatti, quando sei arrivato. Avevo dodici anni. "La bambina dorme, ora la sveglio", ti sentirono dire, chiusi nel loro silenzio, ti disprezzarono.

Tenendomi la mano, tu hai detto: "Talità kum!". "Fanciulla, io te lo ordino, alzati!" Non so dove la tua voce mi ha raggiunto; non so come hai fatto a trovarmi. Come un gigante tu hai attraversato, vittorioso, il buio della mia morte. Ho dischiuso gli occhi e ho visto il tuo volto: forte e sorridente.

Ma una ruga ti si formò in mezzo alla fronte, all'improvviso, come una ferita! Tu hai detto: "Datele da mangiare"; contenti ti hanno obbedito; ma io non avrei mai distolto i miei occhi dai tuoi.

Così ho ricominciato a vivere: grazie a te. "E' grazie a Gesù - spiegavo a tutti - se sono di nuovo viva". Mio papà e io non ti abbiamo più lasciato: due anni incredibili vissuti vicino a te. Quanta strada abbiamo fatto insieme a te; quante parole, quanti silenzi, quanti malati guariti, quanti lebbrosi sanati, quanti peccatori perdonati, quanti afflitti consolati, quanti sorrisi restituiti: e ogni volta sul tuo bel volto, una ruga, una ferita in più.

Mi sono sentita perduta il giorno che ti hanno arrestato. Perché farti del male, a te che hai fatto sempre del bene? Perché far del male al mio Gesù? Perché ti hanno flagellato? Perché coprire di sputi il tuo volto così bello? Perché ti hanno preso a schiaffi? Ti hanno messo perfino una corona di spine: perché trattare così il mio Re?

Papà mi ha detto che ti hanno inchiodato a una croce; che ci hai perdonato; che tua mamma era presente; che, prima di morire, anche tu hai chiamato tuo Padre; che il tuo viso era tutto una ferita.

Li ho visti, quel venerdì sera, i tuoi discepoli; vergognosi, tornavano dal Calvario impauriti, sconvolti, disperati. "E' la fine", dicevano, "è la fine". Ma io non potevo rassegnarmi; non potevo dimenticare, io: la mia carne ricordava. Io sapevo, io, che il tuo amore è più forte della morte.

M'hanno detto che sei risuscitato, che ti hanno incontrato: prima alcune donne, poi Pietro, Giovanni e tanti altri. Sono felici! Sembrano rinati! Come li capisco!

Io non ti ho ancora visto; sei salito in cielo: forse non ti vedrò più; ma non importa: le mie notti e i miei giorni sono fatti di te. Eppure, quanta voglia di ascoltarti, di abbracciarti, di vederti.

E' curioso: a volte mi sorprendo a pensare a te,
a parlare con te,
tanto è grande il desiderio che ho di te;
allora chiudo gli occhi per ritrovare il tuo volto;
è così grande il desiderio che...
vorrei morire...
per essere sempre con te, mio Gesù.

domenica 18 marzo 2012

IL MESSAGGIO DELL'AMORE



Dettato da Gesù a Suor Josefa menendez
«- Io sono l'Amore! Il mio Cuore non può con¬tenere la fiamma che lo divora! «Amo tanto le anime da dare per esse la vita! «Per amor loro ho voluto rimanere prigioniero nel tabernacolo. Da venti secoli dimoro là, notte e giorno, velato sotto le apparenze del pane e nascosto nell'Ostia, sopportando per amore l'oblio, la solitudine, i disprezzi, le bestemmie, gli oltraggi, i sacrilegi! Per amore delle anime ho voluto lasciare loro il Sa¬cramento di Penitenza, per dar loro il perdòno, non una volta o due, ma ogni volta che avranno bisogno di ri¬cuperare la grazia. Là le attendo, là desidero che vengano a lavarsi delle loro colpe, non con l'acqua, ma col mio proprio sangue. «Nel corso dei secoli ho rivelato in diverse maniere il mio amore agli uomini: ho mostrato quanto Mi consuma il desiderio della loro salvezza. Ho fatto loro conoscere il mio Cuore! Questa devozione è stata come una luce irradiante sul mondo, e oggi è il mezzo di cui si serve per commuovere i cuori la maggior parte di coloro che lavorano alla propagazione del mio Regno. «Ora però voglio qualche cosa di più, poiché se chiedo amore in cambio di quello che Mi consuma, non è questo soltanto che desidero dalle anime: bramo che esse credano alla mia misericordia, che aspettino tutto dalla mia bontà, che non dubitino mai del mio perdono! «Sono Dio, ma Dio di amore! Sono Padre, ma un Padre che ama con tenerezza e non con severità. Il mio Cuore è infinitamente santo, ma anche infinitamente sapiente e, conoscendo la miseria e la fragilità umana, si china verso i poveri peccatori con una misericordia in¬finita... «Amo le anime dopo il primo peccato, se vengono a chiederMi umilmente perdono, le amo ancora dopo che hanno pianto il secondo peccato, e se cadessero non dico un miliardo di volte, ma dei milioni di miliardi, Io le amo e le perdono sempre, e lavo nello stesso mio sangue l'ultimo come il primo peccato. «Non Mi stanco mai delle anime e il mio Cuore aspetta continuamente ch'esse vengano a rifugiarsi in lui, e ciò tanto più quanto più sono miserabili! Un padre non si prende forse più cura del figlio malato che di quelli sani? Le sue premure e le sue delicatezze non sono forse più grandi per lui? Così il mio Cuore effonde sui pec¬catori, con più larghezza ancora che sui giusti, la sua compassione e la sua tenerezza. «Ecco ciò che desidero far sapere alle anime: insegnerò ai peccatori che la misericordia del mio Cuore è ine¬sauribile; alle anime fredde e indifferenti che il mio Cuore è un fuoco che vuole infiammarle, perché le ama; alle anime pie e buone che il mio Cuore è la via per pro¬gredire verso la perfezione e giungere con sicurezza al termine beato. Infine, alle anime a Me consacrate, ai Sacerdoti, ai Religiosi, alle anime elette e predilette, Io chiedo una volta di più che Mi diano la loro fiducia e non dubitino della mia misericordia! E’ tanto facile at¬tendere tutto dal mio Cuore!».
«- Voglio perdonare! Voglio regnare! Voglio perdo¬nare alle anime e alle nazioni! Voglio regnare sulle anime, sulle nazioni, sul mondo intero! Voglio diffondere la mia pace fino alle estremità della terra, ma soprattutto su questo suolo benedetto, culla della devozione al mio Cuore. Sì, voglio essere la sua pace, la sua vita, il suo re. Io sono la sapienza e la felicità. Sono l'amore e la misericordia. Sono la pace e regnerò! «Per cancellare la sua ingratitudine effonderò un tor¬rente di misericordia. Per riparare le sue offese sceglierò delle vittime che otterranno perdono... Sì, ci sono nel mondo molte anime generose che Mi daranno tutto quello che posseggono perché Io mi possa servire di loro se¬condo i miei desideri e la mia volontà. «Per regnare, comincerò col fare misericordia, poiché il mio regno è di pace e di amore: ecco lo scopo che voglio raggiungere, ecco la mia Opera d'Amore!».
«- Il mio invito lo rivolgo a tutti: alle anime con¬sacrate e a quelle del mondo, ai giusti e ai peccatori, ai dotti e agli ignoranti, a chi comanda e a chi obbedisce. A tutti Io dico: Se volete la felicità, Io lo sono. Se cercate la ricchezza, Io sono la ricchezza senza fine. Se bramate la pace, Io sono la pace... Io sono la miseri¬cordia e l'amore! Voglio essere il vostro re». (…)
«Vengo a consumarti e ad infiammarti! Ecco tutto il mio desiderio... Infiammare le anime... incendiare il mondo. Purtroppo, le anime respingono la fiamma! Ma io trionferò: esse saranno mie e Io il loro Re! Soffri con Me affinché il mondo Mi conosca e le anime vengano a Me! La sofferenza farà trionfare l'amore».
«Voglio che il mondo lo conosca - dice. -Voglio che si sappia il mio amore! Lo sanno, gli uomini, ciò che ho fatto per loro?». (…)
«- Scrivi Josefa: «Un padre aveva un unico figlio. «Potenti, ricchi, circondati di buon numero di servi, di tutto quello che fa il decoro e l'agiatezza e la comodità della vita, nulla mancava loro per essere felici. Il, figlio bastava al padre, il padre al figlio e tutt'e due trovavano l'uno nel¬l'altro una piena felicità, mentre i loro cuori nobili, generosi, si volgevano con delicata carità verso le miserie altrui. «Ora accade un giorno che uno dei servi di quell'ot¬timo padrone cadde malato. La malattia si aggravò tanto che per sottrarlo alla morte non c'era più speranza che nelle cure più assidue e nei più energici rimedi. «Ma il servo stava a casa sua, povero e solo. «Che fare per lui? Abbandonarlo e lasciarlo morire? Il padrone buono non può risolversi a questo pensiero. Mandargli uno dei servi? Ma il suo cuore potrà riposare in pace su cure prestate più per interesse che per affetto? «Mosso dalla compassione, chiama il figlio e gli confida le sue ansie: gli espone le condizioni di quel poveretto sul punto di morire. Aggiunge che solo assidue e amorevoli cure potrebbero rendergli la salute e assi¬curargli una lunga vita. «Il Figlio, il cui cuore batte all'unisono con quello del padre, si offre, se tale è la sua volontà, di curarlo egli stesso con molta vigilanza, non risparmiando né pene né fatiche, né veglie, finché non sia tornato in salute. «Il padre acconsente: fa il sacrificio della dolce compagnia di questo figlio che, sottraendosi alla tenerezza paterna, si costituisce servo e discende alla casa di colui che, in realtà, è suo servo. «Trascorre così vari mesi al capezzale dell'infermo, vegliandolo con delicatezza attenta e prodigandogli mille cure e provvedendo non soltanto a ciò che richiede la sua guarigione, ma anche al suo benessere, finché non giunge a rendergli le forze. «Il servo allora, pieno di ammirazione alla vista di ciò che ha fatto per lui il suo padrone, gli domanda come potrà esprimere la sua riconoscenza e corrispondere a così meravigliosa e insigne carità. «Il figlio gli consiglia di presentarsi al padre e, guarito com'è, offrirsi a lui per essere il più fedele dei suoi servi, in cambio della sua grande liberalità. «Quell'uomo allora si presenta al padrone e nella convinzione di ciò che gli deve, esalta la sua carità e quel che è meglio ancora, si offre a servirlo senza alcun in¬teresse, poiché al servizio di un tal signore, non ha bi¬sogno di essere pagato come un servitore, essendo stato trattato e amato come un figlio! «Questa parabola non è che una debole immagine del mio amore per gli uomini e della risposta che aspetto da loro. La spiegherò gradatamente affinché tutti conoscano il mio Cuore!». Gesù tace un istante e quindi procede con ardore: «Aiutami, Josefa, aiutaMi a manifestare il mio Cuore agli uomini! Ecco che sto per dir loro che invano cercano la felicità fuori di Me: non la troveranno!... Tu, soffri e ama, poiché dobbiamo conquistare le anime!». (…)
«- Dio creò l'uomo per amore. Lo collocò sulla terra in condizioni tali che niente potesse mancare quaggiù alla sua felicità, mentre aspettava l'eterna. Ma per avervi di¬ritto doveva osservare la legge dolce e sapiente imposta dal Creatore. «L'uomo, infedele a questa legge, cadde gravemente malato: commise il primo peccato. L'uomo, cioè il padre e la madre, il ceppo del genere umano. Tutta la posterità fu macchiata della sua bruttura. In lui l'umanità intera perdette il diritto alla felicità perfetta che Dio gli aveva promesso e dovette, d'allora in poi, tribolare, soffrire, morire. «Dio nella sua beatitudine: non ha bisogno né dell'uomo né dei suoi servizi: basta a sé stesso. La sua gloria è infinita e niente la può diminuire. «Tuttavia, infinitamente potente, è anche infinitamente buono. Lascerà soffrire e morire l'uomo creato per amore? no, gli darà una nuova prova di questo amore e, ad un male così estremo, applicherà un rimedio di valore infinito. Una delle Persone della SS.ma Trinità prenderà l'umana natura e riparerà divinamente il male cagionato dal peccato. «Il Padre dà il suo Figlio. Il Figlio sacrifica la sua gloria scendendo in terra non in qualità di signore, di ricco, di potente, ma nella condizione di servo, di povero, di bambino. La vita che Egli condusse in terra la conoscete tutti. «Sapete come dal primo momento della mia incar¬nazione, Mi sottomisi a tutte le miserie della natura umana. «Bambino soffrii il freddo, la fame, la povertà e le persecuzioni. Nella mia vita di operaio fui spesso umiliato e disprezzato come il figlio di un povero falegname. Quante volte il mio padre adottivo ed io, dopo aver portato il peso di una lunga giornata di lavoro, ci tro¬vavamo la sera ad aver appena guadagnato quanto ba¬stava ai bisogni della famiglia... E così sono vissuto per trenta anni! «Allora abbandonai la dolce compagnia di mia Madre, Mi consacrai a far conoscere il mio Padre celeste, inse¬gnando a tutti che Dio è carità. «Sono passato facendo bene ai corpi e alle anime: ai malati ho dato la salute, ai morti la vita, alle anime?... ah! alle anime... ho reso loro la libertà perduta col peccato, ho loro aperto le porte della vera ed eterna patria. «Venne poi l'ora in cui per comprare la loro salvezza il Figlio di Dio volle dare la sua stessa vita! «E in qual maniera morì? circondato da amici?... ac¬clamato come benefattore?... Anime carissime, voi ben sapete che il Figlio di Dio non ha voluto morire così: Egli non aveva sparso altro che amore, fu vittima del¬l'odio... Egli aveva portato la pace al mondo, fu oggetto di crudeltà accanita... Egli aveva reso la libertà agli uomini: fu imprigionato, legato, maltrattato, calunniato e morì infine su una croce tra due ladroni, disprezzato, abbandonato, povero e spogliato di tutto. «Così Egli si immolò per salvare gli uomini... così compì l'Opera per la quale aveva lasciato la gloria del Padre suo: l'uomo era malato e il Figlio di Dio scese verso di lui. Non soltanto gli rese la vita, ma gli meritò la forza e i mezzi necessari per acquistare quaggiù il tesoro dell'eterna felicità. «Come ha risposto l'uomo a tale favore? Si è offerto come il buon servitore al servizio del Padrone divino senza altro interesse che gli interessi di Dio?... «Qui bisogna distinguere le differenti risposte dell'uomo al suo Dio. (…)
«Alcuni Mi hanno veramente conosciuto e spinti dall'amore, hanno sentito accendersi in cuore il vivo desiderio di dedicarsi completamente e senza interesse al mio servizio, che è quello del Padre mio. Gli hanno chiesto ciò che potrebbero fare di più grande per Lui e il Padre mio ha loro risposto: «'Lasciate la vostra casa, i beni, voi medesimi, e venite dietro a Me per fare ciò che vi dirò'». «Altri si sono sentiti commuovere il cuore alla vista di ciò che il Figlio di Dio ha fatto per salvarli. Pieni di buona volontà si sono presentati a Lui domandando come corrispondere alla sua bontà e lavorare per i suoi interessi, senza però abbandonare i propri. «A costoro il Padre mio ha risposto: Osservate la legge che il Signore vostro Dio vi ha data. Osservate i miei comandamenti senza sviarvi né a destra né a sinistra; vivete nella pace dei servi fedeli. «Altri, poi, hanno capito ben poco quanto Dio li ami! Tuttavia un poco di buona volontà ce l'hanno, e vivono sotto la sua legge, ma senza amore. «Questi non sono dei servi volontari, perché non si sono offerti agli ordini del loro Dio... Ma, siccome in essi non c'è cattiva volontà, in molti casi basta loro un suggerimento perché si prestino al suo servizio. «Altri poi si sottomettono a Dio più per interesse che per amore e nella stretta misura necessaria per la ri¬compensa finale promessa a chi osserva la legge. «Tuttavia gli uomini si dedicano tutti al servizio del loro Dio? Non ce ne sono forse di quelli che, ignari del grande amore di cui sono oggetto, non corrispondono affatto a ciò che Gesù Cristo ha per essi compiuto? «Ahimè!... Molti Lo hanno conosciuto e disprezzato... molti non sanno neppure chi sia!... «A tutti Gesù stesso dirà ora una parola d'amore. «Parlerò dapprima a coloro che non Mi conoscono. Sì, a voi, carissimi figli, che fino dall'infanzia viveste lontani dal Padre. Venite! Vi dirò perché non Lo conoscete: e quando comprenderete chi Egli sia, e quale Cuore amante e tenero abbia per voi, non potrete resistere al suo amore. «Non accade spesso a coloro che crescono lontano dalla casa paterna di non provare alcun affetto per i genitori?... Ma se un giorno sperimentano la tenerezza del padre e della madre non li amano forse più ancora di quelli che non hanno mai lasciato il loro focolare? «A voi, che non soltanto non Mi amate, ma Mi odiate e perseguitate, Io chiederò soltanto: 'Perché quest'odio ac¬canito?... Che cosa vi ho fatto perché Mi maltrattiate così?...'. Molti non si sono mai fatti questa domanda, ed ora che Io stesso la rivolgo loro, forse risponderanno: 'Non so'. «Ebbene risponderò per voi! «Se dalla vostra infanzia non Mi avete conosciuto, è stato perché nessuno vi ha insegnato a conoscerMi. E mentre voi crescevate le inclinazioni naturali, l'attrattiva per il piacere e per il godimento, il desiderio della ricchezza e della libertà sono cresciuti con voi. «Poi un giorno avete inteso parlare di Me. Avete sentito dire che per vivere secondo la mia volontà occorreva amare e sopportare il prossimo, rispettare i suoi diritti e i suoi beni, sottomettere e incatenare la propria natura: insomma, vivere sotto una legge. E voi che fino dai primi anni non viveste che eseguendo il capriccio della vostra volontà e forse gli impulsi delle passioni, voi che non sapevate di quale legge si trattasse, avete protestato con forza: 'Non voglio altra legge che me stesso, voglio godere di essere libero!' «Ecco come avete incominciato ad odiarMi ed a per¬seguitarMi! «Ma Io che sono vostro Padre vi amavo e mentre con tanto accanimento lavoravate contro di Me, il mio Cuore più che mai si riempiva per voi di tenerezza. «Così trascorsero gli anni della vostra vita... forse numerosi... «Oggi non posso più a lungo conteneré il mio amore per voi! E vedendovi in guerra aperta contro Colui che tanto vi ama, vengo a dirvi Io stesso quello che sono. «Sono Gesù, e questo nome significa Salvatore. Perciò ho le mani forate dai chiodi che Mi tennero confitto alla croce su cui sono morto per vostro amore... I miei piedi portano i segni delle stesse piaghe e il mio Cuore è aperto dalla lancia che mi trafisse dopo la mia morte!... «Così Io mi presento a voi per insegnarvi chi sono Io e quale è la mia legge. Non v'intimorite, è legge di amore!... Allorché Mi conoscerete troverete la pace e la felicità. Vivere come orfani è triste! Venite, figli, venite al Padre vostro! (…)
«Andiamo incontro a quelle povere anime che Mi perseguitano perché non Mi conoscono. Voglio dir loro chi sono Io, e ciò che esse sono: «Sono il vostro Dio e il vostro Padre! Il vostro Creatore e il vostro Salvatore! Voi siete mie creature, miei figli, miei redenti anche, poiché a prezzo della mia vita e del mio sangue vi ho liberati dalla schiavitù e dalla tirannia del peccato. «Voi avete un 'anima grande, immortale e creata per una beatitudine eterna: una volontà capace di bene, un cuore che ha bisogno di amare e di essere amato... «Se voi cercate nei beni terrestri e passeggeri l'appa¬gamento delle vostre aspirazioni, avrete sempre fame e non troverete mai l'alimento che pienamente sazia. Vivrete sempre in lotta con voi stessi, tristi, inquieti, turbati. «Se siete poveri e vi guadagnate il pane col lavoro, le miserie della vita vi colmeranno di amarezza. Sentirete dentro di voi insorgere l'odio contro i vostri padroni e forse giungerete al punto di desiderare la loro sventura affinché anch 'essi siano soggetti alla legge del lavoro. Sentirete pesare su di voi la stanchezza, la rivolta, la disperazione stessa, perché la vita è triste e poi, alla fine, bisognerà morire!... «Sì, umanamente considerato, tutto ciò è duro! «Ma io vengo a mostrarvi la vita in una realtà op¬posta a quella che voi vedete: «Voi che, privi dei beni terreni, siete obbligati al lavoro sotto la dipendenza di un padrone, per sovvenire ai vostri bisogni non siete affatto degli schiavi, ma creati per essere liberi... «Voi che cercate l'amore, e vi sentite sempre insod¬disfatti, siete fatti per amare, non ciò che passa, ma cio che è eterno. «Voi che amate tanto la vostra famiglia, e che dovete assicurarle, per quanto dipende da voi, il benessere e la felicità quaggiù, non dimenticate che, se la morte ve ne separerà un giorno, non sarà che per breve tempo... «Voi che servite un padrone e che dovete lavorare per lui, amarlo e rispettarlo, prender cura dei suoi interessi, farli fruttare col vostro lavoro e la vostra fedeltà, non dimenticate che questo padrone non è vostro padrone che per pochi anni, poiché la vita scorre rapida e vi conduce là dove non sarete più degli operai, ma dei re per l'eternità! «L'anima vostra, creata da un Padre che vi ama, non di un amore qualsiasi, ma di un amore immenso ed eterno, troverà un giorno, nel luogo della felicità senza fine preparatovi dal Padre, la risposta a tutti i suoi desideri! «Là troverete la ricompensa al lavoro di cui avrete sopportato il peso quaggiù. «Là troverete la famiglia tanto amata sulla terra e per la quale avrete sparso i vostri sudori. «Là vivrete eternamente, poiché la terra non è che un'ombra che scompare e il cielo non passerà mai! «Là vi unirete al Padre vostro che è vostro Dio. «Se sapeste quale felicità vi attende! «Forse ascoltandomi direte: 'In quanto a me non ho la fede, non credo all'altra vita!'. «Non avete fede? Ma allora, se non credete in Me, perché Mi perseguitate? Perché vi ribellate alle mie leggi, e combattete quelli che mi amano? Poiché volete la libertà per voi, perché non la lasciate agli altri? «Non credete alla vita eterna?... DiteMi se vivete felici quaggiù; non sentite anche voi il bisogno di qualche cosa che non potete trovare sulla terra? «Quando cercate il piacere e lo raggiungete, non vi sentite soddisfatti... «Se volete accumulare ricchezze e riuscite ad ottenerle non vi sembrano mai bastanti... «Se avete bisogno di affetto e se lo trovate un giorno, presto ne siete stanchi... «No, nulla di tutto ciò è quello che voi cercate!... Ciò che bramate non lo troverete sicuramente quaggiù, perché ciò di cui avete bisogno è la pace, non quella del mondo, ma quella dei figli di Dio, e come potrete trovarla in seno alla rivolta? «Ecco perché voglio mostrarvi dove è questa pace, dove troverete questa felicità, dove estinguerete quella sete che vi tortura da così lungo tempo. «Non ribellatevi se Mi sentite dire: tutto ciò lo tro¬verete nel compimento della mia legge: no, non spaven¬tatevi di questa parola: la mia legge non è tirannica, è una legge d'amore! «Sì, la mia legge è d'amore perché sono vostro Padre. «Voglio insegnarvi ciò che è questa legge, e ciò che è il mio Cuore che ve la dà, questo Cuore che non co¬noscete e che così spesso ferite! Voi Mi cercate per darMi la morte, ed Io vi cerco per darvi la vita! Chi di noi trionferà? E la vostra anima rimarrà sempre così dura nel contemplare Colui che vi ha dato la sua vita e tutto il suo amore? (…)
«- Scrivi! «Ora, figli miei, udite ciò che il Padre vostro chiede come prova del vostro amore: sapete bene che una di¬sciplina è necessaria in un esercito, ed un regolamento in una famiglia ben ordinata. Così nella grande famiglia di Gesù Cristo è necessaria una legge, ma una legge piena di dolcezza. «Nell'ordine umano i figli portano sempre il nome del padre, senza il quale non potrebbero essere riconosciuti come appartenenti alla famiglia». «Così i miei figli si chiamano cristiani, nome che loro conferisce alla loro nascita il Battesimo. Voi che avete ricevuto questo nome siete miei figli e avete diritto a tutti i beni del padre vostro. «So che non Mi conoscete e che non Mi amate, anzi Mi odiate e Mi perseguitate. Tuttavia Io vi amo di un amore infinito. Voglio farvi conoscere quell'eredità a cui avete diritto, e il poco che dovete fare per acquistarla: «Credete al mio amore e alla mia misericordia. «Mi avete offeso: Io vi perdono. «Mi avete perseguitato: Io vi amo. «Mi avete ferito con le parole e le opere: voglio farvi del bene e aprirvi i miei tesori. «Non pensate che Io ignori quale fu la vostra vita fin qui: so che avete disprezzato le mie grazie, forse anche profanato i miei Sacramenti. Ma vi perdono!... «E se volete vivere felici in terra e assicurare nello stesso tempo la vostra eternità, fate d'ora innanzi quanto vi dirò: «Siete poveri? Quel lavoro che la necessità vi impone eseguitelo con sottomissione e sappiate che Io pure ho vissuto trent'anni assoggetandoMi alla stessa legge, perché fui povero, anzi poverissimo! «Non considerate mai i vostri padroni come tiranni, non nutrite verso di loro sentimenti di odio, non desi¬derate il loro male, ma curate i loro interessi e siate loro fedeli. «Siete ricchi? Avete sotto di voi operai e servi?... Non sfruttate il loro lavoro, rimunerate giustamente le loro fatiche, e date loro prova di affetto con dolcezza e bontà. Pensate che se voi avete un 'anima immortale essi pure ce l'hanno: se voi avete ricevuto le sostanze che possedete, non è soltanto per il vostro godimento e benessere per¬sonale, ma affinché amministrandole saggiamente possiate esercitare la carità verso quelli che vi circondano. «Dopo aver accettato, gli uni e gli altri, con sotto¬missione questa legge del lavoro, riconoscete umilmente l'esistenza di un Essere che presiede a tutto il Creato. Questo Essere è il vostro Dio, e insieme il vostro Padre. «Come Dio v'impone di adempire la sua legge divina. «Come Padre vi chiede di sottomettervi da figli ai suoi comandamenti. «Così, quando voi avete passato tutta una settimana nei vostri lavori, nei vostri affari, ed anche nei vostri sollievi... vi domanda di dare almeno una mezz 'ora al¬l'adempimento del suo precetto. E questo esigere molto? «Andate dunque alla sua casa. Vi attende giorno e notte. E ogni domenica o giorno di festa riservateGli questa mezz'ora, assistendo a quel mistero d'amore e di misericordia che si chiama MESSA. «Là parlateGli di tutto: della vostra famiglia, dei figli, dei vostri affari, dei vostri desideri... EsponeteGli le vostre difficoltà e le vostre pene... Se sapeste come vi ascolterà e con quale amore! «Voi forse Mi direte: 'Non so come assistere alla Messa! Da tanto tempo non ho varcato la soglia di una chiesa!...' Non temete per questo. Venite e passate soltanto questa mezz'ora ai miei piedi. Lasciate che la vostra coscienza dica quello che dovete fare e date ascolto alla mia voce. Aprite l'anima vostra, e la mia grazia vi par¬lerà. Essa a poco a poco vi mostrerà come dovete agire in ogni circostanza della vostra vita, come comportarvi in famiglia e negli affari, come allevare i figli, amare gli inferiori, rispettare i superiori. Forse essa vi ispirerà di lasciare quell'impresa, di rompere una cattiva amicizia, di allontanarvi energicamente da quella riunione pericolosa. Vi dirà che odiate la tal persona senza ragione e che dovete fuggire i consigli e separarvi da quell'altra che amate e fre¬quentate. «Provate a fare così, e a poco a poco si prolungherà la catena delle mie grazie! Tanto nel male come nel bene, tutto sta nel cominciare. Gli anelli della catena si seguono l'un l'altro. Se oggi ascoltate la mia grazia e la lasciate agire in voi, domani l'ascolterete meglio, più tardi meglio ancora e così di giorno in giorno la luce verrà, la pace aumenterà e la vostra felicità sarà eterna! «L'uomo non è creato per restare sempre quaggiù: è fatto per l'eternità. Se dunque è immortale, deve vivere non per quello che muore, ma per ciò che dura. «Giovinezza, ricchezza, sapienza, gloria umana, tutto questo è un niente... passa e finisce! Dio solo sussiste in eterno! «Il mondo e l'umana società sono pieni di odio e di continue lotte, popoli contro popoli, nazioni contro nazioni, individui contro individui, perché il fondamento della fede è quasi del tutto scomparso. «Rinasca la fede e tornerà la pace e regnerà la carità! «La fede non nuoce alla civiltà, né si oppone al progresso. Anzi, più è radicata negli individui e nei popoli, più crescono in loro la saggezza e la scienza, poiché Dio è sapienza e scienza infinita. Ma dove non c'è più la fede, la pace scompare, e con essa la civiltà, la cultura, il vero progresso... poiché Dio non è nella guerra!... Allora non ci sono che divisioni di idee, lotte di classe, e nell'uomo stesso ribellione delle passioni contro il dovere. Allora sparisce tutto ciò che fa la nobiltà dell'uomo: non rimane che la rivolta, l'insubordinazione, la guerra!... «Ah! Lasciatevi convincere dalla fede e sarete grandi! Lasciatevi dominare dalla fede e sarete liberi! Vivete secondo la fede e non morrete eternamente!». Con queste ultime parole il Messaggio al mondo è compiuto. Nostro Signore abbassa lo sguardo su Josefa: «Addio le dice tu sai che aspetto da voi ripara¬zione e amore: l'amore si prova con gli atti. Che tutto in voi provi l'amore. Siate le messaggere dell'amore nelle cose più piccole come nelle più grandi. Fate tutto per amore. Vivete di amore!». (…)
«- Non crediate - Egli dice - che Io voglia parlarvi d'altro che della mia croce. «Per mezzo di essa ho salvato il mondo, per mezzo di essa voglio ricondurlo alla verità della fede, e soprattutto alla via dell'amore... «Vi manifesterò i miei desideri: ho salvato il mondo dall'alto della croce, cioè con la sofferenza. Voi sapete che il peccato è un'offesa infinita e richiede una infinita ri¬parazione... Per questo chiedo che le vostre sofferenze e le vostre fatiche le offriate unite ai meriti infiniti del mio Cuore. Sapete bene che il mio Cuore è vostro. Prendetelo e riparate per mezzo suo!... Alle anime che avvicinerete inculcate l'amore e la fidu¬cia. Immergetele nell'amore, immergetele nella fiducia verso la bontà e la misericordia del mio Cuore. In tutte le circo¬stanze in cui potete parlare e farMi conoscere, dite sempre alle anime che non temano, perché Io sono un Dio di amore. «Vi raccomando specialmente tre cose: «1°. L'esercizio dell'Ora Santa, poiché è uno dei mezzi per offrire a Dio Padre, per la mediazione di Gesù Cristo suo divin Figlio, una riparazione infinita; «2°. La devozione dei cinque Pater in onore delle mie piaghe, poiché per mezzo loro il mondo ha ricevuto la salvezza; «3°. Infine l'unione costante, e l'offerta quotidiana dei meriti del mio Cuore, poiché così darete a tutte le vostre azioni un valore infinito. «Servirsi continuamente della mia vita, del mio Sangue, del mio Cuore; è un segreto che molte anime non co¬noscono ancora abbastanza. Voglio che voi, voi lo co¬nosciate e ne approfittiate».
(…) «Voglio che il mio amore sia il sole che illumina e il calore che riscalda le anime. Perciò desidero che si facciano conoscere le mie parole. Voglio che il mondo intero sappia che Io sono un Dio di amore, di perdono, di misericordia. Voglio che tutto il mondo legga il mio desiderio ardente di perdonare e di salvare: i più miserabili non temano!... i più colpevoli non fuggano lontano da Me!... che tutti vengano! Li aspetto come un padre, con le braccia aperte, per dar loro la vita e la vera felicità. «Affinché il mondo conosca la mia bontà ho bisogno di apostoli che gli manifestino il mio Cuore, ma che, prima di tutto, lo conoscano essi stessi... si può insegnare ciò che si ignora?... «Perciò parlerò durante alcuni giorni per i miei Sa¬cerdoti, i miei Religiosi, le mie Religiose. Allora cono¬sceranno chiaramente quello che chiedo. Voglio formare una lega di amore tra le anime consacrate, affinché esse insegnino e pubblichino fino ai confini della terra la mia misericordia e il mio amore. «Voglio che il desiderio e il bisogno di riparare si risvegli¬no ed aumentino tra le anime fedeli e le anime consacrate, poiché il mondo ha peccato... Sì, il mondo, le nazioni pro¬vocano in questo momento la collera divina. Ma Dio, che vuoi regnare con l'amore, si volge alle sue anime scelte e specialmente a quelle di questa nazione. Chiedo loro di ri¬parare prima per ottenere il perdono, ma soprattutto per attirare nuove grazie su questo paese, che è stato il primo, lo ripeto ancora, a conoscere il mio Cuore ed a propagarne la devozione. «Voglio che il mondo sia salvo... che la pace e l'unione regnino tra gli uomini. Io voglio regnare e regnerò mediante la riparazione delle anime scelte e una conoscenza nuova della mia bontà, della mia misericordia e del mio amore. Le mie parole saranno luce e vita per un numero incai¬colabile di anime, e tutte verranno stampate, lette, predicate, e darò loro una grazia speciale affinché illuminino e tras¬formino le anime». (…)
«- Voglio ora rivolgerMi alle mie anime consacrate, affinché possano farMi conoscere ai peccatori ed al mondo intero. «Molte tra esse non sanno ancora approfondire i miei sentimenti. Mi trattano come uno che vive lontano da loro... uno che conoscono poco e in cui non hanno abbastanza fiducia. Voglio che rianimino la loro fede e il loro amore, che vivano in intimità e confidenza con Colui che esse amano e che le ama. «In una famiglia è il figlio maggiore che conosce meglio i sentimenti e i segreti paterni. Infatti il padre a lui si confida più interamente perché i più giovani non sono ancora capaci di interessarsi ai gravi affari, né di andare al di là della superficie delle cose. Perciò al maggiore spetta di trasmettere ai fratelli i desideri e i voleri del padre quando questi viene a mancare. «Nella Chiesa ho dei figli maggiori e sono le anime che ho scelte per Me. Consacrate dal sacerdozio o dai voti religiosi, esse vivono più vicino a Me, partecipano alle mie grazie di privilegio, e a loro confido i miei se¬greti, i miei desideri... e anche i miei patimenti! «Sono esse che incarico, per mezzo del loro ministero, di vegliare sui fanciulli, loro fratelli, e direttamente o indirettamente istruirli, guidarli e trasmettere loro i miei insegnamenti. «Se le mie anime scelte Mi conoscono pienamente, sapranno farmi conoscere, se Mi amano davvero, sapranno farmi amare. Ma che cosa insegneranno agli altri se Mi conoscono poco?... Ora Io domando: si può amare molto Colui che si conosce male? Si può parlare con vera in¬timità a Colui da cui ci teniamo lontano?... a Colui in cui abbiamo poca fiducia?... «Ecco quello che voglio ricordare alle mie anime consacrate. Non è una cosa nuova, certamente, ma esse hanno bisogno di rianimare la loro fede, il loro amore e la loro fiducia. «Voglio che Mi trattino con maggiore intimità, che Mi cerchino nel loro interno, poiché esse sanno che l'anima in grazia è tempio dello Spirito Santo. E là Mi vedano come Io sono, cioè come Dio, ma Dio d'amore! Abbiano più amore che timore, credano al mio amore senza mai dubitarne! Molte, infatti, sanno che le ho scelte perché le ho amate, ma quando si sentono oppresse dalle loro miserie, e forse anche dalle colpe, allora le invade la tristezza al pensiero che Io non abbia più per loro l'amore di una volta». (…)
«Ti ho detto ieri che quelle anime non Mi cono¬scono. Quelle anime non hanno capito che cos'è il mio Cuore! Poiché sono appunto le loro miserie e le loro colpe che inclinano la mia bontà verso di loro. E quando riconoscono la loro impotenza e debolezza, si umiliano e vengono a Me con piena fiducia, allora esse Mi glorifi¬cano ancora più che prima della loro colpa. «Così quando esse pregano per sé e per gli altri: se esitano, se dubitano di Me, non onorano il mio Cuore, mentre Mi glorificano quando aspettano con sicurezza ciò che Mi chiedono, certe che non potrò rifiutare loro se non quello che sarebbe dannoso alle loro anime. «Quando il Centurione venne a supplicarMi di guarire il servitore, Mi disse con molta umiltà: "Non sono degno che Tu entri in casa mia..." ma pieno di fede e di fiducia aggiunse: "Tuttavia, Signore, se dici una sola parola il mio servo guarirà". Quest'uomo conosceva il mio Cuore, e sapeva che non posso resistere alle suppliche di un'anima che aspetta tutto da Me... Quest'uomo Mi ha grandemente glorificato perché all'umiltà ha congiunto una fiducia ferma e totale... Sì, quest'uomo conosceva il mio Cuore, eppure non Mi ero manifestato a Lui come Mi manifesto alle mie anime scelte! «Con la fiducia esse otterranno innumerevoli grazie, non soltanto per se stesse ma per gli altri, ed è quello che voglio che comprendano pienamente, poiché desidero che manifestino i sentimenti del mio Cuore alle povere anime che non Mi conoscono». «Lo ripeto ancora: ciò che ora dico non è niente di nuovo. Ma come una fiamma ha bisogno di essere alimentata per non spengersi, così le anime hanno bisogno di un nuovo incitamento che le faccia avanzare, e di nuovo calore che le rianimi. «Fra le anime a Me consacrate, poche ve ne sono che hanno in me una vera fiducia, perché ce ne sono poche che vivono in intima unione con Me. Voglio che si sappia che amo le anime quali esse sono. So che la fragilità le farà cadere più d'una volta. So che in molte occasioni non manterranno ciò che Mi hanno promesso: ma il loro proposito Mi glorifica, l'atto di umiltà che faranno dopo una caduta, la fiducia che pongono in Me mi onorano talmente che il mio Cuore sparge sopra di esse un tor¬rente di grazie. «Voglio che si sappia quanto desidero che le anime consacrate si rianimino e si rinnovino in questa vita di unione e d'intimità con Me. Esse non si limitino a par¬larMi quando sono ai piedi dell'altare. Sono là presente, è vero, ma Io vivo anche dentro di loro, e Mi com¬piaccio a non fare che una cosa sola con loro. «Mi parlino di tutto!... Mi consultino in tutto!... Mi domandino tutto!... Io vivo in loro per essere la loro vita. Dimoro in loro per essere la loro forza... Sì, lo ripeto non dimentichino che Mi compiaccio di fare una cosa sola con loro... Si ricordino che Io vivo in esse... e che là le vedo, le ascolto, le amo. Là aspetto che corri¬spondano al mio amore! «Vi sono molte anime che ogni mattina fanno ora¬zione: ma non è piuttosto una formalità che un colloquio d'amore?... Ascoltano o celebrano la Messa, e Mi ricevono nella Comunione... ma una volta uscite di chiesa non si lasciano forse talmente assorbire dagli affari, che non pensano più a rivolgerMi una parola?... «Mi trovo in queste anime come in un deserto: non Mi dicono niente; non Mi chiedono niente: e quando hanno bisogno di essere consolate spesso si rivolgono a qualche creatura di cui vanno in cerca, piuttosto che a Me, loro Creatore, che vivo e sono in esse! «Non è questa mancanza di unione, mancanza di vita interiore o, ciò che viene a essere lo stesso, mancanza d'amore? «Voglio anche ricordare alle anime consacrate che Io le ho scelte in modo speciale, affinché vivendo con Me di questa vita di unione Mi consolino e riparino per tutte quelle che Mi offendono. «Voglio che si ricordino il dovere che hanno di stu¬diare il mio Cuore, per condividerne i sentimenti e rea¬lizzarne i desideri per quanto è loro possibile. «Quando un uomo lavora nel proprio campo si applica con ardore a sradicare tutte le erbe cattive, e non ri¬sparmia né pena né fatica finché non vi sia riuscito. Così Io voglio che le anime a Me consacrate, appena cono¬sciuti i miei desideri, si applichino con zelo ed ardore ad effettuarli, senza retrocedere davanti a qualsiasi difficoltà o sofferenza, per accrescere la mia gloria e riparare le offese del mondo. (…)
«- Le invito tutte, i miei Sacerdoti, i miei Religiosi, le mie Religiose, a vivere in intima unione con Me. «Spetta ad esse conoscere i miei desideri e condividere le mie gioie e le mie tristezze. «Tocca ad esse di occuparsi dei miei interessi senza risparmiare né fatiche, né sofferenze. «Ad esse riparare, con le preghiere e le loro penitenze, le offese di tante e tante anime! «Ad esse soprattutto spetta raddoppiare l'unione con Me, e non lasciarMi solo! Non lasciarMi solo... Ah! mol¬te non comprendono, e dimenticano che tocca a loro tenerMi compagnia e consolarMi!... «Ad esse, infine, di formare una lega d'amore e, tutte unite nel mio Cuore, implorare per le anime la cono¬scenza della verità, la luce e il perdono. «E allorché penetrate di dolore alla vista delle offese che ricevo da ogni parte, le mie anime scelte si offriranno per riparare e lavorare all'Opera mia, la loro fiducia sia intera, perché non potrò resistere alle loro suppliche e le esaudirò pienamente. «Si applichino dunque tutte a studiare il mio Cuore e ad approfondirne i sentimenti. Si sforzino di vivere unite a Me di parlarMi, di consultarMi. Rivestano dei miei meriti e coprano col mio sangue tutte le loro azioni. Consacrino la loro vita alla salvezza delle anime e al¬l'accrescimento della mia gloria! Non si rimpiccoliscano considerando se stesse, dilatino invece il loro cuore ve¬dendosi rivestite della potenza del mio sangue e dei miei meriti, poiché se agiscono da sole, non potranno fare gran cosa, ma se lavorano con Me, in mio nome e per la mia gloria, allora saranno potenti. «Le anime a Me consacrate ravvivino i loro desideri di riparare e chiedano con fiducia che sorga sul mondo il giorno del Re divino, cioè il giorno del mio Regno universale! «Non temano, sperino in Me, confidino in Me! «Siano divorate di zelo e di carità per i peccatori!.. Ne abbiano compassione, preghino per loro e li trattino con dolcezza! «Parlino a tutti gli uomini della mia bontà, del mio amore, della mia misericordia! «Rivestano i loro lavori apostolici di preghiera, di penitenza e soprattutto di fiducia, non nelle loro industrie, ma nella potenza e nella bontà del mio Cuore che le accompagna! «Nel tuo nome, o Signore, opererò e so che sarò potente! «Questa fu la preghiera dei miei Apostoli, uomini poveri e ignoranti, ma ricchi e sapienti della ricchezza e sapienza divina!... «Tre cose chiedo alle anime consacrate: «Riparazione, cioè vita di unione col Riparatore divino: operare per Lui, con Lui, in spirito di riparazione, in stretta unione ai suoi sentimenti e desideri. «Amore, cioè intimità con Colui che è tutto amore e che si mette al livello delle sue creature, per domandare di non lasciarLo solo, e di darGli il loro amore. «Fiducia, cioè sicurezza in Colui che è bontà e mise¬ricordia... in Colui col quale io vivo giorno e notte, che mi conosce e che io conosco... che mi ama e che io amo... in Colui che invita le sue anime consacrate perché vivendo con Lui e conoscendo il suo Cuore aspettino tutto da Lui.



NON SCENDO DALLA CROCE Di Fulton j Sheen,vescovo

Ero uscito di casa per saziarmi di sole.Trovai un uomo che

si dibatteva nel dolore della crocifissione.Mi fermai

e gli dissi:"Permetti che ti aiuti"?Lui rispose:

Lasciami dove sono.

Non scendo dalla croce fino a quando sopra vi

spasimano i miei fratelli.

fino a quando per staccarmi

non si uniranno tutti gli uomini.

Gli dissi"Che vuoi che io faccia?"

Mi rispose:

Và per il mondo e di a coloro

che incontrerai che c è un uomo

che aspetta inchiodato alla croce.